La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32
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La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32
Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 Multivitamine e lettura testo. Fratelli e sorelle, abbiamo un testo pesante e difficile di fronte a noi, non tanto per la sua interpretazione, ma per il significato e per l’applicazione. [tempo di preghiera per rispondere al Signore – preghiera e canto … Alberto “bel testo da predicare prima delle nomine”] Ancora prima di un’esortazione specifica da questo testo, vorrei fare qualche premessa. [quattro premesse, che sono concatenate tra di loro, e le ultime due ci portano dentro il vivo del messaggio] Prima premessa: Questo testo è importante per tutti noi – per anziani, per coppie, per singole, per credenti e quelli che si stanno affacciando alla comunità. Per studenti universitari e adolescenti forse ci sono punti ancora più salienti. Ma una cautela: genitori e per chi ci ascolta online, valutate bene come e quando comunicare queste verità ai vostri figli. I nostri piccoli sono allo studio multivitamine, e questo è particolarmente appropriato per il nostro tema oggi. Sta mattina sentiremo parlare di peccati sessuali, ed cercherò di applicare questi insegnamenti alle cose che affrontiamo oggi nella nostra cultura; ed in questo aspetto, non siamo molto distanti dal contesto morale della Roma del primo secolo A.C. Sappiamo che Paolo scrisse queste cose per la chiesa, per tutta la chiesa; e originalmente le Epistole erano scritte da leggere ad alta voce quando la chiesa era riunita (spesso riunita in case, dove sarebbero stati presenti donne e uomini, più ricchi e più poveri, anziani e giovani – basta dare un occhiata al capitolo 16 di questa epistola per apprezzare questo realtà). Alla fine del messaggio voglio cercare di essere molto pratico, e spero utile, nel dare suggerimenti di come affrontare peccato sessuale nella nostra. Non dobbiamo essere allarmati da questo, ma ringraziare il Signore che le Sue Scritture sono oneste e affrontano temi profondi del cuore umano e nella nostra cultura. Seconda premessa: vogliamo essere (e credo che in parte lo siamo già) una chiesa di cui si può dire quello che Paolo disse ai credenti di Corinto: “E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1 Cor. 6:11). Tali eravate, dice Paolo. Come erano questi credenti? Nel contesto dice che erano, “fornicatori, idolatri, adulteri, effeminati, sodomisti, ladri, avari, ubriachi, oltraggiatori, rapinatori …”. – sorbole che lista! – erano così, ma la potenza del vangelo li ha trasformati. Tutti accettati, ma tutti trasformati. Lo stesso per noi. Tutti accetti. Paolo è onesto con loro, non si vergogna di fare questa lista; perche Paolo non si vergogna del vangelo che è la potenza di Dio per la salvezza dal peccato; qualunque esso sia! Terza premessa: non scartiamo o stereotipiamo questo testo. In due sensi. Primo, non è una condanna di peccati solo applicabili/rilevanti al tempo di Paolo. Ora che abbiamo capito di più della radice “psichica, forse anche genetica” di tendenze sessuali, alcuni semplicemente mettono da parte questi insegnamenti; scartano queste verità dicendo che non applicano più a noi. Onestamente, questo non possiamo fare. Paolo non ci lascia margini per ridefinire il nostro peccato. Secondo, chiaramente Paolo non sta parlando solo di peccati sessuali. Notate solo che da verso 29-31 ci sono ben 21 peccati elencate (tra cui la disubbidienza ai genitori). Infatti, i peccati affrontati in questo testo posso essere raggruppati di due categorie generali: peccati sessuali e peccati sociali. Quindi, facciamo attenzione a non “stereotipare” o “appiatire” un testo che è più amplio e più elaborato di quello che inizialmente avremmo pensato. Quarta premessa: Notiamo l’equilibrio e la grazia in questo testo. Equilibrio? Grazia? Dov’è l’equilibrio e la grazia in un testo che parla di una discesa profonda ed oscura, dove il peccatore viene abbandonato da Dio? Se la domenica scorsa