L`arsenale nucleare della Russia

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L`arsenale nucleare della Russia
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Armi Nucleari
L'arsenale nucleare della Federazione russa
L’immenso arsenale sovietico ha subito un drastico ridimensionamento dalla
fine della guerra fredda ad oggi. Stime precise sono impossibili da ottenere data
l’abituale riservatezza che circonda le questioni riguardanti il disarmo. Nel 1991
erano schierate sui territori sovietici circa 27mila testate, sia di tipo strategico sia
tattico, ma, mentre queste ultime si trovavano distribuite in molte Repubbliche, le
armi strategiche erano dislocate solo in Ucraina, Kazakistan e Bielorussia, oltre che
naturalmente in Russia. Nel momento in cui queste repubbliche hanno dichiarato la
propria indipendenza dal potere centrale sovietico, il problema delle armi schierate
nei loro territori è emerso in maniera preponderante. La Federazione russa, erede
dell’Unione Sovietica, ha provveduto a ritirare, grazie anche al supporto statunitense
ed europeo, tutte le armi nucleari non collocate su territori russi. Tale ritiro si è
completamente concluso nel 1996. Le armi strategiche provenienti dalle ex
Repubbliche sono state smantellate come stabilito dagli accordi stipulati tra la
Federazione Russa, Bielorussia, Kazakistan e Ucraina.
Durante il 2006, il paese ha continuato a diminuire le sue forze nucleari
soprattutto nel rispetto degli accordi conclusi nell’ambito del SORT (Strategic
Offensive Reductions Treaty) e come parte di una dottrina orientata al passaggio da
un arsenale nucleare caratterizzato da un “sostanziale superfluo” ad uno caratterizzato
da un “minimo sufficiente”. Allo stesso tempo, però, Mosca riafferma che vuole
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conservare per il futuro tutti e tre gli elementi della triade nucleare 1. Accanto a questa
conservazione, il governo di Mosca riconosce anche l’utilità di aggiornamenti e
miglioramenti tecnologici per le componenti della triade. Tutto ciò guardando anche
al mantenimento del suo peso sul scenario della deterrenza accanto agli Stati Uniti.
A gennaio del 2007 la Russia disponeva di 5.614 armi nucleari di cui 3.284
strategiche e 2.330 non strategiche. All’inizio del 2007 il governo russo ha
annunciato un piano per l’acquisto di 10 SS-N-23 Skiff SLBMs e 7 SS-27 Topol-M
ICBMs, 3 di questi mobili e 4 stanziati in basi militari. Da notizie provenienti dalla
stampa del paese emerge che una parte del sistema di anti-missili balistici situati
intorno a Mosca sono stati ritirati dal servizio. Questo sistema divenne operativo nel
1968 e venne modernizzato nel 1989. In esso rientrano i missili intercettori a lungo
raggio SH-11 Gorgon (che in parte sono stati ritirati) e gli SH-10 Gazelle, intercettori
a raggio breve, dei quali 4 (o forse 5) sono stati mantenuti.
La Federazione russa ha stipulato diversi accordi, principalmente con gli Stati
Uniti, ma anche con altri Paesi per la cooperazione alla riduzione e alla sorveglianza
del proprio arsenale. Nel 1991 con gli USA è stato stipulato il “Cooperative Treath
Reduction Programme” per prevenire la perdita, per furto o negligenza, di materiali
nucleari, chimici, biologici, tecnologie e anche conoscenze ed evitare che finiscano
nelle mani di gruppi terroristici o stati male intenzionati. Sotto la spinta statunitense,
nel giugno del 2002 il G8, riunito in Canada, ha approvato la “Global Parnership
Against the Spread of the Weapons of Mass Destruction” in seguito alla quale sono
stati stanziati 20 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni per il rafforzamento del
programma CTR: distruzione dell’arsenale chimico, riconversione dei sottomarini
atomici, controllo del materiale fissile e assunzione degli scienziati russi che in
passato si sono occupati di questo tipo di armi.
Camilla Reali
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Questa triade è composta da: Submarine-launched ballistic missile (missile balistico lanciato da
sottomarino), Intercontinental Ballistic Missile (missile balistico intercontinentale) e Strategic
Bombers.
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