In primo piano - Federazione Italiana Turismo Sociale

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In primo piano - Federazione Italiana Turismo Sociale
In primo piano
Dalla Francia sbarca anche in Italia uno strumento di promozione delle vacanze e del turismo
sociale a portata di tutti
DI CRISTINA RAVANELLI
Il 40 per cento degli europei non va in ferie principalmente per ragioni economiche. E, in Italia, questa
percentuale è più alta addirittura di cinque punti. Tra gli strumenti per consentire un periodo di riposo in una
località turistica a chi non può farlo ci sono i Buoni Vacanze, ovvero ticket che garantiscono questo diritto a
tutti i lavoratori. Si tratta di una realtà operativa già presente in diversi Paesi. In Francia, ad esempio,
l’Agence nationale pour les chèques- vacances funziona dal 1982 e, lo scorso anno, ne ha emessi per un
totale di oltre 900 milioni di euro. In Svizzera, invece, la cassa di viaggio è una cooperativa fondata nel 1939
che ha erogato, solo nel 2004, buoni per 343 milioni di euro. La volontà di mutuare ed incentivare questo
meccanismo si sta facendo largo anche nel nostro Paese. Nel 2005, infatti, è stata costituita l’associazione
non profit Buoni Vacanze Italia, frutto di un’intesa tra la Fitus, la Federazione del Turismo Sociale e l’Anci,
l’Associazione nazionale dei comuni italiani. «Vogliamo rifarci al modello francese basandoci sull’articolo
10 della legge 135 del 2001 che prevede l’introduzione del cosiddetto prestito turistico», spiega Benito Perli,
Presidente della Fitus. «La nostra è un’impresa sociale che ha l’obiettivo di migliorare l’accesso al turismo
soprattutto per coloro che oggi ne sono esclusi. Per il mondo del lavoro, l’introduzione dei buoni vacanza,
può significare il miglioramento delle relazioni aziendali. Senza contare che, con questo sistema, possiamo
favorire lo sviluppo di un turismo locale e incentivare le partenze anche in bassa stagione dando una mano
alla crescita del settore». Ma come funzionano, nella pratica? Le aziende possono decidere di considerarli al
pari di ogni altro benefit. In questo caso il lavoratore può accantonare mensilmente una parte del suo
stipendio, con un importo a sua scelta, e ottenere dal datore di lavoro un contributo sino a coprire l’intero
valore del buono. «I sindacati sono chiamati a svolgere un ruolo decisivo nel collegare i buoni vacanza con
la loro attività contrattuale. Il risparmio turistico dei lavoratori, unito a un incentivo aziendale esonerato da
oneri fiscali e contributivi, è la leva che ha consentito la crescita esponenziale dei voucher negli altri Paesi»,
sottolinea Perli. In alternativa, chiunque può comprare i ticket, lavoratori autonomi compresi, presso le
associazioni convenzionate e pagarli con rate, per una durata massima di 12 mesi, alle condizioni di tasso
agevolato più favorevoli esistenti sul mercato. «Sono oltre 800, sparse su tutto il territorio nazionale, le
strutture che hanno aderito al progetto. E i prezzi applicati dagli esercenti sono già ribassati del 10 per cento
rispetto alle tariffe ufficiali», chiarisce Marisa Baroni, Presidente nazionale dell’Etsi, l’Ente turistico
sociale italiano della Cisl. E aggiunge: «Il principale merito di questo sistema è sicuramente quello di
garantire il diritto al turismo a tutti i cittadini.
Penso, in particolar modo a quelle famiglie numerose per le quali la vacanza diventa onerosa». E proprio
della funzione del turismo sociale, e del sistema dei buoni vacanze, si sta parlando in questi giorni a Riva del
Garda (Trento) in occasione del Forum Europeo del Turismo Sociale che sarà aperto al pubblico giovedì 4
ottobre. «Non vogliamo favorire lo sviluppo del turismo, ma il turismo dello sviluppo, la sfida che dobbiamo
affrontare oggi consiste nel rispondere ai bisogni di sostegno economico e coesione sociale non solo in
termini quantitativi, ma anche qualitativi», afferma Norberto Tonini, presidente dell’Organizzazione
mondiale del turismo sociale.
L’appuntamento riunisce 200 partecipanti in rappresentanza di realtà impegnate nel settore in oltre 15 Paesi
europei e l’obiettivo è quello di far conoscere i nuovi servizi e le buone prassi del turismo sociale, sostenibile
e solidale. Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito www.turismosociale.to