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15 maggio 2002 delle ore 21:12
fino al 10.VII.2002
Play - quarant'anni di videogiochi
Roma, Palazzo delle Esposizioni
La prima rassegna europea dedicata interamente all’universo videoludico ha aperto a Roma con
un ambizioso progetto: elevare il videogame ad espressione della cultura contemporanea…
Si è aperta il 24 aprile al Palazzo delle
Esposizioni di Roma Play, la prima mostra
europea dedicata allo sconfinato mondo dei
videogiochi. Tale settore dell’intrattenimento,
troppo a lungo ghettizzato nell’ambito di una
leggera e spesso poco costruttiva evasione, si
ritaglia oggi, come sottolinea Jaime D'Alessandro,
organizzatore della mostra, un’ufficiale dignità
artistica e culturale.
Non risultava più possibile trascurare
l’universo videoludico, soprattutto in coincidenza
con le sue ultime proficue interazioni con
l’ambito letterario, cinematografico e della
musica. Se prima infatti si pensava che il
passaggio da pellicola a videogioco fosse
l’unico sentiero percorribile, oggi ci si svela una
realtà opposta che ribalta, grazie anche
all’uscita nelle sale di Final Fantasy e del più
recente Tomb Raider, versioni cinematografiche
di due popolari videogames, gli schemi
prefissati della contaminazione tra forme di
comunicazione ludico-mediatica. Videogioco e
cultura, elementi che per quasi 40 anni sono
stati contrapposti rigidamente, si fondono oggi,
creando un connubio dai risultati sorprendenti
e senza dubbio danarosi. Il mondo videoludico,
accantonato una volta per tutte il pregiudizio di
superficialità e disimpegno, passa quindi dal
luogo della fiera a quello della mostra.
Ampia l’estensione dell’esposizione che vanta
1300 metri quadrati di superficie e 900 metri di
pareti espositive in cui viene illustrata, tramite
pannelli informativi e schermi a cristalli liquidi,
la storia dell’industria del software e dei suoi
protagonisti. Circa 300 i videogames citati:
mentre i più antichi, come il Vic 20 ed alcuni
Vectrex e Colecovision, si presentano come
intoccabili reperti da museo, in altre sezioni
espositive, relative prettamente alle console di
ultima generazione, è possibile cimentarsi con
i giochi elettronici sfidandosi magari
all’ultimissimo Warcraft 3, su GameCube o
sulla PlayStation 2. Play tocca le varie tappe
dello sviluppo del videogame, dagli albori
monocromatici e privi di alcun apporto sonoro
dell’ormai mitico Pong della console Atari, alla
nascita del coloratissimo Super Mario; anni in
cui il Sega MegaDrive, il SuperNintendo ed in
seguito la PlayStation, ne hanno rivoluzionato
la diffusione eleggendo i giochi elettronici ad
intrattenimento di massa e ad esperienza
sensibile dagli orizzonti sempre più estesi.
Un percorso che abbraccia in modo esaustivo e
dettagliato il tema della sperimentazione, dalle
prime piattaforme che rivoluzionarono la
grafica tradizionale in 3d, alla trasformazione
dell’hardware e dei primi processori della Intel
e della AMD; dalle introduttive schede grafiche
ed audio, fino ad approdare alle nuove proposte
tecnologiche che, non ancora lanciate sul
mercato, promettono cambiamenti radicali nel
settore.
Stando alle affermazioni dell’economista
Jeremy Rifkin nel best-seller L’era dell’accesso,
è la rivoluzione dell’intrattenimento il
fenomeno economico e sociale più potente dei
nostri tempi e, confrontando le statistiche, già
alla fine del ventesimo secolo, l’occupazione
principale degli occidentali non erano più gli
affari, ma il divertimento.
Non risulta quindi senza ragione lo scopo primo
della mostra, quello cioè di dimostrare come il
videogioco sia ormai diventato, a tutti gli effetti,
una forma di espressione culturale.
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Fino al 10.VII.2002
Play. Il mondo dei videogiochi, a cura di Jaime
d’Alessandro e Maria Grazia Tolomeo
Roma, Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale 194, 064745903, tutti i giorni
10-21 ch mar, ingresso intero 7.75 euro, ridotto
5.16 euro, catalogo PdE edizioni 25 euro,
palaexpo.com
indice dei nomi: Maria Grazia Tolomeo,
Jeremy Rifkin
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