YES WE CAMP! - Quanta Club

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YES WE CAMP! - Quanta Club
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HCM24 - QVNews pubbl. trimestrale registrazione 267/2004 tribunale Milano Poste Italiane Spa - Sped. A. P. -70% - LO/MI N.1/2011 - Anno VIII N°60 - DICEMBRE 2011
QUANTA
VILLAGE
NEWS
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61
marzo/giugno
2012
CAMP ESTIVI 2012
YES WE CAMP!
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IN QUESTO NUMERO
P E N S I E R I I N L I B E R T À
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]
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- somministrazione
- executive search
- ricerca e selezione
- gestione amministrativa del personale
- formazione
- outplacement
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RAGIONE E PASSIONE
Un confronto imbarazzante,
purtroppo per Milano
Michele Acquarone
alla guida del Giro d’Italia
Olimpiadi... bocciati ma non
battuti, riprendiamo la corsa
EDITORIALE
COACH CORNER
CAMP ESTIVI
UNA SCUOLA DI VITA
QUANDO CAMP
VUOL DIRE SERIETÀ
PROGETTI
QUANTA È ON LINE
Il nuovo sito
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Dan Peterson racconta...
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NOI INVESTIAMO NEI SOGNI 10
LA NOSTRA STORIA
IN NUMERI
Parte il Fisiomed e nuove strutture
UNA CASA PER L’EXPO
Quanta in supporto alle aziende
TRIBUNA STAMPA
EXPO E SPORT
EVENTI
PRIMAVERA IN MUSICA
Nuova stagione per LaVerdi
OPEN DAY
Una festa per la famiglia
AZIENDE
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FAMILY DAY
Una risorsa per le aziende
TENDENZE
PORETTI
CAMP
VILLAGE ARRIVANO I CAMP
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Mr. GIRO
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La tradizione che fa tendenza
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VILLAGE PEOPLE
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RIZZI FAMILY E CAMPIONI
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Viaggio tra i fedelissimi del Quanta Village
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IL POSTER
Fotostory dei camp
AMARCORD
CI VEDIAMO
IN PIAZZA GRANDE
Ricordo di Lucio Dalla
t. 02 833871
A
MONTI-PISAPIA
Una grande opportunità, ce la faremo?
www.quanta.com
T
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OLTRE IL POSTO FISSO?
Riflessioni di Enzo Mattina
COMUNE CORAGGIO
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17 FLASH SPORT
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Novità 2012
I giovani hanno bisogno di fatti
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AREA BIMBI
SPORT
16 HOCKEY
Il punto di Riki Tessari
LAVORO
A LEZIONE DI INGLESE
Tutti in piscina!
AGENDA
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In principio fu la vacanza. Con lo sport come passatempo accessorio, con la famiglia spesso
presente al fianco dei giovanissimi campers, con una buona disponibilità economica dei genitori come elemento indispensabile per poter varcare il cancello del villaggio immerso nel
verde della Pennsylvania o del Michigan.
Nati in America agli inizi del ‘900, come racconta Dan Peterson con il consueto stile accattivante a pag 18, i camp estivi sono stati una specie di miraggio di cui si sentiva parlare
nei reportage di qualche inviato, inavvicinabili e lontani come lo erano le Converse All
Stars o i Levi’s 501 che si vedevano ( e si invidiavano) a Marlon Brando e James Dean.
Niente a che vedere con le versioni autarchiche e casalinghe – le colonie estive - che imponevano stili e tempi da Fraulein Rottelmaier più che libertà e svago. Qualcosa che si avvicinava all’idea erano gli oratori estivi: ma il più delle volte era solo un campo da calcio
in terra battuta ad accogliere bambine e bambini al termine dell’anno scolastico.
Poi nel ’79 la svolta, come racconta Dan Peterson, a cui anche chi scrive contribuì con entusiasmo, con l’idea di camp ‘ all’americana’ che viene introdotta anche in Italia, il successo
immediato, la novità che diventa quasi da subito tradizione, così che oggi parlare di camp
estivi è assoluta normalità e adesso semmai il problema è opposto, come spesso succede in
questi casi: evitare che un’idea vincente venga intaccata da iniziative poco serie, poco professionali, figlie soltanto di bassa speculazione.
E arriviamo al punto. Quella che si apre con l’arrivo della primavera – come ben sanno i
frequentatori del Village – è stagione di Open Day, di lancio dei camp 2012, di presentazione di programmi. Basta dare un’occhiata ai ‘numeri’ dei camp presenti nel servizio di
pag 21 per capire come ormai parlare di successo sia quasi riduttivo.
Perché non ci sono solo i numeri a testimoniarlo, c’è l’entusiasmo delle famiglie, il desiderio dei partecipanti di ritornare, la voglia di chi non c’è mai stato di essere ‘a part of it’.
Tutto questo ha un solo segreto: serietà. Serietà degli organizzatori. Serietà degli istruttori. Serietà del personale tutto del Village. Serietà di chi sa che trattare con i bambini è la
responsabilità più bella e insieme più difficile del mondo. Sarà così anche per il 2012 e non
resta che aspettare con ansia il primo giorno di camp. Magari con Dan Peterson ‘ Istruttore d’Onore’.
Dario Colombo
EDITORIALE
QUANDO CAMP
VUOL DIRE SERIETÀ
PENSIERI IN LIBERTà
Un confronto imbarazzante,
purtroppo per Milano
PENSIERI IN LIBERTà
MONTI-PISAPIA
maggioranza che si contrappone ad un’opposizione quella di
PDL, Lega e Terzo Polo debole, divisa e senza capi carismatici.
Un vantaggio che sta buttando via decidendo poco e quel poco
abbastanza male con una rotta troppo spostata a sinistra cosa
che a Milano non so quanto possa essere alla lunga apprezzata
dai milanesi che per loro natura sono pragmatici e poco attratti
da eccessi ed enunciazioni astratte. Milanesi in più che l’hanno
votato per fare uscire Milano dall’appiattimento e dalla mediocrità di cui ho ripetutamente parlato quando il Sindaco era
Letizia Moratti ; per rilanciare la nostra città, ridarle dimensione, immagine ed efficienza da metropoli leader nel mondo,
cercando di intervenire e prevenire la tanta corruzione e malaffare che purtroppo oggi più di prima la stanno ammorbando e
bloccare quelle infiltrazioni malavitose di cui ripetutamente e
con orrore leggiamo sui giornali.
Se non cambierà decisamente la rotta e se non farà sentire alla
più parte dei milanesi che è il Sindaco carismatico di tutti, e
che lavorerà d’ora in avanti per una Milano migliore e proiettata in modo vincente nel futuro, alle prossime elezioni, l’Avvocato Pisapia, ammesso che arrivi alla fine del mandato, non
sarà certamente rieletto ma quello che più preme, Milano avrà
perso un sogno e cinque anni.
di UMBERTO QUINTAVALLE
Presidente Quanta
ERRARE HUMANUM EST,
PERSEVERARE DIABOLICUM!
MilanoSport deve chiudere.
N
on credo che un moderno Plutarco potrebbe scrivere “Le
vite parallele del Professor Monti e dell’Avvocato Pisapia”
nonostante entrambi siano stati chiamati a risolvere enormi
problemi politico economici per molti versi simili tra loro ancorché su scale dimensionali diverse. Come diversi, profondamente diversi, sono stati i risultati fin qui ottenuti.
Con il Professore siamo passati in Italia in soli cento giorni dal
forzoso commissariamento europeo per evitarci un probabile
default finanziario corredato da sorrisetti idioti, disistima internazionale, perdita di fiducia interna e valori di riferimento,
alla prima pagina di un Time incredulo, alla standing ovation
del Parlamento Europeo ed alla ritrovata stima e fiducia internazionale nel sistema Italia tanto da farci tornare a sedere,
ascoltati e con pari dignità, ai tavoli dei Presidenti americano,
francese e della Cancelliera tedesca.
Con un decisionismo spettacolare, una lucidità ed una capacità
di cui non abbiamo memoria sta mettendo in fila prima e risolvendo poi, problemi atavici e molto complessi. Un che di miracoloso che ha consentito al nostro Paese di allontanarsi almeno
per il momento, ma speriamo per sempre, dal baratro del fallimento ed a lui di non arretrare se non in modo marginale nei
consensi iniziali che erano e sono ben oltre il 50% nonostante le
amarissime medicine “propinate”in dosi massicce agli italiani.
Un profilo altissimo, super partes, un uomo evidentemente illuminato che ha saputo circondarsi da Ministri competenti e
coesi per la realizzazione in tempi record di programmi e progetti, rimasti appesi per decenni tra mille sterili litigi di partiti
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QVN
e pastoie burocratiche.
Tutto il contrario purtroppo di quello che sta avvenendo a Milano dove il Sindaco Pisapia chiamato a ribaltare una situazione quasi altrettanto difficile, in nove mesi , ovvero il 15%
del tempo a disposizione, ha perso vistosamente consensi che
inizialmente erano simili a quelli del Professore .
Non c’è da stupirsi perché in realtà l’Avvocato Pisapia non si
aspettava di vincere le elezioni (anzi stravincerle, anche se più
per demerito altrui che per meriti propri) e non aveva quindi
adeguatamente preparato né i programmi, né la squadra, ossia
gli Assessori.
Oggi questa improvvisazione è evidente: i litigi e le contrapposizioni del Sindaco con l’Architetto Boeri, ovvero il numero
due della coalizione che governa Milano, sono frontali e reiterati indice di scarsa coesione per la giunta e lucidità di pensiero per i due leader; alcuni Assessorati (e non solo quello dello
Sport, sul quale posso esprimere valutazioni per competenza ed
esperienza diretta), non conoscono adeguatamente la materia
e la stanno gestendo quindi in modo pessimo ; a Capo di Gabinetto del Vice Sindaco viene nominato, cosa che ho trovato
assolutamente inopportuna comunque la si voglia motivare, un
ex autonomo della sinistra estrema che nel ’77 sparava contro
la Polizia di Stato.
L’Avvocato Pisapia dimentica troppo spesso che rappresenta
da numero uno tutti i milanesi e non solo quelli di una parte
politica e credo che più di un nostro concittadino sia sobbalzato (eufemismo) leggendo di un Sindaco di Milano che ha
salutato una platea di ascoltatori con uno scorretto (per la sua
posizione istituzionale) “Compagni cittadini” . Sta nuovamente
mancando quel consenso e quell’ampio respiro di cui Milano
ha bisogno per ritrovarsi, per tornare a credere nei grandi valori,
per cercare di sperare in un futuro meno mediocre rispetto a
quello che obiettivamente stiamo vivendo.
I milanesi hanno bisogno, disperatamente di minor burocrazia per poter lavorare, di poter respirare un’aria meno fetente,
da mesi al di sopra di ogni limite logico e consentito, di non
sentirsi oggetto di sistematico “spennamento” attraverso tasse e
balzelli di ogni tipo. Hanno bisogno di esempi di elevato profilo da poter imitare, di leader autorevoli da seguire con passione
e nei quali credere, hanno bisogno di leggere progetti degni di
una grande metropoli che non sono certo il tanto strombazzato rifacimento delle sponde dei Navigli in chiave Expo 2015
che faranno sì felici le zanzare autoctone ma che poco hanno
a che vedere con il necessario sviluppo strategico e funzionale
di Milano e con l’immagine comparativa della nostra città con
quanto fatto e visto a Shanghai.
Tutto ciò è mancato in questi nove mesi ed il confronto con
quello invece realizzato dal Professor Monti è oggi impietoso.
Vero che il Professore ha avuto e sta avendo un affiancamento
di straordinaria importanza ed efficacia da parte del Presidente
Napolitano (incidentalmente se decidesse di non ricandidarsi,
quale miglior ed autorevole successore potrebbe essere proprio Mario Monti!), cosa che invece l’Avvocato Pisapia non
ha potuto avere ; ma pure il nostro Sindaco ha oggettivamente
un grande vantaggio seppur di altra natura e cioè ha una forte
La Dottoressa Bisconti, Assessore allo Sport ha recentemente dovuto chiedere all’Assessore al Bilancio di ripianare con
7 milioni di euro circa di pubblico denaro le perdite 2011 di
MilanoSport S.p.A., che peraltro si devono sommare ai circa
10 milioni di ammortamenti in carico ai bilanci del Comune
per gli impianti dati “agratis” dallo stesso sempre a MilanoSport: una montagna di pubblico denaro che si poteva almeno
in parte non buttare dalla finestra e che l’anno venturo di questi
tempi sarà in misura ancor maggiore ulteriormente buttata via
sia per continuare a ripianare le perdite della sua MilanoSport
(che va sempre peggio), sia per mettere in condizioni di far
funzionare certi impianti sportivi decotti ed in alcuni casi completamente inutili.
