I bar non sono più quelli di una volta
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I bar non sono più quelli di una volta
I bar non sono più quelli di una volta «Eddai Jim, ne abbiam già discusso, lo sappiamo entrambi che non avrò il coraggio per farmi avanti. Andrò da lei, e magari la guarderò anche per qualche secondo, dritta negli occhi. Lei ricambierà volentieri, ma io, proprio quando tutti, e lei compresa, anzi, soprattutto lei, quando tutti dicevo, si aspetteranno un gesto naturale come un saluto, io tirerò via lo sguardo distrattamente, per posarlo magari sulle pareti di questo cazzo di bar nel quale ci siamo ritrovati. Mi fa cagare come posto, dico per davvero. Un bel bar dev’essere discreto, coi tavoli lontani tra loro e un po' di silenzio: che cazzo me ne frega di sentire ad esempio quei due vecchietti lì che parlano di politica non ricordando nemmeno i nomi dei partiti? E che cazzo me ne fotte che a questa tipa dietro di me da due giorni i capelli non stanno più in piega perché la nuova piastra le fa venir fuori le punte sfibrate? Un bar è un luogo dello spirito prima che del corpo: la gente non ci viene mica per fare colazione o prendere un fottuto aperitivo che alla fine è sempre lo stesso... no. Le persone entrano con la speranza di trovare un po’ di tranquillità evadendo da quella vita laffuori che tanto insiste a martellarti le orecchie con il battere di tacchi delle persone vuote che girano per i marciapiedi. Da un bar ci si aspetta i colori sgargianti ma nel contempo che facciano rilassare, non il solito grigio utilitaria, perché è questa città intera che sa di grigio utilitaria. Sì, quel colore insulso della gente che non ama i colori, e non sapendo decidersi sceglie il più ovvio: che cazzo di colore è il grigio? Il grigio, te lo dico io, è un non colore. Non è né bianco, né tantomeno nero. É per la gente che non prende posizione, il grigio. Ovviamente parlo per le schifose carrette motorizzate, il grigio in altri ambiti è bellissimo... nelle fotografie ad esempio. Sì, a me le foto piacciono tutte in bianco e nero, niente colore proprio. Per ché credo che i colori vadano immaginati, come i libri. Che gusto c’è, voglio dire, a vedere uno stracazzo di muro verde? Ok, è un muro verde, e con questo cosa mi vuoi dimostrare, che non son daltonico? Cosa c’è oltre? Invece il bianco e nero.. sì, cazzo, è spettacolare, ma per davvero. Ti chiedi subito: ma di che colore sarà mai quello schifosissimo muro? Almeno una domanda te la fai, no...? perché l’arte è questo, Jim, riuscire a far pensare chi la guarda. Attivare qualcosa nella mente, un contatto, un neuroncino, anche infinitesimo. Cazzo, con questa città piena di merda non è così facile eh. Vai vai, ordiniamo un cappuccino, tanto non vedo l’ora di andare via da questo posto. Sì, e pensa che ha anche le vetrine che puntano proprio sul corso... ma che merda, con tutta la gente che guarda da fuori. Perché la gente si fa i cazzi propri normalmente, è quando non ha cazzi propri da fare che si fa quelli degli altri... e in questa vita monotona come la posizione del missionario, i cazzi propri sono davvero rari, ed è bello quando qualcuno se li fa, una vera e propria soddisfazione, sì, per dav vero! Un sacco di persone, e nessuno che pensa a come sarebbe bello se tutti avessero i cazzi propri da fare... ti immagini? Una collina immensa che si estende da un capo all'altro dell'orizzonte, piena zeppa di cazzi saltellanti. Dopo, una fila di gente come alla cassa del supermercato, che arrivano tutti ordinati e ognuno passa e prende i suoi... due borsette, grazie. E poi se li mette in macchina, ri prende la moneta dal carrello della spesa e va verso casa a farseli belli dorati nella padella preriscaldata a fuoco lento con una fettina di burro. Così tutti sono felici perché hanno una motivazione per andare avanti nella vita, eh? Ma cosa te lo dico a fare, qui poi... questo bar non è fatto per le chiacchiere, è