abbiamo parlato della giustizia di Dio rivelata nella sua ira, questa domenica vedremo la giustizia di Dio rivelata nel suo abbandono! E ripeto quello che ha detto GL la scorsa settimana, che se non fossimo conviti che tutta la Scrittura va predicata (Paolo dice a Timoteo, che “ogni scrittura è ispirata da Dio ed utile”), questo sarebbe un di quei testi che avrei tanto voluto saltare. Equilibrio, Grazia … dove? Primo, Dio non e passivo, non è distante, non è indifferente (anche per quanto riguarda la nostra sessualità, ed i nostri comportamenti/rapporti sessuali). Questo potrebbe sembrare un’apparente contraddizione. Ben tre volte Paolo dice appunto che Dio sta abbandonando il peccatore. “Non vedo affatto in questa espressione grazia divina; anzi sento proprio un forte disagio. Non ha Dio promesso nella Bibbia (sia AT come in Giosuè 1:5, e nel NV in Ebrei 13:5)” - “io non ti lascerò e non ti abbandonerò.” Quindi dobbiamo chiedere: cos’è questo abbandono di cui parla Paolo, e com’e possibile che sia una grazia, che possa comunicare un “equilibrio” quando appunto sembra una contraddizione? L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 1 Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 Notiamo ancora i verbi usati da Paolo: quello iniziale, che guida tutto il testo, è appunto “rivelare” (apocalypso/apocalisse – mettere alla luce, chiarire, presentare …) v. 17, v. 18, e poi il verbo simile in v. 19 “manifestare” (la conoscenza di Dio è manifestata), chi lo manifesta? Dio stesso. Sempre v. 19. Poi v. 20, “vedere chiaramente”, e “percepire”, “conoscere” (parola usata 4 volte in questo contesto v. 18-32). L’umanità è inescusabile proprio perche ha visto chiaramente, ha conosciuto sia Dio (v. 21) che i suoi decreti (v.32). Quindi, Dio è presente, Dio è attivo, Dio si manifesta, l’umanità è capace (sono fatti a immagine di Dio) di conoscere Dio (imago Dei significa principalmente che l’umanità è dotata di quell’abilita/capacità spirituale di avere “comunione” avere un rapporto diretto con il Dio e Creatore dell’universo, in modo diverso da piante ad animali). Quindi, l’abbandono è l’uomo che rifiuta Dio, scambia la gloria di Dio con la propria gloria. È una scelta umana, infatti in un certo senso, è proprio quello che l’umanità ha chiesto. “Dio, lasciaci stare!” … “Dio togliti di mezzo con la tua santità, liberaci dalla tua legge” … “Dio, vattene!” Le parole più terrificanti al mondo sono quando Dio dice, in risposta alla nostra ribellione ed insistenza nel rigettare la sua verità (soffocano la verità con l ’ingiustizia), dice, “la tua volontà sia fatta” … “va bene. Vuoi il peccato. Eccolo” (e se volete una testo biblico per capire la tirannia del peccato, leggete questo pomeriggio Romani capitolo 6). La scorsa settimana abbiamo fatto riferimento a Genesi, e ci possiamo tornare per chiarire anche questo punto. Dopo il peccato, Adamo ed Eva si nascondono. Ed è la grazia di Dio che gli provvede una copertura adeguata di vesti (in un certo senso, per nascondere la loro vergogna), è la grazia di Dio che gli caccia dal giardino e ci mette un angelo per bloccare l’accesso – Perché? Per cattiveria? Sicuramente non per cattiveria. Sicuramente non per tenere Dio dentro il giardino e lontano dall’uomo (no, perche sappiamo che appena li ha cacciati dal giardino, Dio stesso è uscito e gli ha seguiti con la sua voce e con il suo Spirito), ma ci ha messo un angelo per proteggerli dallo splendore della Sua santità manifestata in modo particolare/in modo fisico nel giardino. La Sua gloria gli avrebbe distrutto. E ha messo l’angelo per rendere inaccessibile l’albero della vita che avrebbe prolungato la loro vita nel peccato! – qui potrei dire, e vorrei dire, tanto tanto di più … come questo evento di condanna e di separazione in Genesi 3 è la guida (il paradigma) per tutta la rivelazione biblica che ci porta a capire e gioire in Cristo! Ma, a questo punto, dobbiamo vedere l’abbandono di Dio in Romani 1 come la grazia di giudizio e separazione in Genesi 3 – non il rimuovere la Sua presenza … ripeto, abbandonare