A dispetto di ogni evidenza il nostro Assessore o meglio la
nostra Assessora come desidera con neologismo personalizzato
essere chiamata, non ha capito che mai come in questi periodi
di recessione, con il nostro Paese a rischio di default , con le
casse del Comune di Milano vuote e con un incubo da 580
milioni di euro di deficit per il 2012 previsto dall’Assessore al
Bilancio (deficit di cui non è dato ancora sapere se e come
potrà essere coperto), lei sarebbe tenuta a fare di tutto per contenere le perdite, trasformandole magari in utile, come possibile, migliorando la qualità nei servizi offerti e continuando,
ove ritenuto oggettivamente necessario, a tutelare anche nella
pratica sportiva le categorie protette o meno abbienti.
Nulla di tutto ciò evidentemente importa e questo è scandaloso
perché altrimenti si sarebbe degnata di ascoltare un signore che
pur qualcosa di buono (ed etico) ha combinato nella sua vita,
realizzando tra l’altro a Milano strutture sportive aperte a tutti,
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Quanta è ON LINE
PROGETTI
PENSIERI IN LIBERTà
Un’immagine di
Piazza Duomo
fotografata da
Luciano Mortula /
Shutterstock.com
Un un nuovo sito web e una visibilità maggiore e più strutturata anche nei social
network. È questa la sfida che il Gruppo intende affrontare: esperienza e competenza
on line al servizio delle aziende e dei lavoratori.
di Pietro GALEOTO*
C
un Gruppo, che affronta mercati internazionali con la forza della sua
esperienza nel settore.
sto che il nuovo sito esprime: niente
fronzoli o effetti speciali. È la nostra
esperienza a parlare.
Un nuovo assetto aziendale e una riorganizzazione dell’Ufficio Comunicazione hanno consentito in soli tre
mesi di rendere disponibile on line
un nuovo sito web; strumento indispensabile per rendere accessibili al
pubblico la struttura e le attività di
Sì, un nuovo sito, le cui parole d’ordine sono: semplicità e “vicinanza”.
Saremo più vicini e presenti, un filo
diretto con chi si approccia al mondo
del lavoro, ma soprattutto con le aree
in cui più alta è la nostra competitività. La nostra expertise, in determinati settori come l’agricolo o l’aerospaziale, ci consente di parlare “la
stessa lingua” dei nostri interlocutori.
È questa la nostra forza ed è que-
Ancora gli ultimi ritocchi e tutte le
funzionalità saranno ottimizzate e
rese pienamente compatibili con i
nuovi supporti e con i social network
sui quali potenzieremo la nostra presenza.
Ora la parola alla rete, clicca qui:
www.quanta.com
i siamo: Quanta si apre ai nuovi
media. E lo fa con la consapevolezza di un’esperienza internazionale,
di chi sa quanto e come è cambiato il
mondo del lavoro in Paesi come gli
Stati Uniti, dove Facebook e Linkedin sono nati.
economiche, sane e da molti invidiate per qualità, che dal primo Zone di Milano ) c’è un pauroso eccesso di offerta rispetto alla
giorno della sua nomina le ha fatto sapere di poterla aiutare a domanda, con il risultato che a soffrire sono i bilanci di tutte e
ribaltare una situazione semplicemente amorale sotto il profilo cinque le strutture sportive.
economico ed indegna di una metropoli come Milano, sotto il Se invece di buttare via nuovi danari per far ripartire l’Iseo, che
profilo della qualità dei servizi offerti.
una volta ripartito genererà per il Comune di Milano nuove
Ed invece no , con lui non si parla chissà poi perché, anzi lo si perdite, continuando come ulteriore effetto a mettere in diffitratta a pesci in faccia prima invitandolo in Assessorato, facen- coltà le altre quattro strutture, la nostra Assessora avesse chiuso
dolo aspettare mezz’ora senza presentarsi né scusarsi, poi ac- definitivamente l’Iseo e messo in vendita terreni e volumetrie
cettando un suo invito sotto Natale puntualmente annullato il collegate, le finanze del Comune che sono poi quelle dei cittadigiorno prima anche qui senza neppure una parola di scuse.
ni milanesi ne avrebbero ampiamente beneficiato e le rimanenti
Ma la casta è la casta e può evidentemente permettersi di tutto. quattro strutture, più che sufficienti a coprire tutte le esigenze
Ed intanto dopo la lunga elencazione di impietosi articoli com- sportive degli attuali frequentatori dell’Iseo, pure.
parsi sui quotidiani milanesi sulla qualità di molte strutture Continuo a credere che la Dottoressa Bisconti sia inadeguata
sportive di MilanoSport ricordata nel QVNews di dicembre, una nel ruolo di Assessore allo Sport e che quindi debba fare un
nuova serie di articoli è comparsa negli ultimi tre mesi. Da far passo indietro. D’altra parte credo che anche lo stesso Sindaarrossire una volta di più chi a gestire Milano Sport è preposto.
co (per inciso perché anche lui non risponde al nostro invito
Tra questi ancora una volta viene citato
di venire a vedere cos’è oggi il Quanil Centro Iseo dove - dopo gli incendi di
ta Sport Village soprattutto in chiave
origine malavitosa ed i furti notturni di
Expo2015?) incominci a rendersi con“Continuo a credere che
tonnellate di gasolio - i giornali hanno
to che lo sport a Milano, con le sue imla Dottoressa Bisconti sia
segnalato nuovi vandalismi con furti di
plicazioni, non può essere affidato, per
inadeguata al ruolo di Assessore di più in un momento di grandissima
materiale vario ed allagamento doloso
del palazzetto .
criticità, a persone che della materia
allo Sport e che quindi debba
L’ineffabile Dottoressa Bisconti ha mai
sono digiune.
fare un passo indietro. ”
preso in considerazione di verificare la
Sarebbe quindi un bel segnale da parsituazione degli impianti sportivi intorte sua preporre ex novo all’Assessorato
no all’Iseo prima di prendere la decisioallo Sport un tecnico super partes grane di buttare via altre centinaia di migliaia di euro di nostro dito e stimato anche dai privati che, rappresentano, vedi già oggi
denaro, per l’ennesima riqualificazione dell’Iseo stesso? Provo calcio e basket, l’unico futuro per lo sport e le sue strutture a
ad informarla io : nel raggio di un chilometro, con baricentro il Milano.
Quanta Sport Village, ci sono la bellezza di 5 strutture sportive Segnale importante che ritengo dovuto alla nostra città e che lo
importanti, il Quanta Sport Village, la Polinovate, l’Iseo, l’Ac- riaccosterebbe al modo di agire ed all’immagine del Professor
cademia e l’Afforese di cui le prime 3 dotate anche di piscina. Monti, con effetti nient’affatto controproducenti per l’Avvocato
Occupazione quotidiana media di questi 5 impianti il 10-15% Pisapia stesso .
che arrivano ad essere in ore commerciali non più del 50% circa Altrimenti verrebbe seriamente da pensare che il suo errare è
ovvero nella nostra Zona (come in tutte o quasi tutte le altre umano, ma il perseverare diabolico. 8
QVN
* Coordinatore comunicazione e immagine
Gruppo Quanta
NOVITÀ:
L’esperto risponde
Il nostro staff a disposizione della rete,
risposte alle mail di candidati e aziende.
Esperienze
Un’ampia sezione rivolta alle aziende,
dove sono descritte le nostre competenze
in diversi settori.
Il Gruppo
La Quanta si presenta, un Gruppo composto da aziende italiane e straniere.
Entra in Quanta
Con il nuovo sito avrai possibilità di entrare
nel nostro staff proponendo il tuo C.V.
Ricerche
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verso le offerte più adatte alle tue aspettative.
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QVN
PROGETTI
Nello scorso numero abbiamo parlato della necessità di continuare a sognare.
Oggi vi dimostriamo cosa accade quando ai sogni seguono le idee...
UNA CASA PER L’EXPO
PROGETTI
NOI INVESTIAMO nei sogni
L’altra EXPO: servizi, accoglienza e tempo libero. Quanta in supporto alle aziende...
di ILLO QUINTAVALLE*
I NUMERI:
62.000
mq di sport e benessere
Quanta
FisioMed
Poliambulatorio
4zioni,auleconformazione
da 20 e 30 postavideoproiettore, lavagne con
La sala ristorante del Quanta Village
Un’immagine della bianca sabbia dei campi
di beach volley e il logo del nuovo centro di
medicina e fisioterapia del Quanta Village
I
l contesto macro economico nel quale
ci troviamo catapultati in questo 2012
è motivo di grande preoccupazione. Istituzioni senza soldi, paese sull’orlo del default, PIL che diminuisce, interessi bancari molto elevati.
Anche intorno al nostro Quanta Sport
Village la situazione non è allegra: centri
sportivi che vengono incendiati, attività
pubbliche in costante perdita con sforzi continui del pubblico per ripianare,
e strutture private in evidente difficoltà
economiche e finanziarie.
In totale controtendenza con il mercato
abbiamo appena chiuso un anno che ci ha
visto protagonisti. Il numero d’ingressi è
stato record e così il fatturato. Abbiamo
completato l’area bambini, i campi di calcio a 3, il nuovo telo della piscina, i nuovi
tennis coperti e abbiamo reso il nostro
Quanta Village sempre più green grazie
alla piantumazione di centinaia di nuovi
alberi.
Ma non basta, se vogliamo essere i numeri UNO dobbiamo continuare a mi-
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QVN
gliorarci, dobbiamo investire e aumentare
la qualità del nostro Quanta Village. Solo
così riusciremo a consolidare quanto fatto sin ora. A maggior ragione andare in
controtendenza ci consentirà di qualificarci ulteriormente.
L’anno nuovo si apre con tre grossi progetti che vedranno il loro completamento
a fine Marzo.
I nuovi spogliatoi interrati adiacenti agli
attuali campi da beach volley consentiranno un miglior utilizzo degli spazi al
Quanta Village. Nuovi spogliatoi per
fare si che tutti gli occupanti dei quattro
campi da beach volley possano godere di
spazi dedicati.
Si ho detto 4 perché il secondo grosso
sforzo che la Quanta ha deciso di fare è
di costruire due nuovi campi da beach.
Sempre con una sabbia di primissima
qualità testata ed approvata dai nostri
esperti, il nostro Quanta diventa più bello
e potrà candidarsi anche per gare a livello
nazionale e internazionale con le tribune
che sapremo allestire all’uopo.
Ma l’investimento di cui andiamo più
fieri e sul quale puntiamo maggiormente è il Quanta FisioMed. Una struttura polivalente per la medicina sportiva,
la riabilitazione fisica, la fisioterapia e le
cure per quegli acciacchi che richiedono
il supporto di professionisti, peraltro da
noi provenienti da primari istituti Milanesi. Questi si occuperanno dei pazienti
all’interno della nostra sede in uno spazio nuovo interamente dedicato alle cure
alla persona. Il nostro Quanta FisioMed
sarà unico a Milano per la possibilità di
sfruttare l’acqua in piscina, la sabbia sui
campi da beach, la pista da running che
corre intorno al Quanta e alla palestra. I
parcheggi dedicati e tutto ciò che il nostro Quanta Sport Village riesce ad offrire completano un offerta di nuovi servizi
sempre un passo avanti rispetto agli altri.
Il Quanta è sempre più speciale.
* Direttore Generale Gruppo Quanta
I
n previsione della grande opportunità
che l’EXPO può offrire, in termini di visibilità e contatti di respiro internazionale,
il Gruppo Quanta mette a disposizione le
sue competenze e le sue strutture, attraverso un progetto di partnership con quanti
desiderino cogliere l’esclusiva occasione
rappresentata dall’Esposizione Internazionale che il nostro Paese e la nostra città
hanno la fortuna di ospitare.
In 4 parole, ecco cosa offre il progetto:
LOCATION, SERVIZI, VISIBILITÀ,
SPECIAL.
strutture di cui dispone è il luogo ideale per
organizzare Convention e Eventi ludici a
pochi Km dall’Expo
• Formazione;
• Risorse Umane;
• Organizzazione Eventi;
• Ristorazione;
• Relax;
• Navetta da e per l’Expo Village...
