Analisi biomeccanica ed elettromiografica del salto degli ostacoli
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Analisi biomeccanica ed elettromiografica del salto degli ostacoli
Associazione Italiana Preparatori Atletici del Calcio – XVIII° Congresso Nazionale 2008 I test di valutazione oggi: conferma revisione e/o rivisitazione Analisi biomeccanica ed elettromiografica del salto degli ostacoli Matteo D’Elia*, G. Mascherini*, E. Castellini **, M. Levi Micheli **, M. Marella** * Stagista presso il Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica Applicata ** Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica Applicata La ricerca è stata effettuata in collaborazione con l’AIC, nel corso del raduno precampionato (Coverciano 2007) Settore Tecnico Nel mese di luglio 2007 nel Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica Applicata del Settore Tecnico di Coverciano è stata fatta una ricerca su 15 calciatori professionisti del raduno estivo dell’ A.I.C. a Coverciano. Ai calciatori è stato richiesto di saltare tre ostacoli di 60 cm a piedi uniti su di un manto erboso naturale (misto gramigna) fornito dal Centro Ricerche Tappeti Erbosi Sportivi di Pisa (CeRTES). Con il sistema di cattura del movimento “SMART-e 900 BTS”, composto da 6 telecamere a infrarosso con una frequenza di acquisizione di 120 Hz, ed il “Pocket EMG BTS”, ettromiografo portatile di superficie a 16 canali, è stata effettuata un’analisi biomeccanica ed elettromiografica integrata. Mezzi e metodi Nello studio sono stati monitorati i seguenti muscoli: Grande Gluteo, Adduttore lungo, Retto femorale, Bicipite femorale, Tibiale anteriore, Soleo. Sono stati inoltre considerati: 1. Il tempo di contatto a terra; 2. L’angolo al di ginocchio, caviglia, anca nella fase di impatto al terreno, d’inversione e spinta: 3. Il ROM al ginocchio, caviglia, anca e busto; Risultati 0,236 0,24 Il tempo di contatto sul 2° appoggio è ridotto di circa il 13% rispetto al 1°: ciò è probabilmente implicabile alla maggiore stiffness muscolare presente al 2° rimbalzo. 0,235 0,23 0,225 0,22 0,215 0,207 0,21 0,205 0,2 0,195 0,19 Fig. 2 Tempi di contatto a terra 160 2. Impatto 3. Inversione 4. Spinta 140 120 100 80 60 40 20 Fig. 1 “Le tre fasi del salto di un ostacolo” L’angolo al ginocchio che è stato preso come riferimento è l’ ”angolo di inversione” (ovvero alla fine della fase eccentrica): il grado di flessione indica chiaramente come vi sia una maggiore componente eccentrica nel salto del primo ostacolo (141,47°-108,83=32,64°) rispetto al secondo salto dell’ostacolo (137,99°-115,12°=22,87°). Durante la fase di spinta gli angoli delle articolazioni prese in considerazione non evidenziano particolari cambiamenti eccezione fatta per l’angolo del busto: nel salto degli ostacoli la fase di ricaduta porta il busto ad estendersi, poi al momento di arrivo a terra si blocca per un attimo e nella successiva fase di propulsione si estende ancora come per caricare lo stacco, solo nella seguente fase di volo l’angolo al busto si richiude. L’accelerazioni angolari al ginocchio sono elevate, quindi anche la restituzione di energia elastica che avviene nel salto degli ostacoli è elevata. 0 Anca Ginocchio Caviglia Tab.1 “Valori biomeccanici del salto degli ostacoli.” In accordo con quanto riportato a proposito dell’analisi biomeccanica, nei tracciati elettromiografici si riscontra in corrispondenza della seconda “toccata” (rappresentata nel tracciato dai numeri 7 e 8) una minore ampiezza del segnale di quasi tutti i muscoli presi in considerazione. Ciò è da interpretarsi ancora come la prova di un maggior riuso elastico dopo il superamento del secondo ostacolo rispetto al primo. Le sequenze di attivazione muscolare non risultano essere uguali per tutti i calciatori esaminati: ognuno di loro pare avere strategie strettamente personali nel compiere questo gesto balistico. I tratti più comuni sono: una marcata attività elettromiografica del gluteo e del retto femorale durante la fase di ammortizzamento, ovvero nel momento in cui i piedi ristabiliscono il contatto con il terreno, ed una loro minore ma sempre presente partecipazione alla prima parte della fase concentrica; una attivazione del retto femorale anche durante la fase di volo con la funzione di mantenere la coscia in flessione sul bacino; una decisa attivazione del tibiale anteriore all’inizio della fase di volo con lo scopo di sollevare e sorreggere il piede durante questa fase; un’attivazione del soleo durante tutta la fase di appoggio al terreno (sia nella fase di ammortizzamento, sia nella fase di spinta) con la chiara funzione di frenare prima e di spingere verso l’alto in seguito. Fig. 2 “Tracciato elettromiografico dei 6 muscoli eseminati con eventi segnati: n° 1 e 2, 5 e Conclusioni 6, 9 e 10 fasi di volo; n° 3 e 7 fasi eccentriche di ammortizzamento; n° 4 e 8 fasi di spinta concentrica”. Il salto degli ostacoli, dall’analisi effettuata, sembra essere l’esercitazione che ha un alto impatto sia a livello articolare che muscolare. Sia l’analisi cinematica che l’analisi elettromiografica permettono di affermare che, al fine di esercitare in modo selettivo l’elasticità muscolare è necessario utilizzare più di un solo ostacolo. In futuro si dovrà comprendere dopo il superamento di quanti ostacoli venga meno la stimolazione selettiva di tale caratteristica muscolare. Infine è altresì possibile affermare che nel salto degli ostacoli non esistono pattern di attivazione muscolare universali, bensì esistono delle strategie individuali.