Comunicazione di impresa - Scienze Politiche, Economiche e Sociali
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Comunicazione di impresa - Scienze Politiche, Economiche e Sociali
“Comunicazione di impresa” (corso progredito) Franco Guzzi 4°gruppo slide utilizzate a lezione (17, 18 e 19 novembre 2010) Corso di laurea magistrale in Comunicazione politica e sociale – 2° anno – a.a. 2010/2011 Comunicazione di crisi o, meglio, Issue Management Corso di laurea magistrale in Comunicazione politica e sociale – 2° anno – a.a. 2010/2011 1 3 Introduzione all’Issue Management 11 settembre (‘01), aeroporto di Linate (‘01), Mercedes classe A (’97), fuoriuscita di diossina a Seveso (’76), vino al metanolo (’86), tsunami (’04), gas tossico a Bopal (’84), botulino nel mascarpone (‘96), attentati a Madrid (’04), Coca-Cola in Belgio (’96), febbre aviaria (‘06), “millenium bug” (’99), Tylenol di J&J (’82), attentati a Londra (’05), mucca pazza (’01), febbre suina o messicana o virus A/H1N1 (’09). ● Esempi di crisi di alta gravità, con ampio coinvolgimento diretto o indiretto di molte persone, di elevata visibilità per i danni subiti. ● “La domanda che deve porsi ogni organizzazione non è se dovrà mai fronteggiare una crisi, bensì quale tipo di crisi aspettarsi e quando e come essa si verificherà.” I. Mitroff (fondatore del Institute for Crisis Mangement) ● Persone, pubbliche autorità, imprese sono soggette a potenziali crisi, che richiedono di: ridurre la probabilità di accadimento (preparedness planning) contenere gli effetti negativi di quanto in atto (crisis management) “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 4 Business Continuity Management Prefigurare e prevenire le criticità è una primaria responsabilità di management e un’attitudine mentale. • Business Continuity Management: il piano di continuità operativa che, attraverso un processo olistico di gestione, identifica i potenziali impatti che minacciano l’impresa e fornisce un quadro di riferimento all’organizzazione perché sia capace (competenze e risorse) di esprimere una risposta efficace (contenuti, azioni, tempi) a salvaguardia degli interessi dei principali stakeholder, della reputazione, del marchio e delle attività di creazione di valore dell’impresa stessa. • È una disciplina che mette in grado l’azienda di adottare l’approccio reputato più idoneo a fronteggiare possibili scenari di rischio derivanti dal verificarsi di eventi causali che, sfruttando le vulnerabilità di uno o più asset (infrastrutture, prodotti, relazioni, persone, sistemi informatici, ecc.), impediscono di ottemperare agli obblighi istituzionali o provocano danni, reputazionali e non, in grado di influire sulle capacità dell’azienda di continuare la propria attività di business. • È l’abilità strategica e tattica di una organizzazione di pianificare e rispondere a interferenze, incidenti, interruzioni del business con un livello accettabile di reazione predefinito per garantire continuità ai loro affari. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 2 5 Le componenti di Business Continuity Management • Business Impact Analysis – Individuazione di attività che presentano criticità e delle relative risorse critiche; identificazione e descrizione delle ripercussioni di eventuali interruzioni dell’attività operativa in seguito alla perdita di una o più risorse critiche. • Business Continuity Strategy – Definizione delle procedure generali in caso di perdita delle risorse critiche, decisioni fondamentali sull’approntamento delle risorse sostitutive. • Business Continuity Planning – Piano circostanziato delle misure atte a garantire la continuazione dell’attività operativa o la ripresa tempestiva dei processi critici; pianificazione dettagliata di procedure e responsabilità in caso di perdita di risorse critiche. • Business Continuity Testing – Verifica periodica dei Business Continuity Planning sotto il profilo della loro realizzabilità, efficacia e attualità. • Business Continuity Management Reporting – Report periodici sulle attività e lo stato degli interventi propedeutici per prevenire e/o fare fronte alle crisi operative. • Organizzazione della gestione delle crisi – Organizzazione della gestione delle crisi attraverso un apposito management team responsabile di affrontare e risolvere con efficacia le situazioni di crisi. • Business Continuity Management Training – Formazione tecnica dei collaboratori che hanno responsabilità/compiti nell’ambito della prevenzione e/o gestione delle criticità. • Business Continuity Management Communication – Misure per la comunicazione interna ed esterna nei casi di crisi. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 6 L e cinque fasi di Business Continuity Management Pre-project Planning Business Impact Analysis • Definizione del perimetro di intervento • Individuazione e valutazione dei processi critici • Impostazione e attivazione progetto • Valutazione impatti scenari di crisi • Individuazione aree critiche prioritarie Design Implementation Maintenance Testing Improvement Implementation • Individuazione soluzioni alternative di continuità. • Sviluppo /redazione del Business Continuity Plan • Realizzazione di misure per il trattamento dei rischi • Definizione strategia di Business Continuity di riferimento • Identificazione e predisposizione • Monitoraggio delle soluzioni realizzate • Infrastrutture e tecnologie • Miglioramento delle misure realizzate • Impostazione piano di realizzazione • Collaudo • Preparazione del personale D. Elliot, Business Continuity Management , Second Edition: A Crisis Management Approach, Routledge, 2009 “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 3 7 Classificazione delle crisi impatto + 14,4% le crisi catastrofiche (Strozniak – Battery) + 0 frequenza “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 8 Caratteristiche “classiche” della crisi • Eccezionalità dell’evento: – proprio perché improvvise, queste situazioni lasciano poco tempo per elaborare risposte. • Visibilità dell’evento: – attraggono l’attenzione degli organi d’informazione (loro dovere comunicarle) e di clienti, partner, autorità, politici, azionisti, dipendenti e loro famiglie, associazioni e gruppi di pressione, ... – la visibilità è anche direttamente proporzionale alla notorietà della impresa/marca coinvolta (non necessariamente all’entità del danno). – “The real crisis is not what actually happened; it’s what people think has happened.” (M.Bland – Strategic Crisis Management) • Necessità di risposte tempestive e pertinenti: – le prime 24 ore sono cruciali perché “posizionano” la crisi. – Ciò che segue è una spirale che con il passare del tempo aumenta in modo esponenziale gli effetti. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 4 9 • Errori commessi dall’organizzazione (imperizia, scarsa professionalità, mancanza nei sistemi di sicurezza, stime erronee, dimenticanze, …). • Relazioni conflittuali tra l’organizzazione ed altri soggetti (aggressività commerciale, acquisizioni ostili, esasperazione di posizione dominante, incapacità di ascolto, …). • Eventi negativi di origine ambientale (terremoti, alluvioni o altri eventi naturali che possono compromettere la continuità dell’agire). Costi: • Diretti (straordinari per la gestione della crisi: risarcire le vittime, ricostruire gli impianti, ritirare i prodotti coinvolti, comunicazione, …) • Indiretti (calo delle vendite, incremento tassi di interesse e polizze assicurative, diminuzione produttività, spirito di appartenenza, …) CREDIBILITÀ – FIDUCIA – REPUTAZIONE Tipologie e costi delle crisi per le imprese “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 10 La crisi come opportunità • Una crisi è prima di tutto un evento che pone in seria difficoltà l’impresa. • Però, all’interno di una crisi vi possono essere elementi che consentono di cogliere alcune opportunità: – possibilità di avviare cambiamenti organizzativi; – elaborazione di nuove strategie; – emergere di nuove potenzialità competitive; – perfezionamento di sistemi di prevenzione, controllo e gestione delle crisi; – rafforzamento della visibilità e della credibilità dell’organizzazione. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 5 11 Evoluzione delle crisi e loro gestione exit 1. PREVEDERE Soluzione preventiva Valutazione e apprendimento 4. GESTIRE IL DOPO CRISI 2. PROGRAMMARE Soluzione o fallimento Evento critico 3. GESTIRE LA CRISI E COMUNICARE (E.Invernizzi – Relazioni Pubbliche 2) “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 12 Il ruolo della comunicazione di crisi La comunicazione è essenziale in ogni situazione di crisi: prima, durante e dopo gli eventi. Prima per: – costruire relazioni ed affermare i valori dell’impresa; – “ascoltare”, essere sensibili su quanto c’è e avviene attorno l’impresa. Durante: – monitorare, informare, comunicare, mantenere relazioni. Dopo: – ricostruire relazioni; Prima, durante e dopo, – riaffermare valori; sia all’esterno che all’interno – ripristinare la reputazione. dell’organizzazione “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 6 13 Per una comunicazione di crisi efficace • Tempestiva e il più esaustiva possibile (“Tell it and tell it fast” per cercare di diventare l’unica o la più autorevole fonte). • Continuamente aggiornata (Durante le crisi, l’obsolescenza delle informazioni è esasperata, anche dalle tecnologie. È fondamentale aggiornare chi opera per l’impresa). • Centralizzata, per essere coerente (Non si deve perdere il controllo o essere contraddittori. Se necessario, anche la “periferia” deve poter comunicare, ma con modalità coordinate). • Trasparente e fortemente riferita ai valori etici dell’impresa (onestà dei comportamenti, volontà di cooperare, riaffermare credibilità) • Rivolta sia all’esterno, sia all’interno dell’organizzazione • Aperta all’ascolto (per monitorare, tenere conto, rispettare le posizioni degli “altri”). “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 14 Le situazioni di crisi L’esperienza insegna che: Le crisi si possono verificare in qualunque impresa. Ogni crisi – per quanto grave – può essere gestita in modo efficace. Tutte le aziende possono prepararsi ad affrontare una crisi. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 7 15 Tempi ed intensità di una crisi intensità AUTORITÀ massimaX X MEDIA alta X bassa ATTIVISTI definizione parametri dibattito X lungo decisione X più breve X stretto tempo “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 16 Cosa dovrebbe fare l’impresa? • Monitorare i micro-segnali e non sottovalutarli. • Costruire relazioni con Terze Parti autorevoli. • Intervenire nel dibattito pubblico da subito. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 8 17 Monitorare i micro-segnali • Spesso non hanno una seria base scientifica seria. • Però sottovalutare questi segnali è un errore. • Analizzarli, invece, consente di prepararsi. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 18 Costruire relazioni con Terze Parti • Spesso sono rapporti già presenti in azienda. • Magari condividono il nostro punto di vista. • Potrebbero essere i nostri portavoce e/o – comunque – intervenire nel dibattito. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 9 19 Intervenire nel dibattito pubblico Perché? • È li che vengono definiti i parametri. • L’Autorità sarà influenzata nelle sue decisioni dalle percezioni dell’opinione pubblica. Ma perché il punto di vista dell’impresa non dovrebbe fare parte del dibattito pubblico? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 20 L’impresa deve pensare al futuro Tra qualche anno, quale crisi sarà necessario gestire che è già latente oggi? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 10 21 Lo scenario del dibattito All’inizio coinvolge pochi Favorevoli Agnostici Contrari Opinione pubblica “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 22 Intervenire nel dibattito • I contrari non hanno motivazioni per cambiare la loro posizione. • Gli agnostici sono l’interlocutore chiave. • Gli organi d’informazione sono il media fondamentale per raggiungere l’opinione pubblica. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 11 23 Intervenire nel dibattito • Chi sta già influendo, ‘educando’ i giornalisti? • Cosa già conosce l’opinione pubblica? • Cosa può attrarre / preoccupare l'opinione pubblica? • Chi sono i portavoce più credibili per i media e l’opinione pubblica? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 24 Intervenire nel dibattito Il processo decisionale • Gli organismi di governo dovranno decidere tenendo conto dell’opinione pubblica. • Il parere degli esperti è importante solo se condiviso dall’opinione pubblica. • Non sempre l’opinione pubblica ha una posizione, in questo caso prevale l’esperto. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 12 25 Intervenire nel dibattito • L’obiettivo: – attrarre l’opinione pubblica o mantenerla agnostica. • La strategia: – focalizzarsi sugli interessi / attese / preoccupazioni dell’opinione pubblica. • L’azione: – attrarre l’attenzione dei media sui valori dell’impresa e/o ‘svuotare’ quelli antagonisti. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 26 Le sorti di una crisi Si sposteranno gli agnostici? E se si, dove? Favorevoli ? Agnostici ? Contrari Quella è la tesi che prevarrà! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 13 27 La comunicazione nelle situazioni di crisi Problema Opportunità “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 28 Cosa è una crisi? Si pensa alla crisi quando si fronteggia un fattore ‘tecnico’ negativo: impianto, prodotto, finanza, legale, dipendenti. Molto più spesso la crisi è solo nelle relazioni o nelle comunicazioni con gli interlocutori prioritari per l’impresa: coloro che possono influenzare direttamente o indirettamente il business, nel breve o nel medio periodo. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 14 29 Crisi tecnica o di comunicazione? Una crisi tecnica può non avere impatto esterno. Una crisi di comunicazione può non derivare da fattori tecnici. È crisi quando le domande poste all’impresa sono superiori alla sua capacità di dare risposte nei tempi e con le modalità attese dagli interlocutori critici. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 30 La curva delle domande e delle risposte intensità tempo “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 15 31 La crisi Si ha crisi quando le vicende che riguardano l’impresa influenzano o modificano negativamente la percezione che gli interlocutori chiave hanno di essa (prodotti, persone, affari). “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 32 Caratteristiche di una crisi Sorpresa Informazioni insufficienti Incalzare di eventi Perdita di controllo Severo esame dell'esterno Mentalità da stato di assedio Panico Focalizzazione sul breve termine “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 16 33 Gli ostacoli alla comunicazione Necessità di raccogliere tutti i fatti Desiderio di evitare il panico Mancanza di un portavoce Implicazioni legali Protezione dell'immagine aziendale Incapacità di risolvere il problema Timore di rivelare informazioni riservate “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 34 La necessità di comunicare Informare i decision makers interni ed esterni Affrontare le preoccupazioni degli interlocutori coinvolti Parlare o rispondere ai mezzi di informazione Controllare il fattore moltiplicatore Prendere l'offensiva Evitare i "maghi del lunedì“ “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 17 35 L’importanza di comunicare Se – comunque – lo verranno a sapere, è meglio che lo sappiano da noi. Perché … altri potrebbero distorcere i fatti ! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 36 Crisi o opportunità? Comunicare durante una crisi è uno degli strumenti fondamentali per essere percepiti dagli interlocutori come: seri, affidabili, responsabili, professionali. I benefici saranno tangibili per lungo tempo! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 18 37 I miti della Risk Communication “Il pubblico vuole il rischio zero” ma Assume quotidianamente rischi. Accetta i rischi ragionevoli per benefici evidenti. Comprende la probabilità di un rischio. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 38 I miti della Risk Communication “Comunicare i rischi creerebbe allarme tra il pubblico” ma Trattenere le informazioni è visto come nascondere i fatti. Condividere le informazioni può essere positivo “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 19 39 I miti della Risk Communication “È difficile far capire alla gente concetti tecnici complessi” ma Le emozioni sono molto più importanti della comprensione. Le aziende devono comprendere le percezioni del pubblico. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 40 Il pubblico vuole decidere “È un rischio che sono disposto ad accettare?” “Io stesso, che cosa farei al riguardo?” “Chi mi tutela realmente?” Le aziende tendono a dire “Abbiamo deciso per voi” “Abbiamo pensato a tutto noi” “Fidatevi di noi” “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 20 41 Come viene percepito il rischio Non segue schemi logici: – statisticamente più sicuro non vuol dire più sicuro. – i rischi eccezionali sono sovrastimati, mentre i rischi comuni vengono sottostimati. Gli atteggiamenti di base sono difficili da cambiare: – il rischio assume diversi significati a seconda dell’esperienza delle persone. È fortemente influenzato da fattori personali: – la familiarità. – la fonte d’informazione. È fortemente influenzato dal grado di controllo. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 42 Dinamiche di percezione del rischio Non familiare • Volo spaziale • Lavorare in un impianto chimico • Incidente casalingo • • • • • Energia nucleare Vivere vicino a un impianto chimico AIDS OGM Mucca pazza – SARS – febbre aviaria ... • • • • • • • • • Fumo passivo Viaggiare in auto come passeggero Viaggiare in aereo Incendio della casa Comune raffreddore Volontario Involontario Fumare Guidare l'auto Tuffarsi dal trampolino Sciare Familiare “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 21 43 Le 16 principali variabili nella percezione del rischio MENO RISCHIOSO PIU’ RISCHIOSO Volontario Involontario Familiare Non familiare Controllabile Incontrollabile Controllabile dall’individuo Controllabile da altri Equo Ingiusto Non memorabile Indimenticabile Non temuto Temibile Cronico Acuto Diffuso nel tempo e nello spazio Concentrato nel tempo e nello spazio Non fatale Fatale Immediato Ritardato Naturale Artificiale È possibile un’attenuazione da parte dell’individuo È impossibile un’attenuazione da parte dell’individuo Individuabile Non individuabile Moralmente irrilevante Moralmente rilevante Fonti d’informazione credibili Fonti d’informazione poco credibili “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 44 Dinamiche di percezione del rischio L'emozione è il fattore principale nella valutazione del rischio. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 22 45 Fasi di confronto con il rischio • Rifiuto • Rabbia • Depressione • Contrattazione • Accettazione “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 46 Comunicare il rischio Come portavoce: Capire in che fase sono gli interlocutori. Riconoscere la legittimità della loro emozione. Mostrare di comprendere la loro emozione e accettarla. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 23 47 Comunicare il rischio Essere in grado di rispondere sui fatti: “Quanto è realmente sicuro?” “Come fate a saperlo / dimostrarlo?” “Cosa state facendo a riguardo?” “Cosa invece non potete fare?” “Cosa ne pensa il pubblico / gli altri?” “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 48 Comunicare il rischio ... ma rispondere anche alle percezioni: “Ad ogni modo, di cosa realmente si tratta?” “Non potevate dirlo prima?” “Perché possiamo fidarci di voi?” “Che benefici / rischi comporta per noi / per la collettività” “Quanto vi interessa realmente risolvere questo problema?” “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 24 49 Comunicare il rischio • • • • • • • • • • • • • • • • • • … e rispondere alle domande dei giornalisti: Cosa è successo? Quando è successo? Dove è successo? Chi è coinvolto? Di chi è la colpa? Chi è colpevole? Quali sono i danni? Quali sono le cause? i fatti Cosa contate di fare rispetto alle cause? Cosa state facendo per risolvere il problema ora? Quali sono le conseguenze (economia, finanza, pubblico interessato, provvedimenti dell’autorità, …)? Di chi sono le responsabilità? È mai successo prima qualcosa di simile? Quali sono le misure da adottare adesso perché non si ripeta? la storia Che cosa potete dire alle persone coinvolte? Quali sono i costi di questa vicenda? Chi pagherà i danni? l’emozione Quale è il suo nome e il suo ruolo? (al portavoce) Quando possiamo avere un aggiornamento? il servizio “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 50 Comunicare il rischio • L’opinione pubblica teme il rischio • Gli organi d’informazione enfatizzano i rischi ma Tutti ricercano rassicurazioni e qualcuno di cui fidarsi: dell’azienda o degli antagonisti? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 25 51 I principi delle Risk Communication “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 52 Le statistiche sul rischio … … non fanno cambiare la preoccupazione del pubblico. La preoccupazione si riduce conquistando fiducia, non con le statistiche. I paragoni e le analogie sono difficilmente accettabili. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 26 53 Rispondere al fattore emotivo Essere una persona prima che un portavoce. Riconoscere e partecipare alle loro preoccupazioni. Hanno bisogno di fatti o di empatia? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 54 Sottolineare i benefici Rischi ragionevoli per benefici evidenti. Costituire benemerenze con gli interlocutori chiave e con la comunità. Sviluppare solide relazioni con terze parti autorevoli e competenti. ... ma non nello stesso contesto dei messaggi sul rischio ! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 27 55 Riconoscere cosa è una buona notizia I mezzi di comunicazione sono interessati a: Dichiarazioni facilmente memorabili Contatto personale, umano Aneddoti illustrativi che semplifichino Politica e persone non scienza e statistica “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 56 Creare fiducia Descrivere le azioni dell'azienda per monitorare / gestire / ridurre i rischi: – procedure di sicurezza. – attività passate e azioni future per la tutela della salute / sicurezza. Dimostrare l’impegno ! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 28 57 Costruire l'appoggio e la comprensione dei dipendenti I dipendenti sono gli ambasciatori dell’impresa nella comunità. Dipendenti = pubblico = controllo. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 58 Sviluppare relazioni con gli Opinion Leader Autorità amministrative e di governo Accademici di rilievo – Opinion leader / former Autorità mediche e di controllo Responsabili Protezione Civile e Ordine Pubblico Sindacalisti Ambientalisti Consumeristi Possibili alleati? “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 29 59 Affrontare gli interessi e le preoccupazioni del pubblico Ascoltare, essere aperti, flessibili, disposti ad accettare le proprie responsabilità. Aiutare il pubblico a superare le diverse fasi di risposta emotiva. Ascoltare i suggerimenti per cambiamenti e migliorie. Usare meccanismi per coinvolgere il pubblico. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 60 Mostrare l’impegno Far conoscere cosa si è fatto e si farà, dando i tempi di realizzazione e i risultati attesi. Coinvolgere / essere sostenuti da terze parti autorevoli. ‘Aprire i cancelli’ e dare ruolo ai dipendenti. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 30 61 Risk Communication L’obiettivo: creare fiducia. La strategia: considerare l'aspetto emotivo. condividere le preoccupazioni. mostrare l’impegno. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 62 I principi chiave della comunicazione in situazioni di crisi “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 31 63 Comunicazione in situazioni di crisi Comprendere il ruolo degli organi d’informazione. A loro serve: individuare la causa, la responsabilità. ricercare una buona notizia. rassicurare il pubblico. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 64 Comunicazione in situazioni di crisi Ricordare tutti gli interlocutori interni ed esterni, perché i dimenticati percepiranno di essere stati esclusi volutamente. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 32 65 Comunicazione in situazioni di crisi Gli interlocutori interni Dipendenti Direttori Dirigenti Quadri Corporation Famiglie Venditori Sanitari Sicurezza Sindacati … Call centre esterni Giornalisti Autorità locali Comunità locale Autorità centrali Clienti / Partner Opinion Leader Accademici / Esperti Comunità finanziaria Consumatori … Sito internet “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 66 Comunicazione in situazioni di crisi Perché comunicare agli interlocutori? per Dimostrare attenzione nei loro confronti. Per farli diventare alleati. Perché sono importanti per il futuro. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 33 67 Comunicazione in situazioni di crisi Se possibile ed efficace: allargare il problema. identificare gli alleati. Sempre … chiedersi se la crisi coinvolge altri business? (associazione di categoria?) (prodotti a monte o a valle?) (servizi correlati?) ……… “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 68 Comunicazione in situazioni di crisi La gestione delle crisi è strategica e non può essere improvvisata. La preparazione è una attitudine mentale e una responsabilità del management. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 34 69 Gli strumenti di preparazione e prevenzione alle criticità “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 70 Preparazione alle situazioni di crisi Per affrontare efficacemente le situazioni di crisi è indispensabile prepararsi a gestirle per evitare dispersioni e sovrapposizioni essere tempestivi e precisi contenerne gli effetti cogliere le opportunità “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 35 71 Preparazione alle situazioni di crisi Ogni crisi è diversa dalle altre, ma molto può essere: prefigurato: scenari – vulnerabilità. predefinito: responsabilità – procedure. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 72 Gli strumenti di preparazione alle situazioni di crisi • Analisi delle aree di vulnerabilità • Analisi di scenario / alleati - ostili • Comitato di crisi • Crisis training • Contingency plan • Manuale di risposta • Programmi di prevenzione “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 36 73 Programmi di prevenzione Contiene: Interventi tecnico-strutturali per ridurre le probabilità di specifiche crisi / criticità. Attività di comunicazione per costruire una reputazione di credibilità / serietà / responsabilità presso gli interlocutori chiave. Attività di formazione / informazione interna / esterna. “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 74 Internet & Crisis Communication “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 37 75 I blog in Italia ... oggi • Nelle situazioni di crisi i blog iniziano a svolgere un ruolo sempre più importante • Quale è il reale contributo della blogosfera? Cosa è utile fare e cosa invece rischia di far perdere tempo e focus? • È necessario suddividere la riflessione nelle due fasi fondamentali dell’issue management: la prevenzione delle criticità la gestione delle criticità “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 76 Nella gestione: blog privato • Progettare un blog aziendale privato (protetto da password) per rendere disponibili in tempo reale documenti e informative aziendali alle funzioni/sedi interessate. • La struttura del blog ed i poteri assegnati alle singole password consentono di dare o meno accesso alle varie sezioni a seconda del ruolo della funzione aziendale. • In situazioni di criticità questo strumento consente di: – diffondere istantaneamente note informative, posizioni aziendali e comunicati (così come di aggiornarli / correggerli in tempo reale); – dare proattivamente queste informazioni ai dipendenti (tutti o parte di essi), invece di attendere che venga ricercata o passivamente consumata sui mass media; – introdurre (se del caso) la funzione “commenti” per creare un meccanismo di feedback dai dipendenti (efficace strumento per il management per verificare in tempo reale il “sentiment” dei dipendenti ed intervenire ove opportuno, nel rispetto della privacy). “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 38 77 Nella comunicazione interna Una crisi per definizione destabilizza l’organizzazione e le sue risorse umane: le reazioni dei singoli possono essere molto diverse ma tutti soffrono la sindrome “dell’assedio”. Un blog per la comunicazione interna: 1. fornisce un aggiornamento rapido sul susseguirsi di eventi e posizioni aziendali 2. offre la possibilità, attraverso i post, di far sfogare le persone dando l’opportunità di esprimere opinioni/condividere preoccupazioni 3. permette di parlare ai dipendenti con una voce “umana” (video vs. e-mail) 4. permette di contrastare informazioni false o tendenziose pubblicate dai media 5. permette di “ascoltare” il clima interno, fornire direzione all’organizzazione e risposte alle preoccupazioni dei dipendenti Spesso si sottovaluta l’importanza di offrire una valvola di sfogo interna “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 78 Nella gestione: blog pubblico • Il blog interno può essere integrato con una sezione pubblica mantenuta offline, con una selezione specifica dei contenuti (vedi Preparedness Plan) e da attivare in tempo reale solo in caso di necessità. • Questa sezione (anche come contenuti) ha come scopo di rispondere alle necessità dei diversi stakeholder (partner, giornalisti, grande pubblico) perché consente di: – pubblicare istantaneamente comunicati e posizioni aziendali (aggiornandoli nel tempo e correggendo eventuali informazioni inesatte fornite da altri) e non solo; – “spingere” le informazioni dell’impresa verso i diversi stakeholder (eventualmente prevedendo l’attivazione di un link dal sito corporate); – valutare se attivare anche in questa sezione la funzione “commenti” per avere immediati feedback dai diversi stakeholder, sino a quelli dell’opinione pubblica in generale e degli antagonisti (con la messa on-line decisa dal web administrator). “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 39 79 Cosa serve fare 1. Aver studiato con largo anticipo l’utilizzo di questi blog da un punto di vista: potenziale, contenuti di comunicazione, stakeholder da raggiungere 2. Avere