fratrum minorum

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ACTA ORDINIS
FRATRUM MINORUM
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
IUSSU ET AUCTORITATE
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM
IN LUCEM AEDITA
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum
collectio atque editio suscepta est.
(Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.)
ROMA
CURIA GENERALIS ORDINIS
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CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA
FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.
Fr. LUIGI PERUGINI
Director
Fr. GINO CONCETTI
Director responsabilis
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965
Impaginazione e grafica
Ufficio Comunicazioni OFM – Roma
Stampato dalla
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma)
nel mese di maggio dell’anno 2007
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1. Messaggio per la quaresima 2007
«VOLGERANNO LO SGUARDO A
COLUI CHE HANNO TRAFITTO»
(Gv 19,37)
Cari fratelli e sorelle!
«Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» (Gv 19,37). È questo il tema biblico che quest’anno guida la nostra riflessione quaresimale. La Quaresima è tempo
propizio per imparare a sostare con Maria e
Giovanni, il discepolo prediletto, accanto a
Colui che sulla Croce consuma per l’intera
umanità il sacrificio della sua vita (cfr Gv
19,25). Con più viva partecipazione volgiamo pertanto il nostro sguardo, in questo
tempo di penitenza e di preghiera, a Cristo
crocifisso che, morendo sul Calvario, ci ha
rivelato pienamente l’amore di Dio. Sul tema dell’amore mi sono soffermato nell’Enciclica Deus caritas est, mettendo in rilievo
le sue due forme fondamentali: l’agape e
l’eros.
L’amore di Dio: agape ed eros
Il termine agape, molte volte presente nel
Nuovo Testamento, indica l’amore oblativo
di chi ricerca esclusivamente il bene dell’altro; la parola eros denota invece l’amore di
chi desidera possedere ciò che gli manca ed
anela all’unione con l’amato. L’amore di cui
Dio ci circonda è senz’altro agape. In effetti, può l’uomo dare a Dio qualcosa di buono
che Egli già non possegga? Tutto ciò che
l’umana creatura è ed ha è dono divino: è
dunque la creatura ad aver bisogno di Dio in
tutto. Ma l’amore di Dio è anche eros. Nell’Antico Testamento il Creatore dell’universo mostra verso il popolo che si è scelto una
predilezione che trascende ogni umana motivazione. Il profeta Osea esprime questa
passione divina con immagini audaci come
quella dell’amore di un uomo per una donna
adultera (cfr 3,1-3); Ezechiele, per parte sua,
parlando del rapporto di Dio con il popolo di
Israele, non teme di utilizzare un linguaggio
ardente e appassionato (cfr 16,1-22). Questi
testi biblici indicano che l’eros fa parte del
cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il
“sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di
Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7). Ripiegandosi su
se stesso, Adamo si è allontanato da quella
fonte della vita che è Dio stesso, ed è diventato il primo di «quelli che per timore della
morte erano tenuti in schiavitù per tutta la
vita» (Eb 2,15). Dio, però, non si è dato per
vinto, anzi il “no” dell’uomo è stato come la
spinta decisiva che l’ha indotto a manifestare il suo amore in tutta la sua forza redentrice.
La Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio
È nel mistero della Croce che si rivela
appieno la potenza incontenibile della misericordia del Padre celeste. Per riconquistare l’amore della sua creatura, Egli ha accettato di pagare un prezzo altissimo: il sangue del suo Unigenito Figlio. La morte, che
per il primo Adamo era segno estremo di
solitudine e di impotenza, si è così trasformata nel supremo atto d’amore e di libertà
del nuovo Adamo. Ben si può allora affermare, con san Massimo il Confessore, che
Cristo «morì, se così si può dire, divinamente, poiché morì liberamente» (Ambigua, 91, 1956). Nella Croce si manifesta
l’eros di Dio per noi. Eros è infatti - come si
esprime lo Pseudo Dionigi - quella forza
«che non permette all’amante di rimanere
in se stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato» (De divinis nominibus, IV, 13: PG 3,
712). Quale più “folle eros” (N. Cabasilas,
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Vita in Cristo, 648) di quello che ha portato
il Figlio di Dio ad unirsi a noi fino al punto
di soffrire come proprie le conseguenze dei
nostri delitti?
“Colui che hanno trafitto”
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Cristo
trafitto in Croce! È Lui la rivelazione più
sconvolgente dell’amore di Dio, un amore
in cui eros e agape, lungi dal contrapporsi,
si illuminano a vicenda. Sulla Croce è Dio
stesso che mendica l’amore della sua creatura: Egli ha sete dell’amore di ognuno di
noi. L’apostolo Tommaso riconobbe Gesù
come “Signore e Dio” quando mise la mano
nella ferita del suo costato. Non sorprende
che, tra i santi, molti abbiano trovato nel
Cuore di Gesù l’espressione più commovente di questo mistero di amore. Si potrebbe addirittura dire che la rivelazione dell’eros di Dio verso l’uomo è, in realtà, l’espressione suprema della sua agape. In
verità, solo l’amore in cui si uniscono il dono gratuito di sé e il desiderio appassionato
di reciprocità infonde un’ebbrezza che rende leggeri i sacrifici più pesanti. Gesù ha
detto: «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). La risposta che
il Signore ardentemente desidera da noi è
innanzitutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui. Accettare il
suo amore, però, non basta. Occorre corrispondere a tale amore ed impegnarsi poi a
comunicarlo agli altri: Cristo “mi attira a
sé” per unirsi a me, perché impari ad amare
i fratelli con il suo stesso amore.
Sangue ed acqua
«Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto». Guardiamo con fiducia al costato trafitto di Gesù, da cui sgorgarono
“sangue e acqua” (Gv 19,34)! I Padri della
Chiesa hanno considerato questi elementi
come simboli dei sacramenti del Battesimo
e dell’Eucaristia. Con l’acqua del Battesimo, grazie all’azione dello Spirito Santo, si
dischiude a noi l’intimità dell’amore trinitario. Nel cammino quaresimale, memori del
nostro Battesimo, siamo esortati ad uscire
da noi stessi per aprirci, in un confidente abbandono, all’abbraccio misericordioso del
Padre (cfr S. Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3,14 ss.). Il sangue, simbolo dell’amore del Buon Pastore, fluisce in noi specialmente nel mistero eucaristico: «L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di Gesù…
veniamo coinvolti nella dinamica della sua
donazione»” (Enc. Deus caritas est, 13).
Viviamo allora la Quaresima come un tempo ‘eucaristico’, nel quale, accogliendo l’amore di Gesù, impariamo a diffonderlo attorno a noi con ogni gesto e parola. Contemplare “Colui che hanno trafitto” ci
spingerà in tal modo ad aprire il cuore agli
altri riconoscendo le ferite inferte alla dignità dell’essere umano; ci spingerà, in particolare, a combattere ogni forma di disprezzo della vita e di sfruttamento della
persona e ad alleviare i drammi della solitudine e dell’abbandono di tante persone. La
Quaresima sia per ogni cristiano una rinnovata esperienza dell’amore di Dio donatoci
in Cristo, amore che ogni giorno dobbiamo
a nostra volta “ridonare” al prossimo, soprattutto a chi più soffre ed è nel bisogno.
Solo così potremo partecipare pienamente
alla gioia della Pasqua. Maria, la Madre del
Bell’Amore, ci guidi in questo itinerario
quaresimale, cammino di autentica conversione all’amore di Cristo. A voi, cari fratelli e sorelle, auguro un proficuo itinerario
quaresimale, mentre con affetto a tutti invio
una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 21 novembre 2006
BENEDICTUS PP. XVI
[© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana]
2. Pace e Bene
Piazza San Pietro, Angelus,
lunedì, 1° gennaio 2007
Cari fratelli e sorelle!
All’inizio del nuovo anno sono lieto di
rivolgere a tutti voi, presenti in Piazza San
Pietro, e a quanti sono collegati con noi mediante la radio e la televisione i più cordiali
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auguri di pace e di bene! La luce di Cristo,
Sole apparso all’orizzonte dell’umanità, illumini il vostro cammino e vi accompagni
lungo l’intero 2007!
Con felice intuizione, il mio venerato
Predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, ha
voluto che l’anno si aprisse sotto la protezione di Maria Santissima, venerata come
Madre di Dio. La Comunità cristiana, che in
questi giorni è rimasta in orante adorazione
dinanzi al presepe, guarda oggi con particolare amore alla Vergine Madre. Si immedesima con Lei mentre contempla il Bambino
appena nato, avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia. Come Maria, anche la Chiesa resta in silenzio, per cogliere e custodire
le risonanze interiori del Verbo fatto carne e
non disperdere il calore divino-umano che
si sprigiona dalla sua presenza. E’ Lui la
Benedizione di Dio! La Chiesa, come la
Vergine, non fa altro che mostrare a tutti
Gesù, il Salvatore, e su ciascuno riflette la
luce del suo Volto, splendore di bontà e di
verità.
Quest’oggi contempliamo Gesù, nato da
Maria Vergine, nella sua prerogativa di vero «Principe della Pace» (Is 9,5). Egli «è la
nostra pace», venuto ad abbattere il «muro
di separazione» che divide gli uomini e i
popoli, cioè «l’inimicizia» (Ef 2,14). Per
questo, sempre Paolo VI, di venerata memoria, volle che il 1° gennaio diventasse
anche la Giornata Mondiale della Pace: perché ogni nuovo anno incominci nella luce
di Cristo, il grande pacificatore dell’umanità. Rinnovo quest’oggi il mio augurio di
pace ai Governanti e ai Responsabili delle
Nazioni e degli Organismi internazionali e
a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Lo faccio particolarmente con lo speciale Messaggio che ho preparato insieme
ai miei collaboratori del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e che quest’anno ha per tema: «La persona umana,
cuore della pace». Esso tocca un punto essenziale, il valore della persona umana, che
è la colonna portante dell’intero grande edificio della pace. Oggi si parla molto di diritti umani, ma spesso si dimentica che essi
hanno bisogno di un fondamento stabile,
non relativo, non opinabile. E questo non
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può che essere la dignità della persona. Il rispetto per questa dignità comincia dal riconoscimento e dalla tutela del suo diritto a
vivere e a professare liberamente la propria
religione.
Alla Santa Madre di Dio rivolgiamo con
fiducia la nostra preghiera, perché si sviluppi nelle coscienze il sacro rispetto per ogni
persona umana e il fermo ripudio della
guerra e della violenza. Aiutaci, Maria, Tu
che hai dato al mondo Gesù, ad accogliere
da Lui il dono della pace e ad essere sinceri
e coraggiosi costruttori di pace.
BENEDETTO XVI
3. Omelia a conclusione della settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani
Patriarcale Basilica di San Paolo fuori le Mura,
25.01.2007
Cari fratelli e sorelle!
Durante la “Settimana di preghiera”, che
questa sera si conclude, si è intensificata,
nelle varie Chiese e Comunità ecclesiali del
mondo intero, la comune invocazione al Signore per l’unità dei cristiani. Abbiamo meditato insieme sulle parole del vangelo di
Marco proclamate poc’anzi: «Fa udire i sordi e fa parlare i muti» (Mc 7,37), tema biblico proposto dalle Comunità cristiane del
Sud Africa. Le situazioni di razzismo, di povertà, di conflitto, di sfruttamento, di malattia, di sofferenza, nelle quali esse si trovano, per la stessa impossibilità di farsi comprendere nei propri bisogni, suscitano in
loro un acuta esigenza di ascoltare la parola
di Dio e di parlare con coraggio. Essere sordomuto, non poter cioè né ascoltare né parlare, non può infatti essere un segno di mancanza di comunione e un sintomo di divisione? La divisione e l’incomunicabilità,
conseguenza del peccato, sono contrarie al
disegno di Dio. L’Africa ci ha offerto quest’anno un tema di riflessione di grande importanza religiosa e politica, perché “parlare” e “ascoltare” sono condizioni essenziali
per costruire la civiltà dell’amore.
Le parole «Fa udire i sordi e fa parlare i
muti» costituiscono una buona notizia, che
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annuncia la venuta del Regno di Dio e la
guarigione dalla incomunicabilità e dalla
divisione. Questo messaggio si ritrova in
tutta la predicazione e l’opera di Gesù, il
quale attraversava villaggi, città e campagne, e dovunque giungeva «ponevano gli
infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano» (Mc
6,56). La guarigione del sordomuto, su cui
abbiamo meditato in questi giorni, avviene
mentre Gesù, lasciata la regione di Tiro, si
dirige verso il lago di Galilea, attraversando la cosiddetta “Decapoli”, territorio multi–etnico e plurireligioso (cfr Mc 7,31). Una
situazione emblematica anche per i nostri
giorni. Come altrove, pure nella Decapoli
presentano a Gesù un malato, un uomo sordo e difettoso nel parlare (moghìlalon) e lo
pregano di imporgli le mani, perché lo considerano un uomo di Dio. Gesù conduce il
sordomuto lontano dalla folla, e compie dei
gesti che significano un contatto salvifico –
pone le dita nelle orecchie, tocca con la propria saliva la lingua del malato –, e poi, volgendo lo sguardo al cielo, comanda: «Apriti!». Pronuncia questo comando in aramaico (“Effatà”), verosimilmente la lingua
delle persone presenti e dello stesso sordomuto, espressione che l’evangelista traduce
in greco (dianoìchthēti). Le orecchie del
sordo si aprirono, si sciolse il nodo della sua
lingua: «e parlava correttamente» (orthōs).
Gesù raccomanda che non si dica nulla del
miracolo. Ma più lo raccomandava, «più essi ne parlavano» (Mc 7,36). Ed il commento meravigliato di quanti avevano assistito
ricalca la predicazione di Isaia per l’avvento del Messia: «Fa udire i sordi e fa parlare
i muti» (Mc 7,37).
Il primo insegnamento che traiamo da
questo episodio biblico, richiamato anche
nel rito del battesimo, è che, nella prospettiva cristiana, l’ascolto è prioritario. Al riguardo Gesù afferma in modo esplicito:
«Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la mettono in pratica» (Lc 11,28). Anzi, a
Marta preoccupata per tante cose, Egli dice
che «una sola è la cosa di cui c’è bisogno»
(Lc 10,42). E dal contesto risulta che questa
unica cosa è l’ascolto ubbidiente della Pa-
rola. Perciò l’ascolto della parola di Dio è
prioritario per il nostro impegno ecumenico. Non siamo infatti noi a fare o ad organizzare l’unità della Chiesa. La Chiesa non
fa se stessa e non vive di se stessa, ma della
parola creatrice che viene dalla bocca di
Dio. Ascoltare insieme la parola di Dio;
praticare la lectio divina della Bibbia, cioè
la lettura legata alla preghiera; lasciarsi sorprendere dalla novità, che mai invecchia e
mai si esaurisce, della parola di Dio; superare la nostra sordità per quelle parole che
non si accordano con i nostri pregiudizi e le
nostre opinioni; ascoltare e studiare, nella
comunione dei credenti di tutti i tempi; tutto ciò costituisce un cammino da percorrere
per raggiungere l’unità nella fede, come risposta all’ascolto della Parola.
Chi si pone all’ascolto della parola di
Dio può e deve poi parlare e trasmetterla
agli altri, a coloro che non l’hanno mai
ascoltata, o a chi l’ha dimenticata e sepolta
sotto le spine delle preoccupazioni e degli
inganni del mondo (cfr Mt 13,22). Dobbiamo chiederci: noi cristiani, non siamo diventati forse troppo muti? Non ci manca
forse il coraggio di parlare e di testimoniare
come hanno fatto coloro che erano i testimoni della guarigione del sordomuto nella
Decapoli? Il nostro mondo ha bisogno di
questa testimonianza; attende soprattutto la
testimonianza comune dei cristiani. Perciò
l’ascolto del Dio che parla implica anche
l’ascolto reciproco, il dialogo tra le Chiese e
le Comunità ecclesiali. Il dialogo onesto e
leale costituisce lo strumento imprescindibile della ricerca dell’unità. Il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II ha
sottolineato che se i cristiani non si conoscono reciprocamente non sono neppure
immaginabili dei progressi sulla via della
comunione. Nel dialogo infatti ci si ascolta
e si comunica; ci si confronta e, con la grazia di Dio, si può convergere sulla sua Parola accogliendone le esigenze, che sono
valide per tutti.
Nell’ascolto e nel dialogo i Padri conciliari non hanno intravisto un’utilità indirizzata esclusivamente al progresso ecumenico, ma hanno aggiunto una prospettiva riferita alla stessa Chiesa cattolica: «Da questo
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dialogo – afferma il testo del Concilio - apparirà anche più chiaramente quale sia la
vera situazione della Chiesa cattolica»
(Unitatis redintegratio, 9). E’ indispensabile certo «esporre con chiarezza tutta la dottrina» per un dialogo che affronti, discuta e
superi le divergenze esistenti tra i cristiani,
ma al tempo stesso «il modo ed il metodo di
enunciare la fede cattolica non deve in alcun modo essere di ostacolo al dialogo con
i fratelli» (ibid., 11). Bisogna parlare correttamente (orthōs) e in modo comprensibile.
Il dialogo ecumenico comporta l’evangelica correzione fraterna e conduce a un reciproco arricchimento spirituale nella condivisione delle autentiche esperienze di fede
e di vita cristiana. Perché ciò avvenga occorre implorare senza stancarsi l’assistenza
della grazia di Dio e l’illuminazione dello
Spirito Santo. E’ quanto i cristiani del mondo intero hanno fatto durante questa speciale “Settimana”, o faranno nella Novena che
precede la Pentecoste, come pure in ogni
circostanza opportuna, elevando la loro fiduciosa preghiera affinché tutti i discepoli
di Cristo siano una cosa sola, e affinché,
nell’ascolto della Parola, possano dare una
testimonianza concorde agli uomini e alle
donne del nostro tempo.
In questo clima di intensa comunione
desidero rivolgere il mio cordiale saluto a
tutti i presenti: al Signor Cardinale Arciprete di questa Basilica, al Signor Cardinale
Presidente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani e agli
altri Cardinali, ai venerati Fratelli nell’Episcopato e nel sacerdozio, ai Monaci benedettini, ai religiosi e alle religiose, ai laici
che rappresentano l’intera comunità diocesana di Roma. In modo speciale vorrei salutare i fratelli delle altre Chiese e Comunità
ecclesiali che prendono parte alla celebrazione, rinnovando la significativa tradizione di concludere insieme la “Settimana di
Preghiera”, nel giorno in cui commemoriamo la folgorante conversione di san Paolo
sulla via di Damasco. Sono lieto di sottolineare che il sepolcro dell’Apostolo delle
genti, presso il quale ci troviamo, è stato recentemente oggetto di indagini e di studi, in
seguito ai quali si è voluto renderlo visibile
ai pellegrini, con un opportuno intervento
sotto l’altare maggiore. Per questa importante iniziativa esprimo le mie congratulazioni. All’intercessione di san Paolo, infaticabile costruttore dell’unità della Chiesa,
affido i frutti dell’ascolto e della testimonianza comune che abbiamo potuto sperimentare nei molti incontri fraterni e dialoghi avvenuti nel corso del 2006, tanto con le
Chiese d’Oriente quanto con le Chiese e
Comunità ecclesiali in Occidente. In questi
eventi è stato possibile percepire la gioia
della fraternità, insieme alla tristezza per le
tensioni che permangono, conservando
sempre la speranza che ci infonde il Signore. Ringraziamo quanti hanno contribuito
ad intensificare il dialogo ecumenico con la
preghiera, con l’offerta della loro sofferenza e con la loro infaticabile azione. E’ soprattutto al nostro Signore Gesù Cristo che
rendiamo fervide grazie per tutto. La Vergine Maria faccia sì che quanto prima possa
realizzarsi l’ardente anelito di unità del suo
divin Figlio: «Che tutti siano una cosa sola… affinché il mondo creda»” (Gv 17,21).
BENEDICTUS PP. XVI
[© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana]
4. Messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù del 1° aprile 2007
Dal Vaticano, 27 Gennaio 2007
«COME IO VI HO AMATO,
COSÌ AMATEVI
ANCHE VOI GLI UNI GLI ALTRI»
Cari giovani,
in occasione della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Diocesi la prossima Domenica delle Palme, vorrei proporre alla vostra meditazione
le parole di Gesù: “Come io vi ho amato,
così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv
13,34).
È possibile amare?
Ogni persona avverte il desiderio di
amare e di essere amata. Eppure quant’è
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difficile amare, quanti errori e fallimenti devono registrarsi nell’amore! C’è persino chi
giunge a dubitare che l’amore sia possibile.
Ma se carenze affettive o delusioni sentimentali possono far pensare che amare sia
un’utopia, un sogno irraggiungibile, bisogna forse rassegnarsi? No! L’amore è possibile e scopo di questo mio messaggio è di
contribuire a ravvivare in ciascuno di voi,
che siete il futuro e la speranza dell’umanità, la fiducia nell’amore vero, fedele e forte; un amore che genera pace e gioia; un
amore che lega le persone, facendole sentire libere nel reciproco rispetto. Lasciate allora che percorra insieme a voi un itinerario, in tre momenti, alla “scoperta” dell’amore.
Dio, sorgente dell’amore
Il primo momento riguarda la sorgente
dell’amore vero, che è unica: è Dio. Lo pone bene in evidenza san Giovanni affermando che “Dio è amore” (1Gv 4,8.16); ora
egli non vuol dire solo che Dio ci ama, ma
che l’essere stesso di Dio è amore. Siamo
qui dinanzi alla rivelazione più luminosa
della fonte dell’amore che è il mistero trinitario: in Dio, uno e trino, vi è un eterno
scambio d’amore tra le persone del Padre e
del Figlio, e questo amore non è un’energia
o un sentimento, ma una persona, è lo Spirito Santo.
La Croce di Cristo rivela pienamente l’amore di Dio
Come si manifesta a noi Dio-Amore?
Siamo qui al secondo momento del nostro
itinerario. Anche se già nella creazione sono
chiari i segni dell’amore divino, la rivelazione piena del mistero intimo di Dio è avvenuta con l’Incarnazione, quando Dio
stesso si è fatto uomo. In Cristo, vero Dio e
vero Uomo, abbiamo conosciuto l’amore in
tutta la sua portata. Infatti “la vera novità
del Nuovo Testamento – ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est - non sta in nuove
idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà
carne e sangue ai concetti - un realismo
inaudito” (n. 12). La manifestazione dell’amore divino è totale e perfetta nella Croce,
dove, come afferma san Paolo, “Dio dimo-
stra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è
morto per noi” (Rm 5,8). Ognuno di noi può
pertanto dire senza tema di sbagliare: “Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me”
(cfr Ef 5,2). Redenta dal suo sangue, nessuna vita umana è inutile o di poco valore,
perché tutti siamo amati personalmente da
Lui con un amore appassionato e fedele, un
amore senza limiti. La Croce, follia per il
mondo, scandalo per molti credenti, è invece “sapienza di Dio” per quanti si lasciano
toccare fin nel profondo del proprio essere,
“perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di
Dio è più forte degli uomini” (cfr 1Cor
1,24-25). Anzi, il Crocifisso, che dopo la risurrezione porta per sempre i segni della
propria passione, mette in luce le “contraffazioni” e le menzogne su Dio, che si ammantano di violenza, di vendetta e di esclusione. Cristo è l’Agnello di Dio, che prende
su di sé il peccato del mondo e sradica l’odio dal cuore dell’uomo. Ecco la sua veritiera “rivoluzione”: l’amore.
Amare il prossimo come Cristo ci ama
Ed eccoci ora al terzo momento della nostra riflessione. Sulla croce Cristo grida:
“Ho sete” (Gv 19,28): rivela così un’ardente sete di amare e di essere amato da ognuno di noi. Solo se arriviamo a percepire la
profondità e l’intensità di un tale mistero, ci
rendiamo conto della necessità e dell’urgenza di amarlo a nostra volta “come” Lui
ci ha amati. Questo comporta l’impegno di
dare anche, se necessario, la propria vita per
i fratelli sostenuti dall’amore di Lui. Già
nell’Antico Testamento Dio aveva detto:
“Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lv
19,18), ma la novità di Cristo consiste nel
fatto che amare come Lui ci ha amati significa amare tutti, senza distinzioni, anche i
nemici, “fino alla fine” (cfr Gv 13,1).
Testimoni dell’amore di Cristo
Vorrei ora soffermarmi su tre ambiti della vita quotidiana dove voi, cari giovani,
siete particolarmente chiamati a manifestare l’amore di Dio. Il primo ambito è la Chiesa che è la nostra famiglia spirituale, com-
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posta da tutti i discepoli di Cristo. Memori
delle sue parole: “Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli, se avrete amore gli
uni per gli altri” (Gv 13,35), alimentate,
con il vostro entusiasmo e la vostra carità,
le attività delle parrocchie, delle comunità,
dei movimenti ecclesiali e dei gruppi giovanili ai quali appartenete. Siate solleciti nel
cercare il bene dell’altro, fedeli agli impegni presi. Non esitate a rinunciare con gioia
ad alcuni vostri svaghi, accettate di buon
animo i sacrifici necessari, testimoniate il
vostro amore fedele per Gesù annunciando
il suo Vangelo specialmente fra i vostri coetanei.
Prepararsi al futuro
Il secondo ambito, dove siete chiamati
ad esprimere l’amore e a crescere in esso, è
la vostra preparazione al futuro che vi attende. Se siete fidanzati, Dio ha un progetto
di amore sul vostro futuro di coppia e di famiglia ed è quindi essenziale che voi lo scopriate con l’aiuto della Chiesa, liberi dal
pregiudizio diffuso che il cristianesimo, con
i suoi comandamenti e i suoi divieti, ponga
ostacoli alla gioia dell’amore ed impedisca
in particolare di gustare pienamente quella
felicità che l’uomo e la donna cercano nel
loro reciproco amore. L’amore dell’uomo e
della donna è all’origine della famiglia
umana e la coppia formata da un uomo e da
una donna ha il suo fondamento nel disegno
originario di Dio (cfr Gn 2,18-25). Imparare ad amarsi come coppia è un cammino
meraviglioso, che tuttavia richiede un tirocinio impegnativo. Il periodo del fidanzamento, fondamentale per costruire la coppia, è un tempo di attesa e di preparazione,
che va vissuto nella castità dei gesti e delle
parole. Ciò permette di maturare nell’amore, nella premura e nell’attenzione verso
l’altro; aiuta ad esercitare il dominio di sé, a
sviluppare il rispetto dell’altro, caratteristiche tutte del vero amore che non ricerca in
primo luogo il proprio soddisfacimento né
il proprio benessere. Nella preghiera comune chiedete al Signore che custodisca ed incrementi il vostro amore e lo purifichi da
ogni egoismo. Non esitate a rispondere generosamente alla chiamata del Signore, per-
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ché il matrimonio cristiano è una vera e propria vocazione nella Chiesa. Ugualmente,
cari giovani e care ragazze, siate pronti a dire “sì”, se Iddio vi chiama a seguirlo sulla
via del sacerdozio ministeriale o della vita
consacrata. Il vostro esempio sarà di incoraggiamento per molti altri vostri coetanei,
che sono alla ricerca della vera felicità.
Crescere nell’amore ogni giorno
Il terzo ambito dell’impegno che l’amore comporta è quello della vita quotidiana
con le sue molteplici relazioni. Mi riferisco
segnatamente alla famiglia, alla scuola, al
lavoro e al tempo libero. Cari giovani, coltivate i vostri talenti non soltanto per conquistare una posizione sociale, ma anche
per aiutare gli altri “a crescere”. Sviluppate
le vostre capacità, non solo per diventare
più “competitivi” e “produttivi”, ma per essere “testimoni della carità”. Alla formazione professionale unite lo sforzo di acquisire
conoscenze religiose utili per poter svolgere la vostra missione in maniera responsabile. In particolare, vi invito ad approfondire
la dottrina sociale della Chiesa, perché dai
suoi principi sia ispirata ed illuminata la vostra azione nel mondo. Lo Spirito Santo vi
renda inventivi nella carità, perseveranti negli impegni che assumete, e audaci nelle vostre iniziative, perché possiate offrire il vostro contributo per l’edificazione della “civiltà dell’amore”. L’orizzonte dell’amore è
davvero sconfinato: è il mondo intero!
“Osare l’amore” seguendo l’esempio dei
santi
Cari giovani, vorrei invitarvi a “osare
l’amore”, a non desiderare cioè niente di
meno per la vostra vita che un amore forte e
bello, capace di rendere l’esistenza intera
una gioiosa realizzazione del dono di voi
stessi a Dio e ai fratelli, ad imitazione di
Colui che mediante l’amore ha vinto per
sempre l’odio e la morte (cfr Ap 5,13). L’amore è la sola forza in grado di cambiare il
cuore dell’uomo e l’umanità intera, rendendo proficue le relazioni tra uomini e donne,
tra ricchi e poveri, tra culture e civiltà. Questo testimonia la vita dei Santi che, veri
amici di Dio, sono il canale e il riflesso di
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questo amore originario. Impegnatevi a conoscerli meglio, affidatevi alla loro intercessione, cercate di vivere come loro. Mi limito a citare Madre Teresa che, per affrettarsi a
rispondere al grido di Cristo “Ho sete”, grido che l’aveva profondamente toccata, iniziò a raccogliere i moribondi nelle strade di
Calcutta, in India. Da allora l’unico desiderio della sua vita divenne quello di estinguere la sete d’amore di Gesù non a parole, ma
con atti concreti, riconoscendone il volto sfigurato, assetato d’amore, nel viso dei più
poveri tra i poveri. La Beata Teresa ha messo in pratica l’insegnamento del Signore:
“Ogni volta che avete fatto queste cose a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me” (cfr Mt 25,40). E il messaggio di questa umile testimone dell’amore
divino si è diffuso nel mondo intero.
Il segreto dell’amore
Ad ognuno di noi, cari amici, è dato di
raggiungere questo stesso grado di amore,
ma solo ricorrendo all’indispensabile sostegno della Grazia divina. Soltanto l’aiuto del
Signore ci consente, infatti, di sfuggire alla
rassegnazione davanti all’enormità del
compito da svolgere e ci infonde il coraggio
di realizzare quanto è umanamente impensabile. Soprattutto l’Eucaristia è la grande
scuola dell’amore. Quando si partecipa regolarmente e con devozione alla Santa
Messa, quando si passano in compagnia di
Gesù eucaristico prolungate pause di adorazione è più facile capire la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità del suo
amore che sorpassa ogni conoscenza (cfr Ef
3,17-18). Condividendo il Pane eucaristico
con i fratelli della comunità ecclesiale si è
poi spinti a tradurre “in fretta”, come fece la
Vergine con Elisabetta, l’amore di Cristo in
generoso servizio ai fratelli.
Verso l’incontro di Sidney
Illuminante è al riguardo l’esortazione
dell’apostolo Giovanni: “Figlioli, non
amiamo a parole, né con la lingua, ma coi
fatti e nella verità. Da questo conosceremo
che siamo nati dalla verità” (1Gv 3, 18-19).
Cari giovani, è con questo spirito che vi invito a vivere la prossima Giornata Mondia-
le della Gioventù insieme con i vostri Vescovi nelle vostre rispettive Diocesi. Essa
rappresenterà una tappa importante verso
l’incontro di Sydney, il cui tema sarà:
“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At
1,8). Maria, Madre di Cristo e della Chiesa,
vi aiuti a far risuonare ovunque il grido che
ha cambiato il mondo: “Dio è amore!”. Vi
accompagno con la preghiera e di cuore vi
benedico.
Dal Vaticano, 27 Gennaio 2007
BENEDICTUS PP. XVI
[© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana]
5 Discorso in occasione della Giornata
Mondiale della Vita consacrata
Basilica Vaticana, 2 febbraio 2007
Cari fratelli e sorelle,
vi incontro volentieri al termine della
Celebrazione eucaristica, che vi ha riuniti in
questa Basilica anche quest’anno, in un’occasione tanto significativa per voi che, appartenendo a Congregazioni, Istituti, Società di vita apostolica e Nuove Forme di
vita consacrata, costituite una componente
particolarmente significativa del Corpo mistico di Cristo. L’odierna liturgia ricorda la
Presentazione del Signore al Tempio, festa
scelta dal mio venerato predecessore, Giovanni Paolo II, come “Giornata della Vita
Consacrata”. Con vivo piacere rivolgo a
ciascuno di voi, qui presenti, il mio cordiale saluto, a cominciare dal Signor Cardinale Franc Rodé, Prefetto del vostro Dicastero, al quale sono grato per le cordiali parole
che mi ha indirizzato a vostro nome. Saluto
poi il Segretario e tutti i membri della Congregazione, che dedica la sua attenzione a
un settore vitale della Chiesa. L’odierna ricorrenza è quanto mai opportuna per chiedere insieme al Signore il dono di una sempre più consistente ed incisiva presenza dei
religiosi, delle religiose e delle persone consacrate nella Chiesa in cammino sulle strade del mondo.
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Cari fratelli e sorelle, la festa che oggi
celebriamo ci ricorda che la vostra testimonianza evangelica, perché sia veramente efficace, deve scaturire da una risposta senza
riserve all’iniziativa di Dio che vi ha consacrati a sé con uno speciale atto d’amore. Come gli anziani Simeone e Anna erano desiderosi di vedere il Messia prima della loro
morte e parlavano di lui «a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme» (cfr
Lc 2,26.38), così anche in questo nostro
tempo è diffuso, soprattutto tra i giovani, il
bisogno di incontrare Dio. Coloro che sono
scelti da Dio per la vita consacrata fanno
proprio in modo definitivo questo anelito
spirituale. In essi abita infatti una sola attesa: quella del Regno di Dio: che Dio regni
nelle nostre volontà, nei nostri cuori, nel
mondo. In essi brucia un’unica sete d’amore, che solo l’Eterno può appagare. Con il
loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla
ricerca d’un senso, che Dio è il Signore dell’esistenza, che la sua «grazia val più della
vita» (Sal 62,4). Scegliendo l’obbedienza,
la povertà e la castità per il Regno dei cieli,
mostrano che ogni attaccamento ed amore
alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore; che l’esistenza
terrena è un’attesa più o meno lunga dell’incontro “faccia a faccia” con lo Sposo divino, attesa da vivere con cuore sempre vigile per essere pronti a riconoscerlo e ad accoglierlo quando verrà.
Per natura sua, dunque, la vita consacrata costituisce una risposta a Dio totale e definitiva, incondizionata e appassionata (cfr
Vita consecrata, 17). E quando si rinuncia a
tutto per seguire Cristo, quando gli si dà ciò
che si ha di più caro affrontando ogni sacrificio, allora, come è avvenuto per il divin
Maestro, anche la persona consacrata che
ne segue le orme diventa necessariamente
“segno di contraddizione”, perché il suo
modo di pensare e di vivere è spesso in contrasto con la logica del mondo, come si presenta nei mezzi di comunicazione sociale,
quasi sempre. Si sceglie Cristo, anzi ci si lascia “conquistare” da Lui senza riserve. Dinanzi a un simile coraggio, quanta gente assetata di verità resta colpita ed è attratta da
11
chi non esita a dare la vita, la propria vita,
per ciò in cui crede. Non è questa la radicale fedeltà evangelica a cui é chiamata, anche in questo nostro tempo, ogni persona
consacrata? Rendiamo grazie al Signore
perché tanti religiosi e religiose, tante persone consacrate, in ogni angolo della terra,
continuano ad offrire una suprema e fedele
testimonianza di amore a Dio e ai fratelli,
testimonianza che non raramente si tinge
del sangue del martirio. Ringraziamo Dio
anche perché questi esempi continuano a
suscitare nell’animo di molti giovani il desiderio di seguire Cristo per sempre, in modo intimo e totale.
Cari fratelli e sorelle, non dimenticate
mai che la vita consacrata è dono divino, e
che è in primo luogo il Signore a condurla a
buon fine secondo i suoi progetti. Questa
certezza che il Signore ci conduce a buon fine, nonostante le nostre debolezze; questa
certezza deve esservi di conforto, preservandovi dalla tentazione dello scoraggiamento dinanzi alle inevitabili difficoltà della vita e alle molteplici sfide dell’epoca moderna. In effetti, nei tempi difficili che
stiamo vivendo non pochi Istituti possono
avvertire una sensazione di smarrimento
per le debolezze che ritrovano nel loro interno e per i molti ostacoli che incontrano
nel portare a compimento la loro missione.
Quel Bambino Gesù, che oggi viene presentato al Tempio, è vivo tra noi oggi e in
modo invisibile ci sostiene perché cooperiamo fedelmente con Lui all’opera della
salvezza e non ci abbandona.
L’odierna liturgia è particolarmente suggestiva perché contrassegnata dal simbolo
della luce. La solenne processione dei ceri,
che avete compiuto all’inizio della celebrazione, sta a indicare Cristo, vera luce del
mondo, che risplende nella notte della storia e che illumina ogni cercatore di verità.
Cari consacrati e consacrate, ardete di questa fiamma e fatela risplendere con la vostra
vita, perché dappertutto brilli un frammento del fulgore irradiato da Gesù, splendore
di verità. Dedicandovi esclusivamente a Lui
(cfr Vita consecrata, 15), voi testimoniate il
fascino della verità di Cristo e la gioia che
scaturisce dall’amore per Lui. Nella con-
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templazione e nell’attività, nella solitudine
e nella fraternità, nel servizio ai poveri e
agli ultimi, nell’accompagnamento personale e nei moderni areopaghi, siate pronti a
proclamare e testimoniare che Dio è Amore, che dolce è amarlo. Maria, la Tota pulchra, vi insegni a trasmettere agli uomini ed
alle donne di oggi questo fascino divino,
che deve trasparire dalle vostre parole e dalle vostre azioni. Nell’esprimervi il mio grato apprezzamento per il servizio che rendete alla Chiesa, vi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera e di cuore tutti vi
benedico.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 4 febbraio 2007, p. 5]
6. Incontro con il Seminario Maggiore di
Roma
S. Giovanni in Laterano, 17 febbraio 2007
IL FASCINO DI
FRANCESCO DI ASSISI
– Padre Santo, come era articolata la
sua vita nel periodo della formazione al sacerdozio e quali interessi coltivava? Considerando l’esperienza fatta, quali sono i
punti cardine della formazione al sacerdozio? In particolare, Maria, quale posto occupa in essa?(Claudio Fabbri, 2° anno di
Filosofia).
Io penso che la nostra vita, nel nostro seminario di Frisinga, era articolata in modo
molto simile al vostro, anche se non conosco
precisamente il vostro orario quotidiano. Si
cominciava, mi sembra, alle 6.30, alle 7, con
una meditazione di una mezz’ora, nella quale ognuno in silenzio parlava col Signore,
cercava di predisporre l’animo alla Sacra Liturgia. Poi seguiva la Santa Messa, la colazione e poi, nella mattinata, le lezioni.
Nel pomeriggio seminari, tempi di studio, e poi ancora la preghiera comune. La
sera, i cosiddetti “puncta“, cioè il direttore
spirituale o il rettore del seminario, nelle di-
verse sere, ci parlavano per aiutarci a trovare il cammino della meditazione, non dandoci una meditazione già fatta, ma degli
elementi che potevano aiutare ognuno a
personalizzare le Parole del Signore che sarebbero state oggetto della nostra meditazione.
Così il percorso giorno per giorno; poi
naturalmente c’erano le grandi feste con
una bella liturgia, musica… Ma, mi sembra,
e forse ritornerò su questo alla fine, che sia
molto importante avere una disciplina che
mi precede e non dovere ogni giorno, di
nuovo, inventare cosa fare, come vivere;
c’è una regola, una disciplina che già mi
aspetta e mi aiuta a vivere ordinatamente
questo giorno.
Adesso, quanto alle mie preferenze, naturalmente seguivo con attenzione, in quanto potevo, le lezioni. Inizialmente, nei due
primi anni la filosofia, mi ha affascinato, fin
dall’inizio soprattutto la figura di Sant’Agostino e poi anche la corrente agostiniana
nel Medioevo: San Bonaventura, i grandi
francescani, la figura di San Francesco
d’Assisi.
Per me era affascinante soprattutto la
grande umanità di Sant’Agostino, che non
ebbe la possibilità semplicemente di identificarsi con la Chiesa perché catecumeno fin
dall’inizio, ma che dovette invece lottare
spiritualmente per trovare man mano l’accesso alla Parola di Dio, alla vita con Dio,
fino al grande sì detto alla sua Chiesa.
Questo cammino così umano, dove anche oggi possiamo vedere come si comincia
ad entrare in contatto con Dio, come tutte le
resistenze della nostra natura debbano essere prese sul serio e poi debbano anche essere canalizzate per arrivare al grande sì al Signore. Così mi ha conquistato la sua teologia molto personale, sviluppata soprattutto
nella predicazione. Questo è importante,
perché inizialmente Agostino voleva vivere
una vita puramente contemplativa, scrivere
altri libri di filosofia…, ma il Signore non
l’ha voluto, l’ha fatto sacerdote e vescovo e
così tutto il resto della sua vita, della sua
opera, si è sviluppato sostanzialmente nel
dialogo con un popolo molto semplice. Egli
dovette sempre, da una parte, trovare perso-
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nalmente il significato della Scrittura e, dall’altra, tenere conto della capacità di questa
gente, del loro contesto vitale, e arrivare a
un cristianesimo realistico e nello stesso
tempo molto profondo.
Poi, naturalmente per me era molto importante l’esegesi: abbiamo avuto due esegeti un po’ liberali, ma tuttavia grandi esegeti, anche realmente credenti, che ci hanno
affascinati. Posso dire che, realmente, la Sacra Scrittura era l’anima del nostro studio
teologico: abbiamo realmente vissuto con
la Sacra Scrittura e imparato ad amarla, a
parlare con essa. Poi ho già detto della Patrologia, dell’incontro con i Padri. Anche il
nostro insegnante di dogmatica era persona
allora molto famosa, aveva nutrito la sua
dogmatica con i Padri e con la Liturgia. Un
punto molto centrale era per noi la formazione liturgica: in quel tempo non c’erano
ancora cattedre di Liturgia, ma il nostro professore di Pastorale ci ha donato grandi corsi di liturgia e lui, al momento, era anche
Rettore del seminario e così, liturgia vissuta e celebrata e liturgia insegnata e pensata
andavano insieme. Questi, insieme con la
Sacra Scrittura, erano i punti scottanti della
nostra formazione teologica. Di questo sono sempre grato al Signore, perché insieme
sono realmente il centro di una vita sacerdotale.
Altro interesse era la letteratura: era obbligatorio leggere Dostoevskij, era la moda
del momento, poi c’erano i grandi francesi:
Claudel, Mauriac, Bernanos, ma anche la
letteratura tedesca; c’era anche una edizione tedesca del Manzoni: non parlavo in quel
tempo italiano. Così abbiamo un po’, in
questo senso, anche formato il nostro orizzonte umano. Un grande amore era anche la
musica, come pure la bellezza della natura
della nostra terra. Con queste preferenze,
queste realtà, in un cammino non sempre
facile, sono andato avanti. Il Signore mi ha
aiutato ad arrivare fino al sì del sacerdozio,
un sì che mi ha accompagnato ogni giorno
della mia vita”.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 10-20 febbraio 2007]
13
7. Discorso ai Penitenzieri delle quattro
Basiliche pontificie romane
Città del Vaticano, Sala Clementina,
19 febbraio 2007
IL CONFESSORE:
PADRE, GIUDICE SPIRITUALE,
MAESTRO, EDUCATORE
Cari fratelli!
Sono lieto di accogliervi e vi saluto tutti
con affetto, ad iniziare dal Cardinale James
Francis Stafford, Penitenziere Maggiore,
che ringrazio per le cortesi parole poc’anzi
rivoltemi. Con lui saluto il Reggente, Mons.
Gianfranco Girotti, e i membri della Penitenzieria Apostolica. Questo incontro mi offre l’opportunità di esprimere vivo compiacimento soprattutto a voi, cari Padri Penitenzieri delle Basiliche Papali dell’Urbe, per
il prezioso ministero pastorale, che con solerte dedizione svolgete. Al tempo stesso mi
è caro estendere un cordiale pensiero a tutti
i sacerdoti del mondo che si dedicano con
impegno al ministero del confessionale.
Il Sacramento della penitenza, che tanta
importanza ha nella vita del cristiano, rende
attuale l’efficacia redentrice del Mistero pasquale di Cristo. Nel gesto dell’assoluzione,
pronunciata a nome e per conto della Chiesa, il confessore diventa il tramite consapevole di un meraviglioso evento di grazia.
Ottemperando con docile adesione al Magistero della Chiesa, egli si fa ministro della
consolante misericordia di Dio, evidenzia la
realtà del peccato e manifesta al tempo stesso la smisurata potenza rinnovatrice dell’amore divino, amore che ridona la vita. La
confessione diventa quindi una rinascita
spirituale, che trasforma il penitente in una
nuova creatura. Questo miracolo di grazia
solo Dio può operarlo, e lo compie attraverso le parole e i gesti del sacerdote. Sperimentando la tenerezza e il perdono del Signore, il penitente è più facilmente spinto a
riconoscere la gravità del peccato, più deciso nell’evitarlo per restare e crescere nella
riannodata amicizia con Lui.
In questo misterioso processo di rinnovamento interiore il confessore non è spettatore passivo, ma persona dramatis, cioè
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strumento attivo della misericordia divina.
Pertanto, è necessario che egli unisca ad
una buona sensibilità spirituale e pastorale
una seria preparazione teologica, morale e
pedagogica che lo renda capace di comprendere il vissuto della persona. Gli è poi
assai utile conoscere gli ambiti sociali, culturali e professionali di quanti si accostano
al confessionale, per poter offrire idonei
consigli ed orientamenti spirituali e pratici.
Non dimentichi, il sacerdote, che in questo
Sacramento egli è chiamato a svolgere il
compito di padre, di giudice spirituale, di
maestro e di educatore. Ciò esige un costante aggiornamento: a questo vogliono
provvedere anche i corsi del cosiddetto “foro interno” promossi dalla Penitenzieria
Apostolica.
Cari sacerdoti, questo vostro ministero
riveste soprattutto un carattere spirituale.
Alla saggezza umana, alla preparazione
teologica occorre pertanto unire una
profonda vena di spiritualità alimentata dal
contatto orante con Cristo, Maestro e Redentore. In virtù dell’Ordinazione presbiterale, infatti, il confessore svolge un peculiare servizio “in persona Christi”, con una
pienezza di doti umane che vengono rafforzate dalla Grazia. Suo modello è Gesù, l’inviato del Padre; la sorgente a cui attinge abbondantemente è il soffio vivificante dello
Spirito Santo. Dinanzi a così alta responsabilità le forze umane sono sicuramente inadeguate, ma l’umile e fedele adesione ai disegni salvifici di Cristo ci rende, cari fratelli, testimoni della redenzione universale da
Lui operata, attuando il monito di san Paolo che dice: «È stato Dio a riconciliare a sé
il mondo in Cristo … affidando a noi la parola della riconciliazione» (2Cor 5, 19).
Per adempiere tale compito dobbiamo
anzitutto radicare in noi stessi questo messaggio di salvezza e lasciare che ci trasformi profondamente. Non possiamo predicare il perdono e la riconciliazione agli altri,
se non ne siamo personalmente penetrati.
Se è vero che nel nostro ministero ci sono
vari modi e strumenti per comunicare ai fratelli l’amore misericordioso di Dio, è però
nella celebrazione di questo Sacramento
che possiamo farlo nella forma più comple-
ta ed eminente. Cristo ci ha scelti, cari sacerdoti, per essere i soli a poter perdonare i
peccati in suo nome: si tratta allora di uno
specifico servizio ecclesiale al quale dobbiamo dare la priorità.
Quante persone in difficoltà cercano il
conforto e la consolazione di Cristo! Quanti penitenti trovano nella confessione la pace e la gioia che rincorrevano da tempo!
Come non riconoscere che anche in questa
nostra epoca, segnata da tante sfide religiose e sociali, vada riscoperto e riproposto
questo Sacramento? Cari fratelli, seguiamo
l’esempio dei santi, in particolare di coloro
che, come voi, si dedicavano quasi esclusivamente al ministero del confessionale. Tra
gli altri, san Giovanni Maria Vianney, san
Leopoldo Mandic, e più vicino a noi, san
Pio da Pietrelcina. Siano essi ad aiutarvi dal
cielo perché sappiate dispensare abbondantemente la misericordia e il perdono di Cristo. Vi ottenga Maria, Rifugio dei peccatori, la forza, l’incoraggiamento e la speranza
per continuare generosamente questa vostra
indispensabile missione. Io vi assicuro di
cuore la mia preghiera, mentre con affetto
tutti vi benedico.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 19-20 febbraio 2007, p. 9]
8. Incontro di Benedetto XVI con i Parroci ed il Clero di Roma
Città del Vaticano, Aula della Benedizione,
22 febbraio 2007
SAN FRANCESCO ERA SCOMODO
[...]
– Il tema dei Movimenti Ecclesiali e delle Nuove Comunità, come dono provvidenziale per i nostri tempi, è stato proposto da
Padre Gerardo Raul Carcar, appartenente
alla Comunità dei Padri di Schönstatt, arrivato a Roma sei mesi fa dall’Argentina, e
oggi vicario cooperatore della Parrocchia
di San Girolamo a Corviale. Si tratta di
realtà che hanno uno slancio creativo, vi-
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vono la fede e cercano nuove forme di vita
per trovare una giusta collocazione missionaria nella Chiesa. Al Papa il religioso ha
chiesto un consiglio su come inserirsi per
sviluppare realmente un ministero di unità
nella Chiesa universale.
Dunque, vedo che devo essere più breve.
Grazie per questa domanda. Mi sembra che
Lei abbia citato le fonti essenziali di quanto
posso dire sui Movimenti. In questo senso
la sua domanda è anche una risposta.
Vorrei subito precisare che in questi mesi ricevo i Vescovi italiani in visita «ad limina» e così posso un po’ meglio imparare
la geografia della fede in Italia. Vedo tante
belle cose insieme con i problemi che conosciamo tutti. Vedo soprattutto come la fede
sia ancora profondamente radicata nel cuore italiano, anche se, naturalmente, in molti
modi è minacciata nelle odierne situazioni.
I Movimenti accettano anche bene la mia
funzione paterna di Pastore. Altri sono più
critici e dicono che i Movimenti non si inseriscono. Penso che realmente le situazioni sono diverse, dipende tutto dalle persone
in questione.
Mi sembra che abbiamo due regole fondamentali, delle quali Lei ha parlato. La prima regola ce l’ha dato San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi: non spegnere i
carismi. Se il Signore ci da nuovi doni dobbiamo essere grati, anche se a volte sono
scomodi. Ed è una bella cosa che, senza iniziativa della gerarchia, con una iniziativa
dal basso, come si dice, ma con una iniziativa anche realmente dall’Alto, cioè come
dono dello Spirito Santo, nascono nuove
forme di vita nella Chiesa, come del resto
sono nate in tutti i secoli.
Inizialmente erano sempre scomode: anche San Francesco era molto scomodo e per
il Papa era molto difficile dare, finalmente,
una forma canonica ad una realtà che era
molto più grande dei regolamenti giuridici.
Per San Francesco era un grandissimo sacrificio lasciarsi incastrare in questo scheletro giuridico, ma alla fine è nata così una
realtà che vive ancor oggi e che vivrà in futuro: essa da forza e nuovi elementi alla vita della Chiesa.
15
Voglio solo dire questo: in tutti i secoli
sono nati Movimenti. Anche San Benedetto, inizialmente, era un Movimento. Si inseriscono nella vita della Chiesa non senza
sofferenze, non senza difficoltà. San Benedetto stesso ha dovuto correggere l’iniziale
direzione del monachesimo. E così anche
nel nostro secolo il Signore, lo Spinto Santo, ci ha dato nuove iniziative con nuovi
aspetti della vita cristiana: vissuti da persone umane con i loro limiti, esse creano anche difficoltà.
Prima regola dunque: non spegnere i carismi, essere grati anche se sono scomodi.
La seconda regola è questa: la Chiesa è una;
se i Movimenti sono realmente doni dello
Spirito Santo si inseriscono e servono la
Chiesa e nel dialogo paziente tra Pastori e
Movimenti nasce una forma feconda dove
questi elementi diventano elementi edificanti per la Chiesa di oggi e di domani.
[...]
[L’Osservatore Romano, 24 febbraio 2007, pp. 6-7]
9. Discorso ai partecipanti al Congresso
promosso dalla Commissione degli
Episcopati della Comunità Europea
(COMECE)
Città del Vaticano, Sala Clementina,
24 marzo 2007
EDIFICATE UNA NUOVA EUROPA
Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Onorevoli Parlamentari,
Gentili Signore e Signori!
Sono particolarmente lieto di ricevervi
così numerosi in questa Udienza, che si
svolge alla vigilia del cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma,
avvenuta il 25 marzo 1957. Si compiva allora una tappa importante per l’Europa,
uscita stremata dal secondo conflitto mondiale e desiderosa di costruire un futuro di
pace e di maggiore benessere economico e
sociale, senza dissolvere o negare le diverse identità nazionali. Saluto Mons. Adria-
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nus Herman van Luyn, Vescovo di Rotterdam, Presidente della Commissione degli
Episcopati della Comunità Europea, e lo
ringrazio per le gentili parole che mi ha rivolto. Saluto gli altri Presuli, le distinte personalità e quanti prendono parte al Convegno promosso in questi giorni dalla COMECE per riflettere sull’Europa.
Dal marzo di cinquant’anni or sono, questo Continente ha percorso un lungo cammino, che ha condotto alla riconciliazione
dei due “polmoni” – l’Oriente e l’Occidente – legati da una storia comune, ma arbitrariamente separati da una cortina d’ingiustizia. L’integrazione economica ha stimolato
quella politica e ha favorito la ricerca, ancora faticosamente in corso, di una struttura istituzionale adeguata per un’Unione Europea che, ormai, conta 27 Paesi ed aspira a
diventare nel mondo un attore globale.
In questi anni si è avvertita sempre più
l’esigenza di stabilire un sano equilibrio fra
la dimensione economica e quella sociale,
attraverso politiche capaci di produrre ricchezza e d’incrementare la competitività,
senza tuttavia trascurare le legittime attese
dei poveri e degli emarginati. Sotto il profilo demografico, si deve purtroppo constatare che l’Europa sembra incamminata su una
via che potrebbe portarla al congedo dalla
storia. Ciò, oltre a mettere a rischio la crescita economica, può anche causare enormi
difficoltà alla coesione sociale e, soprattutto, favorire un pericoloso individualismo,
disattento alle conseguenze per il futuro. Si
potrebbe quasi pensare che il Continente
europeo stia di fatto perdendo fiducia nel
proprio avvenire. Inoltre, per quanto riguarda, ad esempio, il rispetto dell’ambiente oppure l’ordinato accesso alle risorse ed agli
investimenti energetici, la solidarietà viene
incentivata a fatica, non soltanto nell’ambito internazionale ma anche in quello strettamente nazionale. Il processo stesso di unificazione europea si rivela non da tutti condiviso, per l’impressione diffusa che vari
“capitoli” del progetto europeo siano stati
“scritti” senza tener adeguato conto delle
attese dei cittadini.
Da tutto ciò emerge chiaramente che non
si può pensare di edificare un’autentica “ca-
sa comune” europea trascurando l’identità
propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica,
culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica; un’identità
costituita da un insieme di valori universali,
che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto
storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa. Tali valori, che costituiscono l’anima
del Continente, devono restare nell’Europa
del terzo millennio come “fermento” di civiltà. Se infatti essi dovessero venir meno,
come potrebbe il “vecchio” Continente
continuare a svolgere la funzione di “lievito” per il mondo intero? Se, in occasione del
50.mo dei Trattati di Roma, i Governi dell’Unione desiderano “avvicinarsi” ai loro
cittadini, come potrebbero escludere un elemento essenziale dell’identità europea qual
è il Cristianesimo, in cui una vasta maggioranza di loro continua ad identificarsi? Non
è motivo di sorpresa che l’Europa odierna,
mentre ambisce di porsi come una comunità
di valori, sembri sempre più spesso contestare che ci siano valori universali ed assoluti? Questa singolare forma di “apostasia”
da se stessa, prima ancora che da Dio, non
la induce forse a dubitare della sua stessa
identità? Si finisce in questo modo per
diffondere la convinzione che la “ponderazione dei beni” sia l’unica via per il discernimento morale e che il bene comune sia sinonimo di compromesso. In realtà, se il
compromesso può costituire un legittimo
bilanciamento di interessi particolari diversi, si trasforma in male comune ogniqualvolta comporti accordi lesivi della natura
dell’uomo.
Una comunità che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata
ad immagine di Dio, finisce per non fare il
bene di nessuno. Ecco perché appare sempre più indispensabile che l’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi
largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani
essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibra-
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to e realista, in fondo tale non è, proprio
perché nega quella dimensione valoriale ed
ideale, che è inerente alla natura umana.
Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani
il diritto stesso d’intervenire come tali nel
dibattito pubblico o, per lo meno, se ne
squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi. Nell’attuale momento storico e di fronte alle molte sfide che lo segnano, l’Unione Europea
per essere valida garante dello stato di diritto ed efficace promotrice di valori universali, non può non riconoscere con chiarezza
l’esistenza certa di una natura umana stabile e permanente, fonte di diritti comuni a
tutti gli individui, compresi coloro stessi
che li negano. In tale contesto, va salvaguardato il diritto all’obiezione di coscienza, ogniqualvolta i diritti umani fondamentali fossero violati.
Cari amici, so quanto difficile sia per i
cristiani difendere strenuamente questa verità dell’uomo. Non stancatevi però e non
scoraggiatevi! Voi sapete di avere il compito di contribuire a edificare con l’aiuto di
Dio una nuova Europa, realistica ma non cinica, ricca d’ideali e libera da ingenue illusioni, ispirata alla perenne e vivificante verità del Vangelo. Per questo siate presenti in
modo attivo nel dibattito pubblico a livello
europeo, consapevoli che esso fa ormai parte integrante di quello nazionale, ed affiancate a tale impegno un’efficace azione culturale. Non piegatevi alla logica del potere
fine a se stesso! Vi sia di costante stimolo e
sostegno l’ammonimento di Cristo: se il sale perde il suo sapore a null’altro serve che
ad essere buttato via e calpestato (cfr Mt
5,13). Il Signore renda fecondo ogni vostro
sforzo e vi aiuti a riconoscere e valorizzare
gli elementi positivi presenti nell’odierna civiltà, denunciando però con coraggio tutto
ciò che è contrario alla dignità dell’uomo.
Sono certo che Iddio non mancherà di benedire lo sforzo generoso di quanti, con spirito di servizio, operano per costruire una casa comune europea dove ogni apporto culturale, sociale e politico sia finalizzato al bene
comune. A voi, già coinvolti in diversi modi
in tale importante impresa umana ed evangelica, esprimo il mio sostegno e rivolgo il mio
più vivo incoraggiamento. Soprattutto vi assicuro un ricordo nella preghiera e, mentre
invoco la materna protezione di Maria, Madre del Verbo incarnato, imparto di cuore a
voi ed alle vostre famiglie e comunità la mia
affettuosa Benedizione.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 15 marzo 2007, p. 5]
10. Francesco di Assisi: traduzione del
«Beati i poveri in spirito»
Finora abbiamo riflettuto solo sulla prima metà della prima Beatitudine, «Beati i
poveri in spirito»; in Matteo come in Luca
la promessa corrispondente è: «vostro (di
essi) è il regno di Dio (il regno dei cieli)»
(Lc 6,20; Mt 5,3). Il «regno di Dio» è la categoria fondamentale del messaggio di Gesù; qui essa entra nelle Beatitudini: tale contesto è importante per capire correttamente
questa espressione molto discussa. L’abbiamo già visto esaminando più da vicino il significato della parola «regno di Dio» e dovremo ricordarlo ancora qualche volta anche nelle riflessioni seguenti.
Ma forse è bene – prima di continuare
nella meditazione sul testo – rivolgere ancora per un attimo l’attenzione a quella figura nella storia della fede che ha tradotto
tale Beatitudine nell’esistenza umana in
modo più intenso: Francesco d’Assisi. I
santi sono gli autentici interpreti della Sacra
Scrittura. Il significato di un’espressione si
rende comprensibile in modo più chiaro
proprio nelle persone che ne sono state
completamente conquistate e l’hanno realizzata nella propria vita. L’interpretazione
della Scrittura non può essere una faccenda
puramente accademica e non può essere relegata nell’ambito esclusivamente storico.
La Scrittura porta in ogni suo passo un potenziale di futuro che si dischiude solo
quando le sue parole vengono vissute e sofferte fino in fondo. Francesco d’Assisi ha
colto la promessa di questa Beatitudine nel-
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la sua radicalità estrema - fino al punto di
dare via anche il proprio vestito e farsene dare uno dal Vescovo, rappresentante della
bontà paterna di Dio, che veste i gigli del
campo meglio di come si vestiva Salomone
(cfr. Mt 6,28s). Per Francesco questa umiltà
estrema significava soprattutto libertà di servire, libertà per la missione, estrema fiducia
in Dio che non provvede solo ai fiori del
campo, ma si prende cura proprio dei suoi figli; significava un correttivo alla Chiesa del
suo tempo che con il sistema feudale aveva
perso la libertà e la dinamica dello slancio
missionario; significava un’intima apertura
a Cristo a cui, mediante lo strazio delle stigmate, veniva totalmente conformato cosicché ora egli veramente non viveva più se
stesso, ma, in quanto persona rinata, esisteva completamente da Cristo e in Cristo.
Francesco non aveva intenzione di fondare
un Ordine religioso, ma voleva semplicemente radunare di nuovo il popolo di Dio
per un ascolto della Parola che non si sottraesse con dotti commenti alla serietà della
chiamata. Tuttavia, con la fondazione del
Terz’ordine ha poi accettato la distinzione
tra l’impegno radicale e la necessità di vivere nel mondo. Terz’ordine significa accettare in umiltà proprio il compito della professione secolare e delle sue esigenze, laddove
ci si trova, ma vivere nello stesso tempo protesi verso la profonda comunione inferiore
con Cristo, nella quale il santo di Assisi ci ha
preceduti. «Avere come se non si avesse»
(cfr. 1Cor 7,29ss): apprendere questa tensione interiore come la sfida forse più difficile
e poterla veramente vivere in modo sempre
nuovo, sostenuti in ciò da coloro che hanno
scelto di seguire Cristo in modo radicale - è
questo il senso dei Terz’ordini e in ciò si rivela che cosa può significare la Beatitudine
per tutti. Soprattutto diventa anche evidente
in Francesco che cosa vuoi dire «regno di
Dio». Francesco era collocato totalmente
dentro la Chiesa e, d’altra parte, in figure come lui la Chiesa si protende verso la sua meta futura, ma già presente: il regno di Dio si
avvicina...
[da JOSEPH RATZINGER/BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret,
Rizzoli 2007, pp. 102-104]
11. Carta del Prefecto de la Congregación
para las Iglesias Orientales a los Obispos católicos con motivo de la colecta
“pro Terra Sancta”
Prot. N. 1/2007
Cuaresma 2007
Excelencia Reverendísima:
Como todos los años, por mandato pontificio, me dirijo a todos los Pastores de la
Iglesia universal, con el fin de subvenir de
modo concreto a las necesidades de aquella
antigua y siempre joven porción de la Iglesia que vive en Tierra Santa.
El primer núcleo de la así llamada “Colecta en favor de la Tierra Santa” se remonta
al Papa Martín V, que estableció en 1421 las
normas sobre la recaudación de las ofertas
para tal fin. Esta Colecta siempre tuvo carácter pontificio; y fue confirmada por diversos
Pontífices que siguieron directamente y asistieron con la máxima diligencia a las comunidades cristianas de la Tierra del Señor.
La Congregación para las Iglesias Orientales es heredera de esta solicitud y se siente siempre solidaria con los cristianos de
Tierra Santa y de toda la región del Oriente
Medio, donde la crisis política y económica
no está todavía resuelta y donde se registran
cada día sufrimientos inauditos. La Colecta, por lo tanto, recuerda a todos la absoluta
y urgente necesidad de sostener a los hermanos y a las hermanas de aquella Tierra de
todos los modos posibles, y de manera particular invocando para ellos la paz que viene de lo Alto.
El Santo Padre Benedicto XVI ha recordado este compromiso durante su visita a
Turquía: «Pedimos paz para Jerusalén y para el mundo entero (...). Desde este extremo
de la Península de Anatolia, puente natural
entre Continentes, invocamos paz y reconciliación sobre todo para aquellos que habitan la Tierra que llamamos Santa, y que como tal es tenida tanto por los cristianos como por los hebreos y los musulmanes: es la
Tierra de Abraham, de Isaac y de Jacob,
destinada a hospedar a un pueblo que había
de convertirse en bendición para todas las
gentes (Gen 12, 1-3)».
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Es grave la responsabilidad que incumbe a toda la Iglesia universal con respecto a
la Iglesia Madre de Jerusalén. Resulta por
tanto un deber para todos los católicos del
mundo el acompañar con la oración y la solidaridad, también económica, a las comunidades cristianas de aquella Tierra bendita,
que, entre mil dificultades, ofrecen cotidianamente y en silencio un auténtico testimonio del Evangelio.
Recientemente se ha desarrollado en Jerusalén un importante “Congreso Internacional de Comisarios de Tierra Santa”, que
ha tenido como fin la reflexión sobre la figura del Comisario y sus cometidos fundamentales; y se han abordado, así mismo,
cuestiones concretas inherentes a la Custodia y a la Colecta. En el Congreso ha participado un representante de esta Congregación para reavivar así los lazos de unión con
tantos beneméritos animadores de la ayuda
a la Tierra Santa.
Y precisamente en nombre del Patriarcado Latino, de la Custodia –considerada
“perla de las misiones” de la Orden de los
Frailes Menores–, de las Iglesias Orientales
Católicas y de todos los institutos y organismos que operan en ese territorio, es como expreso la más profunda gratitud, llena
de confianza, por todo lo que las Iglesias
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particulares de todo el mundo continuarán
haciendo de cara al futuro.
Pero es el Santo Padre quien envía el
más sentido agradecimiento, al que une la
oración y la bendición para todas las Iglesias y para todos los benefactores de la Tierra del Señor.
Mientras uno a la presente varios documentos informativos que ilustran sobre las
obras realizadas con la Colecta 2006, ya por
la Custodia ya por esta Congregación, les
renuevo a usted y a los colaboradores en el
servicio eclesial mi gratitud y la de la Congregación para las Iglesias Orientales. Y, en
el espíritu que nos une en la oración mutua,
le invito a unirse a la invocación para que el
Señor proteja a sus discípulos en la Tierra
que ha santificado con el misterio de la Encarnación y de la Resurrección.
Con sentimientos de fraterna consideración me confirmo
suyo devmo.
IGNACE MOUSSA CARD. DAOUD
Patriarca emérito
de Antioquía de los Sirios,
Prefecto
ANTONIO MARIA VEGLIÒ
Secretario
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1. Encuentro del Definitorio general con
los Obispos OFM
Roma, 6 de enero 2007
Mi querido Hermano Obispo,
¡El Señor le conceda Paz!
Hace poco tiempo hemos concluido
nuestro Capítulo general extraordinario,
durante el cual hemos reflexionado sobre el
sentido de nuestra vocación como franciscanos hoy en la Iglesia. Han sido días de
gracia, en los que el Señor nos ha dado la
alegría de gustar nuevamente la riqueza de
ser una fraternidad en misión, llamada a dar
testimonio, y a anunciar la buena noticia del
Evangelio a los hombres y a las mujeres de
nuestro tiempo.
Este acontecimiento tan importante para
nuestra Orden, como es sabido, se coloca
dentro de un itinerario más amplio de redescubrimiento de nuestro carisma, y renovación de nuestra vida como Hermanos Menores, en preparación a la celebración del Octavo Centenario de la aprobación de la
Regla franciscana por parte de Inocencio III,
en el 2009. Es el mismo San Francisco quien
en su Testamento nos recuerda este episodio, que fue para él fundamental, cuando
nos dice: «el mismo Altísimo me reveló que
debía vivir según la forma del santo Evangelio. Y yo lo hice escribir en pocas palabras
y sencillamente y el Señor Papa me lo confirmó». A la luz de este texto es evidente cómo un redescubrimiento de los orígenes, para nosotros Hermanos Menores, no puede
estar separado de aquel que es nuestro lugar
en la Iglesia y de nuestro ser Iglesia.
He recibido así con gran alegría, el pedido que me hicieran muchos Hermanos
Obispos, pertenecientes a nuestra Orden, de
organizar un encuentro del Definitorio general con todos los obispos OFM, porque
considero que dentro del camino que estamos realizando como Orden, ello puede
constituir para todos nosotros, Hermanos
Menores, un momento intenso de crecimiento en la profunda renovación del Espíritu Eclesial que siempre animó a nuestro
Fundador.
Después de haber obtenido el beneplácito de la Congregación para los Obispos, me
permito con la presente, invitarle a Asís, para participar en este encuentro de todos los
Obispos OFM con el Definitorio general de
la Orden, que tendrá lugar del 19 hasta el 22
de junio del 2007. El programa detallado
para estos días le será enviado cuanto antes.
De todos modos prevé en las dos primeras
jornadas, un diálogo acerca de la dimensión
eclesial del carisma franciscano, y la relación entre identidad franciscana y servicio
episcopal; mientras que la tercera jornada
será dedicada a la visita de los lugares donde nació nuestra espiritualidad. El último
día nos trasladaremos de Asís a Roma, para
una celebración Eucarística en San Juan de
Letrán, y si fuese posible, para tener una audiencia con el Santo Padre.
Espero que sus compromisos pastorales
le permitan poder participar en este «encuentro de familia», y le ruego que me comunique, cuanto antes, su eventual participación, para poder así organizar todo con
suficiente tiempo.
Invocando su paterna bendición para todos los Hermanos de la Orden, te saludo
fraternalmente.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
Prot. N.º 097399
2. Informe al encuentro de los nuevos
Ministros provinciales
Roma, Curia generale 15 gennaio 2006
LA AUTORIDAD
AL SERVICIO DE LA ANIMACIÓN
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Para situarnos: Algunas paradojas
Hablar hoy de la autoridad no resulta fácil ni cómodo, más bien todo lo contrario.
Esta dificultad e incomodidad se debe, al
menos en parte, a que comúnmente el término autoridad evoca otro que en realidad
es exactamente su deformación: autoritarismo.
Esto no deja de ser paradójico. De hecho
mientras etimológicamente autoridad indica la instancia que “hace crecer”, en el lenguaje común a menudo se transforma en sinónimo de un poder impuesto que limita la
autorrealización o la misma libertad, perpetuando, de este modo, el infantilismo o minoría de edad más allá de lo normal.
Todo esto provoca una “sospecha”, que
bien podemos decir generalizada, ante la
autoridad; una reacción, también bastante
generalizada, con un mensaje que, abierta o
veladamente, invita a liberarse, a emanciparse, a pensar y decidir por uno mismo.
Esto explica en gran parte un hecho reconocido por muchos: la crisis en que se encuentran la autoridad y la obediencia. También explicaría el hecho de que muchos no
sólo no deseen sino que incluso rechacen
asumir cualquier tipo de autoridad/responsabilidad.
Otra paradoja en relación con la autoridad es que a veces ésta es pensada como
privilegio en favor de quien la ejerce o de
quien ayuda a conseguirla. Tampoco esto
no deja de ser extraño, ya que si autoridad
significa, como ya hemos dicho, “hacer crecer”, desde el Evangelio y la espiritualidad
franciscana, no es en relación con quien es
investido de autoridad, sino de aquellos que
le son confiados.
Esta concepción de la autoridad como
privilegio es lo que explica que algunos la
busquen por todos los medios, aún lo menos
evangélicos, como las “alianzas” o “grupos”, que en vez de unir dividen; o que se
haga una “política”, que no dudamos en definir “sucia”, cuyo objetivo es hacerse con
la “autoridad”, cueste lo que cueste, para
luego sacar provecho.
¿Qué hacer para devolver a la autoridad
el sentido original de “hacer crecer” a aque-
llos que han sido confiados a quienes la han
recibido?
Ejercer la autoridad es servir
Aquellos que han sido colocados sobre
los demás (Adm 4, 2), son llamados a servir. El paradigma, el único a seguir en la
Iglesia y en la Orden, para quienes han sido
llamados a “presidir” a los hermanos, es el
de Jesús. Él, Señor y Maestro (Jn 13, 14), se
hace siervo: No he venido a ser servido, sino a servir (Mt 20, 28). Él, siendo de condición divina, no retuvo ávidamente el ser
igual a Dios. Sino que se despojó de sí mismo tomando la condición de siervo (Fil 2,
6-7), y llegada la hora de pasar de este
mundo al Padre (Jn 13, 1), lavó los pies a
sus discípulos, para que nosotros nos lavemos los pies unos a otros (Jn 13, 14). Él no
vino a dominar, sino a servir y a dar su vida
como rescate por muchos (Mt 20, 28).
La tentación de utilizar la autoridad en
propio beneficio y del abuso de la propia
autoridad no sólo se da en los no cristianos;
es igualmente un riesgo para el cristiano,
como lo ha sido ya para los discípulos (cf.
Mt 20, 25-27). Como tentación está vinculada también al cargo de “superior” en la
Orden. Bien consciente de ello, Francisco
advirtió, en repetidas ocasiones, sobre tal
peligro, que amenaza el objetivo mismo de
la vida franciscana:
• Y el ministro procure proveer tal como
querría que se hiciese con él si se encontrase en caso semejante. Y nadie sea llamado prior, mas todos sin excepción llámense hermanos menores. Y lávense el
uno al otro los pies (cf. Jn 13, 14 (1R 6,
2-3).
