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green it L’efficienza energetica delle apparecchiature informatiche da ufficio di Eugenio Capra, Chiara Francalanci, Francesco Frugiuele e Alberto Vezzoso G L’efficientamento dei data center riguarda ovviamente solamente le aziende di grandi dimensioni, che dispongono di un proprio data center. Analogamente, lo sviluppo di software che induca bassi consumi energetici sui server è un tema di interesse solamente per le aziende che sviluppano software in-house. Al contrario, l’efficienza energetica dell’It distribuito, cioè degli strumenti di produttività individuale e delle postazioni di lavoro, è di interesse per la grande maggioranza delle aziende, considerata l’ormai grande diffusione di questi strumenti. L’importanza dei consumi energetici dell’It Figura 1 – Ripartizione dei consumi energetici dell’It in una media azienda di servizi con 300 dipendenti (Fonte: Politecnico di Milano) li apparati elettronici e informatici, che stanno ormai alla base del funzionamento di qualunque ente o azienda, hanno un consumo di energia non trascurabile, che ha impatto sia sull’ambiente che sui costi operativi di un’azienda. Se si considera una media azienda di servizi, con circa 300 dipendenti, l’It può essere responsabile di una percentuale tra il 30% e il 70% dei consumi elettrici complessivi, a seconda della stagione e del tipo di impianto di climatizzazione presente. Tradotto in cifre questo vuol dire mediamente 1.400 kilowatt/h al giorno, quasi 170 euro al giorno e 60 mila all’anno. Studiare e ottimizzare questi consumi rientra nel campo di applicazione del “Green It”, disciplina sempre più discussa in questi ultimi anni. Green It può avere tanti significati e campi di applicazione, per cui può essere utile fare un po’ di chiarezza. Una prima distinzione può essere fatta tra: • Riduzione del consumo energetico causato dall’It; • Gestione del ciclo di vita dei componenti It (per es. rifiuti Raee); • Utilizzo dell’It per rendere energeticamente più efficienti gli altri processi (più propriamente chiamato It for green o It for a greener business). Nell’ambito dell’efficienza energetica dell’It, cioè della prima accezione, si possono poi individuare diversi campi di azione: • Efficientamento dell’It distribuito; • Efficientamento dei data center (sale server); • Green Software. Eugenio Capra, Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica e Informazione [email protected] Chiara Francalanci, Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica e Informazione [email protected] Francesco Frugiuele, Beta80. [email protected] Alberto Vezzoso, Beta80. [email protected] La Figura 1 mostra la ripartizione dei consumi tra i vari componenti It in un’azienda di servizi di medie dimensioni. Come si può notare l’It distribuito è responsabile di circa il 50% dei consumi. I soli Pc contribuiscono a quasi un terzo dei consumi. Il progetto con Regione Lombardia In questo contesto Regione Lombardia, Politecnico di Milano e Beta80group hanno svolto nel corso del 2010 un progetto volto alla definizione di linee guida applicative e operative per guidare gli enti regionali nell’identificazione di criteri da applicare nell’ambito delle procedure di acquisto delle apparecchiature elettroniche e informatiche a basso impatto ambientale (tema normalmente definito “Acquisti Verdi” o in inglese Green Public Procurement o Gpp). Affrontare questa attività esclusivamente elaborando indicazioni prescrittive e cogenti finalizzate al solo rispetto delle norme vigenti appariva tuttavia limitante. Si è ritenuto più proficuo affrontare il tema degli acquisti Gpp in un’ottica più ampia, tenendo in considerazione anche le esigenze dell’efficienza energetica, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, le Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 - 41 green it modalità di utilizzo delle stesse e più in generale tutti gli aspetti che coinvolgono il Green It attingendo anche a competenze di soggetti che hanno acquisito una significativa esperienza in questo ambito. Coniugare il tema del Gpp, prevalentemente di carattere normativo, con il tema più ampio dell’efficienza energetica e della diminuzione del Total Cost of Ownership (Tco) delle apparecchiature elettroniche e informatiche è stato propriamente il focus della ricerca. Il progetto con Regione Lombardia si è pertanto mosso lungo quattro direttrici: • Elaborazione di linee guida applicative per l’acquisto e l’utilizzo di apparecchiature elettroniche e informatiche finalizzati al rispetto di criteri ecologici e all’ottimizzazione del consumo