LOCATION & FACILITIES
• Spazi per eventi, manifestazioni, servizi
fotografici, temporary shop;
• Sale convention, formazione e riunioni;
• Giardini e parco giochi;
• Strutture sportive attrezzate;
• Shop center;
• Ristorante, pizzeria, bar anche a bordo
piscina;
• Parcheggi...
VISIBILITÀ
Nell’anno 2011 si sono contate circa
1.000.000 di presenze
• Impianti pubblicitari di vario genere, collocati in punti strategici della struttura;
• Banner e Pubbliredazionali sui siti web
del Gruppo ed inoltre sul sito web e
pagine facebook dedicati al progetto
EXPO (www.quanta4expo.com);
• Periodico “Quanta Village News” (oltre
40.000 lettori) e pubblicazioni speciali
dedicate all’EXPO;
• Consulenza nell’ambito della comunicazione e progettazione grafica...
SERVIZI
(Tra Business E Tempo Libero)
Quanta si propone come consulente per la
ricerca delle figure professionali ideali per
il business dell’azienda partner. Grazie alle
SPECIAL
Il Gruppo intende progettare eventi in linea con le tematiche dell’EXPO da suggerire e condividere con le Aziende partner
per conciliare business e tempo libero.
fogli mobili
3 uffici per colloqui individuali
Sala convegni da 140 posti
Aula informatica da16 postazioni
PC e videoproiettore
13 campi da tennis coperti d’in-
verno
5 campi da calcio
4 campi da beach volley/ten- nis
coperti d’inverno (lavori in fase conclusiva)
25
Una piscina di
metri con copertura invernale e piscina per bambini
solarium estivo
4
spazi fitness, pista da hockey inline e roller...
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QVN
MEDICINA
L’INTERVISTA
CON UN
ASSESSORATO
SENZA LA
PAROLA SPORT...
L’Expo sarà l’ultima occasione
per dare a Milano impianti sportivi
degni di questo nome.
Ma forse con questa Giunta
qualche dubbio è lecito.
Mr.Giro
A poche settimane dal via della
stagione ciclistica siamo andati a
conoscere l’uomo che guida la complessa
macchina dell’evento sportivo più
amato dagli italiani:il Giro d’Italia.
di FLAVIO VANETTI*
dejan83 / Shutterstock.com
L’
Expo 2015 sarà un jolly anche
per la disastrata impiantistica di
Milano? A occhio e croce, sì, certo. Ho
avuto modo di vedere altre città che
hanno ospitato questa “superfieracampionaria” universale: da Vancouver negli
anni 80, a Siviglia, a Shanghai. Quale
parte della legacy (o eredità dell’evento)
hanno avuto la chance di mettere mano
alle strutture destinate allo sport. E una
di queste città,Vancouver, da quell’esperienza ha pure tratto la volontà e la forza,
seppur molti anni dopo, di candidarsi a
ospitare una edizione dei Giochi olimpici
invernali. Sarà così, un giorno, anche per
Milano, pensando magari a quei Giochi
estivi che sono appena sfuggiti a Roma
ma che, in un’Italia si spera nel futuro
guarita da certi mali, potrebbero essere
rincorsi proprio dal capoluogo lombardo?
Sperare non è peccato e non costa nulla.
Ma prima di tutto, calma e gesso.
Cominciamo a sfruttare nel migliore dei
modi l’occasione del 2015. Se sono vere
certe indiscrezioni, forse in un tempo
relativamente breve Milano potrebbe
disporre di un nuovo grande palasport,
qualcosa di superiore e di più moderno
12
QVN
di DARIO COLOMBO
rispetto al Forum. Un palazzo “combo”,
in grado di ospitare sport e spettacolo,
ormai due facce di una stessa medaglia.
Ma anche se tutto ciò vedesse la luce,
rimarrebbero i gravi buchi e le carenze
prodotti da decenni di disattenzione e
di occasioni mancate. Ricordiamo che
all’ombra del Duomo non ci sono ancora
un vero stadio per l’atletica (diciamolo
pure: uno stadio che abbia l’ambizione
di diventare olimpico, in un ipotetico
domani) o una piscina degna dei Giochi.
Ma il dramma sta pure nella carenza grave,
strutturale, della cosiddetta impiantistica
di base. E all’orizzonte, senza dimenticare
quel Vigorelli che pende più che mai tra
color che son sospesi, si sta profilando il
pasticciaccio del Palalido, i cui lavori di
ristrutturazione sono già stati fermati
per una serie di intoppi che si riconducono anche al fatto che il Comune non
pare più intenzionato a contribuire nella
quota originariamente prevista rispetto
all’investimento assicurato dal Gruppo
Armani. Insomma, ritengo che l’onda
dell’Expo sia probabilmente l’ultima da
poter essere “surfata”, se si vuole raggiungere un livello di decenza. Bisogna essere
ottimisti? Uhm, personalmente non lo
sono troppo. A giudicare dai zero lavori
avviati a tutt’oggi nell’area dell’Expo,
viene quasi da domandarsi se mai la rassegna si farà. Ma se si arrivasse con il fiatone, giusto in tempo per completare lo
stretto necessario e qualche opera accessoria, ecco che andrebbe a pallino ogni
progetto aggiuntivo. Sotto questo punto
di vista, siamo alla deadline: per pensare
un po’ più in grande rispetto all’Exo in
sé, occorre procedere subito. Ma c’è un
secondo dubbio, che non vuole essere né
una critica né una presa di posizione politica. E’ solo un dato di fatto: una giunta
che ha cambiato nome all’assessorato allo
sport, sposandolo a una discutibile idea
di tempo libero (lo sport è pure quello;
ma non è quello, in prima battuta), può
avere nelle sue corde l’impiantistica per
la pratica delle varie discipline e per l’agonismo? Non lo so. Ma questa, salvo
sorprese, è la giunta che porterà Milano
all’Esposizione Universale: consentitemi,
allora, qualche perplessità.
*inviato del Corriere della Sera
Nella foto in alto
Michele Acquarone
Duemila addetti, 160 paesi collegati, un’audience di oltre
300 milioni di spettatori, più di 2mila giornalisti accreditati, un indotto di oltre 500 milioni di Euro generato
ogni anno: sono solo alcuni dei numeri più significativi
pescati qua e là nella miriade di cifre ‘spropositate’ generate dall’ evento che da oltre un secolo porta sulle strade
di tutta Italia ogni anno qualcosa come 12 milioni di
appassionati, incuranti di sole, pioggia,neve, freddo,
polemiche, doping, ‘tradimenti’ di presunti campioni e
imprese di sconosciuti gregari.
È’ il Giro d’Italia, bellezza: una straordinaria macchina
da guerra che ha fatto conoscere l’ Italia a milioni di italiani attraverso le imprese di Bartali e Coppi, Gimondi
e Moser, Pantani e Basso, passando attraverso Anquetil,
Merckx, Armstrong, Indurain, Cavendish.
Una macchina che non conosce soste per 12 mesi e che
vive il momento più importante della sua liturgia nelle
prime tre settimane di maggio, partendo negli ultimi
anni da diversi paesi europei ed approdando (quasi)
sempre a Milano, la città dove il Giro è nato e dove si è
sempre cerato di portarlo.
Già il giorno dopo la consegna della coppa d’oro a
torciglione che laurea ogni anno il vincitore della
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L’INTERVISTA
Un bel peso da portare sulle spalle, dottor Acquarone…
“A dire il vero è un peso che non sento
proprio…Ho intorno una grande squadra, con uomini d’esperienza che conoscono la macchina del Giro ed il ciclismo
come nessun altro, per cui mi sento davvero tranquillo. Mi considero una specie
di capitano non giocatore, per usare una
parafrasi del mondo del tennis”.
Resta comunque una bella responsabilità anche come capitano non giocatore,
non trova?
“ So che vuol cercare di farmi dire che
sono preoccupato per questo incarico,
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“Credo che ci sia una
passione enorme, un pubblico
pronto ad innamorarsi
di qualsiasi sport nel
momento in cui gli si offrono
grandi personaggi come
Tomba, Valentino Rossi, la
Pellegrini, la Schiavone…”
in realtà se dovessi trovare un aggettivo
per spiegare come mi sento è:orgoglioso.
Sono orgoglioso di far parte di questa
squadra;sono orgoglioso di gestire un
evento che aiuta a far conoscere quanto di
bello offre il nostro paese; sono orgoglioso
nel vedere come ogni anno si rinnova l’amore e la passione per questo evento, che
noi abbiamo il dovere di rendere sempre
più bello ed affascinante, proprio per non
deludere chi ci segue con grande affetto”.
Un affetto che si traduce anche in un
notevole impatto economico su tutto il
territorio che il Giro attraversa…
“Le ultime stime ci dicono che il Giro
produce ogni anno qualcosa come 500
milioni di euro di indotto sul territorio. E
che questo potenziale può crescere ancora
di più, generando ricchezza oltre che passione”.
Parlando di economia e ricchezza è
quasi immediato pensare alla capitale
economica del paese, ovvero a Milano,
una città con cui il Giro ha un legame
speciale.
“Quello tra la corsa rosa e Milano è un
rapporto particolare:lo dice la storia. A
Milano il Giro è nato, a Milano ci torna
ogni anno. Ma tanto sento il Giro vicino
a Milano tanto, per esempio, lo sento lontano da Roma e da altre parti del paese.
Vorrei davvero riuscire a creare un legame
del Giro con il resto d’Italia uguale a
quello che c’è con Milano”.
A proposito di Milano: per chi come voi
di RCS Sport ‘produce’ sport a 360° non
dev’essere simpatico confrontarsi con
una città dove non esiste una piscina,
un velodromo, uno stadio di atletica, un
palasport di livello europeo…
“Quella di Milano è la fotografia di tutta
la situazione degli impianti in Italia. Forse
più impietosa che altrove, proprio per il
ruolo di Milano, ma la realtà è quella di
un paese dove – dopo le Olimpiadi del
’60 – di fatto non c’è più stata una politica
sulle infrastrutture sportive degna di questo nome. Te ne rendi conto soprattutto
andando all’estero, dove vedi i grandi stadi
moderni, i palasport come Bercy o la O2
Arena di Londra, gli stadi del tennis come
il Roland Garros. Purtroppo certi investimenti si possono fare solo se vengono
garantiti i risultati: chi si può permettere
questo rischio? Privati? E’ difficile. Il pub-
L’INTERVISTA
massacrante corrida di 3mila chilometri, si comincia già a pensare all’edizione
successiva:sopralluoghi, trattative con
provincie e comuni, ‘scoperta’ di percorsi
sempre nuovi e suggestivi, avendo come
unico comandamento lo slogan “La corsa
più dura del mondo nel paese più bello
del mondo”.
A capo di questa complessa organizzazione che parafrasando il motto di Harrod’s si occupa ‘dallo spillo all’elefante’,
da quest’anno c’è Michele Acquarone, 40
anni compiuti da poco, ligure trapiantato
a Milano, nella contrada rosa di Via Solferino, direttore generale di RCS SportLa Gazzetta dello sport, la società che
organizza (appunto) il Giro d’Italia.
blico? Ancora di più, dato il momento.
Vedi candidatura di Roma 2020”.
Deluso, sembra di capire, dalla scelta
del governo Monti?
“Come cittadino non posso che essere
d’accordo con le scelte del governo. Pensare i Giochi in un momento come questo non sarebbe stato opportuno. Certo,
come uomo di sport ho un grande rimpianto. Ma sono giovane, confido di riuscire a vedere prima o poi un’olimpiade
estiva in Italia, magari anche grazie al
lavoro di RCS Sport”.
Insomma, che idea si è fatto dello sport
in Italia?
“ Credo che ci sia una passione enorme,
un pubblico pronto ad innamorarsi di
qualsiasi sport nel momento in cui gli si
offrono grandi personaggi come Tomba,
Valentino Rossi, la Pellegrini, la Schiavone. Dal punto di vista più imprenditoriale devo ammettere che c’è gente con
tante idee anche bellissime, ma a fronte
di un dilettantismo sconcertante. E alla
lunga la passione per cercare di superare
certi ostacoli non basta più.
Questo lo si vede soprattutto sul fronte
delle federazioni. Prendiamo il rugby: sta
vivendo un momento magico, la nazionale e le squadre di club perdono ma gli
sponsor, la gente, le TV non mollano. Ma
mi chiedo: cosa sta facendo la federazione
per reggere l’urto quando questo magic
moment finirà? E’ una domanda che ogni
tanto bisognerebbe porsi”.
Forse è destinato a restare un sogno.