• Y recuerden los ministros que dice el Señor: ‘No vine a ser servido sino a servir’
(Mt 20, 28) (1R 4, 6).
• Y ningún ministro [...] se apropie el ser
ministro de los hermanos (1R 17, 4).
• Y los ministro acójanlos caritativa y benignamente, y tengan para con ellos una
familiaridad tan grande, que puedan los
hermanos hablar y comportarse con los
ministros como señores con sus siervos;
pues así debe ser, que los ministros sean
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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
siervos de todos los hermanos (2R 10, 56).
• Ninguno de los hermanos tenga poder o
dominio, máxime entre ellos. Pues como
dice el Señor en el Evangelio: ‘Los príncipes de las naciones las dominan y los
que son los mayores ejercen el poder sobre ellas; no será así entre los hermanos;
y todo el que quiera ser el mayor entre
ellos, sea su ministro y siervo (cf Mt 20,
25-26), y el que es el mayor entre ellos,
hágase como el menor (cf Lc 22, 26) (1R
5, 9-12).
El ejercicio de la autoridad ha de hacerse según las actitudes fundamentales de la
forma de vida franciscana. Nuestra fraternidad no puede prescindir de una autoridad,
pero quien la ejerce debe seguir siendo tan
hermano menor como el último de los hermanos. Tanto quien es cabeza de esta Religión (1R 1, 3), como aquellos que han sido
colocados sobre los demás (Adm 4, 2), son
ministros y siervos. La autoridad –nos recuerda Vida fraterna en comunidad- es
siempre evangélicamente un servicio (VFC
49).
Exigencias de este servicio
La vida franciscana, como toda vida
consagrada, está integrada por personas que
viven un tiempo y en sus circunstancias; se
desarrollan en un contexto humano (socioeconómico, cultural, político, religioso,
eclesial y de Orden). Como realidad humana y eclesial está sometida a una continua
interpelación desde las exigencias de la propia vocación y desde las llamadas de los
signos de los tiempos. De ahí la necesidad
de que el ministro y su definitorio, y cuantos ejercen algún tipo de autoridad, deban
estar muy atentos a los desafíos que este
contexto y estas exigencias presentan. El
ejercicio de la autoridad exige por naturaleza y a la luz de esta última consideración
que tenga en cuenta:
1. Una certera visión de gobierno: Mantener viva la conciencia de quiénes somos,
dónde estamos, hacia dónde vamos y cómo vamos a lograr los objetivos. Para
ello considero fundamental que el minis-
23
tro con su definitorio estén en constante
actitud de discernimiento y pongan a la
hermanos de la Provincia o Custodia en
esa misma actitud.
Por supuesto que en las Constituciones y
en los Estatutos Generales se encuentran
los objetivos y las orientaciones precisas
para impulsar la renovación de las personas, de las fraternidades, pero en este
punto juegan un papel decisivo las orientaciones de los últimos Capítulos Generales1, las Prioridades para el sexenio2 y
los últimos documentos de la Orden que
señalan unas prioridades y cauces operativos precisos y que han de ser tenidas en
cuenta por el ministro y su definitorio,
junto con las Constituciones y Estatutos
Generales3.
2. Modelo preciso de gobierno: Que permita comprender cómo se va a actuar o hacer lo que se intenta lograr4. Esto, a su
vez, implica integrar diversos elementos:
• Globalidad en la acción de gobierno:
que se atienda a las personas y a las
obras; a la vida espiritual y a la administración; a la formación y a la promoción vocacional; al apostolado y a
la formación permanente.
• Contexto de la persona, de la Provincia o Custodia, de la fraternidad local
y de la Orden5.
• Dinámica de un proceso en contraposición a una dinámica de “gestos”.
Cuando hay proceso hay proyecto,
hay intencionalidad, hay un rumbo en
el que encajan los episodios o gestos.
• Equilibrio entre centralización y descentralización. Este equilibrio pasa
por subsidiaridad y la coordinación
descentralizada que permita el flujo y
el reflujo del centro a la periferia y viceversa, de la cúspide a la base y viceversa. (Se ha pasado de la centralización a la descentralización sin coordinación). Se impone algo más de
integración, armonía y complementariedad.
• Centrar la atención en las personas,
más que en las obras, las leyes y los
bienes materiales.
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3. Medios para ejercer el gobierno. Los
medios son muchos y variados. Toca discernir cuáles son los apropiados, teniendo en cuenta las diversas circunstancias
y contextos en que se encuentran las personas y en los que viven las Entidades.
Entre otros se podrían señalar los siguientes: capítulos, visitas, circulares,
encuentros, relación personal, correspondencia…
Pero teniendo en cuenta de que:
• Todos estos son medios y no fin.
• Todo esto debe encajar dentro de un
proyecto de Provincia o Custodia, y
dentro del proyecto de fraternidad,
sin olvidar, en ningún caso el proyecto de la Orden, tal y como aparece en
las Constituciones, Documentos Capitulares y Prioridades...
• Que todo esto exige, además sintonía
y sincronía entre todos los medios y
también en los diversos niveles: local,
provincial y general.
Si no se cumplen estas condiciones en el
uso de los medios puede ser que se esté
gobernando sólo para cumplir o para
contabilizar gestos, lo cual sería un grave error.
A este punto me parece muy importante
prestar atención a no ceder a la tentación
de un gobierno virtual, hecho por teléfono o por internet... Ninguno de estos medios puede sustituir el contacto directo
con los hermanos.
4. Pedagogía en el ejercicio del gobierno.
Ésta debe tener en cuenta a su vez:
• La preocupación por centrar vocacionalmente a las personas y llevar a las
fraternidades a la plenitud de su vida
evangélica y a la plena realización de
la misión confiada6. Pedagogía, pues,
de fidelidad creativa, comunitaria y
apostólica.
• La preocupación por mantener activa
la cadena de animación, a través de la
continua y armónica conexión entre
las distintas instancias provinciales y
locales, y la aludida coordinación
descentralizada, a través del equilibrio entre autonomía y dependencia a
todos los niveles.
• La preocupación por conjugar sabiamente una doble mirada: una larga,
con la que se hace cargo del conjunto,
del proceso y, sobre todo, de los grandes retos; otra corta, que es el ejercicio de la prudencia al actuar en cada
caso o situación. El ministro tiene que
interpretar o discernir en cada caso
las influencias del contexto social y
eclesial.
Objetivos de la autoridad como servicio
Supuesto, como ya hemos dicho, que la
autoridad está al servicio del crecimiento de
las personas, de su itinerario espiritual
(VFC 48), al servicio del progreso espiritual de cada uno (VFC 49), y al servicio de
la edificación de la vida fraterna en la comunidad (VFC 49) y de la consecución de
sus fines espirituales y apostólicos (VFC
48), el documento Vida fraterna en comunidad señala tres objetivos de la autoridad al
servicio de la persona y de la fraternidad
que considero fundamentales: animación
espiritual, crear unidad, y saber tomar la decisión final y garantizar su ejecución.
1. Animar espiritualmente a los hermanos
La autoridad tiene la misión principal
de construir, junto con sus hermanos y hermanas, comunidades fraternas en las que
se busque a Dios y se ame sobre todas las
cosas (VFC 50).
Desde hace mucho tiempo nuestra Orden ha subrayado la importancia y la prioridad, sobre cualquier otra prioridad, de la vida espiritual. En esto, como en otras muchas cosas, va de la mano con cuanto afirma
la Iglesia: La vida espiritual debe ocupar el
primer puesto en el proyecto de las Familias de vida consagrada, de tal forma que
todo Instituto y toda comunidad se presenten como escuelas de verdadera espiritualidad evangélica (VC 93).
Es necesario que la vida espiritual, que
para nosotros tiene como manifestación privilegiada “el espíritu de oración y devoción” -que muchas veces es primae in intentione, ultimae in executione-, deje de ser
la “prioridad de las prioridades” en teoría y
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pase a ser la “prioridad” real en nuestra vida de cada día, a nivel personal y a nivel de
fraternidad. Promover este paso ha de ser
uno de los primeros objetivos de quien ejerce el servicio de la autoridad. Sentirse un
animador espiritual ha de ser una de las
metas a conseguir en quien se sienta verdadero ministro, consciente de que de esta opción prioritaria [...] depende la fecundidad
apostólica, la generosidad en el amor a los
pobres y el mismo atractivo vocacional entre las nuevas generaciones (VC 93).
Para ello no basta con promover la fidelidad a las prácticas de culto que expresan la
fe, como tal vez era lo que se esperaba del
superior en tiempos no muy remotos. En la
vida espiritual y en el espíritu de oración y
devoción no basta la observancia. Dado que
la fe hoy no es considerada un dato adquirido sino una búsqueda de Dios nunca totalmente alcanzada, una fe que necesita constantemente de re-evangelización y de modalidades nuevas en las que expresarse, el
ministro ha de ayudar al hermano a trabajar
constantemente, individualmente y en fraternidad, sobre su propia vida de fe, entendida ésta sobretodo en el sentido de la fides
qua creditur. El ministro ha de considerar
una trabajo prioritario el ayudar a los hermanos a vivir una vida profunda de fe y desde la lógica del don (cf. Shc, 14-25).
En este proceso el ministro debe estar
atento a no caer en algunas tentaciones:
• De promover, ciertamente sin quererlo,
el mero formalismo. No basta hacer cosas, hay que preguntarse por las motivaciones que están a la base de ciertas prácticas.
• De desanimarse porque los frutos no se
ven inmediatamente. La vida de fe, la vida espiritual, exige tiempos largos.
• De renunciar a presentar propuestas espirituales consistentes, dejándose llevar
de un cierto realismo basado en factores
tales como la edad, el número... No es
bueno esconderse detrás de la crisis del
realismo para diferir la conversión, esperando tiempos mejores y más propicios institucionalmente. [...] A la crisis
de realismo es necesario reaccionar con
una fidelidad también llena de realismo.
25
Es necesario cultivar la cualidad de vida dentro de este contexto que es el
nuestro, con una conciencia muy clara
que es posible tener una calidad de vida
dentro de la precariedad comunitaria e
institucional de la vida religiosa7.
2. Crear unidad
También aquí me sirvo del texto de Vida
fraterna en comunidad: Una autoridad
creadora de unidad es la que se preocupa de
crear un clima favorable para la
comunicación y la corresponsabilidad,
suscita la aportación de todos a las cosas de
todos, anima a los hermanos a asumir las
responsabilidades y las sabe respetar, suscita
la obediencia de los religiosos con reverencia
a la persona humana, los escucha de buen
grado y promueve su colaboración concorde
para el bien del Instituto y de la Iglesia,
practica el diálogo y ofrece momentos
oportunos de encuentro, sabe infundir
aliento y esperanza en los momentos difíciles,
y sabe también mirar hacia adelante para
abrir nuevos horizontes a la misión. Y,
además, esta autoridad trata de mantener el
equilibrio entre las diversas dimensiones de
la vida comunitaria: oración y trabajo,
apostolado y formación, compromisos
apostólicos y descanso (VFC 50).
Creo que no se puede decir más o mejor
en tan pocas palabras. El texto enumera 12
aspectos que el “superior” o ministro debe
tener en cuenta si quiere de verdad crear
unidad. Por mi parte deseo sólo subrayar
aquellos que me parecen más importantes.
Escucha y diálogo. A mi modo de pensar, éste es el principal y fundamental deber
de un superior, de un ministro. Un deber no
siempre cómodo y fácil pues, entre otras actitudes la escucha y el diálogo exigen: tiempo, atención, aceptar entrar en relación, respeto, sinceridad profunda. La escucha y el
diálogo no pueden nunca ser “diplomáticos”, medios para “estudiar” al otro y defenderse de él, sino medios para mejor comprender al otro.
Suscitar responsabilidad. El superior o
ministro no es un “monarca absoluto”, sino
un hermano entre hermanos, que suscita
participación, particularmente entre los
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miembros del definitorio, los guardianes y
los formadores, que juegan un papel importante en la vida de las fraternidades, tal y
como recuerda el documento final del Capítulo extraordinario El Señor nos habla en el
camino (Shc 51. 54). Este “suscitar responsabilidad” comporta una buena comunicación que, además de contenidos, lleva consigo una buena relación interpersonal8. A
veces hay demasiado “secretismo” por parte de los ministros o del mismo Definitorio.
En tales casos no nos puede extrañar que
cuando se llama a los hermanos a la participación digan simplemente: videant consules!, o en “lengua vernácula”: que se arreglen como puedan. Se impone una evaluación continua de los modos y formas en que
nos comunicamos (Shc 50). Sólo una comunicación profunda podrá suscitar confianza y con ello el que otros hermanos asuman responsabilidades (Shc 16). Por otra
parte es muy importante crear espacios de
discernimiento comunitario. Éstos exigen
competencia humana, sabiduría espiritual
y desprendimiento personal. Por todo ello
el discernimiento, aun siendo un procedimiento muy útil, no por ello es fácil ni automático (VFC 50).
Suscitar obediencia. “Suscitar” es muy
distinto a “imponer”. Y es importante notar
que no sólo Vida fraterna en comunidad utiliza el verbo “suscitar”, sino que también lo
utiliza el mismo Código de Derecho Canónico en al canon 618: [Los Superiores] rijan a los súbditos suscitando su obediencia
voluntaria en el respeto de la persona humana. Este verbo está indicando que una
decisión debería ser presentada y motivada
de tal forma que suscite en el súbdito una
adhesión total, de tal modo que la obediencia arranque del mismo súbdito. Tampoco
esto es fácil, máximo cuando se ha de respetar la persona y no sacrificarla en aras de
la institución. Pero es el único camino si de
verdad se desea el crecimiento de los demás
y si lo que se busca es una obediencia responsable.
Mantener el equilibro entre los diversos
aspectos de la vida fraterna. Se trata de situarse dentro de un “proyecto ecológico” en
el cual se desarrollen armónicamente todas
las dimensiones de la vida franciscana. A mi
modo de ver aquí entra de lleno el tema del
Proyecto de Provincia y el Proyecto de vida
fraterna que se han de elaborar en nuestras
Entidades. Es urgente buscar este equilibrio, particularmente entre las tres dimensiones fundamentales de nuestra vida: relación con Dios, vida fraterna, y evangelización. Tampoco esto es fácil (cf VCF 59). Se
debe aceptar esta dificultad como una “tensión fecunda” dentro de nuestra “forma vitae” y al mismo tiempo se ha de favorecer,
también aquí, el “discernimiento” constante de lo que somos y de lo que hacemos.
Gestionar la diversidad. A este respecto
es necesario tener presente que, como reconoce el documento El Señor nos habla en el
camino, la diversidad, lejos de ser un peligro o amenaza a la individualidad, es más
bien una riqueza, alegre noticia de un Dios
siempre fecundo (Shc 4). Si antes se esperaba que el superior fuese el “custodio” de la
uniformidad, hoy se pide, sobre todo, que
sea promotor de un sano y enriquecedor
pluralismo. Esta “promoción” del pluralismo ha de manifestarse también en la composición de las fraternidades (no me parece
muy “franciscano” el que se creen fraternidades homogéneas), y en el saber afrontar
los conflictos.
3. Saber tomar la decisión final y asegurar
su ejecución.
El ministro no puede “delegar” todo en
la fraternidad. El discernimiento comunitario, practicado desde la fe y la seriedad,
puede ofrecer a la autoridad las mejores
condiciones para tomar las decisiones en
orden al bien de la vida fraterna y de la misión (VFC 50), pero a veces tendrá que tomar la decisión final, incluso contra el parecer de los demás. El ministro, respetando
cuanto pide el CIC sobre la necesidad de
obtener el consenso (raras veces) o el consejo (más frecuente) en determinadas materias, debe asumir su propia responsabilidad
en la toma de decisiones, aunque a veces sean “odiosas”. El ministro o custodio ha de
tener presente que ni debe poner al Definitorio o a los hermanos delante decisiones
tomadas sin más, ni debe abdicar de su co-
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metido de primer responsable de la comunidad, como guía de los hermanos y hermanas en el camino espiritual y apostólico. En
la mayor parte de los casos, a él corresponde la última palabra y también hacer respetar las decisiones tomadas (VC 43).
Por ello, una vez tomada la decisión [...]
se requiere constancia y fortaleza por parte del superior para que lo decidido no se
quede sólo en letra muerta (VFC 50). Es
responsabilidad del ministro acompañar la
ejecución de lo decidido y, por lo mismo,
verificar y evaluar. Un proyecto sin evaluar
pierde gran parte de su eficacia.
4. Otros objetivos
Caminar y hacer caminar. Caminar es la
condición de todo peregrino y forastero y,
en cuanto tales (2R 6, 2), es la condición de
todos los Hermanos menores. Caminar es lo
que se nos pide si queremos crecer en la vida evangélica y en el seguimiento de Cristo
(FP, 38), en fidelidad creativa (VC 37). Caminar es lo que queremos con la celebración de la gracia de los orígenes: caminar,
ir a la raíces, a los fundamentos de nuestro
carisma y, al mismo tiempo, caminar, ir al
encuentro de los hombres y mujeres de hoy,
para dar una respuesta evangélica y franciscana a sus preguntas sobre el sentido de la
historia, de la existencia y de la vida (Shc
6). Contra la tentación de pararnos, propia
de los tiempos en crisis como los nuestros,
hoy se nos pide situarnos incansablemente
en permanente discernimiento, en una evaluación constante de nuestra vida (Shc 35),
y una seria revisión de nuestra misión (Shc
33). Se nos pide ser permanentes mendicantes de sentido (Shc 6). Somos llamados
a mantenernos siempre en una sana tensión
evangélica, la más propia del seguimiento
(cf. Shc 38).
Proyectar y osar. Por una parte hoy no se
puede improvisar, por otra no se puede pretender tener todas las seguridades antes de
emprender el camino. Contra la improvisación, el ministro debe entrar en la mentalidad del proyecto que partiendo de la realidad lleve a los hermanos a vivir fielmente lo
que han prometido. Un proyecto que nace
de un discernimiento desde la fe, lo más
27
compartido posible por los hermanos. Contra la tentación de la seguridad está la necesidad de osar y la necesidad de ensayar caminos inéditos de presencia y testimonio
(cf. Shc 33). Una osadía que nace de saber
de quien nos hemos fiado (cf. 2 Tim 1, 12) y
de la fe en aquel para el cual nada hay imposible (Lc 1, 37). Discernimiento/lucidez,
fe/audacia exigencias básicas para ponernos en camino.
Algunas atenciones particulares del servicio de la autoridad
Aún cuando algunas atenciones particulares en el ejercicio de la autoridad al servicio de la animación de la Provincia o Custodia ya se han señalado, para concretar todavía más, y asumiendo el riesgo de la
repetición, me parece importante subrayar
algunas atenciones particulares de los ministros y custodios en estos momentos.
1. Atención y cuidado de la persona de los
hermanos
El ministro ha de tener como atención
prioritaria la persona de los hermanos. Para
ello ha de estar muy atento a no convertirse
en mero “administrador” o “empresario”.
Muchos aspectos de la administración de
una Provincia a Custodia se pueden delegar
en el vicario, en un definidor, en el ecónomo, en el representante legal y en otros hermanos. El cuidado “materno” de los hermanos es una tarea prioritaria del ministro que
no admite delegación posible. Este cuidado
ha de manifestarse especialmente, a ejemplo del Buen Pastor, con los hermanos “heridos” y “lejanos”.
El cuidado y la atención a los hermanos
conlleva estar cerca de los hermanos, visitarlos con frecuencia, dedicarles tiempo para: escucharles con atención e interés y animarlos en todo momento a “pasar de lo bueno a lo mejor”, preocuparse de que el
hermano “nutra” convenientemente su fidelidad vocacional, y corregirlos y amonestarlos siempre que sea necesario (cf 2R 10).
En este cuidado la vida espiritual se ha
de poner en el primer lugar (cf. CdC 20-26).
Aquí el ministro ha de recordar siempre que
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a él ha sido confiado el cuidado de las almas de los hermanos, y que tendrá que dar
cuenta de ellas [...] ante el Señor Jesucristo, si alguno se pierde por su culpa y mal
ejemplo (1R 4, 6).
2. Atención al proyecto de vida
El proyecto de vida a todos los niveles
–provincial o custodial, fraterno y personal-,
se presenta hoy en día como un instrumento
importante, e incluso necesario, en un camino de crecimiento en fidelidad creativa. Pero
para asegurar dicho crecimiento se hace necesario prestar atención a algunos aspectos:
• Que el Proyecto se base en los valores
esenciales de nuestra forma de vida, tal y
como se expresan en la Regla, en las
Constituciones generales y en las Prioridades de la Orden, y no tanto en las actividades, de tal forma que nos lleve a ser
testigos y no sólo, ni principalmente,
agentes de servicios pastorales. Ello ayudará a evitar el activismo.
• Que dicho Proyecto asegure una unidad
entre nuestra vocación, vida fraterna y
misión. Esto supone un “proyecto ecológico” que asegure en la vida de los hermanos, tiempo adecuado para el Señor,
tiempo para los hermanos, tiempo para
uno mismo y tiempo para los demás9.
Ello ayudará a evitar la fragmentación y
el individualismo en la vida de los hermanos, que en estos momentos parecen
ser bastante frecuentes.
3. Atención a la formación permanente e
inicial.
El ministro es el primer responsable de
la formación en la Provincia o Custodia.
Debe, ciertamente, suscitar responsabilidad
en los formadores o en el moderador de formación permanente, pero debe ser consciente que no puede abdicar, ni siquiera delegar, su responsabilidad en este campo. La
formación de los hermanos y de los candidatos ha de ser asumida, junto con la atención a la persona y la vida espiritual, como
la principal responsabilidad de un ministro,
pues de ella depende la renovación profunda de una Entidad (PI 1).
Asumir dicha responsabilidad comporta,
en relación con la formación permanente:
• La elaboración de un proyecto de F.P.
que respete las edades y los ministerios de
los hermanos (cf. VC 70).
• Asegurar que la vida fraterna cotidiana
sea el “lugar” real de la F.P. No se puede reducir la F.P. a cursos de renovación, sino
que ha de tener en cuenta diversas dimensiones (cf VC 71). La F.P. no es sólo tiempo
pedagógico de preparación a los votos, sino que representa un modo teológico de
pensar la misma vida consagrada, que es
en sí formación nunca terminada (CdC 15).
Asumir su responsabilidad en la formación inicial, lleva consigo por parte del ministro, entre otras cosas, cuanto sigue:
• Seleccionar adecuadamente y responsablemente los formadores y dar prioridad
a su formación. Mientras no resolvamos
el tema de los formadores no resolveremos el tema de la F.I.
• Asegurar criterios de discernimiento vocacional, sin caer en la tentación del número y de la prisa (cf CdC 18), y asegurar un acompañamiento vocacional adecuado a cada etapa de formación.
• Promover una adecuada formación cultural, de acuerdo con los tiempos y en
diálogo con la búsqueda de sentido del
hombre de hoy (CdC 18).
4. Atención a la administración económica
Pudiera parecer que este es un elemento
no tanto franciscano y, sin embargo, porque
somos, o queremos ser, pobres y hermanos,
este aspecto lo considero muy importante. El
ministro ha de prestar mucha atención a este
aspecto, recordando que una administración
que quiera ser franciscana ha de responder a
estos tres criterios: transparente, fraterna/solidaria y austera. Asegurar una administración económica transparente, solidaria y austera evitará muchos problemas. Estoy convencido que la institución de un fondo
común y una contabilidad centralizada pueden ayudar mucho a salvar estos criterios.
Conclusión
Todo lo que hemos dicho sobre el servicio del ministro en favor de los hermanos
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tiende a dar calidad a su vida. Esta ha de ser
la preocupación fundamental del ministro,
aún cuando no siempre sea fácil: Descubrir
el sentido y la calidad de vida consagrada
es tarea fundamental de los superiores a los
que ha sido confiado el servicio de la autoridad, un deber exigente y a veces contestado. Esto requiere una presencia constante,
capaz de animar y de proponer, de recordar
la razón de ser de la vida consagrada, de
ayudar a las personas que se les han confiado a una fidelidad siempre renovada a la
llamada del Espíritu. Ningún superior puede renunciar a su misión de animación, de
ayuda fraterna, de propuesta, de escucha,
de diálogo (CdC 14).
Estar presente, animar, proponer, recordar, suscitar responsabilidad, discernir, ayudar, escuchar, dialogar, osar, forman el “decálogo” del ministro, algunos de los verbos
que han de conjugar cada día y en cada momento, y que permitirán hacer crecer a los
demás -la tarea más hermosa de la autoridad-, y, de este modo, crecer uno mismo,
pues es dando como se recibe...
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
1 Pido a los Ministros y Custodios que pongan especial atención a las orientaciones prácticas que
contiene el documento del Capítulo general extraordinario El Señor nos habla en el camino
(=Shc), 48-60.
2 Las de este sexenio han sido publicadas por el
Definitorio general con el título Seguidores de
Cristo por un mundo fraterno, Roma 2004.
3 Los últimos Estatutos Generales han sido aprobados en el Capítulo de 2003 y promulgados con
fecha del 8 de diciembre del mismo año.
4 A esto puede ayudar mucho la elaboración al inicio del trienio del Proyecto de Provincia o Custodia que ayude a discernir bien los medios y a
fijar los tiempos de ejecución y de evaluación.
5 Esto permitirá una animación personalizada, si
se trata de la persona, e inculturada, cuando se
trata de la Provincia o Custodia.
6 El cuidado de la vida fraterna ha de ser otra de las
prioridades en la animación de un ministro o custodio. Ella necesita de una delicada atención
(Shc 31), requiere acompañamiento y cuidado
29
materno (Shc 32). El ministro es el primer llamado a prestarle esa atención y asegurarle acompañamiento y cuidado.
7 F. MARTÍNEZ DÍEZ, Vida Religiosa y Calidad de
vida ¿Bienestar o vida evangélica?, Edt. Frontera, Victoria 2005, pg. 16.
8 El tema de la comunicación ha sido uno de los
más presentes en el Capítulo general extraordinario. Cf. El Señor nos habla en el camino 11.
31. 32. 36.39-45. 50. 53.
9 Sobre el particular, el documento El Señor nos
habla en el camino se expresa así: “Queremos
emprender proyectos que unan e integren nuestra vocación, nuestra fraternidad y nuestra misión en un único tejido” (Shc 49).
3. Verso l’VIII centenario: inizio della
seconda tappa
Roma, Curia generale, 23.01.2007
OSIAMO VIVERE IL VANGELO!
Cari Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Iniziamo oggi ufficialmente in questa
Fraternità di Santa Maria Mediatrice, alla
presenza dei nuovi Ministri provinciali e
Custodi, la seconda tappa del cammino che
ci prepara alla celebrazione, nel 2009, degli
800 anni di fondazione dell’Ordine dei Frati Minori.
Nell’anno 2006, prima tappa del nostro
cammino, siamo stati chiamati a metterci in
atteggiamento di discernimento e di ricerca,
chiedendoci: «Signore, che vuoi che io faccia?» (3Comp 6), o «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?» (At 2,37). Mossi dall’esempio
di san Francesco, anche noi siamo entrati
nella “grotta” per incontrare noi stessi e il
Signore (cf 3Comp 6) e, contemplando l’immagine del Crocifisso di San Damiano che
ha accompagnato il nostro cammino di quest’anno, abbiamo chiesto al Signore di illuminare le tenebre del nostro cuore, di farci
conoscere la sua volontà e di darci la forza
necessaria per compierla (cf PCr 1). Molte
volte, in quest’anno appena concluso, abbiamo anche chiesto al Poverello: «fratello
e padre Francesco, cosa dobbiamo fare?» E
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lui, non solo individualmente, ma anche attraverso il Capitolo generale straordinario
che abbiamo celebrato da poco, ci ha risposto un’altra volta, come un giorno a Bernardo: «prendiamo il libro del Vangelo e chiediamo consiglio a Cristo» (cf 2Cel 15).
Motivati da questa risposta, e continuando il cammino di ricerca che abbiamo iniziato, in questo secondo anno del nostro itinerario per la celebrazione dell’VIII Centenario
della fondazione del nostro Ordine, vogliamo davvero, perché ne abbiamo bisogno, assumere il Vangelo come criterio fondamentale del nostro discernimento personale e fraterno. Nella preparazione al grande Giubilo
della fondazione dell’Ordine dei Frati Minori ribadiamo la nostra ferma volontà di assumere con rinnovato impegno il Vangelo come nostra «regola e vita» (Rb 1,1), perché,
come Francesco, anche noi questo cerchiamo ed è ciò che nel profondo del cuore vogliamo mettere in pratica (cf 1Cel 22).
In questi momenti sentiamo l’urgenza di
ri-creare e di ri-fondare la nostra vita e missione e, quindi, la necessità di tornare al
Vangelo, a Cristo. Siamo, infatti, ben consapevoli che solo così «la nostra vita riavrà
la poesia, la bellezza e l’incanto delle origini» (Spc 14) e la nostra missione sarà evangelicamente feconda. In questo cammino,
che ci porta a celebrare il dono della vocazione nell’anno 2008-2009, sentiamo l’urgente chiamata a convertirci, cioè a credere
al Vangelo come Buona Notizia (cf Mc
1,15), anzitutto per noi e poi per gli altri,
poiché solo così la nostra vita e missione saranno significative e potranno suscitare
“stupore”, come accadeva per la predicazione e la vita di Gesù (cf Mc 1,27). Vogliamo
abbracciare il futuro con speranza, ma siamo coscienti che per questo abbiamo bisogno di vivere il presente con passione (cf
NMI 1), perciò sentiamo l’urgenza di convertirci, di «nascere di nuovo» (Gv 3,3), di
accogliere lo Spirito e «di non addomesticare le parole profetiche del Vangelo per adattarle ad un comodo stile di vita» (Sdp 2).
Convertirci! Questa è la chiamata più
pressante che il Signore rivolge in questo
momento a ciascuno di noi, Frati Minori, e
a tutto l’Ordine, se davvero vogliamo gu-
stare la grazia delle origini. Convertirci!
Questa è la risposta che dobbiamo dare per
poter guardare alla realtà con occhi di fede
(cf Spc 14), cosicché, lasciandoci interpellare da alcune realtà negative del contesto in
cui viviamo, e che in molti casi fanno parte
anche della nostra stessa realtà, come «il rifiuto di ciò che è diverso, l’esclusione dell’altro, la negazione sistematica dell’alterità», ci apriamo alla «ricerca incessante e
creativa di inserimento, prossimità, dialogo, comunione e abbraccio» (Sdp 9) con gli
uomini e le donne del nostro tempo, soprattutto con i poveri che «ci danno la forza di
orientarci nella nostra ricerca» (Spc 5).
Convertirci per poter alzare la nostra voce
con convinzione, profeticamente e con fermezza nel nostro mondo e anche nelle nostre Fraternità, perché la sete di potere si
trasformi in desiderio di servizio, le divisioni in vita di comunione e fraternità, la mediocrità in fedeltà creativa, il fondamentalismo in dialogo e la violenza in desideri autentici di pace, così da poter «fare sorgere
una nuova epoca», «suscitare una nuova visione della vita e delle relazioni, fondate
sulla giustizia e sull’amore» (Sdp 2).
Fratelli, sono certo che tra noi continua
ad essere vivo il desiderio di «riproporre
con coraggio l’intraprendenza, l’inventiva e
la santità» di Francesco, «come risposta ai
segni dei tempi emergenti nel mondo di oggi» (VC 37); continua ad essere vivo il desiderio di vivere il Vangelo secondo la forma
di vita che abbiamo professato. Lo ascolto
da tanti Frati e lo vedo nell’impegno di molti altri. Frati di ogni età che non si rassegnano ad assumere la mediocrità come misura
della loro esistenza e che vogliono e cercano qualcosa di nuovo e più radicale per la
loro vita e quella della Fraternità.
Fratelli, osiamo vivere il Vangelo!
Apriamo le porte delle nostre vite e delle
nostre Fraternità al Vangelo. Apriamo le
porte a Cristo! Non abbiamo paura di vivere il Vangelo nella sua radicalità, perché ciò
che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio. Il nostro Dio è il Dio dell’impossibile (cf Lc 1,37) e per noi, che sappiamo in chi abbiamo riposto la nostra fiducia
(cf 2Tm 1,12), tutto può essere possibile, se
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avremo la fede di un granellino di senapa
(cf Lc 17,6).
Sì Fratelli, accogliamo il Vangelo con
cuore povero e disponibile, come Maria (cf
Lc 1,38); nella sua immediatezza, sine glossa, come Francesco (cf 1Cel 22); con cuore
di fanciulli, poiché di essi è il Regno (cf Mc
10,14). Lasciamoci interrogare dal Vangelo, prendendolo come libro di vita e, a partire da esso, facciamo «una valutazione costante della nostra vita» (Spc 35) e «una seria revisione della nostra missione» (Spc
33). Usiamo il Vangelo come fonte per la
nostra preghiera personale e fraterna, facendo della lettura orante della Parola il nostro quotidiano alimento. Ascoltiamo il
Vangelo come «potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» (Rm 1,16) e ci affretteremo, come Francesco, traboccanti di
gioia, ad attuare la parola che abbiamo
ascoltato (cf 1Cel 22).
Osiamo vivere il Vangelo! Solo così potremo rispondere alla vocazione a cui il Signore chiamò Francesco e anche noi: restaurare la sua Chiesa e nutrire, dal di dentro, mediante la forza liberatrice del
Vangelo, il nostro mondo diviso, disuguale
e affamato di senso, così come fecero nel
loro tempo Francesco e Chiara d’Assisi»
(Sdp 2). Osiamo vivere il Vangelo! Solo così potremo rompere le catene che ci tengono
schiavi. Solo il Vangelo può liberarci da tutte le nostre schiavitù. Liberiamo il Vangelo
e il Vangelo ci libererà dalle nostre infedeltà, dalla mediocrità, dalla routine, dalle
nostre stanchezze e rassegnazioni (cf Spc
14). Osiamo vivere il Vangelo! Sarà lo stesso Vangelo a metterci in moto, «con corsa
veloce e passo leggero» (2Lch 12), dandoci
la forza di passare dal buono al meglio (cf
1Lch 32).
Insieme al Vangelo siamo invitati quest’anno ad assumere la Regola come «il libro della vita, speranza di salvezza, midollo
del Vangelo, via della perfezione, chiave del
paradiso, patto di eterna alleanza» (2Cel
208). Ma vogliamo assumerla come “libro
aperto”, “libro incompiuto”, che si conclude
con la nostra fedeltà creativa vissuta nel
quotidiano (cf Spc 8) La Regola maturò nella vita quotidiana e fu vissuta nella quotidia-
31
nità della vita. Per questo trova la sua interpretazione più autentica nella vita evangelica di ogni Frate e di ogni Fraternità. In questi momenti in cui la Chiesa ci chiama ad
una «fedeltà creativa» (VC 37) e l’Ordine ci
chiede di «tornare all’essenziale» (Sdp 2), i
Frati e le Fraternità devono cercare gli strumenti perché la Regola, in quanto progetto
evangelico di vita lasciatoci da Francesco,
torni ad occupare il posto che gli spetta nella vita dell’Ordine, nella vita delle Fraternità
e nella vita di ciascun frate Minore.
Dato che si tratta di un testo che orienta
costantemente al Vangelo, una sua sintesi
vitale e una porta che ci permette l’accesso
graduale alla sua pienezza, la Regola rimane per noi, che abbiamo promesso di «osservare il santo Vangelo», una sfida permanente a manifestare questa pienezza con i
nostri comportamenti personali e comunitari. Sono perciò convinto che un riferimento
più chiaro ed esplicito alla Regola non solo
ci ricorderà il nostro proposito (cf 2Lch 11),
ma ci sosterrà anche nel cammino di fedeltà
alla forma di vita che abbiamo promesso.
Cari fratelli, la nostra famiglia vive momenti di crisi: diminuzione numerica, incertezze sul futuro, tentazioni di rinuncia e
di scoraggiamento… In situazioni così solo
il ritorno al Vangelo, di cui la Regola è “midollo”, può aiutarci a rispondere con fiducia, creatività e audacia alle molteplici sfide che ci si presenteranno. Osiamo vivere la
vita del Vangelo di Gesù Cristo (cf Rnb
Prol. 2) che abbiamo promesso! Osiamo vivere il Vangelo!
Signore, tu che hai ispirato al fratello e
padre Francesco di assumere il Vangelo come regola e vita e gli desti la grazia di mettere in pratica quanto aveva ascoltato, fino
a convertirlo in Vangelo vivente,
a te ogni lode, onore e gloria.
In questi ottocento anni di storia della
nostra Fraternità concedesti a molti Fratelli
e Sorelle la grazia di professare il Vangelo
come regola e vita e, sull’esempio d Francesco e Chiara, di viverlo in radicalità e fedeltà creativa,
a te ogni lode, onore e gloria.
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Signore, guarda con occhi di bontà la famiglia dei Frati Minori, che si prepara a celebrare la grazia delle origini, e quanti si
ispirano a Francesco per vivere il Vangelo.
Amen, amen. Fiat, fiat.
Dacci la grazia di convertirci e di credere al Vangelo.
Amen, amen. Fiat, fiat.
Dacci la grazia di tornare all’essenziale
e di non addomesticare le parole profetiche
del Vangelo.
Amen, amen. Fiat, fiat.
Apri la nostra intelligenza e il nostro
cuore, con la luce del tuo Spirito, alla comprensione di quanto ci dici attraverso la tua
Parola.
Amen, amen. Fiat, fiat.
Dacci lucidità e audacia, coraggio e animo per vivere il Vangelo che abbiamo promesso.
Amen, amen. Fiat, fiat.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Ministro generale
4. Inaugurazione del nuovo Archivio
Storico OFM
Roma, Curia generale, 26.01.2007
UNA GRANDE STORIA
DA RACCONTARE E DA COSTRUIRE
Cari Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Inauguriamo oggi l’Archivio Storico
dell’Ordine dei Frati Minori dedicato a Fr.
Luca Wadding: per nascita illustre figlio
d’Irlanda, ma non meno illustre figlio della
Provincia francescana di Santiago di Compostela per la professione religiosa nell’Ordine dei Frati Minori.
I locali del vecchio Archivio erano inadeguati alle esigenze di un Archivio moderno: per gli spazi, chiaramente insufficienti
per custodire quanto di continuo arriva in
questo Archivio, e per la mancanza di misure di sicurezza adeguate a proteggere i documenti di valore custoditi. Approfittando
della ristrutturazione della Curia generale
OFM, avvenuta negli anni 2004-2006, il
Definitorio generale ha considerato necessario un rinnovamento totale dei locali dell’Archivio. L’opera è stata realizzata grazie
alla generosità degli amici croati, seguendo
il progetto presentato dall’architetto ingegnere Dott. Bonuso. In ogni momento ci si
è, poi, avvalsi della consulenza dell’Archivista generale della Curia, Fr. Pedro Gil, al
quale va il mio personale ringraziamento
per la passione che ha messo e mette nel suo
lavoro.
Perché un Archivio storico? Un albero
ha bisogno di radici per continuare a vivere.
Un popolo, un’istituzione, ha bisogno di
una storia per avere un presente e un futuro.
Questa coscienza non è nuova. La storia degli Archivi generali nel nostro Ordine risale
a diversi secoli fa. Solo alcuni dati: il Capitolo generale di Valladolid (Spagna), celebrato nel 1593, stabilì e ordinò che ogni Casa e ogni Provincia avessero un proprio Archivio. In seguito il Capitolo generale del
1621, facendosi eco delle disposizioni di
Paolo V, emanate nel 1611, di creare un
“Archivio generale della Chiesa”, vide la
possibilità di costituire un Archivio generale. La decisione venne presa nel Capitolo
generale del 1651, che stabilì che ci fossero
due Archivi generali: uno all’Aracoeli, per
la famiglia Cismontana, e l’altro a San
Francisco el Grande a Madrid, per la famiglia Ultramontana. Infine, il Capitolo generale di Toledo, nel 1658, e, successivamente, le Costituzioni Sambucane, pubblicate
nel 1663, dettarono norme ben precise sugli
Archivi generali dell’Ordine, rimanendo in
vigore praticamente fino alla fine del XIX
secolo. Purtroppo entrambi gli Archivi andarono persi. Quello dell’Aracoeli sparì,
quasi completamente, a causa della soppressione napoleonica e, poi, quella del governo italiano; l’Archivio di Madrid scomparve completamente nella prima metà del
XIX secolo. Dopo varie vicissitudini, dovute in parte al cambio di sede della Curia generale (prima ai Santi Quaranta e poi a
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Sant’Antonio in via Merulana), nel 1884 si
cominciò a ricostituire i fondi dell’Archivio
generale dell’Ordine. Un passo decisivo in
questo senso fu una lettera del 1947 dell’allora Ministro generale, Fr. Pacifico Perantoni, in cui si davano severe istruzioni per la
riorganizzazione e la conservazione delle
Biblioteche e degli Archivi dell’Ordine.
In questo momento l’Ordine sente il bisogno di conservare e mettere a disposizione dei ricercatori i documenti che ci sono
giunti, per conoscere meglio la nostra storia
e perché le nostre Biblioteche e gli Archivi
possano diventare dei veri strumenti al servizio dello studio e dell’evangelizzazione,
come indicato anche dalla Ratio Studiorum
dell’Ordine, pubblicata nel 2001, (cf nn.
130-136).
Noi, Frati Minori, mentre ci prepariamo
a celebrare nel 2009 l’VIII Centenario della fondazione dell’Ordine, siamo coscienti
che, per gustare la grazia delle origini, scopo della celebrazione, dobbiamo conoscere
meglio la nostra storia. Ciò rafforzerà il nostro senso di appartenenza a questa Famiglia e, insieme, guardando alle meraviglie
che il Signore ha compiuto attraverso l’attività di quanti ci hanno preceduto, potremo
vivere con maggior passione il presente, rivivendo oggi la loro creatività e il loro ardore apostolico, e abbracciare con fiducia il
futuro.
Quando cerchiamo, con lucidità e audacia, di ri-creare e ri-fondare la nostra vita e
missione per meglio rispondere alle esigenze del nostro carisma e alle sfide che ci lancia la cultura di oggi, non possiamo accontentarci di conoscere Francesco e Chiara,
benché questo sia imprescindibile. L’avventura evangelica, cominciata ad Assisi
con Francesco e Chiara, è proseguita in tutti i continenti da migliaia di migliaia di loro
seguaci che, lungo questi 800 anni che ci separano da Francesco, hanno cercato di servire Dio e il mondo sempre «soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa» (Regola
bollata 12,4). Come dice molto bene il Documento del Capitolo generale straordinario, celebrato nel 2006, senza conoscere le
nostre fonti e le nostre tradizioni corriamo
il pericolo di cadere nel fondamentalismo e
33
nelle tendenze emotive del presente (cf Il
Signore ci parla lungo il cammino 13). Per
questo considero importante che l’Ordine
dei Frati Minori abbia un Archivio storico
adeguato alle esigenze del momento e lo
stesso vale per tutte le Province dell’Ordine. Un Archivio che possa mettere a disposizione dei Frati e dei ricercatori il nostro
patrimonio documentale e storico.
Perché un Archivio generale dell’Ordine
dedicato a Fr. Luca Wadding? La ragione è
molto semplice per chi conosce l’opera del
Wadding. Non è il momento di descrivere
l’attività di quest’uomo veramente eccezionale. Basti dire che i suoi Annales Ordinis
Minorum gli hanno meritato il titolo di padre della storiografia moderna del nostro
Ordine. Conviene, però, ricordare un fatto
storico che, in un certo senso, lo fece diventare anche il primo Archivista dell’Ordine e
il fondatore del suo primo Archivio. Nel
1619 Fr. Bernardino da Genova invitò tutte
le Province francescane ad inviare documenti e codici a Fr. Luca, perché potesse
scrivere una storia dell’Ordine. Le Province furono generose e nacque così, a Roma,
il ricchissimo Archivio del Collegio di
Sant’Isidoro, che, a quanto ne so, è il più
antico e anche il più prezioso dell’Ordine
per quanto riguarda il suo fondo, conservato fino ad oggi in ottime condizioni grazie
ai suoi gelosi custodi, i Frati della Provincia
d’Irlanda. Colgo questa occasione per ringraziarli di aver concesso che il Collegio di
Sant’Isidoro, con il suo archivio, diventasse, è poco più di un anno, una Casa direttamente dipendente dal Ministro generale.
Approfittando dell’inaugurazione del
nuovo Archivio generale dell’Ordine dei
Frati Minori, presentiamo il libro Fascino
d’Oriente della Dottoressa Daniela Fabrizio, esperta conoscitrice di un altro prezioso e ricco Archivio dell’Ordine, quello della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme.
E dato che di tutto ciò ci parlerà il Custode
di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa,
desidero solamente esprimere le più vive
felicitazioni alla Dottoressa Fabrizio per il
suo lavoro.
Chiedo al Signore che la grande storia
che i Frati Minori hanno scritto in questi
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800 anni continui ad essere gloriosa nei secoli futuri.
Grazie della vostra presenza.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
5. Informe al encuentro con las Conferencias de Ministros provinciales de
América Latina
São Paulo, Brasil, 26.02-01.03.2007
Quito, Ecuador, 02-06.03.2007
VOLVER A LO ESENCIAL
El Capítulo general 2003 pidió que el Definitorio general se encontrase, al menos una
vez en el sexenio, con las distintas Conferencias de la Orden. Creo que a la base de
esta decisión está el deseo de un mayor acercamiento entre el Definitorio general y las
Conferencias y, como consecuencia, un mayor conocimiento de la realidad concreta de
nuestras Provincias y, al mismo tiempo, una
mayor coordinación entre gobierno general
y Entidades. Estoy convencido que este encuentro del Definitorio con las Conferencias
de América Latina ayudará a todo ello.
En nombre del Definitorio general, también de los hermanos que por otros compromisos en favor de la Orden están ausentes
en estos momentos, os saludo a todos, con
el saludo tan familiar a Francisco y a nosotros sus hijos y hermanos: El Señor os dé la
paz. En vosotros también saludamos a los
hermanos de las distintas Entidades aquí representadas. A vosotros y a ellos mi personal gratitud por todo lo que hacéis en estas
tierras de América Latina donde la vida
franciscana tuvo una influencia decisiva en
el pasado y en el presente, y seguramente
tendrá en el futuro.
El VIII Centenario de la fundación de nuestra Orden
Este encuentro tiene lugar dentro de la
celebración de la gracia de los orígenes,
proyecto con el cual los Hermanos menores
de la Fraternidad universal, nos estamos
preparando, desde el 2006, para conmemorar, en el 2009, los 800 años de la fundación
de nuestra Fraternidad, con la aprobación
de la Protorregla.
Dicho proyecto, como bien sabemos,
comprende tres objetivos principales en tres
momentos bien concretos: discernir (2006),
proyectar (2007), celebrar (2008-2009). Estos tres objetivos, y como consecuencia los
tres momentos, no pueden separarse entre
ellos. Los tres se complementan y se justifican entre si. Sin discernimiento no hay proyecto posible, y sin proyecto no podrá haber
celebración.
Se hace necesario, por tanto, subrayar la
importancia del discernimiento para saber
dónde estamos y hacia dónde queremos caminar. Es significativo que el documento El
Señor nos habla en el camino insiste muchas veces en la necesidad de discernir y de
verificar: discernir y verificar nuestra misión (Shc 33), discernimiento y evaluación
constante de nuestra vida y de nuestras
prácticas en el seno de nuestra fraternidad
(Shc 35), discernimiento vocacional en
cuanto fraternidad-en-misión (Shc 48), discernimiento para descubrir las orientaciones más adecuadas para el propio crecimiento (Shc 49/3), evaluar el camino que
estamos recorriendo para celebrar los 800
años de nuestra historia (Shc 49/3), evaluación continua de nuestras formas de comunicación (Shc 50), evaluar nuestros ministerios (Shc 51).
Llamados como estamos a “escudriñar
nuevos caminos de actuación del Evangelio” (VC 84) y a reproducir con audacia la
creatividad y santidad de Francisco (cf VC
37), como respuesta a los signos de los
tiempos y de los lugares (cf Sdp 6), el discernimiento es la condición de quienes, como nosotros, se sienten por vocación “hermanos en camino”: “peregrinos y extranjeros” (2R 6,2; Test 24), “mendicantes de
sentido” (Shc 6), en profunda comunión
con los pobres que “tienen la fuerza de
orientarnos en nuestras búsquedas” (Shc 5).
Por otra parte es también absolutamente
necesario para:
• vivir en fidelidad creativa, tal y como
nos pide la Iglesia (VC 37);
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• ponernos en camino y mantenernos
siempre dentro de una sana tensión
evangélica (Shc 38) que nos lleve a encontrar el camino de la concreción histórica de nuestro carisma (Shc 46), y a dar
una respuesta evangélica y franciscana a
las preguntas de nuestros contemporáneos “sobre el sentido de la historia, de
la existencia y de la vida”, preguntas que
son también las nuestras (Shc 6);
• refundar nuestra vida y misión, tal y como nos hemos propuesto con el proyecto La gracia de los orígenes, yendo a
nuestras raíces más profundas, a los fundamentos de nuestro carisma, y, al mismo tiempo, caminar al encuentro con los
hombres y mujeres de hoy.
¿Qué hemos hecho en el campo del discernimiento en el 2006? ¿Qué estamos dispuestos a hacer en adelante? Una responsabilidad de los ministros y custodios que no
admite dilación es la de sentirse ellos mismos en discernimiento y poner a los hermanos que le han sido confiados en la misma
actitud de preguntarse: “Señor, ¿qué quieres
que haga?” (TC 6) “¿qué hemos de hacer,
hermanos?” (Hch 2, 37).
Tengo la impresión que muchas veces nos
dejamos llevar de la inercia, del “mañana veremos”, o del “ya lo harán los demás”. Tengo la impresión de que nos da miedo asumir
el discernimiento como dinámica de vida,
pues ciertamente ello conlleva inseguridad.
Tengo la impresión, y en muchos casos la
certeza, de que muchos hermanos han cedido
a la tentación de sentarse a la vera del camino con cara de resignados a ver lo que pasa;
de que muchos otros tienen un caminar monótono y rutinario; y que otros viven sin esperanza en el futuro y que el pesimismo y el
desencanto se ha adueñado de sus vidas.
En muchos casos veo como una misión
importante y fundamental de los ministros y
custodios la de sembrar esperanza y crear
condiciones de futuro en las Entidades. Y para ello, vuelvo a decir, es imprescindible el
discernimiento que está a la base de un proyecto sólido, basado en el Evangelio, en la
Regla, en las Constituciones generales y en
las Prioridades de la Orden –objetivo del
2007, dentro del proyecto la gracia de los
35
orígenes-, y poder así celebrar, en espíritu de
restitución, el don de nuestra vocación en la
Iglesia y en el mundo, objetivo este que nos
hemos propuesto para el 2008-2009.
Cuidar la calidad de nuestra vida y misión
El objetivo último de la celebración de la
gracia de los orígenes está en mejorar la calidad de nuestra vida y misión, pasando de
lo bueno a lo mejor. Ese mismo objetivo es
el que nos proponemos alcanzar con el discernimiento, del que hemos hablado.
En este contexto se coloca la llamada,
siempre actual, de Jesús a sus discípulos:
“Convertíos y creed al Evangelio” (Mc 1,
15); la llamada a “nacer de nuevo” (Jn 3, 3),
tanto a nivel personal como instituciones; la
llamada a acoger el Espíritu para “no domesticar la palabras proféticas del Evangelio para adaptarlas a un estilo de vida cómodo” (Sdp 2); la llamada a volver a lo
esencial de nuestra experiencia de fe y de
nuestra espiritualidad” y, de este modo, poder nutrir desde dentro, con la oferta liberadora del Evangelio, a nuestro mundo [...]
hambriento de sentido” (Sdp 2).
Os pido, queridos ministros y custodios,
que consagréis vuestras mejores energías y
la mayor parte de vuestro tiempo a esta misión hermosa y nada fácil a la vez: cuidar la
calidad de vida y misión de los hermanos.
No seáis meros “empresarios” o “administradores”, sed, ante todo, animadores y
acompañantes espirituales de los hermanos
que os han sido confiados, recordando
siempre que vosotros sois los “custodios”
del carisma de Francisco en vuestras Entidades, y que a vosotros, como a mí, se nos
ha confiado “el cuidado de las almas de los
hermanos” (1R 4,6).
Este cuidado de la calidad de vida y misión de los hermanos ha de tener presentes
los elementos esenciales, las prioridades, de
nuestra forma vitae: Espíritu de oración y
devoción, vida fraterna en comunidad, minoridad-solidaridad-pobreza, evangelización-misión y formación.
1. Espíritu de oración y devoción
El “espíritu de oración y devoción” es la
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expresión más acabada de la vida de fe. Sin
la fe no es posible “tener el corazón constantemente vuelto hacia el Señor”, objetivo
último del “espíritu de oración y devoción”.
Basándonos en los Informes que los visitadores hacen después de las Visitas Canónicas hemos de constatar con profunda
tristeza que muchas veces la que en teoría
es “la prioridad de las prioridades”, en la realidad muy a menudo se convierte en la realidad concreta de nuestra vida en “la última
de las prioridades”. Es fácil constatar, por
ejemplo, el poco tiempo reservado a la oración personal y comunitaria en nuestras fraternidades, el descuido en prepararla y la
rutina con que se hace, así como la facilidad
con que se “salta” la oración para atender a
otras “necesidades inmediatas”. El activismo, que no el trabajo, se está mostrando como el gran enemigo del espíritu de oración
y devoción.
¿Qué está sucediendo? Creo que a la base de esta situación está una falta de fe y, tal
vez incluso, una falta de encuentro real con
la persona de Jesús. La refundación de
nuestra vida y misión que ardientemente
anhelamos, comporta, entre otras cosas, una
experiencia de fe en Dios, realizada a través
de un encuentro personal con Jesús. El proyecto evangélico de nuestra vida, desde
cualquier punto de vista que se mire (oración, fraternidad, pobreza, opción por los
pobres...), nos reenvía a la fe. En la raíz de
nuestra opción de vida está la fe. Una fe,
nos recuerda el documento La vocación de
la Orden hoy, “no es puro conocimiento racional o reflexión teológica o una ciega adhesión voluntarista, sino un descubrimiento
gradual y vital de la acogida de la realidad
de Dios y del hombre a la luz de Jesucristo”
(VOh 6). La fe es el único fundamento sólido de la vida de oración, de castidad, de fraternidad, de pobreza y de servicio. ¿Nos hemos preguntado alguna vez por la razón
profunda de tantos abandonos, de tantos
conflictos en la fraternidad, de las infidelidades contra los votos? El Capítulo general
extraordinario insistió mucho sobre la fe y
en él se dijo que la crisis de la Orden no está en el descenso numérico y en la necesidad de reestructurar nuestras presencias a
causa de dicha disminución, sino que la crisis auténtica y profunda que estamos sufriendo es la crisis de fe. Tal vez, antes de
revisar nuestra vida de oración, nuestra vida
de fraternidad, nuestra fidelidad a cuanto
hemos prometido, tal vez antes hemos de
preguntarnos si realmente tenemos fe. Hoy
no podemos dar nada por descontado.
Pero la fe se alimenta con la vida de oración personal y comunitaria, y con la vida sacramental, por eso os pido que prestéis particular atención a ambos aspectos. Un hermano que no ora no puede decirse evangelizador, una fraternidad que no ora no se puede llamarse ni considerarse fraternidad-enmisión. No sólo somos fraternidad-en-misión, sino una fraternidad-contemplativa-enmisión. Por ello y como muy acertadamente
dice el documento del Capítulo general extraordinario, El Señor nos habla en el camino, partiendo del ejemplo de la Samaritana,
hemos de recordar siempre que sólo la sed
saciada puede ser mensaje (cf n. 17).
¿Qué debemos hacer para que el espíritu
de oración y devoción sea realmente dimensión fundante y fundamental de nuestra vida y de nuestra misión, tanto a nivel individual como de fraternidad?. El proyecto de
fraternidad debe garantizar unos medios para que esta dimensión vaya convirtiéndose
realmente en prioritaria en la vida de cada
hermano y de cada fraternidad. Los Ministros y Custodios están llamados a vigilar para que esto se dé.
2. La vida fraterna en comunidad.
Nuestra Orden es una fraternidad
(CCGG 1, 1), y nosotros hermanos que viven en fraternidad. “El Señor nos ha llamado a vivir según el Evangelio, no solos, sino
en una comunidad de hermanos” (VOh 12).
Y es en la fraternidad donde se realiza nuestra vocación, pues ella es el lugar privilegiado de encuentro con Dios.
De lo dicho se desprende que un hermano no puede vivir sólo. La fraternidad es un
signo, un “sacramento”, y como tal ha de
ser visible. No basta decir que somos hermanos y que pertenecemos a una fraternidad, es necesario que nos presentemos como tales. Pero tampoco basta estar uno al
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lado del otro para decir que somos fraternidad. Es necesario estar los unos “vueltos”
hacia los otros, demostrándonos respeto,
manifestando con sencillez y familiaridad
nuestras necesidades, sirviéndonos unos a
los otros con sencillez, evitando las disputas, murmuraciones, juicios negativos; en
síntesis, debemos amarnos con las obras y
no sólo de palabra (cf VOh 12).
Por experiencia sabemos que esto no es
fácil, por ello acertadamente el Capítulo general extraordinario habla en su documento
final, El Señor nos habla en camino, de la necesidad de cuidar la vida fraterna: “Nuestra
fraternidad necesita de una delicada atención
de nuestra parte” (n. 31). ¿Qué significa esto?
Es el mismo Capítulo quien nos responde.
Cuidar la vida fraterna significa, entre
otras cosas, prestar mucha atención a la comunicación entre los hermanos, una comunicación que ha de ser profunda, que nos lleve a “cuestionarnos por el talante de nuestra
vida” (Shc 3), a “superar el individualismo y
el aislamiento que a menudo caracterizan
nuestras vidas y nuestras obras” (Shc 49/1),
a compartir “las alegrías y las dificultades de
ser hermanos y a reflexionar sobre nuestra
vocación personal y a profundizar juntos
nuestro seguimiento de Cristo y nuestra fe
en Dios” (Shc 51), a “compartir y celebrar la
vida en todas sus dimensiones” (Shc 32), a
pronunciar una palabra auténtica de lo que
cada uno lleva dentro de sí (cf. Shc 43). La
metodología de Emaús que nos presenta el
documento del Capítulo general extraordinario, como método “piedra angular para
nuestro crecimiento como Hermanos Menores” (Shc 491) y “escuela de fraternidad”
(Shc 51) y que como tal “camino y método
que nos guiará hacia el futuro” (Shc 39), nos
ayudará a todo ello, si la ponemos en práctica a nivel de fraternidades y de Provincia.
Cuidar la vida fraterna significa también
cuidar las relaciones humanas, que a veces
son bastante deficitarias entre nosotros, viviendo las virtudes humanas comunes de: la
educación, amabilidad, sinceridad, confianza mutua, alegre sencillez, capacidad de
diálogo, control de sí, delicadeza, sentido
del humor, adhesión a una benéfica disciplina (VFC 27. 28; CCGG 39).
37
Cuidar la vida fraterna significa descubrir las raíces teológicas de la fraternidad,
pues como dice el documento del Capítulo
general extraordinario “el hecho de reconocernos como hermanos nace de la fe en un
Dios que es Padre de todos. Desde la fe reconocemos al otro y podemos decir como
Francisco: ‘el Señor me dio hermanos’ (Test 14)(Shc 26).
Cuidar la vida fraterna significa luchar
contra toda clase de divisiones, que ciertamente no son algo ajeno a nuestra vida fraterna (Shc 31). En un mundo fragmentado y
dividido como el nuestro, sólo es posible
ser signo profético si superamos cualquier
división entre nosotros y si somos verdaderos puentes de comunión entre todos (cf Shc
31). Las diferencias, lejos de ser amenazas
contra la individualidad, son “buena noticia
de un Dios siempre fecundo” (Shc 4).
Cuidar la vida fraterna significa, cuando
nuestra realidad personal, comunitaria y social estén marcadas por la finitud y el pecado (cf. Shc 24), algo tan sencillo como el
perdón y la búsqueda de camino de comunión (Shc 31.53).
Cuidar la fraternidad significa utilizar
adecuadamente los instrumentos que nuestra legislación pone a nuestra disposición,
tales como: La formación permanente, el
capítulo local, la corrección fraterna...
En este cuidado de la vida fraterna pido
que se presente especial atención al individualismo. Hay hermanos que llevan una vida muy en función de sí mismos, a veces incluso con cierto “secretismo” o “espacios
no transparentes”. Nadie debe olvidar que
nuestra realización pasa necesariamente por
la vida fraterna en comunidad, o, como hemos prometido el día de nuestra profesión,
por entregarnos de todo corazón a la fraternidad.
Pido a los Ministros que evalúen
constantemente la vida de fraternidad y sus
concretas manifestaciones. En ello nos podemos estar jugando nuestra credibilidad.
3. Minoridad, pobreza y solidaridad
“No es suficiente decir que somos hermanos –nos recuerda el Capítulo general
extraordinario- sino que somos hermanos
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menores” (Shc 28). La fraternidad no puede
separarse de la minoridad. Si la fraternidad
define el modo de realizar nuestra vocación
y misión –llamados a ser hermanos y a ir al
mundo como hermanos-, la minoridad “es
la forma concreta que cualifica nuestra relación fraterna y la práctica de nuestros ministerios” (Shc 28). Esto es válido para todos los hermanos, clérigos y laicos, y para
todos los ministerios que realizan los hermanos, tanto dentro como fuera de la fraternidad (cf. Shc 30). La minoridad, “apuesta
personalmente asumida para que nada en
nosotros interrumpa la epifanía del otro”,
nos permite “descalzarnos constantemente
ante el misterio del otro en quien el Misterio
se hace diáfano” (Shc 28), y “proteger la
dignidad del otro” (Shc 29).
Nuestra opción por la minoridad no es
una opción sociológica, el paradigma de la
minoridad no es otro que el de Cristo” (Shc
29). Nuestra opción por la minoridad ha de
ser, pues, una opción eminentemente cristológica, con repercusiones también de tipo
sociológico. Desde nuestro ser franciscano
hemos de decir claramente no a una minoridad puramente sociológica, como hemos de
decir igualmente no a una minoridad puramente espiritual. La minoridad que inicia
con la contemplación de Cristo que se hace
menor (cf Fil 2, 6-11), gracias también al
“contacto con la realidad dolorosa y esperanzadora de cada persona” (cf Shc 11), termina con una opción de vida y misión bien
concreta: “menores entre los menores de la
tierra” (Shc 30).
El documento del Capítulo general extraordinario nos invita reiteradamente a caminar con los menores, haciendo nuestras
sus alegrías y también su dolor (cf Shc 5).
Esto exige no solamente el que les escuchemos, sino también un esfuerzo real por ser
solidarios con ellos y compartir su misma
vida, recordándonos que “nuestra opción
fundamental hoy es la de vivir el Evangelio
como menores entre los menores” (Shc 33).
A la luz de lo dicho hemos de preguntarnos: ¿Dónde estamos? ¿Nuestras entidades
han abrazado la liminalidad y la marginalidad? (cf Shc 33) ¿Con quiénes nos identificamos? ¿Con quiénes nos identifica la gente?
Personalmente creo que esta opción es la
que hace comprensible nuestra pobreza,
aunque ésta no se puede reducir a aquella.
El tema de la minoridad, pobreza y solidaridad me lleva a señalar a vuestra atención el tema de la economía. Una economía
que quiera ser franciscana ha de tener, en mi
opinión, al menos tres características: transparente, solidaria y austera.
La transparencia lleva consigo decir un
claro no a economías personales o a dobles
contabilidades. La solidaridad pide que todo lo que un hermano recibe, por cualquier
título que sea, se considere de la fraternidad, y que entre las fraternidades locales y
la Provincia haya una verdadera solidaridad, lo mismo que de éstas con la Curia general. Para asegurar esta solidaridad creo
que sea necesario la institución de un “fondo común”, formado con las aportaciones
de todas las Fraternidades. La austeridad
conlleva que nuestra economía se base en la
ley del trabajo, que para nosotros además es
“gracia” (cf 2R 5), y que no nos separe nunca de los pobres.
4. Evangelización
Los franciscanos tenemos en América
Latina una rica tradición de presencia y de
acción evangelizadora en los más variados
aspectos: evangelización misionaria propiamente dicha, evangelización educativa,
evangelización parroquial, en el campo de
la promoción humana y en otras muchas actividades socio-culturales. Ha habido una
clara opción por renovar las tareas evangelizadoras a la luz del Vaticano II, Evangelii
Nuntiandi, y las directrices del CELAM y
de la Orden. Un camino largo y fructífero se
ha hecho en este campo. Sin embargo hay
también algunas lagunas a las que prestar
atención y no pocos desafíos a los que responder.
Lagunas. Entre las lagunas más significativas que veo yo en este campo de la
evangelización os invito a reflexionar sobre
las siguientes:
• Creo que está bastante ausente en nuestras presencias la dimensión propiamente misionera, prevaleciendo la pastoral
sacramental en parroquias, santuarios...
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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
•
•
•
•
•
Esta misma laguna se nota en la escasa
participación en los proyectos misioneros de la Orden.
Por lo que yo puedo conocer, en la mayoría de las Entidades falta un Proyecto
de Evangelización en clave franciscana
(cf. Shc 34); un proyecto que, además de
tener en cuenta lo que debe ser prioritario para nosotros (espíritu de oración,
fraternidad y minoridad), tenga en cuenta nuestras fuerzas y posibilidades reales, y asegure un carácter específicamente franciscano a nuestra evangelización.
Desde los inicios de la evangelización
los frailes estuvimos presentes en medio
de los pueblos nativos. Con el correr del
tiempo hubo un desplazamiento hacia
otros sectores. Hoy parece que hay un tímido re-acercamiento. Espero que en todo ello se den pasos significativos y creativos. Lo mismo se diga con respecto a
las poblaciones afro-americanas, que en
algunos lugares son muy significativas.
Algo que caracterizó desde los inicios de
nuestra presencia en América Latina ha
sido la labor educativa. Hoy, en América
Latina, tenemos bastantes y significativas presencias educativas (190 en total).
Creo sin embargo que falta la conciencia
en la fraternidad provincial de que este
trabajo es tarea evangelizadora. Con demasiada frecuencia este trabajo es considerado como un trabajo aislado e individual. También creo que falta un claro
proyecto educativo en clave franciscana.
La Orden desea y necesita la interprovincialidad (Cf. Shc 38). Estoy plenamente convencido que es necesario dar
pasos más valientes en promover nuevas
formas y presencias de evangelización
interprovinciales. Llamo vuestra atención sobre la situación de los Vicariatos
y sobre algunas presencias en América
Latina necesitadas, tales como la de la
Amazonas, Angola y Cuba.
Finalmente, teniendo en cuenta la realidad latino-americana actual, caracterizada por un gran pluralismo religioso y
cultural, creo que hay una cierta deficiencia en la promoción del diálogo, tanto ecuménico como interreligioso.
39
Desafíos. Las lagunas apuntadas señalan
ya desafíos importantes. Pero deseo señalar
algunos que me parecen más importantes en
estos momentos:
• Los grandes movimientos migratorios
que se observan en la sociedad latino
americana (del campo a la ciudad, de
una región a otra, de un país a otro...)
están exigiendo mayor capacidad de movimiento y mayor ardor misionero por
parte de los hermanos. Creo necesario
que “salgamos” de nuestras sacristías
para ir al encuentro de nuestras gentes,
abriendo presencias “en medios fronterizos y conflictivos”, así como “en los
nuevos areópagos” (Shc 36). Creo necesario también que América Latina se
transforme en “sujeto” activo y creativo
de la misión “ad gentes”: Tierra Santa,
Marruecos, Thailandia, China, Miamar,
Sudán...
• El continente está marcado por grandes
concentraciones urbanas (megalópolis,
con sus periferias, con fenómenos de
marcada violencia y marginación), por
escandalosas desigualdades socioeconómicas, por cambio políticos contradictorios, por un nuevo pluralismo religioso y
cultural, por grandes cambios en el campo de los valores y de los comportamientos... Todo esto exige una evangelización con nuevos métodos, nuevo ardor, nuevas expresiones... Exige
creatividad, preparación, y formación
cualificada en todas las dimensiones de
la persona: humana, cristiana, franciscana e intelectual.
• Los hermanos deberán involucrarse en
la V Asamblea del CELAM, tanto a nivel
de preparación como de sugerencias. No
podemos quedarnos al margen. También
espero una participación activa en el
Congreso misionero que se está preparando para América Latina a nivel de
OFM.
• Hay que aumentar la colaboración entre
nuestras Entidades, tanto a nivel de proyectos de evangelización interprovincial
y de la Orden, como a nivel de iniciativas
en el campo de los medios de comunicación social, santuarios significativos...
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• Revisar nuestras presencias para darles
un carácter marcadamente evangélico y
franciscano y “tener la osadía de encontrar caminos inéditos de presencia y de
testimonio” (cf. Shc 33. 34. 35).
• Prestar gran atención para que el trabajo
educativo sea realmente expresión de la
misión evangelizadora de la Fraternidad,
y sea realmente “actividad evangelizadora”, especialmente para las nuevas generaciones.
5. Formación y Estudios
Como siempre decimos, en la formación, tanto permanente como inicial, nos jugamos el presente y el futuro de nuestra vida y misión. Éstas serán lo que es en este
momento la formación. De ahí la necesidad
de asumirla como prioridad en todas las Entidades. El Señor os da el don de vocaciones, al menos en algunas Entidades, lo que
exige, por vuestra parte, el que hagáis una
clara opción en el campo de la formación,
sacrificando, si fuera necesario, otras prioridades en la Provincia o Custodia.
Me consta que en América Latina en general, y en vuestras Conferencias en particular, se ha hecho un gran esfuerzo en el
campo de la formación. Pienso que se está
asumiendo la necesidad de cualificar la formación y los formadores. En vistas de ello
os señalo algunos puntos en los que creo
que debéis seguir trabajando.
Madurez humana. En general nuestros
candidatos provienen de las franjas más pobres de la sociedad. Muchas veces vienen
de familias desestabilizadas, tanto a nivel
humano, como moral. Esto exige un cuidado particular en el campo del discernimiento vocacional. Este cuidado, entre otras cosas, comporta: continuar cualificando el
“aspirantado”, existente en muchas Entidades, y, por supuesto, el postulantado; prestar una atención particular en todo lo relacionado con la dimensión humana, y, dentro de ésta, al campo afectivo y sexual. Creo
que es necesario estar atentos a la orientación sexual de los candidatos, dado los muchos casos denunciados por el formadores.
No tengáis prisa en que los candidatos pasen a las siguientes etapas formativas.
Madurez cristiana. A decir de los formadores de América Latina, generalmente la
formación cristiana es bastante superficial.
Abunda el devocionalismo. Éste no puede
sustituir una necesaria sólida formación
cristiana, particularmente en lo que se refiere a los sacramentos y en la Sagrada Escritura. Es importante tener en cuenta que bastantes candidatos provienen de movimientos de tipo carismático, para mediar con
adecuados contenidos formativos de tipo
franciscano, y asegurar una clara pertenencia a la Orden. Siempre en el campo de la
madurez cristiana y, teniendo una vez más
en cuenta los informes que dan los formadores, creo necesario insistir en: formar a
una experiencia fuerte de fe; dar más importancia al primado del espíritu de oración
y devoción en las casas de formación, particularmente en las de profesos temporales;
colocar en el centro de la vida espiritual la
celebración de la Eucaristía y la oración de
la Iglesia; cuidar una adecuada formación
litúrgica y una conveniente creatividad en
este campo; educar a una lectura y análisis
de la realidad desde una visión de fe (cf Shc
14); cuidar el acompañamiento espiritual,
con la presencia y la preparación de acompañantes adecuados; integrar mejor la formación psicológica, intelectual, y social,
con una formación espiritual sólida.
Madurez vocacional. Justamente en
América Latina se enfatiza la importancia
de la dimensión evangelizadora, con numerosas actividades y experiencias en este
campo. Sin que estas experiencias vengan a
menos, creo, después de hablar con los jóvenes y formadores de vuestras Conferencias, que sea necesario prepararlas mejor,
acompañarlas más de cerca, y evaluarlas
constantemente. Otro aspecto que creo importante son las “fraternidades de inserción”. Estas me parecen muy positivas por
lo que comportan de cercanía a la gente, y
por el tenor de vida sobria que se viven en
estas fraternidades. Partiendo de lo que he
compartido con vuestros formadores, os pido hacer un atento balance de estas experiencias para corregir posibles fallos y teniendo en cuenta la realidad de los jóvenes
de hoy, que no es la misma de hace algunos
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años: menos sensibles a la dimensión social, más frágiles afectivamente, menos
fundamentados en una experiencia profunda de fe y eclesial. Un problema al que deberéis estar muy atentos, para prestarles la
atención que se merece, es la ausencia de
acompañantes estables en algunas de estas
fraternidades, y el que a veces son demasiado jóvenes en cuanto a la vida franciscana.
También es fundamental que estas “fraternidades de inserción” no se vean sólo como
una obligación para los jóvenes. Si la realidad provincial está de espaldas a todo este
discurso de inserción, estas experiencias no
pasarán de ser “experimentos” que dejarán
sólo lo que encuentren.