energetico; • Elaborazione di criteri avanzati e premianti di eco-compatibilità per il Gpp in ambito It e delle relative linee guida applicative; • Definizione di best practice, che tengano in considerazione i parametri di hardware, software e il loro utilizzo in funzione dei profili utenti, per un uso delle risorse informatiche che massimizzi l’efficienza energetica; • Costruzione di un’analisi di scenario in grado di quantificare, in funzione dei profili utenti, i risparmi possibili ottenibili con l’applicazione delle best practice (acquisto hardware e utilizzo) rispetto ai consumi attuali. L’attività si è svolta nel corso dell’anno 2010. Lo sviluppo dei primi due temi si è svolta in modo coordinato con il tavolo di lavoro per l’“Accordo volontario tra Sistema regionale, Sistema Camerale e Associazioni di Categoria” ed è partito dall’analisi della situazione normativa e degli strumenti attualmente a disposizione, oltre a un lavoro di laboratorio finalizzato ad analizzare consumi ed elaborare benchmark finalizzati a ipotizzare delle classi di merito per le apparecchiature elettroniche e informatiche in modo analogo a quanto si fa già per gli elettrodomestici e per gli edifici. La seconda parte dell’attività, invece, si è svolta effettuando sul territorio un’attività di survey e discovery in alcuni enti campione per comprendere quali apparecchiature sono in uso, come sono utilizzate e deducendo di conseguenza quali sono le possibili ottimizzazioni che possono essere effettuate. Il lavoro si è concluso analizzando con maggior dettaglio uno specifico Ente che aveva a disposizione delle informazioni di dettaglio sia sui dati del personale sia sui dati delle apparecchiature, e ha prodotto – ancorché in modo approssimato – dei numeri relativi ai risparmi che possono essere ottenuti. Come rendere l’It distribuito energeticamente efficiente? Per rendere più efficiente l’It distribuito sono state individuate tre leve principali, applicabili anche contemporaneamente. • Politiche di acquisto, aventi l’obiettivo di acquistare macchi- Green Public Procurement: le azioni di Regione Lombardia di Franco Picco* L’integrazione di specifici requisiti ambientali nelle procedure di approvvigionamento delle amministrazioni pubbliche rappresenta un’efficace scelta metodologica per qualificare il profilo ambientale delle forniture, oltre che per privilegiare soluzioni a più ridotto impatto antropico e minori esternalità connesse al ciclo di vita di un bene o di un servizio. Regione Lombardia promuove l’implementazione del Gpp sia al proprio interno sia presso gli enti locali e il sistema delle imprese, attraverso accordi programmatici, incentivi all’ecoinnovazione nella produzione di beni e servizi “verdi”, norme che integrano e valorizzano l’adozione dei criteri ambientali propri del Gpp. A tal proposito, per esempio: • Nel promuovere le attività di recupero dei rifiuti: la l.r. 26/2003 prevede la inclusione di materiali provenienti dal mercato del riciclaggio nei capitolati d’appalto di opere pubbliche, con il ricorso a beni riciclati per compensare il fabbisogno annuo degli enti locali; • Per la prevenzione e riduzione delle emissioni in atmosfera: la l.r. 24/2006 promuove la definizione di criteri tecnicoambientali da implementare negli enti pubblici lombardi ai fini della dotazione esclusiva di veicoli a basso impatto ambientale e dell’efficienza energetica di apparecchiature elettroniche e informatiche; • Per contenere e razionalizzare la spesa pubblica: la l.r. 33/2007 ha individuato la Centrale regionale acquisti quale stazione di committenza per Regione, enti del sistema regionale e tutti gli enti pubblici convenzionati, preposta allo svolgimento di gare aggregate che, mediante intermediazione telematica, consentono di migliorare il rapporto qualità/prezzo e il profilo ambientale delle forniture richieste. Particolare rilevanza per la implementazione del Gpp nel sistema pubblico e produttivo regionale è assunta dal recente Accordo volontario che Regione Lombardia ha sottoscritto con Unioncamere Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e Lombardia Informatica-Centrale regionale acquisti. L’Accordo volontario attiva un rapporto virtuoso tra domanda e offerta, basato sull’impegno reciproco delle imprese e del settore pubblico regionale per migliorare il profilo ambientale delle catene di fornitura e orientare il mercato verso 42 - Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 green it nari che consumano meno. Tali politiche sono anche identificate sotto la dicitura di green procurement e si traducono nella certificazione dei fornitori, nella