non significa che Dio toglie la Sua presenza! … significa che Dio ci protegge dalla Sua santa ira, e ci fa vivere qualcosa delle conseguenze del nostro peccato, affinché ci possiamo ravvedere e sperimentare la Sua salvezza. Secondo, l’abbandono di Dio è una risposta al rigetto umano, specificatamente a uno scambio idolatra – qui dobbiamo vedere l’equilibro (ho detto prima l’equilibro, forse meglio, la chiarezza e la specificità nel pensiero di Paolo). Tre volte vediamo questa discesa oscura nell’abbandono, e tre volve segue un rifiuto, uno scambio oscuro fatto dall’umano. V. 24 = “Dio li ha abbandonati alla impurità, secondo i desideri dei loro cuori” … notate che v. 24 inizia con “per questo” … per quale motivo Dio gli ha abbandonati? …. V. 23 “hanno mutato la gloria Del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile” Poi … v. 26 = “Dio li ha abbandonati a passioni infami” … notate che v. 26 inizia con “perciò” … per quale motivo Dio gli ha abbandonati? … v. 25 “hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore” poi … v. 28 = “Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa” … notate che v. 28 inizia con “siccome non si sono curati di conoscere Dio” (e come ho citato già prima, questa conoscenza di Dio è evidente nel creato, ed anche i decreti di Dio sono conosciuti, v. 32). Quindi hanno scambiato la possibilità di conoscere Dio con il desiderio di conoscere se stessi. Paolo è chiarissimo. Paolo dimostra una sensibilità pastorale e teologica nel modo in cui espose queste verità. Sa benissimo, che la sua udienza, come credo anche noi sta mattina, lotterà profondamente e personalmente con questo concetto dell’abbandono di Dio. Il sentimento di abbandono, l’essere abbandonati, è probabilmente l’esperienza umana più devastante e tragica. Filosofi, antichi e moderni, hanno spesso definito il male più assoluto nel mondo la solitudine. Ma qui non sentiamo filosofia, e non parliamo di solitudine, sentiamo Paolo che espone come la rivelazione della giustizia di Dio ci porta al vangelo di salvezza … rivela la giustizia di Dio L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 2 Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 nell’essere abbandonati da Lui (non il rimuovere la Sua presenza), ma abbandonati al nostro peccato e alle sue conseguenze – affinché possiamo riconoscere ed arrenderci alla potenza del vangelo. Due esempi dal AT - Faraone (Esodo 7-14 la durezza del cuore di faraone) - Ester (ebraico, nascondere. Deuteronomio 31:6, 31:17) Ora arriviamo al centro (nocciolo) di questo testo: Questo testo ci presenta una verità teologica da capire nella mente, e un principio fondamentale da serbare nel cuore, per le nostre vite e per la nostra gioia. Sì, ho incluso la parola “gioia” in questo messaggio! Non sono impazzito! Seguitemi attentamente perche voglio essere fedele e chiaro a questo testo, ed ad applicarlo alle nostre vite. La verità teologica (questo non è affatto una novità) è questa: l’idolatria è la radice di ogni peccato. Ripeto: l’idolatria è la radice di ogni peccato. Lo scambio della gloria di Dio per la nostra gloria (idolatria) è la genesi di ogni male nel mondo. Il rifiuto della Sua gloria, la ricerca della nostra gloria, genera tutti i disordini, tutti gli abusi. Sì, anche la sofferenza e le malattia derivano da questo scambio oscuro. La gloria di Dio è il sole del nostro sistema solare. Lui è al centro, attorno a Lui e alla sua gloria, ruotano tutti i pianeti della nostra vita (morale e sociale). Questi pianeti trovano il loro orbite attorno a Lui. Viviamo l’armonia, l’ordine creazione; viviamo la gioia di essere e di fare quello per cui sono stati creati. Ma se ci spostiamo da quel centro, se invece del sole (con tutto il suo peso, la sua luminosità, il suo potere – il potere di scaldare e far fiore, ma anche il potere di distruggere e consumare - la sua forza di gravità) se invece della gloria del sole, lo scambiamo con la leggera, instabile, minuscola luce di un satellite … perdiamo tutto, devastiamo tutto, i pianeti lasciando le