Estudios. Hay una buena sensibilidad
sobre el particular. Tenemos diversos estudios propios e interprovinciales. Esto lo veo
muy positivo. Pero también aquí pediría
una mayor cualificación, es necesario seguir invirtiendo en profesores bien preparados, en la investigación, en las bibliotecas y
en las exigencias académicas. Por otra parte es necesario asegurar que la laguna que
nuestros candidatos traen, en cuanto a la
formación intelectual básica, sea adecuadamente colmada para que puedan realizar los
estudios de filosofía y teología. Creo necesario y urgente, también, que los estudios de
filosofía y teología sean completados con
contenidos franciscanos.
En todo este campo de la formación y los
estudios, considero imprescindible e innegociable: una opción clara por la formación
permanente, pues ella es el “humus” de la
formación inicial; una adecuada formación
a los formadores; asegurar el acompañamiento espiritual y vocacional, y asegurar
fraternidades formativas que ayuden a
nuestros jóvenes a crecer en la vida y misión franciscanas.
Queridos hermanos: Mucho es el camino recorrido, largo es todavía el tramo que
nos queda para refundar realmente nuestra
vida y misión. Entremos en una mentalidad
de permanente discernimiento y de constante evaluación de nuestra vida y misión
(cf. Shc 35). “Mendicantes de sentido”, en
profunda comunión con nuestros contemporáneos (cf Shc 6), mantengámonos en ca-
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mino, pues éste es el lugar propicio para encontrarnos con el Señor, escuchar lo que
nos pide en estos momentos, y, de este modo, tener “una mejor comprensión de la propia vocación” (Shc 10).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
6. Omelia per la conclusione del Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti
dal Ministro generale
Roma, Salesianum, 18.03.2007
ASSUMERE IL VANGELO
COME VITA E REGOLA
Gio 5, 9-12; Sal 33, 2-7; 2Cor 5, 17-21
Carissimi confratelli,
il Signore vi dia pace.
Alla fine di questo Capitolo delle Stuoie
delle Case dipendenti dal Ministro generale
– Roma (Santa Maria Mediatrice, Sant’Antonio, P. Gabriele M. Allegra e Laterano),
Grottaferrata, Istanbul, Bruxelles, USA –
ringrazio il Signore per il dono degli oltre
250 Frati che vivono e lavorano in queste
Case. Ringrazio tutti e ciascuno di voi per il
vostro servizio all’Ordine, per la vostra testimonianza di vita francescana. Grazie anche per aver partecipato, così numerosi, a
questo Capitolo.
Vivendo questo “tempo forte”, liturgicamente parlando, di quaresima e questo tempo di grazia in cui ci prepariamo a celebrare
gli 800 anni della fondazione del nostro Ordine, seguendo quanto ci ha chiesto il recente Capitolo generale straordinario, siamo
chiamati a fare una seria revisione della nostra vita e della nostra missione, ad interrogarci sulla nostra vita (cf. Spc 3), per passare dal buono al meglio. Abbiamo bisogno di
metterci in cammino, per essere visitati, anche noi, dalla speranza e così tornare ai nostri confratelli per annunciare loro quanto il
Signore ci ha comunicato lungo il cammino.
In questo impegno la Parola, ascoltata
con fede, diventa luce per i nostri passi, per
il nostro cammino. Abbiamo ascoltato una
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delle pagine più belle del Vangelo, quella
erroneamente chiamata la “parabola del figlio prodigo”, perché in realtà, stando al testo, si tratta della “parabola del padre misericordioso”. È vero che nel testo si toccano
i sentimenti più diversi del figlio più giovane: la vergogna, l’estrema necessità, la nostalgia, il pentimento e il coraggio di tornare. Ma è anche vero che il protagonista di
tutto il racconto è il padre: è lui a rispettare
la scelta del figlio minore, dividendo le sostanze; è lui a scorgere il figlio, quando era
ancora lontano; è lui ad andarli incontro; è
lui a gettargli le braccia al collo; è lui che lo
bacia ed ordina che gli vengano messi nuovi vestiti e che gli venga messo l’anello al
dito, restituendogli così la dignità di figlio.
In tal modo possiamo ben dire che questa
parabola è un canto alla misericordia del padre, un canto che diventa festa per quanti
vogliono essere complici del suo amore
senza limiti, scandalo per coloro che, come
il figlio maggiore, si sentono in regola e non
sentono il bisogno di essere perdonati e,
forse, neppure di essere amati. Sì, siamo di
fronte a un canto all’amore, alla misericordia e al perdono di Dio; un canto al Dio
“sempre pronto al perdono”, perché “ricco
di misericordia”, come spesso ci ricordano i
Salmi; un canto al “Dio amore”, come lo
definisce san Giovanni.
Ma se il padre è il protagonista, il leitmotiv della parabola è la gioia, una gioia
profonda che diventa festa. Anzi la gioia è il
leitmotiv delle tre parabole del capitolo 15
di Luca: gioia è il sentimento sperimentato
dal pastore che recupera la pecora smarrita;
gioia è il sentimento profondo che prova la
donna quando ritrova la dracma perduta;
gioia è il sentimento del padre nell’abbracciare il figlio che aveva abbandonato la casa paterna; gioia, infine, di Dio per un peccatore che si converte.
A questo punto dobbiamo domandarci:
qual è la fonte, la sorgente della gioia di cui
si parla nella nostra parabola? Ripensando
al brano del Vangelo di oggi, è evidente che
la ragione ultima della gioia è la comunione
con il padre e con i fratelli. Comunione che,
secondo la parabola, viene infranta sia dai
comportamenti del figlio più giovane, che
parte “per un paese lontano” e là sperpera
“le sue sostanze”, sia dall’atteggiamento
del figlio maggiore che, pur restando in casa, non parla il linguaggio del padre: “questo tuo figlio…”. Senza la comunione il primo si trova nell’estremo bisogno e il secondo è vittima dell’autoreferenzialità e forse
anche della gelosia. Senza la comunione né
l’uno né l’altro possono far festa. Il più giovane farà festa soltanto dopo essere stato
abbracciato dal padre, il secondo farà festa
soltanto se, riconoscendo nell’altro il fratello, si decide a entrare con il padre nella sala
del banchetto.
In quale dei due figli ci riconosciamo?
Forse ci troviamo a più agio nella veste del
figlio “più giovane”. E allora, avremo la lucidità e l’audacia di alzarci e tornare dal padre? Forse ci riconosciamo nella veste del
“figlio maggiore”. Se è così, avremo il coraggio di entrare nella sala del banchetto,
per fare festa con un fratello anche se diverso e forse peccatore? Forse ci riconosciamo
in tutti e due. Che importa? Nel primo o nel
secondo caso, o in entrambi, la cosa certa è
che i due sono invitati ad “entrare in se stessi” e a cambiare atteggiamento verso il padre e verso il fratello. A questo punto penso
che tutti noi, se abbiamo un minimo di capacità per “entrare in noi stessi”, ci sentiremo interpellati a “nascere di nuovo” (Gv
3,3), come con forza ci ha chiesto il Capitolo generale 2003; a lasciarci riconciliare
con Dio, come ci supplica Paolo nella seconda lettura di questa domenica (2Cor
5,20); a convertirci, cioè, a cambiare il cuore, trasformando il cuore di pietra, insensibile al volere di Dio, in un cuore di carne,
docile al suo volere; a cambiare la mente,
affinché i nostri pensieri corrispondano a
quelli del Signore; a cambiare i nostri atteggiamenti, affinché i nostri comportamenti
siano in sintonia con il progetto di Dio su di
noi. Siamo chiamati, in definitiva, a “convertirci e a credere al Vangelo” (Mc 1,15),
assumendolo come “vita e regola” (Rb 1,1),
come centro della nostra esistenza, come
criterio primo ed ultimo del nostro discernimento. Siamo chiamati, particolarmente in
questo secondo anno di preparazione alla
celebrazione dell’VIII Centenario della
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fondazione dell’Ordine, ad “osare di vivere
il Vangelo”, cioè, a mettere al centro della
nostra vita personale e fraterna Cristo, il
Vangelo del Padre all’umanità; aderire al
suo progetto di vita, in modo tale da evitare
il rischio di “addomesticare la parole profetiche del Vangelo, per accomodarle a uno
stile comodo di vita” (Sdp 2).
Fratelli, come Francesco continuiamo a
domandarci: “Signore, che voi che io faccia?” (3Comp 6). Come Francesco e i suoi
primi compagni continuiamo a domandarci
come meglio possiamo osservare con sincerità la Regola che abbiamo promesso, come
meglio possiamo condurre una vita santa
davanti all’Altissimo (cf 1Cel 34). Rientriamo in noi stessi, come il figlio più giovane
della parabola, entriamo nella “grotta”, come il giovane Francesco (cf 3Comp 6). Permettiamo che il Signore entri nel nostro
“spazio vitale” (cf Spc 44). Come la samaritana offriamo a Lui ciò che siamo senza
finzioni (cf Spc 17). Sarà, allora, il Signore
che ci mostrerà, a noi “mendicanti di senso”
(Spc 6), carichi di interrogativi, di stanchezza accumulata, di incertezze… (cf Spc 7), il
suo volto (cf Spc 8) e così avremo una migliore comprensione della nostra vocazione
e missione (cf Spc 10). Torniamo alla centralità dell’esperienza di Dio, come cammino di autentica trasformazione della nostra
vita e missione (cf Spc 38), e il Signore sazierà la nostra sete per sempre (cf Spc 17). I
nostri occhi, pertanto, si apriranno e noi,
poi, ritorneremo dai nostri fratelli e faremo
anche noi la bella esperienza della condivisione: in comunione con il Signore e i fratelli mangeremo i frutti della promessa (cf
Gio 5,12), faremo festa e benediremo per
sempre il Signore (Sal 33,2), annunciando a
tutti la bontà, la misericordia e la bellezza di
Colui che riceve i peccatori e mangia con
loro. E, finalmente, la nostra conversione
provocherà il sorriso di Dio, che ci viene incontro per abbracciarci per far grande festa,
poiché ci eravamo persi e siamo stati ritrovati.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
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7. Carta del Ministro general con motivo de la Pascua 2007
¡ES VERDAD,
EL SEÑOR HA RESUCITADO!
Es Pascua, la fiesta de la vida: “¿Por qué
buscáis entre los muertos al que está vivo?
No está aquí, ha resucitado” (Lc 24, 5-6). Es
Pascua, nos visita la esperanza: “¿Por qué
os turbáis, y por qué se suscitan dudas en
vuestro corazón?” (Lc 24, 38). “No temáis”
(Mt 28, 10). “Sabed que yo estoy con vosotros... (Mt 28, 20)”. Es Pascua, se nos invita
a caminar. “Id y avisad a mis hermanos que
salgan para Galilea; allí me verán” (Mt 28,
10; cf. Mc 16, 7).
Queridos hermanos: ¡Que Cristo resucitado ilumine con su luz nuestro caminar,
fortalezca con su presencia nuestra esperanza, y que su resurrección nos llene de vida,
y vida en abundancia!
Haciendo memoria
Hace apenas unos meses que nuestra Orden ha celebrado el Capítulo general extraordinario, un acontecimiento verdaderamente pascual para cuantos participamos en
él y para toda la Fraternidad. Llevados de la
mano por la experiencia de los discípulos
de Emaús, cuyo icono (cf. Lc 24, 13- 35)
nos acompañó durante todo el Capítulo (El
Señor nos habla en el camino = Shc 3), hemos sentido cómo el Señor nos habla en el
camino, y cómo la experiencia del camino
nos ayuda a comprender mejor la propia vocación (cf. Shc 10). Como Cleofás y su
compañero, también nosotros hemos experimentado que nos ardía el corazón al compartir el pan de la Palabra y el pan de la Eucaristía, y que poco a poco el Señor nos iba
mostrando su rostro (cf. Shc 8). Como los
discípulos de Emaús, “en el contexto de la
fe compartida”, también nosotros hemos
expresado nuestros temores con libertad, y
nuestro corazón se abrió al misterio del otro
(cf Shc 3). Y como ellos, también nosotros,
“mendicantes de sentido” (cf Shc 6), mientras compartíamos nuestros interrogantes,
nuestros cansancios y nuestras incertidum-
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bres (cf Shc 7), fuimos visitados por la esperanza “fundada en Cristo pobre y crucificado, y en sus representantes, los pobres y crucificados de esta tierra” (Shc 9). Y entonces,
con sorpresa y estupor, nos dimos cuenta de
que recibimos la fuerza interior que brota de
la Pascua y que nos hace retornar a los hermanos con renovada ilusión (Shc 3), desvistiéndonos, poco a poco, del desencanto, así
como del pragmatismo superficial y de los
fáciles idealismos (cf. Shc 9).
Pero el Capítulo ha querido ser un Capítulo abierto y como tal está llamado a continuar en cada Entidad y en cada hermano.
De este modo, la experiencia pascual que
hemos vivido juntos, durante nuestra “peregrinación a los lugares que conservan el
aroma original de nuestro carisma” (Shc 2),
continuará experimentándose en nuestras
fraternidades locales y en el corazón de cada uno de nosotros. Esto será posible si acogemos las invitaciones que nos ha hecho el
Capítulo y ponemos en práctica las orientaciones que salieron de él. Para ayudarnos a
pasar de lo bueno a lo mejor, deseo compartir con vosotros algunas de esas llamadas o invitaciones.
Conversaban entre sí, mientras iban de camino
La Orden, con el proyecto la gracia de
los orígenes, ha querido continuar un proceso, iniciado con la promulgación de las
actuales Constituciones Generales, de recrear y re-fundar nuestra vida y misión, para vivir hoy nuestra identidad franciscana
en dinamismo y creatividad, fieles a Dios y
al mundo, y siempre “sujetos a los pies de la
santa Iglesia” (2R 12, 4; cf Shc 8).
De este modo queremos dar una respuesta
evangélica a los signos de los tiempos, a través de los cuales, “ráfagas de luz presentes en
la noche oscura de nuestras vidas y de nuestros pueblos”, nos sentimos interpelados por
Dios (cf. El Señor os dé la paz 6), y, al mismo
tiempo, queremos “reproducir con valor la
audacia, la creatividad y la santidad” de Francisco y Clara (cf Vita Consecrata 37).
Para ello, el documento El Señor nos habla en el camino nos recuerda que es nece-
sario vivir en una actitud de “permanente
discernimiento”, a la vez creyente y creativo, evaluando constantemente nuestra vida
(Shc 35) y nuestra misión (cf. Shc 33). Ello
nos permitirá actualizar nuestro carisma “a
tono con los desafíos de un cambio de época” (Shc 1), y dar una respuesta evangélica
y franciscana a las preguntas de nuestros
contemporáneos “sobre el sentido de la historia, de la existencia y de la vida”, preguntas que son también las nuestras (cf Shc 6).
Frente a modelos estáticos de fidelidad, se
nos pide vivir en clave de proceso y, en consecuencia, de proyecto. Frente a la tentación de repliegue o de huida hacia adelante,
somos llamados a vivir en clave de discernimiento, no sólo para proyectar nuestro futuro, sino, sobre todo, para intuir la voluntad del Señor aquí y ahora (cf. Rm 12, 2),
poniendo los ojos en el futuro (cf. VC 110).
La re-creación y re-fundación de nuestra
vida y misión, exigen, ante todo y sobre todo, discernimiento para conocer la voluntad
del Señor, por eso, individualmente y comunitariamente somos llamados a orar
constantemente con Francisco: “¡Oh alto y
glorioso Dios! ilumina las tinieblas de mi
corazón... para que pueda conocer y cumplir tu santo y veraz mandamiento” (OrSD).
Exigen también discernir lo más objetivamente posible nuestra realidad. La realidad interna: edad de los hermanos, presencias y compromisos, posibilidades y fragilidades tanto de los hermanos como de la
propia Entidad. Y la realidad externa: el
contexto social, cultural y político en que
nos movemos. Y a la luz de esta doble realidad, hemos de tomar las decisiones oportunas, con lucidez y audacia, aunque nos
llegue a sangrar el corazón. En todo ello hemos de hacer un gran esfuerzo para no dejarnos llevar ni de idealismos sin fundamento, ni de un realismo asfixiante. Ante la
realidad por la que atraviesan algunas Entidades, no podemos simplemente optar por
replegarnos para mantener las viejas estructuras, sino que hemos de permanecer creativos para abrirnos al futuro, aun en medio de
situaciones adversas.
Esto supone un acercamiento crítico a la
realidad, pero siempre desde una visión de
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fe, iluminados por la Palabra, en profunda
comunión con Dios y con la Iglesia, pues,
como bien nos recuerda el documento capitular, “para interpretar la vida no basta la
cercanía a la realidad”, sino que “es preciso
mirarla con ojos de fe, es decir, vivirla en
relación profunda con Dios, con su Palabra,
y en una comunión entrañable con la Iglesia” (Shc 14). Sólo una mirada de fe nos
permitirá mirar al pasado con gratitud, vivir el presente con pasión, y abrazar el futuro con esperanza (cf. Novo millennio
ineunte 1).
En todo discernimiento que quiera ser
franciscano hemos de tomar el libro del
Evangelio y pedir consejo a Cristo (cf 2Cel
15). Este segundo año de preparación para
el VIII Centenario de la Orden nos invita a
vivir el Evangelio con osadía: ¡Osemos vivir el Evangelio!, es el lema que nos acompañará en este año. Vivir el Evangelio es dejarnos iluminar por él, y tomarlo como criterio principal de nuestro discernimiento
personal y fraterno.
Queridos hermanos y hermanas: Dentro
del proyecto la gracia de los orígenes, durante el año 2006 se nos invitaba a ponernos
en actitud de discernimiento y a preguntarnos: “Señor, ¿qué quieres que haga?”. Esta
actitud y esta pregunta han de acompañarnos durante toda nuestra vida. Vivamos en
actitud de discernimiento. Pongámonos en
camino con la certeza de que el Señor va delante de nosotros (cf Mc 16, 7). Como los
discípulos el primer día de la semana, y como los dos de Emaús aquella misma tarde,
corramos también nosotros (cf Jn 20, 4), levantémonos al instante (cf Lc 24, 33). Sólo
en esta actitud podremos discernir lo que el
Señor quiere de nosotros y sólo así podremos comunicar con convicción: “¡Es verdad! ¡El Señor ha resucitado!” (Lc 24, 34).
Al instante volvieron a Jerusalén y encontraron reunidos a los Once
Cuando a los dos de Emaús se les abrieron los ojos y reconocieron a Jesús, “levantándose al momento, se volvieron a Jerusalén” para encontrarse con la comunidad de
la que se habían alejado (cf Lc 24, 33). Para
45
cuantos seguimos el carisma de Francisco
la fraternidad, que está llamada a convertirse en ámbito privilegiado de encuentro de
los hermanos con Dios (cf. CCGG 40), es
también ámbito privilegiado para vivir la
alegría de la pascua y compartir con los demás la propia experiencia de fe. Por su parte, el documento final del Capítulo nos recuerda que la fraternidad es un don que debemos acoger con gratitud, al mismo
tiempo que hemos de construirla con perseverante tenacidad. Dicho compromiso es
presentado como “una de nuestras tareas
fundamentales” (Shc 27). Formamos parte
de una fraternidad llamada a crecer constantemente. Somos llamados a ser constructores de fraternidad y no sólo consumidores, máxime cuando nuestra realidad, personal y fraterna, está marcada siempre “por
la finitud y el pecado” (Shc 24). En este
contexto se comprende muy bien la llamada
capitular a cuidar de la vida fraterna:
“Nuestra fraternidad necesita de una delicada atención de nuestra parte” (Shc 31), “requiere acompañamiento y cuidado materno” (Shc 32).
¿Qué significa cuidar la vida fraterna? El
documento capitular nos da indicaciones
importantes para cumplir con ese mandato.
Cuidar la vida fraterna significa cuidar las
relaciones humanas, que entre nosotros son
a veces deficitarias, y descubrir las raíces
teológicas de la fraternidad, pues “el hecho
de reconocernos como hermanos nace de la
fe en un Dios que es Padre de todos”. Es desde esa convicción desde donde reconocemos al otro como hermano “y podemos decir como Francisco: ‘el Señor me dio hermanos’” (Shc 26). Cuidar la vida fraterna
significa luchar contra toda clase de divisiones, que ciertamente no son algo ajeno a
nuestra vida fraterna (Shc 31). En un mundo
fragmentado y dividido como el nuestro, sólo es posible ser signo profético si superamos cualquier tipo de división entre nosotros, y somos verdaderos puentes de comunión entre todos (cf Shc 31). Las diferencias,
lejos de ser amenazas, son “buena noticia de
un Dios siempre fecundo” (Shc 4). Cuidar la
fraternidad significa utilizar adecuadamente
los instrumentos que nuestra legislación po-
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ne a nuestra disposición, tales como: La formación permanente, el capítulo local, y la
corrección fraterna. Cuidar la vida fraterna
significa algo tan sencillo, y a veces tan difícil, como el perdonarse recíprocamente y el
buscar en todo momento caminos de comunión (cf. Shc 31. 53).
Pero consciente de que la mayor dificultad en la construcción de la fraternidad parece estar en la falta de una comunicación
profunda entre nosotros y en la dificultad de
hablar juntos, de manera justa y verdadera,
sin reservas y con la necesaria confianza, a
partir de nuestras pobrezas, el documento
capitular insiste sobre todo en la comunicación, como medio privilegiado en el cuidado de la vida fraterna. Una comunicación
profunda, que nos lleve: a cuestionar “el talante de nuestra vida” (Shc 3), a “superar el
individualismo y el aislamiento que a menudo caracterizan nuestras vidas y nuestras
obras” (Shc 49/1), a compartir “las alegrías
y las dificultades de ser hermanos y a reflexionar sobre nuestra vocación personal y a
profundizar juntos en nuestro seguimiento
de Cristo y nuestra fe en Dios” (Shc 51), a
“compartir y celebrar la vida en todas sus
dimensiones” (Shc 32), a pronunciar nosotros mismos desde la fe lo que llevamos
dentro (cf. Shc 43). La metodología de
Emaús que el documento del Capítulo general extraordinario presenta como “camino y método que nos guiará hacia el futuro”
(Shc 39), “piedra angular para nuestro crecimiento como Hermanos Menores” (Shc
49.1) y “escuela de fraternidad” (Shc 51),
nos ayudará a todo ello si la ponemos en
práctica en las fraternidades y en las Provincias y Custodias.
Lo que pretendemos con la “re-fundación” es dar calidad a nuestra vida y misión,
pero ésta sólo se puede alcanzar a través de
la calidad de las relaciones, que a su vez depende de la calidad de la comunicación con
uno mismo, con los demás y con Dios. De la
comunicación depende la vida fraterna, el
rostro de nuestras fraternidades, y, por lo
mismo, nuestro testimonio fundamental en
el mundo (cf Shc 34). Por eso el documento
capitular nos pide que evaluemos continuamente los modos de nuestra comunicación.
Comunicar es “salir de nosotros mismos al
encuentro del otro, del distinto” (Shc 22);
comunicar significa afirmar la necesidad del
otro, reconocer que siempre somos deudores, confesar que el don de Dios nos precede
(cf Shc 20). Sólo sabe comunicarse quien reconoce como propia verdad fundamental la
propia pobreza por la que “nada nos pertenece, todo es un bien recibido, llamado a ser
compartido y restituido” (Shc 19). Por otra
parte la dimensión antropológica de la comunicación nos recuerda que comunicar es,
ante todo, darse a los demás, hacer al otro
partícipe de la propia vida, disponiéndose al
mismo tiempo a recibir de los otros. La comunicación no es, por tanto, un movimiento
unidireccional, sino circular, recíproco e interactivo. Los capitulares han sentido la urgencia de que nuestras fraternidades se conviertan en espacio de confrontación, de diálogo y de comunicación fraterna. Sólo así
reconstruiremos el tejido fundamental de la
confianza mutua (cf. Shc 16), y sólo así podremos fiarnos unos de otros, acogernos
unos a otros, estimularnos recíprocamente,
corregirnos cuando sea necesario, y amarnos en todo momento (cf. Shc 15).
Contaron lo que había pasado en el camino
En camino, y cuidando la vida fraterna
en comunidad, somos llamados a salir y
“llenar la tierra con el Evangelio de Cristo”
(1Cel 97). Y puesto que “nos encontramos
inmersos en un cambio de época, con nuevos paradigmas y categorías”, el Señor nos
habla en el camino. Es Cristo resucitado
que nos hace una llamada apremiante a llevar a cabo, con lucidez y audacia, a “una seria revisión de nuestra misión” y a “ensayar
caminos inéditos de presencia y testimonio” (Shc 33), que nos ayuden a vivir el
Evangelio como “fraternidad-en-misión al
servicio de la Iglesia y del mundo” (Shc 58),
como menores entre los menores de la tierra (cf. Shc 33). El documento capitular nos
invita a una “revisión crítica continua [...]
de nuestros actuales ministerios” (Shc 58),
de tal modo que podamos “reencontrar el
centro de nuestra misión”, “abrazar más decididamente lo liminal de nuestra vida”,
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“habitar la marginalidad como esencia de
nuestra identidad franciscana” (cf. Shc 33),
y hacernos presentes “en medios fronterizos y conflictivos” y “en los nuevos areópagos” (cf. Shc 36).
Como Francisco, todos nosotros estamos
llamados a ir al encuentro del otro, a pasar a
la otra orilla, a ser cruza-fronteras (cf. Shc
36), ya sean geográficas, sociales, culturales, políticas o religiosas. Desde la lógica
del don y una espiritualidad de presencia y
de anonadamiento, sin excluir a ninguno y
abrazando a todos, “sin dejarnos encerrar en
las fronteras creadas por las ideologías de
turno” (Shc 37), y sostenidos por las tradiciones filosóficas, teológicas, místicas y artísticas de nuestro patrimonio franciscano,
para no ser presa fácil del fundamentalismo
y de las tendencias “emotivistas” del presente (cf. Shc 13), estamos llamados a predicar el Evangelio de palabra y de obra y, de
este modo, ser “faros de esperanza, en oferta de fe y de comunión” (Shc 37).
Muchos son, queridos hermanos, los desafíos que nos lanza el documento final del Capítulo general extraordinario que acabamos
de celebrar. Por motivos de espacio aquí sólo
hemos hecho referencia a algunos. ¿Tendremos la lucidez y audacia para dar respuesta a
todos ellos? La esperanza, por la que hemos
sido visitados durante la celebración del Capítulo, así como el gran número de hermanos
y hermanas que ya lo están intentando seriamente, me mueve al optimismo.
Que a todos nos acompañe la bendición
del Seráfico Padre San Francisco. ¡Feliz
Pascua de Resurrección!
Roma, 19 de marzo, fiesta de San José.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
Prot. N. 097679
8. Lettera a Benedetto XVI in occasione
del suo compleanno
Beatissimo Padre,
Roma, 14 aprile 2007
47
con la confidenza che mi ispira la Sua
paterna bontà, e rendendomi interprete dei
sentimenti di filiale amore di tutti i Frati
Minori, ho la gioia di presentare alla Santità
Vostra, nella fausta circostanza del Suo 80°
Genetliaco, i nostri fervidi voti augurali, accompagnandoli con una preghiera intensa
pari all’affetto, mentre chiedo al Pastore dei
pastori di moltiplicare in Lei i suoi doni di
grazia.
Aggiungendo una nuova strofa al “Cantico delle creature“, desideriamo lodare
con il nostro Padre Francesco la bontà di
Colui che l’ha scelto e l’ha donato alla
Chiesa come Maestro di vita e testimone ardente della sua Risurrezione.
Desideriamo poi dire a Lei, amatissimo
Santo Padre, la nostra infinita gratitudine
per il sostegno che ogni giorno offre alla vita consacrata e, in particolare a noi Frati Minori, con il Suo costante richiamo alla grazia delle origini e alla fedeltà generosa e dinamica al nostro carisma.
Con la nostra ammirazione per l’infaticabile ministero che La rende, ogni giorno
di più, punto sicuro di riferimento per tutti i
popoli della Terra, Le diciamo con gioia la
nostra vivissima gratitudine anche per il
viaggio apostolico che compirà presso la
culla dell’Ordine alla Porziuncola e alla
tomba del Serafico Padre, il prossimo 17
giugno, e per la canonizzazione di altri due
nostri fratelli, i Beati Antonio Galvão di S.
Anna e Simone da Lipnica, l’11 maggio e il
3 giugno del corrente anno.
La prego, Beatissimo Padre, di benedire,
con me, tutti e singoli i Frati che sono a servizio del Vangelo nel mondo intero, perché
“sudditi ai piedi della santa Madre Chiesa
osserviamo il Vangelo di nostro Signore
Gesù Cristo“, in comunione con la Santità
Vostra e con tutti i Pastori della Chiesa.
Con profondo ossequio, mi confermo
della Santità vostra
dev.mo figlio
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
Prot. 097849
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9. Informe al encuentro con la Conferencia de Ministros provinciales de
España y Portugal
Objetivos del encuentro
Sevilla, 17.04.2007
El Capítulo provincial 2003 pidió que el
Definitorio general se encontrase, al menos
una vez en el sexenio, con las distintas Conferencias de la Orden. Este deseo pasó a
nuestra renovada legislación. En los Estatutos Generales se dice: “ A fin de que la participación en el régimen de la Orden y la
consulta sean más eficaces, reúnanse en
consejo al menos una vez en el sexenio el
Ministro y los Definidores generales con
cada una de las Conferencias” (art. 193).
Los mismos Estatutos Generales señalan los objetivos de dicho encuentro:
• “Comunicar las cuestiones más importantes del régimen y de la dirección de
toda la Orden y dialogar sobre las mismas;
• Tratar los asuntos relacionados con la vida de los hermanos, las relaciones entre
las entidades, la sólida unión entre los
hermanos y promover la participación de
los bienes en el ámbito de toda la Orden.
• Consultar convenientemente sobre la
erección, los límites, la unión o la supresión de las entidades de la Conferencia;
• Proponer consultas y determinar cómo
han de modificarse éstas en las elecciones que hay que hacer en el Capítulo general” (art. 193 a-d).
Todos estos objetivos se pueden sintetizar en el deseo de una mayor acercamiento
entre el Definitorio general y las Conferencias, y, como consecuencia, un mayor conocimiento de la realidad concreta de nuestras entidades por parte del Definitorio general, y una mejor sintonía por parte de las
Provincias y Custodias con las directrices
que vienen del Gobierno general. En la base de este nuevo artículo de los Estatutos
Generales está el deseo profundo de hacer
camino juntos: el Definitorio general con
las entidades y las entidades con el Definitorio general.
Estoy convencido que este encuentro del
Ministro y Definitorio general con la CONFRES ayudará a todo ello.
El VIII Centenario de la fundación de nuestra Orden
Este encuentro tiene lugar dentro del
marco de la celebración de la gracia de los
orígenes, proyecto con el cual los Hermanos Menores de la Fraternidad universal
nos estamos preparando, desde el 2006, para conmemorar, en el 2009, los 800 años de
la fundación de nuestra Fraternidad; o, lo
que es lo mismo, los 800 años de la aprobación de la Protorregla.
Un proyecto, como bien sabemos, con
tres objetivos principales, en tres momentos: discernir (2006), proyectar (2007), celebrar (2008-2009). Tres objetivos y tres
momentos que no pueden separarse entre
ellos, pues se complementan. Sin discernir
no se puede proyectar, y sin proyecto no se
puede celebrar.
Discernir
El proceso de profunda renovación (refundación) que nos proponemos con el proyecto la gracia de los orígenes arranca del
discernimiento. Es necesario, pues, situarnos en una actitud de constante discernimiento de nuestra vida y misión, tal y como
nos pide el documento final del Capítulo
general extraordinario, El Señor nos habla
en el camino (=Shc): discernir y verificar
nuestra misión (cf. Shc 33); discernir nuestra vida y nuestras prácticas en el seno de
nuestra fraternidad (cf. Shc 35); discernir
nuestro ser fraternidad-en-misión (cf Shc
48); discernir en cada entidad las orientaciones que nos han venido del Capítulo general extraordinario más adecuadas para su
propio crecimiento (cf. Shc 49/3); discernir
y evaluar constantemente nuestras formas
de comunicación (cf. Shc 50), discernir y
evaluar nuestros ministerios (cf. Shc 51).
Somos “mendicantes de sentido” (Shc
33). Nos encontramos inmersos en “un proceso que busca la actualización de nuestro
carisma a tono con los desafíos de un cambio de época” (Shc 1). En este contexto, la
Iglesia nos invita a una fidelidad creativa
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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
que comporta, entre otras cosas, reproducir
con audacia la creatividad y la santidad de
Francisco (Vita consecrata =VC) 37), como
respuesta evangélica a los signos de los
tiempos (cf. El Señor te dé la paz =Sdp, 6).
La Iglesia nos pide “escudriñar nuevos caminos de actuación del Evangelio” (VC 84),
y la Orden nos urge a “volver a lo esencial
de nuestra experiencia de fe y de nuestra espiritualidad” (Sdp 2), y a tener “la osadía de
ensayar caminos inéditos de presencia y
testimonio” (Shc 33).
Hermanos en camino, “peregrinos y extranjeros” (2R 6, 2; Test 24), el discernimiento se hace necesario para ofrecer un intento de respuesta evangélica y franciscana
a las preguntas de nuestros contemporáneos “sobre el sentido de la historia, de la
existencia y de la vida”, preguntas que son
también las nuestras (cf. Shc 6).
¿Qué hemos hecho en el campo del discernimiento en el 2006, primera etapa del
camino jubilar de la Orden? ¿Qué estamos
dispuestos a hacer como Orden, como Conferencia, como Provincias y Custodia? La
responsabilidad de un discernimiento sereno y desde la fe –se trata siempre de un discernimiento creyente-, basado en el Evangelio, en la Regla, en las Constituciones generales, y en las Prioridades de la Orden,
no admite dilaciones, ni delegaciones. Es
una responsabilidad que hemos de asumir,
en primera persona, los Ministros, Vicarios
y demás miembros del Definitorio, ya sea
general que provincial. A nosotros corresponde ponernos, y poner a los hermanos, en
actitud de escucha y lectura de los signos de
los tiempos. A nosotros corresponde el ponernos y poner a los hermanos en actitud de
preguntarse: “Señor, ¿qué quieres que haga?” (TC 6), “hermanos, ¿qué hemos de hacer? (Hch 2, 37), y de crear las condiciones
para poder dar una respuesta adecuada.
Tengo la impresión de que muchas veces
nos dejamos llevar de la inercia, del “mañana ya veremos”, o del “ya lo harán los que
vengan”. Tengo la impresión de que nos da
miedo asumir el discernimiento como dinámica de la vida, por la inseguridad que ello
comporta. Tengo la impresión de que, junto
a hermanos que desean caminar al paso de
49
las exigencias del momento actual, son muchos los hermanos que han cedido a la tentación del cansancio, de la rutina, y de la resignación, ante un futuro que se nos echa
encima. En este contexto corresponde a los
Ministros y sus Definitorios sembrar esperanza en el corazón de tales hermanos y de
crear condiciones de futuro para nuestra vida franciscana, para lo cual es imprescindible el discernimiento. Sin discernimiento
no puede haber futuro. Esto es válido también a nivel de Conferencia. No podéis consideraros meros administradores, sino verdaderos animadores.
Proyectar
Desde el discernimiento, y como consecuencia de él, estamos llamados, no sólo a
recordar y contar la hermosa y gran historia
del franciscanismo ibérico escrita desde el
1214, con la venida de Francisco a España,
hasta nuestros días, sino también a proyectarnos hacia el futuro, a poner los ojos en él,
hacia el que el Espíritu nos impulsa para seguir haciendo con nosotros cosas grandes,
y, de este modo, seguir construyendo una
gran historia (cf. VC 110). Es justo mirar al
pasado con gratitud (cf Novo millennio
ineunte=NMI, 1). Es bueno mantener viva
la memoria, pues sin historia y sin memoria
no podemos tener futuro. La memoria y la
historia son para nosotros lo que las raíces
para un árbol. Pero esa memoria y esa historia no pueden impedirnos el que nos proyectemos, el que nos lleve a abrazar el futuro con esperanza, lo cual supone vivir el
presente con pasión (cf. NMI 1), o, para estar dentro del tema de este año, el que osemos vivir el evangelio.
Si el presente depende del discernimiento que hagamos sobre nuestra vida y misión
a la luz de los “signos de los tiempos y de
los lugares”, el futuro está condicionado por
el presente y, más concretamente, por la capacidad y la osadía que tengamos para vivir el Evangelio. Esto significa, en primer
lugar, asumir el Evangelio como criterio
fundamental del discernimiento personal y
fraterno. Preguntado Francisco por Bernardo ¿qué hemos de hacer?, el Poverello responde: “entremos mañana de madrugada en
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la iglesia y pidamos consejo a Cristo, con el
evangelio en las manos” (2Cel 15). Osar vivir el Evangelio significa también asumirlo,
con renovado interés, como nuestra “Regla
y vida” (2R 1, 1), sin “domesticar las palabras proféticas del Evangelio, para adaptarlas a un estilo de vida cómodo”, sino poniéndolas en práctica, como Francisco, en
todo momento (cf. 1Cel 22). Osar vivir el
Evangelio significa convertirnos, es decir,
“nacer de nuevo” (Jn 3, 3), creer en el Evangelio (Mc 1, 15), como Buena noticia, primero para nosotros y también para los demás. Sólo así nuestra vida recobrará “la poesía, la belleza y el encanto de los orígenes”
(Shc 14) y nuestra misión será verdaderamente fecunda, suscitando en los demás
gran “estupor”, como sucedía con la predicación de Jesús (cf. Mc 1, 27). Osar vivir el
Evangelio significa acogerlo con corazón
de pobre y disponible, como María (cf Lc 1,
38), en su inmediatez, sine glossa, como
Francisco (cf 1Cel 22), con corazón de niños, pues sólo de quienes se hacen como
ellos es el reino de los cielos (cf. Mc 10, 14).
Junto con el Evangelio en la base de
nuestro proyecto de vida está la Regla, “libro de vida, esperanza de salvación, médula del Evangelio, camino de perfección, llave del paraíso, pacto de alianza eterna”
(2Cel 208). Una Regla asumida como realidad viva, libro abierto, libro incompleto,
que se concluye con nuestra fidelidad creativa vivida en lo cotidiano de nuestra vida
(cf Shc 8), y que, precisamente por ello, encuentra su interpretación más auténtica en
la vida evangélica de cada Hermano y de
cada Fraternidad. Una referencia clara y explícita a la Regla, por ser un texto que nos
remite siempre al Evangelio, no sólo nos recordará nuestro “propósito” (2CtaCl 11), sino que nos sostendrá, también, en el camino
de fidelidad a la forma de vida que hemos
abrazado.
Celebrar
Este proceso de discernimiento y de proyectación nos llevará a celebrar con gozo el
don de nuestra vocación. Celebrar significa
agradecer constantemente este don al Padre de las misericordias, del cual la hemos
recibido (TestCl 2); significa restituir con
las palabras y las obras al altísimo Señor
Dios, de quien hemos recibido todo bien
(cf. 1R 17, 17; Adm 7, 4); significa actualizar, para que con “con andar apresurado,
con paso ligero, sin estorbos en los pies...”
recorramos el camino de las bienaventuranzas (2CtaCl 12).
De este modo, lo que queremos celebrar
con la ayuda del Señor en los años 20072008, no se trata simplemente de actos externos, sino de renovar nuestro sí, nuestro
fiat, al Señor, aunque no sea con la misma
emoción con que lo hicimos el día de nuestra profesión, sí con la misma fe y voluntad
firmes (CCGG 5, 2), con que lo hicimos
aquel día, más o menos lejano.
Dar calidad a nuestra vida
El proyecto del que hemos hablado mira, como ya hemos dicho, a lograr una profunda renovación de nuestra vida y misión,
mira a dar calidad a nuestra vida y con ello
también a nuestra misión.
Conociendo como conozco esta Conferencia pienso que puedo afirmar que hay
mucho y bueno en la vida de los hermanos
que la componen, así como en la misión que
realizan en un ambiente que de fácil no tiene nada. Admiro y alabo el proceso de reflexión que desde hace años se está llevando
a cabo en nuestra Conferencia y en nuestras
Provincias de España y Portugal. Admiro y
alabo todo el esfuerzo que se hace para continuar dando prioridad real a la formación
permanente, así como el esfuerzo por ofrecer una formación inicial de calidad. También admiro y alabo el estilo de vida sobria
y laboriosa de los hermanos, y el trabajo realizado para asegurar una economía trasparente, solidaria y sobria. También quiero dejar constancia del esfuerzo real por hacer visible la fraternidad, cerrando, si es necesario, presencias que no se pueden mantener
con un mínimo de tres frailes. Hay una
práctica consolidada de los proyectos de vida fraterna y provincial. No desconozco el
empeño evangelizador de los hermanos en
parroquias, santuarios, iglesias conventuales, y colegios, así como en fraternidades
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insertas y el trabajo que se realiza con toda
clase de “marginados” de hoy. Conozco
vuestra generosidad en personal y vuestra
generosidad económica con algunas entidades que dependen de las Provincia madres
de España y Portugal, y con la misma Curia
General. Por todo ello doy gracias al Señor
y a vosotros, queridos Ministros y Vicarios.
Pero, al mismo tiempo, no podemos olvidar
la llamada que nos hizo el último Capítulo
general extraordinario de pasar de lo bueno
a lo mejor.
Con esta única finalidad me permito señalar algunos puntos en los que creo que hemos de seguir caminando.
En lo que se refiere a la primera prioridad, el espíritu de oración y devoción, me
permito llamar vuestra atención sobre el activismo que se está mostrando como el gran
enemigo de dicha prioridad, pues lleva en
muchas ocasiones a convertir la prioridad
de las prioridades en la última de ellas. Para evitar dicho activismo, que nada tiene
que ver con el trabajo como gracia del que
habla Francisco (cf. 2R 5), os pido que
acompañéis a los hermanos en la elaboración de un proyecto de vida ecológico, evaluando dicho proyecto con ellos, y recordándoles constantemente que no somos sólo una fraternidad-en-misión, sino una
fraternidad-contemplativa-en-misión. Aún
cuando sea una misión harto difícil, os pido
que acompañéis a los hermanos en la fundamentación de sus vidas y de su misión en
una experiencia de fe, en un encuentro personal con Cristo, que se fortalece y robustece con una intensa vida de oración personal
y fraterna. Sin vida de oración no podemos
evangelizar, pues sólo la sed saciada se puede convertir en mensaje (cf. Shc 17). Sin
oración la crisis de fe muy pronto se hará
palpable. Aunque suene a repetición hemos
de seguir recordándonos que la crisis de la
Orden está en la crisis de fe, que lleva luego
a otras muchas crisis. Se hace urgente el pasar de una conversión de una ideología a la
fe. Se hace urgente que pasemos de una
simple asimilación de los contenidos de fe,
a una verdadera personalización de la misma. En el contexto de marcado secularismo,
particularmente en España, pido que se
51
preste particular atención a este fenómeno,
así como al del relativismo, para que no repercuta negativamente en nuestras vidas.
En lo que a la vida fraterna en comunidad se refiere, os pido que prestéis particular atención al cuidado de la vida fraterna,
tal y como nos pidió el Capítulo general extraordinario (cf. Shc 31). Esto exige que
prestéis particular atención a algunos aspectos importantes para vivir la vida fraterna como una realidad verdaderamente positiva:
• El individualismo. Es verdad que la individualidad es parte de la persona, pero
también es verdad que, por la opción vocacional que hemos hecho, nuestra autorrealización pasa necesariamente por la
vida en fraternidad. Dad todo el espacio
que podáis a los proyectos personales.
Ayudad a los hermanos a pasar de la búsqueda de la autorrealización al margen
de la fraternidad, a la integración de la
autorrealización dentro de las exigencias
del proyecto de fraternidad.
• La comunicación. Una comunicación
que sea profunda, a nivel de lo que hacemos, de lo que pensamos y de lo que sentimos, que lleve a los hermanos a cuestionarse por el propio talante de vida (cf.
Shc 3), a compartir “las alegrías y las dificultades de ser hermanos y a reflexionar sobre nuestra vocación personal y a
profundizar juntos nuestro seguimiento
de Cristo y nuestra fe en Dios” (Shc 51),
a “compartir y celebrar la vida en todas
sus dimensiones” (Shc 32). A ello nos
ayudará la práctica de la métodología de
Emaús, que el Capítulo general extraordinario definió como “piedra angular para nuestro crecimiento como Hermanos
Menores” (Shc 49/1) y como “escuela de
fraternidad” (Shc 51), y en cuanto tal
“camino y método que nos guiará hacia
el futuro” (Shc 39).
• Las relaciones humanas, que a veces son
bastante deficitarias entre nosotros, viviendo las virtudes humanas comunes
de: la educación, la amabilidad, la sinceridad, la confianza mutua, la alegre sencillez, la capacidad de diálogo, el control
de sí, la delicadeza, el sentido del humor,
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la adhesión a una benéfica disciplina...
(cf. CCGG 39, Vida fraterna en comunidad, 27).
• La visión teologal, pues como el documento del Capítulo general extraordinario nos dice, “el hecho de reconocernos
como hermanos nace de la fe en un Dios
que es Padre de todos. Desde la fe recocemos al otro y podemos decir como
Francisco: el Señor me dio hermanos”
(Shc 26).
• Una atención particular se debe prestar a
las divisiones (cf Shc 31), particularmente a aquellas que provienen de la lucha
por el poder. Trabajad por la reconciliación y la comunión entre todos los hermanos de vuestras entidades.
Trabajad sin descanso para dar a la vida
fraterna frescura, oxígeno y juventud.
En lo relacionado con la tercera de las
prioridades, minoridad, solidaridad y pobreza, os pido que permanezcáis en constante escucha del grito de los excluidos para abrazarlos, como hizo Francisco con el
leproso. Hemos de hacer nuestra la alegría
y el dolor de los marginados. El contacto
con la realidad dolorosa de cada persona ha
de concluir con una opción de vida y de misión bien concreta: “menores entre los menores” (Shc 30; cf. Shc 5. 11). Tengo la impresión de que en este momento por razones de falta de personal, entre otras, no
siempre estamos suficientemente atentos al
grito del mundo de la marginación, como
tengo la impresión, también, de que, por el
“consumismo conventual” y por un cierto
aburguesamiento de nuestra vida, nos estamos separando de la gente más desfavorecida. En el terreno de la economía sé muy
bien que no hay grandes fortunas en nuestras entidades, incluso que en alguna se está en números rojos. Sin embargo oso pediros que sigáis siendo solidarios y generosos
con los fondos que la Curia tiene para las
distintas necesidades de la Orden –formación y estudios, misiones/evangelización,
jubileo, y solidaridad-, también os pido solidaridad para llevar a cabo las obras que recientemente hemos iniciado en casas dependientes del Ministro general, para asegurar un futuro económico que haga posible
que la Curia, en sus diversas necesidades,
dependa menos de las Provincias. Recordad
siempre lo que dice la Escritura Santa: “Hay
más alegría en dar que en recibir”.
En el campo de la evangelización os pido la valentía de revisar las actividades
evangelizadoras que se realizan en la actualidad, para ver si responden o no a nuestra
condición de Hermanos Menores y a las necesidades del hombre de hoy (cf. Sdp 41).
Conscientes de que estamos viviendo un
cambio de época, “con nuevos paradigmas
y categorías que implican una seria revisión
de nuestra misión”, os pido que tengáis la
osadía de “ensayar caminos inéditos de presencia y de testimonio” que, partiendo del
centro de la misión que es Cristo, y de nuestra condición de Hermanos Menores, os lleve a abrazar la liminalidad y a habitar la
marginalidad, tomando decisiones de cambio cuando sea necesario, aunque nos obligue a abandonar situaciones sociales y eclesiales en las que nos encontramos (Shc 33).
Sed valientes y creativos. Nuevos tiempos,
nuevas misiones, evangelización nueva,
nuevos caminos para anunciar el Evangelio.
Cread lugares de experiencia profunda de
Dios, entrad en diálogo con la cultura del
fragmento, abriros a los nuevos areópagos,
sed cruzadores de fronteras para ir al encuentro del otro.
Por otra parte, no puedo silenciar la gran
aportación que la Conferencia da a la evangelización fuera de los límites de la Conferencia con los 192 hermanos, según mis cálculos, que habiendo nacido y entrado en la
Orden en territorio de la CONFRES hoy
prestan sus servicios apostólicos fuera de
dicho territorio, especialmente en América
Latina y Tierra Santa; además de los 14 hermanos que la Conferencia tiene al servicio
de la Orden en las Casas dependientes del
Ministro General. Gracias por esta generosidad.
En el contexto de la Evangelización os
pido que continuéis abiertos a los proyectos
misioneros de la Orden. El franciscanismo
de España y Portugal no puede renunciar a
ser misionero, dentro y fuera de los límites
de la Conferencia. Dad gratis lo que gratis
recibís.
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En cuanto a la formación ya señalé los
aspectos positivos que constato en las entidades de la CONFRES. Sólo os pido que no
os canséis, y que también en este campo
seáis creativos, como lo habéis sido en el
pasado, sobre todo en el campo de la formación permanente. Atención al cansancio
que puede estar entrando en el corazón de
los hermanos. En cuanto a los estudios os
pido que la Conferencia no baje la guardia.
Necesitamos hermanos bien preparados en
toda clase de disciplinas. La gran tradición
intelectual de la Conferencia no puede venir a menos.
Sembrando para que otros cosechen
El nuestro es tiempo de siembra. Tal vez
nos hubiera gustado más que fuese tiempo
de recolección, pero no, es tiempo de trabajar la tierra, muchas veces llena de maleza o
puro pedregal, y depositar la semilla en lo
hondo del surco con la esperanza de que un
día la semilla pueda brotar y se puedan recoger los frutos.
No podemos ni queremos ocultar que no
es este el mejor momento de CONFRES.
Como el resto de la vida consagrada peninsular –y no sólo-, compartimos síntomas de
crisis: disminución numérica, pocas vocaciones, abandono de presencias que hasta
ayer nos parecían muy significativas... El
franciscanismo ibérico sufre momentos de
crisis con todo lo que de negativo la crisis
tiene, pero también con todo lo que tiene de
oportunidad. Una oportunidad que nos
puede ayudar a centrarnos en lo esencial,
aunque para ello haya que dejar lo urgente.
Una oportunidad que nos puede ayudar a
pasar de lo bueno a lo mejor, aunque para
ello necesitemos morir a tantas “seguridades” y, a veces, tengamos la impresión de
quedarnos a la intemperie. Una oportunidad que nos puede ayudar a optar por una
vida franciscana apasionada y encendida
que, a pesar de un cierto cansancio y mediocridad que se palpan en el ambiente, no
está dispuesta a dejarse apagar, a meterse
debajo del celemín o a amordazarse, renunciando a su mejor condición profética y
mística.
53
No, no será el momento mejor de la vida
franciscana en la Península Ibérica, pero estoy convencido que tampoco es el peor. El
nuestro es el tiempo de Dios, es el tiempo
del Espíritu. Toca a nosotros convertir el
kronos en kairós. ¿Cómo es posible dar este salto de calidad? El Capítulo general extraordinario nos ofrece el camino. No podemos acercarnos a la realidad sólo desde una
visión meramente sociológica, aunque esta
sea también necesaria. Necesitamos acercarnos a nuestra realidad personal y fraterna
desde la fe: “Para interpretar la vida no basta la cercanía a la realidad, es preciso mirarla con ojos de fe, es decir, vivirla desde una
relación profunda con Dios, con su Palabra” (Shc 14).
La fe mueve montañas. Los creyentes
como Abrahán, nuestro padre en la fe, como
María, la mujer creyente, como Jesús, el autor y consumador de nuestra fe, Francisco,
humilde siervo de Cristo pobre y crucificado, todos fueron invitados, y en ellos también nosotros lo somos, “a salir de la tierra
nativa, de la casa paterna”, a ponernos en
camino “hacia la tierra que el Señor nos
mostrará” (cf. Gn 12, 1). Es el momento,
como recordaba en el Capítulo general extraordinario, de ejercitarnos en la fe, de movernos desde la fe, de vivir de la fe. Sólo la
fe nos permite ver que todo es gracia y que
en todo se nos manifiesta el infinito amor
que Dios nos tiene. Sin fe el hoy puede ser
un simple kronos terrible y de muerte. En
cambio, iluminado por la fe el tiempo se
transforma en kairós, en gracia y oportunidad de vida nueva, de cambio, de renovación y refundación auténtica.
El nuestro es un tiempo mágico y sublime en el que juntos podemos dar un salto de
calidad a nuestras vidas y misión, y en el
que juntos podemos enfrentarnos a los retos
más urgentes que hoy se plantean a la Conferencia: el cuidado pastoral de las vocaciones y la colaboración.
El cuidado pastoral de las vocaciones
El tema de la pastoral vocacional se presente como uno de los retos principales de
la Conferencia. Que la Conferencia en estos
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momentos tenga sólo tres novicios y que
haya unos 25 estudiantes de filosofía y teología nos tiene que hacer pensar en el CPV
como algo prioritario.
Conozco la complejidad del tema, pero
no podemos quedarnos simplemente en la
constatación de los datos. Sin caer en complejos de culpabilidad que no nos llevarían
a nada, creo necesario, sin embargo, que
nos interroguemos, ante todo, por el testimonio de nuestra vida. Quienes se ocupan
del tema afirman que, especialmente en las
sociedades secularizadas como la nuestra,
el futuro de las vocaciones pasa necesariamente por ofrecer una alternativa de vida al
que presenta el mundo de hoy a cualquier
joven. Nuestras vidas, a nivel personal y
fraterno, ¿presentan esa alternativa? En segundo lugar hemos de interrogarnos sobre
nuestro trabajo con los jóvenes. El Capítulo
general extraordinario nos pidió ser “cruzadores de fronteras”. También en relación
con los jóvenes hemos de cruzar muchas
fronteras y barreras que nos separan de
ellos. Si no vamos a su encuentro, mostrando interés por su vida y las diversas situaciones por las que atraviesan; si nuestras casas no se abren a ellos, aunque den fastidio
y en lugar de traernos dinero nos ayuden a
gastarlo; si no estamos dispuestos a “perder
tiempo” con ellos acompañándoles; si no
tenemos la valentía de hacerles una propuesta vocacional clara; si no hacemos esfuerzo real para ir a su encuentro, no nos extrañemos que nuestras iglesias se queden
vacías de jóvenes y de que nuestras fraternidades envejezcan a pasos agigantados.
Seguramente que hemos de cambiar mucho
nuestra forma de acercarnos al mundo de
los jóvenes y también en lo referente a
nuestra propuesta vocacional. Una propuesta que, recordémoslo una vez más, corresponde a todos, y no sólo a los “delegados”
para ello.
¿Cómo hacer para que realmente el CPV
ocupe un lugar importante en nuestras entidades? Sin pretender ofrecer recetas, propongo cuanto sigue:
• Abrir nuestras casas a los jóvenes, cambiando nuestro ritmo de vida si es necesario, estar con los jóvenes, escucharles,
proponerles experiencias de misión...
• En medio de un mundo cambiante en
donde existen infinidad de propuestas y
posibilidades, los hermanos hemos de
proponer claramente, con la palabra y el
ejemplo, el ideal del seguimiento de
Cristo, alimentando y acompañando
posteriormente en los jóvenes la respuesta a los impulsos que el Espíritu inspira en sus corazones.
• Anunciar sin complejos el atractivo de la
persona del Señor Jesús y la belleza de la
entrega total de sí mismo a la causa del
Evangelio y proponerla a los jóvenes como una de las posibles formas de vida
para ellos.
• Llevar a cabo una pastoral inculturada
que tenga en cuenta nuestro contexto social y cultural; una pastoral inculturada
que tenga en cuenta la cultura de la gran
ciudad, de donde provienen hoy el mayor número de vocaciones; una pastoral
inculturada que tenga en cuenta la cultura juvenil de nuestros jóvenes: sus lenguajes, sus símbolos, sus paradigmas de
comunicación, etc.
• Aprovechar “estructuras como, por
ejemplo, la del Camino de Santiago para
encontraros con los jóvenes y hacer una
propuesta vocacional, en sentido amplio
y, si parece oportuno según Dios, hacer
también una propuesta vocacional explícita.
• Asegurar a los jóvenes una fraternidad
de acogida donde puedan encontrar sentido vocacional a su existencia. Favoreciendo en dicha casa la dimensión fraterna y espiritual, dimensiones a las que parece los jóvenes de hoy son más
sensibles.
• Invertir las mejores energías en la animación vocacional, contando con hermanos que puedan “contagiar” nuestra
forma de vida, y abriendo la pastoral vocacional a otros ámbitos de la iglesia local, de la Universidad, de los colegios,
además de contar con la colaboración de
la gran familia franciscana. En este sentido se puede justamente decir que el
CPV es un compromiso coral de toda la
Iglesia (cf. VC 64).
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Conociendo las posibilidades de la Conferencia creo poder decir que todavía estamos a tiempo. Se trata de priorizar, confiar
y trabajar con los jóvenes sin miedo y sin
complejos. Hay que salir de las sacristías.
Potenciar la colaboración
La CONFRES tiene muchas y ricas experiencias de colaboración interprovincial.
El ejemplo más significativo tal vez sea la
casa interprovincial “Cardenal Cisneros” de
Madrid, fundada a principios del siglo pasado, así como las dos revistas interprovinciales que allí tienen su sede: El Archivo
Ibero Americano, fundada en torno al año
1914 y Verdad y Vida, fundada en 1942.
Con el tiempo esta colaboración se extendió
a otros campos, entre los que deseo constatar:
• la Formación permanente, con la ya histórica Semana Interprovincial de formación que se inició ya en el lejano 1971, y
que reúne todos los años en la segunda
semana de Pascua a unos 50 hermanos
provenientes de todas las entidades de la
Conferencia;
• la formación de formadores que se hace
conjuntamente con la Familia Franciscana;
• la formación de guardianes;
• los encuentros de profesos temporales,
iniciados hace 25 años;
• la formación inicial, primero con el noviciado común, y ahora con el postnoviciado;
• la Cátedra de San Buenaventura en la
Universidad de Salamanca;
• la biblioteca interprovincial;
• la asociación de archiveros, bibliotecarios y museos;
• la fundación del “Centro Cardenal Cisneros”;
• la editorial Cisneros;
• la formación conjunta de ecónomos provinciales, Comisarios de Tierra Santa,
párrocos y agentes de pastoral educativa.
Creo que se puede decir que en el campo
de la colaboración interprovincial esta Conferencia ha sido pionera en muchos campos.
55
Creo también que esta colaboración no
sólo no puede estancarse, sino que ha de
crecer, para pasar de lo bueno a lo mejor, y
de la colaboración a una mayor interdependencia. En este sentido os propongo cuanto
sigue:
– Repensar los proyectos comunes, no para eliminarlos, sino para recrearlos y dinamizarlos. Me refiero, sobretodo a la
fraternidad “Cardenal Cisneros” y a las
actividades que allí se realizan, y a las
actividades de formación permanente.
– Mayor movilidad de personal. ¿Por qué
no pensar a un “fondo solidario de hermanos”, disponibles para presencias significativas de la Conferencia, ya existentes o a crear. En este sentido creo importante crear alguna otra fraternidad
interprovincial que se abra a nuevas formas de presencia y que, poco a poco, vaya derribando los muros del “provincialismo” cerrado.
– Crear un “grupo pensante” de la Conferencia que reflexione sobre la situación
actual de las entidades de la Conferencia
y ofrezca “pistas” para el futuro, respondiendo a preguntas como: ¿Por qué?
¿para qué? ¿cuándo?...
– En las pistas para el futuro, entre otros
aspectos, se ha de tener presente cuando
sigue:
• Que la Orden ha optado por la interprovincialidad y por el fortalecimiento-significatividad de las presencias y
de las entidades.
• La realidad vocacional de las Entidades de la CONFRES.
• El proceso rapidísimo de secularización que se está viviendo en España y
Portugal.
• La realidad social y política de España y Portugal, así como pluricultural
y plurilinguistica de la realidad de
CONFRES.
– Realizar un estudio sobre las presencias
que nos parecen más significativas en el
territorio peninsular, para proyectarnos
hacia el futuro.
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– Que la Conferencia se abra a otras Conferencias a través de encuentros periódicos. Ello nos ayudaría, probablemente, a
respirar aire más fresco.
Conclusión
De cara al futuro hay algunos verbos que
creo pueden sintetizar el camino que estamos llamados a recorrer:
• Valorar adecuadamente todo lo positivo
que hay en la Conferencia, tanto en el
campo de la colaboración como en otros
campos.
• Continuar el camino de reflexión a todos
los niveles, para revitalizar lo bueno que
ya existe y buscar y discernir caminos
nuevos que respondan a las nuevas situaciones internas y externas a nosotros.
• Abrirse a interdependencia entre las entidades de CONFRES. Todos nos necesitamos y todos estamos llamados a dar
algo.
• Crear condiciones para una vida franciscana de futuro.
• Abrirse a los jóvenes.
• Abrirse a la colaboración de los laicos y
no sólo en el campo de la suplencias.
• Abrirse al futuro con esperanza, que no
nace de nuestras posibilidades, sino de la
fuerza que nos viene de aquel para el
cual nada hay imposible.
Mucho es lo que hemos hecho. Largo el
camino recorrido. Sigamos en el camino,
pues allí es donde mejor conoceremos las
exigencias de nuestra vocación y misión.
Sintámonos “peregrinos y forasteros”, en
búsqueda constante, en discernimiento permanente. Revisemos nuestras pseudo certezas, conservando lo que esencial, alterando
o descartando elementos secundarios, aunque en un pasado no muy lejano nos parecieran convicciones, absolutos, elementos
esenciales. Sigamos en camino. El Señor se
nos hará presente, le reconoceremos y, entonces, nuestro caminar cambiará de ritmo... Caminemos con la fe y la esperanza
puestas en el Señor.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
10. Lettera per la Canonizzazione di due
Frati Minori
Roma, 25 aprile 2007
Carissimi Fratelli,
la gioia della Pasqua
sostenga sempre il vostro cammino!
Gli organi di stampa hanno già diffuso
ampiamente la notizia che ora mi appresto
a comunicarvi ufficialmente: il nostro Ordine avrà presto due nuovi Santi.
Nel corso del suo prossimo viaggio apostolico in Brasile, e precisamente l’11 maggio 2007, il Santo Padre Benedetto XVI canonizzerà il Beato Antonio di Sant’Anna
Galvão de Franca, nato a Guaratinguetà in
Brasile nel 1739 e morto a São Paulo il 23
dicembre 1822. Beatificato nel 1998 da
Giovanni Paolo II, il Galvão è, in assoluto,
il primo santo della Chiesa in Brasile.
Il successivo 3 giugno, a Roma, sul sagrato della basilica vaticana, il Papa canonizzerà il Beato Simone da Lipnica, nato a
Lipnica Murowana, in Polonia, nel 1439 e
morto a Cracovia il 18 luglio 1482, il cui
culto fu confermato dal Beato Innocenzo XI
il 24 febbraio 1685.
Con l’aiuto del Signore sarò presente alla duplice canonizzazione, anche per esprimere al Santo Padre la gratitudine dell’intero Ordine dei Frati Minori che esulta per la
glorificazione ecclesiale di questi due singolari Fratelli, vissuti in epoca lontana dalla nostra, ma così attuali per lo Spirito che
ne guidò l’esemplare attività a servizio dei
poveri e del Vangelo.
Leggo volentieri in questo duplice evento, che rallegra particolarmente le Province
dell’Immacolata Concezione di São Paulo e
di Cracovia, quasi l’inizio ideale delle celebrazioni dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine, alle cui origini sta soprattutto l’anelito alla santità, realizzato in
pienezza da tanti nostri fratelli, a cominciare da Francesco.
Definiti, il primo «uomo della pace e
della carità» e il secondo «assetato della salvezza di tutti», i due nuovi Santi si pongono
sul cammino della nostra Famiglia serafica
come modelli attuali di una santità fondata
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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
sull’amore per i più deboli e i dimenticati,
capace di farsi carico delle sofferenze di
quanti subiscono ingiustizia o violenza per
amore della verità e della libertà.
Guardando a questi due testimoni autentici del Vangelo della carità, affidiamo
alla loro intercessione la realizzazione dei
qualificati progetti di vita che ognuno porta
nel suo cuore, chiedendo con fiducia a questi nostri esemplari fratelli che ci guidino
con «lucidità e audacia» sulle vie di una fedeltà a tutta prova alla grazia delle nostre
57
origini, per una presenza nella Chiesa e nel
mondo che sia dono di speranza e di luce
per tutti.
Salutandovi con affetto, su tutti invoco
la benedizione del Signore e quella del nostro Padre e fratello Francesco d’Assisi.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
Prot. n. 097893
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CAPITULUM GENERALE
EXTRAORDINARIUM
IL CAPITOLO È ANCORA APERTO!
1. Quelques impressions...
Frères,
Au retour du Chapitre général extraordinaire à Assise, je veux rapidement vous partager quelques moments de cette rencontre.
Du 14 septembre jusqu’au 1er octobre,
nous étions 150 capitulaires réunis autour
du Ministre général à la Portioncule, plus
exactement à la maison d’accueil de la Province d’Assise, la Domus Pacis. À ce
nombre, il faut encore ajouter une bonne
trentaine de frères, délégués des frères laïcs,
secrétaires, interprètes, etc.
Certains d’entre vous ont peut-être «visité» le site de l’Ordre www.ofm.org et vu
des images, des textes, qui vous ont donné
une idée de l’ambiance de ce Chapitre général «spirituel».
Ce n’était pas un Chapitre habituel: nous
étions donc libérés d’un certain nombre de
tensions inhérentes aux élections et aux décisions importantes à prendre...
Le document final élaboré tout au long
de ces 18 journées capitulaires et qui sera
bientôt diffusé, sera, je crois, un écho fidèle
de ce que nous avons vécu à travers la prière, la réflexion personnelle et les riches
échanges entre nous.
La visée de ce Chapitre était, bien sûr, la
célébration du 800ème anniversaire de la
fondation de l’Ordre et de l’approbation de
la Règle, en 2009! Avec frère José, le Ministre de toute la Fraternité, nous avions la
chance et l’émotion d’avoir à nos côtés les
anciens Ministres généraux, frères John
Vaughn, Hermann Schalück et Giacomo
Bini qui, simplement et fraternellement,
participaient à nos rencontres.
Pour la première fois, le français, l’allemand et le portugais n’étaient plus langués
officielles au Chapitre. Tous les capitulaires
devaient donc se débrouiller avec l’italien,
l’anglais ou l’espagnol pour exprimer leurs
idées en grande assemblée. Cependant, la
première semaine, dans l’un des 11 groupes
linguistiques, pour la réflexion et la prière,
le français avait retrouvé sa place!
La deuxième semaine, c’est au niveau
des Conférences que les groupes étaient
constitués (13 Conférences, parmi lesquelles notre COTAF).
Sans doute vous intéressez-vous au
contenu du Chapitre et aux orientations qui
en sont issues. Sans parler encore du document final en cours de correction, je voudrais vous partager quelques impressions,
avant d’en reparler de vive voix dans les
Fraternités et dans les rencontres régionales
à venir.
Notre Ordre, comme l’écrivait frère José
dans son rapport, est en crise (et pas seulement en Europe). Mais il peut tirer de sa faiblesse la chance d’un retour sur lui-même
par une démarche de conversion qui doit atteindre chaque Province, chaque Fraternité,
chaque frère...
A travers les témoignages entendus, les
échanges vrais et profonds, les longs temps
de méditation personnelle et de prière, ce
Chapitre général extraordinaire a été «un
vrai moment de grâce visant la refondation
de l’Ordre, en vue de nouveaux commencements, d’une vie nouvelle».
Le document final sera un écho fidèle de
notre prière et de notre réflexion. Il offrira,
en annexe, un certain nombre de propositions concrètes pour les fraternités et les
frères; ces propositions devraient nous aider
– pour ceux qui le veulent – à connaître
notre vocation et à entamer un chemin de
refondation. L’exemple des disciples d’Emmaùs (Lc 24) nous a accompagnés tout au
long du Chapitre. Comme ces deux
hommes, tentés par le découragement, nous
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marchions un peu tristes, sans reconnaître
d’abord Celui qui s’était joint à nous, nous
faisant entendre sa Parole et nous expliquant les Écritures. Nous l’avions prié de
rester avec nous, et c’est en le voyant
rompre le pain que nous l’avons reconnu.
Nous sommes donc revenus vers nos frères
pour les aider à reprendre courage, à nous
remettre en route, puisque le Seigneur
marche à nos côtés.
Vocation, Fraternité, Mission ont été les
trois grands thèmes de notre dernière semaine.
1. L’histoire de notre Vocation, sur laquelle nous avons échangé dans les groupes
de Conférences, nous a permis de prendre
conscience que le Seigneur nous avait appelés à un moment précis et qu’il continue à
nous appeler. Ce fut un grand moment, et je
rêve de chapitres locaux, chez nous, où les
frères accepteraient de partager l’histoire de
leur vocation, comme un signe d’espérance.
2. La fraternité. A travers nos échanges,
nous avons pris conscience que la vie fraternelle est irremplaçable, avec le soutien
mutuel et la force que la fraternité représente pour chacun de nous. Lieu de partage, de
soutien, d’encouragement, mais aussi de
correction fraternelle pour nous exhorter les
uns les autres à vivre notre vocation, «la fraternité est un des éléments fondamentaux et
essentiels de notre vocation et mission» (fr.
José).
Et le frère José soulignait fortement la
mainmise de l’individualisme comme ennemi mortel de la vie fraternelle, et l’urgence
de «revivre l’expérience fondamentale de
notre fraternité et nous réapproprier les intuitions fondamentales de François...».
Le Chapitre adresse un appel urgent à
tous les frères «à nous déraciner pour nous
replanter, à percevoir que nous sommes des
itinérants qui s’en vont vers les marges, la
périphérie, vers les cloîtres oubliés habités
par les lépreux d’aujourd’hui...».
3. La Mission. Notre vocation nous rappelle que nous avons été appelés pour être
envoyés en mission. Comment apporter une
réponse adéquate aux défis du monde d’aujourd’hui ? Nous sommes une fraternité en
mission, appelée à vivre l’«international »
et l’«interculturel» pour rejoindre ceux qui
sont en marge. Il est nécessaire d’avoir une
formation solide pour établir un «fructueux
dialogue avec la culture contemporaine, qui
nous ouvrirait à la mission «ad gentes» et
«ad intra».
Mes frères, je souhaite que la réflexion et
les orientations du Chapitre que vous avez
soutenu par votre prière, puissent rencontrer
dans notre Province, dans nos fraternités et
en chacun de vous un accueil bienveillant
pour nous faire avancer ensemble sur le chemin de la conversion et du renouveau de
notre vie franciscaine à la lumière de l’Évangile et de «la grâce des origines». Que le troisième Compagnon marchant sur notre route
d’Emmaùs vienne nous éclairer par sa présence et nous renvoie vers nos frères.
«Que le Seigneur nous accorde sa force
pour mettre en pratique tout ce qu’il nous a
inspiré durant ces jours de grâce... Je vous
embrasse tous dans le Seigneur Jésus et en
notre Père saint François ; et, à travers vous,
j’embrasse tous les frères de l’Ordre» (frère
José Carballo).
FRÈRE ROGER MARCHAL
Ministre provincial
[«Messagers de Paix», Bulletin des Franciscains de la Province
Franco-Belge des Trois Compagnons, Octobre 2006 - N° 55, 5-6]
2. Au suivant!
Drôles de valeurs!
La télé est pareille d’un pays à l’autre.
Partout vous trouvez des émissions-réalité.
Le petit écran exploite la compétition en direct: entre cuisiniers, apprentis du monde
des affaires, comédiens-danseurs ou chanteurs-pop-en-devenir, célibataires en mal de
s’accoupler, survivants sur une île déserte,
jeunes éphèbes reclus dans un Loft. J’ai même vu des savants laids et des femmes-Barbie essayer de faire bon ménage ensemble.
D’un canal à l’autre, c’est le même spectacle de la vie quotidienne dans sa banalité
pour quelques minutes de gloire. Tous se
font acteurs de fortune devant nos yeux
voyeurs.
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CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM
Ces émissions misent sur le principe de
l’élimination. Au suivant! Les juges sur place et le public à domicile votent le rejet du
moins populaire, de la plus sotte, du moins
doué, de la moins séduisante, du moins performant... pour élire le meilleur. Au suivant!
Cette sélection impose des valeurs de jeunesse, de beauté, de richesse ou de force.
Elle élimine au profit de la perfection instantanée.
Notre récent Chapitre général d’Assise,
malgré ses discours et sa littérature imposantes, propose un antidote à ces valeurs artificielles, un pari à contre-courant: nous
sommes frères de l’inutile. Deux expressions paraîtront bientôt dans la Déclaration
finale. À cause de notre attachement pour
notre Vie et Règle, nous nous présentons
comme des mendiants de sens à l’heure où
le sens de la vie ne s’est jamais tant cherché.
Notre mission n’offre rien d’autre que
d’être des passeurs de frontières pour l’expérience spirituelle et fraternelle, et le dialogue inter-religieux.