definizione di specifiche green nei capitolati di gara e nell’assegnazione di un punteggio premiante (si consiglia 15% del punteggio tecnico) nelle gare di appalto. È importante che tali politiche si fondino sull’efficienza, cioè sul consumo rapportato ai requisiti funzionali, piuttosto che sul consumo in valore assoluto; • Politiche comportamentali, aventi come obiettivo un utilizzo più consapevole ed efficiente delle macchine installate. Scopo principali di tali politiche è ridurre il consumo delle apparecchiature quando non effettivamente utilizzate, per esempio spegnendole o utilizzando le funzioni di risparmio energetico ormai messe a disposizione dalla maggior parte dei produttori. Tali politiche possono essere suggerite tramite azioni di sensibilizzazione, imposte da policy aziendali o addirittura implementate tramite sistemi di controllo centralizzati; • Politiche di gestione, finalizzate ad una migliore gestione del parco macchine It. Queste politiche si traducono nell’assegnazione delle risorse It in base al reale fabbisogno di calcolo dei diversi profili per evitare sprechi. Il green procurement Il Green public procurement (Gpp, indicato anche come acquisti verdi) consiste in una procedura di acquisto che integra nei criteri di selezione considerazioni di carattere ambientale al fine di conseguire gli obiettivi di riduzione dell’uso delle sostanze pericolose, di facilità di smaltimento, di efficienza e risparmio nel consumo di energia. La normativa Gpp è molto ampia ed è presente sia a livello comunitario, sia a livello nazionale e regionale. A livello comunitario in particolare non sono definiti obblighi, ma una chiaro suggerimento a introdurre considerazioni ambientali negli appalti pubblici subordinando il principio di economicità alla valorizzazione dei criteri ambientali. La normativa nazionale, e in particolare il codice degli appalti pubblici (D.Lgs163/2006), ha rafforzato gli input comunitari indicando di inserire nelle procedure di acquisto criteri ambientali ogni qual volta sia possibile. Ulteriore elemento significativo a livello nazionale è il Pan Gpp (Piano Nazionale d’Azione sul Green Public Procurement) che impone a tutti gli enti pubblici e società a capitale pubblico di approvvigionarsi per il 30% con manufatti realizzati con materiale riciclato. Lo stesso Pan, inoltre, individua alcuni strumenti conoscitivi dei quali ci si può avvalere per individuare le caratteristiche ecologiche dei beni acquistati. In particolar modo sono identificati i seguenti strumenti: • Etichette ambientali (ISO tipo I, disciplinate norma ISO 14024 – ad esempio EU Eco-label, Nordic Swan, Bluer Angel); • Autodichiarazioni ambientali (ISO tipo II, disciplinati dalla norma ISO 14021, ad esempio Energy Star); beni e servizi a maggiore compatibilità ambientale, utilizzando come vettore l’elevato potenziale di acquisto della pubblica amministrazione e valorizzando il Gpp quale strumento di politica aziendale. L’intesa istituzionale incentiva l’implementazione di procedure e strumenti Gpp con una dotazione finanziaria di due milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione e dal Sistema camerale nell’ambito di un aggiornato quadro tecnico di riferimento che, in prima attuazione, riguarda la fornitura e gestione dell’It da ufficio, l’organizzazione del parco veicolare, la fornitura di energia elettrica agli edifici pubblici e l’organizzazione di eventi di comunicazione. Per tali categorie merceologiche, considerate di interesse prioritario per la riduzione di emissioni climalteranti e per incidenza di spesa nei bilanci degli enti pubblici regionali, i disciplinari predisposti individuano criteri ambientali minimi sulla base di standard accreditati e caratterizzando un sistema premiante. Si tratta di un approccio ambizioso e sfidante, rispetto al quale i sottoscrittori dell’Accordo intendono esercitare una funzione di modello comportamentale che orienti il mercato, influenzando le scelte delle aziende del nostro territorio verso il miglioramento delle prestazioni ambientali di prodotti e servizi. *Direttore Generale all’Ambiente, Energia e Reti Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 - 43 green it • Dichiarazioni Ambientali di prodotto (ISO tipo III, norma ISO 14025); • Marchi ed Etichettature di obbligatorie come l’etichettatura delle sostanze pericolose. Tra questi strumenti, quello privilegiato (anche se non obbligatorio) è l’etichettatura ambientale ISO di Tipo I. Infatti questa si basa per i singoli manufatti sul rispetto di criteri ambientali multipli che tengono conto, cioè, di più aspetti (per