I benefici del caffè

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I benefici del caffè
I benefici del caffè
A cura dell’Ufficio Stampa
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È vero che fa digerire e aiuta il fegato? E che relazione c'è con il
diabete? Il nutrizionista Andrea Ghiselli spiega quando fa bene e
quanto berne
Bevuto al termine di un pranzo importante, il caffè aiuta a digerire? Ed è vero che tiene lontano il
diabete di tipo 2? A svelarci i benefici di questa bevanda è Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca del
CREA-NUT, il centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione del CREA; fa parte del gruppo di esperti
che ha redatto le linee guida per una sana alimentazione degli italiani.
Un buon caffè fa bene anche durante le feste, quando a tavola si esagera un po’,
ma è vero che fa digerire?
Sì e no. Il caffè non possiede alcuna proprietà digestiva, ma stimola la secrezione gastrica che può
essere d’aiuto nella digestione, per aumentare l’acidità e digerire le proteine. Al contrario, quando
l’acidità è troppa può essere d’ostacolo alla digestione. Se il pasto è stato leggero, può servire da stimolo
nella produzione di gastrina e quindi di acido cloridrico, se al contrario è stato abbondante non si
ricaverà lo stesso beneficio.
In genere questa bevanda è consumata per le sue proprietà stimolanti. Contenendo caffeina, inibisce la
tipica sonnolenza che si verificherebbe durante le fasi digestive.
“Aiuta” il fegato? E i diabetici?
Il caffè non aiuta il fegato. Per quanto riguarda il diabete, esistono alcune evidenze epidemiologiche
che mettono in correlazione un uso moderato di caffè, dalle 3 alle 5 tazzine al giorno, e l’incidenza
di malattia diabetica: chi beve caffè ha meno rischio di sviluppare questa patologia. Di recente uno
studio su un certo tipo di caffè, composto dal 35 per cento di qualità verde e dal 65 per cento di qualità
nera, ha evidenziato un miglioramento dei parametri cardiometabolici dei soggetti che lo consumavano.
Probabilmente c’è una relazione tra caffè e malattia diabetica, ma è presto per dire che se soffri di
questa patologia e consumi caffè, starai meglio.
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Meglio nero o macchiato? Dolcificato o amaro?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che la quantità degli zuccheri aggiunti (quelli non
contenuti naturalmente negli alimenti come ad esempio nel caso di bevande gasate, succhi, dolci in
generale) debba rappresentare non oltre il 10% dell’energia complessiva. In una dieta da duemila
calorie, questo significa 200 calorie circa, ovvero 50 grammi di zucchero. Quota che si raggiunge
facilmente tenendo presente che spesso si aggiunge zucchero al tè, al cappuccino e allo yogurt, ma poi
c’è il biscotto, il cornetto, i succhi ecc. Il consiglio è che se non piace amaro, meglio ridurre il
consumo di zucchero negli altri alimenti o nelle bevande.
Macchiato o nero non fa differenza, dipende dal gusto personale.
Qual è il numero di espresso da bere al giorno, ideale per la nostra salute?
Il numero indicativo varia dalle 3 alle 5 tazzine al giorno nell’adulto, in assenza di altre fonti di
caffeina e a secondo del sesso e della corporatura di chi lo consuma. Molto dipende anche dal livello di
tollerabilità individuale: in certe persone la caffeina provoca tachicardia ed eccitazione anche in
bassissima quantità, altre invece possono bere caffè prima di andare a dormire e non avvertire disturbi
del sonno.
Se invece usiamo la moka, come regolarci?
In un espresso “bar” ci sono circa 80 milligrammi di caffeina, nella Moka, invece, per unità di volume la
quantità di caffeina è simile, ma magari ne beviamo un volume maggiore e quindi più caffeina. Non
abbiamo la misura insomma.
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