Mendiants de sens
Dans nos ministères en Église ou à travers nos activités séculières, nous sommes
des disciples dont la tâche est de recevoir
l’Évangile comme des mendiants. Il s’agit
de nous laisser évangéliser par les signes,
les temps et les espaces nouveaux qui bousculent notre conscience. Il s’agit aussi de
cheminer vers le sens de nos jours que seule la foi au Dieu de Jésus Christ lègue en
héritage. Quand François et les premiers
frères quêtaient leur pitance aux portes de
la ville, ils utilisaient l’expression des
pauvres de leur temps, «pour l’amour de
Dieu». On ne savait plus trop qui aimait
qui, les frères ou Dieu, être mendiants de
sens, c’est nous recevoir les uns des autres
pour les choses de la vie et de la foi. S’il
nous arrive un jour de tout perdre, il ne
nous reste que Dieu et nos frères en partage. Le sens quêté est l’esprit d’oraison et
de dévotion dans la Règle. Cet esprit renouvelle notre attention au Mystère caché
de Dieu. Notre vocation première est de
croire. Dans la foi, dit la lettre aux Hébreux, Abraham partit sans trop savoir... Et
61
Jésus nous propose son propre itinéraire
pour aller au Père. Comment toujours tendre le coeur pour nous recevoir du Père, à
travers les hommes et les femmes rencontrés au passage?
Passeurs de frontières
L’expression évoque notre manière de
nous donner et d’être présents. Elle suggère
de passer en privilégiant les situations de
marginalité: passer dans nos milieux, nos
engagements, notre expérience humaine
comme en une terre d’exil, une Pâque, avec
des gens désinstallés qui n’ont pas accès à
la gloire ou au prestige des grands. À tous
les âges de notre vie religieuse, l’image biblique de la transhumance nous accompagne: d’une terre à l’autre, d’un campement à l’autre, de déserts en oasis, nous vivons ensemble pour croire, apprendre à
aimer et servir de notre mieux en essayant
d’être heureux.
Un projet inestimable
Le Chapitre général a transcrit ces expressions au pluriel pour accentuer notre
tâche commune. Les deux suggèrent un ailleurs, ces lieux et ces temps où nous demeurons pèlerins et étrangers. Le piège de
nous installer dans nos besoins et notre bonheur nous guette chaque jour. Mais l’expérience du Royaume s’avère tout autre: elle
n’a sa complétude que dans ce que le Christ
achève en nous avec nos pauvretés.
Mendiants de sens et passeurs de frontières traduisent un programme au-delà de
la date du 800e de fondation de l’Ordre en
2009. Notre vocation est un chemin
constant; elle s’apprend, se reçoit, se communique et se partage, quelquefois s’oublie
et se perd, mais reste un appel de conversion. Le coeur de notre vocation devient le
lieu même de notre mission. Nous sommes
loin de l’élimination et du tape-à-l’oeil proposés par les médias.
Au suivant n’a pas de sens ici, mais au
plus proche et démuni, au plus faible pour
chercher Dieu. En suivant le Christ, et avec
l’intelligence renouvelée de la Règle, nous
redonnerons saveur à la vie et à la forme de
vie que l’Évangile nous révèle. Nous por-
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tons un trésor inestimable. Tout se joue sur
notre disponibilité. L’an dernier, l’Ordre proposait “Seigneur, que veux-tu que je fasse?“
comme refrain de discernement et fond de
démarche. Aujourd’hui, l’Ordre propose de
nous approprier la découverte que François a
fait sur sa forme de vie: “Voilà ce que je veux,
voilà ce que je cherche, ce que du fond du
coeur, je brûle d’accomplir!“
PIERRE BRUNETTE,
frère ministre
[«En Bref...», Bulletin des Franciscains, Octobre 2006, 35-35]
3. Il Documento del Capitolo generale straordinario
L’esperienza del Capitolo
Per parlare di questo Capitolo, una parola va detta anzitutto sull’esperienza vissuta
dai partecipanti, perché tale esperienza ha
determinato anche i contenuti proposti nel
Documento finale.
I capitolari erano più di 150, provenienti
da circa 70 paesi del mondo: l’internazionalità e le differenze di culture erano forse la
caratteristica più evidente
Il clima è stato molto cordiale e fraterno,
forse anche favorito dall’assenza di elezioni; i capitolari “di lungo corso” affermavano che nei capitoli elettivi, quasi inevitabilmente, si crea qualche momento di tensione, che in questo caso non si è verificato.
Il ritmo delle giornate prevedeva normalmente quattro sessioni: nella prima si
ascoltava una relazione in aula, nella seconda la si discuteva dividendosi in gruppi linguistici, nel pomeriggio si ritornava in aula
sia per ascoltare una breve sintesi dei lavori di gruppo, sia per interventi liberi sull’argomento, ed infine nell’ultima unità della
giornata ci si divideva nuovamente per un
momento che merita attenzione, perché è risultato particolarmente significativo per
l’esperienza del capitolo. Questa ultima
unità della giornata, infatti, era un momento di condivisione nella fede a partire da un
testo biblico: si trattava, in certo modo, di
un esercizio di lectio divina. Soprattutto
quest’ultimo momento ha segnato l’esperienza del Capitolo, perché si è trattato di un
esercizio di quella “condivisione nella fede” di cui parla il documento finale, e che
può diventare uno stile importante per
“rifondare” la nostra vita.
Una presenza significativa è stata quella
degli ex-ministri generali: erano presenti fr.
John Vaughn, fr. Hermann Schalük e fr. Giacomo Bini. Essi hanno anche presieduto alcuni dei momenti di preghiera di tutta l’assemblea, dando così il senso di una generosa continuità nella direzione dell’Ordine.
La relazione del Ministro
Un posto speciale ha naturalmente occupato la relazione del Ministro generale, cui
sono state dedicate due mattine: egli ha presentato una esposizione sintetica di quell’ampio testo che già aveva inviato a tutti i
frati nei mesi precedenti ed ha messo a fuoco la situazione attuale dell’Ordine, prospettando i passaggi futuri, “dal bene al meglio”. La sua relazione ha suscitato numerosi interventi da parte dei capitolari, che ne
hanno sottolineato soprattutto la volontà di
uno sguardo vero, sincero, talvolta anche un
po’ “spietato” sulla attuale realtà dell’Ordine; sguardo però sempre sostenuto dalla fede, che permette di svolgere una lettura cristiana dell’esistente. Tale atteggiamento
emerge bene nei passaggi “dal bene al meglio”, che hanno indicato la possibilità di
leggere con verità la situazione, senza tuttavia fermarsi lì.
Le relazioni degli invitati
Passando velocemente in rassegna le relazioni ascoltate, segnaliamo anzitutto che il
tema che ha aperto e chiuso gli interventi di
invitati esterni è stato quello della Regola: la
prima relazione, di don Felice Accrocca, ha
messo a fuoco una prospettiva storica, illustrando le diverse maniere di leggere e recepire la Regola nel corso della lunga storia del
francescanesimo; e l’ultima relazione, del
nostro confratello Cornelius Bohl, ha proposto una rilettura della Regola, secondo alcune prospettive attuali dell’ermeneutica e delle tecniche di analisi dei testi.
La relazione di Dario Antiseri ha mo-
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strato alcune interessanti corrispondenze tra
l’antica tradizione intellettuale francescana
e alcune correnti del pensiero contemporaneo, esortando anche ad un più approfondita conoscenza dei nostri maestri; la relazione di sr. Cristiane Mégarbané, superiora generale delle Francescane Missionarie di
Maria, ha messo a fuoco il tema delle comunità internazionali e interculturali, illustrandone pregi e difficoltà, sulla base dell’ampia esperienza del loro Istituto in questo campo; ed infine il sacerdote vietnamita
Peter Phan ha illustrato il tema della missione, affermando che oggi essa si configura essenzialmente come dialogo ed illustrandone alcune caratteristiche: in particolare è stata molto suggestiva l’immagine del
“border – crossing” (attraversamento dei
confini), che indicava in Gesù Cristo il border – crosser per eccellenza.
Oltre ai relatori esterni al Capitolo, nella
seconda settimana hanno parlato anche tre
capitolari, offrendo le loro riflessioni, talvolta in chiave di meditazione o di racconto
di esperienza: segnalo tra queste l’intervento di fr. Manuel Anaut, provinciale del Messico, che ha proposto un processo di rifondazione della nostra missione – evangelizzazione indicando la necessità di radicali
cambiamenti.
Dall’ascolto di questi contributi e dalla
discussione in aula è nato il testo del Documento finale.
Il Documento finale
Il Prologo e l’Introduzione narrano brevemente l’esperienza del Capitolo, con il
nostro convenire da tutto il mondo, come
mendicanti di senso, e con l’immagine di
una visita della speranza: “L’Ordine, attraverso la condivisione del racconto delle nostre vite, è stato visitato dalla speranza: non
una speranza qualsiasi, ma quella che si radica in Cristo povero e crocifisso e nei suoi
rappresentanti, i poveri e i crocifissi della
nostra terra”.
Seguono tre parti principali del testo: la
prima è intitolata Alla luce del dono, la seconda Fraternità e missione alla luce del
dono e la parte conclusiva presenta quasi
una sintesi: la metodologia di Emmaus.
63
Prima parte: Alla luce del dono
La prima parte ci invita a partire dalla riscoperta dei doni di Dio nella nostra vita: è
anzitutto alla vita che bisogna guardare, è
nell’esperienza vissuta che possiamo trovare senso e significato. Si tratta di una attenzione alla vita ben presente anzitutto in
Francesco, nella sua esperienza di vita, dall’ascolto del vangelo alla Porziuncola alla
rivelazione del crocifisso di san Damiano,
come pure nell’intuizione di una “regola e
vita” o nell’invito ad “avere lo Spirito del
Signore e la sua santa operazione”; tale caratteristica è ugualmente presente nella nostra tradizione intellettuale e nei grandi
maestri della scuola francescana (che vengono espressamente ricordati). Questa attenzione alla vita ha bisogno di occhi di fede perché la nostra esperienza possa diventare significativa per noi: “Per interpretare
la vita non è sufficiente la vicinanza alla
realtà, c’è bisogno di guardarla con occhi di
fede, cioè viverla a partire da una relazione
profonda con Dio e con la sua Parola in
stretta comunione con la Chiesa” (Il Signore ci parla lungo il cammino, Spc, 14). Si
tratta di ritornare alla fede, al Vangelo, che
è davvero il fondamento della nostra vita,
con un atteggiamento di fede sia nei confronti di Dio che nei confronti dei nostri fratelli, scoperti come tali proprio per fede; su
questo tema il Documento si ferma con attenzione (cf Spc 15-18), oscillando tra un
polo più antropologico, che prospetta l’importanza di una fede o fiducia umana negli
altri, ed un polo più propriamente teologale, che indica nella fede il dono di Dio e la
risposta alla sua rivelazione. La fede ci permetterà così di entrare in quella che abbiamo chiamato “la logica del dono”, che risplende nel Dio in cui crediamo: un Dio uno
e trino, che da sempre è dono di sé, nella sua
stessa vita, e che si manifesta in pienezza
nel dono del suo Figlio, Gesù, che vive la
logica del dono e che ci associa alla sua offerta d’amore, ed anche nel dono di Maria,
sua madre. “Solo se seguiremo le orme del
nostro Signore Gesù Cristo, della sua vita,
passione, morte e resurrezione, troveremo
la forza e la lucidità per affrontare secondo
la logica del dono la realtà personale, co-
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munitaria e sociale, sempre segnata dal limite e dal peccato” (Spc 24).
Seconda parte: Fraternità e missione
alla luce del dono
La seconda parte applica questa “logica
del dono” a due grandi temi della nostra vita: la fraternità e la missione.
A proposito della fraternità, si parte anzitutto dalla consapevolezza che i fratelli sono
un dono del Signore, che diventa un compito per ciascuno di noi; e si specifica che il nostro modo di essere fratelli è indicato dal nostro nome: frati minori. La minorità caratterizza le nostre relazioni fraterne, come pure
le relazioni con ogni uomo e donna del nostro mondo. Infine, si afferma la necessità di
prendersi più cura della vita fraterna, in particolare aiutando guardiani e ministri nel loro compito, potenziando il capitolo locale e
trovando anche nuovi momenti e modalità
diverse di scambio reciproco.
Il tema della missione è un elemento essenziale della nostra forma di vita, come
viene ripetutamente affermato dai documenti dell’Ordine dell’ultimo decennio
(che vengono espressamente ricordati).
“Abbiamo colto la necessità di ritornare al
centro della nostra missione e di prendere
decisioni di cambiamento che ci aiutino ad
abbandonare alcune situazioni sociali ed
ecclesiali per scegliere con maggior decisione i luoghi di frontiera e la marginalità,
che sono parte integrante della nostra tradizione. Sia nella società che nella Chiesa siamo chiamati ad essere minori” (Spc 33).
Anche la relazione del Ministro generale ha
prospettato la necessità di un progetto di
evangelizzazione specificamente francescana non solo personalmente ma a partire
dalla fraternità (cf Spc 34).
Vengono anche declinate le caratteristiche della missione oggi: essa è anzitutto
dialogo, capacità di attraversare le frontiere, da sviluppare soprattutto attraverso
quattro modalità che vengono espressamente ricordate e che sono la presenza negli ambienti di frontiera e di conflitto, l’intervento nei nuovi areopaghi, l’attività intellettuale e culturale e lo scambio di esperienze
religiose. In questa pratica del dialogo ci è
maestro Francesco d’Assisi, di cui viene ricordato in particolare il dialogo con il Sultano. La missione cui siamo chiamati è
sempre “plurale e diversa”, nella necessità
di assumere e praticare i principi dell’inculturazione e dell’interculturalità, ma è anche
“uniforme, nel senso che si modella sull’esempio di Cristo che per noi si è fatto povero e sulla sua opzione radicale per i poveri e
gli esclusi” (Spc 38).
A modo di sintesi:
la metodologia di Emmaus
Dopo le due parti centrali del testo, la riflessione si conclude con un ultimo capitoletto che evoca il Vangelo di Emmaus (cf Lc
24,13-35), motivo ricorrente della riflessione capitolare. In quel testo evangelico si riconosce la preziosa indicazione di un metodo, che è quello della condivisione nella fede: “siamo in grado di scoprire la presenza
del Signore in mezzo a noi … solo quando, a
partire dalla fede, riusciamo a dare ascolto a
quanti vivono attorno a noi e quando riusciamo ad esprimere ciò che ci abita dentro” (Spc
43). Così fanno i due di Emmaus con il misterioso viandante: come “mendicanti di senso” gli raccontano la loro storia e le loro tristezze, sono educati a rileggere la propria
esperienza alla luce della Parola, si dichiarano nell’invito “Rimani con noi” e lo riconoscono nella comunione del pane spezzato; ed
infine diventano messaggeri, ritornando a
Gerusalemme per ascoltare e annunciare.
La stessa metodologia si ritrova in Francesco e nei primi compagni, come racconta
il Celano (cf 1Cel 34, citato in Spc 41), che
narra che durante il ritorno da Roma, dopo
l’approvazione papale della forma di vita,
essi si ponevano molte domande e interrogativi sulla loro vita futura, e condividevano esperienze, progetti, dubbi e desideri.
Anche per noi la sfida è quella di “andare all’essenziale: riuscire a condividere ad
un livello più profondamente umano e cristiano. Ciò che dobbiamo mettere in pratica
in tutte le nostre Province, Conferenze e anche a livello di Ordine, è la stessa metodologia del racconto di Emmaus” (Spc 44).
“Il cammino così delineato è semplice
ed essenziale, come tutte le cose importan-
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ti: riunirsi; parlare di ciò che ci è successo;
condividere il Vangelo, rileggere la Regola;
pregare e lodare Dio per tutti i suoi doni; celebrare la comunione fraterna; e tornare ai
Frati delle nostre Fraternità, ai nostri fratelli e sorelle del mondo intero con la buona
notizia che ha trasformato le nostre vite”
(Spc 45).
Il documento si conclude con un invito:
“Incoraggiamo i nostri fratelli ad accogliere questo documento e a leggerlo come il
racconto di Emmaus che noi stessi abbiamo
vissuto tra noi durante questo Capitolo; forse può aiutare anche te nell’aprire una strada verso il futuro. Continueremo insieme a
chiederci: “Cosa vuole da noi il Signore?”
(Spc 47).
Le prospettive
Al documento finale è annessa una specie di appendice, intitolata Sentieri per il futuro, che contiene numerosi orientamenti
pratici: si tratta di proposte che sono emerse nel corso del Capitolo e che possono aiutare ogni Provincia o Entità.
A tali proposte è premessa la constatazione che “l’elemento più significativo
emerso in questo Capitolo è la metodologia
di Emmaus” (Spc 49.1), cioè il metodo della condivisione nella fede; e si chiarisce subito che le molte proposte riportate non sono da realizzare tutte, ma che ogni entità
dell’Ordine dovrà selezionare quelle più
adatte alla propria realtà, sottoponendo a
verifica costante queste scelte.
Le proposte, che hanno come titolo ricorrente l’espressione usata dal Ministro
generale nella sua relazione, dal bene al
meglio, riguardano i seguenti ambiti: le relazioni fraterne, la cura della nostra vocazione, l’internazionalità e interculturalità e
la missione. Non ci fermiamo ora a rileggere tali proposte, alcune delle quali molto
suggestive, altre un po’ più scontate: rimando alla lettura di ciascuno.
Osservazioni sul Documento
La rifondazione
Nella sua relazione sintetica al Capitolo,
il Ministro generale poneva una appassio-
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nata domanda: “Avremo la forza di gettarci
nella rifondazione con tutto ciò che questo
cammino comporta?”.
Il vocabolo rifondazione, che si è diffuso
negli ultimi anni nel linguaggio della vita
consacrata, pur con tutte le sue ambiguità e
i suoi limiti, legati soprattutto al suo radicamento talvolta eccessivo in prospettive sociologiche e psicologiche, costituisce una
provocazione salutare per porre il problema
del rinnovamento in modo critico, radicale
e realista (cf F. CIARDI, Rifondazione, in
Supplemento al Dizionario della vita consacrata, Milano 2003, 315) e soprattutto
per aiutare a capire che non basta il restauro della facciata, ma è necessario porre mano alle strutture fondanti, non basta un aggiornamento generico, ma è necessario ripensare dai fondamenti la nostra vita.
Riflettendo sulla domanda del Ministro,
mi pare si possa dire che il Capitolo generale ci ha fatto fare, forse senza che ce ne accorgessimo, un passo importante per la nostra rifondazione. Dico che forse non ce ne
siamo accorti, perché il Documento finale
del Capitolo generale non ha usato la parola rifondazione, ma ha proposto un cammino che la permette.
La scelta è stata quella di non proporre
dei contenuti unificanti per una rinascita
spirituale dell’Ordine, anche perché la nostra diffusione su scala mondiale e la diversità delle culture di appartenenza rendono
molto difficile, se non impossibile, individuare dei contenuti univoci che non siano
solo astratte dichiarazioni di principio; ma
la scelta è stata quella di indicare una metodologia che possa valere per tutti e permettere ovunque un reale cammino di crescita.
Ciò che può essere realmente condiviso, da
New York a Singapore, da San Pietroburgo
a Città del Capo, è una metodologia, che poi
in ogni diversa situazione produrrà delle
scelte e dei contenuti diversi, adatti al luogo e alla situazione: le scelte concrete saranno diverse, ma in ogni caso saranno prodotto di una condivisione nella fede che è
già una realizzazione fondamentale del nostro carisma.
In questo senso, la metodologia di Emmaus è il primo passo (e forse più che un
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semplice passo) per la nostra rifondazione.
È solo partendo da una reale ed effettiva
condivisione nella fede che potremo individuare nuovi percorsi, fare scelte opportune,
rinsaldare una fedeltà talvolta vacillante e
avventurarci nel nuovo che ci attende. La
condivisione proposta si attua a partire dalla fede, fede in Dio e fiducia nei fratelli, ed
insieme è nutrimento della fede, perché aiuta il cammino di ciascuno: come sempre
nelle cose dello Spirito, c’è una circolarità
virtuosa tra fede e condivisione, tra condivisione e fede. Nelle diverse circostanze
della nostra vita, nella vita ordinaria della
mia fraternità come nei capitoli provinciali,
nei definitori provinciali o in quello generale, nelle case dipendenti dal Ministro come
in ogni sperduta casa dell’Ordine, siamo
chiamati a vivere questa metodologia di
Emmaus, diventando sempre più capaci di
“riunirci; parlare di ciò che ci è successo;
condividere il Vangelo, rileggere la Regola;
pregare e lodare Dio “per tutti i suoi doni”;
celebrare la comunione fraterna; e tornare
ai fratelli con la buona notizia che ha trasformato le nostre vite” (Spc 45).
Prima di tutto la vita
Una prospettiva degna di sottolineatura
è quella espressa all’inizio del Documento
con la concisa affermazione “prima di tutto
la vita”. Si tratta della riaffermazione di una
caratteristica tipica della tradizione intellettuale francescana, che vede la teologia non
come scienza, ma come sapienza; nella formulazione classica di Bonaventura si afferma che la teologia è un “habitus” affettivo e
che sta a metà tra lo speculativo e il pratico;
come fine ha sia la contemplazione, sia il
diventar buoni, ma principalmente il diventar buoni (cf Proemii Quaestio 3, Liber I,
Commento alle sentenze).
Una tale sapienza ha a che fare sia con la
conoscenza che con l’affetto, come afferma
Bonaventura in un simpatico esempio che
egli avanza. Un tale conoscenza aiuta la fede, quella fede che sta nell’intelletto in
quanto è nata per muovere l’affetto. E questo è evidente in un esempio: la conoscenza
che Cristo è morto per noi, e simili conoscenze, muovono all’amore, se l’uomo non
è peccatore e duro di cuore; ma non è così
per altre conoscenze, come ad esempio
quando dico che il diametro è perpendicolare alla circonferenza (cf Ibidem).
C’è da dire che prima ancora che nella
scuola francescana, tale primato della vita
è vero in Francesco, che inizia le sue regole parlando di “regola e vita”, che non a caso consiste nel vivere il santo Vangelo (non
solo conoscerlo, ma viverlo). Con una accentuazione, nell’esperienza di Francesco,
della funzione rivelativa della vita: la pratica infatti aiuta a capire meglio, ed anzi
non ci può essere vera comprensione spirituale se non si passa attraverso la vita.
Francesco, dopo aver ascoltato il Vangelo
alla Porziuncola, si affretta a cambiare il
suo modo di vestire (cf 1Cel 22): egli ha
bisogno di mettere in pratica la parola
ascoltata, anche se in modo parziale e materiale. E questa pratica lo aiuta a capire
meglio: certamente quel vangelo non indicava un modo di vestire, però è solo passando attraverso la pratica che Francesco
ne può cogliere il significato più alto. Così capita anche a san Damiano, ascoltando
le parole del crocifisso: Francesco le mette in pratica riparando materialmente quella chiesetta non perché si sia sbagliato nell’intenderle, ma perché è solo attraverso
questa “santa operazione” che ne puù intendere il senso davvero spirituale. “Avere
lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”: non solo il primo termine, ma entrambi, perché senza l’operazione abbiamo solo una comprensione intellettuale,
che è diversa da spirituale.
Questo primato della vita ritorna anche
in parecchi suggerimenti dell’attuale riflessione morale: solo attraverso l’attenzione
alle forme sociali del costume, con i suoi
apprezzamenti di bene e di male, iscritti
nelle forme pratiche del vivere, si può entrare in una vera prospettiva morale, perché
ogni fondamentale educazione morale
(quella che abbiamo ricevuto tutti dalla
mamma e dalla società) è prima di tutto una
trasmissione pratica e solo dopo (molto dopo) una trasmissione di idee. E troppo spesso noi discutiamo delle idee, mentre è la
pratica comune e condivisa quella cui fare
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attenzione, soprattutto perché è sempre meno comune e condivisa.
Anche il frustrante discorso della distanza tra gli ideali e la realtà può essere in tal
modo superato: ognuno di noi ha l’esperienza della classica domanda, dopo una
predica o una conferenza: “Lei ha detto cose molto belle, ma il difficile è metterle in
pratica!”. Una tale domanda rivela una impostazione intellettualistica molto diffusa,
per cui prima ci sono i valori (che sono una
teoria) e poi la pratica in cui inserirli. Oltretutto, si tratta di una prospettiva che inevitabilmente prende una direzione moralistica, per cui tutta l’insistenza è sulla coerenza nel mettere in pratica i valori: moralistico
e frustrante! La nostra prospettiva è un’altra: se guardiamo anzitutto alla pratica, alla
vita, la troveremo comunque intrisa di valori e disvalori, già adesso nel concreto. Si
tratta di far lievitare quelli positivi e contrastare quelli negativi, in un processo di crescita vitale. Forse è meglio non cercare di
partire dai valori per metterli in pratica, ma
partire dalla pratica per riconoscervi e svilupparvi i valori.
Sintonie con l’esperienza
di Francesco: fratelli e fede
Infine, un’ultima osservazione riguarda
la profonda sintonia tra la proposta della
metodologia di Emmaus e l’esperienza di
Francesco d’Assisi. Anche per lui, la scoperta di Dio è stata mediata dall’incontro
con i fratelli: i fratelli lebbrosi, all’inizio
della sua conversione, i fratelli frati, nel
punto di svolta in cui scopre la specifica
forma di vita, e infine tutti i fratelli, dal Sultano ai briganti, durante il resto della sua vi-
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ta. Nel caso di Francesco, infatti, è molto
chiaro che la presenza dei fratelli non è tanto un motivo per l’esercizio della carità,
quanto qualcosa di molto più essenziale alla sua stessa fede in Dio: egli afferma che
“dopo che il Signore mi dette dei fratelli,
nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare,
ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo” (Test 14): con un po’ di sfrontatezza,
ci possiamo chiedere: se il Signore non gli
avesse dato dei fratelli, Francesco l’avrebbe capito? La presenza dei fratelli è rivelativa della stessa volontà di Dio: forse si può
addirittura dire che è attraverso i fratelli che
l’Altissimo rivela la sua volontà a Francesco.
Tale dimensione fraterna, che è come un
inprinting costitutivo della vocazione francescana, altro non è che la metodologia di
Emmaus, cioè un processo di condivisione
nella fede che mi permette di scoprire Dio
nelle vicende della vita, rilette con gli occhi
della fede attraverso lo scambio coi fratelli.
“Siamo in grado di scoprire la presenza
del Signore in mezzo a noi come via, verità
e vita solo quando, a partire dalla fede, riusciamo a dare ascolto a quanti vivono attorno a noi e quando riusciamo ad esprimere
ciò che ci abita dentro” (Spc 43). Questo atteggiamento, raccomandato dal nostro Documento, altro non è che l’esperienza di
Francesco durante tutta la sua vita.
FR. CESARE VAIANI
[Roma, 17.03.2007: Relazione al Capitolo delle Stuoie
delle Case dipendenti dal Ministro generale]
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1. Statuta peculiaria de Visitatione canonica deque Praesidentia Capituli provincialis
DECRETUM
Statuta generalia Ordinis Nostri, in Capitulo generali Assisii mensibus maio-iunio
an. 2003 celebrato approbata, Minister Generalis, de consensu Definitorii Generalis,
die 8 dec. eiusdem anni rite promulgavit. Et
ideo, ut etiam Statuta peculiaria de Visitatione canonica deque Praesidentia Capituli
provincialis legislationi novae adaequarentur, Definitorium generale eadem nuper revisit.
Quapropter, praehabito Definitorii generalis consensu, auctoritate Nobis ex officio
concessa, vi praesentis Decreti
promulgamus et promulgata declaramus
STATUTA PECULIARIA
DE VISITATIONE CANONICA
ET PRAESIDENTIA
CAPITULI PROVINCIALIS
Edicimus vero ac iubemus ut ea omnia
quae in his Statutis continentur etiam in
Visitatione a Ministris provincialibus peragenda et in Capitulo ab ipsis moderato observanda sint et vim obligandi sortiantur a
die 16 mensis Ianuarii an.2007.
Datum Romae,
ex Aedibus Curiae generalis Ordinis
Die 12 Ianuarii an. 2007
JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Minister Generalis
FR. SEÁN COLLINS
a secretis Ordinis
Prot. 096367
PARS I
DE VISITATIONE CANONICA
Titulus I
De Visitatione canonica in genere
Art. 1
Visitatio canonica est sedula comprobatio de regimine et vita et missione
Provinciarum, Entitatum, Domorum
necnon de vita et missione fratrum Ordinis, a Ministris fraterne peracta, sive per
se vel per suos Delegatos, ad normam
iuris communis et proprii (cf. CIC 628,1;
RB 10,1; RnB 4,2; CG 213).
Art. 2
§1 Visitatio est ordinaria si tempore stabilito peragitur, secus autem est extraordinaria.
§2 Visitatio est sive generalis sive provincialis, iuxta Ministrum qui eam indixerit. Similiter Visitatio generalis
vel provincialis est totalis si ad omnes
fratres et Domos Entitatis refertur, secus autem partialis vocabitur si unum
tantum vel plures fratres, aut realitatem quamdam vel materiam particularem amplectitur.
Art. 3
§1 Inter praecipuos Visitationis fines sequentes numerantur:
1. omnes et singulos fratres ita benigne
et familiariter salutare ut ipsi Visitatori dicere possint et facere sicut domini servis suis (cf. RB 10,5);
2. confortare, monere et, si casus ferat,
humiliter et caritative fratres corrigere (cf. RB 10,1; CG 213; 221 §1);
3. cognoscere et examinare condiciones
et incepta fratrum, Domorum et Provinciarum;
4. incepta Domorum et Provinciarum
sedulo perpendere ac stimulare;
5. formationem initialem et permanentem tam scientificam quam ministe-
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rialem et professionalem rite promovere;
6. apud fratres fovere conscientiam eos
solidaliter pertinere ad Fraternitatem
universalem illosque vere participare
in vita et inceptis totius Ordinis;
7. statum personalem et oeconomicum
sedulo examinare;
8. examinare, num Provincia vel Custodia autonoma habeat ea, quae ad Ordinis vitam missionemque sufficienter agendam necessaria requiruntur
secundum SG 115;
9. summatim, facere sic ut omnes et singuli fratres melius observent quiquid
in documentis ac legibus Ecclesiae et
Ordinis stabilitum est, et omnes ad
progrediendum a bono in melius fortiter stimulare (cf. CG 213).
§2 Siquidem durante Visitatione «cura
animarum fra trum ipsi concredita
est» (cf. RnB 4,6), Visitatoris est,
salu taribus stimulis et admonitionibus, intensiorem vitam in fratribus fovere secundum spiritum fraternitatis
et, in certis definitisque loci ac temporis adiunctis, propositiones seu
commendationes eis offerre quae ad
bonum ac testimonium Provinciae et
Ordinis valide adiuvent (cf. CG 213).
Art. 4
§1 Normae horum Statutorum, in quibus fit mentio Visitatorum a Ministro generali institutorum, pro iis
tantum va lent et pro Visitatione provinciarum, sive ordinaria sive extraordinaria, ab ipsis peragenda.
Normae horum Statutorum sine
mentione facta Visitatorum a Ministro generali institutorum validae
erunt etiam pro aliis Visitatoribus,
tam ordinariis quam delegatis, et pro
visitatione ab ipsis peragenda.
§2 Quidquid in his Statutis stabilitum est
de modo visitationis canonicae peragendae, etiam observari debet, “con
grua congruis referendo”, in visitatione singularum Domorum et communitatum a Provinciis dependentium,
necnon Domorum, collegiorum et institutorum a Ministro generali imme-
diate dependentium, vel a duabus pluribusve Provinciis cooperantibus vel
a Conferentia Ministrorum provincialium, salvis aliis instructionibus a Ministro generali emanatis. Quod autem
attinet ad visitationem canonicam
Monasteriorum Clarissarum (can.
614), semper ratio habeatur illarum
Constitutionum.
§3 Provinciae singulae, duae pluresve
Provinciae cooperantes, nencon Conferentiae Ministrorum provincialium
normas pro Visitatione canonica, a
Ministris peragenda, in propriis Statutis stabilire possunt, dummodo normis horum Statutorum minime contrariae sint.
§4 Quidquid in his Statutis circa Provincias stabilitur, validum considerari
debet etiam pro Custodiis autonomis
et aliis Entitatibus Ordinis, nisi e contextu contrarium appareat.
Art. 5
De quacumque Visitatione canonica, sive ordinaria sive extraordinaria vel
etiam partiali, intra duos menses, relatio
ad Ministrum generalem transmittatur.
Titulus II
De tempore Visitationis canonicae
Art. 6
§1 Visitatio canonica ordinaria generalis
uniuscuiusque Provinciae, sicut etiam
aliarum Ordinis Entitatum a Provin
ciis dependentium, a Ministro generali fiat per se vel per suum delegatum, tempore quo Minister provincialis in Capitulo eligendus est (cf. CG
199), iuxta ea quae sequuntur.
§2 Visitatio canonica ordinaria generalis
Entitatum dependentium a Ministro
generali fiat tertio quoque anno ab
ipso Ministro generali vel ab eius delegato, antequam nominetur regimen
Entitatis.
§3 Si Definitorium provinciale recte opinatur Visitationem canonicam locum
habere debere in occasione Capituli
in quo Minister provincialis non eligitur, vel quocumque alio tempore, id
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a Ministro generali petere potest, cum
decisione per vota secreta manifestata (cf. SG 159 §2).
§4 Ministri generalis est, de consensu sui
Definitorii et gravi de causa, Visitationem canonicam cuiuslibet Provin
ciae vel Entitatis Ordinis indicere.
§5 Minister generalis, ex quacumque rationabili causa, Visitationem partialem indicere et praescribere potest.
Art. 7
§1 Visitatio canonica provincialis a Ministro provinciali vel a suo delegato
semel saltem in triennio peragenda
est (cf. SG 177 §2). In eo quod ad Entitates a Provincia dependentes attinet, Visitatio canonica fieri debet
quoties Ministri provinciales id opportunum iudicaverint, vel semel sal
tem in sexennio.
§2 Visitatio Domorum a Ministro generali dependentium, singulis trienniis,
a Ministro generali vel a suo delegato
peragenda est.
§3 Quod attinet ad Domos ab una pluribusve Provinciis cooperantibus vel a
Conferentia Ministrorum dependentes, tempus et modalitates Visitationis
in propriis Statutis stabiliri debent (cf.
CG 227 §2).
Titulus III
De Visitatoribus generalibus deque
eorum qualitatibus et facultatibus
Art. 8
§1 Visitator, eo quod personam Ministri
repraesentat et in suo nomine agit,
perdiligenti modo seligendus est.
§2 Ut Definitorium generale in Visitatoribus generalibus seligendis facile
procedat, Ministri provinciales et
Visitatores generales, in occasione
Visitationis, Definitorio generali
elenchum praebeant, opportuno modulo redactum, cum nominibus eorum fratrum qui idonei reputantur ad
tale munus exsequendum.
§3 Nemo tamquam candidatus praesentari debet quin de eius idoneitate, discretione et morum integritate plene
71
constet (cf. RsC 12,2). Ob momentum
muneris exsequendi, de si gnatio cum
sedula cura facienda est.
Art. 9
§1 Elenchus candidatorum sequentem
informationem continere debet: adnotationes censuales; curriculum vitae, praesertim in eo quod ad servitium erga fratres attinet; capacitatem
auscultandi et discernendi; cognitionem itineris Ordinis; munera quibus
actualiter fungitur et ea quibus in ultimis annis functus est.
§2 Informationes circa possibiles candidatos collectae successivis Visitatoribus (generalibus vel provincialibus)
transmittantur ad eas complendas,
confirmandas vel abrogandas.
Art. 10
§1 Electio Visitatorum generalium pro
una Entitate vel pro summa Entitatum, singulatim vel globatim eligendorum, ad Ministrum generalem cum
suo Definitorio spectat, ad normam
Statutorum generalium, art. 128 §1.
§2 Visitator electus, intra 15 dies a notitia recepta, Ministro generali suae nominationis acceptationem scripto
communicare debet.
§3 Si Ministro generali opportunum visum fuerit, Visitatores eodem anno
vel in eadem regione electos convocare si mul potest, tempore, loco et
ordine ab eodem Ministro statuendis,
ut, omnibus in dialogo cum Ministro
et cum suo Definitorio concordatis et
discussis, melius praeparati sint ad
munus et servitium exsequendum in
harmonia cum itinere et contextu Ordinis.
Art. 11
§1 Munus Visitatoris est, cum potestate
delegata, visitare omnes Domos et
fratres Provinciae pro qua nominatus
est.
§2 Nisi aliter in patentalibus litteris expresse statutum fuerit, a die quo Ministro provinciali ostendit decretum
nominationis, Visitator ius et potestatem habet ordinandi, dirigendi, exsequendi et etiam corrigendi omnia
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quae Visitationis scopum respiciunt,
ad normam iuris communis et proprii
in eo quod ipse ad utilitatem fratrum
et Provinciae necessarium prudenter
iudicaverit.
Art. 12
§1 Visitator in negotiis ordinariis regiminis Provinciae, Domorum, communitatum vel operum minime sese immisceat, nisi in iis quae sibi a iure communi vel proprio vel a litteris
patentalibus expresse concessa sint.
§2 Potestas ordinaria Ministri provincialis et Guardiani immutata manet toto
tempore Visitationis, praeter quod Visitationis fines recte exigant.
§3 Postquam Visitator visitationem indixit, fratres, absque favorabili voto
Visitatoris, ab una in aliam Domum
transire vel transferri nequeunt a Ministris.
Art. 13
§1 Si ei opportunum visum fuerit, Visitator Congressum ex traordinarium Definitorii provincialis convocare potest eique praesidere, sine tamen voto
in electionibus.
§2 Visitatori competit, suo munere incepto et ipso praesente, electiones
confirmare quotiescumque casus sic
postulaverit.
§3
Visitator, audito Definitorio provinciali, casus graves qui in Visitatione
comprobari possent, definitive dirimere potest.
Art. 14
§1 Visitator, suo munere fungens, debitam curam adhibeat; loca non festinanter visitet; in relationibus et in rerum usu simplicem sese monstret.
§2 Visitator Secretarium sibi in adiutorium assumere potest.
§3
Durante munere Visitator sigillo minori Provinciae legitime uti potest.
Art. 15
§1 Nisi aliter in litteris patentalibus expresse stabilitum fuerit, Visitator mo-
nasteria monialium II et III Ordinis in
territorio Provinciae existentia visitare debet ad normam iuris earum,
dummodo Ordini nostro, iuxta c. 614
CIC, consociata sint (cf. CG 57).
§2 Visitator ius habet iudicium aestimatorium ferre de vitalitate Fraternitatum Ordinis Franciscani saecularis et
Iuventutis Franciscanae concreditis
pastorali ac spirituali curae Provinciae vel Custodiae, quae visitatur (cf.
CG 61 § 1).
§3 Oportet ut Visitator cognoscat condiciones locales et provinciales fratrum
sororumque III Ordinis Regularis
necnon Institutorum saecularium et
Societatum vitae apostolicae Sancti
Francisci (cf. CG 59)
Art. 16
Visitator a Ministro generali institutus,
nisi expresse in litteris patentalibus concessum fuerit, nequit:
1. potestatem ordinariam regiminis Ministri provincialis et Guardianorum
suspendere vel limitare, excep to casu quo propositum Visitationis impediatur, ad normam art. 12 §1 praesentium Statutorum;
2. admittere ad novitiatum, ad professionem et ad ministeria, vel litteras
dimissorias concedere ad sacros Ordines recipiendos;
3. de fratribus disponere ipsosque transferre, concedere, limitare, revocare
licentias itinerandi vel aliam quamcumque licentiam, nisi propositum
Visitationis hoc exigat;
4. decisiones et decreta a Definitorio
provinciali lata mutare vel annullare
ipso Definitorio inconsulto.
Art. 17
Nisi in litteris patentalibus aliter expressum sit auctoritas Visitatoris a Ministro generali instituti, si ipse est simul
Praeses Capituli, exspirat triginta diebus post conclusionem Congressus capitularis; si ipse non est simul Praeses,
die qua Praeses Capituli suum munus
incipiat; quoad alias Visitationes generales, finis in litteris patentalibus determinari debet.
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E SECRETARIA GENERALI
Titulus IV
De modo
Visitationem canonicam peragendi
I. De rebus Visitationi praeviis
Art. 18
§1 Visitator a Ministro generali institutus, mandato recepto et nuntio dato
Ministro generali de muneris acceptatione, statim de eodem certiorem
reddat Ministrum provincialem Provinciae visitandae, eidem etiam mittendo exemplar authenticum Decreti
nominationis. Cum eo agat de tempore Visitationis inchoandae, de ordine
et de itinerario ad singulas Fraternitates visitandas; de temporibus et modalitatibus Deputatos eligendi, de designatione candidatorum ad Ministrum provincialem et, si casus ferat,
de eiusdem electione; de quibus libet
aliis rebus quae ad Visitationem rite
complen dam opportunae et necessariae censeantur.
§2 Expletis omnibus de quibus in paragrapho prima huius articuli, Visitator, tempore stabilito, Litteras ad
Provinciam mittat quibus adventum
suum in Provinciam nuntiet, easque
res ad opportunam praeparationem
tam spiritualem quam materialem
Visitationis et Capituli necessarias
indicet.
§3 Minister provincialis Visitatori generali tradat:
1. sigillum minus Provinciae;
2. elenchum fratrum Provinciae secundum diversas Domus dispositorum;
3. chartam geographicam cum indicatione Domorum nec non operum in
zona (cf. SG 217);
4. omnia Statuta propria quae in Provincia vigorem habent;
5. acta Capituli praecedentis una cum
litteris a Ministro generali ad Provinciam missis ad conclusionem etiam
praecedentis Visitationis canonicae et
Capituli.
Art. 19
§1 Ad Ministrum provincialem attinet
curare, tempore Visitationis, ut diver-
73
sa officia provincialia relationes
praeparent rite scriptas secundum documenta, si existunt, a Curia generali
ad hoc praeparata:
1. de spiritu orationis et devotionis;
2. de vita fraterna et de relationibus cum
Familia franciscana: scilicet cum I, II
et III Ordine et cum aliis Institutis et
Societatibus;
3. de vita minoritatis et laboris (cf. CG
et SG cap. IV);
4. de munere evangelizationis in Provincia necnon de evangelizatione
missionaria (cf. Custodiae dependentes, Fundationes aliaeque praesentiae
missionariae);
5. de formatione initiali et permanenti;
6. de formatione ad Ministeria et ad alia
servitia et munera;
7. de actuositate intellectuali (cf. SG 110
§2);
8. de recentiori statu personali Provinciae;
9. de statu oeconomico.
§2 Visitator generalis has omnes relationes una cum sua Relatione finali ad
Ministrum generalem transmittere
debet intra duos menses post conclusionem Cogressus capitularis.
II. De Visitatione personarum
Art. 20
§1 Tempore Visitationis alicuius Fraternitatis durante, omnes eiusdem sodales, quoad fieri possit, domi manere
debent, exceptis causis gravibus a Visitatore aestimandis.
§2 Visitatio personarum extenditur non
tantum ad fratres Provinciae, sed
etiam ad fratres aliarum Provinciarum qui in Domibus istius Provinciae
regulariter commorantur ibique suis
iuribus pollentes.
§3 Si Visitatio amplectat etiam Domos
aliarum Provinciarum quae in suo
territorio sint, sicut etiam fratres
aliarum Provinciarum qui degunt et
laborant in territorio Provinciae visitandae, decretum nominationis
sensum et modalitatem Visitationis
indicabit.
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Art. 21
Cum duae Visitationes generales ordinariae intervallum unius triennii tantum
habeant (cf. CG 199 et art. 6 §1 horum
Statutorum), Visitator generalis, si in litteris patentalibus ita concessum sit, Visitationem diversimode ordinare potest,
audito Definitorio provinciali. Exempli
gratia, fratres plurium Domorum coadunando, salvo iure uniuscuiusque ad Visitatorem recurrendi.
Art. 22
§1 Visitator singularum Fraternitatum
visitationem incipiat cum celebratione Verbi, vel alia simili, in qua fratres
coadunatos adhortetur ut sibi manifestent bona omnia Fraternitatis et singulorum fratrum et ea quae necessaria sunt ad eorum progressum; ut sibi
libere manifestent ea quae maiori
exhortatione, correctione et renovatione indigeant.
§2 Ante Visitationem personarum, Visitator primo audiat Guardianum qui de
statu Domus, de statu personali, communitario et oeconomico sicut etiam
de actuositatibus quibus fratres funguntur ei referat. Postea ceteri fratres
audiantur iuxta ordinem a Visitatore
stabilitum.
§3 Visitator cum interrogat caritative et
benigne procedat (cf. RB 10,5) et cum
magna familiaritate facilem sese
praestet ad audiendum; de iis quae
audiat fundamenta et argumenta quibus innitantur inquirat. Opportunum
est ut declarationes magni momenti
scriptae et subsignatae sint.
Art. 23
§1 Fratres et Visitator semper prae oculis
verba S. Fran cisci habeant: «ubicumque sunt fratres, si vitam nostram ob
servare non possunt, ad suum ministrum, quam primum, recurrant et ipsi
id manifestent. Minister vero eis providere procuret, sicut ipse pro seipso
vellet si in casu simili versaretur»
(RnB 6,1-2; cf. RB 10,4).
§2 Fratres in loquendo minime solliciti
sint «cum spe mercedem recipiendi»,
sed sapienter ponderent «de quo loqui
et quomodo respondere» (cf. Adm
21,1); et nihil de suis fratribus absentibus dicant quod in eorum praesentia
cum caritate dicere nequeunt (cf. Adm
25,1), sed omnia ad aedificationem et
non ad detractionem et murmurationem serviant (cf. Rb 10, 7).
Art. 24
§1 In audiendo singulos fratres Visitator
interroget non tantum de rebus quae
directe ipsum fratrem respiciunt sed
etiam de aliis quae Fraternitatem localem et provincialem, et etiam totum
Ordinem respiciunt; interroget de inceptis quae, iuxta eos, principaliter
promovenda sunt et de iis quae corrigenda et renovanda sint in eo quod ad
praesentiam tam localem quam universalem Ordinis hisce temporibus
attinet.
§2 Visitator inquirat num servitium Ministri et Guardiani erga fratres rite praestitum sit, prasertim in quantum ad
Fraternitatem verbo et opere aedificandam, sicuti familiam in Christo
unitam (cf. CG 45 §1), oboedientiam
responsabilem in capitulis promovendam, fratres participes faciendos rerum et eventuum maioris momenti in
Ordine (cf. CG 45 §§1-2; 49).
Art. 25
§1 Fratres, conscii quod ad suos ministros recurrere possunt (cf. RB 10,4),
fiducialiter agant cum Visitatore, cui
legitime interroganti, respondere tenentur secundum veritatem in caritate; nemini vero fas est quoquo modo
fratrem ab hac obligatione avertere,
aut visitationis scopum aliter im pedire (cf. CIC 628,3).
§2 Frater qui Visitatori non oboediverit
aut graves falsas notitias praebuerit
aut se rebellem exhibuerit aut eius
mandata contempserit, privatione vocis activae et passivae ad sexennium
vel aliis poenis puniri potest (cf. SG
248).
Art. 26
Visitator generalis, ut recte de vita fraterna iudicare possit iuxta normas CG et
SG (Cap. III et IV), indicationum Capi-
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tuli generalis, Capituli provincialis et secundum praescriptum Statutorum particularium Provinciae; praeterea debet se
certiorem facere utrum numerus fratrum
aptus sit ad veram Fraternitatem provincialem et localem exprimendam et quali
modo ipsi:
1. in vita fraterna participent, particulariter in Capitulo locali;
2. spiritum orationis et devotionis colant;
3. se gerant minores et operantes pacem
et iustitiam inter se;
4. fideliter et devote laborent;
5. vitam pauperem ducant;
6. charisma franciscanum promoveant.
Art. 27
Visitator generalis, ut recte perpendere
possit quomodo Provincia missionem
Ordinis adimpleat, aestimet quomodo
fratres exsequantur indicationes normasque CG et SG (cap V). Specialiter autem
aestimet, quomodo fratres
1. ad proclamationem Evangelii se dedicent (cf. CG 83);
2. munus evangelizationis adimpleant,
praesertim cum pauperibus et emarginatis;
3. ad societatem magis iustam et pacatam
instaurandam necnon ad integritatem
naturae protegendam cooperentur;
4. cum Ecclesia sentiant et in Ecclesia
locali inserantur;
5. se dedicent ad evangelizationem missionariam, participantes in Ordinis
consiliis missionariis;
6. curam habeant de missione Ordinis in
Terra Sancta (cf. CG 124)
7. exerceantur in spiritu et dialogo inter
religiones et culturas, imprimis rationem habentes de dialogo oecumenico
et interreligioso iam instituto;
8. promoveant notitiam et collaborationem inter omnes sodales Familiae
franciscanae et alios fideles;
9. cooperentur cum laicis in variis actionibus apostolicis explendis.
Art. 28
Visitator generalis aestimet, num formatio consona sit cum normis CG et SG
(cap. VI), cum «Ratione Formationis
75
Franciscanae», cum Ratione studiorum
Ordinis et Provinciae nec non cum Statutis particularibus. Attente considerare
debet:
1. fines et structuras formationis initialis et permanentis;
2. praesentationem charismatis franciscani in cura pastorali vocationum;
3. qualitates et praeparationem fratrum
formatorum;
4. promotionem studiorum et formationis fratrum docentium.
Art. 29
Quoniam tota nostra Fraternitas missionem Ecclesiae participat et fratres operam suam in Ecclesiis particularibus praestant, consiliatur ut Visitator salutet Ordinarium loci ubi Domus visitandae
inveniuntur (cf. CG 105 §2; 115 §1;
116).
Art. 30
§1 Visitator particularem attentionem
praestet iis quae ad reverentiam erga
altare, sacra vasa et textus liturgicos
pertinent (cf. Lch 1-5; LCap. 35-37;
Lcust 2-5).
§2 Visitator comprobare debet num leges ecclesiasticae observentur de
stipendiis et applicatione missarum
necnon de piis voluntatibus et fundationibus (cf. CIC 945ss; 958,2;
1385; 199 n. 5; 1300ss). Hunc in finem, tam regesta missarum quam librum de eleemosynis ad causas pias
oblatis inspiciat ut sibi constet de
recta administratione horum bonorum et de adimpletione onerum annexorum.
Art. 31
§1 Visitator inquirat de ordinaria et extraordinaria administratione oeconomica Provinciae, singularum Domorum et de operibus a fratribus gestis et
administratis. Deinde inquirat praesertim de pellucido ac solidali usu pecuniae, de eius coacervatione et de
usu “capitalizationis” (cf. CG 82);
utrum debita sint quae Provinciam et
Domum gravent; utrum ad debita
contrahenda vel ad res alienandas
praescriptiones iuris communis et
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proprii circa modum licentiam obtinendi et circa condiciones in licentiis
concedendis observatae sint; demum,
ad quales fines debita contracta sunt
(cf. CG 244-250; SG 241-246).
§2 Visitator sedulo inquirat num administratio operum evangelizationis, praesertim in paroeciis, distincta sit ab administratione bonorum Provinciae et
Domorum et utrum tabulae accepti et
expensi
competenti
auctoritati
ecclesiasticae exhibitae sint.
§3 Visitator inspiciat, quomodo Provincia solidalis sit cum Ordine universali (e. g. relative ad Aerarium formationis, Aerarium solidalitatis etc.).
Specialiter autem attendat ad vectigalia obligatoria (e. g. relativa ad Secretariatum generalem evangelizationis,
centesimas introituum ex venditionibus etc.).
Art. 32
§1 Visitator omnes partes Domus visitet
ad comprobandum utrum omnia
quae honestatem, munditiem et
clausuram respiciunt recte disposita
sint.
§2 Inspiciat curam in bibliothecis, archivis, museis et artis operibus conservandis adhibitam, praesertim in insignioribus et praestantioribus (cf. SG
26 §2).
Art. 33
Visitator secretum servare debet circa
odiosa, etiam munere expleto. Nullo modo debet alicui revelare nomina fratrum
quibus, visitationis causa, aliquid minus
honestum cognoverit, nisi hoc neccessarium censeatur ad publici scandali periculum vel imminens ac grave damnum
communitatis vitandum.
III. De rebus faciendis
Visitatione conclusa
Art. 34
§1 Visitatione locali conclusa, magni
momenti est fratres convocare in Capitulo locali, ut Visitator eis consilia,
observationes et hortationes praebere
possit.
§2
Visitator in libro Visitationis testimonium scribat de visitatione peracta et
proprias adnotationes de rebus Fraternitatis laudandis et exhortandis.
§3 Liber Visitationis in archivo Domus
conservari debet et futuris visitatoribus exhiberi, qui examinare debent
num res, in praecedenti consiliatae et
decisae, in praxim deductae sint et
adhuc actuales permaneant.
Art. 35
§1 Visitatione omnium fratrum et Domorum conclusa, Visitator generalis,
si ille Praeses Capituli nominatus non
sit, Definitorium Provinciae convocet
et illi communicet quidquid pro bono
Provinciae opportunum iudicaverit.
§2 Acta huius Congressus definitorialis,
ab omnibus subsignata, adnotentur in
regestis congruentibus; unum etiam
exemplar authenticum Praesidi Capituli opportuno tempore transmittatur.
Quo facto, mandatum Visitatoris absolutum est, salvo praescripto art. 17
horum Statutorum.
Art. 36
§1 Visitatione conclusa, Visitator Ministro generali quam primum transmittat documenta, quae requiruntur in
art. 43 § 1.
§2 Si Visitator simul non est Praeses Capituli, tenetur ad Ministrum generalem transmittere fidelem et sedulam
relationem de statu Provinciae (cf.
Annexus I/V.3) intra duos menses a
visitatione conclusa.
§3 Relationes visitationum Custodiarum
e aliarum Entitatum a Provinciis vel a
coetu Provinciarum dependentium
transmittantur Visitatori pro Provincia nominato vel ad auctoritatem
competentem, unum semper exemplar ad Ministrum generalem transmittendo.
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PARS II
DE PRAESIDENTIA
CAPITULI PROVINCIALIS
Titulus V
De Praeside Capituli provincialis
deque eius facultatibus
Art. 37
Visitator generalis electus ad aliquam
Provinciam visitandam, ad norman art.
199 Constitutionum generalium et art. 6
horum Statutorum, est etiam Praeses Capituli provincialis nisi a Ministro generali aliter dispositum sit.
Art. 38
Praeses Capituli provincialis in convocatione et celebratione Capituli, deputatorum electione, candidatorum ad officium Ministri provincialis designatione,
necnon, si casus ferat, in eius electione
ad normam art. 174 §§ 2-3 Statutorum
generalium et in ordine negotia in Capitulo tractandi, Statuta respectivae Provinciae observare debet, firmis praescriptionibus in articulis sequentibus
contentis.
Art. 39
§1 Ad Praesidem Capituli, audito Ministro provinciali, spectat:
1. tempus statuere pro deputatorum
electione et candidatorum ad officium Ministri provincialis designatione; nec non, si casus ferat, pro electione Ministri provincialis ad normam SG 174 §3.
2. in determinando tempus de quo supra, praestare attentionem ad tempus
disponibile, ratione habita de circunstantiis Provinciae et muneris Definitorii generalis iuxta paragraphum sequentem;
3. statuere tempus ante quod suffragia
respectiva pro his electionibus pervenire debent, indicata exacta postali
directione;
4. tempus et locum celebrationis Capituli stabilire;
5. Capitulum convocare.
§2 Praeses Capitulum convocare non debet sine praevia candidatorum ad officium Ministri provincialis approbatione a Definitorio generali, vel sal-
77
tem habita, ex sufficienti temporis intervallo, certa praevisione fore ut approbatio iusto tempore per viam ordinariam obtineatur.
Titulus VI
De rebus Capitulo provinciali
praemittendis
Art. 40
§1 Suffragia pro deputatorum electione
et candidatorum ad officium Ministri
provincialis designatione necnon, si
casus ferat, pro electione Ministri
provincialis, ad Praesidem Capituli
transmittenda sunt modo in Statutis
particularibus Provinciae stabilito.
§2 Exacto tempore pro suffragiorum
transmissione, Praeses Capituli vel
eius delegatus cum duobus fratribus
ab ipso designatis vel secundum indicationes Statutorum particularium,
suffragia aperiat et scrutetur.
§3 Instrumentum seu “verbale” de exitu
finali scrutiniorum, a scrutatoribus et
ab ipso Praeside ipsius scrutinii subscriptum, Definitorio generali transmittendum est.
Art. 41
§1 In deputatorum electione exitus cuiusque scrutinii statim fratribus Provinciae annuntiabitur, ad tenorem Statutorum particularium.
§2 In candidatorum ad officium Ministri
provincialis vel Custodis designatione, exitus priorum suffragationum statim fratribus Provinciae vel
Custodiae communicandus est. Exitus autem ultimi vel unici scrutinii, si
una tantum suffragatio facta sit, non
publicetur (SG 173 § 3) nisi postquam a Definitorio generali approbatus est et fideliter observato praescripto art. 43 § 3 horum Statutorum.
§3 In casu de electione Ministri provincialis ad normam SG 174 §§2-3, Statuta particularia Provinciae observentur, salvo praescripto art. 40 et 41 horum Statutorum.
Art. 42
§1 Ad evitandam suffragiorum disper-
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sionem in designatione candidatorum
ad officium Ministri provincialis,
Praeses Capituli poterit, nisi aliter in
Statutis particularibus Provinciae statutum sit, accedente Definitorii Provinciae consensu, binas vel etiam ternas suffragationes instituere, opportuno dato temporis intervallo inter
unam et aliam.
§2 Fratres ad servitium Ministri generalis et Domorum ab ipso dependentium destinati, ius conservant ut deputati eligi et in Capitulo participare
possint, exclusis Definitoribus generalibus. Ipsi autem fratres officia in
eorum Entitate assumere nequeunt sine praevia licentia Ministri generalis
(SG art. 162 § 3).
Art. 43
§1 Praeses Capituli Ministro generali
statim transmittere curet haec documenta:
1. Protocollum completum ultimi vel
unici scrutinii pro designatione candidatorum ad officium Ministri provincialis.
2. Votum de eorum idoneitate ad officium secundum numerum praescriptum in Statutis particularibus (cf. SG
173 §2). Praeterea transmittendae
sunt praesentationes et vota de saltem
duobus aliis candidatis extra numerum stabilitum, quo fieri possit substitutio, si casus ferat.
3. Relationem mediam (cf. Annexus
I/V.1)
§2 Necesse est ut haec documenta perveniant uno mense circiter prius quam
tempus votationis ad electionem Ministri provincialis stabilitum adveniat.
§3 Ad communicanda nomina candidatorum haec observentur:
1. Nomina candidatorum a Definitorio
generali approbatorum, iuxta numerum in Statutis particularibus indicatum, communicabuntur Praesidi Capituli a Secretaria generali ordine
alphabetico.
2. Statuta particularia decernunt, num
communicandus sit numerus suffra-
giorum a singulis candidatis approbatis acceptorum. Quomodocumque res
se habet, communicantur tantum suffragia candidatorum approbatorum.
3. Praeses Capituli in scriptis communicet
Provinciae candidatos approbatos ad
normam Statutorum particularium.
§4 Praeses Capituli, si ei necessarium videbitur, una cum relatione de qua in
§1.3 huius articuli, referat utrum et
quae circumstantiae peculiares Provinciae forsitan exigant ut electio sive Ministri provincialis sive totius gubernii
Provin ciae a Definitorio generali peragatur, referens adiuncta peculiaria et
gravissimas causas quae hoc exigant.
Quo in casu aliqua candidatorum nomina ad respectiva officia, quos idoneos censeat, proponat (SG 163 §2).
Titulus VII
De Capitulo provinciali
Art. 44
Praeses, in celebratione Capituli, cum
magna caritate et prudentia procedat atque invigilet ut in omnibus normae Constitutionum, Statutorum generalium et
Statutorum Provinciae serventur.
Art. 45
Cum finis Capituli non sit solum electio fratrum ad Provinciae officia, sed
etiam boni Provinciae promotio eiusdemque necessitatum sollicitudo,
Praeses, relatis Provinciae necessitatibus, etiam cum vocalibus agat de remediis afferendis et de decisionibus constructivis fovendis.
Art. 46
§1 Frater ad aliquod officium in Capitulo nuper electus nullam auctoritatem
exercere valet priusquam confirmatus
sit a Praeside; qui tamen rite electum,
qui acceptavit electionem (CIC 177
§1), nullaque obstet causa, statim
confirmet (cf. CIC 149 §1 et 179 §2;
CG 184 §1).
§2 Si ad officium Ministri provincialis
frater non elegibilis postuletur, cum
2/3 suffragiorum in primo vel secundo scrutinio, Praeses sine mora rem
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ad Definitorium generale remittat, intra octiduum utile a iure requisitum
(cf. CIC 181-183; CG 181 §1; SG 173
§1).
§3 Si fratres pro aliis officiis postulentur
et agatur de impedimento super quo
dispensari soleat, Praeses actum
authenticum postulationis ad Ministrum generalem intra octiduum mittat, indicando rationes postulationis
et petitionem dispensationis.
§4 Tempus officii explendi computatur
semper a die electionis factae, etiam
ubi Capitulum fiat duobus temporibus.
Art. 47
§1 Fratres in Capitulo electi in spiritu
corresponsabilitatis et servitii fraterni
officia acceptare tenentur (cf. CG 181
§4).
§2 Frater officii ad quod electus fuerit renuntiationem praesentare potest, gravi autem ex causa. Quae renuntiatio
semper in scriptis facienda est. Quoad
acceptationem renuntiationis serventur praescripta art. 132 Statutorum
generalium.
Art. 48
§1 Si, electionibus iam peractis et Capitulo nondum soluto, occurrerit vacatio
officii Ministri provincialis vel Vicarii
provincialis vel alicuius Definitoris
provincialis, Praeses vacationem Capitulo communicet et novam elec tionem
peragat.
§2 Si, Capitulo coadunato, evenerit Praesidem a Ministro generali asignatum
ob mortem vel aliam gravem causam
deficere et novus Minister provincialis
eligendus sit, praesideat sessionibus
capitularibus vocalis senior prima professione usque ad electionem novi Ministri provincialis quam ipse confirmabit (cf. analogiam cum CG 184 §2 et
SG 159 §3); qua facta, neo-electus Minister praesideat.
Art. 49
Si, Capitulo rite convocato, aliqui vocales, quacumque de causa non advenerint
vel suffragari renuerint, Capitulum celebrari et electiones peragi possunt, dum-
79
modo maior pars vocalium adsit quibus
iure liceat suffragium ferre, salvo iure
Praesidis Capitulum suspendendi ad
normam art. 50 horum Statuto rum.
Art. 50
Praeses Capituli quolibet momento Capitulum suspendere potest et negotium
Definitorio generali deferre, si hoc ad
maiorem utilitatem Provinciae expedire
iudicaverit et causa vere gravis adsit.
Titulus VIII
De Congressu capitulari
Art. 51
Praeses determinet cum Definitorio provinciali noviter electo tempus Congressus
capitularis pro collatione officio rum vacantium. Congressus fieri debet intra trimestre post Capitulum absolutum, nisi in
Statutis particularibus aliter cautum fuerit
(cf. CG 217) vel nisi Minister generalis,
Praeside Capituli petente, in casu particulari aliter providerit.
Art. 52
Si contingat Praesidem Congressus capitularis a Ministro generali nominatum
impediri a munere suo exercendo, res
deferatur ad Definitorium generale. Si,
de iudicio Congressus capitularis, casus
urgeat, praesideat Minister provincialis
(cf. SG 166 §2).
Art. 53
§1 Tempore Capituli omnia officia et
munera vacant, nisi Minister provincialis, de consensu sui Definitorii per
secreta suffragia manifestato, in casibus particularibus et gra vi de causa,
prorogationem a Ministro generali
cum suo Definitorio petierit et obtinuerit (cf. CG 187 §1 et SG 130).
§2 Omnia officia ad normam Constitutionum et Statutorum generalium,
Statutorum particularium Provinciae
et art. 47-48 horum Statutorum conferenda sunt.
Art. 54
Acta Congressus capitularis Definitorio
generali transmittantur pro ratihabitione,
et quidem in forma authentica, scilicet
rite subscripta et sigillo Provinciae mu-
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nita iuxta exemplar in Annexu appositum. In his exprimi debent tempus et locus electionum, qui et quot electores fuerint, et qualis sit scrutiniorum exitus,
adiuncto documento confirmationis (cf.
SG 167).
ANNEXUS I
PROMPTUARIUM VISITATORIS
ET PRAESIDIS CAPITULI
I - De rebus ante Visitationem faciendis
1 Ministro generali de nominationis acceptatione nuntium scriptum dare; Ministrum provincialem de nominatione Visitatoris certiorem reddere, ad normam
art. 18 §1 «Statutorum Visitationis canonicae»; colloquium, in quantum fieri
possit, cum Ministro generali praeparare
vel, si possibile non sit, cum aliquo
membro Definitorii.
2 Attente «Statuta Visitationis canonicae
et Praesidentiae Capituli provincialis»
studere.
3. Stabilire cum Ministro provinciali:
a) tempus Visitationem inchoandi;
b) itinerarium;
c) periodum celebrationis Capituli;
d) tempus suffragiorum pro electione
deputatorum ad Capitulum, pro designatione candidatorum ad officium
Ministri provincialis, necnon, si necessarium, pro electione Ministri provincialis ab omnibus sollemniter professis facienda;
e) prioritates vel problemata Provinciae
quae maioris attentionis digna sint.
4. Recipere a Ministro provinciali:
a) elenchum fratrum, cum respectivis
officiis, eorumque Fra ternitatum, et
fratrum qui extra Fraternitatem commorantur;
b) sigillum minus Provinciae;
c) Statuta particularia et peculiaria Provinciae.
5. Ministro provinciali tradere:
a) exemplaria a Curia generali missa pro
relationibus de quibus in art. 19 «Statutorum Visitationis canonicae»;
b) quodcumque aliud documentum ma-
gni momenti.
6. Litteras ad fratres praeparare quibus indicentur:
a) res magni momenti in «Statutis Visitationis canonicae» stabilitae;
b) ubi et tempus schedulas mittendi ad
electionem deputatorum ad Capitulum, ad designationem candidatorum
ad officium Ministri provincialis et, si
casus ferat, ad electionem Ministri
provincialis ex parte omnium sollem
niter professorum; necnon dispositiones Statutorum particula rium modum suffragandi respicientes.
7. Exemplar originale harum litterarum,
debite subsignatum, Ministro provinciali tradatur, qui eas omnibus fratribus notas facere debet.
II - De rebus durante Visitatione singularum Fraternitatum faciendis
1. Fraternitatem coadunare ad normam art.
22 «Statutorum Visitationis canonicae».
2. Priusquam colloquium cum singulis fratribus incipiat, una cum Guardiano stabilire ea quae respiciunt orationem et liturgiam celebrandam, visitationem ad loca
sacra et ad diversas Domus partes.
3 Sequentes libros examinare: regesta
Missarum (acceptatio et celebratio), librum actorum Capituli localis et, si casus ferat, Discretorii, librum chronicorum, librum Visitationum, libros de re
oeconomica.
4 Visitatione conclusa, Visitator peragat
quidquid in art. 34 «Statutorum Visitationis canonicae» indicatum est.
III - De iis quae fieri debent Visitatione Provinciae conclusa
1 Scrutinium facere suffragiorum ad electionem deputato rum ad Capitulum et
candidatorum ad officium Ministri pro
vin cialis, attentionem praestando ad
normas Statutorum ge ne ralium ac Statutorum particularium Provinciae, necnon art. 40-43 «Statutorum Visitationis
canonicae».
2. Exitum harum electionum Ministro ge-
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nerali mittere cum Relatione media (cf.
Annexus I/V.1) ad normam art. 43 §§1-2
«Statutorum Visitationis canonicae».
3. Priusquam Capitulum convocetur, exspectare approbationem candidatorum
ad officium Ministri provincialis, nisi ex
tempore disponibili, rationabiliter praesumatur approbationem candidatorum
ante Capituli initium haberi posse.
IV - De rebus a Praeside Capituli faciendis
1. Conscribat Relationem faciendam coram Capitulo (cf. V.2).
2. In casu electionis Ministri provincialis ad
normam art. 174 §§ 2-3 Statutorum generalium, electionem disponere secun dum
Statuta particularia Provinciae
3. Omnibus fideliter servatis quae in Statutis Visitationis Canonicae praescripta
sunt, Capitulum convocare per litteras,
ad fratres mittendas, in quibus sequentia
numeren tur:
a) nomina deputatorum ad Capitulum a
fratribus electo rum, una cum nominibus aliorum vocalium Capituli cum
officiis respectivis;
b) locus ubi Capitulum celebrabitur;
c) quando Definitores provinciales et
alia membra Capituli in loco indicato
consistere debent;
d) quando fratres Missam votivam de
Spiritu Sancto pro felici exitu Capituli celebrare debent;
e) alia quae mentione digna iudicentur.
4. Durante Capitulo Statuta particularia et
peculiaria Pro vinciae summa cum fidelitate servari debent, necnon specialia
lineamenta casu a Ministro generali data.
5. Documenta de electionibus factis Ministro generali mittere quam primum pro
earum ratihabitio ne, iuxta Annexum
exarata.
6. Exitus Congressus capitularis mittere
Ministro generali, ad normam art. 54
«Statutorum Visitationis canonicae».
7. Relationem finalem Ministro generali
mittere, intra duos menses a Congressu
capitulari concluso, una cum aliis informationibus requisitis.
V - De Relationibus
81
1 Relatio media
Relatio media, scripta post visitationem
et ante Capitulum, debet esse:
a) descriptio status generalis Provinciae,
qua Minister generalis sciat res maiores
inventas inter visitationem et qua – si casus ferat – nitatur praeconium ad Capitulum provinciale mittendum;
b) brevis;
c) missa una cum nominibus candidatorum
et opinione Visitatoris secundum indicationes art. 43.
2 Relatio ad Capitulum
1. Relatio ad Capitulum pertinet ad res
praecipuas, quibus Praeses Capituli foveat honestam sinceramque rationem
habendam de actuali statu vitae et missionis Provinciae.
2. Praeses Capituli redigere debet hanc Relationem:
a) ample tractatis Provinciae rebus urgentibus;
b) admodum concrete;
c) ad disceptationem fructuosam stimulandam.
3. Relatio ad Capitulum non est mittenda
Ministro generali. Si autem mittitur, non
tenet locum Relationis finalis
3 Relatio finalis
1. In redigenda Relatione finali expressiones generales vitari debent. E contrario,
realem situationem, quamvis summatim,
describere oportet, ita ut de vita et actuositate Provinciae clara visio habeatur et
prospectus de futuro praevideri possint;
insuper, ideae concretae proponantur ad
adspectus positivos patefaciendos et eos
qui monitu vel efficaci animatione indigeant.
2. Specialem attentionem praestare necesse est ad renovationem Provinciae, ad
ea, quae necessario requiruntur, ut illa
sufficienter agat vitam missionemque
Ordinis secun dum actualem Ordinis legislationem eius demque indicationes in
recentioribus documentis.
3. Magni momenti sunt data statistica, quae
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4.
5.
6.
7.
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fideliter transcribi et, possibiliter, commentari debent.
Relatio finalis nequit esse eadem cum illa, quae prolata est coram Capitulo, quia
debet continere informationes de opere
Capituli et Congressus capitularis nec
non suggestiones ad bonum Provinciae
spectantia. Insuper possunt ibi indicari
aliae res vel quaestiones, quas Visitator
censuerit opportune communicandas
Ministro generali.
Quoad argumenta delicata vel quae speciale pondus respectu ad bonum Provinciae habeant, oportet rationes, causas,
adiuncta et possibiles solutiones diligenter investigare. Hoc magnae utilitatis
Ministro generali erit.
Quod ad argumenta secreta vel confidentialia attinet, haec separatim unum
post aliud in litteris separatis tractan da
sunt cum Ministro generali.
Commendatur quidem, ut pro modulo
habeatur schema propositum, sed Visitator alias quoque potest praebere notitias,
quas Ministro generali censuerit esse necessarias vel utiles.
VI. De electionibus capitularibus: pro validitate, computatione suffragiorum, collatione officiorum deque postulatione
1. Pro validitate electionum praesens esse
debet maior pars eorum qui convocari
debent (cf. c.119,1°).
2. In primo et secundo scrutinio, requiritur
maioritas absoluta eorum qui sunt praesentes; post duo inefficacia scrutinia,
ideoque tertium scrutinium fiat super
duobus candidatis qui maiorem suffragiorum partem obtinuerunt (c.119,1°),
seu maioritatem relativam (SG art. 127).
3. Computatio suffragiorum fieri debet iuxta numerum praesentium (cf. c.119,1°).
In iure communi nihil habetur quoad
suffragia invalida vel alba, neque relate
ad non votantes.
Attamen, ex praemissis c. 119 ubi legitur: “Ad actus collegiales quod attinet,
nisi iure vel statutis aliud caveatur…”,
deducitur quod pertinet ad ius particulare cuiuscumque Instituti decernere quo-
modo computari debeant vota invalida
vel alba vel ii qui suffragium non tulerunt. Cum etiam in CG et in SG Ordinis
nostri minime loquatur de votis invalidis
vel albis, deque iis qui suffragium non
dederunt, normale videtur ut ratio computandi vota invalida vel alba atque numerum eorum qui suffragium non tulerunt in Statutis particularibus vel in sic
dicto «Ordo Capituli» definiatur.
4. Si Capitulum celebratur uno tantum tempore, Trimestre pro collatione officiorum incipit a fine Capituli. Si Capitulum
vero duobus temporibus celebratur, Trimestre incipit a fine alterius temporis
eiusdem Capituli. Etenim, c.165 recitat:
“Nisi aliud iure aut legitimis collegii vel
coetus statutis cautum sit..., electio ne
differatur ultra trimestre utile…”. In CG
art. 217 statuitur: “Intra trimestre post
Capitulum…”, et in Statutis pro Visitatione canonica, definitur: “Intra trimestre post Capitulum absolutum”(art.51).
