Lussuria - Seduzione e tradimento
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Lussuria - Seduzione e tradimento
Lussuria - Seduzione e tradimento Anno 2007 Titolo Originale Se jie Altri titoli Se, Jei Lust, Caution Durata 156 Origine CINA, USA Colore C Genere GUERRA, ROMANTICO, THRILLER Tratto da romanzo omonimo di Eileen Chang Produzione FOCUS FEATURES, RIVER ROAD ENTERTAINMENT Distribuzione BIM (2008) Data uscita 04-01-2008 Regia Ang Lee Attori Tony Leung Chiu Wai Sig. Yee Tang Wei Wang Jiazhi/sig.ra Mak Joan Chen Sig.ra Yee Wang Leehom Kuang Yu-Min Chu Chih-ying Johnson Yuen Anupam Kher Soggetto Eileen Chang (racconto) Sceneggiatura Wang Hui-Ling James Schamus Fotografia Rodrigo Prieto Musiche Alexandre Desplat Montaggio Tim Squyres Pan Lai Scenografia Pan Lai Costumi Pan Lai Fung Shan Lui Effetti Brendan Taylor Mr. X Inc. Trama: Nel 1942, nella Shanghai occupata dalle truppe giapponesi, la giovane Wang Hu Ling, una studentessa e aspirante attrice, giovane e bellissima, si unisce alle fila della Resistenza. I suoi compagni le affidano il compito di avvicinare Sig. Yee, un collaborazionista. Wang si insinua così nella vita dell'uomo e, protetta da una finta identità, ne diviene l'amante. Giorno dopo giorno rivela ai suoi compagni ogni spostamento dell'uomo, convinta di volerlo vedere morto, ma intanto si lega a lui con una passione incredibile e quasi animalesca per cui le cose dentro di lei iniziano a cambiare. Wang si sente ogni giorno più confusa. Fare l'amore con Yee è il suo modo di torturarlo ma nello stesso tempo comincia ad avere paura di perderlo e di vederlo morire. Solo immolandosi Wang potrà salvarlo... Critica: "Con 'Se, Jie' ('Lussuria, attenzione') anche Ang Lee vuole mostrare quello che altre volte aveva solo fatto intuire: la forza dei sentimenti troppo a lungo repressi, che possono diventare devastanti all' interno di un rapporto nascosto e proibito. (...) Ang Lee li filma con insistito realismo, tanto da aver accreditato - quanto volontariamente non si sa - la diceria che non si tratti solo di finzione . Al di là del pettegolezzo è chiaro che l' intento del regista, dopo i cowboy omosessuali di 'I segreti di Brokeback Mountain', è quello di ribaltare in qualche modo l'imperativo del non detto (e soprattutto del 'non mostrato') del cinema classico. Altrimenti non si spiegano quelle continue citazioni cinematografiche. Ma il risultato, per chi non voglia solo ispirarsi a qualche inusitata posizione kamasutresca, anche qui convince poco: le 28 pagine del racconto di Eileen Chang a cui si ispira il film diventano 156 minuti, con lunghe sequenze ginnico-amatoriali. Ma basta vedere come sia più emozionante la confessione che la stessa Wong fa ai suoi compagni, quando racconta il misto di repulsione e fascinazione che quegli amplessi hanno su di lei, per capire come a volte le parole possono essere molto più forti delle immagini." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 31 agosto 2007) "Meno duro il giudizio per il melò thriller-erotico-spy di Ang Lee 'Lust, Caution'. Già la quantità di definizioni di genere, date dallo stesso regista taiwanese naturalizzato americano al suo film, fanno intendere in che inguacchio si è cacciato. (...) Due ore e mezza di intrecci politico-amorosi interminabili, di cui salviamo solo qualche scena di buon sesso e la faccia irresistibile dell'attore feticcio di Wong Kar wai, Tony Leung. Un altro polpettone amoroso, questo 'Lust, caution' che però, vergognoso di dichiararsi tale, si ammanta di storie rivoluzionarie un po' giustapposte. Anche qui, debito con la novella letteraria omonima di Eileen Chang, la Jane Austin d'Oriente. Ben fatto, dicono tutti all'uscita della sala. Come se a un film bastasse questo per restare nella memoria. Di film ben fatti, personalmente, ne abbiamo piene le tasche. Aspettiamo con ansia che questo Festival ci faccia vedere qualcosa che abbia un senso, che dimostri una suo perché di esistenza non solo nella fattura leccata." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 31 agosto 2007) "Tratto da un racconto della scrittrice cinese Eileen Chang, 'Lust, Caution' s'immerge nelle cupe atmosfere della Shanghai del '42 oppressa dalla crudele occupazione nipponica: (...) I furiosi amplessi tra gli amanti - filmati con icastico realismo - incendiano il climax spionistico e la maestria di Ang Lee sta tutta nell'efficacia con la quale si fa sempre più esplicita la connessione tra ideali e tradimento, paura e desiderio, masochismo e voluttà. Sino a sfociare nel finale che giustifica appieno la traduzione del titolo in 'Attenzione, lussuria', grazie, certo, al montaggio virtuosistico, ma anche e soprattutto alla luce assassina e ai lampi di follia che investono Leung e al sensuale e colpevole abbandono che ha fatto giustamente paragonare Tang Wei alla Schneider di 'Ultimo tango a Parigi'." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 31 agosto 2007) "'Lust, Caution' di Ang Lee è la versione cinese del 'Portiere di notte'. (...) Al Lido del film non si parla dell'insolita angolazione; si parla dell'approfondita penetrazione, senza la quale il film funzionerebbe lo stesso. Funzionerebbe meglio, poi, con una più attenta ricostruzione: la Shanghai giapponese (dicembre 1941-agosto 1945) è troppo prospera, fra insegne dei negozi e abiti dei passanti freschi rispettivamente di falegname e di sartoria (...) Chi giudica i film secondo qualità, non secondo quantità di divi, pubblicità e soprattutto lunghezza, in questo caso, si chiederà perché ad Ang Lee occorrano oltre due ore e mezza per far fallire una cospirazione e far riuscire una seduzione. Mentre chi ha nostalgia della Shanghai bellica - intravista e amata nell''Impero del sole' di Spielberg - noterà che l'incantevole esordiente Tang Wei dà davvero molto a Tony Leung. Però lei è, per bravura e per disinvoltura, una folgorazione; e lui si conferma grande attore non solo nelle varie scene di eterosesso reale, dopo quelle - di omosesso sempre reale - in 'Happy Together' di Wong Kar-wai." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 31 agosto 2007) "Ang Lee è tornato in Cina, come ai tempi della 'Tigre e il dragone', dopo i successi e i premi in Occidente per 'I segreti di Brokeback Mountain'. Si è fatto ispirare da un romanzo di una scrittrice cinese, Eileen Chang, morta negli Stati Uniti qualche hanno fa, 'Lust, Caution' e ci ha dato un film teso, commovente, tragico ma anche visualmente sontuoso, che va degnamente ad aggiungersi ai tanti della sua feconda e fortunata carriera. (...) Azione, sentimenti, sesso, anche sfrenato, caratteri forti, un'ambientazione splendidamente rievocata, con immagini, nel privato e in esterni nel pubblico, di un realismo spesso sublimato in pittura. Lei è una bellissima esordiente, Tang Wei, lui è il divo asiatico per eccellenza, Tony Leung, nelle vesti insolite di un personaggio negativo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 31 agosto 2007) "Due ore e trenta di soffuse atmosfere e calibrate ricostruzioni d'ambiente per un film che non vuole imitare i registi d'oriente esperti nel genere ma che si cala nella trama più grande del cinema di Lee, che oggi guarda alla storia di ieri, quella dell'occupazione giapponese della Cina, iniziata con il tristemente famoso 'stupro di Nanchino. (...) Un melodramma raffreddato, che si scalda, e molto, nelle scene di sesso che, per la loro immediatezza potrebbe guadagnare al film un divieto ai 17 anni negli Usa. Ang Lee firma senza autocensure, seguendo un suo codice estetico, di sicuro fascino. Il primo incontro sessuale fra i due protagonisti ricorda per intensità e forza il primo approccio sessuale tra i due cowboy di 'Brockeback Mountain'. Quella tra la dark lady e il collaborazionista, così come ripreso da Lee, è sesso fisico, muscolare, mascolino... originale. Alla fine, il rischio è che di questo film si ricorderanno solo queste scene!." (Dario Zonta, 'L'Unità, 31 agosto 2007) "Sia chiaro, i capitali produttivi americani si vedono, eccome, nella dimensione del kolossal d'epoca in cui scenografie, comparse, costumi assumono un rilievo essenziale, eppure l'Oriente donde proviene Ang Lee affiora alla ribalta proprio nel corpo a corpo tra gli amanti. Non un capolavoro, insomma, ma un film che piacerà ad onta dei 156 minuti di durata." (Oscar Jarussi, 'La Gazzetta del Mezzogiorno', 31 agosto 2007) "Il film svolge un discorso interessante sulla fragilità del corpo che si fa complice di impossibili alleanze. E insieme mostra la vanità e il disordine dei gruppuscoli non organizzati (qui, a differenza di memoriali da noi e riguardanti le nostre Brigate Rosse non ci sono angeli guadagnati all'utopia). Terribile la conclusione (e la morale) del film. Il gruppo viene annientato, sopravvive sia pure morso dalla paura il carnefice. Film notevole, questo 'Lust, Caution', che di sicuro aumenterà la schiera degli estimatori di Ang Lee." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 31 agosto 2007) Dalle note di regia: "Nessun'altra storia di Eileen Chang è tanto bella e crudele quanto 'Se Jie (Lust, Caution)'. Ha rivisto il testo per anni e anni - se non per decenni - ritornandoci sopra come un criminale a volte torna sulla scena del crimine, o una vittima ricostruisce un trauma subito, raggiungendo il piacere solo variando e immaginando nuovamente il dolore. Nel girare il film, non abbiamo semplicemente adattato 'Se, Jie', ma l'abbiamo ricostruito proprio come fanno i suoi personaggi mentre recitano, adattandosi alle loro parti. Chang ha inteso la messinscena e la mimica come qualcosa che è brutale di natura: gli animali, come i suoi personaggi, si mimetizzano per sfuggire ai loro predatori e per attirare le loro prede. La mimica e l'esibizione sono anche dei mezzi per aprire noi stessi, come esseri umani, a grandi esperienze, a rapporti umani indescrivibili, a significati più elevati, all'arte e alla verità." A due anni da Brokeback Mountain, nuovo Leone d’oro per Ang Lee di ritorno in Asia, nuovo melodramma raggelato, senza picchi emotivi ma ben raccontato e ad alta tensione erotica. Siamo nella Shanghai del 1942, nel periodo della Resistenza all’invasore giapponese. Una giovane studentessa inizia a frequentare un gruppo di giovani idealisti amanti del teatro, che la infiltrano per far uccidere un influente politico del governo collaborazionista. Molto bello l’incipit, con una regia fluida e un montaggio serrato. Sullo schermo appare una scena di Casablanca, del quale sembrerebbe una versione aggiornata se non ci fossero tanti cambi di registro. Dopo una lunga partita a mehjong tra le mogli dei “traditori della patria” al potere, scatta il flashback, quattro anni prima a Hong Kong, dove alcuni studenti universitari raccolgono fondi mettendo in scena una pièce patriottica e – guidati dal leader idealista che ha perso il fratello in guerra – decidendo goffamente di passare all’azione. La liaison tra il politico e la ragazza si consuma a Shanghai, con scene di sesso torrido, estenuante, inizialmente violento, che hanno surriscaldato la platea veneziana – mentre il pubblico cinese non le vedrà mai. Ang Lee ci offre una nuova opera ricca di tracce sotterranee, di attrazioni non consumate (tra il leader studentesco e la protagonista), non dichiarate (lei lo rimprovera per non essersi fatto avanti ad Hong Kong, di fatto “punendolo” attraverso la fredda esecuzione della missione – e qui viene in mente di nuovo Ingrid Bergman, in Notorius) o per interposta persona (audace ma verosimile la necessità di deflorare l’infiltrata, affidando il compito ad un compagno, perché in missione non desti sospetti). Siamo in presenza di un melodramma sapientemente sceneggiato a partire dal racconto di Eileen Chang del ’79 e anche il finale, che può apparire sconcertante, evidenzia l’aspirazione recondita dell’amante a diventare la “signora”, tanto che la vicenda si scioglie intorno a un anello di diamanti, perdendosi in un rapporto di odio-amore, tra eros e sospetti non confermati. Tra passione e tradimento (della causa), una militanza che sconfina nella degradazione e la sensazione del topo in trappola, il regista ci consegna un melodramma sapientemente elaborato, con rilevanti apporti tecnici e servito da ottimi attori: accanto al navigato, decadente Tony Leung di In the mood for love e a Joan Chen, spicca la giovane protagonista Tang Wei, molto brava nell’affrontare i diversi aspetti del personaggio: studentessa ingenua, attrice amatoriale, agente che serve la Resistenza con il proprio corpo (come il personaggio di Carice van Houten in Black Book) e infine amante, forse doppiogiochista. (www.fice.it) Note: - LEONE D'ORO PER MIGLIOR FILM E OSELLA PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007). Per vedere il trailer: http://www.mymovies.it/trailer/?id=49535 ********************************************************************************