esempio assenza di sostanze dannose, riciclo dei componenti, consumo energetico, garanzia di parti di ricambio, etc.). Tali criteri, inoltre, sono verificati da terze parti indipendenti e quindi non impongono all’ente che acquista ulteriori verifiche. Figura 2 – Principali etichettature Tali etichette hanno il merito di costituire, in gran parte dei casi, una condizione sufficiente per il rispetto dei criteri obbligatori (che devono cioè essere rispettati perché l’apparato sia acquistabile) e ha il vantaggio di essere un mezzo di prova per l’ente acquirente del rispetto di tali criteri. Tuttavia il possesso di un’etichettatura non può mai essere imposto sia perché un apparecchiatura può presentare le medesime caratteristiche pur non avendo la certificazione sia perché molto spesso le caratteristiche certificate sono più restrittive rispetto ai requisiti di legge. Anche l’autodichiarazione (ISO tipo II) è un buono strumento, nonostante sia da utilizzare con consapevolezza, visto che è limitato a una sola tipologia di impatto ambientale. Una delle più importanti autodichiarazioni è Energy Star che si focalizza sull’efficienza energetica. Energy Star stabilisce dei criteri di consumo che devono essere rispettati da un prodotto per poter ricevere l’etichetta, che ne attesta l’efficienza energetica rispetto a una particolare categoria di dispositivi. Va notato che pur essendo Energy Star un’ottima base di partenza per il Green public procurement in quanto fornisce un modo per identificare i dispositivi migliori presenti sul mercato, per quanto concerne l’ottimizzazione del consumo energetico, può essere fatto di più. In primo luogo le specifiche Energy Star per i Pc si basano essenzialmente sul consumo in idle dei dispositivi; questo è molto differente rispetto a quello di un 44 - Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 Pc che esegue un’applicazione dal momento che il componente che più consuma energia è il processore, che è sotto carico soprattutto quando sono eseguite delle applicazioni. Inoltre, Energy Star presuppone nella sua valutazione una corretta configurazione delle opzioni di power management, anche se questa spesso è modificata dall’utente finale. Infine va notato che Energy Star prevede un solo livello di premialità dividendo i prodotti in etichettati e non etichettati, ma non fornisce informazioni dettagliate sul livello di efficienza dei prodotti etichettati. Nell’ambito della legislazione regionale il tema Gpp è affrontato nella legge n. 24 dell’11 dicembre 2006. L’articolo 26 della stessa legge impegna, in particolare, la Regione a identificare i requisiti di efficienza energetica e relativi tempi di applicazione nella acquisizione di apparecchiature elettroniche e informatiche per ufficio da parte delle amministrazioni regionali, provinciali e locali nonché degli enti regionali di diritto pubblico. In questo ambito, di concerto con il tavolo di lavoro per l’“Accordo volontario tra Sistema regionale, Sistema Camerale e Associazioni di Categoria” sono state definiti delle linee guida per definire: • L’insieme dei criteri obbligatori che devono essere rispettati dalle apparecchiature elettroniche ed informatiche. Questi requisiti sono cogenti e pertanto una pubblica amministrazione non può procedere con l’acquisto di tali apparecchiature; • L’insieme dei criteri premianti, l’insieme dei criteri cioè con cui nell’ambito di una procedura d’acquisto possono essere riservati dei “punti” da dare alle proposte che risultino particolarmente rispettose dell’ambiente. Il tema dei criteri premianti è particolarmente rilevante, giacché una corretta definizione dei criteri premianti può spingere ad acquisti più green. Uno degli studi fatti nell’ambito di questa ricerca, in particolare, è stato quello di analizzare le performance di consumo energetico di diversi Pc (tutti comunque etichettati Energy Star). La figura sottostante mostra l’indicatore Total Energy Consumption (Tec, stima del consumo annuo di un dispositivo sulla base di un utilizzo standard) di un Figura 3 green it campione di Pc Desktop, classificati in base alla potenza del processore a parità di altre caratteristiche. In questo contesto sono state identificate tre classi (Classe A, consumo inferiore al 25% rispetto alla media; Classe B, consumo tra il -25% e il 25% rispetto alla media; Classe C, consumo superiore del 25% rispetto alla media). In figura 3 è mostrato che nonostante il rispetto di Energy Star, la differenza di consumo energetico, anche a parità di prestazione, è molto consistente. Pertanto un utilizzo di classi di merito e l’attribuzione di un