5. Postulatio admittitur si electioni alicuius
candidati impedimentum canonicum obstet super quo dispensatio concedi possit
(c.180 §1). Attamen, ut postulatio vim
habeat, requiruntur saltem duae tertiae
partes suffragiorum (c.181 §1) in primo
vel secundo scrutinio (c.176, c.119,1°).
Computatio suffragiorum fiat sicut in
electionibus ordinariis (prout supra explicatum est).
Si in duobus primis scrutiniis is qui “postulatus” fuit, saltem 2/3 partes suffragiorum vim habentium (validi) non obtinuit, definitive reiicitur et in subsequentibus votationibus voce tantum activa
gaudebit.
Votationes autem prosequuntur ad normam c. 176 et c. 119,1°
Quomodocumque, prae oculis habeatur
decretum Definitorii Generalis
Decretum
Definitorium Generale, in sessione diei
22 mensis decembris an.2005 regulariter
congregata sub praesidentia Fr Josephi
Rodríguez Carballo Ministri Generalis
decrevit ut
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frater qui Minister Provincialis eligendus est per “postulationem”, ad normam
iuris communis (cc.180-183) et particularis (CG art. 181 §1, cf. SG art. 173 §1),
post peractum primum mandatum per
sex annos et statim alterum mandatum
per tres annos
postulari possit
per alios tres annos tantum
quibus transactis et ipsemet eligi nequeat
« nisi ab officio saltem per tres annos vacaverit » (SG art. 175)
Praesens Decretum vim suam obtinebit a
die 2 mensis Februarii an. 2006
Datum Romae,
ex Aedibus Curiae Generalis Ordinis
Die 27 Januarii an. 2006
JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Minister generalis
SANDRO OVEREND RIGILLO
Secretarius generalis
Prot. n. 096471
“Schema” Relationis Finalis
1. Brevis Provinciae descriptio
Inter alia, bonum erit brevia elementa
geographica, socio-oeconomica, politica
et religiosa includere quae vitam et actuositatem Provinciae distinguunt; etiam
chartam geographicam adiungere.
2. Status personalis
Una cum compilatione appositi exemplaris, observationes circa incrementum
vel decrementum fratrum, fascias aeta
tis, numerum fratrum in activo utiles
censen dae sunt.
3. Vita fratrum
Quomodo fratres respondeant vocationi
et prioritatibus Ordinis, vitae fraternitatis, spiritui orationis et devotionis, minoritati, labori et aliis aspectibus in art. 26
«Statutorum Visitationis canonicae»
consideratis? Quomodo Capitulum locale fungatur? Libri bene curantur?
83
4. Relationes cum Familia franciscana
Scilicet cum I, II et III Ordine et cum
aliis Institutis (CG 55 ss).
5. Relationes cum aliis Consociationibus
Fratres praeter Instituta Familiae franciscanae aliisne con sociationibus curam
praestant et quomodo hoc servitium sol
vunt?
6. Munus evangelizationis
Quomodo fratres respondent vocationi
et missioni Ordinis circa evangelizationem, eius provocationes et alia ele menta in art. 27 «Statutorum Visitationis canonicae» contenta? In hoc ambitu existunt progressus et experientiae
mentione dignae?
Quomodo Provincia composuerit Secretariatum provincialem evangelizationis
et quomodo redegerit ac secuta sit Rationem evangelizationis provincialem?
Quomodo varia evangelizationis opera
inserantur in vita Provinciae?
7. Evangelizatio missionaria
Cum de argumento missionis «ad gentes» agat, Visitator animum intendere
debet ad iuvenes educandos in spiritu
missionario, ad Provinciae participationem in aliqua missione ad gentes - sive
propria sive Ordinis - ad componendam
animationem missionariam, ad actionem
Moderatoris provincialis pro evangelizatione missionaria.
8. Formatio et Studia
Relatio includere debet pastoralem vocationum, formationem initialem, formationem continuam, studiorum rationem et formationem ad ministeria secundum art. 28 «Statutorum Visitationis
canonicae». Mentio specialis reservetur
ad studiorum promotionem et ad formationem docentium et investigatorum.
Praeterea debet inquirere, num adsit, cognoscatur et applicetut Provinciae Ratio
formationis et Ratio studiorum.
9. Fratres cum particularibus qualitatibus
vel competentiis
Notari debent fratres qui praecipue suis
qualitatibus et competentiis eminent,
qui, ideoque, servitium qualificatum Ordini offerre possunt vel, tramite Ordine,
aliis Entitatibus. Exempli gratia: Visita-
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tores generales, membra commissionum
interprovincialium et internationalium,
investigatores, docentes, periti in materiis specificis. Sic perutilis est notatio iuvenum in formatione, qui particulariter
dotati sunt ad studium et investigationem.
10. Status oeconomicus Provinciae
Relatio debet pellucide exacteque ostendere administrationem oeconomicam ac
fiscalem provincialem et localem, nec
non omnem actionem maioris momenti,
quae a fratribus geritur. Inspiciendum
quoque est, quomodo in Provincia vivatur solidalitas et condivisio erga pauperes, relative ad evangelizationem, ad
alias entitates Ordinis et Ecclesiae; quomodo operetur Consilium oeconomicum
(cf. CG 246 §2).
11. Gubernium Provinciae post ultimam
Visitationem
Aestimanda est operositas et progressus
Provinciae, et in particulari:
a) servitium Ministri provincialis et Definitorii provincialis;
b) ea, quae ad decisiones et hortationes Ministri generalis attinent, contenta in litteris ad Provinciam missis post conclusionem praecedentis visitationis canonicae
et Capituli;
c) quomodo exsecutae sint decisiones ultimi Capituli provincialis.
12. Decisiones et suffragia in Capitulo
Aestimatio ex parte Visitatoris opportuna erit.
13. Consilia ad bonum Provinciae
Principaliter ea quae includi possunt in
litteris a Ministro generali, post Relatio
nem Visitatoris et celebrationem Capi
tuli et Congressus capitularis, ad Provinciam mittendis.
ANNEXUS II
«PROFESSIO FIDEI»
ET «IUSIURANDUM FIDELITATIS»
I. PROFESSIO FIDEI
(Formula deinceps adhibenda in casibus in
quibus iure praescribitur Professio fìdei)
Ego N. firma fide credo et profìteor omnia et singula quae continentur in Symbolo
fìdei, videlicet:
Credo in unum Deum Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae, visibilium
omnium et invisibilium et in unum
Dominum Iesum Christum, Filium Dei unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula, Deum de Deo, lumen de lumine, Deum
verum de Deo vero, genitum non factum,
consubstantialem Patri per quem omnia
facta sunt, qui propter nos homines et
propter nostram salutem descendit de
coelis, et incarnatus est de Spiritu sancto, ex
Maria virgine, et homo factus est; crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato, passus et sepultus est; et resurrexit tertia die secundum Scripturas, et ascendit in coelum,
sedet ad dexteram Patris, et iterum venturus
est cum gloria iudicare vivos et mortuos,
cuius regni non erit finis; et in Spiritum
sanctum Dominum et vivificantem, qui ex
Patre Filioque procedit; qui cum Patre et
Filio simul adoratur et conglorifìcatur qui
locutus est per prophetas; et unam sanctam
catholicam et apostolicam ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum, et exspecto resurrectionem mortuorum, et vitam venturi saeculi. Amen.
Firma fide quoque credo ea omnia quae
in verbo Dei scripto vel tradito continentur
et ab ecclesia sive sollemni iudicio sive ordinario et universali magisterio tamquam
divinitus revelata credendo proponuntur.
Firmiter etiam amplector ac retineo omnia
et singula quae circa doctrinam de fide vel
moribus ab eadem definitive proponuntur.
Insuper religioso voluntatis et intellectus
obsequio doctrinis adhaereo quas sive romanus pontifex sive collegium episcoporum enuntiant cum magisterium authenticum exercent etsi non definitivo actu easdem proclamare intendant.
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II. IUSIURANDUM FIDELITATIS IN SUSCIPIENDO OFFICIO NOMINE ECCLESIAE EXERCENDO
(Formula adhibenda iuxta can. 833)
Ego N. in suscipiendo officio... promitto
me cum catholica ecclesia communionem
semper servaturum, sive verbis a me prolatis, sive mea agendi ratione.
Magna cum diligentia et fidelitate onera
explebo quibus teneor erga ecclesiam, tum
universam, tum particularem, in qua ad
meum servitium, secundum iuris praescripta, exercendum vocatus sum.
In munere meo ademplendo, quod ecclesiae nomine mihi commissum est, fìdei depositum integrum servabo, fideliter tradam
et illustrabo; quascumque igitur doctrinas
iisdem contrarias devitabo.
Disciplinam cunctae ecclesiae communem sequar et fovebo observantiamque
cunctarum legum ecclesiasticarum, earum
imprimis quae in Codice iuris canonici continentur, servabo.
Christiana oboedientia prosequar quae
sacri pastores, tamquam authentici fìdei
doctores et magistri declarant aut tamquam
ecclesiae rectores statuunt, atque episcopis
dioecesanis fideliter auxilium dabo, ut actio
apostolica, nomine et mandato ecclesiae exercenda, in eiusdem ecclesiae communione
peragatur.
Sic me Deus adiuvet et sancta Dei Evangelia, quae manibus meis tango.
(Variationes paragraphi quartae et quintae
formulae iurisiurandi, adhibendae a christifidelibus de quibus in can. 833, n. 8)
Disciplinam cunctae ecclesiae communem fovebo observantiamque cunctarum
legum ecclesiasticarum urgebo, earum imprimis quae in Codice iuris canonici continentur.
Christiana oboedientia prosequar quae
sacri pastores, tamquam authentici fìdei
doctores et magistri declarant, aut tamquam
ecclesiae rectores statuunt, atque cum episcopis dioecesanis libenter operam dabo, ut
actio apostolica, nomine et mandato ecclesiae exercenda, salvis indole et fine mei instituti, in eiusdem ecclesiae communione peragatur.
ABREVIATIONES
Adm
CG
CIC
EpC
EpCl
EpO
RB
RnB
RsC
SG
85
Admonitiones
Constitutiones generales
Codex Iuris Canonici
Epistula ad Custodes
Epistula ad Clericos
Epistula toti Ordini missa
Regula Bullata
Regula non Bullata
Regula S. Clarae
Statuta generalia
2. Capitulum Intermedium Prov. S.
Pauli Apostoli in Columbia
El 12 de enero de 2007, el Capítulo de
nuestra Provincia de San Pablo Apóstol, en
Colombia, celebrado en la Casa Promoción
Humana y Cristiana “Casablanca”, en Ibagué, Tolima, y presidido por SANTOS BALLESTEROS FR. EDGAR, Ministro provincial,
eligió legítimamente
para el oficio de Definidores provinciales:
ÁLVAREZ CARBONELL FR. CARLOS
EDUARDO
BEDOYA PÉREZ FR. LUIS EMILIO
CARDONA MUÑOZ FR. JORGE TULIO
JURADO BASANTE FR. FÈLIX AGOBARDO.
El Definitorio General, en su Sesión del
20 de febrero de 2007, después de examinar
las Actas auténticas, aprobó estas elecciones.
Prot. 097666 / S59-07
3. Capitulum Prov. S. Casimiri in Lithuania
In the Provincial Chapter of our
Province of “St. Casimir” in Lithuania, regularly celebrated according to the norms of
Canon Law and held on the 18th and 19th of
January 2007, in the House at Kretinga,
presided over by the Visitator General,
PUODZIUNAS BR. JOHN, the following were
elected:
for the office of Minister Provincial:
KUNGYS BR. ASTIJUS
for the office of Vicar Provincial:
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VODOPJANOVAS BR. LINAS
for the office of Provincial Definitors:
DOBROVOLSKAS BR. ANDRIUS
MIZGIRIS BR. RAMUNAS
NUMGAUDIS BR. GEDIMINAS
PESKAITIS BR. ARUNAS.
The General Definitorium, during its
session of the 20th of February 2007, carefully examined and approved the election.
Prot. 097612 / S30-07
4. Electio extra Capitulum Prov. Ss. Petri et Pauli de Michocán in Mexico
El Congreso definitorial de nuestra Provincia San Pedro y San Pablo de Michoacán, en México, en su sesión del día 19 de
enero de 2007, en la Casa Purísima Concepción, de Celaya, Gto., presidido por GÓMEZ MARTÍNEZ FR. EULALIO, Ministro Provincial, eligió fuera de Capítulo a
RAMÍREZ RAMÍREZ FR. JUAN,
para el oficio de Definidor provincial, vacante fuera de Capítulo provincial por la renuncia de su predecesor, aceptada, Rangel
Mendoza Fr. Salvador, OFM.
El Definitorio general, en su sesión del
día 20 de febrero de 2007, después de examinar el Acta auténtica, aprobó esta elección.
Prot. 097658 / S54-07
5. Capitulum Intermedium Prov. S. Mariae Reginae Sinarum in Taivania
In the Provincial Chapter of our
Province of “Our Lady, Queen of China” in
Taiwan R.O.C., regularly celebrated according to the norms of Canon Law and
held on the 11th of January 2007, in the
Provincial House, presided over by the
Minister Provincial, KAO BR. THADDEUS,
the following were elected
for the office of Provincial Definitors:
HUANG BR. JOHN BAPTIST
LIN BR. BONAVENTURE
TUNG BR. BONAVENTURA
WONG BR. PLACID.
The General Definitorium, during its
session of the 20th of February 2007, carefully examined and approved the election.
Prot. 097647 / S51-07
6. Capitulum Prov. S. Petri Baptistae in
Philippinis
In the Provincial Chapter of our
Province of “San Pedro Bautista” in the
Philippines, regularly celebrated according
to the norms of Canon Law and held on the
16th of February 2007, in the House of the
Inter Franciscan Formation Center in Paenaan, Baras, Rizal, presided over by the
Visitator General, MASCARENHAS BR.
LOUIS, the following were elected,
for the office of Vicar Provincial:
GUTAY BR. JOSÉ FEMILOU
for the office of Provincial Definitors:
ALMAZAN BR. CIELITO
CUI BR. PABLO
REDOBLADO BR. LINO GREGORIO
SULSE BR. JOEL.
The General Definitorium, during its
session of the 13th of March 2007, carefully
examined and approved the election.
Prot. 097680 / S64-07
7. Cust. «Immculatae Conceptionis
BMV» in Madagascaria erectio
Frère Sébastien Unsner, Ministre provincial de la Province saint François en
Afrique, Madagascar et Maurice, dans sa
lettre du 8 février 2007, a présenté au Définitoire général la décision et la requête du
dernier Chapitre provincial de la dite Province (Nairobi, 17-25 juillet 2006, sous la
Présidence du Visiteur général Williams Fr.
Peter) de créer sur le territoire de cette Province une Custodie dépendant de la Province de saint François. Dans la même lettre, il
a présenté également la proposition de nouveaux Supérieurs pour cette Custodie:
pour l’Office de Custode:
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E SECRETARIA GENERALI
RAONIZAMPENOARIVO FR. PASCAL
POUR L’OFFICE DE CONSEILLERS:
HAROSOLONDRABE FR. JACQUES ÉTIENNE
RAKOTOARISON FR. ROBERT ALAIN
RASOLONJANAHARY FR. JEAN PIERRE
TABARELLI FR. LANFRANCO.
Le Définitoire Général, lors de sa session définitoriale du 13 mars 2007 a examiné la requête envoyée à la Curie, et a décidé
de créer la nouvelle entité dépendant de la
Province de saint François en Afrique, Madagascar et Maurice, lui concédant la dénomination de: Custodie «Immaculée
Conception de la BVM» a Madagascar.
Le Définitoire a aussi approuvé la proposition de nouveau gouvernement. Par
conséquent, en vertu de ce Décret, Je
confirme le premier gouvernement de la
nouvelle Custodie, et Je retiens cette élection comme effective, à partir du 8 avril
2007, c’est à dire, le dimanche de la Résurrection de notre Seigneur Jésus-Christ.
Rome, Curie de l’Ordre des Frères Mineurs,
ce 19 mars 2007 Solennité de saint Joseph,
Époux de la Vierge Mari
FR. JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO, OFM
Ministre général
FRÈRE SEÁN COLLINS, OFM
Secrétaire général
Prot. 097695 / M30 - 07
8. Capitulum Prov. Assumptionis BMV
in Brasilia
Los días 10 y 11 de enero de 2007, en el
Capítulo de nuestra Provincia de la Asunción de Nuestra Señora, en Brasil, celebrado regularmente según las disposiciones del
Derecho en Bacabal/MA, bajo la Presidencia de COSTA FR. MÁRCIO LUÍS, Visitador
General, fueron elegidos,
para el Oficio de Ministro Provincial:
MUNIZ ALVES FR. JOÃO,
para el Oficio de Vicario Provincial:
BORGES FILHO FR. WALDEMAR
para el Oficio de Definidores Provinciales:
SA
87
BRANDÃO NETO FR. BERNARDO DE SOU-
DIMON FR. EVALDO
NUNES LOPEZ FR. ZACARIAS
PACHÊCO RAMOS FR. ANTÔNIO.
El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 21 de marzo de 2007, después de
examinar atentamente las Actas de Elecciones, las aprobó.
Prot. 097736/S89-07
9. Prov. S. Thomae Apostoli in India nova ordinatio
At its meeting on 15th March, 2007, the
General Definitory took the following decisions concerning the Restructuring of the
Province of India:
1. A Dependent Custody will be established in November 2008 from territory
separated from the present Province of
India, in the States of Maharashtra, Chattisgarh and Jharkhand (and will include
the land in Madhya Pradesh and any fraternity that may be established in Orissa).
2. The Provincial Administration, with the
help of its expert committees and under
the guidance of the Delegate General,
will examine the steps necessary for this
to come about, with regard to personnel,
financial resources and other relevant
matters. They are asked to report to the
General Definitory on their progress.
3. The General Definitory, in accordance
with the law of the Order for new entities, will elect the first Custos and his
Council. The Administration is asked to
conduct a consultation in due course,
and forward the results to the Curia
through the General Delegate.
4. The Mission in Assam will at the same
time be established as a Foundation dependent on the Province of St. Thomas
the Apostle.
5. The Provincial Administration should,
after consultation, send suggestions to
the Minister General for the Name of the
new Custody.
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Details of the formal erection of the new
Custody and Foundation and of the installation of the first Government of the Custody
will be arranged in due course through the
General Delegate.
Given in Rome, in our Friary of Mary
Mediatrix of All Graces, on the 26th day of
March, 2007, the Solemnity of the Annunciation of the Lord.
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister General
BR. SEÁN COLLINS, OFM
General Secretary
Prot. N. 097569
10. Capitulum Prov. ss. Martyrum Marochiensium in Portugallia
El 12 de abril de 2007, en el Capítulo
provincial de nuestra Provincia de los Santos Mártires de Marruecos, en Portugal, celebrado regularmente según las disposiciones del Derecho en el Convento de Montariol, Braga, bajo la Presidencia del Visitador
General, PÉREZ SIMÓN FR. LUIS, fue elegido,
para el Oficio de Ministro Provincial:
MELÍCIAS LOPES FR. VÍTOR JOSÉ.
El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 14 de abril de 2007, tras un minucioso examen de las Actas aprobó dicha
elección.
Prot. 097842/S147-07
11. Visitatores generales
– RODRÍGUEZ CARBALLO FR. JOSÉ, Minister generalis, pro Frat. Curiae generalis,
Roma/Italia (Comunicazione del Segretario generale, Fr. Seán Collins:
11.01.2007; prot. n. 097555).
– BRAVI FR. FRANCESCO, Vicarius generalis, pro Frat. Collegii Poenitentiariorum
Basilicae S. Ioannis in Laterano, Città
del Vaticano, dep. a Ministro generali:
10.01.2007; prot. 097558.
– BRAVI FR. FRANCESCO, Vicarius generalis, pro Frat. Collegii Internationalis “Fr.
Gabriele
Allegra”,
Roma/Italia:
10.01.2007; prot. n. 097557 (09/07).
– MCGINN FR. FINIAN, Definitor generalis,
pro Frat. Secretariatus pro Missionibus,
Waterford (USA): 10.01.2007; prot.
097562.
– FAVRETTO FR. MARIO, Definitor generalis, pro Frat. Collegii Internationalis S.
Antonii
Patavini,
Roma/Italia:
10.01.2007; prot. n. 097556 (08/07).
– VÁRNAI FR. JAKAB, Definitor generalis,
pro Frat. “Notre Dame des Nations”,
Bruxelles/Belgio: 10.01.2007; prot. n.
097561.
– VALLECILLO FR. MIGUEL, Definitor generalis, pro Frat. “S. Mariae Draperis”,
Istanbul/Turchia: 10.01.2007; prot. n.
097560.
– FUSARELLI FR. MASSIMO, Secretarius generalis pro Formatione et Studiis, pro
Frat. Collegii Internationalis S. Bonaventurae, Grottaferrata/Italia, dep. a Ministro generali: 10.01.2007; prot. n.
097559 (10/07).
– BROPHY FR. ADREW, Prov. Assumptionis
BMV, USA, pro Prov. S. Ioannis Baptistae,
USA:
08.01.2007;
prot.
097460/558-S06.
– MCCORMACK FR. AUSTIN, Prov. Immaculatae Conceptionis, in Britannia Magna, pro Prov. S. Pauli Apostoli, in Melita: 19.03.2007; prot. n. 097617/S3407.
– DI STEFANO FR. DAMIANO, Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, in Italia,
pro Prov. Lyciensi Assumptionis BMV,
in Italia: 19.03.2007; prot. n.
097631/S40-07.
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E SECRETARIA GENERALI
– JASPER FR. FRANK, Prov. S. Ioannis Baptistae, USA, pro Prov. Ss. Cordis Iesu,
USA: 19.03.2007; prot. n. 097739/S9207.
– COSTA FR. MÁRCIO LUÍS, Cust. Aut. Nostrae Dominae Septem Gaudiorum, in
Brasilia, pro Prov. S. Fidei, in Columbia:
22.03.2007; prot. n. 097552/S8-07.
– MOORE FR. GERARDO, Prov. Dominae
Nostrae de Guadalupe, in America centrale et Panama, pro Prov. S. Evangelii,
in Mexico:22.03.2007; prot. n.
097624/S38-07.
– ZÁN FR. PETER, Prov. Ss. Salvatoris, in
Slovachia, pro Fund. S. Francisci, in
Russia/Cazastania: 22.03.2007; prot. n.
097799.
12. Notitiae particulares
1. Nuova Fondazione
Con Decreto del 16 gennaio 2007, Prot.
n. 097597, Il Ministro generale ha eretto la
Fondazione “S. Francisci Assisiensis” in
Sudan, a partire dal luglio 2007.
2. Delegato generale
Con Decreto dell’11.01.2007, prot. n.
097442/536-S06, RICCIO FR. ANTONIO, della Prov. Samnito-Hirpinae S. Mariae Gratiarum, è stato eletto Delegato generale al
Capitolo provinciale della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, in Italia, da celebrarsi entro il 2007.
3. Fond. della Prov. S. Croce negli USA
Il Definitorio generale, nella Sesssione
del 13 marzo 2007, ha sanato il vuoto giuridico della Fondazione negli USA, dipendente dalla Provincia S. Croce in Solvenia
(15.03.2007; prot. n. 097632/S41-07).
4. Custodie
89
– Con Decreto del 19 marzo 2007, prot. n.
097695/M30-07, il Ministro generale,
Fr. José R. Carballo, ha eretto la nuova
Custodia, Immaculatae Conceptionis
BMV, in Madagascar, dipendente dalla
Prov. S. Francisci in Africa (Kenia) et
Madagascaria (P106). Il Decreto è entrato in vigore l’8 aprile 2007.
– Con decreto del 26 marzo 2007, prot. n.
097816/124-07, il Ministro generale, Fr.
José R. Carballo, ha eretto la nuova Custodia, S. Antonii Patavini, nelle Filippine, dipendente dalla Prov. S. Petri Baptistae in Philippinis (P075). Il Decreto entrerà in vigore il 13 giugno 2007.
– La Custodia “San José del Amazonas”,
Perù, dependente dalla Prov. S. Ioseph
Sponsi BMV (P096), Canada, dal 21
febbraio 2007 dipende dalla Prov. S.
Francisci Solano (P073), in Perù
(26.03.2007; prot. n. 097768/S103-97).
5. Casa dipendente dal Ministro generale
Con Decreto del 19 marzo 2007, prot. n.
097792/S-07, il Ministro generale, Fr. José
R. Carballo, ha eretto la Fraternità Missionaria Europea, S, Francisci, in Palestrina
(Roma), dipendente dal Ministro generale.
6. Commissioni
– Il Definitorio generale, nella Sessione
del 21 marzo 2007, ha nominato una
Commissione per preparare l’Incontro
delle Presidenti delle federazioni delle
Clarisse. La Commissione è così composta: Baisas Fr. Bienvenido (Prov. S. Petri
Baptistae, Filippine), Urrestarazu Fr. Javier Unanue (Prov. Franciscanae de
Arantzazu, Spagna), Rosati Fr. Giancarlo (Prov. Seraphicae S. Francisci Assisiensis, Italia), Short Fr. William (Prov.
S. Barbarae, USA). La Commisione è
coordinata da Blanco Pérez Fr. Rafael e
Kuzhiparambil Fr. Joy Prakash dell’Ufficio “Pro Monialibus” (22.03.2007;
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prot. n. 097802).
– Il Definitorio generale, nella Sessione
del 21 marzo 2007, ha nominato una
Commissione per praparare l’Incontro
delle Presidenti delle Federazioni delle
Concezioniste Francescane di santa Beatrice de Silva. La commissione è così
compotsa: Schneider Fr. Herbert
(Prov.Coloniae Trium Regum, Germa-
nia), Agrelo Martínez Fr. Santiago (Prov.
S. Iacobi a Compostela, Spagna),
González Arango Fr. Enrique (Prov. S.
Pauli Apostoli, Colombia). La Commisione è coordinata da Blanco Pérez Fr.
Rafael e Kuzhiparambil Fr. Joy Prakash
dell’Ufficio
“Pro
Monialibus”
(22.03.2007; prot. n. 097803).
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1. Apertura del Noviciado Interprovincial de la Conferencia del Cono Sur
Tafí del Valle, Argentina, 6 de enero 2007
El día de la Epifanía, 6 de enero del
2007, fue indudablemente un día especial
para las Entidades del Cono Sur, al inaugurar el Nuevo Noviciado Interprovincial e
Internacional en la casa de Tafí del Valle
(Argentina). Este significativo paso de colaboración se pudo realizar después de un
largo camino de diálogo y de estudio entre
las tres Provincias de Argentina, la Provincia de Chile y la Custodia de Paraguay.
La Fraternidad local está compuesta por
cuatro hermanos, provenientes de las cuatro
Provincias de la Conferencia y doce Novicios (seis de Chile, cinco de Argentina, y
uno de Paraguay). Desde octubre del 2006
la Fraternidad comenzó su camino, con un
verdadero y propio tiempo de Postulantado
común, durante el cual el grupo pudo conocerse e integrarse mejor.
La Casa del Noviciado esta ubicada en
una localidad de montaña al Norte de Argentina, en medio de un muy vistoso paisaje. Anteriormente era una casa que usaban
un Colegio franciscano y los Hermanos de
la Provincia de la «Asunción de la B. V. M»
durante el periodo de vacaciones. Es la primera vez que una fraternidad estable habita
en ella, teniendo la posibilidad de vivir allí
una vida franciscana, y de inserirse en ese
ámbito de una forma nueva.
En los días que precedieron a la inauguración del Noviciado, los Novicios y los
Formadores de la Casa tuvieron encuentros
formativos con Fr. Massimo Fusarelli, Secretario general para la Formación y los Estudios. En los diálogos que compartieron se
detuvieron especialmente en el tema de la
identidad del Noviciado en el actual plan
formativo de la Orden, el acompañamiento
personalizado en la Ratio Formationis
Franciscana, los valores y la práctica de la
fraternidad formativa.
El cinco de enero tuvieron un encuentro
los Ministros Provinciales y el Custodio,
con la Fraternidad Formativa, siempre con
Fr. Massimo Fusarelli. El diálogo, el intercambio de experiencias interprovinciales
que está comenzando, la clarificación de los
objetivos y metodologías formativas, fueron amplios, sinceros, y ricos de promesas
para el futuro camino de colaboración.
El 6 de enero, día de la inauguración, se
comenzó con la celebración de admisión al
Noviciado de los 12 Postulantes en la sala
de la Fraternidad, ante la Presencia de los
Ministros y el Custodio, bajo la presidencia
del Presidente de la Conferencia, Fr. Ramiro de la Serna. Una liturgia simple de la Palabra, en la que lógicamente no faltó un texto franciscano, constituyó el marco en el
cual los doce jóvenes pidieron ser admitidos a la Fraternidad para vivir el año de
prueba. Cada Ministro entregó el libro de
los Evangelios a los neo-novicios, para que
inicien con nosotros a «osar vivir el evangelio», en este segundo año de camino hacia la celebración del VIII. Centenario de
fundación de la Orden.
Todos los hermanos se dirigieron posteriormente en procesión hacia la Capilla, llevando el Crucifijo de San Damián y cantando, para disponerse así a la celebración Eucarística de la Epifanía del Señor. Fr.
Massimo Fusarelli presidió la celebración,
y Fr. Ramiro predicó. En la homilía se subrayó el estilo de pobreza y minoridad de la
revelación de Dios, que como Hermanos
Menores no podemos más que seguir fielmente.
Este feliz inicio es un importante estímulo y un símbolo de la colaboración de los
Hermanos Menores del Cono Sur, para que
la presencia y el testimonio de la Orden en
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aquellas inmensas regiones de América del
Sur puedan crecer y cualificarse siempre
más, ante los desafíos de una sociedad que
cambia rápidamente.
2. Conferimento del dottorato honoris
causa a Fr. Cesare Cenci
Roma, PUA, 16 gennaio 2007
Carissimo Fr. Cesare Cenci, gentili autorità accademiche e officiali, cari studenti,
signore e signori, il Signore vi dia pace!
Nel formulare il più cordiale benvenuto
a tutti voi, oggi qui presenti per rendere
omaggio al caro Fr. Cesare, in occasione del
conferimento della Laurea Honoris Causa
da parte della Facoltà di Teologia, desidero
subito porgere a Fr. Cesare le più vive felicitazioni per la nuova laurea conseguita e,
insieme, ringraziarlo per averla accettata.
Una Laurea Honoris Causa è sempre,
nella storia di un’Università, un atto di eccezionale rilevanza accademica ed è un gesto straordinario, che, in questa circostanza,
intende riconoscere e premiare il prestigioso contributo di un grande uomo di scienza.
Non mi soffermerò nell’elencare gli indiscussi meriti di Fr. Cesare nella ricerca delle fonti della storia francescana, perché sono noti a chiunque si sia anche solo per poco occupato di questioni francescane e lo
stesso breve Curriculum vitae, che ci ha
presentato il Magnifico Rettore, attesta, oltre ogni altra necessità, l’assoluto valore e
la rilevanza del contributo offerto da Fr. Cesare in questo settore.
Desidero qui per un attimo spingere lo
sguardo dentro l’opera di Fr. Cesare, perché
dalle preziose e dettagliate descrizioni dei
codici, dalla pubblicazione di tutti i documenti raccolti nel Bullarium Franciscanum, dai brevi, ma sempre puntuali, interventi riguardo a questioni particolari, dalla
pubblicazione di intere edizioni critiche, si
può cogliere un evidente denominatore comune, che illumina e sorregge l’imponente
lavoro compiuto fino ad oggi: la grande
passione per san Francesco e per il suo Ordine. Tutto ciò che Fr. Cesare ha pubblicato,
infatti, rende chiara testimonianza del suo
grande amore per san Francesco e per l’Ordine a cui appartiene. Ogni uomo che si dedica alla ricerca dovrebbe essere animato da
una simile passione, che trasforma l’uomo
di scienza, da tecnico di una disciplina, in
sapiente. È in questi casi che, come diceva
il nostro maestro Bonaventura, il sapere acquista sapore, la scienza si fa sapida, la ricerca diventa affascinante. È questa passione che spinge a continuare a sfogliare documenti anno dopo anno, a non considerare
mai terminato il lavoro, perché sempre uno
nuovo bussa alla porta e chiede di essere
portato a termine.
È, dunque, doveroso dire oggi grazie a
Fr. Cesare, perché non ha tenuto per sé questa passione, ma l’ha voluta esprimere, mettendola a servizio di tutti. Il suo infaticabile
lavoro, infatti, ha gettato molta luce sulla
storia dell’Ordine dei Frati Minori e, più in
generale, del movimento francescano, aiutando il francescanesimo ad uscire dalle pastoie di tanti luoghi comuni, da cui era stato
ricoperto spesso proprio a causa dell’ignoranza. Anche per merito del lavoro di Fr.
Cesare siamo invece potuti tornare ad una
verità del francescanesimo forse meno poetica, meno oleografica, ma certamente più
aderente alla realtà.
Credo che tutto questo sia parte integrante di un modo propriamente francescano di comprendere lo studio. Come dicevo
nella lettera Il sapore della parola, c’è una
dimensione profonda di espropriazione nell’attività dello studioso, «una profonda affinità tra la povertà francescana e l’umiltà di
una ricerca disinteressata della verità, in
continuità con la determinazione effettiva
di non appropriarsi di nulla e di restare umili. Lo studio e la ricerca sono espropriazione permanente del sapere. Significa in un
certo senso liberarsi dalle proprie precomprensioni per accogliere la realtà nella sua
diversità e leggerla criticamente» (3.1a).
A questo proposito la nostra mente va
grata anche all’opera di tutti i Frati che, fin
dall’inizio, hanno lavorato come e con Fr.
Cesare Cenci nel Collegio Internazionale di
San Bonaventura, prima a Quaracchi e ora
a Grottaferrata. Una felice e coraggiosa intuizione dell’allora Ministro generale, Fr.
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Bernardino da Portogruaro, che nel 1877
istituì un centro di studi dove i Frati potessero dedicarsi interamente allo studio e alla
ricerca. Il conferimento dell’odierna onorificenza credo sia anche un ulteriore attestato di riconoscenza a tutti questi nostri Fratelli che nel passato, come nel presente,
hanno dedicato, e dedicano, la loro vita a
questo prezioso servizio per l’Ordine dei
Frati Minori.
Ma proprio in questa sede vorrei accennare ad un altro aspetto, forse più nascosto
ma non meno decisivo, per comprendere
l’opera di Fr. Cesare: la disciplina. La vita
dello studioso, infatti, porta frutti nella misura in cui si accettano il sacrificio e la fatica. Sono aspetti che forse oggi sono un po’
fuori moda e dei quali si parla poco volentieri, ma continuano ad essere imprescindibili per la riuscita di un lavoro serio, che
porti qualcosa di veramente nuovo nel mondo scientifico. Non è un caso che nella tradizione biblica sapienziale la disciplina è
spesso affiancata alla sapienza e alla scienza, perché l’una non può esistere senza l’altra, così «chi ama la disciplina ama la scienza» (Pr 12,1), mentre «chi disprezza la disciplina e la sapienza è infelice. Vana la loro
speranza e le loro fatiche senza frutto, inutili le loro opere» (Sap 3,11). Così non si
può dire del nostro Fr. Cesare, che, anche
grazie ad una ferrea disciplina ha saputo
con pazienza e, direi, tenacia, saper attendere sempre, come il biblico agricoltore,
che il frutto del lavoro fosse ben maturo prima di coglierlo.
Ma è passando per questa fatica che si
giunge al gaudium de veritate, alla gioia
che accompagna il termine della ricerca,
che finalmente appaga quel desiderio per il
quale tanto si era sacrificato. E la gioia è
l’ultimo tratto che mi sembra di riconoscere dietro il lavoro di questo nostro caro
Maestro e Fratello. Una nota conclusiva che
mi sembra connotare ancor più francescanamente tutto il suo lavoro. Il saper sorridere di se stessi, di ciò che si fa, il saper fare
con gusto dell’ironia, restituisce quella letizia, che rende dolce anche ciò che era sembrato amaro.
Vorrei augurare che in questa Università,
così come nell’Ordine dei Frati Minori,
possano esserci molti che prendono esempio da Fr. Cesare Cenci, non solo nel continuare ad approfondire il settore di cui lui si
è occupato, ma anche nel coltivare quello
spirito che l’ha animato e sostenuto in tutti
questi anni. Se, infatti, gli studi su Francesco d’Assisi hanno fatto passi da gigante in
questi ultimi decenni, resta ancora molto da
fare per approfondire, e spesso ricostruire,
la storia dell’Ordine che da lui ha avuto origine.
Da ultimo vi esprimo la mia personale
soddisfazione nel dare questa onorificenza
a Fr. Cesare, perché mentre l’Ordine dei
Frati Minori si appresta a celebrare l’VIII
Centenario della propria fondazione ed è
impegnato in una riscoperta delle proprie
origini, il conferimento di questo Dottorato
è per tutti anche un chiaro segno che un tale cammino di rinnovamento è possibile solo passando attraverso un serio studio della
propria storia e del proprio passato e, più in
generale, attraverso un intenso impegno
non solo alla ricerca di nuove esperienze
pastorali, ma anche di nuove idee che possano illuminare il nostro futuro cammino.
Per questo ora con gioia do lettura dell’atto di conferimento del Dottorato Honoris Causa in Teologia a Fr. Cesare Cenci.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale e Gran Cancelliere
3. The XI International Council for Formation and Studies
Nairobi (Kenya), 5-15.02.2007
1. Message of the Minister General
Rome, 16.01.2007
Dear Brother Secretaries for Formation
and Studies of the Conferences of the Order,
May the Lord give you peace!
I join you in Nairobi through this simple
letter as you begin the International Council for Formation and Studies, an event
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which permits you to meet and to take a
bearing on the situation of formation in the
Order by sharing the progress of each Conference and identifying together the elements on which it is necessary to pause and
work.
I hope, first of all, that the time you are
getting ready to pass in Nairobi – in the
complex and rich African reality – will be
positive and rich in results, besides constituting a sign of your care and closeness to
the Friars who live and work on that Continent. Right from the start, I wish to thank in
particular the Province of “St. Francis” of
Africa, Madagascar and Mauritius for the
welcome it has generously given to you.
According to the indications of the Secretary General for Formation and Studies,
which the General Definitory has accepted,
the following topic will be at the centre of
this XI Council: Ongoing Formation today:
the person at the centre of the journey of a
Fraternity-on-mission. In this way the
Council itself represents the second stage of
preparation for the International Congress
of the Moderators of Ongoing Formation,
which will be held in St. Mary of the Angels
in October next. I believe that this appointment is very important for the entire Order.
We are becoming, in fact, ever more aware
of the vital importance of ongoing formation to our present and, therefore, to the future of our form of life itself.
The present is marked by multiple phenomenon, not always reducible to a single
and harmonic reading. We are living in
complex times and the impressive speed of
changes going on seems not to allow us to
make a complete synthesis that will last a
long time. This is clearly valid also for the
consecrated life and calls on us to be very
attentive to the signs of the times and to the
grace of the day we are living, in the light of
the Gospel and of our charism. Living our
present intensely and with wisdom, looking
at both its lights and shadows, we are
spurred to give due value to the dynamic
process of ongoing formation, which is
nothing other than the process of continuous conversion which constitutes the very
heart of the life and rule of the Friars Minor.
Rather than being activities and initiatives, no matter how brilliant, ongoing formation wishes to accompany us precisely in
an itinerary of faithful creativity and renewed effort in accepting the gift of our vocation and in living it today. This is why it
seems particularly important to me that
your Council and Congress are being held
during this year dedicated to the Gospel
within the framework of the process of
preparation for the celebration of the grace
of our origins. Listening to and living the
Gospel in all its naked and disconcerting
beauty is what we wish to confirm during
this period of change, in which we have the
good fortune to respond to our vocation.
Our times are, therefore, beautiful and rich
in possibilities!
Ongoing formation in its totality wishes
to help us to live, already today, the grace of
the future, which is the following of Christ
lived in our time and with the heart and
mind turned to Him, who comes in these
our times also. A more profound and conscious adherence to the Lord in faith is,
therefore, decisive today for any project of
renewal or re-foundation of our life. If we
do not set out and if we do not find agreement about this incandescent core of the experience of faith, we can say that we will
strive in vain in any work whatsoever!
Dear Brother! It is with simplicity that I
hope with all my heart that you will identify together the most urgent challenges so
that we all may be able to accept a more decisive path of conversion and, therefore, of
ongoing formation, with audacity and a
new understanding so that we will not come
to a halt in a nostalgia for the past or in the
paralysis of a present which we do not understand.
May our father and brother Francis, who
at the end of his life always began again to
listen to and to live the Gospel, accompany
your work through his blessing so that, with
Blessed Mary, the woman of faith in permanent movement, you may recognise
what the Lord is asking of us today in order
to give a more radical response to His call.
With my personal gratitude and prayerful presence, that of the Friars of the Gener-
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al Definitory and of all the Friars of the Order, may you begin this Council in the name
of the Lord!
Given in Rome, at the seat of the General Curia of the Order, on the 16th January
2007, the memorial of the proto-martyrs of
the Seraphic Order.
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister General
Prot. 097574 (13/07)
2. Relazione della Segreteria generale per
la Formazione e gli Studi
LA FORMAZIONE PERMANENTE
OGGI: LA PERSONA AL CENTRO
DEL CAMMINO DI UNA
FRATERNITÀ-IN-MISSIONE
Come di consueto la Segreteria generale per la Formazione e gli Studi offre ogni
due anni al Consiglio Internazionale una
relazione sulla situazione della formazione nell’Ordine dal suo particolare punto di
osservazione. La situazione generale è
tracciata dalle relazioni dei Segretari delle
Conferenze che danno i dati e i punti emergenti delle Conferenze. In modo del tutto
speciale in questo Consiglio abbiamo esaminato la situazione della formazione permanente, oggetto primo dei nostri lavori.
Da parte sua il Ministro generale nella sua
Relazione al recente Capitolo Generale
Straordinario del 2006 ha offerto una lettura dettagliata della formazione e degli
studi nell’Ordine (cfr. Con lucidità e audacia, V). In ascolto di queste, noi siamo
in grado di offrirvi almeno quattro punti,
che non escludono altri ma sui quali ci
sembra che si debba fermare la nostra attenzione in questo momento. Essi sono i
seguenti:
• La formazione francescana.
• La formazione alla castità consacrata per
tutti i frati, i formatori e i candidati.
• Che cosa intendiamo con “accompagnamento personalizzato” oggi nell’Ordine.
95
• Formazione all’uso dei Mass Media, con
particolare attenzione ad Internet.
1. La formazione francescana
Il Capitolo Generale Straordinario del
2006 ci ha invitato a «recuperare criticamente le grandi tradizioni filosofiche, teologiche, mistiche e artistiche del nostro patrimonio francescano, come sostegno della nostra missione di annunciare il Vangelo con le
parole e con le opere nel cuore della cultura
contemporanea» (Il Signore ci parla lungo il
cammino, Spc, 13). Questa riscoperta va
operata con attenzione al primato della vita: « la caratteristica propria del camminare francescano è quella di partire dalla vita:
la pratica è importante, come pure il mantenerci in cammino per comprendere meglio la propria vocazione. La teoria illumina la vita, ma non può mai sostituirla» (Spc
10).
Questo autorevole orientamento non fa
che confermare l’importanza vitale per il
nostro presente e nella prospettiva del futuro di approfondire in modo dinamico e
aperto la nostra identità di Frati Minori oggi tra inculturazione del carisma nei diversi
territori, lingue e culture e universalità della nostra Fraternità (Spc 38 e 49). In diverse
Entità, soprattutto le più giovani, si lamenta un radicamento debole nei punti vitali del
carisma, a causa di molteplici ragioni di ordine storico. In particolare le Entità che sono nate da missioni precedenti, si sono ritrovate più concentrate sul servizio alla
Chiesa e alla sua pastorale ordinaria che
non sullo sviluppo di altri elementi propri
del carisma. Da qui l’importanza di costruire soprattutto la Fraternità quale luogo nel
quale cercare il volto del Signore, vivere da
minori per annunciare con la vita e la parola la riconciliazione e la pace. È un cammino urgente soprattutto per offrire una formazione iniziale onesta e incisiva che inizi
realmente alla regola e alla vita dei Frati
Minori (cfr. RFF 96). Perché la speranza
possa visitare il nostro Ordine (cfr. Spc 9)
attraverso una formazione permanente e
iniziale realmente nuove, è necessario che
si dia la priorità all’approfondimento nella
vita del carisma.
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Questo cammino è possibile proprio attraverso una formazione più integrale, nella
quale la dimensione esperienziale sia più
visibile e praticata in modo organico (cfr.
RFF 45-48). Dobbiamo riconoscere che la
comunicazione di contenuti e la trasmissione di comportamenti prestabiliti è ancora
dominante in molte nostre realtà formative.
Un percorso estrinseco come questo non
conduce certamente ad una «profonda trasformazione e all’acquisizione di una nuova identità evangelica» (RFF 98), come richiesto dalla logica di ogni cammino formativo. In questo senso, per esempio,
crescono le Entità che durante il periodo
della professione semplice hanno introdotto
l’anno francescano, nel quale si insiste tanto sulla formazione pratica (il vissuto dei
valori) quanto su quella intellettuale (conoscenza della nostra tradizione). Attendiamo
anche altri itinerari che sostengano questa
integrazione (cfr. Con lucidità e audacia,
91 e 95).
Perché la formazione accompagni un
rinnovamento e un approfondimento della
dimensione propria del carisma, è necessario operare scelte decise nelle Entità in favore di una vita realmente fraterna, anche
attraverso il ridimensionamento di alcuni
ministeri o attività varie che la soffocano sino a renderla scarsamente visibile: è importante dare messaggi reali ai nostri candidati
su dove vogliamo andare, su quale Fraternità-contemplativa-in missione vogliamo
essere. Il Capitolo Generale Straordinario
ha riconosciuto che « la nostra Fraternità ha
bisogno di una cura particolare da parte nostra. È davvero una priorità per la nostra vita, soprattutto oggi in un mondo lacerato
dalla frammentazione e dalle divisioni»
(cfr. Spc 31). Spesso nelle stesse Case di
formazione iniziale è difficile riconoscere
che «al centro della vita francescana, come
appare evidente dagli scritti di Francesco e
da altri testi, c’è un’esperienza di fede in
Dio, realizzata nell’incontro personale con
Gesù Cristo» (La vocazione dell’Ordine oggi, 5) e che proprio dal dono di Dio accolto
e vissuto nasce la relazione fraterna (cfr.
CCGG 40). Dall’esperienza fondante della
fede e della crescita nelle relazioni fraterne
assumono ragion d’essere e capacità creativa gli altri elementi essenziali del carisma,
per servire l’avvento del Regno di Dio in
questo tempo.
Fa parte integrante della formazione
francescana la questione dell’identità fondativa dell’Ordine come Fraternità di uguali nella stessa vocazione. Si tratta di continuare la riflessione e l’approfondimento
dell’unica vocazione dei frati minori vissuta in stile di minorità nelle vocazioni differenti di tipo laicale e presbiterale. La questione tocca il cuore della nostra identità costitutiva ed esige cambi strutturali di
mentalità e di vita che iniziano proprio dalla formazione. Se in diverse aree dell’Ordine la questione è ormai pacifica, in altre il
cammino da fare resta lungo, soprattutto
per «offrire ai Frati laici e chierici una formazione comune che, tenendo presente le
attitudini di ciascun candidato e la diversità
dei ministeri, assicuri, realmente, la “vera
uguaglianza” tra tutti coloro che sono parte
della Fraternità» (Con lucidità e audacia,
91 e 99). Per tutti vale che solo una opzione
decisa in favore di una formazione francescana solida e organica che rinnovi realmente la nostra vita e missione e le strutture nelle quali essa si incarna ci aiuterà a fare passi decisivi in questa materia.
In stretto rapporto con la formazione
francescana troviamo la necessità di curare
la dimensione intellettuale. Sono presenti
nell’Ordine lodevoli iniziative per l’approfondimento della nostra tradizione culturale e intellettuale e alcuni Centri di Studio lavorano attivamente in questo senso.
Molte Entità fanno molti sforzi per consentire agli studenti di Filosofia e di Teologia di
integrare i loro studi con l’aspetto francescano. Lo stesso si dica per i programmi
della formazione iniziale e in alcune parti
della permanente. Nello stesso tempo si deve lamentare la scarsità di frati che sono avviati a studi superiori francescani in modo
sistematico: ci sembra che bisogna favorire
la preparazione di almeno due frati per Entità in quest’area, oltre a cercare forme di
collaborazione interprovinciale e a livello
di Conferenza. Nella sua Relazione al Capitolo Generale Straordinario il Ministro ha
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ricordato che «una maggiore conoscenza
delle Fonti Francescane ci ha portato ad avvertire la necessità e l’urgenza di una formazione specificamente francescana, che
non si limiti ad una formazione sulle nostre
origini, ma che favorisca la conoscenza della nostra tradizione carismatica, spirituale,
filosofica e teologica» (n. 91) così come si è
sviluppata nel corso di ottocento anni.
2. La formazione alla castità consacrata
per tutti i frati, i formatori e i candidati
Nel contesto della maturità umana e affettiva, che oggi sentiamo così importante
per una formazione integrale, occorre mettere l’accento sulla necessità di curare con
maggiore chiarezza e onestà la preparazione ad una castità realmente vissuta, promuovendone la conoscenza attraverso un
dialogo franco e sereno.
Questa attenzione vale innanzitutto per i
frati chiamati al servizio della formazione:
se è vero che devono essere «frati saldamente radicati nelle loro scelte vocazionali» (cfr. Con lucidità e audacia, 97), è di vitale importanza che la loro maturità umana,
affettiva, relazionale e sessuale sia in cammino di conoscenza e di crescita permanente (cfr. RFF 97), in modo da poter accompagnare gli altri in un percorso di verità e di
sereno lavoro su di sé.
La cura per la formazione ad un vissuto
casto aperto a relazioni mature chiede che
nelle Entità si possano condividere meglio i
criteri di ammissione e di discernimento
nelle varie tappe della formazione iniziale,
con la necessaria convergenza tra formatori
e Ministri. Rientra in questa materia anche
l’importanza di fare nel modo migliore possibile gli scrutini d’ammissione alla Professione Solenne e agli Ordini, che troppo
spesso sono fatti con superficialità se non
omessi: del resto ad essi deve corrispondere un reale itinerario integrale di formazione e di accompagnamento (cfr. Con lucidità
e audacia, 111-113). Inutile ricordare l’importanza di questi passaggi per la futura
perseveranza e fedeltà vocazionale (cfr.
Con lucidità e audacia, 108).
La formazione umana tocca tutti i frati e
97
quindi non può che costituire un capitolo
importante della formazione permanente, in
particolare attraverso l’educazione delle relazioni in genere e di quelle fraterne in particolare, l’attenzione ai passaggi di età e di
servizi, la vicinanza e il sostegno ai casi di
disagio psicologico e morale personale.
3. Che cosa intendiamo con “accompagnamento personalizzato” oggi nell’Ordine
Riconosciamo il cammino notevole che
abbiamo compiuto riguardo all’accompagnamento personalizzato negli ultimi anni.
La seconda edizione della RFF del 2003 ne
è un chiaro segnale e il richiamo del Capitolo Generale Straordinario una conferma autorevole: «avvertiamo l’urgenza di una formazione permanente ed iniziale che si faccia carico della struttura fondamentale della
persona e della personalizzazione della fede» (Spc 31). Se è cresciuta la consapevolezza della necessità dell’accompagnamento come mentalità e metodo di formazione,
si tratta ora di approfondirne il senso e la
pratica in tutte le aree e Conferenze dell’Ordine e di non trasformarlo in una facile formula. Al riguardo è di centrale importanza la
formazione dei formatori ad essere accompagnatori e, a loro volta, accompagnati.
Occorre altresì curare che l’accompagnamento non sia solo individuale ma che
avvenga in modo personalizzato all’interno
del contesto vitale e concreto di una Fraternità, che è tutta formativa e tutta in cammino di conversione permanente (cfr. RFF
92). Per la verità di questa affermazione si
faccia di tutto per avere nelle Case di formazione veramente almeno tre professi solenni, numero minimo per una fraternità
formativa reale (cfr. SSGG 221 §4).
Un capitolo sempre più delicato e urgente dell’accompagnamento è quello dei frati
che si trovano nei primi dieci anni di Professione solenne. Si tratta della prima tappa della formazione permanente, nella quale accompagnare in modo particolare il passaggio
dalle Case di formazione alla vita e missione
dell’Entità nelle Fraternità locali. È urgente
una maggiore presa di responsabilità verso
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questa fase delicata che vede, tra l’altro, il
numero maggiore di defezioni (cfr. RFF 93;
Con lucidità e audacia, 107. 115).
Occorre ricordare che l’accompagnamento tende ad offrire una personalizzazione dei contenuti formativi per disporre a vivere nella fedeltà la nostra vocazione, animati da un profondo slancio missionario,
dal momento che l’evangelizzazione è la ragion d’essere stessa della nostra forma di
vita. Questo legame intimo tra formazione
ed evangelizzazione in senso ampio e chiamata missionaria ad gentes va ulteriormente ribadito e coltivato perché diventi patrimonio più comunemente diffuso e accettato
da parte di tanti fratelli.
4. Formazione all’uso dei Mass Media,
con particolare attenzione ad Internet
Nella sua Lettera Apostolica Il rapido
sviluppo, Giovanni Paolo II affermava che
«il primo areopago del tempo moderno è il
mondo della comunicazione, capace di unificare l’umanità rendendola — come si suol
dire — «un villaggio globale». I mezzi di
comunicazione sociale hanno raggiunto una
tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione
per i comportamenti individuali, familiari,
sociali. Si tratta di un problema complesso,
poiché tale cultura, prima ancora che dai
contenuti, nasce dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con tecniche
e linguaggi inediti. La nostra è un’epoca di
comunicazione globale, dove tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi
devono confrontarsi. Mi limito a ricordare
la formazione della personalità e della coscienza, l’interpretazione e la strutturazione
dei legami affettivi, l’articolazione delle fasi educative e formative, l’elaborazione e la
diffusione di fenomeni culturali, lo sviluppo della vita sociale, politica ed economica» (n. 3).
Una situazione simile ci tocca ormai
molto da vicino e coinvolge sempre di più
la mentalità e la formazione dei nostri candidati e anche di molti di noi frati professi.
La formazione è chiamata a prendere chia-
ra coscienza di questa situazione, senza
esaltarla acriticamente o subirla passivamente. Si tratta invece di promuovere una
conoscenza adeguata e positiva di questo
moderno areopago, che da mezzo e strumento è ormai diventato vero e proprio
“luogo” di comunicazione e quindi anche di
annuncio: per questo si richiede un vero e
proprio cambiamento di mentalità. L’ascolto di questo segno dei nostri tempi ci chiede
una riflessione approfondita, positiva, creativa e critica.
Una riflessione approfondita perché ci è
chiesto di conoscere il mondo della comunicazione e a questo fine è senz’altro necessario avviare alcuni frati agli studi superiori in comunicazioni sociali e a collaborare con i laici nella conoscenza e nella
presenza in questo mondo. Occorre anche
pensare a come integrare i programmi di
formazione permanente e iniziale con i
contenuti propri di questo settore del sapere. Se «con prudenza e saggezza pastorale
vanno incoraggiati nella comunità ecclesiale coloro che hanno particolari doti per
operare nel mondo dei media, perché diventino professionisti capaci di dialogare
con il vasto mondo mass-mediale» (Il rapido sviluppo, 7), questo tanto più può valere per noi.
Una riflessione positiva per riconoscere
nelle comunicazioni una grande risorsa che
questo nostro tempo mette a disposizione
della promozione della persona e dell’annuncio del Vangelo. «Le nuove tecnologie,
in particolare, creano ulteriori opportunità
[...]. Si pensi, ad esempio, a come internet
non solo fornisca risorse per una maggiore
informazione, ma abitui le persone ad una
comunicazione interattiva. Molti cristiani
stanno già utilizzando in modo creativo
questo nuovo strumento, esplorandone le
potenzialità... Ma a fianco di internet vanno
utilizzati altri nuovi media e verificate tutte
le possibili valorizzazioni di strumenti tradizionali» (Il rapido sviluppo, 9).
Una riflessione creativa che ci conduca
ad imparare a valorizzare i mass media in
vari campi. Infatti, «il fenomeno attuale
delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e cul-
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turale così da essere in grado di affrontare in
modo adeguato il passaggio epocale che
stiamo vivendo» (Il rapido sviluppo, 8).
Pensiamo per esempio alla pastorale giovanile e vocazionale, tanto vitale per la nostra
comunicazione con il mondo dei giovani e
perché la nostra forma di vita sia conosciuta, apprezzata e diventi proponibile nei linguaggi di oggi.
Una riflessione critica, infine, che ci aiuti anche a prendere coscienza delle possibilità e dei rischi della rete, promuovendo una
conoscenza e condivisione dei criteri etici
di accesso e di uso della rete, soprattutto in
materia morale. A questo fine «in primo
luogo occorre una vasta opera formativa
per far sì che i media siano conosciuti e usati in modo consapevole e appropriato. I
nuovi linguaggi da loro introdotti modificano i processi di apprendimento e la qualità
delle relazioni umane, per cui senza un’adeguata formazione si corre il rischio che
essi, anziché essere al servizio delle persone, giungano a strumentalizzarle e condizionarle pesantemente. Questo vale, in modo speciale, per i giovani che manifestano
una naturale propensione alle innovazioni
tecnologiche, ed anche per questo hanno
ancor più bisogno di essere educati all’utilizzo responsabile e critico dei media» (Il
rapido sviluppo, 11). Infatti, «per i forti legami che i media hanno con l’economia, la
politica e la cultura, è necessario un sistema
di gestione che sia in grado di salvaguardare la centralità e la dignità della persona» (Il
rapido sviluppo, 10).
Non si può nascondere che senza un’educazione chiara e consapevole alla conoscenza e all’utilizzo dei media, possiamo
assistere a pesanti ricadute di ordine morale, quali fenomeni di dipendenza dagli strumenti, da internet ecc. Noi non siamo certo
estranei a queste realtà e siamo chiamati ad
affrontarle senza paura, consapevoli del
grande dono rappresentato dai media e proprio per questo motivati ad una conoscenza
profonda che formi ad un utilizzo degli stessi conforme con la dignità della persona, le
relazioni reciproche, la crescita integrale
della società, della Chiesa e della nostra fraternità.
99
5. Attività realizzate dalla SGFS nel
biennio 2005-2007
Dopo il X Consiglio Internazionale per
la formazione e gli studi, celebrato a Seoul
(Corea del Sud) nel febbraio 2005, il SGFS
ha continuato nel suo servizio di amministrazione e di animazione. Sono cresciuti i
contatti con le Entità e con i formatori delle
varie Conferenze, grazie soprattutto alle visite alle Entità, alla partecipazione agli incontri dei formatori in diverse Conferenze,
agli incontri in Curia generale. La possibilità di incontrare personalmente tanti formatori e candidati arricchisce il punto di vista della Segreteria e permette di toccare
con mano la straordinaria varietà e ricchezza delle esperienze dell’Ordine, insieme alla complessità e alle inevitabili ombre.
Tra le iniziative di animazione la maggiore nel biennio è stato il Convegno Internazionale dei Maestri di Noviziato, che ha
raccolto 72 formatori di questa tappa e che
è stato un momento molto positivo di incontro, di formazione permanente e di valutazione del Noviziato.
Il servizio del Comitato Esecutivo ha
continuato ad aiutarci in modo insostituibile, specialmente nell’ascolto di voci differenti all’interno dell’Ordine e nella preparazione di questo Consiglio e del prossimo
Convegno Internazionale dei Moderatori
della Formazione Permanente.
Il Corso per i formatori della Conferenza
d’Africa sull’accompagnamento nelle culture africane, tenuto a Johannesburg (Sud Africa) nel mese di novembre-dicembre 2006, è
stato un ottimo banco di prova per la collaborazione tra SGFS e Conferenze, in particolare nell’approfondimento di temi formativi in chiave di inculturazione. Ripeteremo
questa esperienza nel 2008 per l’Asia.
I corsi di lingua offerti all’Antonianum
sono stati un altro impegno ordinario.
Nel biennio è giunta poi a conclusione
l’ideazione e la programmazione del Master per Formatori di un anno presso la Pontificia Università Antonianum e all’interno
dell’Istituto di Spiritualità Francescana, secondo la richiesta esplicita del Capitolo Generale di Assisi del 2003. I corsi sono ini-
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ziati con 17 studenti e già diversi sono
iscritti per il prossimo anno accademico.
Buono il livello di collaborazione con i Frati Cappuccini e alcuni Istituti francescani
femminili. Auspichiamo che diventi anche
un centro di riflessione e di elaborazione
per la proposta formativa propriamente
francescana.
Molto buono anche il contributo del
Franciscan International Study Center di
Canterbury (Regno Unito), che organizza
tre trimestri per formatori di lingua inglese.
Nello stesso senso continua la qualificazione e l’adeguamento alle nuove normative europee della P.U.A., impegnata in un
esigente processo di autovalutazione e di
revisione.
La ricerca e la preparazione di nuovi
professori e ricercatori continua ad occupare anche il nostro Segretariato, insieme alla
vicinanza al cammino della P.U.A., della
Facoltà Biblica di Gerusalemme, della
Commissione Scotista e del Collegio S. Bonaventura dei Frati Editori di Quaracchi, insigni istituzioni culturali dell’Ordine che
chiedono nuovo personale ben preparato.
Il lavoro ordinario di Curia e l’amministrazione del Fondo Formazione e Studi sono l’altra parte, più nascosta ma non per
questo meno preziosa, del nostro servizio
all’Ordine, per la quale in particolare devo
esprimere particolare riconoscenza a Fr.
Alojzy Warot, Vice Segretario generale, e
da qualche mese a Fr. Dragan Nimac che ci
aiuta come assistente di Segreteria.
Al termine, esprimiamo la nostra gratitudine al Signore per il tempo di bene che ci
sta donando nel servizio ai Fratelli sparsi
nel mondo e ai Fratelli stessi per l’accoglienza benevola e anche per la pazienza dinanzi alle nostre insufficienze. Tutti ci conduca il Signore a vivere oggi con passione e
occhi ben aperti il dono della comune vocazione e missione.
Roma, 18 gennaio 2007
FR. MASSIMO FUSARELLI, OFM
Segretario generale
per la Formazione egli Studi
3. Chronicle
The XI International Council for Formation and Studies began in Nairobi on the 6th
February with the opening Eucharist celebrated by Br. Sebastian Unsner, Minister
Provincial of the Province of “St. Francis”
in Africa, Madagascar and Mauritius.
Present were the 12 delegates of the
Conferences, who arrived during the preceding days and were received by the Friars
of the Province, the Friars of the General
Secretariat for Formation and Studies, Br.
Nestor I. Schwerz, Secretary General for
Evangelisation, as a guest, the two translators, some Friars of the host Province and
Br. Gianfrancesco Sisto of the same
Province, who was responsible for the organisation. During his homily, Br. Sebastian invited all to enter into the evangelical
spirit of authenticity and of truth in our
speaking and acting so as to have a fruitful
mission in the present-day world.
Following the Eucharist, the Council began its work with the reading of the message
of the Minister General and the greeting of
welcome by the Minister Provincial. Br.
Massimo Fusarelli then passed on to present
the story of the preparation, the objectives,
the means and the methodology of the Council. A presentation by a Kenyan Spiritan
priest in the afternoon helped the members of
the Council to situate themselves within the
ecclesiastical and social situation of presentday Kenya and Africa, thanks also to a lively
exchange and dialogue. Br. Alojzy Warot,
Vice-Secretary General for Formation and
Studies, then presented the data on the state
of Ongoing Formation in the Order, which
had been gathered from the replies to the
questionnaire sent out to all the Entities. It
was a reading of lights and shadows, from
which, however, the work being carried out
by us in this area and the new things that are
happening emerged (cf. Instrumentum Laboris).
There was the demanding presentation of
Br. Juan M. Ilarduia on Wednesday the 7th.
The work in groups gave a start to our
labours, directed towards producing a draft
of the Instrumentum Laboris for the II Inter-
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national Congress for Moderators of Ongoing Formation, which will take place in St.
Mary of the Angels from the 13th to 28th October 2007. The intervention of Br. Nestor
Schwerz, in the morning of the 8th, and that
of Br. Joe Rozansky, Animator General of
JPIC, helped to place ongoing formation at
the heart of our life and mission.
There was a guided tour of a very poor
slum, where a Capuchin Friar and one of
our Friars work, in the afternoon of the 8th.
This allowed us to see something of the
scandalous inequality and injustice present
in a great city like Nairobi. The Council
continued in its effort to elaborate and
redact its document in a good fraternal atmosphere, supported by the great welcome
of the Dimesse Sisters, and the commitment
to find questions and some new ways to respond to the challenge of constant conversion and transformation of the person of the
Friar Minor and of the fraternity in which
he lives.
We visited the National Park of Lake
Nakuru on Sunday 11th February. The encounter with and contemplation of the natural beauty of this corner of Africa really refreshed us, despite the rigours of the journey. It allowed us, however, to experience
in the flesh the difficulty of travel on the
continent and to see villages and people that
are bigger than life!
The second part of the Council began
with a morning of reflection and prayer,
opened by Br. Alojzy Warot, who, speaking
of the inculturation of franciscan life and
formation helped us to summarise what we
had already done during the first few days.
The Eucharist on this day was celebrated by
Msgr. Raphael Ndingi, Metropolitan Archbishop of Nairobi, who addressed a kind
and heartfelt exhortation to us to know and
esteem Africa, as well as to make ourselves
available to work for it and in it. He stayed
with us for supper and for a fraternal moment of recreation.
The next two days were spend listening to
the reports of each Conference, which
opened up our horizons through the variety of
experiences found in the Order. The listening
to each delegate of the Conferences was fol-
101
lowing by a rich and stimulating debate. A
small Commission drew up a draft of the Instrumentum Laboris, which was then presented to the Council. Following its approval
in principle there was further revision and
deepening in a plenary session of the Council. The draft was later revised, completed
and approved for presentation to the General
Definitory. The Instrumentum Laboris will
be sent to the Moderators for Ongoing Formation as a preparation for the Congress.
The election of the Executive Committee for the next two-year period, 20072009, then took place. This service was entrusted to Br. Guillermo Lancaster Jones,
from the Conference of Mexico, Central
America and the Caribbean, Br. Tom West
from the English-speaking Conference and
Br. Vincent Zungu, from the African Conference. The whole Council wished the
Committee well. It then met immediately
with the Friars of the General Secretariat for
Formation and Studies.
The Council closed with a Eucharistic
Celebration presided by the Secretary General. It was an occasion to thank the Lord
for the gift of this XI International Council,
which met in Africa for the first time. The
lunch offered by the Fraternity of the
Provincial Curia in Nairobi allowed us to
greet and thank the Friars of the Province of
“St. Francis” for their discrete and delightful reception.
To the praise of Christ and of His servant
Francis!
THE CHRONICLER
4. Visita alle Province OFM in Slovacchia e nella Rep. Ceca
Nei giorni 11-15 aprile 2007 il Segretario generale per la Formazione e gli Studi,
Fr. Massimo Fusarelli, ha visitato le realtà
formative della Provincia del “SS. Salvatore” di Slovacchia e di quella di “S. Venceslao” nella Repubblica Ceca.
In particolare è stato significativo l’incontro con il Definitorio e il Segretariato
provinciale per la Formazione e gli Studi di
Slovacchia, per un confronto approfondito
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sulle scelte di fondo in questa area e sulla
pratica formativa ordinaria.
L’incontro con i Formatori e i Candidati
nelle rispettive Case di formazione è stata
un’occasione preziosa per conoscere la
realtà di una Provincia che dal 1989 in poi
ha potuto riprendere la sua vita normale e
accogliere un buon numero di Candidati.
Nel Postulato di Trsena, situato nel nord
della Slovacchia in una Casa ben inserita
nel contesto cittadino ed ecclesiale locale,
ci sono attualmente 3 Postulanti. Il Noviziato di Trnava, che si trova in una Casa storica della Provincia, ha 4 Novizi, mentre nel
Post Noviziato a Bratislava ci sono 18 Professi temporanei e 7 Frati in preparazione ai
Ministeri ordinati. Gli studenti frequentano
lo Studio dei Religiosi, tenuto dai Gesuiti
proprio accanto alla nostra Casa.
Nella Slovacchia la situazione della
Chiesa e della Vita religiosa è ancora relativamente buona, grazie all’attaccamento alla tradizione del paese e alla fede dei padri.
Non mancano certamente di farsi sentire i
segni di una progressiva influenza dell’occidente, che è accelerata dall’ingresso nell’Unione europea. Certamente questa situazione chiede fin da ora di saper vivere in un
contesto che cambia notevolmente e presenta nuove sfide.
La Provincia Ceca ha attualmente solo 4
Professi temporanei, che vivono nella Casa
di Praga, proprio nel centro storico di questa città così bella e ricca di storia e di arte.
La situazione di diffusa secolarizzazione
del paese e del diminuito numero di cattolici rende la situazione vocazionale di tutti
molto precaria. I nostri Frati hanno mantenuto la vita francescana clandestinamente
sotto il regime comunista e ora si trovano ad
affrontare sfide di nuovo genere.
FR. MASSIMO FUSARELLI
5. Notitiae particulares
1. Pontificia Università Antonianum
• Prot. 096968 (191/06). Con lettera del 1
dicembre 2006 (Prot. N. N. 1174/89) il
Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha comunicato al Ministro generale e Gran Cancelliere della
P.U.A. di aver proceduto al rinnovo ad
aliud quinquennium all’incorporazione
dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum e, in pari tempo del concomitante
rinnovo degli Statuti del succitato Istituto, sanando il difetto di approvazione dal
27 ottobre 2006 sino ad oggi.
• Prot. 096922 (172/06). Previo Nihil Obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica, in data 16 gennaio, nel
corso di un solenne atto accademico
presso la Pontificia Università Antonianum, è stato conferito a FR. CESARE CENCI, OFM – membro della Provincia Veneta di “S. Antonio di Padova” e ormai
da molti anni al servizio del Collegio “S.
Bonaventura” di Quaracchi – il Dottorato honoris causa in Teologia, in ragione
dei molti meriti acquisiti nella ricerca e
nella pubblicazione di testi propri della
tradizione intellettuale e manoscritta
francescana.
• Prot. 097625 (26/07). Con Decreto del
30 gennaio 2007, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Aggiunto
nella Facoltà di Teologia della Pontificia
Università Antonianum per un altro
triennio a FR. MARTÍN CARBAJO NUÑEZ,
OFM, membro della Provincia di “S.
Giacomo di Compostella” (Spagna).
• Prot. 097583 (17/07). Il Rettore Magnifico della P.U.A., con Lettera del 15 gennaio 2007, informa il Ministro generale
e Gran Cancelliere della firma, in data 20
febbraio 2007, di un accordo di collaborazione tra la medesima Università e la
Philosophische Theologische Hochschule-Institut für Spiritualität di Münster (Germania Federale).
• Prot. 097431 (299/06). Con Decreto del
19 gennaio 2007, il Ministro generale e
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Gran Cancelliere della P.U.A., su richiesta di Fr. Johannes B. Freyer, Rettore
Magnifico (17 novembre 2006 (Prot.
261/06); ascoltato il parere dei Decani;
ottenuto il consenso del Definitorio generale nella sessione del 21 dicembre
2006; richiesto e ottenuto il Nihil Obstat
della Congregazione per l’Educazione
Cattolica (Lettera del 12 gennaio 2007,
N. 132/2005), ha prorogato di tre mesi il
tempo della Visita canonica e il mandato
del Rettore Magnifico e delle altre Autorità Accademiche fino al giugno 2008.
• Prot. 097486 (313/06). Con Decreto del
22 febbraio 2007, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato FR. LEONARD LEHMANN, OFM
Capp, Professore Ordinario nella Facoltà
di Teologia della Pontificia Università
Antonianum, visto il Nihil Obstat della
Congregazione per l’Educazione Cattolica (Prot. 65/2000).
• Prot. 097683 (038/07). Con lettera del 7
marzo 2007 (Prot. 586/82) il Prefetto
della Congregazione per l’Educazione
Cattolica, ha comunicato al Ministro generale e Gran Cancelliere della P.U.A.
che nella medesima data quel Dicastero
ha concesso “ad quinquennium esperimenti gratia” l’approvazione del testo
degli Statuti dell’Istituto Superiore di
Scienze Religiose “Redemptor Hominis”, attivo nella Pontificia Università
Antonianum.
• Emeriti Professoris Nominatio
DECRETUM
FR. FRANCISCUS IGLESIAS, OFMCap.,
MCMXXVII natus, Sacræ Theologiæ Doctor
renunziatus, in Hispania (León et Salamanca) ab an. MCML ad an. MCMLXIII ipsam
sacram Theologiam et Franciscanam doctrinam docuit. Deinde, in Pontificia Universitate «Antonianum» de Urbe Professor ab
an. MCMLXXII ad an. MMVI. Quamplures articulos de vita consecrata et franciscana
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egregie concinnavit. Eius opera, imprimis
investigationes de re franciscana publici iuris facta, necnon officia in Ordine Fratrum
Minorum Capucinorum servata, valde æstimamur.