all’interno del Crisis Team il responsabile IT (coinvolto nella pianificazione, scelta e realizzazione dei sistemi) 3. Aver assegnato, nell’ambito della funzione di comunicazione, la responsabilità per la diramazione delle informazioni (piattaforme) 4. Aver sensibilizzato e formato gli stakeholder sull’esistenza del sistema di comunicazione e allerta, i casi nei quali il sistema viene utilizzato e le responsabilità (se ve ne sono) dei singoli stakeholder nell’ambito della crisi o dell’emergenza 5. Aver messo a punto sistemi attivabili senza l’ausilio degli specialisti ICT e con la “semplice” pressione di un tasto “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 80 Un esempio ... attivo da anni • I “Mass in Touch” capability sono prevalentemente appannaggio di enti governativi (es.: Protezione Civile); ma averlo non è sufficiente se gli stakeholder non sanno che esiste e come verrà utilizzato • Negli USA l’Emergency Alert System (EAS, operativo dal 1977 e che ha sostituito l’Emergency Broadcast System in funzione dal 1963) tutti sanno che in caso di emergenza le televisioni e le radio interrompono le trasmissioni per dare, a intervalli regolari, istruzioni su come comportarsi • Nel 2004 la Protezione Civile Italiana inviò agli italiani che erano in viaggio nell’area dell’Asia colpita dallo Tsunami un messaggio SMS che chiedeva di confermare con un altro sms la propria localizzazione: in poche ore, da migliaia di dispersi si passò a poche centinaia • Oggi le imprese maggiori potrebbero dotarsi di sistemi per comunicare istantaneamente con i loro diversi stakeholder... “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 40 81 Considerazioni finali • Una gestione di crisi senza la gestione della “comunicazione di crisi” equivale ad una non gestione • In un mondo caratterizzato dalla comunicazione istantanea, multipolare ed esponenziale, i tempi di reazione devono essere istantanei • Gli stakeholder chiedono di essere informati tempestivamente e con precisione • In una situazione di crisi mancano sempre il tempo e le risorse umane • La comunicazione deve essere diretta, contemporanea e multistakeholder Le imprese possono usare i nuovi media, non solo subirli! “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 82 Considerazioni finali In ogni azione dell’impresa è insita una potenziale criticità Prevenire e prefigurare è un’attitudine mentale di management Il comunicatore ha un ruolo strategico: ➘ mantenere alta la sensibilità dell’azienda ... per prevenire le criticità ➘ far capire come ci si sente nei panni degli altri ... per gestire le criticità “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 41 83 Bibliografia (alcuni testi richiamati in aula durante le lezioni dell’intero corso) Testo adottato: A.Pastore, M.Vernuccio, Impresa e comunicazione, Apogeo, 2008 Altri testi tra quelli i citati: • A.Beda, R.Bodo, La responsabilità sociale d’impresa, Il Sole 24 Ore • A.Cattaneo e P. Zanetto, Fare lobby. Manuale di public affairs, Etas, Milano, 2007 • E.Corvi, R.Fiocca, Comunicazione e valore nelle relazioni d'impresa, EGEA • B.Cova, A.Giordano, M.Pallera, Marketing non-convenzionale, Il Sole 24 Ore, 2008 • A.Di Raco, G.M.Santoro, Il manuale della comunicazione interna, Guerini Associati • G.Fabris, La comunicazione d’impresa, Sperling & Kupfer • G.Fabris, Valore e valori della marca, Franco Angeli • T.M.Falconi, GOREL, Governo delle relazioni, Il Sole 24 Ore, edizione 2005 • L. Ferrari – M. Ruotolo – R. Vigliani, Da target a Partner, isedi • A.Foglio, Il marketing industriale, Franco Angeli, 2000 • M.Gobé, Emotional Branding, Allworth Press, 2001 • L.Hinna, Come gestire la responsabilità sociale d’impresa, Il Sole 24 Ore • E.Invernizzi, Manuale di relazioni pubbliche vol. 1 e 2, McGraw-Hill, 2002/2006 • J.N.Kapferer, J.Thoenig, La marca: motore della competitività, Guerini Associati • P.Kotler, Marketing Management, Mondadori, 2007 • M.Lombardi, Comunicare nell’emergenza, Vita e Pensiero, 2005 • M.Molteni, D.Devigili, Il cause related marketing nella strategia d’impresa, Franco Angeli • L.Norsa, Come gestire la crisi aziendale, Esselibri, 2002 • F.Perrini, A.Tencati, Corporate Social Responsability, Egea, Milano, 2008 • A.Ries, J.Trout, La conquista della posizione vincente, McGraw-Hill • K.Roberts, Effetto Lovemarks, Saatchi&Saatchi, New York, 2006 “Comunicazione di impresa” (corso progredito) – 2° anno – Franco Guzzi 42