un fast-fottutissimobar. Esatto, proprio come la merda del Mac: mangi e scappi via. Non c’è soluzione... invece, vuoi mettere una pizzeria? Eh, tre quarti d’ora dopo che hai ordinato ti arriva una bella prosciutto e funghi, quando tu invece avevi chiesto una diavola... secondo me è l’apoteosi. Sai quante cose puoi dire nel contempo? Senza nessuno che ti guarda male, o gentaglia che ti si mette dietro aspettando che tu te ne vada fuori dai coglioni entro tre, due, uno... ma lascia stare, non parliamone. Sì, sì... grazie del cappuccino. Ma offri tu allora? No perché sai, non ho mai soldi io, mica viaggio col portafoglio sempre pieno. Eh, guarda, al tempo d’oggi i soldi vanno via come il pane. Per non parlare di quanto costa comprare il pane. Guarda, con questo euro del cazzo siamo messi male, non sai nemmeno chi ti sta fottendo e da quale parte... magari sei in una gang bang e non lo sai, perché sei così impegnato a raccogliere quei fastidiosissimi centesimi, che nemmeno ti accorgi di starne prendendo due insieme. Cazzi, tuoi, certo. Tanto li hai presi prima al supermercato, con tutta l’altra spesa. Ma questi maledetti a cosa servono poi? Centesimi, sì, ma non puoi comprarci nulla. Non sarebbe meglio se arrotondassimo tutto, eh? Che ne dici? Io penso che sarebbe una bellissima idea... invece di un euro e quarantasette, arrotondiamo direttamente a un euro, e via. Ma poi questa merda di moneta da due euro, non potevano fare quelli di carta? Non ti sembra di avere in mano niente, e invece sono quattro mila lire, eh. Mica cazzi, ci compravo un sacco di cose io con quattro mila lire. Un sacco ti dico. Eh, certo, ora però è più semplice, puoi andare a farti inculare anche in Spagna o Fran cia... in tutta l’unione europea ci sono cazzi che ti aspettano esultanti come tanti nanetti lavoratori. Va beh, va... beviamo questo cappuccino. Merda, ma lo zucchero di canna ce l’hanno qui? O lo sapevi tu che con le barbabietole da zucchero hanno fatto esperimenti per vedere se bruciando creano energia? Sì sì, tante macchinine color grigio utilitaria che vanno con le barbabietole! Sai che bellezza dopo se dal tubo di scappamento esce vapore dolciastro? Però è lo stesso una merda, perché per fare le piantagioni di barbabietole devono usare lo stesso il petrolio... e allora dov’è il bello? Oh, pazienza, tanto tra un po’ creperemo tutti perché le calotte polari si stanno sciogliendo. Poi chi abita vicino alla costa verrà sommerso da tutta quell’acqua, ma tanto farà caldo perché ormai la terra sta diventando come una grande ed enorme serra che ingloba tutto... bello però, potremo farci il bagno tuffandoci direttamente dai grattacieli. Sarebbe fico, anche perché i bar come questo in cui stiamo non ci sarebbero più, verrebbero sommersi dall’acqua... ma aspetta, qui siamo sopra o sotto il livello del mare? No perché allora toccherebbe scendere un po’, non ci potremmo godere la piscina in città. Va beh, dai, questo cappuccino mi ha un po’ messo la carica, ci voleva dopo un risveglio del genere... che proprio quando chiedi a casa di non essere svegliato, tutti fanno più rumore possibile per poterti far bestemmiare già di primo mattino. Dio cristo, e sì che dormo anche male. Beh, cazzo, voglio vedere te col materasso merdoso che ho io... sembra di dormire, boh, pensa ad un luogo scomodissimo dove dormire. Cambiarlo dici? Certo, come no, e i soldi dove li trovo? Devo comprare cose più importanti. Devo comprarmi la batteria, sì, e suonare un po’ per rilassarmi! Sì, so già dove metterla, in garage. Oh, Jim, io ti lascio eh... devo scappare, sì. Non so a fare cosa, sai. Certo di cazzi miei non ne ho tantissimi in questo momento, credo sia meglio andare a comprarne un po’ al super mercato, sperando che con l’euro non costino anche quelli il doppio. Che poi, dopo un po’ è davvero stancante parlare col poster di un cantante morto.» Racconto tratto dal libro “a chi hai detto fottuto scrittore” di Mateo Çili.