Quae cum ita sint, consensu Senatus Accademici Pontificii Universitatis «Antonianum» de Urbe in sessione diei II mensis Decembris A.D. MMVI obtento, eiusdem Universitatis Rectore suis litteris diei XI mensis
Decembris eiusdem an. MMVI proponente,
vi praesentis decreti, ad normam art. 25 §2
Statutorum eiusdem Universitatis,
FR. FRANCISCUM IGLESIAS, OFMCAP
omni qua par est reverentia,
PROFESSOREM EMERITUM
nomino atque declaro, eumque in confratrum æstimationem maxime commendo.
Datum Romæ,
ex Ædibus Curiæ generalis Ordinis,
die XI mensis Ianuarii A.D. MMVII.
FR. IOSEPHUS RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis et Magnus Cancellarius
FR. MAXIMUS FUSARELLI, OFM
Secretarius Generalis pro Formatione et Studiis
Prot. 097487 (314/06)
2. Collegio Internazionale «S. Antonio»
(Roma).
• Prot. 097620 (021/07). Il Ministro generale, con il voto del Definitorio, ha eletto FR. SATURNINO RUÍZ DE LOIZAGA ULLIBARRI, membro della Provincia Francescana di Arantzazu (Spagna), Vicario
della Fraternità del Collegio Internazionale «S. Antonio» (Roma).
• Prot. 097621 (022/07). Il Ministro generale, con il consenso del Definitorio, ha
eletto i membri del Discretorio della Fraternità del Collegio Internazionale «S.
Antonio» (Roma).
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EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Statuti Peculiari del Segretariato generale per l’Evangelizzazione e le
Missioni (SGEM)
1. IDENTITÀ E SCOPO
1.1. Il Segretariato Generale per l’Evangelizzazione è strutturato in due settori: uno
per l’evangelizzazione e l’altro per l’evangelizzazione missionaria (SSGG, art. 46 § 1).
1.2. Si conviene di utilizzare l’espressione Segretariato generale per l’Evangelizzazione e le Missioni (SGEM), per esprimere
chiaramente i due settori da animare e intendendo per “Evangelizzazione” il mandato e il ministero dell’evangelizzazione affidato a tutti i frati e nelle sue diverse forme
(cf. CCGG 83, 2; 84; 116,1) e per “Missioni” la vocazione e l’azione particolare della
“missio ad gentes” affidata ai missionari
(cf. CCGG, art. 117 §§1-3).
1.3. È compito del SGEM aiutare il Ministro generale con il suo Definitorio ad
“animare, curare e verificare l’evangelizzazione dell’Ordine, regolare l’evangelizzazione missionaria e vigilare su di essa”
(SSGG 44§1), “aiutare, con il consiglio e
l’azione, in tutto ciò che riguarda l’evangelizzazione” (SSGG 44, 3; vedere anche
SSGG 45).
1.4. Il SGEM è coadiuvato dal Consiglio
Internazionale per l’Evangelizzazione -CIE(cf. SSGG 47), regolato da Statuti peculiari,
e dal suo Comitato Esecutivo (cf. Statuti peculiari del CIE).
1.5. Nel SGEM è inserita la Commissione per il Dialogo (cf. Proposte del Capitolo
Generale 2003, 42) nei suoi aspetti di dialogo ecumenico, interreligioso, interculturale, con particolare attenzione all’Islam,
considerati come dimensioni trasversali di
tutta l’evangelizzazione e delle missioni.
Questa Commissione offrirà il proprio contributo specifico e svolgerà alcune forme di
collaborazione a diversi livelli all’interno
dei compiti del SGEM.
1.6. Il SGEM, all’inizio del sessennio,
presenta un piano generale di animazione e
di azione, con degli obiettivi, delle priorità
nelle linee di azione e dei mezzi e lo presenta all’approvazione del Ministro generale e Definitorio.
2. I COMPITI ORDINARI
AIUTO AL MINISTRO GENERALE E
AL DEFINITORIO
2.1. Eseguire, nell’ambito della propria
competenza, le decisioni del Ministro generale.
2.2. Eseguire le proposte fatte dal CIE,
esaminate in chiave operativa dal Comitato
Esecutivo e approvate dal Ministro generale e con il suo Definitorio.
VISITE DI ANIMAZIONE
2.3. Fare delle visite di animazione alle
Conferenze e alle Entità, aiutando i Segretariati interprovinciali di Evangelizzazione,
i Consigli interprovinciali di Evangelizzazione missionaria e i Segretariati provinciali di Evangelizzazione e Missioni nei loro
compiti di animazione, coordinamento, formazione dei frati nel campo dell’evangelizzazione e missioni.
2.4. Visitare le diverse realtà di “missio
ad gentes”, soprattutto le missioni dipendenti dal Ministro generale.
2.5. Nelle visite agire sempre sotto la dipendenza del Ministro generale, e, quando
è possibile e conveniente, favorire la partecipazione dei rappresentanti del Definitorio
generale, degli altri Segretariati e Uffici
della Curia generale.
CONTATTI E COMUNICAZIONE
2.6. Mantenere i contatti e la comunica-
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
zione regolare con i Delegati delle Conferenze, con i membri del Comitato Esecutivo, con i Segretari di Evangelizzazione e i
Moderatori di Evangelizzazione missionaria delle Conferenze e delle Entità.
2.7. Mantenere le relazioni epistolari ufficiali con le Entità dell’Ordine per tutto ciò
che si riferisce all’area di Missioni e Evangelizzazione sugli aspetti di discernimento,
di idoneità e di presentazione dei frati missionari, di invio dell’obbedienza, sulle esigenze del loro servizio e rapporto giuridico
con la nuova Entità.
PREPARAZIONE DEI MISSIONARI
2.8. Curare l’adeguata preparazione e
formazione dei nuovi missionari e cercare
forme di formazione permanente per i frati
che sono nelle missioni.
ATTIVITÀ NELL’UFFICIO
2.9. Creare e aggiornare la banca dati
sulle diverse realtà dell’evangelizzazione e
delle missioni.
2.10. Mantenere aggiornato l’elenco dei
Delegati delle Conferenze per il CIE, dei
Segretari di Evangelizzazione e dei Moderatori dell’Evangelizzazione missionaria
delle Conferenze e delle Entità.
2.11. Mantenere il protocollo del Segretariato, curarne la completezza e l’invio alla tappa seguente.
2.12. Trasmettere all’Acta Ordinis i documenti ed altre informazioni utili.
2.13. Curare la comunicazione e l’informazione attraverso il Sito dell’Ordine e
Fraternitas.
2.14. Amministrare i diversi fondi finalizzati, il contributo del 6% delle Entità e inviare gli aiuti alle missioni e ad altri progetti approvati dal Ministro generale.
2.15. Partecipare, quando richiesto, agli
incontri in Curia Generalizia con i Ministri
provinciali, con i Presidenti delle Conferenze, con i Visitatori ed altri.
2.16. Promuovere e partecipare alle diverse forme di collaborazione con il SGFS,
GPIC, OFS/GIFRA ed altri.
2.17. Il SGEM presenterà alla fine di
ogni anno il bilancio preventivo e consuntivo al Ministro generale per l’approvazione
e lo invierà ai Ministri e ai Segretariati interprovinciali e provinciali di Evangelizzazione e Missioni.
COLLABORAZIONE INTERFRANCESCANA
2.18. Partecipare agli incontri con i Responsabili generali della stessa area degli altri Istituti della Famiglia Francescana a Roma, promovendo la condivisione delle esperienze di animazione e la ricerca delle
iniziative di collaborazione interfrancescana.
3. PERSONALE
I RUOLI
3.1. Il SGEM è coordinato dal suo Segretario generale, che opera alle dirette dipendenze del Ministro generale e del Definitorio.
3.2. Tenendo conto dei due settori, l’Evangelizzazione in genere è sotto la responsabilità del Coordinatore dell’Evangelizzazione e l’Evangelizzazione missionaria è
sotto la responsabilità del Moderatore per le
Missioni, sempre sotto la dipendenza del
Ministro generale con il suo Definitorio ed
in spirito di comunione e di collaborazione.
3.3. Nel Settore di Evangelizzazione e in
dipendenza da esso, la Pastorale Educativa
viene curata dall’Animatore generale per la
Pastorale Educativa.
3.4. L’Assistente del SGEM è il responsabile per la cura ordinaria dell’Ufficio,
l’amministrazione dei fondi, dei contributi
delle Province, degli aiuti alle Entità accordati nel preventivo, il controllo dei plichi, la
comunicazione, le relazioni epistolari, la
preparazione delle obbedienze per i missionari.
I COMPITI
3.5. L’equipe, formata dal Segretario generale del Segretariato e Coordinatore per
l’Evangelizzazione in genere, dal Moderatore generale per l’Evangelizzazione missionaria, dall’Animatore generale per la Pastorale Educativa, dall’Assistente, svolge i
suoi compiti secondo gli orientamenti degli
SSGG (cf. art. 49) nel quadro generale e comune del programma del SGEM, approva-
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to dal Ministro generale con il suo Definitorio, pur rispettando le attività specifiche.
3.6. Al Moderatore generale per le Missioni spetta, in modo particolare, promuovere e stimolare lo spirito e le iniziative di azione missionaria; curare le relazioni tra i Consigli interprovinciali e i Moderatori
provinciali di evangelizzazione missionaria
e il SGEM; mantenere contatti con le realtà
di “missio ad gentes” dell’Ordine, dipendenti dal Ministro generale, e fare le visite di animazione, di valutazione e di orientamento;
curare le relazioni tra i missionari ed il Ministro generale e il suo Definitorio; proporre
forme di preparazione e formazione continua
per i nuovi missionari; seguire le necessità
economiche; promuovere la solidarietà nell’Ordine verso i progetti missionari.
3.7. Al Coordinatore generale per l’Evangelizzazione, che può essere lo stesso
Segretario generale, spetta, in modo particolare, conoscere le diverse forme di evangelizzazione nell’Ordine; promuovere, a livello regionale, continentale, di Conferenza e di Ordine, forme e mezzi di animazione
dei Frati nelle diverse forme di evangelizzazione in vista della fedeltà al carisma e alle esigenze del tempo attuale, stimolando e
accompagnando forme nuove sotto il paradigma della “missio ad gentes”; curare le
relazioni tra i Segretariati interprovinciali e
quelli provinciali e il SGEM; curare perché
il Dialogo, la Giustizia/ Pace/Integrità del
Creato siano dimensioni presenti in tutta
l’evangelizzazione; promuovere la solidarietà nell’Ordine verso le necessità dei Frati nei progetti missionari e delle Entità più
povere.
3.8. All’Animatore generale per la Pastorale Educativa spetta conoscere la realtà
delle Scuole, delle Università, dei Collegi e
dei diversi Centri educativi nell’Ordine; curare perché la pastorale educativa sia una
forma di evangelizzazione francescana;
promuovere forme e mezzi di animazione,
formazione dei Frati coinvolti in essa.
3.9. Al presidente della Commissione
per il Dialogo spetta mantenere le consultazioni abituali col SGEM affinché l’attività
della Commissione possa essere al servizio
dell’evangelizzazione; animare e sostenere
107
l’impegno dei Frati per il dialogo nel campo
formativo, dell’annuncio e della missione;
incoraggiare le iniziative dell’Ordine concernenti il dialogo in collaborazione con il
SGFS e gli altri organismi della Curia; animare i membri della Commissione a svolgere il loro ruolo in ciascuna delle aree a loro affidate; curare i contatti con le Conferenze e le Entità dell’Ordine per
promuovere il dialogo all’interno di esse;
presentare al Ministro e al suo Definitorio
generale le proposte della Commissione per
l’approvazione.
4. FINANZE
4.1. Il SGEM amministra, in stretta collaborazione con l’Economato generale, i
fondi finalizzati a progetti o realtà missionarie, i fondi per concessione di aiuti, il 6%
concernente il contributo delle Entità sulle
loro entrate per le missioni.
4.2. Il SGEM accoglie le richieste di aiuto delle Entità in aree di missioni, soprattutto quelle dipendenti dal Ministro generale,
le organizza e le inserisce nel preventivo
annuale.
4.3. Il preventivo annuale è elaborato
con la partecipazione di tutta l’équipe e anche della Commissione per il Dialogo per,
poi, inviarlo all’Economo generale e sottometterlo all’approvazione del Ministro generale con il suo Definitorio.
4.4. Nel preventivo annuale si tiene conto delle spese normali dell’Ufficio e della
Commissione per il Dialogo, le spese
straordinarie per sussidi, per convegni, gli
accordi con le Entità, con progetti missionari, le entrate del 6% delle Entità.
4.5. Le richieste straordinarie di aiuti diversi, pervenute durante l’anno al Ministro
generale e che toccano i fondi del SGEM,
saranno analizzate dalla Commissione per
le richieste finanziarie con la partecipazione
del Moderatore per le Missioni e a conoscenza dell’équipe del SGEM.
4.6. Le spese del personale dell’Ufficio
per le vacanze e per i viaggi sono coperte
dai fondi del SGEM nell’ambito del preventivo approvato dal Ministro generale
con il suo Definitorio.
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2. Statuti Peculiari del Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione (CIE)
IDENTITÀ
Art. 1
Il Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione (CIE) è un organismo, di natura consultiva, che aiuta il Segretariato generale per l’Evangelizzazione e le Missioni
–SGEM– (cfr. SSGG 47§1), attraverso la riflessione, il discernimento, i consigli, le
raccomandazioni e le proposte, perché questo a sua volta possa aiutare il Ministro generale ed il suo Definitorio ad “animare, curare e verificare l’evangelizzazione dell’Ordine, regolare l’evangelizzazione missionaria e vigilare su di essa” (SSGG 44§1).
Art. 2
Il SGEM, coadiuvato dal Consiglio, ha il
compito di animare i due settori dell’evangelizzazione e delle missioni (cf. SSGG
46,1), e pertanto considera “Evangelizzazione” il mandato e il ministero dell’evangelizzazione affidato a tutti i frati e nelle sue
varie forme (cf CCGG 83,2; 84; 116,1), e
“Missioni” la vocazione e l’azione particolare della “missio ad gentes” affidata ai missionari (cfr. CCGG art. 117 §§ 1-3).
COMPOSIZIONE
Art. 3
Il Consiglio è composto dai seguenti
membri effettivi:
§1 Un Delegato per ciascuna delle Conferenze dell’Ordine, eletto dai rispettivi
Ministri secondo le norme della propria
Conferenza e degli Statuti peculiari del
Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione.
§2 Un Delegato della Custodia di Terra
Santa, nominato dal Custode in accordo con
il Segretariato custodiale di Evangelizzazione.
§3 I membri del Comitato Esecutivo del
CIE.
§4 Il Segretario generale per l’Evangelizzazione ed il Moderatore generale per le
Missioni.
§5 Il presidente della Commissione per
il Dialogo.
Art. 4
§1 Il Ministro generale e qualche rappresentante del suo Definitorio sono invitati a
partecipare all’Assemblea del CIE.
§2 Altri frati possono essere invitati, con
voce consultiva, per l’Assemblea del CIE
dal Segretario generale per l’Evangelizzazione e dal Moderatore generale per le Missioni, in accordo con il Comitato Esecutivo
e secondo la convenienza o gli argomenti
principali dell’Assemblea, in particolare
qualcuno dei membri del Consiglio Internazionale di Formazione e Studi, del Consiglio Internazionale di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC), dell’Ordine
Francescano Secolare (OFS).
Art. 5
§1 I membri del CIE prestano servizio in
modo da poter partecipare due volte all’Assemblea e interagire nella loro Conferenza
o loro Entità che rappresentano.
§2 Se un membro del CIE fosse impedito di partecipare ad una delle Assemblee oppure lasciasse l’ufficio prima che sia terminato il suo periodo, sarà sostituito da un altro, nominato con le stesse condizioni dalla
sua Conferenza.
§3 Ciascun membro del CIE può essere
rieletto per altre due volte.
RESPONSABILITÀ E ATTIVITÀ DEL CIE
Art. 6
Il CIE aiuta il SGEM a svolgere i suoi
compiti (cf. SSGG 45) e a realizzare le linee
di azione del proprio piano sessennale.
Art. 7
Il Consiglio cerca di fare il legame tra le
Conferenze, il Segretariato interprovinciale
di Evangelizzazione, il Consiglio interprovinciale per l’Evangelizzazione missionaria, dove esiste, e il SGEM nella presa di coscienza della realtà di evangelizzazione e di
missioni nell’Ordine, delle sue luci ed ombre, nell’identificazione delle sfide e delle
esigenze per l’animazione della vocazione
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missionaria ed evangelizzatrice dei frati nei
loro diversi contesti.
Art. 8
Il Consiglio è luogo di comunicazione,
di condivisione e di collaborazione tra il
SGFS, SGEM e gli Uffici GPIC, OFS/GIFRA (Gioventù Francescana) per un coordinamento ed un’animazione più efficace
dei frati in missione nel mondo, testimoniando l’unità e la comunione.
Art. 9
Durante la riunione dell’Assemblea, i
membri del CIE fanno una relazione sulle
principali attività di Missioni e Evangelizzazione e animazione all’interno delle Conferenze e sulle risposte alle iniziative dell’ultima Assemblea del CIE.
L’ASSEMBLEA DEL CIE
Art. 10
§1 L’Assemblea del CIE è convocata dal
Segretario Generale per l’Evangelizzazione e
dal Moderatore generale per le Missioni. Essa
si riunisce ordinariamente una volta ogni due
anni. Riunioni straordinarie possono essere
convocate dal Segretario generale per l’Evangelizzazione e dal Moderatore generale per le
Missioni, o dal Ministro generale, con il previo consenso del Definitorio generale.
§2 Il tema principale ed i principali punti della consultazione devono essere comunicati ai Membri dell’Assemblea nove mesi prima della riunione, per permettere la loro discussione a livello della Conferenza.
Art. 11
§1 Durante la riunione dell’Assemblea i
membri del CIE, e tutti i presenti possono
prendere parte alle discussioni.
§2 Alle votazioni orientative, deliberative e elettive possono partecipare soltanto i
membri effettivi del CIE (cf. art. 3).
ATTIVITÀ E RESPONSABILITÀ DELL’ASSEMBLEA
Art. 12
L’Assemblea riceve e comunica infor-
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mazioni generali sull’attività missionaria e
di evangelizzazione dell’Ordine prendendo
nota degli avvenimenti più importanti degli
ultimi due anni.
Art. 13
L’Assemblea propone un programma di
promozione ed animazione dell’Evangelizzazione missionaria e ordinaria per i successivi due anni e valuta la sua realizzazione nell’Assemblea seguente.
Art. 14
L’Assemblea propone all’approvazione
del Definitorio generale le modifiche agli
Statuti del CIE.
Art. 15
L’Assemblea propone i membri delegati
per il Comitato Esecutivo in conformità all’art. 16,b di questi Statuti Peculiari.
IL COMITATO ESECUTIVO
Art. 16
§1 Il Comitato Esecutivo del CIE è un
ente permanente, di natura operativa, composto:
a) dal Segretario generale per l’Evangelizzazione, che “ex officio” ne è il suo Presidente, e dal Moderatore generale per le
Missioni;
b) da cinque Delegati delle Conferenze
scelti e nominati con la seguente procedura:
1) durante l’Assemblea ordinaria i
membri del CIE propongono i nomi
di sette loro membri;
2) il Ministro generale con il suo Definitorio sceglie e nomina cinque membri
di questa lista;
c) da due membri proposti dal SGEM e nominati dal Ministro generale sentito il
suo Definitorio.
§2 Possono essere invitati dei frati a secondo gli argomenti principali dell’ordine
del giorno.
Art. 17
§1 Il Comitato Esecutivo presta servizio
da una riunione ordinaria dell’Assemblea
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fino alla successiva.
§2 Se un membro del Comitato Esecutivo lascia il suo incarico prima che scada il
suo mandato, il Ministro generale sentito il
suo Definitorio, nel nominare il suo sostituto, deve tener presente la lista dei nomi proposti nell’ultima Assemblea.
§3 Ciascun membro del Comitato Esecutivo può essere rieletto.
parere del Segretariato generale per l’Evangelizzazione e le Missioni o su richiesta di
almeno quattro membri del Comitato Esecutivo.
Art. 18
Il Comitato Esecutivo ha la responsabilità di rendere operative le raccomandazioni, le proposte e le linee di azione suggerite
dall’Assemblea del CIE, sceglierne le priorità, approfondire le tematiche e le sfide riguardanti l’evangelizzazione e le missioni,
preparare l’agenda dell’assemblea successiva, tenendo conto delle proposte presentate dai Delegati.
Art. 21
Il Comitato Esecutivo rivede il budget
annuale e la relazione finanziaria della
SGEM, preparata dal Segretario generale e
dal Moderatore generale per l’approvazione del Definitorio generale.
RESPONSABILITÀ E COMPITI DEL COMITATO ESECUTIVO
Art. 19
Il Comitato Esecutivo si riunirà almeno
una volta l’anno, o più spesso, secondo il
Art. 20
Il Comitato Esecutivo prepara un formulario per chiedere ai Segretari provinciali di
Evangelizzazione e Missioni una relazione
annuale sulle attività più rilevanti riguardo
l’Evangelizzazione e le Missioni nella loro
Entità.
Art. 22
Il Comitato Esecutivo, fra una riunione e
l’altra dell’Assemblea, può suggerire, proporre ed incoraggiare nuove iniziative nel
campo dell’Evangelizzazione e delle Missioni.
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E POSTULATIONE GENERALI
1. Ponens in Causa Beatae Alfonsae ab
Immaculata nominatur
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 778-55/06
PALAIENSIS. Canonizationis Beatae
ALFONSAE AB IMMACULATA CONCEPTIONE
(in saeculo: Annae Muttathupadathu) Sororis professae Congregationis Clarissarum
Tertii Ordinis S. Francisci.
Cum Causa Canonizationis Beatae Alfonsae ab Immaculata Conceptione (in saeculo: Annae Muttathupadathu), Sororis professae Congregationis Clarissarum Tertii
Ordinis S. Francisci, suo indigeat Ponente,
Rev.dus Pater Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petiit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem eiusdem
Beatae Causae eligere ac deputare benigne
dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Linum Fumagalli, Episcopum
Sabinensem-Mandelensem,
Ponentem
Causae Canonizationis praefatae Beatae Alfonsae ab Immaculata Conceptione, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis
et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 13 mensis Decembris
A.D. 2006.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
2. Iuridica validitas Inq. in Causa SD
Miradei a Prov. declaratur
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2445-4/05
ALBANEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MIRADEI A PROVIDENTIA
SANCTI CAIETANI (In saeculo: Iuliae Bonifacio) Fundatricis Congregationis Filiarum
Pauperum Sancti Antonii nunc Religiosarum Franciscalium Sancti Antonii.
In Ordinario Congressu, die 13 mensis
Decembris huius anni 2006 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Albanensem
peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servae Dei Miradei a Providentia Sancti Caietani (in saeculo: Iuliae
Bonifacio), Fundatricis Congregationis Filiarum Pauperum Sancti Antonii nunc Religiosarum Franciscalium Sancti Antonii: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad
effectum de quo agitur”.
Haec Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure
sanandis, sed ad mentem. Mens autem est
ut Positio super Virtutibus eiusdem Servae
Dei methodologia historica parari et coetui
Consultorum historicorum huius Congregationis subici debeat. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 13 mensis Decembris
A.D. 2006.
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
3. Ponens in Causa SD Cleonildis Guerra nominatur
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 1434-14/05
FAVENTINA et MUTILENSIS. Beatifcationis et Canonizationis Servae Dei CLEONILDIS GUERRA Iuvenis Laicae.
Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Cleonildis Guerra, Iuvenis Laicae, suo indigeat Ponente, Rev.dus
Pater Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petiit ut, ex Patribus eidem Congregationi
praepositis, Ponentem eiusdem Servae Dei
Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum emeritum CamerinensemSancti Severini in Piceno, Ponentem Causae Beatifcationis et Canonizationis praefatae Servae Dei Cleonildis Guerra, omnibus
cum iuribus et facultatibus necessariis et
opportunis, elegit et nominavit. Contrariis
non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 16 mensis Decembris
A.D. 2006.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
4. Facultas sepulcra Martyrum Felicis
Echevarria et SS. aperiendi
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 1050-12/07
PACEN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilium Servorum Dei FELICIS
ECHEVARRIA GOROSTIAGA et VI SOCIORUM
Religiosormn professorum, ex Ordine Fratrum Minorum, Martyrum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatone de Causis Sanctorum petit ut, reliquiae Venerabilium Servorum Dei
Felicis Echevarria Gorostiaga et VI Sociorum, Religiosorum professorum eiusdem
Ordinis, asservatae in crypta Ecclesiae paroecialis Dominae Nostrae in Arce pagi
Fuente Obejuna, intra fines Dioecesis Cordubensis, recognosci valeant atque, eadem
quidem recognitione canonica peracta, partes quaedam parvae, ex corporibus eorundem Venerabilium Servorum Dei disiunctae, extrahi diriberique possint ad christifidelium devotioni satisfaciendum.
Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus necnon assensu Exc.mi ac Rev.mi
Domini D. Ioannis Iosephi Asenjo Pelegrina, Episcopi Cordubensis, pro gratia iuxta
preces benigne annuit ea tamen lege ut, ante beatifcationem Venerabilium Servorum
Dei, omnia signa cultus publici vitentur:
servata tamen peculiari huius Congregationis Instructione. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 9 mensis Ianuarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
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E POSTULATIONE GENERALI
5. Facultas Transumptum inq. super miro in Causa Beatae Transitus aperiendi
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 1215-33/07
CORDUBEN. IN ARGENTINA. Canonizationis BEATAE MARIAE A TRANSITU A IESU
SACRAMENTATO (In saeculo: Mariae a
Transitu Cabanillas) Fundatricis Sororum
Franciscalium Missionariarum de Argentina.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Cordubensem in Argentina peractae, super asserta mira sanatione dominae Mariae del Valle
Almada de Gimenez, per intercessionem
Beatae Mariae a Transitu a Iesu Sacramentato (In saeculo: Mariae a Transitu Cabanillas), Fundatricis Sororum Franciscalium
Missionariarum de Argentina, obtenta,
clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis asservatum, aperiri
possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 10 mensis Ianuarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
6. Iuridica validitas declaratur Inquisitionis in Causa SD Petri Pavlicek
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2373-3/05
113
VINDOBONEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei PETRI PAVLICEK Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
In Ordinario Congressu, die 12 mensis
Ianuarii huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Vindobonensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servi Dei Petri Pavlicek, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum
Minorum: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in
casu et ad effectum de quo agitur”.
Haec Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure
sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 12 mensis Ianuarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
7. Facultas Transumptum inquisitionis
super miro in Causa Ven. SD Caesaris
Guasti aperiendi
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 135-34/07
FLORENTINA SEU PRATEN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servi Dei CAESARIS GUASTI Christifdelis Laici
e Tertio Ordine Sancti Francisci.
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Pratensem peractae, super asserta
mira sanatione Dominae Sebastianae Bonfante, intercessioni Venerabilis Servi Dei
Caesaris Guasti, Christifidelis Laici, ex Tertio Ordine Sancti Francisci, tributa, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem
Congregationis asservatum, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 12 mensis Ianuarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
8. Iuridica validitas Inquisitionis super
miro in Causa SD Antonii Antic declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1462-6/06
ZAGREBIEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ANTONII ANTIC Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
In Ordinario Congressu, die 19 mensis
Inuarii anno Domini 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Zagrebiensem
peractae, super asserta mira sanatione
puellae Petrae Miketic, intercessioni Servi
Dei Antonii Antic, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum, tributa: testes sint
rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de
quo agitur”.
Haec Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in
casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de
iure sanandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 19 mensis Ianuarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
9. Relator in Causa SD Clarae Ricci nominatur
CONGREGAZIONE
PER LE CAUSE DEI SANTI
Prot. N.2497-5/06
Vaticano, 20 gennaio 2007
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 12 gennaio 2007 ha affidato al
Rev.mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFMConv, la Causa ALEXANDRINA STATIELLORUM della S. di D. Chiara Ricci.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MONS. MICHELE DI RUBERTO
Il Sottosegretario
________________________
Reverendissimo Padre
P. Luca De Rosa, OFM
Postulatore generale
dell’Ordine dei Frati Minori
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E POSTULATIONE GENERALI
10. Relator nominatur in Causa SD Miradei a Providentia
CONGREGAZIONE
PER LE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2445-5/07
Vaticano, 13 marzo 2007
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 24 febbraio 2007, ha affidato
al Rev.mo Relatore Mons. José Luis Gutierrez Gomez la Causa ALBANEN. della S. di
D. Miradio della Provvidenza di San Gaetano (al secolo: Giulia Bonifacio).
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MICHELE DI RUBERTO
Sottosegretario
___________________
Reverendissimo
P. Luca De Rosa
Postulatore Generale dell’Ordine
dei Frati Minori
11. Facultas Transumptum aperiendi
Inq. dioec. super miro in Causa B. Ludovici a Casaurea
CONGREGAZIONE
PER LE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 232-36/07
NEAPOLITANA. Canonizationis Beati
Ludovici a Casaurea (in saeculo: Archangeli Palmentieri) Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritate v.d. Bigi.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Cerretanam-Thelesinam-Sanctae Agathae Gotho-
115
rum peractae, super asserta mira sanatione
puellae Idae Iadevaia, per intercessionem
Beati Ludovici a Casaurea (in saeculo: Archangeli Palmentieri), Sacerdotis professi
eiusdem Ordinis et Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritte v.d. Bigi, obtenta,
clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuii:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Martii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
12. Facultas Transumptum aperiendi
Inq. dioec. super martyrio SS D Petri
de Corpa et Sociorum
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1507-3/07
SAVANNEN. Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servorum Dei PETRI DE
CORPA et IV SOCIORUM ex Ordine Fratrum
Minorum in odium Fidei, uti fertur, interfectorum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Savannensem peractae, super vita et martyrio necnon fama martyrii Servorum Dei Petri de
Corpa et IV Sociorum, ex eodem Ordine, in
odium Fidei, uti fertur, interfectorum, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem
Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis exposi-
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tis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Martii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
13. Validitas iuridica declaratur Inq. dioec. super miro in Causa Ven. Seraphinae Gregoris
DE
CONGREGATIO
CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 1529-14/06
VENETIARUM. Beatifìcationis et Canonizationis Venerabilis SD SERAPHINAE (in
saeculo: Victoriae Gregoris) Religiosae
professae Instituti Sororum Franciscalium
a Christo Rege.
In Ordinario Congressu, die 31 mensis
Martii huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Victoriensem
Venetorum peractae, super asserta mira sanatione Sororis Salomes Iosephae Ferraro,
intercessioni Venerabilis Servae Dei Seraphinae (in saeculo: Victoriae Gregoris),
Religiosae professae Instituti Sororum
Franciscalium a Christo Rege, tributa:
testes sint rite recteque examinati et tura
producta legitime compulsata m casu et ad
effectum de quo agitur”.
Haec Congregatio, attento voto ex officio
redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:
AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum de
quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 31 mensis Martii A.D.2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Prefectus
+ EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
14. Postulationis generalis vota pro Summi Pontificis prosperitate
POSTULAZIONE GENERALE
DEI FRATI MINORI
Beatissimo Padre,
in gioiosa sintonia con la Chiesa universale, che loda il Signore della vita per il Suo
fausto 80° Genetliaco, a nome anche dei
miei Collaboratori in questa Postulazione e
degli Attori delle diverse Cause, presento
alla Santità Vostra fervidi voti augurali desiderando per l’amatissimo Padre la pienezza di ogni bene.
Avvalendomi poi della fausta circostanza, desidero manifestarLe la filiale gratitudine di questa Postulazione per il sostegno
autorevole che offre a quanti, nella Chiesa,
sono impegnati a far conoscere l’azione
dello Spirito del Risorto in tanti generosi testimoni della santità del Padre.
Il Cristo buon Pastore che L’ha posto a
capo della sua Chiesa, moltipllchi in Lei i
suoi doni di grazia e conforti il Suo cuore di
Padre sollecito con l’obbedienza generosa
dei suoi figli.
Nel prometterLe la nostra filiale preghiera per le Sue intenzioni, Le chiedo, Padre Santo, di confermarci nella fedeltà alla
nostra vocazione con il dono della Sua Apostolica Benedizione.
Con gioia mi professo
della Santità Vostra
dev.mo ed obb.mo figlio
Roma, 16 aprile 2007
FR. LUCA M.DE ROSA.OFM
Postulatore generale
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15. Notitiae particulares
E POSTULATIONE GENERALI
1. Consistorium publicum
II 23 febbraio 2007, nel corso del Concistoro pubblico, celebrato nel Palazzo Apostolico Vaticano, per la richiesta del “voto”
dei Cardinali e Vescovi residenti in Roma
circa alcune canonizzazioni, il Santo Padre
Benedetto XVI ha stabilito di canonizzare i
nostri Beati Antonio di Sant’Anna Galvão
l’11 maggio a São Paulo in Brasile, e Simone da Lipnica il 3 giugno 2007, solennità della SS. Trinità, in piazza S. Pietro a Roma.
2. Congregationes Ordinariae super miraculis
Il 9 gennaio e il 17 aprile 2007 i Padri
Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, riuniti in “Congregazione Ordinaria” nel Palazzo Apostolico Vaticano, ascoltata la relazione dei rispettivi Ponenti, espressero il loro unanime voto
favorevole circa i miracoli attribuiti rispettivamente alla intercessione della Beata
Alfonsa dell’Immacolata (1910-1946), Clarissa Francescana del Terz’ Ordine di san
Francesco, e della Beata Maria Bernarda Bütler (1848-1924), Fondatrice delle Suore
Francescane di Maria Ausiliatrice.
3. Congregationes Ordinariae super virtutibus
In due distinte sessioni, svoltesi il 16 gennaio e il 20 marzo 2007, i Padri Cardinali e
Vescovi, Membri della Congregazione delle
Cause dei Santi, riuniti in Congregazione
Ordinaria, dopo di aver ascoltato la relazione del rispettivo Ponente, si espressero con
unanime voto favorevole circa l’eroicità delle virtù praticate dalle Serve di Dio Nilde
Guerra (1922-1949), giovane laica dell’Azione Cattolica, e Maria Fedele Weiss (18821923), religiosa professa del Terz’Ordine
Francescano del Monastero di Reutberg.
4. Congressus peculiares super virtutibus
I Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, riuniti sotto la pre-
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sidenza del Promotore della Fede, nella duplice sessione del 16 gennaio e del 23 marzo 2007, si espressero con unanime voto favorevole (9/9) sulle virtù eroiche dei Servi
di Dio Bernardino da Portogruaro (18221895), Arcivescovo titolare di Sardica e Ministro generale OFM dal 1869 al 1889, e
Francesco Mottola (1901-1969), sacerdote
diocesano e Fondatore degli Oblati del S.
Cuore.
5. Congressus peculiaris super miraculo
II 26 gennaio 2007, convocati dal Promotore generale della Fede, i Consultori
Teologi della Congregazione delle Cause
dei Santi, a larga maggioranza (8/9) votarono a favore di una presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della
Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch
(1826-1906), Fondatrice delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli.
6. Aperitio Transumptorum
In quest’ultimo periodo, concluse le rispettive Inchieste nelle diocesi competenti,
e trasferiti a Roma gli Atti dei singoli Processi, questi sono stati regolarmente aperti,
cioè disigillati, nella Cancelleria della Congregazione, ed esattamente: il 18 gennaio
2007 i Transunti relativi ai presunti miracoli della Beata M. Transito Cabanillas e del
Venerabile Cesare Guasti, e il 17 aprile
2007 i Transunti delle Inchieste sul presunto miracolo attribuito alla intercessione del
Beato Ludovico da Casoria, OFM, e sul
martirio dei Servi di Dio Pedro de Corpa e
IV Soci, uccisi “in odium Fidei” in Georgia
(USA) nel 1597.
7. Introductio novissimae Causae
Nella chiesa della SS. Annunziata in Airola (Benevento), il giorno 10 febbraio
2007, il Vescovo di Cerreto Sannita-TeleseSant’Agata dei Goti, Mons. Michele De
Rosa, alla presenza di una folla di fedeli
convenuti da diverse parti dell’Italia Meridionale, ha insediato il Tribunale diocesano
per l’avvio della Inchiesta sulla vita, le virtù
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
e la fama di santità della Serva di Dio Maria
Concetta Pantusa, nata a Celico (Cosenza)
nel 1894, e morta ad Airola nel 1953, madre
di famiglia.
8. Novissimae Causae parantur
Il 19 marzo 2007 e il successivo 26 marzo 2007 sono stati inviati rispettivamente al
Cardinale Arcivesco di Madrid e all’Arcivescovo di Pisa, i prescritti “Libelli supplices” per l’avvio delle Cause di beatificazione e canonizzazione dei Servi di Dio Maria
Anna Alberdi, monaca concezionista, nata
nel 1912 e morta nel monastero “La Latina”
di Madrid nel 1998, e Agostino da Monte-
feltro, sacerdote OFM, nato a S. Agata Feltria (Pesaro) nel 1839 e morto a Marina di
Pisa nel 1921.
9. Novissima Positio
Il 30 marzo 2007 fu consegnata ufficialmente all’ufficio del Protocollo della Congregazione delle Cause dei Santi la seguente Positio: Puteolana - Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Iliae Corsaro,
Fundatricis Congregationis Parvarum Missionariarum ab Eucharistia (1897-1977) - 2
voll. Romae 2007.
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
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Statistica
Ordinis Fratrum Minorum
Status die 31 Decembris 2006
Iuxta statistica a Ministris Provincialibus transmissas.
Curata a fr. L. Perugini OFM et fr. John Abela OFM
I. Relatio de statu personali et locali totius ordinis
I. De Statu Personali
1.
a)
a)
a)
Sollemniter Professi
Cardinales
Archiepiscopi
Episcopi
7
11
90
Summa
b) Sacerdotes
c) Diaconi permanentes
d) Fratres cum optione clericali
e) Fratres laici
Summa professorum sollemnium
2.
a)
b)
c)
Professi temporarii
Fratres cum optione clericali
Fratres sine optione clericali
Fratres sine optione
Summa professorum temporarium
c) Novitii
108
10314
70
478
2219
13189
1095
201
336
1632
435
Summa totalis omnium fratrum cum novitiis
15256
II. Distributio Fratrum Provinciae juxta residentiam
1. In territorio Provinciae
2. Extra territorium Provinciae
a) In Custodiis
b) In aliis locis
Summa omnium fratrum cum novitiis
Postulantes
Tertiarii seu oblati perpetui
13193
496
1567
15256
619
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
III. Incrementum et decrementum Provinciae
1. Admissi (hoc anno)
a) Ad novitiatum
b) Ad professionem temporariam
c) Ad professionem sollemnem
Fratres laici
Fratres cum optione clericali
d) Ad sacros ordines
Ad diaconatum permanentem
Ad presbyteratum
2. Extra claustra commorantes hoc anno gratiam obtinuerunt
a) Sacerdotes et diaconi
b) Fratres laici
3. Egressi (hoc anno)
a) Novitii
b) Professi temporarii
c) Professi sollemnes
Frattres laici
Fratres cum optione clericali
Diaconi permanentes
Sacerdotes saecularizati, qui indultum obtinuerunt
Sacerdotes qui officium reliquerunt
Summa fratrum egressorum
4. Defuncti (hoc anno)
a) Novitii
b) Professi temporarii
c) Professi sollemnes
Frattres laicii
Fratres cum optione clericali
Diaconi
Sacerdotes
Summa fratrum defunctorum
530
544
51
181
5
204
83
25
85
197
18
24
1
30
20
375
1
59
240
300
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STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
IV. De statu locali - Domus
1. Domus
a) In territorio Provinciae
b) Extra territorium Provinciae
1738
212
Summa
2. Domus filiales
a) In territorio Provinciae
b) Extra territorium Provinciae
1950
380
40
Summa
420
Summa omnium domorum
2370
V. Numerus paroeciarum Ordini concreditarum
1. In territorio Provinciae
a) Apud nostras domos
b) A domibus remotae
1125
620
Summa
2. Extra territorium Provinciae
a) Apud nostras domos
b) A domibus remotae
1745
123
168
Summa
291
Summa omnium paroeciarium
2036
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Ep = Cardinalis + Archiepiscopi + Episcopi; Sac = Sacerdotes; DP = Diaconi Permanenti;
PS CL = Prof. Sol. cum optione clericale; PS Lc = Prof. Sol. Laici; PT Lc = Prof. Temp. Laici;
PT Cl = Prof. Temp. cum optione clericali; PT So = Prof. Temp. sine optione clericali;
Nov = Novitii; Pos = Postulantes; Obl = Oblati; SPS = summa Prof. Sol.;
SPT = summa Prof. Temp.; Tot = summa Fratrum;
Sum = summa Fratrum cum Novitiis; Dom = Domus
Phil = Alumni cursus Philosophiae; Theo = Alumni cursus Theologiae;
Grad = Alumni ad Grados Academicos
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STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti
Natio
Ep
Sollemniter Professi
Sac DP
Cl
Lc
SPS
Cl
Professi Temporarii
Lc
So
SPT Nov
Sum
Pos
Obl
1 Aegyptus
S. Familiae
1
59
1
6
8
75
27
3
30
4
109
9
5
80
0
11
21
117
25
10
35
8
160
14
56
0
8
11
75
24
4
28
14
117
14
52
1
2
8
66
6
8
2
76
9
14
0
3
2
19
2
21
1
31
169
44
232
34
2 Aequatoria
S. Francisci de Quito
3 Africa (Kenia) et Madigascaria
S. Francisci
4 Africa Meridionalis
N.rae Dominae Reginae Pacis
3
2
5 Albania
Annuntiationis B.V.M.
2
6 America Centralis/Panama
Dominae Nostrae de Guadalupe
2
136
8
52
11
9
9
74
5
2
4
2
49
5
5
5
2
68
1
3
5
2
124
3
3
3
43
1
7 Argentina
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
S. Michaelis
50
2
13
65
31
0
1
9
43
52
1
2
6
61
84
0
33
117
2
1
21
4
2
9
37
3
1
75
0
3
20
99
2
120
0
17
137
8
119
2
7
16
152
13
5
18
4
174
10
1
289
0
10
6
306
38
1
39
10
355
2
184
1
4
6
195
13
1
14
4
213
3
2
S. Francisci Solano
2
8 Australia
Sancti Spiritus
9 Austria
S. Bernardini Senensis
10 Austria/Italia
B. Engelberti Kolland
1
3
102
1
137
2
11 Belgium
S. Joseph Sponsi B.V.M.
12 Bolivia
S. Antonii / Missionaria
13 Bosnia-Herzegovia
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
14 Brasilia
SS. Nominis Jesu
2
31
0
1
6
40
S. Antonii Patavini
3
84
0
8
36
131
3
75
0
6
11
11
274
18
60
S. Francisci Assisiensis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
1
10
11
3
54
4
4
2
15
1
147
11
95
19
19
4
118
9
363
74
74
13
450
14
9
S. Benedicti de Amazonia
22
3
5
30
7
2
9
3
42
2
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
21
0
2
10
33
7
5
12
5
50
3
0
3
8
51
12
1
13
5
69
7
2
17
108
16
4
20
5
133
9
7
59
1
0
1
60
1
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
1
39
S. Crucis
5
84
15 Britannia Magna
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
51
1
0
A07nterno:ACTAORDINIS
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Natio
Ep
Sollemniter Professi
Sac DP
Cl
Lc
SPS
Cl
Professi Temporarii
Lc
So
SPT Nov
Sum
Pos
Obl
16 Canada
S. Joseph Sponsi B.V.M.
1
Christi Regis
79
0
24
36
116
7
7
7
130
2
16
40
3
3
3
46
4
17 Ceca Respublica
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
40
1
1
6
48
2
72
1
3
30
106
158
0
3
33
196
20
46
0
3
18
67
3
102
0
23
11
137
63
64
0
8
53
125
149
0
6
23
64
0
2
243
0
2
121
2
1
81
2
4
1
52
18 Chilia
Ss.mae Trinitatis
8
8
7
121
7
3
1
24
12
232
10
6
6
15
8
90
6
8
71
17
225
16
18
3
21
8
154
5
179
22
3
25
9
213
13
66
4
4
70
1
5
255
15
15
7
277
7
36
161
4
2
167
1
32
115
1
27
90
29
142
19 Columbia
S. Fidei
2
S. Pauli Apostoli
20 Congensis Resp.Dem.
S. Benedicti Africani
1
21 Corea
Ss. Martyrum Coreanorum
22 Croatia
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
1
S. Hieronymi / Dalmatiae
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
7
23 Gallia
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
4
24 Gallia-Belgium
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
1
1
3
1
4
1
2
3
2
1
116
1
4
94
2
2
147
1
2
102
1
1
80
1
25 Germania
S. Antonii Patavini / Bavariae
S. Crucis / Saxoniae
61
1
112
1
S. Elisabeth
78
Ss. Trium Regum / Coloniae
51
21
99
1
1
2
2
22
75
2
3
5
26 Helvetia
Christi Regis
15
2
1
10
28
118
0
3
22
144
11
28
27 Hibernia
Hiberniae
1
2
13
2
159
1
7
1
107
1
14
15
5
269
8
3
2
73
1
1
3
77
1
2
46
1
28 Hispania
Baetica
De Arantzazu franciscana
Carthaginensis
S. Gregorii Magni / Castellana
1
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
69
1
2
27
99
5
204
0
4
41
249
1
60
1
1
9
71
2
60
1
1
11
74
1
36
3
5
44
2
1
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
1
70
S. Iacobi a Compostella
3
89
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
1
67
2
2
2
1
14
87
2
4
20
116
3
1
4
1
1
12
82
1
1
2
85
1
4
11
103
7
7
71
1
1
12
85
1
1
89
2
121
4
84
3
3
113
2
1
87
2
1
29 Hungaria
Nostrae Dominae Hungarorum
30 Iaponia
Ss. Martyrum Iaponensium
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 125
125
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Natio
Ep
Sollemniter Professi
Sac DP
Cl
Lc
SPS
Cl
Professi Temporarii
Lc
So
SPT Nov
Sum
Pos
Obl
31 India
S. Thomae Apostoli / Indiae
106
0
23
7
136
28
3
31
16
183
20
3
82
0
10
28
123
52
21
73
21
217
40
1
109
1
9
34
154
23
2
1
26
6
186
11
1
9
1
6
16
3
389
8
1
1
77
1
118
4
2
32 Indonesia
S. Michaelis Archangeli
33 Israel
Custodia Terrae Sanctae
34 Italia
S. Antonii Patavini / Venetae
292
3
7
67
370
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
67
0
1
8
76
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
87
0
8
11
106
Christi Regis / Bononiensis
95
0
22
117
43
2
3
50
65
1
10
76
1
1
77
3
3
91
2
1
Ss. VII Martyrum / Calabriae
1
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
1
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
1
70
0
1
16
88
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
1
10
4
108
4
2
40
155
111
3
6
11
131
S. Bonaventurae / Pedemontana
50
1
11
62
S. Iacobi de Marchia / Picena
99
0
12
111
8
4
13
134
3
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
117
1
108
11
5
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Ss. Petri et Pauli / Romana
1
4
3
10
14
133
16
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
75
1
2
3
81
11
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
35
0
2
4
41
Seraphica S. Francisci Assisiensis
165
0
19
13
197
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
100
1
7
13
121
9
87
1
17
122
4
5
47
3
5
70
2
12
S. Vigilii / Tridentina
1
77
0
S. Francisci Stigmatizati / Tusciae
4
99
1
1
37
2
63
0
120
0
10
40
170
15
224
2
17
82
328
68
5
1
55
1
1
1
4
7
4
166
20
20
3
154
3
3
1
66
2
1
1
9
2
122
6
1
10
13
3
150
2
3
1
2
122
19
1
153
4
1
12
2
95
1
4
4
19
32
8
237
13
23
23
4
148
3
1
1
1
1
45
1
6
88
6
2
130
5
2
54
35 Lituania
S. Casimiri
2
36 Melita
S. Pauli Apostoli
2
72
3
37 Mexicum
S. Evangelii
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
3
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
3
174
1
11
30
216
37
3
B. Junipero Serra
35
0
3
12
50
14
10
S. Philippi de Iesu
26
0
2
14
42
12
2
3
36
24
1
32
187
7
25
7
202
8
8
76
11
415
47
40
10
266
12
1
25
6
81
5
7
19
7
68
7
25
4
65
4
1
1
1
189
1
1
7
41
5
10
43
5
38 Mozambicum
S. Clarae Cust. Aut.
3
28
1
152
1
24
9
34
6
2
20
11
33
4
1
39 Nederlandia
Ss. Martyrum Gorcomiensium
1
40 Pakistania
S. Ioannis Baptistae
41 Papua Nova Guinea
S. Francisci Assisiensis
6
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
126
Page 126
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Natio
Ep
Sollemniter Professi
Sac DP
Cl
Lc
SPS
Cl
Professi Temporarii
Lc
So
SPT Nov
Sum
Pos
Obl
42 Peruvia
S. Francisci Solano
3
65
3
5
8
84
12
14
6
104
11
Ss. XII Apostolorum
2
75
4
12
16
109
27
2
27
9
145
13
117
1
15
21
154
12
12
6
172
7
Assumptionis B.V.M.
208
1
5
22
236
32
7
39
16
291
13
S. Hedvigis
143
0
3
31
177
21
3
24
3
204
3
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
267
0
10
47
324
18
2
20
11
355
13
S. Mariae Angelorum
178
0
17
18
213
28
9
37
6
256
7
S. Francisci Assisiensis
139
2
3
20
164
25
7
32
5
201
8
2
32
151
3
3
3
157
3
1
4
11
42
3
3
7
1
50
3
2
6
14
58
13
5
18
5
81
3
3
10
92
3
1
4
3
99
1
7
47
1
1
2
1
50
3
4
25
4
88
6
11
3
77
5
43 Philippinae
S. Petri Baptistae
44 Polonia
45 Portugallia
Ss. Martyrum Marochiensium
1
116
46 Romania
S. Stephani Regis / Transilvaniae
27
0
1
47 Slovakia
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
38
48 Slovenia
S. Crucis / Slovenia
79
0
2
49 Taivania (Formosa)
B.V.M. Reginae Sinarum
40
50 Togum
Verbi Incarnati Prov.
35
4
20
59
21
2
50
7
4
63
9
2
51 Ucraina
S.Michael Archangeli
2
52 USA (Fed Civ Am Sept)
Assumptionis B.V.M.
101
1
4
40
148
2
S. Barbarae
137
0
7
58
202
5
Ss.mi Cordis Iesu
186
1
2
67
256
1
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
4
120
2
2
25
153
6
Ss.mi Nominis Iesu
1
288
3
5
65
362
15
2
1
16
58
7
2
Nostrae Dominae de Guadalupe
S. Ioannis Baptistae
41
129
1
1
55
186
1
80
0
12
33
125
28
2
1
151
1
7
3
212
4
4
4
3
263
4
6
3
162
5
1
18
5
385
3
67
1
9
1
1
188
2
53
9
187
14
1
53 Vietnamia
S. Francisci in Vietnam
14
11
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 127
127
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
III. Fratres et domuus secundum regiones
Africa et Oriens Propinquus
Aegyptus
Dom
34
Africa Media/Respublica
Epis
1
4
Africa Meridionalis
18
Sac
59
DP
1
Cl
Lc
21
Sum Pos
96
96
3
19
19
7
2
76
6
2
5
13
13
Beninum
1
1
2
3
3
Burkina Faso
1
2
1
3
3
Burundia
2
4
1
5
5
9
2
11
11
1
210
15
Costa Eburnea
7
24
1
91
84
17
193
4
1
11
9
8
29
20
8
Dzibuti
1
Guinea Bissaviensis
8
Iordania
2
9
3
Congus/Respublica (ex Zaire)
1
Nov
Angola
Congus-Brazapolis
56
Tot
14
16
3
So
17
29
1
2
2
8
36
36
2
3
Israel
32
130
Kenia
3
Libanum
3
Libya
2
Madagascaria
3
Malavium
1
2
3
5
5
Marochium
8
18
5
23
23
Mauritius
2
10
2
37
13
12
5
5
2
204
4
31
11
30
7
7
2
9
4
49
9
4
2
1
3
3
2
9
1
10
10
1
14
2
12
Togum
8
23
Turcia
1
6
Ugandia
2
8
Zambia
1
4
Zimbabue
Summa
America Latina
4
197
13
Dom
Epis
Aequatoria
27
Argentina
Bolivia
Brasilia
16
598
Sac
5
76
43
2
146
53
10
131
174
24
15
15
2
14
14
12
11
48
53
6
1
3
DP
10
255
3
147
Cl
Lc
5
32
4
20
24
657
1
111
166
68
1
3
29
29
57
51
Costarica
5
12
Cuba
4
8
190
2
6
7
16
2
29
29
10
29
1026
2
31
50 1076
So
1
Columbia
9
23
32
25
5
6
36
Chilia
2
14
4
53
1
11
2
41
Ruanda
Tanzania
7
10
7
Namibia
Syria
4
210
30
34
5
6
6
10
18
7
3
6
1
8
12
2
Mozambicum
1
35
1
9
78
Tot
Nov
74
Sum Pos
149
8
157
14
202
4
206
11
189
4
193
10
111
1070
40
1110
62
8
109
7
116
7
7
285
20
305
16
16
5
17
17
2
12
12
2
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
128
Page 128
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
America Latina
Dom
Dominiciana Respublica
Epis
Sac
2
9
21
Guaiana
DP
Cl
Lc
So
Tot
1
2
3
15
49
21
12
7
89
1
Guatimala
Haitia
3
Nov
Sum Pos
15
1
1
11
100
8
1
2
11
11
3
20
1
4
28
28
150
2
547
175
179
Nicaragua
9
2
29
Panama/America Centralis
5
Honduria
12
Jamaica
2
Mexicum
Paraguaia
2
14
5
Peruvia
43
5
3
1
13
9
150
7
34
10
18
9
1
1
7
22
5
27
5
56
37
7
266
21
287
26
3
10
10
1
65
65
1
34
194 3562
1
35
164 3726
5
2
2
37
21
4
10
664
61
24
2196
4
490
5
604
Dom
Epis
Cl
Lc
Canada
USA (Fed Civ Am Sept)
Summa
Asia et Oceania
121
216
249
4 1044
4 1165
Dom
Australia
Sac
33
Epis
23
Cazastania
1
Sac
DP
42
58
59
325
367
Cl
Lc
172
9
6 1446
9 1613
14
19
1460
1632
14
23
So
Tot
113
12
24
48
121
8
129
2
10
102
1
103
India
27
Indonesia
19
Malaesia
1
1
51
9
156
16
172
20
71
62
44
180
21
201
20
2
5
5
2
2
2
5
1
7
2
Papua Nova Guinea
Philippinae
4
28
5
22
1
2
Sri Lanka
Taivania
Summa
5
4
18
46
23
22
150
1
46
5
3
153
7
13
2
15
2
3
5
5
1
11
3
14
7
52
1
12
65
1
66
18
217
Dom
7
Epis
3
1
2
2
2
Vietnamia
9
38
7
Thailandia
Timoria Or.
9
8
1
Singapura
1
38
6
22
104
Sinae
5
96
3
3
Sum Pos
12
89
2
Nov
113
49
Pakistania
Sum Pos
5
4
53
Nova Zelandia
Nov
3
269
167
22
19
Myanmar
Tot
3
7
Iaponia
Europa Occidentalis
9
9
So
1
89
Corea
3
DP
79
18
3
America Septentrionalis
972
34
17
17
7
43
3
Salvatoria
Summa
929
3
Portorico
Venetiola
7
23
15
3
3
7
2
9
9
6
4
10
10
20
164
1208
9 173
64 1272
14
102
68
704
Sac
2
DP
40
220
45
260
Cl
Lc
11
15
So
Tot
Nov
Sum Pos
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 129
129
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Europa Occidentalis
Dom
Epis
25
Belgium
16
151
9
54
Britannia Magna
Cyprus Insula
2
Sac
Austria
4
Gallia
26
Germania
119
DP
Cl
Lc
So
20
Tot
1
174
174
1
4
8
0
67
67
8
8
176
2
1
63
4
248
248
1
2
11
111
563
5
23
158
73
436
Graecia
2
2
Helvetia
16
Hibernia
15
1
98
Hispania
120
6
564
7
22
124
4
727
Italia
384
4 1899
15
149
327
95
2489
1
180
Melita
41
7
Nederlandia
11
Norvegia
146
17
1
109
726
17
3
3862
Dom
Epis
1
Portugallia
Summa
Europa Orientalis
Albania
9
Bielorussia
Bosnia-Herzegovia
Ceca Respublica
Croatia
2
1
2
Sac
DP
20
2
7
46
328
54
54
20
119
119
56
3
1
181
1
5
30
1
8
4
29
143
4
147
3
207
771
3
4996
50
3
5046
67
Cl
Lc
56
105
So
Tot
5
2
1
8
48
13
389
29
8
Nov
Sum Pos
0
29
14
403
16
505
8
44
1
3
9
57
1
68
31
489
1
11
11
101
4
105
5
7
34
2
36
1
77
5
22
Nigromontium
2
5
99
691
9
25
Russia
163
146
7
14
3
2 1004
1
21
1
5
2
5
57
1
11
Serbia
41
389
Lituania
Romania
11
2528
9
14
Polonia
727
39
1
1
Hungaria
2
76
Estonia
1
2
1
34
1
161
10
7
Suetia
3
2
49
1
560
3
Sum Pos
12
8
2
Nov
4
2
5
1041
44
47
37
47
3
14
14
7
7
2
7
Slovakia
7
35
19
17
71
5
76
3
Slovenia
17
67
6
12
85
3
88
1
Ucraina
20
Summa
317
3
60
6 1789
5
7
5
75
7
82
5
342
271
3 2416
88
2504
84
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
130
Page 130
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
IV. Status domorum et presentia fratrum in singulis nationibus
Natio
Dom
Epis
Sac
DP
Aegyptus
34
1
59
Aequatoria
27
5
76
Africa Media/Respublica
Africa Meridionalis
Albania
Angola
4
1
Cl
Lc
3
56
9
2
20
2
146
2
119
3
1
Nov
Tot
21
14
96
36
32
149
3
19
16
18
So
7
7
5
2
2
5
13
1
5
32
16
202
22
2
113
4
12
20
1
158
6
2
8
Pos
Sum
96
9
157
14
19
76
2
78
29
0
29
4
206
13
Argentina
43
Australia
23
Austria
25
Belgium
16
151
23
174
174
Beninum
1
1
2
3
3
Bielorussia
Bolivia
Bosnia-Herzegovia
Brasilia
89
2
53
7
10
46
174
131
4
1
68
1
25
51
2
190
Congus/Respublica (ex Zaire)
24
1
Corea
19
12
57
57
109
7
116
7
285
20
305
16
2
11
11
1
91
84
17
193
17
210
15
49
24
48
121
8
129
5
11
9
8
29
5
17
68
31
489
2
2
4
8
4
8
Dominiciana Respublica
2
1
9
1
1
2
3
1
1
Germania
176
2
1
63
73
436
2
11
111
2
2
21
49
Guaiana
Guatimala
12
9
7
Cyprus Insula
Graecia
4
9
8
Cuba
2
172
57
12
26
5
5
29
389
Gallia
167
10
3
5
Estonia
5
3
3
9
Dzibuti
42
8
193
29
76
Croatia
1
1
7
Columbia
Costarica
1
3
1
44
Chilia
1
67
3
0
121
4
67
8
2
Costa Eburnea
62
4
33
Congus-Brazapolis
5
1110
1
Canada
1
403
40
111
Burundia
9
14
13
166
2
Ceca Respublica
389
1070
48
54
Cazastania
4
111
1
1
8
1
9
161
189
657
Burkina Faso
113
3
1
20
Britannia Magna
11
24
4
328
24
9
4
29
17
16
505
21
12
12
2
8
8
15
15
2
2
1
1
248
248
1
563
5
560
3
2
1
2
1
21
12
7
89
1
11
100
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 131
131
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Natio
Guinea Bissaviensis
Haitia
Helvetia
Dom
Epis
8
Sac
DP
20
3
8
16
41
Cl
Lc
8
So
36
36
1
2
11
11
1
10
54
54
119
119
7
22
124
727
727
11
1
4
28
11
11
101
15
1
98
120
6
564
Honduria
12
3
20
Hungaria
14
1
77
1
Iaponia
53
89
1
2
10
India
27
96
51
9
Indonesia
19
71
62
3
1
3
Israel
32
Italia
384
4
20
4
28
15
4
105
2
102
1
103
156
16
172
20
44
180
21
201
20
2
6
6
130
1
35
37
1
204
6
210
4
1899
15
149
327
95
2489
39
2528
41
Jamaica
2
2
Kenia
3
13
12
Libanum
3
5
2
Libya
2
Lituania
5
22
5
7
34
2
36
Madagascaria
3
12
18
4
34
7
41
Malaesia
1
3
2
5
5
Malavium
1
2
3
5
5
Marochium
8
18
5
23
23
Mauritius
2
7
2
9
9
Melita
Mexicum
Mozambicum
2
7
Namibia
Nederlandia
5
7
7
5
30
30
8
49
150
2
547
10
3
31
Myanmar
3
2
5
175
179
11
4
1
146
Nicaragua
9
2
29
Nigromontium
2
5
Norvegia
1
7
Nova Zelandia
3
4
Pakistania
5
Panama/America Centralis
5
Papua Nova Guinea
7
Paraguaia
5
1
2
1
1
1
30
2
56
3
929
43
972
79
49
4
53
4
2
3
1
7
3
181
1
34
34
10
5
5
1
8
8
5
9
9
38
38
5
18
18
9
3
1
6
8
14
1
3
22
4
18
46
5
13
1
1
7
22
5
27
5
7
266
21
287
26
150
3
153
7
2
1004
37
1041
44
3
10
43
150
7
56
37
Philippinae
28
104
1
23
22
Polonia
99
691
2
163
146
3
5
2
1
180
22
Peruvia
Portorico
9
7
10
2
2
11
7
10
56
23
2
1
5
2
Hispania
2
Pos
Sum
8
Hibernia
Iordania
Nov
Tot
46
10
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
132
Page 132
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Dom
Natio
Portugallia
17
Romania
9
Ruanda
2
Epis
1
Russia
Salvatoria
17
Serbia
2
2
Sac
DP
Cl
Lc
109
4
29
25
7
14
10
10
14
14
65
65
7
7
37
21
4
1
1
3
Slovakia
7
35
19
Slovenia
17
67
6
Sri Lanka
3
5
5
2
1
2
15
3
17
71
5
76
3
12
85
3
88
1
1
11
3
14
7
52
Tanzania
2
65
12
2
7
2
2
6
Togum
8
23
1
Ucraina
20
Ugandia
60
4
1044
2
USA (Fed Civ Am Sept)
216
1
15
66
3
14
14
12
9
9
4
10
14
11
48
7
5
75
58
325
6
3
3
15
12
Timoria Or.
Turcia
3
14
Taivania
2
13
3
Thailandia
3
3
2
1
3
47
1
7
11
4
9
1
Syria
147
47
143
1
Pos
Sum
11
2
Suetia
Nov
Tot
7
Sinae
Singapura
So
1
10
20
5
53
6
7
82
6
8
1
9
6
6
9
7
16
1446
14
1460
5
14
Venetiola
10
24
4
5
1
34
1
35
3
Vietnamia
18
68
40
45
11
164
9
173
14
1
4
23
2
29
4
2370
16
10314
10
1573
336
29
14821
Zambia
Zimbabue
Summa
108
70
Summa Omnium Fratrum OFM:
14821
Summa Omnium Fratrum OFM cum Novitiis:
15256
3
2420
29
2
435
31
15256
619
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 133
133
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
V. Provinciae et Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum
Provincia
Prof
Sol
1
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Natio
Brasilia
Tot
450
437
363
Temp
74
Nov
13
2
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Mexicum
415
404
328
76
11
3
4
5
6
S. Antonii Patavini / Venetae
Ss.mi Nominis Iesu
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Italia
USA (Fed Civ Am Sept)
Bosnia-Herzegovia
Polonia
389
385
355
355
386
380
345
344
370
362
306
324
16
18
39
20
3
5
10
11
7
Assumptionis B.V.M.
Polonia
291
275
236
39
16
8
9
10
11
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
De Arantzazu franciscana
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
Ss.mi Cordis Iesu
Croatia
Hispania
Mexicum
USA (Fed Civ Am Sept)
277
269
266
263
270
264
256
260
255
249
216
256
15
15
40
4
7
5
10
3
12
13
S. Mariae Angelorum
Seraphica S. Francisci Assisiensis
S. Fidei
Polonia
Italia
256
237
250
229
213
197
37
32
6
8
Columbia
America Centralis/Panama
Congensis Resp.Dem.
232
232
225
220
221
208
196
169
137
24
52
71
12
11
17
217
213
213
212
204
202
201
189
188
187
186
183
196
204
209
209
201
195
196
188
187
178
180
167
123
179
195
202
177
170
164
187
186
125
154
136
73
25
14
7
24
25
32
1
1
53
26
31
21
9
4
3
3
7
5
1
1
9
6
16
14
15
16
Dominae Nostrae de Guadalupe
S. Benedicti Africani
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
S. Michaelis Archangeli
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
S. Barbarae
S. Hedvigis
S. Evangelii
S. Francisci Assisiensis
Ss. Martyrum Gorcomiensium
S. Ioannis Baptistae
S. Francisci in Vietnam
Custodia Terrae Sanctae
S. Thomae Apostoli / Indiae
Indonesia
Croatia
Bosnia-Herzegovia
USA (Fed Civ Am Sept)
Polonia
Mexicum
Polonia
Nederlandia
USA (Fed Civ Am Sept)
Vietnamia
Israel
India
29
30
31
S. Antonii / Missionaria
S. Petri Baptistae
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Bolivia
Philippinae
Gallia
174
172
167
170
166
165
152
154
161
18
12
4
4
6
2
32
33
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Italia
USA (Fed Civ Am Sept)
166
162
162
159
155
153
7
6
4
3
34
35
36
S. Francisci de Quito
Hiberniae
Ss. Martyrum Marochiensium
Aequatoria
Hibernia
Portugallia
160
159
157
152
157
154
117
144
151
35
13
3
8
2
3
37
38
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Ss. Martyrum Coreanorum
Italia
Corea
154
154
151
146
131
125
20
21
3
8
39
40
41
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
Assumptionis B.V.M.
Ss. Petri et Pauli / Romana
Italia
USA (Fed Civ Am Sept)
Italia
153
151
150
152
150
147
133
148
134
19
2
13
1
1
3
42
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
148
144
121
23
4
43
S. Antonii Patavini
Brasilia
147
146
131
15
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
134
16:37
Page 134
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Provincia
Prof
Sol
44
45
S. Crucis / Saxoniae
Ss. XII Apostolorum
Natio
Germania
Peruvia
Tot
147
145
145
136
142
109
Temp
3
27
Nov
2
9
46
47
48
S. Joseph Sponsi B.V.M.
S. Crucis
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Belgium
Brasilia
Canada
137
133
130
137
128
123
137
108
116
20
7
5
7
49
50
S. Francisci Stigmatizati / Tusciae
Sancti Spiritus
Italia
Australia
130
124
128
122
122
117
6
5
2
2
51
52
53
Christi Regis / Bononiensis
S. Iacobi de Marchia / Picena
Ss.mae Trinitatis
Italia
Italia
Chilia
122
122
121
122
120
114
117
111
106
5
9
8
2
7
54
55
S. Iacobi a Compostella
S. Francisci Assisiensis
Hispania
Brasilia
121
118
120
114
116
95
4
19
1
4
56
57
58
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
S. Francisci
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
Italia
Africa (Kenia) et Madigascaria
Gallia-Belgium
118
117
116
117
103
116
106
75
115
11
28
1
1
14
59
60
Nostrae Dominae Hungarorum
S. Familiae
Hungaria
Aegyptus
113
109
110
105
103
75
7
30
3
4
61
Baetica
Hispania
107
106
99
7
1
62
63
S. Francisci Solano
B. Engelberti Kolland
Peruvia
Austria/Italia
104
102
98
102
84
99
14
3
6
64
65
S. Elisabeth
S. Crucis / Slovenia
Germania
Slovenia
102
99
101
96
99
92
2
4
1
3
66
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Italia
95
93
81
12
2
67
68
69
70
71
S. Antonii Patavini / Bavariae
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
S. Pauli Apostoli
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
S. Vigilii / Tridentina
Germania
Italia
Columbia
Hispania
Italia
94
91
90
89
88
94
91
82
89
88
90
88
67
87
87
4
3
15
2
1
8
72
73
74
75
76
Verbi Incarnati Prov.
Ss. Martyrum Iaponensium
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
B. Junipero Serra
Togum
Iaponia
Hispania
Slovakia
Mexicum
88
87
84
81
81
84
86
84
76
75
59
85
82
58
50
25
1
2
18
25
77
78
79
80
Ss. Trium Regum / Coloniae
S. Gregorii Magni / Castellana
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Germania
Hispania
Italia
Italia
80
77
77
77
80
77
76
77
75
74
76
76
5
3
81
S.Michael Archangeli
Ucraina
77
74
63
11
3
82
83
84
85
N.rae Dominae Reginae Pacis
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
Carthaginensis
S. Pauli Apostoli
Africa Meridionalis
Argentina
Hispania
Melita
76
74
73
72
74
74
73
72
66
65
71
70
8
9
2
2
2
86
S. Hieronymi / Dalmatiae
Croatia
70
70
66
4
87
88
89
90
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
S. Philippi de Iesu
S. Francisci Solano
Nostrae Dominae de Guadalupe
Brasilia
Mexicum
Argentina
USA (Fed Civ Am Sept)
69
68
68
67
64
61
66
67
51
42
61
58
13
19
5
9
4
1
5
6
1
1
5
7
2
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
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135
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Provincia
Prof
Sol
91
92
S. Bonaventurae / Pedemontana
S. Clarae Cust. Aut.
Natio
Italia
Mozambicum
Tot
66
65
65
61
62
36
3
25
1
4
93
94
95
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Ss. VII Martyrum / Calabriae
SS. Nominis Jesu
Britannia Magna
Italia
Brasilia
60
55
54
60
54
51
59
50
40
1
4
11
1
3
96
97
S. Casimiri
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
Lituania
Ceca Respublica
54
52
52
52
47
48
5
4
2
98
99
100
S. Stephani Regis / Transilvaniae
B.V.M. Reginae Sinarum
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Romania
Taivania (Formosa)
Brasilia
50
50
50
49
49
45
42
47
33
7
2
12
1
1
5
101
102
S. Michaelis
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
Argentina
Hispania
49
46
47
46
43
44
4
2
2
103
104
105
Christi Regis
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
S. Bernardini Senensis
Canada
Italia
Austria
46
45
43
43
45
40
40
41
37
3
4
3
3
106
107
S. Francisci Assisiensis
S. Benedicti de Amazonia
Papua Nova Guinea
Brasilia
43
42
43
39
33
30
10
9
108
S. Ioannis Baptistae
Pakistania
41
41
34
7
109
110
Christi Regis
Annuntiationis B.V.M.
Helvetia
Albania
28
21
28
21
28
19
15256
14821
13189
Temp
Nov
3
3
2
1632
435
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
136
Page 136
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum
Admissi
Natio
1 Aegyptus
S. Familiae
Nov Ptm Sol
4
6
2
8
4
2
11
6
3
3
4
2
Egressi
Nov Ptm Sol
Defuncti
Nov Ptm Sol
Summa
Egr
Def Exc Tot Sum
109 105
2 Aequatoria
S. Francisci de Quito
5
4
1
10
1
1 160 152
3 Africa (Kenia) et Madigascaria
S. Francisci
4 Africa Meridionalis
N.rae Dominae Reginae Pacis
5 Albania
Annuntiationis B.V.M.