A proposito di sogni: qual è quello di
Mr.Giro?
“ Quello di poter lavorare un giorno per
un grande evento mondiale nel nostro
paese, come per esempio un’Olimpiade.
Ma se dovessi svelare il sogno “più sogno”
allora non avrei dubbi: vedere un italiano
in testa alla classifica ATP di tennis. Anzi,
per non allargarmi troppo, mi basterebbe
nei primi 5. Ce la faremo?”.
I NUMERI:
Spettatori sulle strade 12,6
milioni di cui 2 milioni di
bambini
Nel 2011 il giro è stato visto
in 168 paesi di tutti i
continenti
110 milioni di euro è l’indotto sul territorio di cui 34
nel breve e 76 nel lungo
periodo
15
QVN
QVN
EVENTI
LaVerdi presenta il suo cartellone ricco di novità all’insegna della Grande Musica.
OPEN DAY
UNA FESTA PER LA FAMIGLIA
EVENTI
PRIMAVERA IN MUSICA
Con l’Open Day del prossimo 22 aprile si apre ufficialmente la stagione dei camp estivi 2012,
anche quest’ anno con grandi novità...
di Marco Uda*
L
aVerdi fa rima solo con “sinfonica”?
Assolutamente no! L’attività culturale della Fondazione di largo Mahler,
infatti, si sviluppa ormai a 360°, con la
musica di qualità sempre bene in vista,
naturalmente, ma anche con mostre,
presentazioni di libri, eventio speciali,
sempre presso l’Auditorium di Milano
in largo Mahler. E a dimostrazione della
grande progettualità del team dell’Auditorium, ci viene incontro un calendario
primaverile fitto di appuntamenti accattivanti. Ci limiteremo in questo spazio
a indicare i principali, che suscitano nel
lettore – per diretta conoscenza o semplicemente per richiami trasversali – emozioni e curiosità.
Aprile si aprirà con un appuntamento
clou. Sul palco dell’Auditorium, martedì 3, mercoledì 4 e il 6 (venerdì santo),
infatti, andrà in scena la Passione secondo
Giovanni di Johann Sebastian Bach, un
vero e proprio must dell’Orchestra Sinfonica e del Coro Sinfonico, che si inserisce
in una ormai consolidata tradizione del
periodo pasquale, alternandosi ogni anno
con la Passione secondo Matteo: opere fondamentali, espressioni del concetto uni-
16
QVN
versale di “musica assoluta”, del genio di
Eisenach.
Sul palco, dunque, la contemporanea
presenza dell’orchestra, diretta per l’occasione dal maestro milanese Ruben Jais,
grande conoscitore e studioso del periodo
barocco, e del coro, diretto dal maestro
Erina Gambarini.
Vale la pena di evidenziare, sempre ad
aprile, l’appuntamento del 19, 20 e 22
aprile, quando sul palco di largo Mahler
salirà David Geringas, uno dei massimi
violoncellisti della scena mondiale. E lo
farà per un’occasione davvero speciale,
anzi: unica. Con la Verdi, diretta dal
maestro Aziz Shokhakimov, eseguirà
infatti- in prima assoluta – il Concerto
per violoncello e orchestra, scritto appositamente per la Verdi stessa da Silvia
Colasanti, uno dei più apprezzati ed eseguiti compositori contemporanei italiani
a livello internazionale.
Facciamo ora un salto a maggio, per
ritrovare sul podio della Verdi il suo
Direttore Musicale, la cinese Zhang
Xian, che guiderà l’ensemble sinfonica il
17, 18 e 20 in Beethoven (Triplo concerto
per violino, violoncello, pianoforte e orche-
stra) e Mahler (Il canto della terra), solisti
Simone Pedroni al pianoforte, il primo
violino della Verdi Luca Santaniello e il
primo violoncello dell’orchestra Mario
Shirai Grigolato.
Il 23 maggio, infine, ci sarà, sempre in
Auditorium, il concerto straordinario in
memoria di Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino e delle vittime delle stragi del
23 maggio e 19 luglio 1992, a vent’anni
dal doppio, tragico evento.
Ma laVerdi, dicevamo, non è solo sinfonica. Il ventaglio di offerte della Fondazione infatti continua con la stagione
dell’Orchestra Barocca (ultimi appuntamenti 9 aprile e 9 maggio), con la rassegna “Crescendo in Musica”, il sabato
pomeriggio, per i più piccoli e le loro
famiglie, nonché con i matinée della
domenica della rassegna “Maggiore
minore”, ovvero la storia della musica
attraverso i compositori dimenticati,
diretta da Giuseppe Grazioli.
Riduzioni per dipendenti e Soci del
Quanta Village. Per maggiori informazioni e prenotazioni: tel. 02.83389401/2/3,
www.laverdi.org
C
ome ogni anno, il Porte Aperte da’
il via alla nuova stagione dei Summer Camp.
La giornata di domenica 22 aprile è
interamente dedicata alle famiglie che
vogliono conoscere il nostro centro ed
in particolare ai bambini protagonisti
della giornata e dei successivi Summer
Camp.
Durante tutto l’arco della giornata
bambini e ragazzi potranno provare
tutte le attività sportive che verranno
proposte durante l’estate al Quanta
Village.
Per poter partecipare alle attività è
necessario accreditarsi presso la palazzina uffici dalle 10.00 in avanti dopo di
che i ragazzi saranno liberi di partecipare alle attività di giornata seguiti dai
nostri istruttori. Danza, pattinaggio,
calcetto, beach volley, uni-hoc sono
solo alcune delle attività proposte.
Durante la pausa pranzo la famiglia si potrà riunire per trascorrere un
momento tutti insieme presso il nostro
ristorante con un menù dedicato per
l’occasione.
E nel pomeriggio di nuovo giochi e
sport per tutti.
E intanto che i bambini si divertono,
mamma e papà possono approfittare
della fantastica offerta per l’iscrizione
ai Camp estivi: 10% di sconto su tutte
le settimane acquistate. Un’occasione
da non perdere!
Vieni a scoprire le novità 2012!
PROGRAMMA OPEN DAY
22 Aprile 2012
Ore 9.30
BENVENUTI AL QUANTA VILLAGE
dalle ore 10
ISCRIZIONE E ACCREDITAMENTI
ALLE VARIE ATTIVITÀ SPORTIVE
CONSEGNA GADGET
ore 12.30
PAUSA PRANZO
presso Ristorante e Pizzeria
ore 14.00
RIPRESA ATTIVITÀ SPORTIVE
TUTTI IN CAMPO FINO A SERA
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COACH CORNER
CAMP ESTIVI
UNA SCUOLA DI VITA
di DAN PETERSON
I
l concetto del ‘camp’ è iniziato oltre
un secolo fa, negli Stati Uniti. Sia
chiaro, non camp ‘specializzati,’ tipo per
il basket o il calcio. Erano, invece, ‘camp
di vacanze.’ Anche, per la verità, perché
alcuni genitori volevano mandare il figlio
ad un camp per 14 giorni per avere .... due
settimane di vacanze pure loro. L’hanno
fatto anche per buoni motivi, per dare al
figlio la possibilità di avere un’esperienza
nuova, incontrare altre persone, avere una
certa disciplina che era importante nella
gestione di tali camp. Diciamo che questi
‘camp vacanze’ sono nati attorno al 1910
negli USA.
tavo, fino a Freemont nel Michigan.
Erano turni di due settimane.
Molto sport, sia chiaro, ma anche
test per la nostra abilità di nuotatori: Girini, Pesciolini, fino a ....
Squalo. Ogni test era più difficile di quello precedente. Tutti
noi, in acqua tutto il giorno,
siamo arrivati ad essere
‘Squalo.’ Poi, mio padre è
stato allenatore di nuoto,
quindi, non potevo pensare
di tornare a casa solo come
... ‘Pesce Volante.’ Una categoria sotto lo Squalo.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, il concetto di ‘camp’ negli States si è ampliato.
Soprat tutto nella parte est degli Stati
Uniti, specificamente nello Stato di New
York. No, non New York City, bensì più al
nord, nel verde, nelle montagne. Allora, il
‘camp’ era un ‘resort,’ un posto di vacanza
per tutta la famiglia. Il film ‘Dirty Dancing’ fa vedere questo concetto, anche se
in un contesto più moderno. Poi il concetto del camp-famiglia è andato anche
altrove, per esempio sulle montagne della
Pennsylvania. In ogni caso sempre nella
parte orientale degli Stati Uniti.
Il camp ‘specializzato’, come quelli
di basket, ha fatto la sua comparsa
nei primi anni ‘50, anche se non c’è
una data certa. Il primo di cui ho
avuto notizia era organizzato da Bob
Cousy, mitico playmaker dei Boston
Celtics. Poi, Red Auerbach, coach dei
Celtics, ha cominciato il suo camp.
Sia Cousy che Auerbach tenevano il
loro camp nel Massachusetts, vicino
a Boston. Poi, con questo, l’esplosione,
sopra tutto negli anni ‘60. Ogni allenatore
universitario aveva il suo camp, anche per
il reclutamento dei futuri giocatori della
sua squadra. Si giocava ogni sera e si
poteva vedere i grandi talenti in persona
per corteggiarli e valutarli meglio.
La Grande Depressione Economica tra il
’29 e il’41 ha modificato tutto. Pochi avevanoi soldi per un ‘resort’ o un ‘camp.’ In
quel periodo erano per i figli di famiglie
ricchissime oppure per ... famiglie ricchissime che potevano permettersi il resort.
Anche la Seconda Guerra Mondiale,
aveva visto in calo il concetto di camp.
Anzi, erano quasi spariti. Il grande ritorno
del camp è venuto subito dopo la Seconda
Guerra Mondiale, un periodo di ‘boom’
di dieci anni, 1945-55. In quel decennio,
camp sono nati dapperttutto, anche dalle
mie parti, perchè la nostra YMCA aveva
Camp Echo, vicino a Fremont, Michigan.
Sono andato qualche anno a Camp Echo,
un viaggio di (allora) sette ore in pullman, da Evanston, Illinois, dove abi-
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QVN
Io ho fatto capo allenatore all’ Università
di Delaware per 5 anni, 1966-71. No, non
ero abbastanza ‘famoso’ per fare il mio
camp. Ma sono stato ‘istruttore onorario’ per Harry Litwack, John Carpenter,
Jack Kraft, e più camp che possa ricordare. Ho imparato che esiste un tipo di
istruttore che è un vero ‘camp coach.’
Cioè uno adatto a insegnare ad un camp,
dove deve trasmettere tutto in una lezione
di 30’ anziché due ore di allenamento
ogni giorno. Lì ho perfezionato l’idea
della semplicità, la sintesi. Mi sono detto:
“Devi insegnare ogni cosa con 3-4 punti
chiave” Poi ho applicato lo stesso concetto
con le mie squadre.
Poi, qui in Italia, abbiamo iniziato il NBA
Basketball Camp a Salsomaggiore. Per
l’esattezza, l’idea è venuta a Bruno Bogarelli, proprietario-editore di GIGANTI
DEL BASKET, storico mensile del
basket. Bruno aveva preso i diritti per
organizzare il primissimo All-Star Game
di giocatori NBA in Italia per l’estate
del 1979. Due partite: Milano e Bologna. L’ha fatto anche nel 1980: Napoli e
Bologna. Poi, per il 1980-81, Bruno ha
preso i primi diritti per le partite NBA in
TV, proprio un accordo stretto con David
Stern, allora vice-Commissario. Ho fatto
io la ‘voce’ per quelle prime telecronache.
Nel 1981, Bruno Bogarelli ha preso un
accordo con l’NBA per usare il loro marchio nel nostro camp a Salsomaggiore.
Con questo avevamo, ogni settimana un
giocatore NBA e un allenatore NBA.
Il camp è durato 15 anni, 1981-95. Per
diversi motivi, io non potevo più fare il
camp per Salsomaggiore. Ma, nel frattempo, o subito dopo, sono nati diversi
altri camp, alcuni gestiti dalle società per
i loro ragazzi, alcuni più ‘universali,’ con
ragazzi -- e ragazze -- da diverse società,
un’esperienza incredibile: nuovi istruttori,
nuove amicizie, nuove esperienze.
Il programma del camp era semplice.
Il Coach NBA usava il giocatore NBA
come dimostratore. Una lezione di 45’ la
mattina, poi una di 45’ nel pomeriggio.