loro orbite e finiscono in distruzione e totale annientamento. Paolo dice che abbiamo scambiato la gloria del Dio incorruttibile per immagini dell’uomo corruttibile. Paolo dice che abbiamo scambiato la verità di Dio in menzogna umana. Paolo dice che abbiamo scambiato la conoscenza dei decreti di Dio (che è sapienza) per la conoscenza dei decreti (ingiusti) umani (che è follia). Che cosa ha prodotto questo scambio?: peccatati sessuali, peccati sociali. - v. 24 – ha generato (secondo passioni impure) un disonorare dei corpi umani. Paolo qui spiega generalmente il disordine sessuale = qui dovremmo sicuramente applicarlo alla pornografia (di tutti i tipi), all’ abuso, lo stupro, la pedofilia, il masochismo. Molti di questi peccati (disonorare dei corpi) sono completamente accettati dalla nostra cultura. E non solo accettati, ma sono approvati e promossi… qui potrei semplicemente fare riferimento all’enorme successo del libro e del film “Cinquanta Sfumature di Grigio,” oppure al contenuto della top-ten list di canzoni rap. Di cosa parlano questi canti in modo spudorato? O i 14 miliardi in rendita annuale in pornografia. (“teen porn” la frase più ricercata in google). Il corpo umano in cui abbiamo cercato il soggetto di gloria è diventato strumento di vergogna. - v. 26 ha generato uno scambio di rapporti sessuali secondo l’ordine creazionale (uomo e donna nel matrimonio) con rapporti omosessuali, e non solo l’atti omosessuali, ma l’infiammazione di desideri, e le ripercussioni del loro peccato. Dio gli ha lasciati agire secondo le loro passioni, e le loro passioni sessuali hanno riflettuto la loro posizione spirituale. Paolo dice che peccato sessuale può essere sia di tipo eterosessuale (adulterio, sesso prematrimoniale) che omosessuale (tra donne e tra uomini). La passione umana a cui abbiamo dato libero sfogo è diventata una schiavitù degradante. - v. 29-31 ha generato ogni tipo di disordine e peccato sociale e relazionale: “ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati.” o Prima categoria sono i primi 4, che sono peccati di malvagità e cattiveria – sono un dire, “io ti voglio opprimere e sfruttare” o Seconda categoria, i prossimi 5, peccati di odio – sono un dire, “io ti voglio distruggere” o Terza categoria, ultimi 12, peccati di orgoglio – un dire, “io ti voglio scavalcare” L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 3 Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 La guida umana nella società che abbiamo stabilito come sapienza superore ai decreti e alla legge di Dio, è diventata la legge del più forte generando un caos ad ogni livello di rapporti: governo, lavoro, famiglia. Questo testo è rilevante oggi come lo fu duemila anni fa. Parla con una potenza sconvolgente, denunciando la nostra società come se Paolo parlasse alla Roma di oggi, o a New York, o a Parigi, o Amsterdam, o a Bucarest. Vogliamo vivere in questo mondo senza Dio? Vogliamo vivere in questo modo, secondo la nostra gloria, la nostra immagine, i nostri desideri insaziabili, il nostro appetito carnale e sessuale che non sa mai dire no. Non dubito che i nostri stessi cuori hanno visto (da lontano) un peccato, e non l’hanno disprezzato ed odiato, perche non abbiamo visto la radice. ma hanno detto .. “se solo potessi avere quel frutto proibito” … “se solo avessi ribadito a quella persona” … “se solo potessi rifarmi contro” … “se solo fossi io in autorità” … “incrociami solo un'altra vota e vedrai” … “dammi solo l’occasione giusta” … “permettimi solo un po’ di questo piacere” … “voglio solo assaggiare, voglio solo sperimentare, voglio solo lasciarmi andare una volta” … “solo un altro sorso, e poi smetto” … “solo un'altra immagine” … “solo un po’ di compromesso” … “sto solo flirtando” Ecco, una voce dal cielo che ci rivela che ogni impulso peccaminoso (sessuale o sociale, o di ogni altro tipo) ha alla sua base nella mia gloria, il mio cuore, il mio desiderio, la mia presunta felicita, il mio presunto diritto, la mia storia, le mie tendenze, il mio ego. Io. Io. Io. La mia gloria non la tua, Dio! Questa