6 America Centralis/Panama
Dominae Nostrae de Guadalupe
1
4
4
2
12
11
6
1
2
2
2
8 Australia
Sancti Spiritus
2
9 Austria
S. Bernardini Senensis
3
10 Austria/Italia
B. Engelberti Kolland
3
1
13
5
10
4
38
5
2
3
3
5
6
2
27
1
4
2
15
19
3
3
5
5
5
3
3
7
5
S. Benedicti de Amazonia
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
S. Crucis
21
21
1
1
3
2
4
2
1
1
74
49
68
74
47
66
5
5
124
122
2
2
43
40
4
1 102 102
8
137 137
1
9
74
8
2
4
2
8
13 Bosnia-Herzegovia
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
76
1
2
3
1
1
1
12 Bolivia
S. Antonii / Missionaria
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
2
6
11 Belgium
S. Joseph Sponsi B.V.M.
14 Brasilia
SS. Nominis Jesu
S. Antonii Patavini
S. Francisci Assisiensis
6
117 103
2
7 Argentina
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
S. Michaelis
S. Francisci Solano
4
7
232 221
1
16
1
174 170
9
1
9
9
1
2 355 345
213 209
1
4
1
10
8
4
1
4
1
54 51
147 146
118 114
5
2
2
2
1
8
4
3
1
2
14
3
16
3
450 437
4
2
1
1
1
4
2
1
4
1
42 39
50 45
1 69 64
133 128
1
2
1
2
60
1
8
2
8
2
1
15 Britannia Magna
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
60
16 Canada
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Christi Regis
7
3
17 Ceca Respublica
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
3
3
1
4
1
15
4
1
2
2
130 123
46 43
52
52
18 Chilia
Ss.mae Trinitatis
11
4
2
4
6
4
121 114
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 137
137
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Natio
19 Columbia
S. Fidei
Admissi
Nov Ptm Sol
9
24
5
10
4
6
17
3
15
21 Corea
Ss. Martyrum Coreanorum
4
4
2
22 Croatia
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
S. Pauli Apostoli
Egressi
Defuncti
Nov Ptm Sol
Nov Ptm Sol
3
2
12
4
4
Egr
Summa
Def Exc Tot Sum
15
4
7
232 220
90
82
20 Congensis Resp.Dem.
S. Benedicti Africani
9
25
3
S. Hieronymi / Dalmatiae
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
7
4
1
6
23 Gallia
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
2
1
1
2
2
7
3
1
1
3
2
1 225 208
154 146
3
7
3
213 204
2
5
2
70 70
277 270
5
167 165
1 116 116
5
24 Gallia-Belgium
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
2
7
1
7
4
1
4
25 Germania
S. Antonii Patavini / Bavariae
1
S. Crucis / Saxoniae
S. Elisabeth
Ss. Trium Regum / Coloniae
2
1
2
1
28 Hispania
Baetica
De Arantzazu franciscana
Carthaginensis
S. Gregorii Magni / Castellana
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
S. Iacobi a Compostella
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
1
5
2
2
5
2
1
26 Helvetia
Christi Regis
27 Hibernia
Hiberniae
2
5
1
1
1
1
2
2
2
1
3
1
2
1
2
1
6
3
2
2
4
1
94
80
80
28
28
1
1
1
4
6
4
159 157
1
7 10
1
3
3 4
1
107 106
269 264
73 73
77 77
46 46
89 89
1
2
5
1
2
121 120
84 84
4
3
4
1 113 110
1
10
1
3
4
1
1
94
147 145
102 101
29 Hungaria
Nostrae Dominae Hungarorum
30 Iaponia
Ss. Martyrum Iaponensium
3
4
1
2
2
87
86
31 India
16
6
1
3
3
1
7
1
183 167
32 Indonesia
S. Michaelis Archangeli
S. Thomae Apostoli / Indiae
21
17
5
3
3
3
6
3
217 196
33 Israel
Custodia Terrae Sanctae
6
1
3
1
3
186 180
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
138
Page 138
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Natio
34 Italia
S. Antonii Patavini / Venetae
Admissi
Nov Ptm Sol
3
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Christi Regis / Bononiensis
1
1
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
5
Egressi
Defuncti
Nov Ptm Sol
Nov Ptm Sol
12
12
389
386
1
2
1
4
2
1
4
77
118
122
76
117
122
1
4
55
77
54
77
6
2
91
166
154
91
162
151
5
1
2
2
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
4
3
1
5
1
1
7
S. Bonaventurae / Pedemontana
S. Iacobi de Marchia / Picena
1
2
3
Ss. Petri et Pauli / Romana
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
3
2
1
3
2
4
3
4
2
1
1
3
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Seraphica S. Francisci Assisiensis
8
10
5
1
1
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
4
6
3
35 Lituania
S. Casimiri
2
1
2
2
1
4
1
1
1
6
2
1
2
1
4
1
1
4
66
122
65
120
5
5
4
4
2
5
5
4
150
153
95
147
152
93
5
3
5
45
237
45
229
4
4
148
144
3
7
2
7
2
88
130
88
128
1
1
1
54
52
72
72
202
6 415
3 266
81
68
195
404
256
75
61
65
61
189
188
2
41
41
8
43
43
1
36 Melita
S. Pauli Apostoli
37 Mexicum
S. Evangelii
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
B. Junipero Serra
S. Philippi de Iesu
Summa
Def Exc Tot Sum
1
4
1
S. Vigilii / Tridentina
S. Francisci Stigmatizati / Tusciae
Egr
1
2
6
12
15
8
76
6
15
12
25
5
3
9
1
3
3
4
2
2
1
1
5
2
2
6
10
1
2
1
2
2
2
1
3
4
2
1
5
15
19
3
3
3
4
2
38 Mozambicum
S. Clarae Cust. Aut.
39 Nederlandia
Ss. Martyrum Gorcomiensium
8
1
40 Pakistania
S. Ioannis Baptistae
8
1
1
1
19
1
1 19
41 Papua Nova Guinea
S. Francisci Assisiensis
42 Peruvia
S. Francisci Solano
Ss. XII Apostolorum
43 Philippinae
S. Petri Baptistae
44 Polonia
Assumptionis B.V.M.
S. Hedvigis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
S. Mariae Angelorum
S. Francisci Assisiensis
4
3
4
7
9
13
5
3
4
1
4
3
5
5
2
16
9
4
3
3
11
6
9
6
12
3
8
9
5
8
4
2
6
8
3
4
8
2
4
1
1
3
1
1
2
1
4
11
2
2
104
1 145
98
136
1
2
1
172
166
1
18
1
2 291
275
6
5 10
9 4
1 204
355
1 256
201
344
250
201
196
10
4
1
3
1
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 139
139
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Natio
45 Portugallia
Ss. Martyrum Marochiensium
Admissi
Nov Ptm Sol
3
0
1
2
1
3
47 Slovakia
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
5
3
1
48 Slovenia
S. Crucis / Slovenia
3
49 Taivania (Formosa)
B.V.M. Reginae Sinarum
1
Egressi
Nov Ptm Sol
Defuncti
Nov Ptm Sol
Egr
Summa
Def Exc Tot Sum
6
6
157
154
50
49
81
76
99
96
50
49
88
84
77
74
46 Romania
S. Stephani Regis / Transilvaniae
3
1
1
3
1
1
1
1
1
1
2
50 Togum
Verbi Incarnati Prov.
4
6
2
2
3
11
6
1
4
2
31
2
2
Ss.mi Cordis Iesu
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Ss.mi Nominis Iesu
Nostrae Dominae de Guadalupe
5
3
5
1
2
2
4
1
1
1
3
S. Ioannis Baptistae
3
2
2
1
53 Vietnamia
S. Francisci in Vietnam
9
5
2
6
3
2
3
51 Ucraina
S.Michael Archangeli
52 USA (Fed Civ Am Sept)
Assumptionis B.V.M.
S. Barbarae
4
2
11
2
2
1
11
1
13
1
5
3
2
2
2 11
1
7 13
1 1
5 5
8
151 150
1 212 209
263
162
3 385
67
2 188
260
159
380
67
187
187 178
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
140
Page 140
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
VII. Inter 2006 et 2005 comparatio
Provincia
Natio
2006
2005
Diff
114
Nostrae Dominae Hungarorum
Hungaria
113
098
S. Antonii / Missionaria
Bolivia
174
159
15
111
S. Benedicti Africani
Congensis Resp.Dem.
225
214
11
106
S. Francisci
Africa (Kenia) et Madigascaria
117
108
9
041
S. Michaelis Archangeli
Indonesia
217
209
8
A01
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Brasilia
50
45
5
040
S. Thomae Apostoli / Indiae
India
183
179
4
083
S. Barbarae
USA (Fed Civ Am Sept)
212
208
4
101
B. Junipero Serra
Mexicum
81
77
4
105
S. Familiae
Aegyptus
109
105
4
016
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
Slovakia
81
78
3
096
Christi Regis
Canada
46
43
3
109
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
Brasilia
69
66
3
066
Assumptionis BVM / Herzegoviae
Bosnia-Herzegovia
213
211
2
090
Custodia Terrae Sanctae
Israel
186
184
2
093
Ss. Martyrum Coreanorum
Corea
154
152
2
094
S. Pauli Apostoli
Columbia
90
88
2
110
S. Casimiri
Lituania
54
52
2
092
S. Michaelis
Argentina
49
47
2
104
S.Michael Archangeli
Ucraina
77
75
2
067
S. Crucis / Slovenia
Slovenia
99
98
1
069
S. Evangelii
Mexicum
202
201
1
075
S. Petri Baptistae
Philippinae
172
171
1
089
S. Francisci in Vietnam
Vietnamia
187
186
1
097
S. Francisci Assisiensis
Polonia
201
200
1
112
S. Philippi de Iesu
Mexicum
68
67
1
A04
S. Francisci Assisiensis
Papua Nova Guinea
43
42
1
043
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Italia
118
118
0
046
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Italia
55
55
0
051
S. Bonaventurae / Pedemontana
Italia
66
66
0
056
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Italia
45
45
0
057
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Italia
237
237
0
058
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
148
148
0
060
S. Francisci Stigmatizati / Tusciae
Italia
130
130
0
064
S. Hieronymi / Dalmatiae
Croatia
70
70
0
068
S. Pauli Apostoli
Melita
085
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
A05
S. Benedicti de Amazonia
095
B.V.M. Reginae Sinarum
113
72
72
0
162
162
0
Brasilia
42
42
0
Taivania (Formosa)
50
50
0
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 141
141
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Provincia
Natio
A06
S. Clarae Cust. Aut.
Mozambicum
006
S. Bernardini Senensis
Austria
012
S. Francisci Assisiensis
Brasilia
029
Baetica
Hispania
032
S. Gregorii Magni / Castellana
048
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
065
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Croatia
025
Ss. Trium Regum / Coloniae
A03
S. Ioannis Baptistae
107
005
001
2006
65
2005
Diff
65
0
43
44
-1
118
119
-1
107
108
-1
Hispania
77
78
-1
Italia
91
92
-1
277
278
-1
Germania
80
81
-1
Pakistania
41
42
-1
S. Francisci Solano
Argentina
68
69
-1
Sancti Spiritus
Australia
124
126
-2
S. Francisci de Quito
Aequatoria
160
162
-2
015
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
Ceca Respublica
52
54
-2
042
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
Italia
77
79
-2
052
S. Iacobi de Marchia / Picena
Italia
122
124
-2
053
Ss. Petri et Pauli / Romana
Italia
150
152
-2
073
S. Francisci Solano
Peruvia
104
106
-2
077
S. Hedvigis
Polonia
204
206
-2
081
S. Stephani Regis / Transilvaniae
Romania
50
52
-2
088
Nostrae Dominae de Guadalupe
USA (Fed Civ Am Sept)
67
69
-2
A02
Christi Regis
Helvetia
28
30
-2
003
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Britannia Magna
60
63
-3
014
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Canada
130
133
-3
026
S. Crucis / Saxoniae
Germania
147
150
-3
031
Carthaginensis
Hispania
73
76
-3
039
Ss. Martyrum Iaponensium
Iaponia
87
90
-3
063
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Croatia
213
216
-3
099
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Gallia
167
170
-3
024
S. Antonii Patavini / Bavariae
Germania
94
98
-4
027
S. Elisabeth
Germania
102
106
-4
028
Hiberniae
Hibernia
159
163
-4
036
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
Hispania
84
88
-4
047
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Italia
77
81
-4
055
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Italia
95
99
-4
102
N.rae Dominae Reginae Pacis
Africa Meridionalis
76
80
-4
079
S. Mariae Angelorum
Polonia
256
260
-4
080
Ss. Martyrum Marochiensium
Portugallia
157
161
-4
103
B. Engelberti Kolland
Austria/Italia
102
107
-5
033
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
Hispania
46
51
-5
049
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
Italia
166
171
-5
078
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Polonia
355
360
-5
082
Assumptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
151
156
-5
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
142
Page 142
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Provincia
Natio
2006
086
S. Ioannis Baptistae
USA (Fed Civ Am Sept)
034
N.rae Dominae a Regula /
G
Christi Regis / Bononiensis
Hispania
045
Italia
059
S. Vigilii / Tridentina
Italia
88
004
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
Argentina
076
Assumptionis B.V.M.
Polonia
091
Dominae Nostrae de Guadalupe
America Centralis/Panama
008
S. Joseph Sponsi B.V.M.
035
S. Iacobi a Compostella
054
Diff
193
-5
89
95
-6
122
128
-6
94
-6
74
81
-7
291
298
-7
232
239
-7
Belgium
137
145
-8
Hispania
121
129
-8
Immac. Concept. /
S
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
Italia
153
161
-8
Mexicum
266
274
-8
Gallia-Belgium
116
124
-8
010
Trium Sociorum / Gallia
O
S. Antonii Patavini
Brasilia
147
156
-9
084
Ss.mi Cordis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
263
272
-9
011
S. Crucis
Brasilia
133
142
-9
108
SS. Nominis Jesu
Brasilia
54
64
-10
070
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Mexicum
415
425
-10
061
S. Antonii Patavini / Venetae
Italia
389
400
-11
018
S. Fidei
Columbia
232
245
-13
062
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Bosnia-Herzegovia
355
368
-13
087
Ss.mi Nominis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
385
398
-13
113
Verbi Incarnati Prov.
Togum
88
101
-13
002
Annuntiationis B.V.M.
Albania
21
35
-14
050
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Italia
154
168
-14
017
Ss.mae Trinitatis
Chilia
121
136
-15
074
Ss. XII Apostolorum
Peruvia
145
161
-16
072
Ss. Martyrum Gorcomiensium
Nederlandia
189
207
-18
030
De Arantzazu franciscana
Hispania
269
288
-19
013
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Brasilia
450
15256
476
15596
-26
-222
071
100
188
2005
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
Page 143
143
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus Academicos
Provincia
114
Nostrae Dominae Hungarorum
Natio
Hungaria
Phil
Grad.
Tot.
2
098
S. Antonii / Missionaria
Bolivia
5
111
S. Benedicti Africani
Congensis Resp.Dem.
3
9
1
15
4
4
106
S. Francisci
Africa (Kenia) et Madigascaria
11
9
17
3
29
48
16
6
70
7
4
11
22
20
22
1
43
1
Theo.
1
041
S. Michaelis Archangeli
Indonesia
A01
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Brasilia
040
S. Thomae Apostoli / Indiae
India
083
S. Barbarae
USA (Fed Civ Am Sept)
4
8
3
15
101
B. Junipero Serra
Mexicum
3
9
0
12
105
S. Familiae
Aegyptus
10
18
4
32
016
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
Slovakia
7
10
0
17
096
Christi Regis
Canada
0
3
0
3
109
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
Brasilia
9
3
2
14
066
Assumptionis BVM / Herzegoviae
Bosnia-Herzegovia
5
12
1
18
090
Custodia Terrae Sanctae
Israel
4
20
4
28
093
Ss. Martyrum Coreanorum
Corea
15
18
5
38
094
S. Pauli Apostoli
Columbia
5
7
2
14
110
S. Casimiri
Lituania
1
2
1
4
092
S. Michaelis
Argentina
2
2
3
7
104
S.Michael Archangeli
Ucraina
8
8
0
16
067
S. Crucis / Slovenia
Slovenia
7
1
8
069
S. Evangelii
Mexicum
2
075
S. Petri Baptistae
Philippinae
0
089
S. Francisci in Vietnam
Vietnamia
097
S. Francisci Assisiensis
Polonia
112
S. Philippi de Iesu
A04
2
4
24
0
24
23
34
12
69
8
19
9
36
Mexicum
4
4
0
8
S. Francisci Assisiensis
Papua Nova Guinea
2
1
3
6
043
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Italia
11
8
19
046
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Italia
3
1
5
9
051
S. Bonaventurae / Pedemontana
Italia
1
2
0
3
056
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Italia
0
3
0
3
057
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Italia
17
12
9
38
058
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
7
10
9
26
060
S. Francisci Stigmatizati / Tusciae
Italia
7
1
8
064
S. Hieronymi / Dalmatiae
Croatia
3
1
0
4
068
S. Pauli Apostoli
Melita
0
0
0
0
085
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
3
A05
S. Benedicti de Amazonia
Brasilia
9
095
B.V.M. Reginae Sinarum
Taivania (Formosa)
A06
S. Clarae Cust. Aut.
Mozambicum
006
S. Bernardini Senensis
Austria
012
S. Francisci Assisiensis
029
032
0
3
3
1
13
1
0
1
2
17
8
1
26
3
3
1
7
Brasilia
19
6
0
25
Baetica
Hispania
0
3
2
5
S. Gregorii Magni / Castellana
Hispania
1
2
0
3
048
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
Italia
3
5
8
065
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Croatia
8
15
0
23
025
Ss. Trium Regum / Coloniae
Germania
0
4
1
5
A07nterno:ACTAORDINIS
16/5/07
16:37
144
Page 144
AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
V
Provincia
Natio
Phil.
Theo.
Grad.
Tot
A03
S. Ioannis Baptistae
Pakistania
1
6
107
S. Francisci Solano
Argentina
3
2
005
Sancti Spiritus
Australia
0
5
0
5
001
S. Francisci de Quito
Aequatoria
10
19
9
38
015
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
Ceca Respublica
0
2
2
042
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
Italia
0
052
S. Iacobi de Marchia / Picena
Italia
9
4
13
053
Ss. Petri et Pauli / Romana
Italia
4
9
4
17
073
S. Francisci Solano
Peruvia
15
5
0
20
077
S. Hedvigis
Polonia
14
10
0
24
081
S. Stephani Regis / Transilvaniae
Romania
3
4
0
7
088
Nostrae Dominae de Guadalupe
USA (Fed Civ Am Sept)
3
4
1
8
A02
Christi Regis
Helvetia
0
1
1
003
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Britannia Magna
1
0
0
1
014
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Canada
5
4
0
9
026
S. Crucis / Saxoniae
Germania
0
0
1
1
031
Carthaginensis
Hispania
1
1
6
8
039
Ss. Martyrum Iaponensium
Iaponia
1
1
0
2
063
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Croatia
9
16
0
25
099
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Gallia
4
0
4
024
S. Antonii Patavini / Bavariae
Germania
2
0
3
5
027
S. Elisabeth
Germania
0
0
1
1
028
Hiberniae
Hibernia
6
8
8
22
036
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
Hispania
3
1
4
047
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Italia
0
1
0
1
055
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Italia
4
8
1
13
102
N.rae Dominae Reginae Pacis
Africa Meridionalis
5
3
1
9
079
S. Mariae Angelorum
Polonia
15
24
0
39
080
Ss. Martyrum Marochiensium
Portugallia
2
4
6
103
B. Engelberti Kolland
Austria/Italia
0
0
0
0
033
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
Hispania
0
1
0
1
049
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
Italia
2
4
6
12
078
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Polonia
13
15
14
42
082
Assumptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
0
4
0
4
086
S. Ioannis Baptistae
USA (Fed Civ Am Sept)
1
1
034
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
Hispania
1
2
01
4
045
Christi Regis / Bononiensis
Italia
2
4
1
7
059
S. Vigilii / Tridentina
Italia
0
2
0
2
004
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
Argentina
076
Assumptionis B.V.M.
Polonia
091
Dominae Nostrae de Guadalupe
America Centralis/Panama
008
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Belgium
035
S. Iacobi a Compostella
Hispania
054
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
Italia
071
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
Mexicum
100
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
Gallia-Belgium
0
010
S. Antonii Patavini
Brasilia
9
1
8
5
1
1
2
0
0
8
45
9
28
30
22
0
0
0
0
3
0
3
7
11
7
25
24
16
52
0
40
0
8
1
18
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STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
V
Provincia
Natio
084
Ss.mi Cordis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
011
S. Crucis
Brasilia
108
SS. Nominis Jesu
Brasilia
070
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Mexicum
061
S. Antonii Patavini / Venetae
Italia
018
S. Fidei
Columbia
062
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Bosnia-Herzegovia
087
Ss.mi Nominis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
113
Verbi Incarnati Prov.
002
Phil.
Theo.
Grad.
Tot
4
1
0
5
10
3
5
18
6
4
2
12
44
39
9
92
5
11
4
20
19
5
0
24
48
10
58
2
17
14
33
Togum
12
13
3
28
Annuntiationis B.V.M.
Albania
2
2
2
6
050
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Italia
13
7
6
26
017
Ss.mae Trinitatis
Chilia
6
6
0
12
074
Ss. XII Apostolorum
Peruvia
5
33
3
41
072
Ss. Martyrum Gorcomiensium
Nederlandia
0
0
0
0
030
De Arantzazu franciscana
Hispania
0
0
0
0
013
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Brasilia
59
21
13
93
687
853
279
1819
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1. Argentina - Visita fraterna e pastorale e Capitoli
Nei giorni 8-10 gennaio 2007 si è tenuta
nella località di Saldán, Córdoba, la Visita
Fraterna e Pastorale alla Fraternità dell’OFS di Argentina. Dopo una fraterna e
cordiale accoglienza, i Visitatori, María
Aparecida Crepaldi OFS, Consigliere internazionale per la lingua portoghese, e Martín
Bitzer OFMConv, Assistente generale OFS,
hanno compiuto la Visita pastorale, durante
la quale hanno incontrato tutti i membri del
Consiglio nazionale, tranne il Ministro che
era ricoverato in ospedale; hanno conosciuto la situazione dell’assistenza spirituale all’OFS in Argentina, presentata da Gerónimo Martina, OFM, Assistente nazionale,
hanno controllato i vari Registri ed hanno
affrontato, con gli Assistenti e i membri del
Consiglio presenti, le principali problematiche sia a livello nazionale che nelle dieci
regioni. Hanno, infine, costatato che la cura
spirituale e pastorale all’OFS in Argentina
non è tra le priorità delle Province religiose
(OFM, OFMConv e OFMCap); tuttavia i
Visitatori hanno espresso, a nome del
CIOFS, un particolare ringraziamento agli
Assistenti impegnati nel loro servizio all’OFS e a Luis Scozzina, OFM, uno dei tre
Ministri Provinciali OFM che operano in
quella Nazione.
Conclusa la Visita Fraterna, i Visitatori si
sono recati a San Antonio di Arredondo,
Córdoba, per la celebrazione del Capitolo
nazionale elettivo, alla presenza di alcuni
Assistenti e di Luis Scozzina, OFM, Ministro della Provincia “San Miguel Arcángel”. Le elezioni sono avvenute in un clima
sereno e trasparente. È stata scelta come
Ministra nazionale dell’OFS in Argentina,
la Sig.ra Silvia Noemí Diana. Parallelamente si è celebrato il Capitolo spirituale nazionale per i membri che non partecipavano alle elelzioni, consistente in un ritiro spiritua-
le animato da Antonio Saraceno, OFMConv, Assistente spirituale OFS.
2. Assisi - Corso per Assistenti spirituali
dell’OFS-GiFra d’Italia
Presso la “Casa Leonori”, sede della
Conferenza dei Ministri provinciali OFM
d’Italia, a Santa Maria degli Angeli, Assisi,
si è svolto dal 22 al 26 gennaio 2007 il Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS-GiFra d’Italia.
Il Corso è stato organizzato dalla Conferenza dagli Assistenti nazionali. Erano presenti, assieme ai quattro Assistenti nazionali, circa 80 Assistenti spirituali delle varie
Fraternità OFS-GiFra d’Italia. Il tema principale del Corso è stato: «L’Assistente: Testimone di Spiritualità e vincolo di comunione».
Nei giorni 24 e 25 gennaio hanno partecipato anche i due Assistenti generali Fr.
Samy Irudaya, OFMCap, e Fr. Ivan Matić,
OFM. Alla Tavola Rotonda, che si è tenuta
nel pomeriggio del 24 gennaio sul tema dell’accompagnamento dei Giovani francescani, il primo intervento è stato di Mons. Paolo Giulietti, responsabile della pastorale
giovanile della Conferenza Episcopale Italiana. Nel secondo intervento Fr. Ivan ha tenuto una riflessione sull’accompagnamento dei Giovani francescani dal punto di vista dell’Assistente spirituale. Nel terzo
interveneto Maura Murgia, Presidente nazionale della GiFra d’Italia, ha presentato
una interessante lettera sull’accompagnamento dei giovani francescani rivolta a tutti gli Assistenti spirituali. Nella serata si è
svolta, poi, un’Assemblea con gli Assistenti della GiFra, per riflettere sulle questioni
che riguardano il ruolo e la responsabilità
degli Assistenti della GiFra, la costituzione
delle Conferenze degli Assistenti nazionali
e regionali della GiFra, ecc.
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
La mattinata del 25 gennaio è stata dedicata ai lavori di gruppo e, successivamente,
Fr. Samy e Fr. Ivan hanno presentato il Manuale per l’assistenza spirituale all’OFSGifra, con una sottolineatura del Capitolo
IV, che tratta dell’Assistenza spirituale e
pastorale all’OFS.
3. Panama - Capitolo nazionale elettivo
Il capitolo si è svolto nei giorni 26-28
gennaio 2007. Hanno partecipato 35 capitolari e il clima era molto fraterno. Erano presenti anche Ligorio Antonio Dussan, Consigliere internazionale di Colombia, Delegato
della Ministra generale, e Fr. Víctor Hugo
Chacón Solano OFM del Costa Rica, a nome della Conferenza degli Assistenti generali. Essi, durante il Capitolo, hanno fatto
alcune riflessioni sulla Regola dell’OFS,
sulla celebrazione dell’VIII centenario del
Carisma francescano e della nascita di S.
Elisabetta. Come Ministro nazionale è stato
eletto Juan Manuel Pinzón de León della
Fraternità di san Bernardino di Siena, della
città di David nella Provincia Chiriquí.
4. Roma - Presidenza CIOFS e Benedizione della Sede
La Presidenza della CIOFS si è incontrata a Roma dal 17 al 24 di Febbraio 2007, in
una Casa di Spiritualità gestita dalle Suore
Francescane Angeline. I temi trattati sono
stati: la programmazione del Capitolo Generale, che si terrà in Ungheria nel 2008; la
discussione sul lavoro delle Commissioni; i
rapporti tra l’Ordine Francescano Secolare
e Franciscans International; la prima Assemblea internazionale di GiFra, che si terrà
a Barcellona a Giugno-Luglio di quest’anno; le finanze dell’Ordine; ed alcuni punti
giuridici e di calendario. Lori Pieper, SFO,
ha animato un momento di formazione permanente per la Presidenza ed il 22 Febbraio
ha parlato sulla spiritualità di santa Elisabetta d’Ungheria. La prossima riunione della Presidenza si terrà ad Assisi a Novembre,
per permettere ai membri di partecipare al-
la chiusura ufficiale dell’VIII Centenario
della nascita di santa Elisabetta.
Nel corso della riunione della Presidenza
della CIOFS ed in presenza dei membri si è
proceduto alla benedizione ufficiale della sede della CIOFS a Via Vittorio Puti, in Roma.
Il Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica, l’Arcivescovo Gianfranco Gardin OFM Conv., ha presieduto la cerimonia.
Gli altri Ordini francescani erano rappresentati dal Ministro generale dei Cappuccini,
Mauro Jöhri; dal Vicario generale dei Frati
Minori, Francesco Bravi; e dal Vicario generale del Terzo Ordine Regolare, Michael J.
Higgins. La Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo, ha manifestato la sua
gratitudine per il sostegno fraterno e finanziario ricevuto per l’acquisto della sede.
5. Roma - Assemblea precapitolare
dell’OFS d’Italia
Nei giorni 23-25 febbraio, presso la casa
“Seraphicum” dei Frati Minori Conventuali, si è svolta l’Assemblea precapitolare dell’OFS d’Italia. Nel pomeriggio del 24 febbraio hanno partecipato Encarnacion del
Pozo, Ministra generale dell’OFS, e Fr.
Ivan Matić OFM, Assistente generale. Sono
state presentate le norme transitorie per il
Capitolo elettivo che si celebrerà nei giorni
28 aprile-1 maggio a Roma. Nella serata
dello stesso giorno la Ministra generale e
Fr. Ivan hanno avuto un incontro fraterno
con il Consiglio nazionale dell’OFS d’Italia. A nome della Presidenza la Ministra e
l’Assistente generale hanno ringraziato il
Consiglio nazionale per il lavoro stupendo
che hanno svolto durante il loro mandato,
nel cammino verso l’unità e la regionalizzazione dell’OFS d’Italia.
6. Croazia - Corso di formazione per gli
Assistenti spirituali dell’OFS e della
GiFra
Dal 26 febbraio al 1 marzo 2007, presso
la casa di accoglienza “Tabor” a Samobor in
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Croazia, si è svolto il primo Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra. Al corso erano iscritti
circa 106 Assistenti spirituali, con una presenza molto significativa delle Suore francescane che svolgono il servizio di Assistenti dell’OFS e della GiFra. Per tutto il
Corso, a nome dell’OFS, sono stati presenti Mato Batorović, Ministro nazionale dell’OFS, e Atonija Kvesić, Consigliera nazionale della GiFra.
Il Corso è stato promosso dalle Conferenze degli Assistenti nazionali dell’OFS e
della GiFra, con l’aiuto della Conferenza
degli Assistenti generali (CAS). I principali Relatori al Corso sono stati gli Assistenti generali: Fr. Martin Bitzer, OFMConv,
Fr. Samy Irudaya, OFMCap e Fr. Ivan Matić, OFM, che hanno sviluppato le seguenti tematiche: importanza della conoscenza
dei documenti dell’OFS (il tema preparato
da Fr. Michael Higgins, TOR, è stato presentato in Aula da Fr. Zvonimir Brusač,
TOR, Assistente nazionale di Croazia); assistenza collegiale (Fr. Martin Bitzer); ruolo dell’Assistente spirituale nella Fraternità locale (Fr. Samy Irudaya); gioventù
francescana e l’assistenza alla GiFra (Fr.
Ivan Matić).
Moderatori dei lavori sono stati gli Assistenti nazionali dell’OFS e della GiFra: Fr.
Ljudevit Maračić, OFMConv, Presidente di
turno della Conferenza degli Assistenti nazionali; Fr. Nikola Bašnec OFMCap, Assistente nazionale dell’OFS; Fr. Miljenko
Hontić OFMConv, Assistente nazionale
della GiFra; Fr. Milan Krišto OFM, Presidente di turno della Conferenza degli Assistenti nazionali della GiFra.
È stata anche molto gradita la partecipazione dei Ministri provinciali Fr. Đuro Hontić OFMConv, Fr. Ivica Petanjak OFMCap
e Fr. Matija Koren OFM, Vicario Provinciale. In modo particolare è stata apprezzata la presenza di Fr. Jure Šarčević OFMCap,
Definitore generale, e di Mons. Josip
Mrzljak, Vescovo ausiliare di Zagreb, membro professo dell’OFS, che ha celebrato la
messa di chiusura del Corso.
La Fraternità nazionale dell’OFS di
Croazia è strutturata in 5 Fraternità Regio-
149
nali, con circa 4.800 professi. Così pure la
Fraternità nazionale della GiFra è composta da 5 Fraternità Regionali, con circa
1.000 giovani francescani e 68 Fraternità
locali.
Al Corso hanno partecipato, con grande
interesse, vari Assistenti spirituali della
Bosnia/Erzegovina, i quali hanno arricchito i presenti con la condivisione della loro
esperienza di vita e di missione in quella
terra bellissima, ma ferita e molto segnata
dall’ultima guerra. Infatti, come diceva Fr.
Petar Anđelović OFM, Assistente nazionale dell’OFS della Bosnia/Erzegovina, dei
circa 4.500 membri dell’OFS che vivevano in Bosnia prima della guerra ne sono rimasti oggi solo 1.225 in 18 Fraternità locali; mentre in Erzegovina, secondo il racconto di Fr. Sretan Ćurčić OFM,
Assistente nazionale, sono circa 700 i professi dell’OFS, in 5 Fraternità locali, e circa 1000 giovani francescani, in 15 Fraternità locali della GiFra.
Il Corso di formazione è stato ben organizzato, come molto attivo è stato il coinvolgimento dei partecipanti. Soprattutto è
stato fecondo il lavoro nei gruppi: da qui sono uscite proposte molto concrete ed importanti per il futuro dell’assistenza spirituale alle Fraternità dell’OFS e della GiFra
sia in Croazia che in Bosnia/Erzegovina.
Tra l’altro è stato deciso di organizzare ogni
anno questo Corso di formazione, a livello
nazionale e sempre nel mese di febbraio. Il
prossimo si farà in Bosnia/Erzegovina nei
giorni 19-21 febbraio 2008 ed avrà come tema principale la presentazione del Manuale per l’assistenza, pubblicato dagli Assistenti generali, manuale che sarà pronto in
lingua croata per la fine del 2007. L’organizzazione del Corso spetterà alla Conferenza degli Assistenti nazionali della Bosnia/Erzegovina con l’aiuto degli Assistenti generali.
Al termine del Corso, infine, è stato distribuito ai partecipanti un piccolo volume, in croato, con le conferenze degli Assistenti generali e il documento della CAS:
«Indicazioni per la formazione dei Religiosi
alla conoscenza e assistenza dell’OFS e della GiFra».
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7. Vietnam - Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS
Il Capitolo elettivo della Fraternità nazionale dell’OFS del Vietnam è stato celebrato, presso il Convento dei Frati Minori in
Saigon, dal 20 al 22 marzo 2007. A nome
della Presidenza CIOFS hanno presieduto il
Capitolo elettivo Lucy Almirañes, Consigliera della Presidenza, e Fr. Ivan Matić,
OFM, Assistente generale dell’OFS.
Al Capitolo hanno partecipato Fr. Irene
Thanh Minh OFM, Assistente nazionale
dell’OFS, Fr. Paul Que Vu Xuan OFM, Assistente nazionale della GiFra, e altri Assistenti regionali. All’apertura era presente
anche Fr. Phi Khanh Vuong Dinh Khoi
OFM, Ministro provinciale del Vietnam,
che ha rivolto il suo saluto ai Capitolari. Nel
Capitolo si è riflettuto sull’importanza della formazione per i Francescani secolari,
per comprendere meglio la loro identità;
sull’appartenenza e la responsabilità; sul
rapporto tra l’OFS e la GiFra.
Nella mattinata del 21 marzo si è svolta
l’elezione del nuovo Consiglio nazionale.
Sono stati eletti: Francis Xavier Nguyen
Duy Hung, come Ministro nazionale (rieletto); Maria Nguyen Thyet, come Consigliera Internazionale per il Vietnam.
La Fraternità nazionale dell’OFS del
Vietnam è divisa in 11 Regioni con circa
120 Fraternità locali giuridicamente erette e
altre 47 prossime all’erezione. Il numero
dei membri è di circa 5200, tra quelli professi (circa 3200) e quelli in formazione.
C’è anche una forte e ben organizzata Fraternità nazionale della GiFra che conta circa 4000 membri.
Dopo il Capitolo Fr. Ivan, accompagnato dal Ministro provinciale e dall’Assistente nazionale dell’OFS, ha fatto visita alla
Casa dei Frati in formazione e alle sorelle
Clarisse del monastero in Thu Duc.
8. Malesia - II° Congresso dell’OFS-GiFra dell’Asia e Oceania
Il secondo Congresso dell’OFS-GiFra
dell’Asia e Oceania si è svolto a Penang, in
Malesia, nei giorni 24-30 marzo 2007 presso la casa di ritiro “Stella Maris” dei Frati
Cappuccini. In rappresentanza dell’OFS e
della GiFra di 17 Paesi, hanno partecipato
circa 70 persone, compresi i vari Assistenti
nazionali e regionali. A nome della Presidenza CIOFS erano presenti Encarnación
del Pozo, Ministra generale dell’OFS; Rosalvo Mota, Vice-ministro generale; Lucy
Almirañes, Consigliera della Presidenza;
Xavi Ramos, Consigliere della Presidenza
per la GiFra; i quattro Assistenti generali:
Fr. Michael Higgins TOR, Fr. Irudaya Samy
OFMCap, Fr. Martin Bitter OFMConv e Fr.
Ivan Matić OFM.
Il Congresso è stato preparato con grande impegno da Serena Woon, OFS, coordinatrice del Congresso con l’aiuto della Fraternità regionale OFS e di quella locale di
Penang, di Fr. Paul Cheong, OFMCap, con
la sua Comunità di Frati. Da parte della Presidenza CIOFS c’era Lucy Almirañes, che
ha curato la comunicazione e l’organizzazione del Congresso.
Nei giorni 24-25 marzo è stata presentata la situazione della Fraternità internazionale dell’OFS, da parte di Rosalvo Mota,
mentre la Ministra generale ha ricordato le
priorità dell’OFS dell’ultimo Capitolo generale 2005; inoltre, si sono tenute relazioni sulla realtà OFS-GiFra nei vari Paesi, con
interventi anche degli Assistenti spirituali.
Il pomeriggio del 26 marzo è stato dedicato al tema della Gioventù francescana,
con le relazioni di Xavi Ramos e di Maria
Huynh Thuy, che ha parlato della GiFra in
Vietnam.
Il 27 marzo sono state affrontate le seguenti tematiche: Storia della Famiglia
Francescana e le nostre comuni origini (Fr.
Michael Higgins, TOR); Celebrazione
dell’8° Centenario della nascita di santa Elisabetta di Ungheria (Encarnación del Pozo); Professione nell’OFS (Lucy Almirañes).
Il 28 marzo è stato dedicato interamente
ai temi dell’assistenza spirituale e pastorale. I Relatori sono stati gli stessi Assistenti
generali – Fr. Michael Higgins, TOR; Fr.
Samy Irudaya, OFMCap; Fr. Martin Bitzer,
OFMConv; Fr. Ivan Matić, OFM – , che si
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EX OFFICIO OFS
sono soffermati su: importanza della conoscenza dei documenti dell’OFS (Fr. Michael); assistenza collegiale (Fr. Martin);
ruolo dell’Assistente spirituale nella Fraternità locale (Fr. Samy); gioventù francescana e l’assistenza alla GiFra (Fr. Ivan).
Il 29 marzo è stato dedicato alla formulazione delle raccomandazioni, delle conclusioni del Congresso e del progetto comune per il futuro dell’OFS e della GiFra in
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Asia e in Oceania. Il Congresso si è concluso con una solenne Celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo di Penang,
Mons. Antonio Selvanayagam, a cui hanno
fatto seguito una rappresentazione teatrale,
sulla cultura e sulle varie tradizioni popolari della Malesia, e una festa francescana con
abiti tradizionali, canti e danze.
Il terzo Congresso si celebrerà nel 2010,
probabilmente in India o in Thailandia.
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1. Lettera alle Clarisse
Prot. n.° 097794
Roma, 19 marzo 2007
Care Sorelle,
Il Signore vi dia la Pace!
In primo luogo saluto tutte voi, Sorelle
Clarisse, che siete disseminate per tutto il
mondo, e vi manifesto il mio affetto e la mia
vicinanza a motivo del carisma di santa
Chiara, la pianticella tanto amata dal nostro
Padre San Francesco. In secondo luogo, desidero condividere con voi un problema per
il quale ho un particolare interesse.
Nel 1988, Fr. John Vaughn indirizzò un
appello a tutti i Monasteri, per assicurare la
sopravvivenza del Monastero di Gerusalemme. Da allora, e grazie all’arrivo di numerose religiose, quel Monastero è diventato internazionale.
Sono passati già vent’anni e quella situazione è cambiata lentamente. I quattro Monasteri esistenti oggi in Terra Santa e nel Vicino Oriente sono solidali nella loro vocazione di preghiera e testimonianza
evangelica in questa parte del mondo. Mi riferisco ai Monasteri di Gerusalemme, Nazaret, Beirut (Libano), e Alessandria (Egitto). Loro malgrado, questi Monasteri si trovano in un momento difficile della loro
esistenza. Il cambiamento della situazione
non può essere assicurato unicamente dalle
vocazioni che arrivano dalla Francia o dalle Sorelle che arrivano da questa regione
del Vicino Oriente. L’apertura all’internazionalità continua ad imporsi.
I responsabili delle Chiese locali ci hanno manifestato la grande importanza che ha
la presenza delle Sorelle Clarisse.
• Il Patriarca latino di Gerusalemme si
unisce al nostro appello urgente in favore di una presenza rinnovata ed internazionale delle Clarisse a Gerusalemme e
a Nazaret, due città dove l’umanità ed il
mistero pasquale di Cristo si celebrano e
si contemplano in forma particolare lungo tutto l’anno.
• Il Patriarca maronita di Beirut insiste
sulla possibilità di migliorare e assicurare un futuro migliore alla comunità di
Yarzée, presenza preziosa nel servizio
che svolge per l’unità tra i cristiani, dando testimonianza di pace e di fraternità
nel delicato contesto del Libano.
• Il Vescovo latino di Alessandria vorrebbe un rinnovamento della presenza delle
Clarisse nel loro nuovo Monastero. In
questo paese, dove il monachesimo copto e orientale hanno avuto la loro origine, la vita cristiana deve vivere anche in
dialogo e confronto permanente con l’Islam.
La Chiesa locale ci pone, però, di fronte
anche ad alcune esigenze. Si tratta, soprattutto, della sfida dell’inculturazione per potersi inserire realmente nella vita della
Chiesa locale. Questo richiede anche la conoscenza delle lingue locali per poter pregare con il popolo di Dio:
• per Beirut e Alessandria si dovrebbe imparare l’arabo;
• per Gerusalemme si dovrebbe imparare
l’ebraico;
• per Nazaret si dovrebbe imparare l’ebraico e l’arabo.
Allo scopo di assicurare il futuro delle
comunità, i responsabili presentano altre
condizioni: le religiose siano in numero sufficiente; queste abbiano la capacità di accogliere e formare; le religiose siano disposte
ad assumere responsabilità nelle comunità.
Ringrazio le Federazioni e i Monasteri
che hanno già collaborato per migliorare la
situazione dei Monasteri del Vicino Oriente, ma purtroppo questo aiuto continua ad
essere insufficiente. È per questo motivo
che desidero dirigervi questa pressante richiesta, poiché si tratta di salvare la presen-
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za del carisma di santa Chiara in Terra Santa e nel Vicino Oriente. Per tutta la Famiglia
Francescana sarebbe impensabile che questa presenza sparisse per mancanza di partecipazione di tutto il Secondo Ordine. Per
tutte voi, care Sorelle, questa presenza non
dovrebbe essere una priorità nei prossimi
anni? Non trasformiamoci in colpevoli di
un’assenza spirituale reale a motivo di
un’omissione. Le difficoltà linguistiche e di
adattamento sicuramente non sono insuperabili.
Sarebbe conveniente, però, che le Federazioni o i Monasteri, con delle proposte, si
mettessero in contatto con la Federazione di
San Damián. Ecco alcuni criteri per il discernimento delle possibili candidate, da
parte delle Presidenti:
• la capacità di imparare le lingue;
• l’attitudine a vivere in comunità internazionali;
• la capacità di vivere in un contesto geopolitico a volte delicato.
Sono sicuro che questa richiesta troverà
una risposta favorevole da parte vostra.
Che per l’intercessione del nostro Padre
San Francesco e di nostra Madre Santa
Chiara il Signore vi protegga e vi benedica.
Vostro fratello e servo nel Signore.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO OFM
Ministro generale
2. Carta a las Hermanas Presidentas de
las Federaciones OSC
Prot. 097831
Queridas hermanas Presidentas OSC: “El
Señor esté siempre con vosotras y que vosotras estéis siempre con él” ( BendCl 16).
Hace ahora 800 años que el Altísimo reveló a Francisco “que debía vivir según la
forma del santo Evangelio”. Él la haría escribir “en pocas palabras y sencillamente” y el
“señor Papa” se la confirmaría (Test 14-15).
Están a punto de cumplirse ocho siglos
desde que inició aquella aventura evangélica y nosotros, los Hermanos Menores, que-
remos vivir este jubileo mirando al pasado
con gratitud, abrazando el futuro con esperanza y viviendo el presente con pasión (cf.
Novo millennio ineunte, 1). Para ello hemos
elaborado un proyecto –La gracia de los
orígenes-, con el cual queremos dar calidad
a nuestra vida y misión, de tal modo que
“con andar apresurado, con paso ligero, sin
estorbos en los pies (...) avancemos con mayor seguridad en el camino de los mandatos
del Señor” (2Cta 12,15), y, de este modo,
podamos seguir nutriendo desde dentro,
“con la oferta liberadora del Evangelio, a
nuestro mundo fragmentado, desigual y
hambriento de sentido, tal como hicieron en
su tiempo Francisco y Clara” (El Señor os
dé la paz 2).
En este camino que durará tres años
–2006 dedicado al discernimiento, 2007 al
proyecto evangélico de vida, 2008-2009 a la
celebración de nuestra vocación-, sabemos
que no estamos solos. Entre las muchas personas que nos acompañan están, en primer
lugar, las Hermanas Clarisas. Personalmente
siento mucho esa presencia y esa compañía
en el camino que nos hemos propuesto de
una mayor y más creativa fidelidad a nuestro
propósito de vida (cf. 2Cta 11).
Conscientes de lo mucho que os debo y
de lo mucho que os debe la Orden de los
Hermanos Menores, y consciente también
de mi responsabilidad de tener por vosotras
“un amoroso cuidado y una especial solicitud” (TestCl 29 ), desde un principio de
nuestro itinerario jubilar, tanto yo como el
Definitorio general, hemos pensado cómo
poder mejor celebrarlo juntos. Y en la reflexión y en la oración, escuchando también el
deseo de muchas hermanas, nació la idea de
tener un encuentro con las Presidentas de
las Federaciones de Hermanas Pobres de
Santa Clara de todo el mundo. La idea fue
presentada a la Congregación para la Vida
Consagrada y Sociedades de Vida Apostólica que dio su gustosa su aprobación.
Con la presente invito
a todas las Hermanas Presidentas
de las Federaciones
de las Hermanas Pobres de Santa Clara
a un encuentro que tendrá lugar en Asís
del 26 de enero al 6 de febrero de 2008.
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EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
Aunque más adelante os enviaremos el
programa detallado y más informaciones
para poder llega a Asís, por el momento os
informo que el día 26 de enero será el día de
llegada y el día 6 de febrero será el día de
regreso. También os informo que habrá traducción simultánea en alemán, español, inglés, italiano y portugués, y que por tanto
no tendréis mayores problemas con el idioma. Finalmente os pido que rellenéis el formulario de inscripción que os adjunto y que
lo enviéis, cuanto antes, por correo o por
fax (n. +3906632247), a la Oficina “Pro
monialibus” de nuestra Curia general en
Roma.
155
Queridas Hermanas Presidentas: Estoy
convencido que este encuentro será un momento de gracia para vosotras y para nosotros, un momento que nos ayudará a crecer
en fidelidad al Evangelio, nuestra común
“Regla y vida” (1R 1,1; RCl 1,2).
Sobre todas vosotras invoco la bendición
del Señor y del Padre San Francisco y de la
Madre Santa Clara.
Roma, 8 de abril, Pascua de Resurrección, 2007.
Fraternamente,
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALO, OFM
Ministro general
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AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis
1. Visit to the “John the Baptist” Custody in
Pakistan
Karachi, 02-04.01.2007
The Minister General, accompanied by
Br. Ambrose Van Si, General Definitor, left
Rome on the 2nd of January to make a short,
but intense, visit to the Friars of the Custody
of Pakistan.
He arrived in Pakistan on an Emirates
Airlines flight at 04.30 on the 3rd of January. Waiting for the Minister at the airport
were the Custos, Br. Samson Shukardin,
some Friars and members of the SFO. At
10.30, the Minister, accompanied by the
Custos, made a courtesy visit to the Archbishop of Karachi, who knew some of our
Dutch missionaries. He expressed his gratitude to the Order of Friars Minor for having
given an important contribution to the foundation and development of the Church in
Pakistan and of the Archdiocese of Karachi
in particular. From the Curia of the Bishop
the Minister went to visit a fraternity of the
“Catholic Colony”. The Guardian, Br.
Paschal, and other Friars, received the Minister with joy. The Minister made a special
visit to Msgr. Bonaventure Paul, our brother, who had been sick for some time. (He
died on the 18th January 2007. RIP).
The Annual Assembly of the Custody
was opened in the new seat of the Provincial Curia at 15.30. The Custody has a longstanding tradition of holding a meeting of
all the Friars each year. All the Friars of the
Custody, 41 in total, came. The opening
ceremony began with a procession from the
courtyard to the assembly hall. It was also
the official reception of the Minister General and Definitor with garlands of flowers,
dances and tambourines; all in a joyful and
fraternal atmosphere, typical of the Pakistani culture. In the meeting hall, after the
greetings of the Custos, the situation of the
Custody was presented to the Minister and
he was thanked for coming. The Minister
then addressed his message to the Friars. He
touched on the essential points of our
charism, insisting, in particular, on ongoing
formation and on the need to live dialogue
as an expression of the following of Christ
in the concrete situation of Pakistan. The
Minister hoped the Custody would dare to
renew itself continually and would make a
good preparation for the Canonical Visitation and upcoming Chapter. An open dialogue followed the address of the Minister.
The assembly continued with Evening
Prayer and a fraternal supper.
The 4/01/2007: The Assembly divided
into groups to reflect on some questions,
suggested by the Minister and by the Steering Committee, focused on the Priorities of
the Order with the objective of applying
them to the context of Pakistan.
The reports and dialogue which followed the reflection were very rich and
stimulating. All the Friars felt questioned.
The Minister responded to the questions
which emerged from the work in the
groups. The dialogue continued in the afternoon after the Minister and Definitor had
spoken about the projects of the Order regarding the Celebration of the 8th Centenary of the Foundation of the Order and
about the missionary projects, especially
those of Asia and Africa, which the General
Definitory are promoting.
At 18.00 there was a Eucharistic celebration in the chapel of the fraternity
presided by the Minister in the presence of
the Archbishop of Karachi and of numerous
religious. After the Eucharist the Minister
blessed the new Provincial Curia, built with
the help of the General Curia and of some
international organisations, among them the
MZF and the Catholics of New Zealand. A
festive supper and cultural presentation,
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which lasted until the late evening, followed.
At mid-night, Br. José and Br. Ambrose,
accompanied by the Custos and some Friars, left for the airport of Karachi to return
to Rome. It was a short but intense and fraternal visit. The Minister was able to meet
all the Friars and dialogue with them.
Praised be the Lord!
BR. AMBROGIO VAN SI NGUYEN
2. Il Ministro generale all’Aracoeli
Roma, 06.01.2007
Anche quest’anno il Ministro generale
ha accolto l’invito di presiedere la solenne
celebrazione dell’Epifania e la Processione
del Santo Bambino di Aracoeli. È tradizione che, nel pomeriggio del 6 gennaio, i numerosi devoti di Roma si raccolgano nella
Basilica di Aracoeli per celebrare l’Eucaristia e poi accompagnare il santo Bambino
nella processione, che, attraversata la piazza del Campidoglio, sfocia sulla gradinata
che sovrasta il centro storico di Roma.
Alla presenza di alcuni Definitori, del
Guardiano della Curia, del Ministro provinciale, Fr. Marino Porcelli, e dei Frati della
comunità di Aracoeli, Fr. José R. Carballo
in Basilica ha attualizzato il significato della manifestazione del Signore e ha presieduto la Processione dei fedeli con l’immagine venerata del Bambino Gesù. Tale celebrazione
costituisce
sempre
un
avvenimento suggestivo. A rendere più toccante il momento c’è il fatto che la Processione si snoda all’imbrunire, quando il tramonto e le luci trasformano la piazza e il panorama circostante.
Al termine i Celebranti si sono portati
nel pronao della Basilica dove, da una posizione elevata, il Ministro generale ha benedetto Roma e i presenti con il santo Bambino. In circostanze come questa è difficile
non andare col pensiero all’importanza storica che questo Convento ha avuto nel passato per la Provincia e per l’Ordine. La conferma di tale importanza è avvenuta anche
con l’immancabile visita alla Cappella del-
le reliquie, che suscita sempre ammirazione
ed emozione.
FR. MARIO FAVRETTO
3. Crónica de la Visita a la Provincia de
San Felipe de Jesús, México
Chetumal, 29-30.01.2007
Del 29 al 30 de enero, del año en curso,
Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general, acompañado de Fr. Luis Cabrera y de
Fr. Ignacio Muro, Definidores generales,
visitó a los hermanos de la Provincia “San
Felipe de Jesús”, en el Sureste de México.
El día 28 de enero, alrededor de las
17:00, nuestros visitantes llegaron al aeropuerto de la ciudad de Villahermosa, provenientes de la ciudad de México. Fueron recibidos por Fr. Lorenzo Valdivia, Ministro
provincial, e inmediatamente se trasladaron
a Tapilula, Chiapas. El recorrido se hace en
tres horas, debido a lo accidentado de la geografía chiapaneca. Parte del pueblo tapilulteco, junto con los hermanos menores de
la Fraternidad local, recibió por la noche al
Ministro y los Definidores generales.
El día 29 de enero, se encaminaron hacía
el municipio de Jitotol, en los Altos de
Chiapas, lugar en donde los hermanos menores trabajan en medio de la etnia Tzotzil.
En ese lugar fueron recibidos por los miembros de la Familia Franciscana de la región:
OFS, JUFRA y también por las Religiosas
franciscanas. Después de una cálida bienvenida, se dio el diálogo entre el Ministro,
los Definidores generales y la familia franciscana. Al término, los y las OFS del estado de Yucatán presentaron un bailable de su
cultura. Los Tzotziles presentaron también
una danza sagrada e invitaron al Ministro
general a sumarse a la alabanza; le pusieron
el sombrero con listones multicolores, propio de las autoridades tzotizilez y el “chuc”,
un abrigo hecho de lana de borregos negros.
A este mismo lugar asistió el Arzobispo,
Mons. Rogelio Cabrera, de la Arquidiócesis
de Tuxtla Gutiérrez, a la cual pertenecen las
parroquias de Jitotol, Pueblo Nuevo, Solistahuacán, Rayón y Tapilula, lugares en don-
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de se desarrolló la visita. Tanto Fr. José como el Arzobispo desearon que la obra evangelizadora de la Orden y de la Iglesia siga
dando los frutos en el proyecto del Reino.
Por la tarde, el Ministro general se encontró con las hermanas Clarisas de los cuatro monasterios que hay en la región del Sureste de México: San Francisco de Calkiní,
Campeche; Nuestra Señora de Guadalupe,
de Chetumal, Quintana Roo; Nuestra Señora de la Asunción de Villaflores, Chiapas y
Santa Clara de Pueblo Nuevo Solistahuacán, Chiapas, monasterio anfitrión. Además
asistieron las hermanas franciscanas de
otras congregaciones: Hermanas Franciscanas de la Inmaculada Concepción, Hermanas Franciscanas de Nuestras Señora del
Refugio, Franciscanas Servidoras de la
Cruz. El encuentro fue emotivo por las palabras significativas de Fr. José y de los dos
Definidores generales. Al final, Fr. José les
dijo a las hermanas: “Les hablo así porque
las conozco y porque las quiero”. Después
de esto tuvimos una Eucaristía inculturada
con ritos tzotziles.
El martes 30, por la mañana, el Ministro
general y los Definidores generales se trasladaron al municipio de Rayón, en donde
los hermanos menores evangelizan y viven
en medio de indígenas zoques. En este mismo lugar se encuentra el Postulantado de la
Provincia. A la entrada del pueblo, fueron
recibidos los visitantes con ritos de la cultura zoque, les colgaron al cuello un collar hecho con granos de café y semillas de frijol y
maíz. Al entrar al templo antiguo, construido por los frailes dominicos, fue muy significativo el saludo de bienvenida por parte de
los frailes de la fraternidad local; un indígena zoque dio la bienvenida al Ministro general, en lengua zoque. Presenciamos una
danza de la región. Fr. José dirigió unas palabras de su corazón al corazón de los presentes, entre otras palabras les dijo: “Sigan
amando a los franciscanos, sigan construyendo la Iglesia al lado de mis hermanos”.
A los frailes les dijo: “Sigan siendo los hermanos del pueblo, sigan apasionándose por
esta gente, déjense evangelizar primero por
ellos, entren en su cultura y contágienles el
gozo de ser seguidores de Jesús”.
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Después de un breve descanso y de compartir con el pueblo el café y lo que ofrecían dentro de la casa de la fraternidad, el Ministro general y los Definidores generales
fueron trasladados al municipio de Tapilula, en donde se encuentra el Noviciado de la
Provincia. Allí se llevó a cabo el encuentro
con los hermanos en Formación Inicial y
con los hermanos en Formación Permanente. El primero se dio una vez que llegaron a
la casa del Noviciado.
La Provincia cuenta con siete postulantes; siete novicios y veintidós profesos temporales. La etapa de la Profesión temporal
está dividida en varios periodos: Formación
común, donde se da la formación específicamente franciscana y, la Formación Diferenciada; en esta se desenvuelven los hermanos de acuerdo con la vocación laical o
clerical. En el encuentro también estuvieron
presentes los Acompañantes de cada etapa
formativa. La charla de Fr. José giró en torno a algunos principios fundamentales de la
formación en la Orden.
Por la tarde, el Ministro general y los
Definidores generales se encontraron con
los hermanos en Formación permanente de
la Provincia. Estuvieron alrededor de cuarenta y cinco, y el diálogo fue prolongado y
fecundo. Para terminar el día, celebramos la
Eucaristía.
El día 31 por la mañana, el Ministro general con los Definidores generales tuvieron el encuentro con los hermanos del Gobierno provincial. Dicho diálogo se interrumpió, ya que a las 10:00 celebramos la
Eucaristía por la apertura del Capítulo de
las Esteras de la Provincia. La Eucaristía
fue en el templo parroquial, en donde asistió una gran cantidad de gente y dieron
muestra del amor a los franciscanos y a los
hermanos que nos visitaban.
El dialogo con el Gobierno provincial
continuó después de la Eucaristía.
Por la tarde, los hermanos en Formación
permanente escucharon algunas recomendaciones por parte del Ministro general y de
los Definidores generales. Después de esto
se dio espacio para varias intervenciones.
Al ponerse el sol, tuvimos una oración, teniendo como guía la “Escucha de la Palabra
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de Dios en la vida Franciscana”. Dentro de
esta oración, el Ministro general entregó a
cada hermano de la Provincia, la Regla, el
documento final del Capítulo general Extraordinario “Nos habla en el camino” y un
estudio de la Regla de Fernando Uribe.
Al finalizar, Fr. José dirigió las últimas
palabras a los hermanos de la Provincia y
también dio una palabra a los hermanos
Postulantes, Novicios y Profesos temporales. Se despidió al hermano Ministro general y a los Definidores por América Latina,
como se les recibió, con mucho calor humano.
En alabanza de Cristo. Amén.
FR. TOMÁS GONZÁLEZ, OFM
4. Visita ai Frati della Svizzera e dell’Austria
Il Ministro Generale, Fr. José R. Carballo, e il Definitore, Fr. Jakab Várnai, hanno
visitato la Custodia autonoma di Cristo Re
in Svizzera dal 4 al 7 febbraio 2007.
Il 5 febbraio si è svolto a Näfels un incontro aperto a tutti i Frati. Il Ministro generale ha incoraggiato i presenti a percorrere con gioia il camino della «rifondazione».
Secondo la «metodologia di Emmaus», i
Frati hanno cercato insieme di capire come
diventare sempre più uomini di fede e come
rinforzare la fiducia nella Fraternità. Nell’Eucaristia della sera hanno rinnovato la
professione religiosa.
Il 6 febbraio la visita fraterna è continuata con l’incontro con il Consiglio della Custodia. In tale circostanza uno dei temi affrontati è stato quello della futura situazione
giuridica dell’Entità, che ha 28 membri e
vive in 3 Case. Nel luglio 2006 il Capitolo
custodiale aveva individuato una forma
condivisa, quella di una Custodia dipendente dalla futura Provincia unica dell’Austria.
Il Ministro generale ha incoraggiato tale
prospettiva e ha chiesto al Governo custodiale l’impegno a promuovere una convinzione fraterna e comune in tal senso.
Per il pomeriggio erano stati invitati ad
un incontro i Frati stranieri che lavorano in
Svizzera. Sono venuti 3 Frati croati, 3 polacchi e i 3 Frati che lavorano in «Franciscans International». Nel dialogo è emerso
il desiderio di contatti più stretti con la Custodia e l’idea di un “Capitolo delle stuoie”
nel 2008 per tutti i Frati che vivono e lavorano in Svizzera.
Il 7 febbraio ci si è trasferiti da Näfels a
Zurich. Da lì il Ministro e il Definitore generale hanno raggiunto il convento di Telfs
(Austria), una Casa di ritiro recentemente
rinnovata e aperta a quanti desiderano recarsi in un luogo di silenzio e preghiera, per
iniziare la visita fraterna alla Provincia del
Beato Engelbert Kolland.
L’8 febbraio è stato il giorno dei vari incontri a Telfs, Innsbruck (con visita anche
alla Hofkirche), Bolzano (vespri con gli allievi e i professori della scuola) e Kaltern.
In ogni Fraternità il Ministro generale si è
soffermato sui punti salienti del documento
dell’ultimo Capitolo generale straordinario,
«Il Signore ci parla lungo il cammino». Il 9
febbraio, dopo una sosta a Brixen nella Casa di noviziato e nel Monastero delle Clarisse, si è raggiunto Schwaz, dove si è svolto un incontro con il Definitorio della Provincia. Il tema centrale è stato quello della
creazione della nuova unica Provincia in
Austria/Italia, prevista per il 21 ottobre di
questo anno. Si è sottolineato l’importanza
di utilizzare questa occasione per una verifica della vita francescana e per fare coraggiosi passi di rinnovamento che preparano
il futuro comune. Il 10 febbraio ci si è recati a Salzburg, dove si sono riuniti tutti i Formatori delle due Province in Austria/Italia e
della Custodia in Svizzera. È stata un’opportunità per un dialogo approfondito sulla
formazione.
La domenica dell’11 febbraio, con una
sosta a Pupping, Fr. J. R. Carballo e Fr. J.
Várnai hanno raggiunto Graz per visitare la
Provincia di San Bernardino di Siena.
Nei giorni 12-13 febbraio si è svolta la
prima parte della visita a Graz, Convento
con una storica Biblioteca ben tenuta e molto preziosa: solo di incunaboli ce ne sono
880. Il Ministro generale ha incontrato la
comunità formativa, poi ha visitato l’Arcivescovo di Graz-Seckau, Mons. Egon Ca-
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pellari, e il suo Ausiliare, Mons. Franz
Lackner OFM, i quali hanno esposto il progetto di un Istituto di ricerca francescana
presso l’Università locale. Dopo l’Eucaristia con i membri della Famiglia Francescana della regione, il Ministro si è incontrato
con i Frati in formazione e con i Frati della
regione-sud.
Dopo una breve sosta a Maria Enzersdorf ci si è recati a Vienna. Il 14 febbraio si
è tenuta la riunione con il Definitorio provinciale, in cui si è riflettuto con il Ministro
generale sul camino verso la fusione delle
due Province e sul ministero parrocchiale,
che rappresenta per questa Provincia un impegno storico da vivere, però, nella prospettiva delle priorità dell’Ordine.
Nel pomeriggio c’è stato un incontro con
i Frati della regione-nord. Alla riflessione
del Ministro ha fatto seguito un vivace dialogo.
Il 15 febbraio il Ministro generale ha rilasciato due lunghe interviste alla stampa
cattolica. Successivamente si è incontrato
con Fr. Ulrich Zankanella, che ha presentato la filiale della MZF, «Franziskaner für
Mittel- und Osteuropa», un Centro che raccoglie fondi a favore dei Paesi dell’est europeo.
FR. JAKAB VÁRNAI
5. Partecipazione all’incontro dei Formatori della Custodia di Terra Santa
Santuario di Monteluco, 18.02.2007
Domenica 18 febbraio il Ministro generale, accompagnato dal Definitore Fr. Mario Favretto, ha incontrato i Formatori e
Animatori vocazionali della Custodia di
Terra Santa, provenienti da Assisi. L’incontro è avvenuto nel Santuario francescano di
Monteluco (Spoleto) ed ha concluso la settimana di formazione e di condivisione che
i Frati della Custodia hanno vissuto nei Santuari francescani del centro Italia. Il Custode di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, che ha presenziato al corso, non ha potuto essere presente, poiché è dovuto partire
nella stessa giornata. Dopo l’accoglienza i
Formatori hanno condiviso con il Ministro
generale le varie realtà che stanno vivendo
nei rispettivi paesi e nelle case di accoglienza e di formazione iniziale. Si tratta infatti
di una realtà internazionale e di presenze in
varie nazioni: Israele, Palestina, Libano, Siria, Italia, USA.
Ascoltato il rapporto sulle giornate vissute nei luoghi francescani e le istanze riguardanti i vari luoghi di provenienza, il
Ministro generale ha rivolto ai Formatori
alcune raccomandazioni riguardanti la priorità della formazione iniziale. Ha insistito
sull’accompagnamento, ha esortato a non
aver fretta nell’ammettere i candidati alle
varie tappe della formazione iniziale. Fr. José ha sottolineato con fermezza l’importanza di una proposta vocazionale chiara e di
un iter formativo autentico, affinché la formazione che trasmettiamo incida nella vita
dei Formandi e dei Frati. Sembra proprio
che questa sia la sfida più urgente e decisiva per il futuro dell’Ordine.
Dopo l’incontro fraterno sono seguiti la
celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale, e il momento conviviale del
pranzo con la Fraternità locale del Santuario di Monteluco.
Dopo pranzo il Ministro generale ha incontrato i 13 Postulanti che attualmente si
trovano a Monteluco. L’incontro, schietto e
fraterno, ha messo sul tavolo gli aspetti essenziali della vocazione francescana, della
formazione alla nostra vita e della preparazione al Noviziato. Il Ministro, infine, ha ricordato ai giovani che non ci si fa Frati Minori per trovare una vita comoda o facile,
tuttavia a chi abbraccia la Regola e questa
nostra Fraternità, egli ha assicurato una vita
colma di significato.
FR. MARIO FAVRETTO
6. Incontro con i Frati veneti
Treviso, 19,02.2007
Lunedì 19 febbraio la Provincia veneta
dei Frati Minori ha vissuto una giornata
provinciale di formazione sul tema dell’au-
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torità-obbedienza e ha invitato il Ministro
generale a condividere questo momento importante e ad offrire ai Frati una riflessione.
Fr. José R. Carballo, dopo una sosta nella
nuova Curia provinciale, è stato accolto dalla Fraternità provinciale a Treviso, nel nostro complesso conventuale, che comprende la Parrocchia, un grande centro sportivo,
il Commissariato di Terra Santa.
Dopo i saluti iniziali tutti i partecipanti si
sono recati in chiesa per la celebrazione della Regola, presieduta dal Ministro Generale
ed animata da vari Frati. La celebrazione,
molto ben preparata, comprendeva l’ascolto orante di passi significativi della Parola;
la proclamazione solenne del testo della Regola del padre san Francesco, secondo varie
modalità; la consegna della Regola ad ogni
Frate; infine, il rinnovo della Professione e
la benedizione. Tale celebrazione ha costituito un momento forte della giornata: un
momento intenso di orazione e di lode, di
celebrazione del dono della vocazione, un
momento veramente riuscito e sentito.
La seconda parte della mattinata si è
svolta nell’auditorium dove, dopo il saluto
di Fr. Bruno Miele, Ministro provinciale, e
di Fr. Giampaolo Cavalli, moderatore della
Formazione permanente, il Ministro generale ha offerto ai presenti alcune considerazioni essenziali sul significato dell’autorità
e dell’obbedienza, sui problemi che la nostra Fraternità sta vivendo a riguardo e su
come recuperare positivamente questa dimensione importante per la vita consacrata
e per noi Frati Minori. Ne è seguito un dialogo che si è protratto fino ad esaurimento
del tempo disponibile.
Piacevole è stato, infine, il momento
conviviale del pranzo fraterno, organizzato
e preparato in modo ammirevole dalla comunità locale nel centro sportivo, a motivo
dell’elevato numero dei partecipanti che
comprendeva anche i Novizi e i postulanti.
Prima di rientrare in Curia generale, Fr.
José R. Carballo, accompagnato dal Ministro provinciale e dal Definitore generale, si
è recato a Vittorio Veneto per una breve e
desiderata visita alla locale Fraternità, che
da vari anni svolge il singolare servizio di
accogliere consacrati e sacerdoti in diffi-
coltà. Seppur breve la visita è stata sufficiente al Ministro per comprendere la necessità e l’importanza di questo servizio che
si sta rivelando una provvidenza per molti.
FR. MARIO FAVRETTO
7. Partecipazione ai funerali di Fr. Fiorenzo Locatelli
Firenze-Verna, 20-21.02.2007
Il Ministro generale ha appreso la triste
notizia della morte improvvisa di Fr. Fiorenzo Locatelli, Ministro provinciale della
Provincia Toscana di san Francesco Stigmatizzato, durante l’incontro con i Frati
della Provincia veneta a Treviso. È stato un
duro colpo che aveva dell’incredibile, dato
che aveva parlato per telefono con Fr. Fiorenzo il giorno prima.
Rientrato a Roma il Ministro generale ha
avvertito la necessità di far sentire ai Frati
della Provincia toscana, privati repentinamente del loro Ministro provinciale, la vicinanza e la partecipazione sua e del governo
dell’Ordine, in un momento così difficile.
Perciò, dopo una seduta del Definitorio generale, si è recato a Firenze per essere vicino al Vicario provinciale, al Definitorio, a
tutta la Provincia. Lo ha accompagnato Fr.
Mario Favretto, Definitore generale per l’Italia.
Veramente i Frati della Provincia di Firenze provavano un senso di smarrimento
per una perdita così grave a soli 9 mesi dall’elezione di Fr. Fiorenzo a Ministro provinciale. Fr. José ha avvicinato i Frati, ha
partecipato al dolore, ha condiviso le lacrime, l’affetto e la preghiera per questo caro
fratello Ministro.
Nel pomeriggio di martedì il Ministro
generale ha partecipato alla solenne celebrazione cittadina nella chiesa di Monte alle Croci in Firenze. Alla concelebrazione
funebre hanno partecipato 3 vescovi, i frati
della Provincia, numerosi religiosi, religiose, sacerdoti e molta gente. A sera il Ministro generale con il Definitore si sono uniti
ai Frati per accompagnare il feretro alla
Verna, dove nella notte c’è stata una veglia
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di preghiera nel luogo più caro a Fr. Fiorenzo.
Il mattino seguente il Ministro ha incontrato il Definitorio provinciale per condividere il momento difficile che tutti stavano
vivendo e per concordare i passi necessari
da compiere per dare continuità in Provincia al servizio interrotto con la scomparsa
del Ministro provinciale.
Il funerale celebrato, poi, nella Basilica
della Verna è stato un momento intenso di
fede, di gratitudine, di commozione. Il Ministro generale ha presieduto la celebrazione, esprimendo la riconoscenza dell’Ordine
e di tutti per la persona di Frate Fiorenzo,
per la sua fraterna, calorosa accoglienza
verso chiunque giungeva alla Verna e per la
carica di generosità e di entusiasmo con cui
aveva accolto il servizio alla Provincia. Fr.
José nell’omelia ha richiamato più volte lo
stile fraterno che Fr. Fiorenzo usava con i
suoi Frati, particolarmente con i giovani,
riassumendo il tutto in tre parole: padre, fratello e amico.
Molti i Frati presenti: quasi al completo
i Ministri provinciali d’Italia, una folta rappresentanza delle Province vicine e il Vicario provinciale della Lituania. Inoltre hanno
partecipato tre Vescovi, numerose religiose,
Autorità civili e militari, con il Prefetto di
Firenze, e tanta gente. Il Ministro generale
con i Frati presenti ha accompagnato la salma fino al piccolo cimitero sul pendio del
monte accanto al Santuario. I Frati più giovani hanno portato la bara per tutto il tragitto fino a consegnarla alla terra, a quella tanto amata da Francesco otto secoli fa e nei
nostri giorni da Fr. Fiorenzo.
FR. MARIO FAVRETTO
8. Visita fraterna a la Custodia de las Siete
Alegrías de N.tra S.ra en Brasil
Campo Grande, 23-25.02.2007
Los días 23 al 25 de febrero del 2007, el
Ministro general, Fray José Rodríguez Carballo realizó la visita fraterna a la Custodia
de las Siete Alegrías de Nuestra Señora en
Brasil, acompañado por el Definidor gene-
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ral Fr. Juan Ignacio Muro.
La visita dió inicio el viernes 23. Llegados al aeropuerto de la ciudad de Campo
Grande hacia las 13:30, fuimos recibidos
por el Custodio, Fray Eriván Messias da
Silva y un nutrido grupo de hermanos de la
Custodia. Nos recibieron entonando cantos
y desplegando grandes carteles de bienvenida preparados para la ocasión. Inmediatamente nos trasladamos a la casa central de
la Custodia y despúes de almorzar, a las
15:30 inició la visita formalmente con el encuentro del Ministro general con los hermanos de la Custodia. Estuvieron presentes casi todos los hermanos.
Como de costumbre, luego de la charla
del Ministro general se dió espacio para preguntas y otras informaciones. El encuentro
terminó con una Eucaristía presidida por el
Ministro general, en la que participaron, además de los hermanos de la Custodia, gran número de fieles de la familia franciscana. Esta
Eucaristía fue celebrada en la Iglesia parroquial. Al final se tuvo una cena festiva con la
fraternidad custodial y los fieles que participaron en la Santa Misa.
El sábado 24 de febrero luego de la oración de la mañana, dieron inicio las actividades con el encuentro del Ministro general y
el Definidor general con el Consejo de la
Custodia, a las 8:30. Esta reunión se prolongó hasta la hora del amuerzo, a las 12:00. Por
la tarde, de las 14:30 a las 17:00 tuvo el encuentro con formandos y formadores. Y finalmente a las 18:00 el Ministro general presidió la Eucaristía con los mismos formandos y formadores. Fue una Eucaristía más
íntima, en una sala del convento.