Dopo la lezione, gli istruttori (1 per ogni
10 ragazzi) ripetevano la lezione per la
loro squadra di 10 ragazzi. Il coach NBA
e il giocatore NBA giravano i campi per
controllare che le cose venissero fatte
bene. Tuttora incontro persone che mi
fermano per dire che erano al camp di
Salsomaggiore. Anche ragazze. Geppi
Cucciari, stella de La7, con il programma
“G’Day”, è stata al nostro camp a Salsomaggiore e ricorda l’esperienza con
grande affetto.
Abbiamo visto almeno 20 dei nostri
istruttori diventare capo allenatori in
A-1 o A-2: Sergio Scariolo, Giampiero
Hruby, Furio Steffè, Stefano Bizzozi, e
altri che non ho spazio per elencare. Poi,
più di 50 ragazzi che hanno fatto il camp
(forse 60 o 70, ma ho perso il conto)
sono poi finiti in A-1 o A-2. Almeno sei
nazionali: Nando Gentile, Davide Pessina, Piero Montecchi, Marco Mordente
e altri. Dopo un certo punto, come detto,
ho perso ogni conteggio perchè i numeri
erano così alti... Siamo stati i primi grazie
alla visione di Bruno Bogarelli e David
Stern.
Adesso sono tornato a fare l’ ‘istruttore
ospite.’ Perchè alcuni dei miei istruttori a
Salsomaggiore hanno apertoi loro camp.
I fratelli Roberto e Danilo Milocco
hanno aperto il Jam Camp nel 1997 per
il volley, poi volley e basket dal 1998.
Quest’anno, a Folgaria, il mitico ‘Renatone’ Villalta festeggia il 25° anniversario
del suo camp. Poi, a Cesenatico, Stefano Pillastrini, noto coach della Serie A,
ha sempre il suo camp, e non solo per il
basket, ma pure volley, calcio, danza, ginnastica, con oltre 800 ragazzi e ragazze
ogni settimana. Sono camp moderni,
fatti benissimo, con grande professionalità.
Qualcuno dice che io ho portato il camp
di basket in Italia. No, l’ha fatto Bruno
Bogarelli. Ma io sono stato coinvolto
da lui dal primo anno, a Cremona con
Giorgio Gandolfi(poi a Salso dal 1982
in poi). Avevamo spazio sul campo per
120 ragazzi e 120 posti nell’albergo. Tre
settimane. Poi, è stato un successo tale
che abbiamo subito aggiunta una quarta
settimana, con me come Coach NBA
(anche se non ero NBA) e Mike D’Antoni come giocatore NBA (lui, sì, era un
ex-NBA). Anche quella settimana, 120
ragazzi. Da lì in poi, sempre una media
di 250 con il massimo di 333 per l’arrivo
di Julius Erving.
Ogni settimana, facevo il discorso di
apertura. Prime cose: sicurezza (niente
scherzi in piscina), responsabilità (noi
eravamo loro ‘genitori’ per una settimana), orari, ecc. Poi, dicevo sempre:
“Non posso promettere che questo camp
ti farà diventare un campione. Posso dire
che avrai da questo camp due cose: una
buona impostazione tecnica e una grande
esperienza di vita.” Tutti quelli che mi
fermano (in media uno ogni settimana)
mi dicono tuttora: “Coach, una della più
grandi esperienze della mia vita. Non lo
dimenticherò mai.” E’ stata la soddisfazione più grande per me.
In punta di penna...
GUERRA
ALLO SPORT
il MISTER
Titolo: Provvedimento sindacale (sic!).
0ggetto : Costituzione di un
Comitato Consultivo “Tavolo per lo sport” in supporto
all’ assessore Chiara Bisconti.
Specialita’: cottura di denaro
pubblico in salsa rossa. Ed il
privato? Al bando, pare sia
nocivo. E le collaudate competenze
imprenditoriali?
Idem con patate.
Riaffiorano, nel magna magna, le tossine di Milano
Sport di infausta memoria.
Ora lo presiede il morattiano Pierfrancesco Barletta
che, conclusa la liquidatoria
missione, dovrebbe chiudere
bottega.
In realta, la lobby radical
chic dei petrolieri a pedale
mira alla “ prorogatio”.
Così a Palazzo Marino è
scattata la nuova disfida di
Barletta. Avversari da battere, questa volta, non più i
cavalieri francesi del 1503,
ma gli sportivi milanesi del
2012.
19
QVN
Grandi novità, massima competenza e sicurezza, è questo che fa la differenza.
È questo il segreto del nostro sucesso. Perchè i Camp al Quanta piacciono tanto ai ragazzi?
Ecco qualche risposta: divertimento, sport, condivisione e grandi amicizie che durano nel tempo.
LA NOSTRA STORIA
in numeri
13
p
m
a
C
i
nni d
a
10.000
le palline da tennis usate
S
torie di grandi amicizie: Luca e
Matteo; Marianna, Monica e Silvia.
Alcuni di loro che frequentano i nostri
Camp fin dall’inizio, sono ormai maggiorenni e continuano a frequentare il
nostro centro.
Ma cos’è che attrae tanto genitori e
bambini?
La capacità di rinnovarsi di offrire sempre di più e sempre cose diverse, la competenza dei nostri istruttori e l’amore
che ci mettono nel fare il loro lavoro.
Ma cosa si fa al camp?
Si gioca, ci si diverte e si incontrano
nuovi amici!
20
QVN
Al mattino si salutano mamma e papà
e si inizia l’avventura con i nostri compagni di gioco e il nostro istruttore. Tra
un’attività e l’altra facciamo merenda
e poi si pranza tutti insieme (con una
dieta specifica studiata in relazione
all’età e alle attività svolte).
E nel pomeriggio, dopo un po’ di relax
per ricaricare le batterie, tanti giochi
ancora fino alle 17.15. Poi si aspettano
mamma e papà o si prende la navetta
per tornare a casa.
Tutto nella massima sicurezza seguiti da personale preparato e un sevizio di sorveglianza
attivo per tutto il giorno.
Uno staff medico a disposizione per le sbucciature di ginocchio o i mal di pancia...
NOVITÀ 2012:
Camp specialistico di Beach Volley,
tutti i giorni attività specifica con il
nostro maestro su 4 campi con torneo
finale a fine settimana, per mostrare a
mamma e papà i risultati ottenuti.
250
i palloni da calcio
Nuove fermate per la navetta, un sevizio che lo scorso anno ha riscosso
grande successo, viene potenziato.
La metropolitana. È finalmente arrivata la metropolitana linea 3 che “sposta” il Village in centro città. Pochi
minuti dalla Stazione Centrale o da
Piazza Duomo. Provare per credere!
CAMP
CAMP
VILLAGE ARRIVANO I CAMP
15.600
i km percorsi dalle nostre navette
per accompagnare i piccoli campers
23.000
i bambini che hanno frequentato i camp
2
i nostri colori
1200
i braccioli da piscina
1
il nostro cuore
21
QVN
in
CA ost
MP ri
io
ni
AMARCORD
di TONI CAPPELLARI *
I
l primo marzo l’Italia ha perso un artista , io ho perso un amico. Se n’è andato Lucio Dalla. Si considerava un giocatore di basket “Il più piccolo in circolazione
capace di giocare centro , cioè con le spalle a
canestro” come amava definirsi.
Amava il basket e lo capiva; bolognese di sponda Virtus, posto in prima fila
al Madison di Piazza Azzarita e poi al
ristorante “Alla Grada”per le “spieghe” al
tavolo con l’avvocato Porelli e i giocatori
che lui amava: Danilovic, il suo preferito,
per lui era una rondine; Brunamonti era
Caruso;a Villalta dedicò “Caro amico ti
scrivo” quando il capitano cambiò squadra. Amava i giocatori li considerava suoi
pari. Artisti.
L’ho conosciuto ovviamente a Bologna
grazie al padre-padrone della Virtus,
l’avvocato Porelli, davanti ad un piatto
di tortellini con tanta “forma”. Rispettava noi ‘milanesi’ anche perché doveva
tollerare che il suo mitico road-manager
Tobia facesse il tifo per Milano, l’Olimpia di Rubini, di Peterson, di D’Antoni e
Meneghin.
In quei periodi me lo conquistai invitandolo a Milano ogni qualvolta ospitavamo la Virtus: prima fila per lui e i suoi
accompagnatori perché Porelli con i biglietti omaggio era di manica stretta.
Fu un investimento perché quando
divenni GM del Forum fui ripagato
dall’investimento. Vi ho già raccontato
che agli inizi nessun cantante e nessuna
band voleva venire a fare i concerti al
Forum. Solo Fabrizio De Andrè aveva
accettato ma nell’ambiente era considerato uno che andava per conto suo. La
famiglia Cabassi fremeva e non perdeva
occasione per farmi notare la mancanza di concerti: ero in difficoltà . Presi il
coraggio a due mani chiamai Porelli mi
feci dare il numero di Dalla, preavvertii il
manager Tobia che sapevo mio tifoso e
chiamai Lucio. All’inizio fu molto freddo: mi disse che lui dove giocava la Virtus
non poteva esibirsi. Preso dalla disperazione proposi cinque posti parterre prima
fila per tutte le partite di basket al Forum
con la Virtus Bologna fintanto che avessi
diretto l’impianto. Silenzio.Poi “Play-off e
coppe comprese?”. Affare fatto.
Due spettacoli di Banana Republic esauriti e da quel momento in poi tutti i cantanti a chiedere date al Forum.
Pochi anni dopo andai a lavorare a Bologna, sponda Fortitudo, e il mio ufficio
nella centralissima Massimo D’Azelio
era dirimpetto alla sua abitazione a due
passi da Piazza Maggiore (Piazza Grande). Ci ritrovammo così spesso a far colazione insieme. Con la bella stagione
voleva che lo accompagnassi in Piazza
Maggiore, ci sedevamo al sole e iniziava
a tempestarmi di domande. Voleva sapere
vizi e virtù dei giocatori, mi esponeva le
sue teorie (“i giocatori sono artisti bisogna
lasciarli liberi di creare”), ripassava le partite, i suoi giudizi non erano mai tranchant , salvava sempre i giocatori un po’
meno gli allenatori. Lo dico ora: sarebbe
stato un eccellente allenatore.
Lo portai alle partite della Fortitudo la
Fossa (i più accaniti tifosi dell’altra sponda bolognese) la prima volta non lo accolsero bene. Lui senza guardie del corpo
andò da loro e disse “Io sono bolognese, tifo
Bologna, Virtus e Fortitudo”. Si calmarono e divenne un idolo anche per i fortitudini: carisma.
* Sviluppo Nuovi Progetti e Pubbliche Relazioni Quanta
Ciao Lucio, ci vediamo in
PIAZZA GRANDE…
HOCKEY MILANO
DI SLANCIO VERSO IL SOGNO
LAVORO
SPORT
CI VEDIAMO IN PIAZZA GRANDE
Dopo un girone d’andata all’insegna dell’incertezza, Milano adesso
è pronta per affrontare alla grande i playoff. Inizio il 10 aprile.
di RIKI TESSARI*
A
un mese dall’inizio dei play off, i giochi sembrano ormai fatti. Se per la
posizione di testa non c’è più storia con
un Edera Trieste saldamente al comando,
grande lotta c’è invece per la definizione
delle altre tre posizioni di partenza della
griglia dei play off. A contendersi i vari
posti ci sono Vicenza, Monleale e Milano.
Nel girone di ritorno, Milano ha cambiato musica rispetto a quello di andata
dove aveva lasciato per strada molti, anzi
troppi, punti pesanti.
Innanzitutto nella fase del mercato invernale i rosso blu si sono assicurati le prestazioni di altri tre giocatori di altissimo
livello tesserando Claudio Mantese, capitano della Nazionale Italiana agli ultimi
mondiali dove l’Italia ha conquistato uno
storico argento (spedizione della quale
ricordiamo facevano parte anche altri
due nostri atleti, Emanuele Banchero e
Riccardo Buggin), Andrea Comencini,
anche lui vice campione mondiale così
come Luca Rigoni vice capitano azzurro.
A questi nuovi inserimenti si aggiunge
anche il ritorno di Christofer Zagni
assente nella prima parte della stagione.
Con questi inserimenti, Milano ha a
disposizione un roster di primissimo
piano, completo in ogni reparto e molto
profondo, elementi molto importanti per
il raggiungimento di certi obiettivi.
