CONVERGENZE E DIVERGENZE TRA CATTOLICI E
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CONVERGENZE E DIVERGENZE TRA CATTOLICI E
CONVERGENZE E DIVERGENZE TRA CATTOLICI E PROTESTANTI CIRCA LA DOTTRINA DELLA CHIESA Solo a partire dall’unità della tradizione cristiana da cui tutte le chiese provengono è possibile comprendere quelle rotture storiche che hanno portato allo sviluppo divergente di uno stesso e identico patrimonio spirituale, ecclesiale e teologico. All’inizio di ogni confronto è perciò necessario fermarsi sulle convergenze tra tre le dottrine, protestante e cattolica, circa la chiesa. Resta fermo che ciò che unisce e identifica le chiese come cristiane resta un patrimonio immensamente più grande di ciò che le divide (Vedi: Battesimo, eucaristia e ministero, Torino 1984, ed. LDC e anche Claudiana). CONVERGENZE TRA ECCLESIOLOGIA CATTOLICA E PROTESTANTE 1/ Il riconoscimento della Bibbia come unico libro sacro che contiene la Parola trascendente di Dio, pienamente rivelata in Cristo. I protestanti tuttavia adottano per l’A.Testamento il canone ebraico che manca dei 7 libri scritti solo in greco (Tobia, Giuditta, I° e 2° Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruch). Il Concilio Vat.2° ha ricollocato la Parola di Dio biblica al centro della vita della chiesa, al di sopra della teologia tradizionale che l’aveva oscurata, e come punto di riferimento di tutta la vivente tradizione magisteriale ed ecclesiale. 2/ Accettazione del credo degli apostoli e di quello di Nicea-Costantinopoli, nonché del valore normativo (anche se non infallibile, come tutti gli atti ecclesiali) dei primi sette concili ecumenici della storia. Pertanto sono comuni le fondamentali verità della fede: la dottrina della Trinità, dell’Incarnazione e del mistero pasquale della redenzione in Cristo di tutta l’umanità. La chiesa è mistero di salvezza universale voluta da un Dio Padre che, attraverso la mediazione sacerdotale del suo Figlio incarnato e l’azione dello Spirito Santo, associa gli uomini alla Sua Comunione d’amore. La chiesa di Cristo è pertanto e sempre resterà una sola, malgrado le divisioni storiche tra le chiese cristiane. Questa unità trova un segno nella persona del papa, che tuttavia per i protestanti, come accade per tutta la chiesa, non rappresenta Cristo, ma solo l’unità del corpo ecclesiale, al quale Egli deve perciò rispondere. La chiesa è la comunione dei credenti, santi e peccatori, che in quanto corpo ecclesiale di Cristo, non potrà mai perdere la sua santità originaria (indefettibilità della chiesa). La chiesa è segno e strumento di salvezza per tutto il genere umano (universalità o cattolicità). Cattolici e protestanti concordano come minimo comune che la chiesa è apostolica quando accetta la dottrina degli apostoli contenuta nella Bibbia. Per i cattolici e ortodossi tuttavia esiste anche la successione apostolica come trasmissione di quella autorevole e sacramentale rappresentanza di Cristo che abilita il papa e i vescovi a custodire senza errore il patrimonio della fede. 3/ La chiesa è popolo di Dio, costituito da fedeli che, grazie al battesimo, sono partecipi del sacerdozio profetico e regale di Cristo e sono resi capaci di celebrare l’eucarestìa mediante l’offerta di se stessi durante il memoriale del sacrificio di Cristo. 4/ Sono comuni anche i riti del battesimo e della santa cena, sebbene per i cattolici essi sono sacramenti (segni efficaci della grazia), mentre per i protestanti essi sono solo segni sacramentali, cioè conferme sensibili delle promesse di salvezza già contenute nella Parola di Dio. Nel protestantesimo restano anche presenti gli altri 5 riti, non intesi però come sacramenti, ma solo come valide e utili tradizioni liturgiche ecclesiali, non fondate sulla bibbia. Circa la presenza reale della persona di Cristo risorto nel pane e vino consacrato ci sono posizioni diverse, anche tra chiese protestanti, ma resta comune con i cattolici l’effetto spirituale della comunione sacramentale, cioè l’assimilazione a Cristo risorto e la santificazione ad opera dello Spirito Santo. 5/ L’organizzazione ecclesiale ha spesso formalmente le stesse figure; pastore o vescovo, presbitero e diacono. Tuttavia per i cattolici e ortodossi i ministri ecclesiali ricevono una consacrazione sacramentale che li lega per tutta la vita a Cristo e li rende suoi autorevoli rappresentanti, mentre per i protestanti essi sono solo autorità umane chiamate dalle chiese, e davanti a loro responsabili, per assicurare la fedeltà a Cristo e l’unità di governo della comunità. DIVERGENZE TRA ECCLESIOLOGIA CATTOLICA E PROTESTANTE Due sono le divergenze dottrinali fondamentali che dividono i protestanti da tutte le altre chiese cristiane (Ortodossi bizantini, chiese orientali, chiese cattoliche), una di natura soteriologica e l’altra di natura ecclesiologica. Da esse discende poi una serie di conseguenze logiche, ma immediatamente non evidenti (natura solo umana, non sacra della chiesa, priva di assistenza infallibile dello Spirito nella trasmissione della Rivelazione; evidenza autointerpretativa della Parola di Dio biblica; negazione della sacramentalità della chiesa, del battesimo e della s.cena, nonché degli altri 5 sacramenti tradizionali; confessionalizzazione del credo cristiano comune a tutta la tradizione cristiana e moltiplicazione delle denominazioni di chiese) 1/ DIVERGENZA SOTERIOLOGICA. Dio in Cristo salva i credenti in forma diretta, esclusiva, individuale e passiva, cioè senza la loro cooperazione personale, né quella della chiesa, pur dichiarata corpo indefettibile di Cristo (dottrina della giustificazione o perdono gratuito del peccatore per sola fede e senza alcun merito, né proprio, né di altri). La motivazione addotta è la grave situazione storica di degrado religioso dell’uomo dopo il peccato originale. Ne consegue la negazione di ogni potere da parte del singolo o della chiesa di intercedere per la redenzione del prossimo. Solo Cristo, mediante la sua Parola di Dio infallibile, può comunicare, attribuire o applicare i frutti della salvezza su ciascun uomo. Ciò tra l’altro comporta la negazione della venerazione dei santi e di Maria. 