voce dal cielo, è una grazia che ci rivela l’origine del nostro peccato. E non solo. C’è di più. C’e una “grazia severa” ancora più profonda. E questo ci porta al principio fondamentale da serbare nei nostri cuori. Il principio fondamentale (questo potrebbe, ma spero e prego non sia, potrebbe essere capitolo male o spiegato male; quindi, per favore, se siete turbati da qualcosa che dico, parliamone; se pensate che abbia espresso qualcosa di non corretto, parliamone; se avete un peccato da affrontare ed evidenziare, parliamone): se persistiamo nel peccato, Dio ci potrebbe abbandonare al nostro peccato. Ripeto: se persistiamo in peccato, Dio ci potrebbe abbandonare al peccato. Mi spiego, e cerco di spiegare anche perche non ho mitigato o qualificato questo principio. Paolo ha mostrato (nei versi 18-23) come l’ira di Dio rivela la sua giustizia. In questi versi (24-32) Paolo mostra come le conseguenze distruttive e danneggianti del peccato rivelano la Sua giustizia. Dio ha detto che il peccato porta la morte – il peccato è un potere “de-creazionale” … distrugge il creato di Dio, ad ogni livello. In fatti, in questa epistola Paolo parlerà anche della natura stessa che “tutta la creazione geme ed è travagliato” (8:22). Giacomo invece spiega la progressività del peccato, quando dice, “ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (1:14-15). Dio, nella sua infinita grazia e nella sua misericordiosa (è lento all’ira), ci preserva – credenti e non credenti dalle conseguenze devastanti del nostro peccato. Dio è stato fedele alla Sua parola: “nel giorno che mangerai, muorirai”. Adamo ed Eva sono istantaneamente diventati mortali e sono “morti spiritualmente” nei confronti di Dio. Ma Adamo visse per 930 anni – (lento all’ira!) 930 anni per ravvedersi, anni per perdonare Eva e ricevere il perdono di Eva, per fare altri figli, per sentire e rispondere alla voce di Dio. E questo è vero per la vita di ogni essere umano. Viviamo tutti sotto la paziente misericordia di Dio che non ci getta nel inferno al nostro primo peccato commesso. Pecchiamo e non siamo subito puniti. Ma il principio che Paolo sta mostrando è che se persistiamo nel peccato saremmo progressivamente consumati dalle conseguenze distruttive di quel peccato, e che questo “abbandono” fa parte di una rivelazione Divina per portarci al vangelo, per riportarci alla gloria di Dio. Un esempio sempre dalla Genesi, ma ce ne potrebbero (ce ne sono tantissimi) nelle Scritture. Caino è stato avvertito da Dio: “domina questo desiderio, questo pensiero” (il desiderio era ancora interno al cuore di Caino, Dio aveva visto il cuore di Caino e diede un avvertimento). Domina questo pensiero se non diventerà un’azione. Caino non l’ha dominato. Caino uccise il suo fratello (il primo omicidio nella storia, un omicidio in famiglia). Dio disse a Lot, non vivere in quella città pagana e ricolma d’immoralità sessuale. Prontamente Lot si trasferì in centro. Dove è finito Lot e le sue figlie? Genesi 19, nella grotta dell’incesto. Quindi, ancora una volta voglio essere chiaro, questo abbandono non significa che Dio non è presente, che Dio non è vicinissimo, pronto di stendere quella mano salvifica quando stiamo per affondare. No. Significa, tragicamente e in modo sconvolgente, che Dio rilascia i freni (anche se solo parzialmente) sulle conseguenze del L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 4 Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 nostro peccato. E questo è evidente soprattutto, soprattutto, con peccato sessuale – che vuole sempre di più, e sempre in forme più distruttive ed inumane. Non ho tempo per elaborare, ma notate come questo abbandono, questo lasciare i freni, è manifestato nei tre ambiti della persona: i desideri (cuore), nelle azioni (il fare), e nella mente (il pensare) – conseguenze progressivamente più distruttive e danneggianti al livello dei desideri (quindi nelle emozioni), del fare (quindi nelle azioni), dei pensieri (nel’intelletto). E’ un ottenebramento che il peccato porta in ogni sfera della vita. Questo significa