Come dicevamo in apertura, a tre giornate dalla fine della regular season i giochi sono abbastanza definiti sia nella
parte alta della classifica che in quella
bassa dove a giocarsi l’ultimo posto utile
per la permanenza in A1 sono rimaste
solo tre squadre, Latina, Empoli e Arezzo
con quest’ultima leggermente favorita in
virtù di un vantaggio di tre punti rispetto
all’ultima, Latina, e il fatto di avere tesserato per queste ultime partite due stranieri Sloveni.
Priva ormai di ogni interesse ai fini della
classifica è invece il gruppetto centrale
di squadre che, fuori dai giochi play off,
possono solo giocare per l’onore e magari
approfittarne per dare spazio a qualche
giovane facendogli fare un po’ di esperienza.
Di questo gruppo fanno parte squadre
come gli Asiago Vipers, nobile dell’hockey in line Italiano, decaduta in queste
ultime due stagioni per questioni economiche e i Ghosts Padova, finalisti lo
scorso anno, anche loro ridimensionatisi
per gli stessi motivi dei Vipers.
Ora non resta che attendere l’inizio dei
play off, il via il 10 aprile con le semi
finali, per godersi la fase più emozionante
della stagione.
* Amministratore Delegato Quanta Village
25
QVN
TOMASELLO: Voglio lo scudetto
SPORT
di RIKI TESSARI*
C
ome ti trovi a Milano dopo avere
giocato gli ultimi 9 anni ad Asiago?
“Ad Asiago ho passato 9 anni molto
belli e ricchi di grandissime soddisfazioni (la prima stagione abbiamo perso
in semifinale con Noto poi 7 scudetti
di fila, mentre l’anno scorso ho giocato
solo mezza partita prima di infortunarmi
al ginocchio).A Milano la situazione
è comunque diversa: ad Asiago praticamente giocavo solo i play-off (prima
ero impegnato su ghiaccio) mentre da
quest’anno gioco anche tutta la regular
season. Ad ogni modo il gruppo è buono
, ben consolidato e affiatato. Mi sento a
mio agio con i nuovi compagni di squadra e credo di poter dire di aver instaurato un buon rapporto con tutti”.
Che Società e che squadra hai trovato
a Milano?
“Ho trovato una splendida realtà creata dalla passione per l’hockey del Dott.
Umberto Quintavalle e dalla perseveranza di Riki Tessari che anno dopo
anno ha dato continuità e fatto crescere
molti giovani che ora formano l’ossatura della squadra. La ciliegina sulla torta
sarebbe una struttura unica in Italia per
aspetti”.
Che aspettative hai nei confronti di
questa stagione?
“Aspettative? Una sola: vincere lo scudetto!”
l’hockey in line data un bel palazzetto
(ovviamente multifunzionale) da inserire nello splendido contesto del Quanta
Village. A livello di squadra ho trovato
ragazzi generosi sotto il profilo dell’impegno, alcuni forse con poca esperienza
e mentalità vincente, ma sono convinto
che anche grazie gli innesti di questa
stagione si sistemeranno anche questi
Serie B avanti con successo
S
quadra nuova, allenatore nuovo, risultati nuovi e sorprendenti!
Sarebbe facile sintetizzare il tutto così
in poche parole, ma questa squadra sta
facendo qualcosa di inaspettato che non
può che rendere felici tutti coloro che ne
fanno parte.
Quest’anno i ragazzi di coach Franko
hanno veramente cambiato marcia, maggiore impegno e lavoro li stanno portando ad avere buoni risultati che però
non devono essere un punto di arrivo ma
bensì un punto di partenza vista la loro
giovane età.
26
QVN
Sei partite giocate in questa prima fase
con un bottino di 5 vittorie e una sola
sconfitta che hanno sancito il primo posto in solitaria nella classifica.
La serie cadetta rappresenta per Milano
il serbatoio dal quale potere attingere
per rinnovare la prima squadra, quindi
a fronte di questa opportunità i ragazzi
dovranno lavorare sempre di più e meglio
se vorranno un giorno affacciarsi sul palcoscenico della serie A e magari seguire
le orme di chi ha già fatto certi passaggi e
ha conquistato traguardi di prestigio sia a
livello nazionale che internazionale.
Cosa ne pensi del movimento dell’Hil
Italiano?
“Che è il “figliastro” dell’hockey pista, e
per questa ragione difficilmente si potrà
evolvere al meglio. Ma probabilmente a
molti fa comodo così. Ci sono realtà che
fanno sforzi immani per rimanere a galla
in seria A1 ed altre che fanno il bello ed il
cattivo tempo senza mai subirne le conseguenza (limite di italiani, mancanza
di settore giovanile, etc etc). Non esiste
una lega che tuteli i giocatori, la scuola
allenatori ad oggi forma su protocolli e
programmi fatti per l’hockey pista, non
c’è nessun esponente dell’HIL con peso
politico in Federazione per poter cercare
di cambiare un po’ le cose. E quando si
va in nazionale si parla sempre di grande
famiglia, ma “a mangiare” son sempre in
2 o 3, e gli altri? “muoiono di fame…”
* Amministratore Delegato Quanta Village
GIOVANILI
Under 15 e 17 in crescita.
Under 20 già qualificata alle
finali nazionali.
SPORT
Dopo 7 titoli vinti ad Asiago adesso vuol portare il tricolore a Milano
Nella foto Carlo Cazzaniga
maestro federale di 1° livello
P
rosegue con buona soddisfazione il
lavoro sul settore giovanile rosso blu,
vero e proprio capitale futuro della Società.
Sotto la guida di coach Morelli, coadiuvato da Franko per la gestione dei portieri, le squadre del Milano si stanno ben
comportando nei campionati ai quali
partecipano.
Iniziamo dalla squadra “maggiore”, la
under 20, che a fine girone di andata ha
già acquisito il diritto di partecipare alle
finali nazionali. Grande la soddisfazione
da parte della Società per l’ottimo risultato conseguita da una squadra che è formata per la quasi totalità da ragazzi di 16
e 17 anni.
Scendendo di una categoria, under 17,
troviamo la una squadra che è ancora
in piena lotta per conquistare un posto
alle finali nazionali, risultato eccezionale
dato dal fatto che sarebbe 4° anno consecutivo, segno indiscutibile del buon lavoro che si sta portando avanti da anni.
Come dicevamo lotta apertissima che
vede Milano coinvolta assieme ad altre
tre formazioni per assicurasi uno dei due
“posti al sole” in quanto il primo posto è
praticamente nelle mani della formazione del Real Torino.
Infine la under 15, categoria di ingresso
all’attività agonistica in questa stagione
che pur dando il massimo in ogni partita non è ancora riuscita a vincere in
campionato, raccogliendo comunque
un buono e incoraggiante pareggio, ma
questo non ha di certo demoralizzato i
ragazzi che anzi si stanno impegnando
maggiormente per riuscire a prendersi
quelle soddisfazioni che meritano.
TENNIS
flash SPORT
Squadra maschile Serie C
Capitano giocatore: Carlo Cazzaniga 2.8
NUOVI CAMPI DA BEACH
Grandissima novità dell’estate: due
nuovi campi per il beach volley e il
beach tennis. Il Quanta Sport Village
diventa sempre più il luogo per giocare
sulla sabbia con i suoi 4 campi tutti coperti in inverno e scoperti nel periodo
estivo!
Beachvolleisti e beachtennisti, siete
avvisati: cominciate ad allenarvi per
essere tutti pronti per i tornei inaugurali che si terranno in primavera…
Carlo Alberto Romiti 3.1
ARRIVA L’ESTATE
“Apre la piscina estiva”
Dal 2 Giugno riapre la piscina all’aperto. Sdraio e lettini a disposizione a
bordo vasca o al solarium per rilassarsi
immersi nella tranquillità del Quanta
Village.
TENNIS
“RIPARTONO LE GARE A SQUADRE”
Ad Aprile partono le gare a Squadre,
un particolare in bocca al lupo alla
squadra maschile che capitanata dal
nostro maestro Carlo Cazzaniga per
la prima volta nella storia del Quanta
Village disputerà il campionato di serie C.
Matteo Tosi 3.2
David Passaquindici 3.2
Alessandro Angelini 3.5
Francesco Lo Pizzo 4.1
Francesco Cerutti 4.1
Illo Quintavalle 4.1
Valerio Pergolini 4.1
Squadra femminile Serie D1
Capitana giocatrice: Elisa Villa 2.4
Carolina Petrelli 2.5
Mary Dona 3.2
Alessandra Gaspari 3.3
Stefania Barbiero 3.5
Martina Moretti 4.1
27
QVN
RAGIONE E PASSIONE
SPORT
di TONI CAPPELLARI*
S
arà perché ci si persuade meglio con le
ragioni trovate da noi, che non quelle
trovate da altri, a farci sentire tristi dopo
la rinuncia del Governo italiano a presentare la candidatura di Roma come città sede
delle Olimpiadi per il 2020. Vero che l’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci
sono un’infinità di cose che la sorpassano, ma
se come cittadini bisogna pur ammettere che
era un passo difficile e dare credito a chi ci
governa, è altrettanto vero che come uomini
di sport anche una speranza così lontana
serviva a tenere accesa una fiamma che non
dovrebbe comunque estinguersi anche adesso
che bisogna ripartire.
Chi ha detto no dal monte della saggezza
politica, dopo aver valutato i costi, ha fatto
le cose che ci aspettavamo, ma, come diceva
quel poeta, è il modo che ancor ci offende. Si
poteva decidere molto prima, non si doveva
tenere in anticamera per tante ore il presidente del Coni Gianni Petrucci e la delegazione che fino all’ultimo sperava di poter
salire sull’aereo già prenotato per poter presentare al CIO la candidatura italiana, un
dossier fatto bene, completo, un piano che
avrebbe anche potuto vincere perché le altre
candidate non sono certo messe meglio, economicamente parlando, del nostro Paese.
Ci siamo rimasti male davanti a questo
dubbio che sa tanto di disperazione, convinti come siamo che il prudente può dirigere uno stato, ma è sempre l’entuasiasta che
lo rigenera, anche se poi potrebbe pure rovinarlo. Non fidarsi della gente dello sport
che lavora per passione e non per averne
dei vantaggi, ne conosciamo tantissimi, è
un errore che potrebbe costare più caro della
rinuncia. Bisogna dare davvero una mano
a questo sport italiano che resta il contrario
della malattia in un Paese facile da citare
in tribunale per come ostacola lo sviluppo
del corpo, negando quasi tutto: dalla’attività
nelle palestre scolastiche, lasciando deperire il poco che abbiamo e per chi , ad esempio, vive a Milano sa bene come questa città
“ europea” sia all’ultimo posto per impianti
sportivi. Non c’è un palazzo dello sport, la
gloriosa Arena è rimasta soltanto gloriosa,
per fare attività bisogna inventarsi ogni
28
QVN
giorno qualcosa e questo costa sempre tantissimo.
Lasciare fuori dalla porta chi aveva lavorato
così seriamente fa capire che il brutto stile
nasconde pensieri imperfetti.
Comunque sia adesso non bisogna scoraggiarsi, ricominciando a lavorare su quello
che si può migliorare anche senza l’obiettivo dell’organizzazione di un mega evento
come le Olimpiadi. Ci sono città, tipo Barcellona, che sono rinate, se è vero che i Giochi di Atene hanno contribuito al deficit di
una Grecia sull’orlo del fallimento, si può
anche testimoniare che da Roma 1960 molte
altre sono rifiorite e la stessa Londra sembra
oggi ancor più bella, pur temendo che la crisi
allarghi la spesa.
La prima cosa da fare è partire davvero un
tavolo sull’impiantistica, valutando le proposte, perché se è vero che fidarsi di tutti
vuol dire avere poco discernimento e giudizio, è altrettanto vero che non fidarsi di nessuno vuol dire averne anche meno di questo
discrenimento, di questo giudizio. Indugiare
ancora, arrendersi adesso sarebbe sbagliato.
Si può progredire anche senza una Olimpiade, si possono creare strutture che servano
a tutti e la squadra che era pronta per presentarsi davanti al mondo dovrebbe avere
il diritto di andare avanti nel lavoro, serviva anche questo in tempo di crisi, occupandosi del problema Italia come chiedono tutti
i Comuni, a patto che tutti ammettano certi
errori, che si faccia chiarezza sullo sperpero e
sugli impianti mai completati, perché anche
questo offende come gli scheletri di Tor Vergata e di altre costruzioni mai finite quando
c’era da guadagnare su un mondiale di calcio che comunque ha chiuso con un bilancio
attivo eccellente.