2/ DIVERGENZA ECCLESIOLOGICA CONSEGUENTE. La chiesa, come il singolo credente, resta solo segno e strumento, mai efficace, della attribuzione dei frutti della salvezza. La chiesa non può cooperare con Cristo in quel processo puramente interiore di fede, che è l’incontro salvifico diretto e immediato di Cristo con il credente. Essa non è sacramento di salvezza dell’umanità. Di conseguenza i suoi ministri non possono rappresentare autorevolmente Cristo, né il loro battesimo e s.cena superano il livello di segni o riti indicativi (“segni sacramentali”), ovvero comunicazioni in forma sensibile della Parola di Dio che, unico sacramento di Cristo, può salvare. Qui si trova il vero strappo dottrinale del protestantesimo, non solo, come esso dice, contro gli abusi medievali e le aggiunte di tradizioni extra bibliche della chiesa di Roma, ma contro una tradizione bimillenaria di tutte le altre chiese cristiane. 3/ CONSEGUENZE INDIRETTE A/ La chiesa è una semplice comunità umana, secolare, custode e interprete fallibile della Parola di Dio infallibile. In tal modo vacilla anche il carattere rivelativo dei libri biblici che la chiesa ha fissato come ispirati mediante il canone. Così nel mondo protestante si moltiplicano legittime e opposte interpretazioni della bibbia e del credo che minacciano nuove rotture, malgrado i limiti imposti dalla confessione di fede che identifica ogni chiesa particolare. Come è noto nella tradizione indivisa ortodossa, sia bizantina che orientale, e in quella cattolica esiste la dottrina dell’assistenza infallibile dello Spirito Santo sulla Chiesa come tale, e in particolare sul concilio universale (ecumenico), mentre, per i soli cattolici, tale assistenza si estende anche al solo papa, in quanto capo della chiesa e successore di Pietro. B/ Se la chiesa non è sacramento di salvezza ne deriva la negazione della capacita autorevole e sacra dei ministri ecclesiali di agire in persona Christi . Ma ciò preclude, per cattolici, ortodossi e orientali, il riconoscimento di validità della s.cena protestante come vero memoriale del sacrificio di Cristo. Inoltre si perde la dottrina della successione, dagli apostoli ai loro successori, del ruolo di custodi autorevoli e assistiti dallo Spirito Santo proprio dei vescovi uniti al papa e in concilio C/ Processo di confessionalizzazione delle chiese protestanti e loro moltiplicazione in epoca moderna. Dopo la loro nascita in forma locale le chiese protestanti hanno sentito subito l’esigenza di coordinarsi tra loro in mezzo a grandi difficoltà. Infatti esse non riconoscevano nessuna vera autorità superiore, se non la libera e autonoma scelta locale di aderire ad una interpretazione teologica di un dottore della riforma o a quella di un altro. Tali interpretazioni biblico-teologiche dei dottori-riformatori, spesso in fiero contrasto tra loro, sono diventate veri ed originali progetti o modelli di chiesa protestante, a volte alternativi gli uni agli altri, con relativa scomunica reciproca (come tra Calvinisti, Luterani e anabattisti e al loro interno). Tali divergenti impostazioni teologiche ecclesiali sono subito sfociate in confessioni di fede, cioè dichiarazioni solenni della propria e autentica interpretazione corretta del credo di Nicea-Costantinopoli, cioè della vera sostanza della fede cristiana. Ma per la stessa definizione protestante di chiesa tali confessioni ecclesiali, oltre a spaccare ulteriormente le chiese, sono rimaste discutibili e condannabili dalle altre comunità. Oggi il mondo protestante è costituito per i due terzi proprio da “chiese libere”, cioè spontanee, assembleari, fluide, mutanti e spesso difficilmente identificabili al di là del loro nome o “denominazione”. In tal modo queste chiese libere, caratterizzate dal modello congregazionalista, sono in forte crescita specie nel terzo mondo, dove a volte assumono anche caratteri sincretisti e non-cristiani (es. chiese pentecostali di vario genere), mentre le chiese protestanti storiche, nazionali e tradizionali, caratterizzate da grande progresso teologico e da solida struttura istituzionale, perdono fedeli, specie in Europa. Don Valter Pierini 22/02/11 BIBLIOGRAFIA PER INTRODURSI ALLA STORIA E ALLA TEOLOGIA DELLA RIFORMA PROTESTANTE: * MC GRATH A., Il pensiero della riforma, Torino 99, Claudiana, pp 304 * RUBBOLI M., I protestanti, Bologna 2007, Il Mulino, pp 143 * FIUME E., Il protestantesimo. Un’introduzione, Torino 2006, Claudiana, pp 133. BUZZI F., Breve storia del pensiero protestante da Lutero a Panneberg, Milano 2007, Ancora, pp116. TESTI DI RIFERIMENTO PESCH O.H., Martin Lutero. Introduzione storica e teologica, Brescia 2007, Queriniana, pp 487. MC GRATH A.,Giovanni Calvino. 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