punteggio maggiore ad apparecchiature più efficienti, potrebbe a scelte di acquisto maggiormente green. Politiche di gestione Le politiche di gestione hanno la finalità di assegnare le risorse It in base ai reali fabbisogni dei diversi profili utenti. Molto spesso infatti le postazioni It sono soggette a un’eccessiva standardizzazione, che risulta nell’assegnazione di macchine con caratteristiche e potenza molto superiori a quelle realmente necessarie per la maggior parte degli utenti. La creazione di diversi profili It comporta ovviamente dei costi nascosti dovuti alla gestione della complessità. Tuttavia, se il numero di configurazioni contemplate viene mantenuto limitato la maggiore complessità rimane gestibile dal personale già presente e non si traduce in costi diretti, ma solamente nella necessità di formazione e cambiamento organizzativo. Un cambiamento culturale è necessario anche per razionalizzare l’assegnazione delle risorse: molto spesso gli strumenti It sono ancora visti come status symbol e assegnati in base al livello gerarchico e non al reale utilizzo. Le interviste condotte in Regione Lombardia hanno portato all’individuazione di cinque profili It: • Dirigente; • Amministrativo; • Operatore di cartografia; • Operatore sul territorio; • Operatore di core business, dipendente dallo specifico ente di appartenenza e non standardizzabile. Per ciascuno di questi profili sono state individuate le operazioni più comune svolte tramite l’It e i relativi requisiti, nonché le applicazioni software utilizzate più frequentemente. Questo ha permesso di definire delle linee guida rispetto alla dotazione informatica, in particolare: • Livello dei requisiti HW del PC; • Opportunità di avere laptop anziché desktop; • Dimensioni dello schermo; • Applicazioni necessarie da installare. Politiche comportamentali Le politiche di comportamento sono finalizzate a conseguire risparmi e generare efficienza a parità di strumentazione a disposizione. Le politiche comportamentali sono in generale applicazioni del buon senso e si basano sulla considerazione che quando un dispositivo non è utilizzato, dovrebbe andare in modalità di risparmio energetico o essere spento, che quando è possibile diminuire la luminosità del monitor si dovrebbe procedere in tal senso, che quando è possibile si può guardare un documento su schermo anziché stamparlo. Strumenti che possono portare a un risparmio energetico nell’utilizzo dei Pc sono ad esempio “Salva Schermo”, “Sospensione su Ram”, “Sospensione su disco” e “Spegnimento”. Le politiche comportamentali possono essere più o meno stringenti e possono essere stabilite tramite introduzione di linee guida comportamentali (dare ad esempio l’indicazione di mettere in stand by il computer in pausa pranzo) o più stringenti utilizzando ad esempio strumenti automatici di workplace management, già presenti sul mercato, che per esempio permettono di programmare lo spegnimento notturno dei dispositivi o l’esecuzione automatica di tool di ottimizzazione. In questo ultimo caso, tuttavia, va notato che non sempre è possibile applicare le stesse politiche per ogni profilo utente e che queste dovrebbero essere personalizzate in funzione di questo. Un forte miglioramento delle performance ambientali ottenibile con politiche di comportamento, inoltre, è quello della stampa. Impostare fronte/retro e stampo bianco e nero come modalità di default della stampanti, ricorrere alla modalità stampa in bozza, rendere più accessibile e semplice le opzioni di stampa (introducendo più driver di stampa, anziché imporre di entrare nelle opzioni di dettaglio di un singolo driver) sono tutte politiche che possono portare a significativi risparmi. Conclusioni Per fornire la stima quantitativa si è utilizzato il caso di un ente di Regione Lombardia, nel seguito denominato agenzia, scelta sulla base di criteri dimensionali e di complessità in modo da rappresentare un caso completo e di concreto interesse. Per ottenere una stima dei risparmi potenziali, è stato necessario rilevare dati sulle risorse It presenti in agenzia, già disponibili grazie a una precedente iniziativa di asset inventory, dati sulle risorse umane, in termini di profili di utilizzo, numerosità e dotazione informatica, e informazioni sulle politiche gestionali in essere (spegnimento Pc in pausa pranzo, utilizzo di screensaver, etc.). Queste informazioni hanno consentito da un lato di fare una stima del consumo attuale di energia senza dover misurare tutti i consumi in dettaglio, operazione che risulterebbe poco fattibile su larga scala, dall’altro di costruire degli scenari attraverso i quali ipotizzare il risparmio ottenibile adottando politiche di acquisto, politiche gestionali e politiche di comportamento opportune. Sono stati considerati cinque scenari distinti, brevemente descritti in Tabella 1. Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 - 45 green it Scenario Descrizione Scenario 1 Situazione attuale dell’agenzia senza l’adozione di alcuna politica di risparmio energetico: caso AS- IS. Scenario 2 Situazione AS-IS con la sola introduzione di politiche d'acquisto green (Gpp). Scenario 3 Situazione AS-IS con la sola introduzione di politiche di gestione: assegnazione risorse secondo reale fabbisogno di ciascun profilo utente. Scenario 4 Situazione AS-IS con la sola introduzione di politiche comportamentali: impostazione e adozione di opzioni di risparmio energetico per tutti i dispositivi. Scenario 5 Situazione di massima efficienza energetica con l’applicazione di tutte le politiche di risparmio energetico descritte in precedenza. Tabella 1 Per ogni scenario si è calcolato il consumo previsto annuale. Le stime di consumo annuale per ciascuno scenario, considerando la somma di Pc e monitor, sono rappresentate nella tabella sottostante. Scenario Consumo (kWh) Costo (€) CO2 (kg) Alberi 1 246.193 34.467 6.820 136.391 2 72.641 10.170 40.243 2.012 3 129.932 18.191 71.982 3.599 4 133.087 18.632 73.730 3.687 5 35.327 4.946 19.571 979 Tabella 2 – Stima del consumo energetico annuale negli scenari della Tabella 1 Come si può notare la differenza tra lo Scenario 1 e lo Scenario 5 è di oltre un ordine di grandezza. L’introduzione anche di una singola leva di risparmio energetico ha comunque effetti rilevanti sul consumo. La Figura 4 presenta il risparmio percentuale di ciascuno degli scenari ottimizzati rispetto al consumo attuale (Scenario 1). Come si nota si può giungere a un risparmio dell’86%. In primo luogo, l’adozione di macchine a basso consumo energetico è l’intervento che, da solo, è in grado di portare i maggiore risparmi (70%). In secondo luogo, le pratiche di comportamento o le pratiche di gestione prese singolarmente portano a un risparmio significativo (46%) e tale risparmio può essere ottenuto semplicemente con uno sforzo gestionale o con l’adozione di software specifici spesso free, entrambi attività con un basso impatto economico. Questi risultati confermano come le politiche di Gpp sono 46 - Sistemi&Impresa N.2 - febbraio 2011 Figura 4 – Risparmi percentuali ottenibili applicando politiche green di acquisto, comportamentali e di gestione senz’altro positive e sono quelle che garantiscono, singolarmente, il risultato più significativo. La sostituzione delle macchine con equivalenti più efficienti non è giustificabile solamente in termini di risparmio sui costi energetici. Tuttavia, se si considerano politiche di green procurement e di corretta assegnazione delle macchine ai diversi profili nell’ambito del rinnovo dei dispositivi giunti alla fine del loro ciclo di vita l’approccio può diventare sostenibile anche da un punto di vista economico. Gli apparati a basso consumo hanno solitamente un costo leggermente più alto (5-10%) rispetto ai modelli più comunemente utilizzato. Il risparmio per postazione di lavoro è di circa 25 euro all’anno, che può portare a coprire il premium price per apparati a basso consumo mediamente in circa 3-4 anni. Tale ragionamento è evidentemente limitato, perché non considera il costo provocato dall’emissione di CO2 aggiuntiva pari a circa 96 tonnellate annue e i vantaggi ambientali, sociali e di immagine presentati da questa scelta ma, in un periodo di contrazione degli investimenti non può non essere tenuto in considerazione. Parallelamente a questo ragionamento occorre evidenziare che l’adozione di politiche di gestione e di politiche di comportamento, pur avendo un costo monetario limitato (ancorché rappresentino uno sforzo culturale per la pubblica amministrazione) portano a risultati significativi e confrontabili con il Gpp. Questo ci porta a dire che da un lato concentrarsi sulle sole politiche di acquisto sarebbe limitante, perché non si riuscirebbero a cogliere tutte le potenzialità di risparmio energetico, dall’altro che anche nell’impossibilità di sostituzione completa degli apparati, l’amministrazione adottando politiche gestionali e di comportamento può raggiungere dei risultati importanti. Da un punto di vista prettamente teorico, infatti, il risparmio ottenibile utilizzando le stesse macchine, ma applicando sia i criteri gestionali sia i criteri di comportamento, arriverebbe a una cifra quasi confrontabile con quello ottenibile da politiche di Gpp.