Bocciati, ma non battuti. Basta rimettersi a
correre, ammesso che si trovi un percorso vita
decente, una ciclabile non a rischio della vita,
una palestra con l’acqua calda, una pista di
atletica che non faccia litigare il giorno dopo
averla inaugurata. Ristrutturare quello che
già esiste, far vivere tutto, aprire le palestre
scolastiche, far funzionare le piscine. Si può.
Basta volerlo, basta che non sia la burocrazia
ottusa a fermare tutto.
Noi ci sposiamo al Village
Cena a bordo piscina e taglio della torta in pineta...
Progetta con noi il tuo giorno più bello
Wedding Planner
* Sviluppo Nuovi Progetti e Pubbliche Relazioni
Siamo in via Asietta 19 a Milano - tel. 02 83387231 - mail: [email protected]
TRADIZIONE
CHE FA TENDENZA
di SILVIA GHISIO*
Il 22 aprile porte aperte al
Village per le Aziende e i
loro collaboratori, alla ricerca
di un nuovo modo per ‘fare
squadra’
CORPORATE
FAMILY DAY
I
n questi anni, lavorando con aziende
di grande importanza abbiamo realizzato format per far vivere un’ esperienza coinvolgente a colleghi e familiari
a tutto vantaggio del senso dell’appartenenza, del “noi” e del gioco di squadra
che è fondamentale nelle organizzazioni.
Abbiamo ospitato i loro clienti e dato
modo a sponsor e brand manager di presentare il loro prodotto.
Abbiamo messo a disposizione gli spazi
indoor e outdoor, la sala convegni, le
strutture sportive, i due ristoranti interni;
abbiamo creato scenari nuovi potendo
contare sulla disponibilità del nostro staff
a mettersi in moto per offrire al cliente
la soluzione più adatta alle proprie esigenze.
Abbiamo creato tornei di calcio, di beach
volley, di ping pong, di tennis; abbiamo
fatto sperimentare il gioco di squadra attraverso le olimpiadi aziendali,
abbiamo fatto cucinare grandi e piccini,
abbiamo insegnato a tirare con l’arco.
Abbiamo invitato testimonial, selezionato collaboratori sportivi, hostess, personale di supporto, abbiamo allestito nel
modo più coerente con lo scopo dell’evento e rispettoso dei colori aziendali
spazi e strutture. Abbiamo creato menù
30
QVN
personalizzati con attenzione alla scelta
dei fornitori e del personale di servizio. Abbiamo sorriso e cercato la soluzione per assecondare le richieste anche
quelle dell’ultimo momento. Abbiamo
creato un ambiente dove le persone e le
organizzazioni trovano una seconda casa
pronta ad accoglierli e a celebrare i loro
momenti importanti e unici.
Abbiamo creato legami con i nostri
clienti, abbiamo costruito progetti su
misura e a prova di budget.
Ecco perché abbiamo lanciato quest’anno
il progetto “Open Corporate” che consente alle aziende di offrire ai propri collaboratori l’opportunità di occuparsi del
proprio benessere durante il tempo libero
e di avere un villaggio e un’organizzazione dedicati e a condizioni agevolate
anche per le occasioni di ritrovo con la
famiglia.
La mission di gruppo è creare soluzioni
a supporto delle direzioni risorse umane
e il benessere delle persone è il focus del
nostro lavoro.
Vi aspettiamo il 22 aprile per vedere dal
vivo che cosa intendiamo.
* Responsabile Eventi Aziendali e Privati
Coinvolgere la famiglia è il modo
per condividere e consolidare i
legami tra individui e organizzazioni. Quanta è da tempo specializzata nell’intrattenimento
sano e intelligente di bambini dai
2 ai 15 anni, sfruttando gli ampi
spazi dedicati ai ragazzi sia all’aperto che indoor. L’area Junior club
si estende su 6.000 mq. Siamo in
grado di far lavorare i colleghi,
offrire relax e divertimento ai
parenti mentre i bambini partecipano alla mostra del giocattolo, a
sessioni di tiro con l’arco, di mini
calcio, di mini beach volley, realizzano torte da offrire ai logo genitori a merenda, fanno le formine o
il laboratorio di pasta di sale.
A fine lavori ci si ritrova tutti per
un momento conviviale, di festa o
semplicemente per una merenda
tutti assieme seduti sul prato.
TENDENZE
AZIENDE
OPEN CORPORATE
PER IL BENESSERE IN AZIENDA
Da oltre 130 anni sinonimo di autenticità,
passione e tradizione...
L
a storia del Birrificio Angelo Poretti inizia ufficialmente in
Valganna il 26 dicembre 1877, data della prima “cotta” che
segnò l’avvio di un amore lungo ormai più di 130 anni.
Oggi Carlsberg Italia esalta la tradizione centenaria della birra
italiana rilanciando la nuova famiglia “Birrificio Angelo Poretti”, con i suoi diversi prodotti rigorosamente ispirati per ricetta,
SPLÜGEN
3 LUPPOLI
Splügen ai 3 luppoli è una lager dal
colore chiaro, schiuma fine e aderente, frizzante e dal corpo leggero.
È una birra dal gusto equilibrato,
con 4,8% di grado alcolico, che si
rivela facilmente bevibile e dissetante.
Proprio per la sua natura leggera,
risulta perfetta per accompagnare
tutti i sapori della tradizione mediterranea.
ORIGINALE CHIARA
4 LUPPOLI
Originale Chiara ai 4 luppoli è una
lager a bassa fermentazione che si
distingue per una spiccata armonia nel gusto, con note aromatiche
fruttate che ne addolciscono l’amaro
moderato.
È una birra di malto d’orzo, granturco e luppolo, dall’aspetto limpido,
colore paglierino e corpo leggero, con
una gradazione alcolica di 5,5%.
La particolarità del quarto luppolo
offre alla birra un’esaltazione dell’aroma tipico della pianta e permette di
rinforzare la schiuma.
Ideale nell’abbinamento con tutti i
sapori della tradizione mediterranea,
a partire dalla pizza, ma anche con
piatti dal gusto rotondo, morbido e
con formaggi di media stagionatura.
materie prime e metodi produttivi ai valori fondanti dell’esperienza umana e imprenditoriale del fondatore.
Utilizzando differenti tipologie di luppolo, Birrificio Angelo
Poretti ha dato vita alle sue quattro creazioni, “Splügen 3 luppoli”, “Originale Chiara 4 luppoli”, “Bock Chiara 5 luppoli” e
“Bock Rossa 5 luppoli”, che risultano uniche per stile e natura.
BOCK CHIARA
5 LUPPOLI
Bock Chiara ai 5 luppoli è una doppio malto dal corpo rotondo con un
aroma fruttato, bilanciato da un
amaro deciso ma non troppo accentuato.
Birra dal colore chiaro, schiuma fine
e compatta e gusto articolato, caratterizzata dai cinque luppoli che
rendono la sua ricetta unica e le forniscono un aroma caratteristico e
inconfondibile.
Birra dal grado alcolico di 6,5%, si
degusta al meglio alla temperatura
di cantina (8°-10°) e si abbina perfettamente a formaggi stagionati,
primi dal gusto intenso e salumi.
BOCK ROSSA
5 LUPPOLI
Bock Rossa ai 5 luppoli è una birra
doppio malto dal corpo rotondo, che
si distingue per l’aroma di cereale
tostato, arricchito da venature di
caramello e liquirizia.
Bock Rossa è una birra dalla
schiuma fine, dall’intenso aroma,
dal gusto orientato all’amaro e dalla
lunga persistenza di gusto, con gradazione alcolica di 6,5%.
L’aggiunta del quinto luppolo, che
caratterizza la sua ricetta, dà alla
birra un aroma caratteristico.
Si degusta al meglio alla temperatura di cantina (8°-10°) e predilige
accostamenti con formaggi stagionati, selvaggina e dolci al cioccolato.
Per informazioni
[email protected]
tel 02.83387231
31
QVN
VILLAGE PEOPLE
SE CI FOSSE
UNA SQUADRA DI CALCIO…
Viaggio tra i frequentatori più fedeli
del Village alla scoperta di storie, personaggi e
curiosità. E proposte provocatorie…
di DARIO COLOMBO
A
Filippo, il primogenito, hanno fatto
varcare i cancelli del Village ad
appena 4 mesi, giusto il tempo di trovare
un costume da bagno della sua misura e
poi via, iscritto d’ufficio ai corsi di nuoto.
“Però per Edoardo, il più piccolo, abbiamo
aspettato fino a 5 anni prima di iscriverlo
al corso di roller,eh, non si creda…”.
Alessandro Rizzi, 42 anni, ci tiene a far
sapere che in fondo anche la passione per
il Village ha un limite, se aspettare fino a
5 anni prima di iscrivere il proprio figlio
ad un corso si può considerare un limite.
In realtà la famiglia Rizzi (papà Alessandro, mamma Maria, Filippo ed Edoardo)
al Village c’è sempre stata, e non solo per
gli esordi precoci di Filippo ed Edoardo.
“Posso dire che lo frequento da 40 anni”
32
QVN
ironizza papà Alessandro “nel senso che ci
venivo ancor prima che il gruppo Quanta
lo trasformasse in quello che è oggi. Altri
tempi, ovviamente, niente a che vedere
con la struttura di oggi”.
Naturalmente il matrimonio non cambia
le abitudini del capofamiglia, che non ha
difficoltà a far varcare anche alla moglie i
cancelli di via Assietta.
“Per i corsi di ginnastica, certo, ma anche
perché – soprattutto d’estate – il Village
diventa la nostra seconda casa, dove posso
stare in piscina con i figli, cenare, trascorrere i weekend” ammette la signora Rizzi.
L’estate, appunto.
“Lo scorso anno Edoardo e Filippo ci
sono stati ‘solo’ tre settimane” afferma
papà Rizzi” oltre alla settimana in Austria
per il camp di tennis con gli istruttori del
Village. Ma gli altri anni dalla chiusura
delle scuole fino alla riapertura dell’anno
scolastico il Quanta è stato per loro la
prima casa e per noi genitori un punto di
sicurezza e di tranquillità”.
Sicurezza, tranquillità: parole chiave per
un possibile spot del Village.
“Sia io che mia moglie siamo fermamente
convinti che lo sport sia uno straordinario strumento di formazione” afferma
Alessandro Rizzi.” Ma perché raggiunga
davvero questo scopo occorrono persone
preparate, che conoscano lo sport ma che
sappiano anche instaurare con i ragazzi
un rapporto umano corretto, profondo, di
stima reciproca. Con Manuela, Annamaria e tutto il personale del Village questo
VILLAGE PEOPLE
I NOSTRI
GIOIELLI
O
NUOTCAMPIONATI
ZIONE
A
C
FI
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NALI
A
QU
LI INVER
REGIONA
Nelle foto in apertura il “capofamiglia”
Rizzi si allena a beach tennis.
Sopra Filippo e Edoardo a lezione di tennis.
succede e per una famiglia questo è essenziale. Potremmo dire che quella che viene
portata avanti è una ‘ conduzione famigliare’, non in senso riduttivo ma in quello
più profondo del termine”.
Fatto lo spot per promuovere il Villege
(“E non ha idea di quanti amici abbiamo
convinto…”) è giusto provare a solleticare anche un po’ di spirito critico, cercare lo spunto per qualcosa che ancora si
potrebbe fare.
“Devo essere sincero? Ci vorrebbe una
squadra da calcio del Quanta. Possiamo
criticare il calcio fin che vogliamo ma l’impatto che produce è quello che è. Ha in
mente che pubblicità farebbe al Village
partecipare ad un campionato di calcio?”.
dorso
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200 farfa libero,
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s
400
Paola Zanoli e Andrea Maldotti, primi classificati al 2°torneo Palauno misto base a
sinistra il loro allenatore
Filippo Romani
Valentina Urelli Rinaldi ha raggiunto i quarti di finale nel
“Lemon bowl” e ha vinto il torneo Head under 12 femminile disputato al Tennis Club di Genova. Si allena cinque volte alla settimana qui al Quanta Sport Village.
Nella foto in alto con la sua la maestra Elisa Villa che
è maestra federale di 2° livello, best ranking n° 19
della classifica italiana e n° 364 della classifica
WTA, vincitrice di 5 titoli italiani e di diversi tornei nazionali. Valentina è molto determinata e
sicuramente seguirà le orme della sua maestra.
Sentiremo presto parlare di lei.
33
QVN
LAVORO
LAVORO
D
OLTRE IL POSTO FISSO?