che non possiamo continuare a credere che: “beh, posso agire in un modo, tanto non cambia le mie emozioni – posso commettere adulterio di nascosto, tanto continuo a trasmettere amore per mia moglie; posso accrescere un desiderio illecito, tanto continuo a servire mio marito. Oppure, posso meditare e coltivare emozioni peccaminose, tanto non avranno un impatto sul mio comportamento o nelle mie azioni. Oppure, non credo ai giudizi morali ed etici della bibbia, tanto vivrò una vita integra e morale lo stesso.” Dio è giusto, e rivela la sua giustizia, nel lasciare (anche se sono in piccola parte), che il peccato compia quello che ha detto che il peccato avrebbe compiuto. La domanda che ci dobbiamo fare a questo punto, non è il perché il peccato è così distruttivo nelle nostre vite e nel mondo, ma perché Dio è così paziente? Perché non rimuove tutti i freni al peccato. Siccome noi, sue creature, Lo abbiamo rifiutato, rigettato, e scambiato la Sua gloria per la nostra. Perche non ci abbandona totalmente? La risposta si trova in un altro abbandono, un abbandono infinitamente più profondo, e più glorioso. La risposta viene dal grido di Golgotha, e questo grido lo dobbiamo sentire rimbombare con e da questo testo di Romani. Sulla croce, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” [Romani 4:25 – “Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” e 8:32, “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti …”]. Se l’abbandono di Dio significa togliere i freni dalle conseguenze del nostro peccato, ora capiamo come abbiamo ricevuto la misericordia e la grazia infinita di Dio. Perché Dio ha abbandonato il figlio Suo, unigenito ed amato, Gesù. Dio ha tolto tutti i freni da tutti i nostri peccati e da tutti i peccati del mondo, riversando la sua giusta ira sul Figlio. Gesù non è solo stato crocifisso. Altri uomini sono stati crocifissi quel giorno. Ogni peccato e ricaduto su di lui. Tutti i freni di tutti i peccati sono stati tolti; caduti su di Lui. Una cascata di condanna divina . Le conseguenze del nostro peccato piombano su di Lui alla croce. Ogni atto e passione omosessuale è caduto su di lui. Ogni desiderio immorale, ogni atto di adulterio è caduto su di Lui. Ogni donna violentata, la colpa l’ha subita Lui. Ogni bimbo venduto sul mercato del sesso, la colpa l’ha subita Lui. Ogni ingiustizia che ti è stata fatta (anche le tue ferite sessuali), la subita Lui. Per ogni immagine pornografica che hai guardato, Cristo è stato abbandonato. Per ogni bugia che ha detto per difendere la tua gloria, Cristo è stato abbandonato. Per ogni parola offensiva, pensiero odioso, tradimento, Cristo è stato abbandonato. La sofferenza che ti porti dietro, la già presa Lui. Le ferite, gli oltraggi, la cattiveria che hai subito, le ha già prese Lui. In CONCLUSIONE Due cose Uno: Siccome la radice del peccato è l’idolatria, allora la risposta al peccato è di rimettere la gloria di Dio al centro – glorificare Dio sarà sempre la risposta per risanare vite distrutte dal peccato. “Tali eravate alcuni di voi” Due: Se lotti con peccato sessuale, ecco 5 suggerimenti pratici: 1. vai alla croce per la tuo giustificazione per fede. L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 5 Predicazioni dal Nuovo Testamento – Lettera ai Romani Serie: La Giustizia di Dio: rivelata, conferita, vissuta _1:24-32 2. 3. 4. 5. Definisci il tuo peccato come lo definisce la bibbia. Metti il peccato alla luce; non nasconderti. Cerca aiuto. Siamo una comunità dove l’aiuto può essere ricercato senza giudizio. (completamente ingiustificate ed inappropriate “battute” sessuali) Glorifica Dio, riconoscendo chi è, rispondendo in umile gratitudine, e dandogli lode per i suoi attributi. Persevera in ubbidienza. Piccoli compromessi portano a grandi cadute, e vice-versa; piccoli atti di che ubbidienza fortificano la fede. Rispondiamo a Cristo – che per noi – ha preso ogni colpa, ogni condanna, e lo ha sconfitto alla croce e nella tomba vuota. Rispondere in preghiera; Rispondere in canto. L’abbandono di Dio – Ro 1:24-32 @ NV 26/04/15 6