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Eros, cinismo e violenza: al Novelli di Rimini il nuovo
spettacolo di Lunetta Savino
Spettacoli - 05 gennaio 2016 - 12:55
“Tra i miei passatempi preferiti c’è quello di rovistare nei cassetti di Vittorio Franceschi.
Riesce ogni volta a sorprendermi per la quantità e la qualità di progetti che saltano fuori come
salmoni a primavera. La sorpresa più grande è che molti di loro sono inediti o lo sono soltanto
per l’Italia. E’ così che qualche tempo fa mi saltò tra le mani Grand Guignol all’italiana”.
Così Alessandro D’Alatri spiega nelle note di regia la genesi dello spettacolo in scena
venerdì 8 gennaio al Teatro Novelli (sipario alle 21), con protagonista Lunetta Savino,
volto noto al pubblico del piccolo schermo e apprezzata interprete teatrale.
Con “Grand Guignol all’italiana” D’Alatri porta in scena un testo dimenticato in un cassetto
per 15 anni, “un gioiello – spiega ancora il regista - che attendeva pazientemente da quindici
anni di venire compreso e amato. Chi conosce la drammaturgia di Franceschi sa bene quanto
l’ironia sia un elemento costante del suo sguardo sulla vita. In questo caso direi che si è
divertito a trasformarla in graffiante satira che fa aleggiare nei due atti come un refolo entrato
da uno spiffero e che lentamente si trasforma in un tempestoso vortice. I cinque personaggi,
con i loro comportamenti, linguaggi e il mondo che rappresentano ci accompagnano nel
grande vuoto di questi tempi riempiendolo di surreale comicità. E’ uno spettacolo surreale ma
veritiero. Caratteristica del teatro che più amo. Per questo motivo ho fortemente voluto che
ogni elemento dello spettacolo, dalle scene ai costumi, alle luci, rispondesse a queste
peculiarità. Quindi grande divertimento, ma al tempo stesso, proprio come in un Grand
Guignol, una feroce condanna dell’egoismo e del perbenismo”.
In scena scorrono le storie di un’innocente colf depressa, di un salumiere di successo, di una
guida turistica ignorante con una moglie fedifraga e isterica, di un postino sensibilmente gay.
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Con un immancabile coup de théâtre finale.
Teatro a tinte forti, farsesco e macabro, dove scorrono in abbondanza grossolanità,
cinismo, pathos, violenza, eros e storie di cronaca nera, il genere del “grand guignol” trae
le sue origini nella letteratura popolare della Francia di fine Ottocento. Un teatro dagli effetti,
talvolta, di involontaria e grottesca comicità. L'ideale per raccontare attraverso la satira l’Italia
di oggi.
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