Destano stupore alcune affermazioni che piovono dall’alto e che mostrano
un distacco totale dalla realtà quotidiana. Riflessioni di Enzo Mattina
sulle soluzioni adeguate per creare stabilità attraverso la flessibilità.
di ENZO MATTINA*
34
QVN
esta a dir poco
sconcerto
la
disinvoltura con cui
quanti si trovano in
posizioni sociali ed
economiche consolidate
e tranquille discettano sul
superamento della stabilità lavorativa. La maturità
anagrafica dovrebbe avere
insegnato che ogni individuo
cerca nel lavoro un punto
fermo su cui e da cui costruire un percorso esistenziale. La cultura economica
anche elementare, per
altro verso, dovrebbe aver
fatto maturare la consapevolezza che dal lavoro
deriva il reddito, che a
sua volta genera consumi di beni e servizi,
che a loro volta favoriscono la circolazione
della ricchezza e,
quindi, alimentano
il mercato interno,
anello
primario
e fondamentale
d e l l ’e c o n o m i a
capitalistica.
Stando così le
cose, in considerazione del
fatto
che
questo
modello
economico
ha prevalso
su quello
comunista,
unica alternativa fino ad oggi nota,
sperimentata e fallita, dovremmo pensarci non una ma mille volte quando
ci avventuriamo sulla strada sdrucciolevole della precarizzazione del reddito e del ridimensionamento delle
protezioni sociali.
I decisori politici e sociali dovrebbero avere visione e coraggio per
individuare strategie riformatrici che
abbiano la forza di correggere errori
del passato, senza penalizzare la gente
comune che a buon titolo non vuol
veder peggiorate le sue condizioni di
vita e senza tagliare le gambe all’unico sistema economico che, pur tra
mille contraddizioni, le ha consentite
e sostenute.
Focalizzandoci sulle tematichedel lavoro, è oggettivamente inevitabile riorganizzarne le regole dinanzi
a cambiamenti epocali che investono
gli scambi commerciali, le tecnologie e i modelli organizzativi e hanno
come fattor comune la difficoltà di
programmare a lungo termine e di
contare sulla continuità nella produzione di beni e servizi,. Si tratta di
passare dalla protezione del posto,
tipica del tempo delle economie
chiuse, delle tecnologie stabili, delle
organizzazioni verticalizzate e integrate, alla protezione del percorso di
lavoro, compatibile con il tempo delle
varianze continue.
La prevedibile alternanza tra occupazione e inoccupazione, però, può
essere socialmente sostenibile a patto
che nessuno resti senza reddito, senza
tutele e, soprattutto, senza la messa
a disposizione di strumenti che facilitino il reimpiego. La soluzione è
nella formula della flexsecurity, vale a
dire in un insieme di misure che non
lascino mai l’individuo solo con il suo
destino. In questa logica, i diritti fondamentali del lavoro non vengono
cancellati, ma resi esigibili nel nuovo
contesto in cui debbono calarsi. Ai
diritti storici debbono aggiungersene
altri, primo tra tutti quello alla formazione continua, che deve essere vissuto da ciascuno come un fattore di
crescita costante delle competenze. Si
deve, nel medesimo tempo, puntare
alla responsabilizzazione individuale,
talché ciascuno si senta parte attiva
nel costruirsi il presente e il futuro.
È a fronte di questo nuovo scenario
che le stesse relazioni sindacali vanno
rimodellate dagli attuali schemi unici,
centralizzati e inamovibili alla dimensione delle singole aziende e dei territori, così da migliorare costantemente
la produttività del lavoro, con interventi condivisi sul modo di organizzare le prestazioni. Il tutto in un
rapporto di forte coesione tra proprietà, dirigenza e lavoro dipendente,
solidalmente vincolati al raggiungimento di obiettivi che siano il frutto
di progetti comuni, trasparenti e verificabili, dove il successo e l’insuccesso
si traducano in premi e penalizzazioni
che vadano a vantaggio o a svantaggio di tutti, non come accade oggi che
dagli arricchimenti spropositati e talvolta illeciti delle proprietà e delle
dirigenze, troppe volte all’origine di
insuccessi imprenditoriali, derivino
conseguenze disastrose solo a danno
di lavoratori senza alcun potere decisionale.
Se non si vuole correre il rischio di
una turbolenza sociale incontenibile,
è necessario costruire condivisione e
cominciare a ragionare di cogestione
e con essa di un nostro modello di
flessibilità protetta del lavoro, valorizzando anche qualche buona pratica nazionale, partendo da quanto
già fatto in un piccolo comparto,
quale quello della somministrazione
di lavoro, dove si sono messe le basi
per via legislativa, ma più ancora per
via contrattuale, di un sistema di protezione del percorso e non del posto
di lavoro.
*Vice Presidente Esecutivo Gruppo Quanta
35
QVN
LAVORO
LAVORO
COMUNE DI MILANO...
CORAGGIO!
I giovani hanno bisogno di fatti
di GABRIELE FAVA*
N
onostante gli scenari socio-politici ed economici in Italia stiano
evolvendo rapidamente e la necessità di
riforme nel mondo del lavoro, modellate
sui giovani ed adattate ai tempi che corrono, siano di primaria importanza, si
registra un lento progresso da parte delle
istituzioni locali verso le nuove politiche
attive.
“Tante parole ma pochi fatti”… potrebbe
essere questo lo slogan di un Comune
che ha improntato la propria campagna
elettorale su grandi cambiamenti e idee
progressiste ma che poi, nel concreto dei
fatti, sta lasciando tutti un po’ delusi.
Difatti, benché il Parlamento abbia realizzato numerose manovre tecniche per
riformare e migliorare il mercato del
lavoro - basti pensare allo snellimento
36
QVN
delle procedure di incontro tra domanda
ed offerta di lavoro - l’Assessorato al
lavoro del Comune di Milano, sembra
non averle recepite, nonostante le sollecitazioni da parte di varie istituzioni
governative e non.
Se da un lato, quindi, abbiamo, oltre gli
interventi legislativi come la Manovra di
Ferragosto o la Legge di Stabilità, nuove
risposte volte a garantire una maggiore
flessibilità del rapporto di lavoro, come
nel caso della flexsecurity che garantisce uno stipendio certo a tutti coloro
che, a vari livelli, stipulano un contratto
di lavoro (essendo uno strumento semplice ma efficace perché è un modello di
protezione della sicurezza economica e
professionale dei lavoratori dipendenti,
sulla base di accordi sindacali) dall’al-
tro lato, abbiamo un Comune statico e
che non recepisce questi cambiamenti
che consentirebbero, senza alcun dubbio, un progresso lavorativo e sociale
soprattutto nei confronti delle nuove
leve e verso una città, come Milano, da
sempre meta lavorativa per tutti i giovani d’Italia.
Le profonde trasformazioni nel mondo
del lavoro, in una grande realtà internazionale come Milano, evidenziano proprio il “dovere” da parte delle istituzioni
governative, a livello locale e regionale,
di dare attuazione a tutte le modalità di
formazione del lavoro, in particolare con
strumenti “base” quali gli stage, i tirocini
formativi e i contratti di apprendistato.
E tutto questo, oggi più che mai, tenendo
in considerazione il fatto che il Governo
ha già dato tutti i mezzi legislativi necessari per l’attuazioni di tali progetti.
Decreti Legge, Sentenze dei Tribunali, incentivi economici e sgravi fiscali
… insomma, il Comune di Milano non
deve fare altro che “raccogliere” tutti
questi aiuti e fornire ai giovani gli strumenti necessari affinchè gli stessi possano, con le proprie gambe, avviarsi
verso il mondo del lavoro. Pertanto, confidiamo che il Comune di Milano e in
particolar modo l’Assessorato al Lavoro
escano da questo stato di letargo e accolgano una nuova primavera lavorativa,
rilanciando la città di Milano verso un
glorioso ed avanguardistico successo, a
livello nazionale ed internazionale, fornendo ai giovani gli strumenti di prima
necessità perché gli stessi esordiscano
nel mondo del lavoro.
A maggior motivo, tutto questo, perché gli Enti Locali, non essendo più sottoposti ad una legislazione uniforme,
spesso inadeguata in relazione alla particolari problematiche delle varie zone
territoriali, dovrebbero attuare maggiori
politiche finalizzate all’occupazione, in
maniera più vicina ai bisogni e alle esigenze concrete dei cittadini, per sfruttare
meglio quelle che sono le risorse umane
ed intellettuali di tutti i giovani che si
affacciano per la prima volta, al mondo
del lavoro.
E’ in questa prospettiva e con queste idee
che l’Assessorato al Lavoro del Comune
di Milano deve porre in essere percorsi
di politiche di incentivazione all’occupazione, valorizzando progetti lavorativi,
anche nei confronti dell’imprenditoria
straniera, che sempre con maggiore preponderanza sta entrando in Italia e con
strumenti all’avanguardia, come l’offerta
di lavoro anche mediante l’attivazione di
servizi web, che permettono una ricerca
e selezione delle risorse lavorative, in
modo più rapido e specifico.
In conclusione, ci auguriamo che il
Comune di Milano e l’Assessorato al
Lavoro, pongano in essere le migliori e
più avanguardiste politiche di incentivazione al mondo del lavoro, offrendo strumenti di flessibilità che siano un ponte
verso una futura stabilità lavorativa.
* Chairman “Fava e Associati, lawyers”
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Cari bambini è primavera. Bob e Luke sono tornati a casa. A Quantaland è arrivato
Matteo e tutti pensano già ai Camp! Cosa servirà per la lezione di nuoto? Scoprilo
giocando con noi...
DA DOMENICA 1 APRILE
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Il Quanta Sport Village schiererà 8 squadre maschili
nella categoria C, D1, D2, D3, D4. Under 16 – 14 –
12 e 5 Squadre femminili nella categoria D1, D2, D3 e
Under 14-12.
di GIULIA GORGOGLIONE
DOMENICA 6 MAGGIO
Matteo is 8 years old. He’s
Matteo wants to learn all
And you? Are you ready to
particularly excited because he knows that the sum-
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English: in class he keeps
start you English Summer
Camp? Come to the Open
mer camp will start soon! He
wants to be in the English
Mini-group.
asking questions. How do
you say “cuffia” in English?
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get ready to go swimming!
2° Torneo doppio Genitori -Figli
riservato ai ragazzi della nostra scuola tennis e ai loro
genitori
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AGENDA
AGENDA
26 MAGGIO 2012
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Vogliamo prenderti per la gola! Ritorna il Giro Pizza,
sarà tutti i martedì .
Tutti i Sabato sera oltre allo Junior Club che permette
ai genitori di rilassarsi e ai bambini di divertirsi tra loro,
una grossa novità: Il sabato dello chef
Il nostro chef Alessandro creerà per la serata piatti
speciali a tema, golose invenzioni che arricchiranno il
nostro consueto menù.
Ecco nel dettaglio lo squisito calendario dei prossimi
eventi gastronomici:
13 Marzo
Giro Pizza
17 Marzo
Sabato dello Chef
“Paninomania” + Junior Club
20 Marzo
Giro Pizza
24 Marzo
Sabato dello Chef
“Dolcezze” + Junior Club
27 Marzo
Giro Pizza
31 Marzo
Sabato dello Chef
“Tonno rosso del Mediterraneo”
+ Junior Club
E per l’estate grandi NOVITA!
per prenotare telefona allo 02.66200285
oppure invia una email all’indirizzo
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STUDIO MEDICO
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CONGRESSUALI
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DOMENICA 12,30 - 14,30
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INSTITUTES
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DA LUNEDÌ A SABATO
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GIORNATE DI FESTIVITÀ
NAZIONALE
SEGRETERIA
Monica Lagomanzini
[email protected]
H A N N O C O L L A B O R AT O
Umberto Quintavalle, Enzo Mattina,
Gabriele Fava, Illo Quintavalle,
Dan Peterson, Leo Siegel,
Toni Cappellari, Riki Tessari,
Giulia Gorgoglione, Marco Uda,
Gabriele Tacchini, Silvia Ghisio
Pietro Galeoto
PROGETTO GRAFICO
ORARI DI
APERTURA
RECEPTION
Creature Milano [email protected]
Matteo Guerra
DA LUNEDÌ A VENERDÌ
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DOMENICA
10,00-13,00
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Prenotazioni dei Campi
da Tennis, Calcetto,
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tramite servizio
Quanta@-commerce
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CHIUSO IN REDAZIONE
il 5 marzo 2012
LA TIRATURA DI QUESTO NUMERO
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EDITORE: HCM
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Pubblicazione trimestrale
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N° 267 del 13 Aprile 2004
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