El domingo 25 de febrero por la mañana,
luego de las láudes y el desayuno, visitamos
el Hospital San Julián. Esta institución fue
prácticamente fundada por un hermano de
la Custodia. Hoy en día los hermanos son
los capellanes del hospital, que cuenta con
instalaciones muy modernas y donde se
atiende a todo tipo de enfermos, principalmente enfermos de lepra y de enfermedades
contagiosas. Allí también celebramos la Eucaristía, presidida por el Ministro general y
en la que participan habitualmente muchas
personas. Luego visitamos las instalaciones
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de lugar y las hermanas que llevan adelante
la obra nos invitaron un refesco.
Del Hospital San Julián nos trasladamos
a un barrio pobre, donde se ubica la casa del
Postulantado. Allí vistamos un dispensario
médico, obra social de la Custodia llevada
adelante por los hermanos y que ofrece medicina y diversos beneficios a las personas
pobres de la zona. Luego estuvimos visitando la casa que funciona como postulantado.
Mientras llegaba la hora del almuerzo, el
Ministro general, acompañado de algunos
hermanos en formación, visitó algunas familias pobres, vecinos de la casa de la fraternidad. Finalmente tuvimos el almuerzo,
preparado por una familia amiga de los hermanos. Fue un almuerzo sencillo, en un ambiente de alegría fraterna.
Por la tarde no hubo más actividades.
Sólo el Ministro general tuvo la vista inesperada del Sr. Arzobispo de la ciudad con
quien charló unos minutos. Finalmente, por
la noche participamos en una convivencia
fraterna donde hubo cantos y confraternización. Fuimos a descansar temprano porque
al día siguiente hubo que levantarse de madrugada para viajar a la Ciudad de Sao Paulo.
FR. IGNACIO MURO
9. Encontro do Definitório geral com as
Conferências do Brasil e do Cone sul
Aconteceu na Sede da Província da Imaculada Conceição do Brasil, entre os dias 26
de fevereiro e 1o de março de 2007, o Encontro do Governo geral da Ordem com as
Conferências do Brasil (CFMB) e do Cone
Sul. Estiveram presentes Frei José Rodríguez Carballo, Ministro Geral, Frei Juan Ignácio Muro, Frei Luís Cabrera, Frei Mario
Favretto, Frei Amaral Bernardo Amaral,
Frei Miguel Vallecillo, Frei Várnai Jakab,
definidores gerais, Frei Seán Collins, Secretário Geral, Frei Luis Scozzina, Frei Ramiro de la Serna e Frei Júlio César Bunader,
ministros provinciais da Argentina, Frei
Marcelo Benítez, ministro provincial do Paraguai, Frei Rogelio Wouters, ministro pro-
vincial do Chile, Frei Augusto Koenig, Frei
Irineu Gassen, Frei Francisco Carvalho Neto, Frei Marconi Lins, Frei Wanderley Carvalho do Couto, Frei Francisco Paixão, Frei
João Muniz Alves, Frei Filomeno Póppiti,
Frei Valmir Ramos, Frei Erivan Messias,
Frei Cícero Vieira, ministros provinciais e
custódios do Brasil.
Os trabalhos foram coordenados por Frei
Ramiro de la Serna e Frei Irineu Gassen.
Frei Celso Márcio Teixeira, secretário da
CFMB, exerceu a função de secretário ad
hoc do encontro. Frei Augusto Koenig, ministro provincial anfitrião, desejou as boas
vindas aos presentes, manifestando alegria
por esse evento. Após a apresentação da
programação dos dias de encontro e a orientação sobre o uso de línguas na comunicação, a palavra foi dada ao Ministro Geral,
o qual agradeceu a acolhida fraterna por
parte da Província local. Justificou a ausência dos outros membros do Governo Geral.
Disse que esta reunião é conseqüência das
decisões do Capítulo Geral que propôs ao
menos uma vez no triênio um encontro com
as Conferências. O objetivo do encontro é
caminharem todos juntos.
Após uma pausa para cafezinho, houve
um trabalho em grupos sobre a conjuntura
sócio-eclesial da Vida Religiosa no Cone
Sul e no Brasil. Seguiu-se a plenária, com
partilha dos grupos e reflexão na assembléia. Observou-se que na sociedade há
uma maior consciência democrática, com
mais participação cidadã, há abertura à internacionalidade e à inter-culturalidade,
mas também cresce a desigualdade social
com diferença grande entre ricos e pobres,
o que gera violência, se constata a degradação do meio ambiente, a crise da família.
A Igreja, de um lado ela se empenha profeticamente pela vida e libertação, é comprometida com o povo e tem papel importante
na sua conscientização, forma muitas lideranças leigas, entre elas muitas mulheres
em destaque. Por outro lado, há pouco profetismo no episcopado, pouco espírito missionário em boa parte do clero, com pastoral conservadora, sem resposta eficaz diante do secularismo, da expansão do
pentecostalismo e de outros grupos religio-
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sos, com deficiência na relação entre compromisso social e oferta de espiritualidade.
Tanto a Igreja como a Ordem parecem estar
presas em estruturas sem agilidade. Ambas
estão longe dos pobres, do povo. Nas grandes cidades da América Latina a nossa Ordem está ausente. A América Latina tem
elevada percentagem de juventude que significa potencialidade, mas também um
grande desafio e que deveria merecer nossa
preferência.
Em seguida procedeu-se à projeção do
filme Anel de Tucum. Após, o Ministro Geral presidiu a eucaristia. Na homilia, ele situou o encontro dentro do espírito da Graça
das Origens. Disse que fazemos análises
brilhantes, mas na hora da mediação, não
damos os passos necessários. Comentando
o evangelho do dia (Mt 25), afirmou que
antes os pobres eram considerados representantes de Cristo. Mas o próprio Cristo
mostra que ele se identifica com os pobres.
Não se trata, então, de representação, mas
de identificação. Um grande questionamento para a Ordem: como buscar essa identificação com os pobres?
À noite, Padre Edênio Valle, verbita,
professor de Psicologia da Religião, presidente da Conferência dos/as Religiosos/as
do Brasil por muitos anos, fez uma análise
sobre a Conjuntura sócio-eclesial e da Vida
Religiosa no Cone Sul. Introduziu o tema,
afirmando que tem em mente a V Assembléia do CELAM, a realizar-se em maio
próximo, em Aparecida. Dividiu sua exposição em três partes. A primeira consistiu na
descrição de dez grandes características do
atual cenário mundial: 1) o processo da globalização neoliberal, com a implantação da
economia de mercado, com concentração
de riqueza nas mãos de corporações transnacionais, diminuição do poder do Estado,
lógica da exclusão de muitos; surgimento
do “homo globalis”, condicionado pelos valores e mitos ditados pelo consumo imediato e acrítico proposto por grupos que detêm
os meios de comunicação e o poder econômico e tecnológico; 2) a migração de populações inteiras, com a possibilidade de resistência por meio de facções criminosas ou
de solidariedade e de defesa da própria
165
identidade étnico-cultural; 3) a cultura do
descartável, provocando relativismo cultural; 4) a instituição religiosa, invadida por
tal mentalidade, perde a força contra-cultural a partir do Evangelho; 5) lacuna religiosa e busca por espiritualidade, surgindo novas religiões agressivas, desafiando a Igreja para um anúncio eficiente do Evangelho
e constatando-se que Francisco continua
atraente para os jovens (fenômeno da Toca
de Assis); 6) fenômeno de deseuropeização
do cristianismo, da Igreja, com crescimento
de sacerdotes e religiosos/as do hemisfério
sul; 7) protagonismo dos leigos, não no estilo de ordens terceiras, mas assumindo as
instituições religiosas; 8) deficiência na
Igreja com relação ao planejamento, à organização e à gestão, elementos típicos da vida econômica e social moderna; 9) desafios
para as “obras institucionais” católicas no
Brasil no sentido de definir sua identidade a
partir do carisma, formar com novo modelo
de gestão e re-inventar a comunidade missionária com profecia e testemunho; 10) o
dilema das congregações com grandes
obras é adaptar-se ao sistema vigente ou ser
fiel à opção pelos pobres. A segunda parte
versou sobre a questão da modernidade ou
pós-modernidade, considerada de grande
relevância para a tarefa da Vida Religiosa: a
modernidade está em crise e a pós-modernidade cria um clima cultural com novo estilo de vida, atinge nossa subjetividade e
afetividade. Ela expressa a crise de sentido
de nossa civilização. Na cultura pós-moderna: os grandes relatos já não convencem a
ninguém; as certezas tornam-se pequenas e
provisórias; torna-se cada vez mais difícil
para as pessoas definirem e viverem suas
opções de vida; as organizações sociais e
políticas, os sistemas filosóficos e ideologias são abalados em sua razão de ser; a escola e a família sofrem forte impacto; busca
da satisfação imediata; ênfase no subjetivo,
no prazer, com clima de violências nas relações humanas; supervalorização da liberdade individual, dificultando o diálogo inter-geracional, o exercício da autoridade e a
solidariedade responsável. A terceira parte
concentrou-se sobre a necessidade de refundar a “figura histórica” da Igreja e da Vi-
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da Religiosa desde suas raízes substantivas,
sua alma e seu carisma, sem afirmar que tudo será recriado; é um processo que se dá
em continuidade, buscando “inovar, conservando”, não partindo do zero. A Vida Religiosa articula-se em torno de três eixos
fundantes: experiência pessoal e comunitária de Deus; um correspondente estilo de vida e de presença na sociedade; missão assumida em defesa da vida e ao lado dos pobres. Que resposta a Vida Religiosa dará a
esse desafio na América Latina? Que resposta os franciscanos darão a partir de seu
carisma?
No segundo dia, cada Entidade das duas
Conferências passou a apresentar em dez
minutos a sua realidade. Depois de cada
bloco de apresentações, abriu-se espaço
para um diálogo sobre o que foi visto e ouvido. As observações e os comentários giraram em torno: da tarefa de suplência das
Igrejas locais o que traz sobrecarga nas presenças paroquiais e em obras sociais, da inquietação pelo específico franciscano, da
disposição dos jovens frades para novas
formas de itinerância, da busca por novas
formas de evangelização, das formas de colaboração interprovincial na formação e em
outros níveis (por exemplo, Amazônia,
santuário de Canindé), de questões econômicas e de auto-sustento, de situações de
distâncias e de ativismo dos frades, da relação entre vivência franciscana e o conjunto das obras, da presença franciscana
em realidades desafiadoras (Amazônia, periferias, recuperação de drogados...), de
convênios entre bispos e paróquias assumidas pelos frades, da captação de recursos
para as obras sociais, da promoção vocacional e dos critérios de seleção, do problema da perseverança na formação inicial, da
limitação de número de frades e da carência de formadores preparados em certas
Entidades.
No conjunto do diálogo após as diferentes apresentações, prevaleceu uma certa
sensação de desânimo. No final, buscou-se
injetar ânimo: primeiro, agradecimento aos
frades que trabalharam e trabalham com
inúmeras dificuldades; segundo, não deixar-se levar pela tentação de apontar so-
mente os defeitos, pois a tarefa dos coordenadores é animar; terceiro, a questão do auto-sustento depende da realidade onde se
trabalha.
No fim da tarde, foi celebrada a Eucaristia e, após o jantar, em mais uma sessão, a
Palavra coube ao Definidor Geral Frei Juan
Ignacio Muro. Inicialmente, ele situou o objetivo desse tipo de encontro que é o de propiciar o mútuo conhecimento e diálogo para discernir juntos sobre o melhor modo de
animar os irmãos. Sua reflexão teve como
idéias condutoras:
a) Urge voltar ao essencial no contexto da
nova realidade social, buscando viver
apaixonadamente o seguimento de Cristo em fidelidade criativa, sendo sinal de
esperança. No contexto do VIII Centenário, o ano de 2006 foi o ano do discernimento. Cada entidade devia iniciar um
processo. Foi feito? O ano de 2007 foi o
ano do Projeto. Demos passos concretos
nas entidades? Pelo que ouvi, há muito
que resgatar.
b) É importante dar passos na autocrítica
em vista de caminhos de solução, questionando-nos sobre o estilo de vida evangélica franciscana em tudo que fazemos.
Além de falar muito, poucos e tímidos
foram os passos dados no concreto, faltando um caminho comum nas entidades, com muitos irmãos à margem da
proposta da Ordem.
c) Há a constatação da fragilidade da vida
com Deus, do ativismo exagerado, da
comunicação superficial, o que tem a ver
com o projeto formativo. A ratio formationis insiste em que a fraternidade toda
é formadora. Na Ordem se acentua a colaboração inter-provincial e na Conferência; a formação integral, sobretudo
em chave experiencial; as opções decididas em favor da vida fraterna, inclusive
redimensionando alguns ministérios e
atividades; a preparação intelectual, com
irmãos em estudos superiores. O grande
problema está na formação permanente.
d) Na área econômica, algumas entidades
deram passos decisivos na questão do
fundo comum, mas para a maioria isto
ainda não é uma realidade.
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e) É urgente discernir os lugares e modos
de trabalho para abrir-nos aos campos a
que nos chama a nossa vocação. Cada
entidade deveria ter irmãos nas missões
ad gentes.
f) Em nível de Conferência, a tarefa é situar com equilíbrio a tensão entre o local, o particular (entidade) e o comum, o
universal (Ordem). A colaboração não
deve ser ato de boa vontade, mas obrigação. Devemos continuar apostando na
colaboração inter-provincial e avaliando
seriamente a questão de reestruturação
das entidades destas duas Conferências.
Não nos resta muito tempo.
Em seguida, reservou-se um tempo para
aprofundamento e questionamentos.
No dia 28 de fevereiro, deu-se ainda continuidade às apresentações das demais entidades com espaço para diálogo de aprofundamento da matéria exposta. O Ministro
Geral agradeceu todas as exposições, elogiou o fato de as entidades não se envergonharem em desnudar-se. E perguntou a
título de desafio: o Capítulo Geral de 2006
pede que se estude o resultado do mesmo;
como estamos saindo da vida light e implementando os seus pedidos?
Frei Amaral lembrou que três anos atrás
lançara um pedido concreto. Agradeceu as
respostas positivas por parte de algumas
províncias. Desta vez, faz o pedido em favor da Custódia do Bom Pastor (Zimbabwe). A Custódia tem vocações, mas tem dificuldade para manter três casas de formação. Pediu também por Marrocos.
Após um cafezinho, a palavra foi dada
ao Ministro Geral, Frei José Carballo. Agradeceu pelos relatórios feitos e apresentou
sua reflexão, da qual destacamos as seguintes idéias:
Estamos vivendo a graça das origens,
um projeto com três momentos complementares: discernir, projetar e celebrar. Somos chamados a descobrir as orientações
mais adequadas para nosso crescimento, a
ensaiar caminhos inéditos de presença e de
testemunho e a reproduzir com audácia a
criatividade de Francisco. O discernimento
crente é condição de quem se sente por vocação “irmão a caminho”: peregrino e fo-
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rasteiro, em comunhão com os pobres. Necessitamos de lucidez, de audácia e de grande capacidade de autocrítica. Tenho a impressão de que nos dá medo assumir o discernimento crente. Vejo como uma missão
importante e fundamental dos ministros a
tarefa de semear esperança e criar condições de futuro nas entidades. O objetivo
último da celebração da graça das origens
está em melhorar a qualidade de nossa vida
e missão. Por isso, eu vos peço que consagreis vossas melhores energias e a maior
parte de vosso tempo a esta missão bela e
nada fácil: cuidar da qualidade de vida e de
missão dos irmãos, segundo o perfil do
irmão menor apresentado pelas prioridades
da Ordem:
1. Espírito de oração e devoção: Baseando-nos nos relatórios dos visitadores gerais, constatamos com tristeza que os
frades têm pouco tempo para a oração
pessoal e comunitária. A prioridade das
prioridades torna-se a última delas. O
ativismo, não o trabalho, é o seu grande
inimigo. Devemos optar por um projeto
equilibrado, ecológico de vida diária. Na
base do ativismo está a falta de fé, a falta de um encontro pessoal com Jesus. A
crise da Ordem não está na diminuição
do número, mas na crise de fé. E a fé se
alimenta de oração pessoal e comunitária. Um irmão que não reza não pode ser
considerado evangelizador. O projeto de
fraternidade deve garantir meios para
que esta dimensão se converta realmente em prioridade na vida do irmão.
2. Vida fraterna: Nossa Ordem é uma fraternidade, e é na fraternidade que se realiza nossa vocação. Um irmão não pode
viver só. A fraternidade é sacramento e
deve ser visível. O Capítulo Geral Extraordinário fala em seu documento final
que é necessário cuidar da vida fraterna,
o que significa: prestar atenção à comunicação entre os irmãos; cuidar das relações humanas; descobrir as raízes teológicas da fraternidade; lutar contra toda
espécie de divisão; buscar e oferecer o
perdão; utilizar adequadamente os instrumentos de nossa legislação (formação
permanente, capítulo local, correção fra-
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terna, etc.). Deve-se prestar especial
atenção ao individualismo, que é uma vida em função de si mesmos, incluindo
um certo “segredismo” ou “espaços não
transparentes”. Requer-se dos ministros
que assegurem a visibilidade dos irmãos,
mesmo que seja necessário abandonar
algumas presenças importantes. Não somos somente agentes de pastoral, mas
testemunhas. E isto exige de nós uma vida em fraternidade.
3. Minoridade, pobreza e solidariedade: A
fraternidade não se separa da minoridade. Esta é a forma concreta que qualifica
nossa relação fraterna. Nossa opção pela
minoridade é eminentemente cristológica. Ela começa com a contemplação do
Cristo que se faz menor e termina com a
opção de vida bem concreta de sermos
menores entre os menores da terra, isto
é, fazermos nossas as alegrias e as dores
dos pobres, sermos solidários com eles,
compartilharmos a mesma vida deles.
Daí o desafio: nossas entidades abraçaram a marginalidade? Com quem se
identificam? Com quem as pessoas nos
identificam? É esta opção que torna
compreensível a nossa pobreza, embora
esta não se reduza àquela. E estes temas
estão ligados ao da economia. Devemos
dar atenção especial à transparência, dizendo um claro não a economias pessoais ou a duplas contabilidades. Entre as
fraternidades haja solidariedade, bem
como das províncias com a Cúria geral.
E a austeridade comporta uma economia
em base à lei do trabalho, que nunca nos
separe dos pobres. Diante da dependência econômica de muitas de vossas entidades, como as entidades estão se preparando para o autofinanciamento?
4. Evangelização: Os franciscanos na
América Latina têm uma rica tradição de
presença evangelizadora nos mais variados aspectos: evangelização missionária, educativa, paroquial, na promoção
humana e em muitas atividades sócioculturais. Mas existem também algumas
lacunas: está ausente a dimensão propriamente missionária, prevalecendo a
pastoral sacramental em paróquias; es-
cassa é a participação nos projetos missionários da Ordem; na maioria das entidades falta um projeto de evangelização
com caráter especificamente franciscano; no início da evangelização, os frades
estavam com as populações nativas, mas
houve um distanciamento para outros setores; embora na América Latina haja
190 escolas ligadas aos frades, falta um
projeto educativo em chave franciscana;
a partir do que se escutou nestes dias,
constata-se um desequilíbrio entre o número de irmãos e as presenças e atividades; num mundo de pluralismo religioso
e cultural, falta a promoção do diálogo
ecumênico e inter-religioso. Despontam
alguns desafios: ardor missionário, indo
ao encontro das gentes, diante dos movimentos migratórios; evangelização com
novos métodos, novo ardor, novas expressões nas concentrações urbanas com
escandalosas diferenças sócio-econômicas; os irmãos devem envolver-se na V
Conferência do CELAM e no Congresso
Missionário Latino-americano dos Frades; a Ordem deseja a inter-provincialidade, maior colaboração entre as entidades; revisão de nossa presença para garantir um caráter evangélico e
franciscano; o trabalho educativo seja
expressão da evangelização da fraternidade.
5. Formação e estudos: Na América Latina, se tem feito grande esforço no campo da formação. Assume-se a necessidade de qualificar a formação e os formadores. No entanto, assinalamos: cuidado
especial na formação humana, afetiva,
sexual dos jovens em vista da maturidade humana; formar para uma experiência
forte de fé, com primado no espírito de
oração e devoção nas casas de formação,
colocando no centro da vida espiritual a
celebração da Eucaristia e a oração da
Igreja; dar formação litúrgica; educar
para a leitura e análise da realidade a partir da visão de fé; integrar a formação
psicológica, intelectual e social com formação espiritual sólida; a dimensão
evangelizadora, com numerosas experiências neste campo aqui em América
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Latina, deve ser mais bem preparada,
acompanhada, avaliada constantemente.
As fraternidades de inserção, muito positivas pela sua proximidade com o povo, pela vida sóbria, devem igualmente
ser avaliadas, levando-se em conta que o
jovem de hoje é diferente de alguns anos
atrás. A boa sensibilidade com relação
aos estudos, com diversos estudos próprios e inter-provinciais, é positiva. Pede-se maior qualificação na preparação
dos professores, na investigação, nas bibliotecas e nas exigências acadêmicas.
Os estudos de filosofia e de teologia sejam completados com conteúdos franciscanos. É imprescindível e inegociável
a opção pela formação permanente, pois
ela é o húmus da formação inicial. Nesta
se requer adequada seleção e formação
dos formadores; sua liberação para assegurar o acompanhamento espiritual e vocacional; constituir fraternidades formadoras. Tudo isso nos ajudaria a superar
um problema bastante marcado na América Latina, o dos abandonos. Só nos últimos três anos, foram 197 casos de
abandono, sendo 64 abandonos de professos temporais por ano. Muito é o caminho percorrido, longo é ainda o que
resta para re-fundar realmente nossa vida e missão.
A sessão seguinte consistiu em trabalhos
de grupos sobre os temas: a) Colaboração
inter-provincial, entre as conferências e
com a Ordem; b) redimensionamento da
presença pastoral: projeto equilibrado; c)
passos concretos para a formação permanente; d) relação província/conferencia
com o Governo Geral.
a) Colaboração
No Brasil, se mantém um noviciado inter-provincial, há colaboração nos estudos
em Petrópolis; há frades que ajudam na formação em outra entidade (em São Benedito); há professores que lecionam em outras
entidades (Petrópolis); uma província acolhe todos os noviços de outra entidade; há
ajuda missionária de duas províncias na
Custódia das Sete Alegrias. Na CFMB
acontecem encontros de experiências de
frades de sete anos de profissão solene;
169
Cursos de franciscanismo; participação em
Congressos nacionais e internacionais (despesas assumidas pela Conferência); colaboração com as missões da Ordem (Marrocos,
Bruxelas Tailândia, Terra Santa) e com serviços na Cúria Geral; pensa-se em fortalecer a presença em Petrópolis para cursos de
pós-graduação.
No Cone Sul, acontecem encontros
anuais de formadores, de profissão temporária, de agentes pastorais, de missão popular (3 semanas); noviciado do Cone Sul em
Tafi del Valle; Postulantado interprovincial;
formação teológica (ITF, projeto de 15
anos); pastoral educativa (encontros de diretores). Em nível de Ordem: serviços nas
casas inter-provinciais (5); projetos (4); ajuda e solidariedade.
Comentou-se que está havendo um crescimento na mentalidade, é necessário desenvolver um sentido maior de pertença a
espaços mais amplos, continuar insistindo
na colaboração, não só por necessidade,
mas por vocação, pela consciência de fraternidade, de pertencer a uma fraternidade
universal. A província deve ser instituição
aberta.
b) Redimensionamento da presença pastoral
Constata-se tendência ao ativismo e busca-se equilíbrio. É necessário planejamento
da evangelização, em que as tarefas sejam
assumidas em fraternidade. É necessário
fortalecer as fraternidades, ainda que entregando paróquias. O excessivo trabalho pastoral acaba em deterioração dos valores de
nossa própria vida.
Comentou-se que a Conferência brasileira insiste na proposta de uma fraternidade internacional ecológica na Amazônia,
assunto sempre em pauta. Para tal, não basta o esforço das Conferências brasileira e
bolivariana. O primeiro passo deve vir do
governo geral, pois não temos capacidade
para tanto.
c) Formação Permanente
Os passos concretos são os encontros de
formadores, de guardiães, de párocos, as semanas formativas em regionais, retiros nos
regionais ou na entidade, a Experiência Assis e Terra Santa. Na CFMB tem-se realiza-
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do anualmente o encontro de frades de 7
anos de profissão solene. No Cone Sul os
governos das províncias promovem encontros de re-animação, de itinerário humanoespiritual com tempo forte de acompanhamento espiritual (com três dias de vida fraterna, oração, formação teórica, depois um
momento de evangelização com o povo);
animação de governo mais participativo;
capítulos locais; visita inter-provincial do
Ministro Geral; retiro e encontro do Definitório. Na Argentina, o projeto se centra na
confrontação com situação humana, desejo,
mal-estar. Isto é trabalhado em nível pessoal, comunitário, regional.
d) Colaboração da província com o Governo Geral
As comunicações com a Ordem apresentam momentos meio confusos e dificuldades. No Cone sul, a relação com o Governo
Geral é de proximidade e de boa comunicação; cresceram os espaços de escuta; há
disponibilidade diante das propostas, apoio
às iniciativas das Conferências; notam-se
deficiências na comunicação e em questões
de secretaria. Os tempos da periferia não
são os mesmos do centro.
O grande problema é dos correios da Itália e dos Estados Unidos. Todos os pacotes
que passam pelos Estados Unidos chegam
destruídos. Quanto ao problema de processos emperrados, estes geralmente chegam
errados e a cúria romana só responde depois
de dois ou três meses. Há também falta de
comunicação por parte dos ministros provinciais, sendo que muitos deles nem sequer
respondem as cartas do Ministro Geral.
Uma palavra do definitório
• As fusões: o pressuposto é a revisão das
estruturas. A Ordem se fundamenta na
vida evangélica em fraternidade. Promove esta reflexão. Por que fusão? As
CCGG têm requisitos próprios. Como
ou quando? O capitulo geral pediu sugestões para criar ou suprimir ou fundir.
Entra em questão a vocação da Ordem e
a vida franciscana.
• O caminho de Paraguai: O governo está de
acordo com a integração. Interessa-se pela
formação na região de cultura guarani.
• Uruguai: Deve ser estudada a viabilidade de presença no Uruguai com a colaboração da Província de Porto Alegre.
Pede-se acompanhamento na formação
inicial e de formadores.
• Eve-se felicitar e impulsionar o trabalho
social. É sinal positivo. Não obstante a
fragilidade das entidades, permanece o
convite às províncias a abrirem-se às necessidades da Ordem (missões).
• Frei Luís Cabrera lembrou o questionário enviado aos provinciais, tendo em
vista uma avaliação sobre a concretização das decisões do Capítulo.
• Frei Luís Scozzina lembra que as Conferências só tem poder consultivo. A isso
Frei José Carballo respondeu que a decisão do governo geral passa pela petição por parte das entidades. Mesmo nas
decisões que competem ao governo geral, pretende favorecer a participação das
estruturas intermediárias, escutar o parecer das conferências.
A conclusão dos trabalhos se deu com a
celebração eucarística, presidida pelo Ministro Geral, com a participação de muitos
irmãos da Província da Imaculada Conceição e de leigos e leigas, envolvidos no
trabalho social SEFRAS, e com um delicioso churrasco.
No dia 1 de março, se fez um giro de visitas a lugares de pastorais sociais ligados
ao SEFRAS: 1) visita ao Cefran, onde se
desenvolve um trabalho de recuperação de
drogados, dos portadores do HIV, sendo
atendidos em torno de 400 adultos e 120
crianças, com assistência médica e de conscientização. O esforço é que ninguém se
sinta discriminado, mas tenha alegria de viver e viva com qualidade; 2) visita ao Recifran, que desenvolve um trabalho com catadores de material reciclável, promovendo
nos pobres a consciência de organização e
de solidariedade; 3) visita ao Albergue, lugar que abriga pessoas sem teto, fornecendo-lhes não somente leito para dormir, mas
também as refeições básicas do dia, formação de lideranças e evangelização. O
atendimento noturno varia de 300 a 500
pessoas, e o diurno de 200 a 250 pessoas.
Nesse albergue, frades menores e pobres
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confraternizaram na mesma refeição. Após,
no convento São Francisco, houve breve
convivência com os pobres que se reúnem
diariamente para o chá das 4 horas, momento de alegria e de músicas.
Em cada lugar visitado, foi possível conversar com as pessoas, conhecer um pouco
da vida delas, que por vezes é dramática.
Em todos aqueles pobres se percebe a descoberta do valor da solidariedade e alegria
de serem reconhecidos como pessoas.
Assim concluiu-se o encontro do Governo Geral com as Conferências do Cone Sul
e do Brasil.
FREI CELSO MÁRCIO TEIXEIRA OFM
Secretário da CFMB
e ad hoc deste encontro
10. Encuentro del Gobierno general con las
Conferencias de Santa María de Guadalupe y de la Bolivariana
Quito, Ecuador, 02-06.03.2007
Del 02 al 06 de marzo, en la ciudad de
Quito, Ecuador, se llevó a cabo el encuentro
del Gobierno general con los Ministros provinciales y los Custodios de las Conferencias de Santa María de Guadalupe y de la
Bolivariana. Por parte del Gobierno general, asistieron los hermanos: José Rodríguez
Carballo, Ministro general, Mario Favretto,
Miguel Vallecillo, Amaral Bernardo, Juan
Ignacio Muro, Luis Cabrera, Jakab Varnai,
Definidores generales, y Sean Collins, Secretario general. De la Conferencia de Santa María Gualupe, se hicieron presentes los
hermanos: Antonio González, Eulalio Gómez, Manuel Anaut, Lorenzo Valdivia, Ernesto Palma y Angel Dario Carrero; y de la
Conferencia Bolivariana: Alex Arias, Francisco Gómez, Edgard Santos, Walter Heras,
José García, Emilio Carpio, Salomón Pusma y Martín Zappl. Se sintió la ausencia de
los hermanos Juan María Huertas Muro y
de Buenaventura Dureau.
El objetivo general del Encuentro fue
compartir las diversas experiencias y reflexiones sobre el servicio de Animación y de
Gobierno de los Ministros y Custodios, en
171
el marco celebrativo de la Gracia de los
Orígenes, en su segundo año de itinerario,
mediante la exposición de las preocupaciones y esperanzas de cada Entidad, como
también de las iniciativas para poner en
práctica el documento del Capítulo general
extraordinario, del 2006.
La organización la asumió la Provincia
de San Francisco de Quito, en calidad de
anfitriona, para lo cual había conformado
varias Comisiones con los hermanos de la
Curia provincial, de la Fraternidad de Quito y de la Casa de Formación Beato Duns
Escoto. Entre ellas, cabe mencionar a las siguientes: coordinación general, secretaría,
relatores, liturgia, logística, finanzas, recreación, comunicación, etc.
Los participantes llegaron a partir del 28
de febrero al Aeropuerto Mariscal Antonio
José de Sucre, de la ciudad de Quito, en
donde fueron recibidos por los hermanos
anfitriones. Los hermanos del Gobierno general fueron recibidos en el Convento de
San Francisco por la Fraternidad local y por
la Unidad Educativa “San Andrés”.
A las 18H00, del 02 de marzo, los hermanos se trasladaron al lugar del encuentro,
ubicado en la Casa de Espiritualidad “La Inmaculada Concepción”, en el Valle de los
Chillos, cerca de Quito.
Luego de la cena, ofrecida por las hermanas, cada uno de los hermanos se retiró a
su habitación para descansar.
03 de marzo
Luego de la oración de Laudes, organizada por la Conferencia Bolivariana, y del desayuno, siendo las 08H30, se dio inicio oficialmente al Encuentro. El presidente de la
Conferencia Santa Maria de Guadalupe, Fr.
Eulalio Gómez, el de la Conferencia Bolivariana, Fr. Francisco Leonardo Gómez, y el
Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, dieron un cordial y fraterno saludo de
bienvenida. El Ministro general, por su parte,
invitó a compartir las alegrías y las preocupaciones, con el fin de conocerse y amarse más
y mejor y, de este modo, buscar juntos las posibles soluciones a los grandes interrogantes.
Después de este saludo, Fr. Jesús García
Las Heras, ofm. Cap., Secretario Ejecutivo
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de la Conferencia Ecuatoriana de Religiosos, expuso el tema: “La vida religiosa en
América Latina y en Ecuador”. Concluida
su disertación, se entabló un diálogo abierto y fraterno en el cual se aclararon y comentaron algunos puntos sobre los problemas y los desafíos de la Vida religiosa en la
actualidad.
A continuación, los Ministros provinciales y Custodios pusieron en común las principales preocupaciones que experimentaban en cada una de sus Entidades y cómo
las estaban afrontando. Para una mayor profundización de esta temática, los hermanos
se reunieron por Conferencias. Su tarea
principal fue la de subrayar las tres preocupaciones más relevantes que surgieron en la
presentación de todas las Entidades. Otro
tanto lo hizo también el Gobierno general
en un grupo aparte.
Durante el almuerzo, se tuvo la visita del
Cardenal emérito, Mons. José Antonio
González, quien manifestó su alegría por la
presencia del Gobierno de la Orden y de los
Ministros provinciales y Custodios en Quito. Al final del ágape fraterno, presentó una
breve semblanza sobre la evangelización de
los franciscanos en el pueblo ecuatoriano.
Este momento fraterno contó con el saludo
de la Superiora general, Hna. María del Socorro Bravo, y de la Superiora provincial,
Hna. Lucía Antonia Arteaga, de las Hermanas Franciscanas Misioneras de la Inmaculada, quienes además manifestaron su afecto con un detalle elaborado en Cotacachi.
El encuentro prosiguió en la tarde con la
exposición de los tres grupos. Entre las preocupaciones más significativas, se destacaron: a) La fragilidad de la vida de los hermanos (mediocridad, comodidad, cansancio, desánimo, desequilibrio entre la
formación inicial y la permanente, etc); para superar esta situación, se propuso la potenciación de la formación permanente, entendida como proceso de conversión, lo
cual incluye la formación de los Guardianes, de los formadores, entre otros. b) La
disminución de las vocaciones y la poca
perseverancia; constatación que exige, se
dijo, el reforzamiento del proceso de discernimiento y de acompañamiento de los
candidatos durante todas las etapas de formación. c) La falta de una vida de oración
personal y fraterna más profunda; realidad
que debe llevar, se subrayó, a buscar los
medios más apropiados para la misma
(tiempos, lugares, modos, métodos, etc.).
Esta primera jornada de reflexión terminó con la celebración de la liturgia de la Horas y de la Eucaristía, presidida por el Presidente de la Conferencia Bolivariana. Luego
de la cena, los hermanos asistieron a la presentación de los alumnos de la Unidad Educativa Franciscana San Andrés, quienes
amenizaron la recreación con canciones
modernas, música nacional y danzas típicas
del Ecuador.
04 de marzo
La oración de Laudes estuvo a cargo del Gobierno general. Luego del desayuno, a las 08:45, Fr. Akjmed Echeverry, Secretario de la Conferencia Bolivariana, ambientó el encuentro con la reflexión sobre:
“Dar razón de nuestra esperanza” (1P 3,15).
Después de un breve diálogo sobre este
tema tan importante para nuestros días, los
Ministros provinciales y Custodios indicaron la mayor esperanza que encuentran en
su servicio de animación y de gobierno en
cada una de sus Entidades. Igualmente, después de escuchar a todos, los hermanos se
dividieron en grupos para comentar y sintetizar esta temática en las tres esperanzas
más destacadas en todas las exposiciones.
En este día, compartieron el almuerzo algunos representantes de la Familia franciscana: de los hermanos Capuchinos, de la
OFS, de la Franciscanas Misioneras de la Inmaculada, de las Misioneras Franciscanas
de la Juventud y de las Familias Misioneras
Franciscanas. Aprovecharon de esta ocasión
para expresar su cercanía a los hermanos y
también para comprometerles a seguir trabajando en varios proyectos concretos.
El trabajo iniciado en la mañana se retomó por la tarde. Cada una de las Conferencias y el Gobierno general compartieron sus
reflexiones. Entre las esperanzas de mayor
importancia, se indicaron: La acción del Espíritu Santo en la historia personal y fraterna; la presencia de los jóvenes en las Enti-
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dades; el interés por la calidad de vida; la
colaboración interprovincial (formación,
estudios, misiones); la corresponsabilidad
en la animación de las Entidades y de las
Fraternidades locales; la recuperación del
espíritu misionero; y la celebración del VIII
Centenario.
A las 16:45, se partió para la ciudad de
Quito; y, a las 18H00, se tuvo la celebración
Eucarística en la Basílica de San Francisco,
presidida por Fr. José Rodríguez Carballo,
Ministro general, y concelebrada por todos
los participantes del Encuentro y por la Fraternidad local. En esta ocasión, también participó la familia franciscana y una gran multitud de feligreses. Cabe mencionar, además,
que el grupo folclórico Jacchigua dio la
bienvenida a los participantes en la puerta
del templo y acompañó tanto en la presentación de las ofrendas como en la procesión
que se realizó al finalizar la Misa.
Luego de la Eucaristía, los hermanos de
la Fraternidad local ofrecieron a los participantes al encuentro una deliciosa cena,
mientras el reconocido Ballet Folclórico
“Jacchigua” deleitaba con sus cantos y sus
danzas típicas utilizando un traje multicolor.
Por una deferencia especial, después de
la cena, el Ministro provincial, Fr. Water
Heras, invitó a los hermanos a una exposición de los objetos de sumo valor artístico
del Convento Máximo de Quito, preparada
en la sala capitular de la Curia provincial.
Esta jornada de encuentro fraterno se
concluyó con un paseo nocturno por el Quito colonial, en donde pudieron apreciar, especialmente, la arquitectura quiteña muy
bien iluminada.
05 de marzo
Este nuevo día se inició con la oración de Laudes, animada por la Conferencia
de Santa María de Guadalupe. Terminado el
desayuno, la Provincia de San Francisco de
Quito ofreció una breve presentación de sus
principales acciones pastorales y sociales
que desarrolla en todo el país.
A continuación, Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general, compartió su reflexión, enmarcada en la celebración del VIII
Centenario de la fundación de la Orden, y a
173
partir de las cinco prioridades. Luego de su
intervención, invitó a los participantes a
dialogar en torno a su mensaje. En este breve coloquio, se subrayó la importancia de la
formación permanente, la necesidad de iniciar o reforzar una opción clara y decidida
por la calidad de vida en todas sus dimensiones: oración, fraternidad, misión, estudio, economía, etc; y en la colaboración interprovincial, como una manera de anticiparse al futuro.
En la segunda parte de la mañana, se dialogó sobre las iniciativas que las Entidades
están llevando adelante para poner en práctica el Documento del Capítulo general Extraordinario. Entre ellas, se señalaron los
encuentros locales, zonales y provinciales;
los estudios del documento (guardianes,
formadores, etc); los Capítulos intermedios,
los Capítulos de las Esteras, los Consejos
plenarios de la Provincia; los retiros espirituales; la elaboración de subsidios (trípticos); y los encuentros con la familia franciscana.
En el almuerzo, se contó con la presencia de la hermana Blandine Allen, representante de la Junta Directiva de la Conferencia de Ecuatoriana de Religiosos, quien felicitó y animó a los hermanos a seguir
siendo testimonio de una presencia evangelizadora en América Latina. Al término del
ágape, Fr. Walter Heras, Ministro provincial, en nombre de la Fraternidad de Azogues, entregó a los hermanos el tradicional
sombrero de paja toquilla, conocido también como sombrero de Panamá.
Inmediatamente, los hermanos partieron
hacia la Ciudad Mitad del Mundo, ubicada
en la Latitud 0º 0’ 0’’. Ahí tuvieron la oportunidad de visitar un pequeño museo etnográfico del país; y, sobre todo, de experimentar la alegría de pisar simultáneamente
los dos hemisferios.
A las 17H00, los hermanos se dieron cita para evaluar el encuentro. Con mucha
confianza y libertad, indicaron como aspectos más sobresalientes del encuentro: La
acogida y la disponibilidad de los hermanos
de la Provincia de San Francisco de Quito,
especialmente de los más jóvenes, que se
involucraron en su preparación y realiza-
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ción; la elección del lugar en función del
encuentro; el ambiente fraterno, sereno y
gozoso; el contacto con la realidad franciscana de cada una de las entidades; la metodología dinámica y participativa; la liturgia
muy bien organizada (subsidio); la presencia de los representantes de la Iglesia, de la
Vida consagrada y de la familia franciscana
en los almuerzos; la simplicidad, hospitalidad y cercanía de la gente; y la familiaridad
de las hermanas Franciscanas Misioneras
de la Inmaculada.
El encuentro se clausuró con el agradecimiento de Fr. José Rodríguez Carballo,
Ministro general. En su saludo final invitó a
todos los hermanos a seguir progresando de
“lo bueno a lo mejor”, recordando que nadie está solo en este camino. En la Eucaristía, cada uno de los hermanos elevó su plegaria de alabanza y de acción de gracias a
Dios por la experiencia vivida.
Después de la cena, se hicieron presentes los hermanos del Estudiantado franciscano “Beato Duns Escoto” para deleitar a
los presentes con sus danzas y representaciones teatrales.
El 06 de marzo, los hermanos pudieron
conocer algunos lugares del país, especialmente los ubicados al norte de Quito, y varias obras pastorales y sociales, como la casa para los enfermos del Sida. Algunos hermanos del Gobierno general, por su parte,
tuvieron la oportunidad de visitar las islas
encantadas de Galápagos.
Que el Señor bendiga a todos y cada uno
de los hermanos y, de una manera particular, a los hermanos anfitriones de la Provincia de San Francisco de Quito.
LUIS CABRERA, OFM
11. Visita a la Provincia de san Francisco
de Quito
Quito, Ecuador, 06-08.03.2007
Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro
general, acompañado del suscrito, del 06 al
08 de marzo, visitó a los hermanos de la
Provincia de San Francisco de Quito. Fr.
Walter Heras, Ministro provincial, junto
con el Definitorio provincial, preparó la
agenda para los diferentes encuentros con
los hermanos y la familia franciscana; como
también para las celebraciones litúrgicas en
las respectivas ciudades. La coordinación
general estuvo a cargo de los hermanos
Marco Tulio Beltrán, Ángel Montoya y
Cristian Carrillo.
06 de marzo
La visita del Ministro general se inició
con el saludo a las hermanas de los Monasterios de la Concepción y de Santa Clara, en
la ciudad de Quito. En cada uno de estos encuentros fraternos, Fr. José Rodríguez animó a las hermanas para que sigan siendo
fieles a su carisma fundacional sin perder de
vista el amplio horizonte de la familia franciscana. Las hermanas le exteriorizaron su
afecto y consideración a través del canto y
de unos recuerdos elaborados por ellas mismas.
A las 16.30h, la comitiva partió desde
Quito hacia la ciudad de Azogues, ubicada a
unos 550 kilómetros al sur de Quito. En el
aeropuerto Mariscal Lamar, de la ciudad de
Cuenca, los hermanos fueron recibidos por
varios representantes de la familia franciscana del Austro y también por algunas Autoridades civiles de la región.
Acompañados de una caravana motorizada, se dirigieron al Santuario de Nuestra
Señora de la Nube. A su arribo, se hicieron
presente los estudiantes, los docentes y los
padres de familia de la Unidad educativa
franciscana San Diego de Alcalá; y varios
grupos apostólicos para acogerlos muy alegre y fraternalmente. Después de recorrer la
calle de honor, preparada para tan significativo acontecimiento, Fr. Jorge González, en
calidad de Guardián de la Fraternidad de
Nuestra Señora de la Nube, dio oficialmente su cordial y fraterno saludo de bienvenida al Ministro general.
A término de este acto, se realizó la celebración eucarística, presidida por el Ministro general y concelebrada por todos los
hermanos sacerdotes, y algunos Obispos
franciscanos. La participación del pueblo
fue muy emotiva. Los cantos estuvieron a
cargo del grupo apostólico Juan XXIII; y la
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presentación de las ofrendas de los hermanos y hermanas de la OFS, de los Coros de
la Virgen y de las Catequistas. Esta celebración fue transmitida por radio Santa María y
radio Misión San Antonio, emisoras que
funcionan al sur del país.
Después de la cena, y como parte del homenaje de bienvenida, la Unidad educativa
San Diego de Alcalá junto con los Catequistas organizaron un programa de danza
y música con motivos especialmente de la
cultura del lugar. También se hizo presente
el Coro del Ilustre Municipio de la Ciudad
de Azogues, que interpretó varias canciones
del folclor ecuatoriano.
07 de marzo
Luego del desayuno, el Ministro general
fue invitado por el Director de la Radio
Santa María, Fr. Manuel García, para que
enviara un saludo a todos los radioyentes.
En su mensaje, explicó el motivo de su visita a la Ciudad de Azogues e invitó a todos
los feligreses, incluido a aquellos que por
una razón u otra habían emigrado de su tierra, para que se mantuvieran siempre fieles
a sus tradiciones familiares, sociales y religiosas. Concluyó su participación impartiendo la bendición del hermano Francisco
de Asís, de una manera especial, a los enfermos y a los niños.
A las 08.30h, se encontró con los hermanos que habían venido de la Costa, de la Zona sur y del centro del país. Fue muy bien
apreciada la presencia de los Obispos franciscanos: Mons. Fausto Trávez, Obispo del
Vicariato Apostólico de Zamora Chinchipe;
Mons. Serafín Cartagena, Obispo emérito
del Vicariato Apostólico de Zamora Chinchipe; Mons. Hugolino Cerasuolo, Obispo
de Loja; y de Mons. Víctor Maldonado,
Obispo auxiliar emérito de Guayaquil.
En esta ocasión, el Ministro general recordó a los hermanos las diversa maneras
de afrontar la vida religiosa en los momentos de crisis; y les hizo una invitación a reflexionar sobre las diversas llamadas que
hace el mundo, el evangelio, la Iglesia y la
Orden. Concluyó su mensaje motivando a
los hermanos para que retomen con mayor
dedicación las prioridades de la Orden y las
175
asimilen de una manera personal y en fraternidad. Se trata, insistió, de redescubrir la
dimensión profética de la vida consagrada
que implica, a su vez, hacer memoria de la
presencia de Dios en la vida, tener una fe a
toda prueba y mantener la paciencia y la
perseverancia frente a las adversidades.
A las 10.00h, el señor Obispo de la Diócesis de Azogues, Mons. Carlos Altamirano, acompañado de su Vicario general, el P.
Remigio Romero, se hizo presente para saludar al Ministro general. Fue un gesto de
comunión eclesial y de mutuo aprecio.
A las 10.30h, Fr. José Rodríguez Carballo dialogó con los hermanos novicios; entre otras cosas, les indicó la necesidad de
formarse de una manera integral, dentro de
un proceso constante de discernimiento y
de acompañamiento. Una formación que,
por tanto, les dijo, afecta los cuatro centros
vitales de la existencia: mente, corazón,
manos y pies.
A las 11.30h, se celebró la solemne Eucaristía, que estuvo presidida por el Ministro
general y concelebrada por los Obispos y Sacerdotes presentes. En esta oportunidad, participaron los estudiantes de los centros educativos de la ciudad, tanto fiscales como confesionales, la familia franciscana, los Coros
de la Virgen, la Catequesis, la JUFRA y las
Autoridades de la Ciudad de Azogues y de la
Provincia del Cañar, como el Señor Gobernador. Los cantos estuvieron a cargo de los
docentes junto a las ofrendas de los estudiantes de la Unidad educativa franciscana
san Diego de Alcalá. En su homilía, puso de
relieve la fe de María y su espíritu de servicio, siempre pronto y generoso para cumplir
con la voluntad de Dios en su vida.
Durante el ágape fraterno, el Dr. Víctor
Molina, Alcalde de la Ciudad, entregó a Fr.
José R. Carballo la llave de la Ciudad y lo
declaró huésped ilustre. Igualmente, el ProRector de la Universidad Católica de Cuenca, Dr. Marco Vicuña, condecoró al Ministro general y al suscrito con el botón de oro,
que otorga la Universidad en circunstancias
especiales.
Por la tarde, el Ministro general se encontró con la Familia Franciscana. Concurrieron a tal encuentro las hermanas y her-
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manos de la OFS, de la JUFRA, de las Franciscanas Misioneras de la Inmaculada, de
las Franciscanas capuchinas, el personal y
los padres de familia de la Unidad educativa franciscana San Diego de Alcalá, los Coros de la Virgen y los Catequistas. En su
mensaje, les recordó la importancia de aunar los esfuerzos como familia e iglesia en
el único compromiso de vivir y anunciar el
evangelio a todas las personas con quienes
se entra en relación.
A las 16.30h, Fr. José Rodríguez Carballo visitó a las hermanas del Monasterio de
Santa Clara de la Ciudad y también a las
hermanas del Monasterio de la ciudad de
Loja, que se habían dado cita a tal lugar. Le
impresionó mucho su espíritu alegre y fraterno y, sobre todo, el número de vocaciones jóvenes. Satisfecho de haber cumplido
con su misión, inmediatamente, partió para
la ciudad de Quito.
A las 20.15h, el Señor Presidente de la
República del Ecuador, Economista Rafael
Correa, tuvo la gentileza de invitar al Ministro general a una cena en el Palacio de
Carondelet. Estuvieron también presentes
el Sr. Vicepresidente de la Republica y su
Señora esposa. Durante la cena, tuvo la
oportunidad de abordar, con la más absoluta libertad, respeto y familiaridad, varios de
los temas de carácter ético, religioso y social en los que están comprometidos los
franciscanos en diversas partes del mundo
y, de una manera muy particular, en el país.
Concluyó su saludo augurándole lo mejor
en su gestión administrativa para que, junto
con los otros organismos democráticos, la
siga ejerciendo con la sabiduría, el entusiasmo y el tesón que en este momento se
requiere.
08 de marzo
Después del desayuno, Fr. José Rodríguez Carballo fue entrevistado por Radio
Francisco Stereo. Entraron en cadena nacional las 8 emisoras de la Provincia, la Radio Católica del Ecuador y Radio María de
Quito. En su intervención, recordó la importancia de seguir profundizando la espiritualidad franciscana desde cada uno de los
contextos históricos y culturales en que se
encuentran los hermanos; y también la necesidad de recuperar los valores humanos,
como el respeto, el sentido del buen humor
y la gratuidad, con el fin de construir día a
día una sociedad más humana y cristiana.
Alas 08.00h, el Ministro general se encontró con los docentes de la Facultad Franciscana, Cardenal Echeverría. En su alocución, hizo un llamado a dedicarse al estudio,
tanto en la investigación como en la docencia, con todo el rigor científico, pero sin
apagar el espíritu de oración. Terminada su
presentación, se abrió un animado y fructífero diálogo con los concurrentes. Para finalizar este momento, los hermanos Postulantes presentaron la obra teatral: “Evangelización de Fr. Jodoco Rique”, escrita por
Fr. Fernando Peñaherrera.
A las 09.00h, Fr. José Rodríguez Carballo se reunió con los hermanos que vinieron
del centro y del norte del país. En esta oportunidad, les recordó los pilares de la refundación de la Orden, como la calidad de vida, que necesariamente pasa por una vida
de fe, y el estudio serio y responsable, especialmente, del patrimonio histórico, filosófico, teológico y espiritual, elaborado en los
ochocientos años de existencia de la Orden.
Igualmente, les trajo a al memoria la urgente necesidad de continuar con el proceso de
discernimiento para afrontar, entre otros temas, la formación permanente, el espíritu
misionero y la comunión de bienes, que se
concretiza en el fondo común.
A las 11.00h, en la Basílica de San Francisco, se celebró la solemne Eucaristía con
la participación de los grupos de la pastoral
del Convento de San Francisco, de la familia franciscana y de muchos feligreses que,
no obstante siendo un día laboral, se dieron
cita en un notable número. Los cantos y los
diversos ritos estuvieron animados por los
estudiantes, coordinados por su Maestro y
Vice-Maestro, Fr. Carlos Avendaño y Fr.
Patricio Bonilla, respectivamente.
En el ágape fraterno, se contó tanto con la
presencia de Mons. Raúl Eduardo Vela, Arzobispo de Quito, junto con sus dos Obispos
auxiliares, Mons. René Coba y Danilo Echeverría, como también de numerosos representantes de la familia franciscana y de otras
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personas que colaboran directamente con los
hermanos en los diversos campos de la administración y de la pastoral.
Un momento muy emotivo se dio al final
del ápage fraterno cuando, luego de las palabras de agradecimiento del Ministro general,
Fr. Walter Heras invitó a todos los hermanos
a ponerse de rodillas para recibir la bendición del seráfico padre y hermano Francisco.
Un gestó que realmente conmovió de emoción a más un hermano y hermana.
La visita concluyó con las palabras de
agradecimiento al Ministro general por su
presencia y su mensaje siempre iluminador
y motivador, tanto por parte del hermano
Guardián, Fr. Mario L. Ortega, como de Fr.
Walter Heras, Ministro provincial.
LUIS CABRERA, OFM
12. Visit to the Province of the Netherlands
Amsterdam, 27-30.03.2007
The Minister General, Fr. José R. Carballo, and the Definitor, Fr. Jakab Várnai,
visited the Province of the Holy Martyrs of
Gorkum in the Netherlands from the 27th to
30th of March 2007.
They were received at Amsterdam Airport by the Minister Provincial, Jan van den
Eijnden, and by the Vicar Provincial, Frans
Gerritsma, and taken by car to the community of Derkinderenstraat. The two communities of Amsterdam came together for an
opening session at 15.30, during which the
Minister Provincial presented the Dutch
Province: a brief history, recent developments, statistics (in the past 40 years their
number fell from around 1,200 to 185) various presences and some of the projects. After a short discussion, the local project, the
‘La Verna’Franciscan Center for Spirituality, was also presented: it offers about 80
programmes yearly with a total of about
1,200 participants, which is a good opportunity to propose basic elements of Franciscan spirituality, with a sensitivity to present-day religious demand.
March 28th started with a Eucharist, then
a visit to the city of Amsterdam, a boat tour
177
of the canals, and a short visit to the friary at
Jodenbreestraat. After lunch the guests were
taken by car to Megen, the novitiate house.
Three short sessions were held: about the
pastoral programmes for the youth, about the
structure of formation in the Province, and
about the “process of reflection”, a succession of three-year programmes of fraternal
communication which, since 1998, has
helped greatly to look into the situation of the
provincial fraternity and involve possibly
every friar in the reflection. Evening prayer
and supper were held at the Poor Clares in
the same town.
The day of March 29th brought an intensive programme which began by travelling
from Megen to Delft. About 60 Friars from
all parts of the Province came together to
meet the Minister General in the Franciscan
parish church. In his homily, he took the
Emmaus story as a starting point to share
the basic insights of the Extraordinary General Chapter with the Friars. He also expressed acknowledgement, in the name of
the Order, of the rich missionary history of
the Province, which led to the creation of
five entities. A simple buffet service gave
opportunity for personal meeting before
leaving for Weert, one of the three communities where professional medical care can
be given to elderly Friars. After evening
prayer and supper with the community, the
commission for the care of elderly Friars
presented the efforts of the Province to provide not only physical care, but also spiritual accompaniment to the elderly Friars. The
day ended with a journey to Utrecht.
On March 30th, the guests celebrated the
Eucharist with the local fraternity, then met
with the Provincial Definitory. The Minister General appreciated the efforts of the
Province to open up ways towards the future. An open discussion followed to explore possibilities of collaboration between
the Province and the General Curia. During
the car trip to Amsterdam Airport, a detour
led the guests to admire the flourishing
fields of tulips and hyacinths, the pride of
all Dutchmen...
FR. JAKAB VÁRNAI
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13. Encuentro del Definitorio general con
CONFRES
Sevilla, 15-18.04.2007
Cumpliendo la propuesta del Capítulo
General del 2003, el Definitorio general ha
tenido un encuentro con la Conferencia ibérica (CONFRES) en la ciudad de Sevilla. El
domingo, día 15, llegábamos, a primera hora de la tarde, el Ministro general y la mayoría del Definitorio general al aeropuerto
de San Pablo de la ciudad hispalense, procedentes de Roma. Nos esperaban el Ministro provincial de la Provincia Bética Franciscana, fr. Francisco García, y el Secretario
provincial, fr. Luis Vicente García Chaves
que nos dispensaron una cordial acogida.
Acto seguido nos trasladamos al convento
de San Antonio, sede de la Curia provincial,
donde fuimos recibidos muy fraternalmente por los hermanos, descansamos y reparamos fuerzas. Tras visitar la iglesia conventual y el precioso ajuar de la Cofradía del
Buen Fin y Maria Santísima de la Palma,
que reside en ella, dimos un paseo por los
alrededores del convento para visitar la basílica menor del Gran Poder, llamado también “el Señor de Sevilla”.
Al atardecer, nos dirigimos hacia la Casa
de Ejercicios “Betania”, sede de nuestro encuentro, situada en la próxima localidad de
San Juan de Aznalfarache, donde esperaban
el resto de los hermanos provinciales y vicarios provinciales que fueron llegando en
diversos medios.
Día 16, lunes
Comenzamos el día con el rezo de Laudes entre ecos pascuales y franciscanos, al
conmemorarse el aniversario de la aprobación de la Regla. Después de desayunar, se
entregó el material para el encuentro, que
comenzamos a las 10 de la mañana. Palabras de saludo del Ministro general, de
bienvenida y ambientación del Ministro
provincial del lugar y de presentación del
encuentro por parte del Definidor general.
A continuación se le dio la bienvenida al
ponente, el sacerdote claretiano Pedro Belderraín, que nos expuso el marco general de
la vida religiosa en el ámbito ibérico. Su ex-
posición, en dos momentos, dio una mirada
cuantitativa, con unas claves para sopesar la
precariedad, con un diagnóstico y perspectivas, marcando los acentos para una opción
de futuro y algunos retos importantes; el
diálogo con el ponente puso fin al trabajo de
la mañana. A medio día llegaron los recién
elegidos Ministro provincial de Portugal, fr.
Vitor Melicias, y el Vicario, fr. Armindo
Carvalho.
La tarde la dedicamos a las diversas exposiciones sobre la realidad del franciscanismo hispano-portugués. Abrió la sesión el
Presidente de Confres, mostrándonos el organigrama de la estructura de la Conferencia, los números globales y su evolución en
los últimos años, los diferentes secretariados y comisiones y las realidades comunes
que se llevan a cabo. Después, los Ministros
provinciales y el Custodio de San Francisco Solano expusieron cada una de sus Entidades mostrándonos sus fortalezas y debilidades, así como la vida y actividades de los
hermanos.
Al concluir las tareas de la tarde, nos
trasladamos al convento de Loreto, casa
madre de la Provincia, en la vecina localidad de Espartinas. La fraternidad nos dispensó una calurosa acogida, con una explicación de la historia, el arte de la iglesia y
convento, y el significado de la Virgen de
Loreto con su proyección en los pueblos de
la comarca. En la visita al convento, nos detuvimos en la celda, hoy capilla, que recuerda la presencia de San Francisco Solano en el convento en 1578. Después celebramos la Eucaristía presidida por el
Ministro general, en la que renovamos la
Profesión. La cena fraterna y festiva puso
fin a un día muy intenso en actividades y celebraciones.
Día 17, martes
El día se abrió con la oración de Laudes,
bien preparada para ser rezada en español e
italiano. Después de desayunar, comenzamos la primera sesión con la intervención
del Ministro general. Situó su mensaje en el
marco del octavo centenario de la Fundación de la Orden, resaltando la interacción
entre los pasos que jalonan esta celebra-
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ción: discernir, proyectar y celebrar. Después de comentar cada uno de estos pasos
nos invitó a ponernos en actitud de escucha
y constatando los logros de la vida franciscana en la Conferencia, pero también invitó
a mejorar en la vida de oración, en la vida
fraterna, en la minoridad y en la evangelización. Terminó señalando los retos en el
cuidado pastoral de las vocaciones, en el
pasar de la colaboración a la interdependencia y concretando unas pistas de futuro.
Después de la pausa, los Ministros y Vicarios se reunieron por grupos, así como el
Definitorio general, para reflexionar sobre
todo lo que habíamos oído sobre la realidad
de la Conferencia.
Después de comer, el Ministro general
acompañado por el Definidor general de zona, el Ministro provincial del lugar, el Asistente provincial de las Concepcionistas
franciscanas y fr. José Lucas, se trasladó a
la vecina localidad de Mairena del Aljarafe,
al convento recién construido para casa federal y donde reside la Presidenta de la Federación de las hermanas Concepcionistas.
Tras saludar a la comunidad y visitar la nueva casa, departió con las hermanas fraternamente. Terminada la visita volvimos a la
Casa de Espiritualidad para comenzar la sesión de la tarde.
Ésta dio inicio con la puesta en común
de las reflexiones de los grupos, señalando
los aspectos que podrían ser más urgentes
en la vida de la Conferencia. Esto dio lugar
a un vivo debate en el que afloró la rica variedad de interpretaciones y sugerencias.
Terminada esta parte, fuimos a celebrar la
Eucaristía en la que escuchamos el mensaje
evangélico del nuevo nacimiento, lo que
nos ayudó a seguir orando el tema que nos
había ocupado durante todo el día, en el esfuerzo por entrever el nacimiento de un
franciscanismo renovado en el futuro.
El Cardenal Arzobispo de Sevilla, fr.
Carlos Amigo Vallejo, ofm, tuvo la deferencia de venir a compartir la cena con nosotros después de un ajetreado día, pastoralmente hablando. El Ministro general le dirigió unas sencillas y fraternas palabras de
bienvenida a las que respondió manifestando su satisfacción por sentirse como un her-
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mano entre hermanos. Al terminar ésta, el
señor Cardenal, acompañado de su secretario particular, se marchó y los hermanos
continuaron en ambiente festivo. Los hermanos de la Bética nos habían preparado
una muestra del folclore andaluz, pudiendo
apreciar el cante y el baile de esta tierra. Un
grupo de “cantaores” nos mostraron lo que
son el cante de sevillanas y de algunas bulerías y rumbas, con la colaboración, en un
determinado momento de la exhibición, de
algunos hermanos que intentaron acompañar el cante, arrancándose, unos con buena
voluntad y otros con cierta pericia, por sevillanas.
Con este buen rato de confraternización
terminó otro día intenso por el trabajo y las
experiencias.
Día 18, miércoles
Este día era el dedicado a conocer la ciudad de Sevilla. Lo comenzamos con el rezo
de Laudes y la celebración de la Eucaristía.
Inmediatamente después de desayunar nos
preparamos para patear la ciudad y conocerla más directamente, pues desde la Casa
de Espiritualidad la veíamos a lo lejos. Comenzamos visitando la plaza de España, un
amplio espacio público de estilo neomudejar, realizado en 1929 con motivo de la exposición universal celebrada en Sevilla en
ese año. Después fuimos a visitar el Museo
de Bellas Artes, una magnífica pinacoteca
con obras representativas de los siglos XIVXIX pero donde se pueden apreciar las
obras maestras de la pintura sevillana de
Murillo, Juan de Roelas, Valdés Leal, Zurbarán y otros muchos. Con esto se ocupó toda la mañana y, paseando por la famosa calle La Sierpe, llegamos a la plaza de San
Francisco, y de ahí al convento de San Buenaventura. Después de saludar a la fraternidad, pasamos a la iglesia, donde el Guardián nos dio la bienvenida y nos explicó la
historia del convento y el arte que conserva
el templo conventual. La comida con la comunidad, ambientada en el bonito patio
conventual de estilo sevillano, nos llevó un
buen tiempo donde departimos en animada
conversación la sobremesa. Con palabras
de gratitud por parte del Ministro general a
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la fraternidad de San Buenaventura, nos
despedimos de ellos para ir caminando a
primeras horas de la tarde hacia los Reales
Alcázares. Aquí visitamos los palacios que
fueron residencias reales desde el siglo XI
hasta nuestros días y los jardines que los
circundan. Seguidamente fuimos a la catedral, impresionante por sus dimensiones y
el arte que alberga en sus muros.
Al terminar todo este periplo históricocultural, nos acercamos al palacio arzobispal donde nos esperaba el señor Cardenal,
que nos acogió en el salón del trono para
darnos la bienvenida. Después de los saludos, nos ofreció un refrigerio y pudimos visitar las dependencias del edificio que de
por sí ya es un museo. Al final visitamos la
capilla grande del palacio donde compartimos una oración. El señor Cardenal nos
despidió en la puerta de palacio y poco a poco, cruzando el barrio típico de la judería,
fuimos hacia los jardines de Murillo donde
nos esperaba el autobús que nos llevó de
nuevo a la residencia “Betania”. Con la cena concluimos un día dedicado a la convivencia y al conocimiento de Sevilla, una
ciudad atractiva y abierta, cargada de arte e
historia.
Con las primeras luces del día 19, jueves, los hermanos del Definitorio general
salieron para el aeropuerto donde tomaron
el avión que los llevó hasta Roma.
FR. MIGUEL VALLECILLO
14. Visita del Ministro general al Santuario
de Santo Toribio de Liébana (Cantabria)
Santander, 22.04.2007
Día 20, viernes
Procedente de Sevilla, el Ministro general, acompañado del Definidor general y de
fr. José María Alonso del Val, llegaba al aeropuerto de Loiu (Bilbao) a las 16’00 del
día 20 de abril. Allí nos esperaba el P. Guardián de la fraternidad de Santander, fr. José
Luis Idoiaga, que nos llevaría hasta la capital cántabra, no sin antes pasar por Santurtzi para hacer una visita a los hermanos de
esta pequeña fraternidad de inserción, si-
tuada en un barrio obrero de esta localidad,
en la bocana del abra del superpuerto de
Bilbao. Departió con los hermanos, conociendo su actividad apostólica y les animó a
seguir esta labor, que ya dura 16 años, estando cerca de los sencillos y los pobres.
Siguiendo el itinerario previsto llegamos
a Santander sobre las 19’00, y saludamos a
los hermanos que nos brindaron una fraterna y calurosa acogida. A las 20’00 presidió
la Eucaristía en la parroquia conventual
“Nuestra Señora de los Ángeles”, concelebrada con los hermanos y con una gran asistencia de feligreses y grupos franciscanos,
con motivo de los 50 años de la presencia
franciscana y ministerio apostólico en esta
parroquia (1956-2007) y a 750 años de la
primera presencia en la ciudad (12561836). Al terminar la misma, se tuvo un animado encuentro con los seglares, muy interesados por conocer diversos aspectos de la
vida y misión de la Orden y su relación y
colaboración con los laicos. La cena con la
fraternidad se prolongó en un animado y
ameno coloquio donde los hermanos se interesaron por muchos aspectos de la vida de
la Orden, formulando numerosas preguntas
y expresando sus variados pareceres.
Día 21, sábado
Con las primeras claras del día, que amaneció espléndido y buena temperatura, nos
pusimos en camino en dirección a Viveda,
localidad que pertenece al Ayuntamiento de
Santillana del Mar, en la región autónoma
de Cantabria. Antes fuimos a visitar el cercano torreón de los Calderones de la Barca
(siglo XII-XIII), donde se localiza la leyenda del paso de N.P.S. Francisco, en el camino de la costa, de la ruta jubilar Xacobea y
Lebaniega. Allí se había reunido un grupo
numeroso de la Familia Franciscana, que
recibió al Ministro general con muestras de
afecto fraterno, para asistir a la inauguración y bendición de una estatua de San
Francisco, costeada por el Gobierno Autónomo de Cantabria. A las 9’00 horas con
asistencia del Presidente de Cantabria, D.
Miguel Angel Revilla, acompañado de algunos Consejeros, se procedió a la bendición de la estatua de San Francisco de Asís,
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peregrino evangélico de Caminos y Jubileos, por parte del Ministro general. El monumento es obra de la escultora torrelaveguense, Mercedes Rodríguez Elvira, y está
modelado en bronce. Es una estatua de 2.50
metros de altura, sobre un pedestal de 1.50
metros y pesa 500 kgs. En la placa figura el
siguiente texto: “Por este lugar, pasó peregrino el hermano Francisco, poverello de
Asís; siendo hospedado –según leyenda- en
el Torreón medieval de los Calderones.
1214-2007. Ruta jubilar Jacobea y Lebaniega”.
Terminado el acto de la inauguración de
la estatua en la rotonda de Viveda, nos dirigimos al monasterio de Santo Toribio de
Liébana, en plenos Picos de Europa, para
celebrar la Eucaristía del Peregrino a las
12’00. Este monasterio del siglo VI estuvo
habitado por los monjes benedictinos hasta
el 1836, pasando por momentos de abandono, hasta que en 1961 la diócesis se lo confió a los franciscanos, que custodian con
amor la reliquia más grande del Lignum
Crucis que se conoce. El Ministro general
presidió la Eucaristía, muy concurrida de
fieles, en vísperas de la clausura del Año
Santo Lebaniego. Después de la comida
festiva se hizo una salida para admirar la
bellísima naturaleza en la que está enclavado el monasterio y un recorrido por los
atractivos lebaniegos al típico pueblo de
Mogrovejo, patria chica del santo arzobispo
de Lima (Santo Toribio Alfonso de Mogrovejo), a Fuente De, al pie de los Picos de
Europa, y a Potes, capital de la región de
Liébana, donde se nos ofreció una recepción oficial. Ya entrada la noche se volvió a
Santander para pernoctar con la comunidad.
El domingo, día 22, fue más sosegado.
Después de desayunar con la comunidad,
celebramos la Eucaristía y nos preparamos
para el viaje de vuelta. A medio día, nos
despedimos de la fraternidad y nos dirigimos al aeropuerto santanderino de Parayas,
donde tomamos el avión que nos condujo
hacia Roma, a donde llegamos a las 15.45
de la tarde. Al concluir el viaje dimos gracias a Dios por haber compartido la vida de
los hermanos con acontecimientos muy importantes, haber ganado la gracia del jubi-
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leo lebaniego y ensalzado la figura de San
Francisco con un monumento en tierras
cántabras.
FR. MIGUEL VALLECILLO
15. Partecipazione al Capitolo delle Stuoie
della Provincia di S. Maria degli Angeli in
Polonia
Bronowice/Kraków, Polonia, 23-27.04.2007
Nei giorni 23-27 aprile si è tenuto a Cracovia, nella Casa di formazione di Bronowice (Kraków), il 2° Capitolo delle
Stuoie della Provincia di Santa Maria degli
Angeli. Come motto del Capitolo erano state scelte le parole: «Verso la grazia delle
origini. Aumenta la nostra fede! (Lc 17, 5)».
Il Capitolo è stato presieduto dal Ministro
generale, Fr. José Rodríguez Carballo, e dal
Definitore generale della Zona, Fr. Šime
Samac. Hanno partecipato la maggior parte
dei Frati, provenienti dalle Case della Provincia e dall’estero.
Durante le Assemblee generali Fr. José
ha presentato le principali tematiche riguardanti le sfide, le problematiche e le possibilità della Fraternità universale e delle Fraternità locali. Il Ministro si è incontrato anche con i Parroci, i Custodi dei Santuari, i
Formatori, i Frati “Under Ten”, i Frati in
formazione iniziale, i Guardiani e il Definitorio della Provincia. I vari momenti dell’incontro con il Ministro sono stati approfonditi nel lavori di gruppo e nel dialogo
fraterno in Assemblea.
Grazie alle conferenze a carattere spirituale, tenute da alcuni Frati della Provincia,
e alla partecipazione alla liturgia, preparata
appositamente per il Capitolo, si è potuto
approfondire e, soprattutto, sperimentare la
dimensione della fede che stava al centro
d’interesse di tutto il Capitolo.
I partecipanti hanno apprezzato il clima
fraterno dell’incontro, la presenza del Ministro generale e la concretezza dei suoi interventi, la sincerità del dialogo e la bellezza
della liturgia.
Il Capitolo si è concluso il 27 aprile alla
tomba di Servo di Dio Fr. Alojzy Kosiba,
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che rimane per i Frati della Provincia un
esempio illustre della semplicità, della generosità di cuore e della fede.
FR. ALOJZY WAROT
16. Visita alla Provincia dell’Immacolata
Concezione in Polonia
Kalwaria Zebrzydowska, Polonia, 26-30.04.2007
Terminata la visita fraterna alla Provincia di S. Maria degli Angeli in Polonia, il
Ministro generale, sempre accompagnato
dal Definitore generale, Fr. Šime Samac, ha
lasciato Cracovia per raggiungere il popolarissimo Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, amato da Giovanni Paolo II fin dalla
sua giovinezza e recentemente visitato da
Benedetto XVI.
In questo Santuario stava per terminare
il Capitolo delle Stuoie della Provincia
dell’Immacolata, così che il Ministro generale ha concluso un momento “forte”
della vita della Fraternità provinciale ed
ha avuto l’opportunità di incontrare tanti
Frati e tanti Frati giovani di questa Provincia, che è una delle più grandi dell’Ordine.
In tale circostanza il Ministro ha rivolto
la sua parola a tutti i Frati, riuniti in Assemblea, si è incontrato con i Formatori, i
Guardiani, i Frati in formazione iniziale, i
Novizi e i Postulanti. Fr. José si è intrattenuto pure con i membri dell’OFS di quella
zona ed ha celebrato per loro l’Eucaristia.
È stata questa anche l’occasione per il 1°
incontro del Definitorio di questa Provincia con quello della Provincia di S. Maria
degli Angeli.
La visita del Ministro e del Definitore
generale, ben preparata e svoltasi in una
atmosfera fraterna, si è conclusa il 30 aprile con un breve incontro con il Cardinale
di Kraków, Stanislao Dziwisz.
Oltre che per il Capitolo delle Stuoie e
la visita del Ministro generale, la Fraternità provinciale dell’Immacolata sta vivendo un momento speciale, perché fra
non molto, precisamente il 3 giugno 2007,
un suo Frate, Fr. Simone da Lipnica (1439-
1482), sarà canonizzato da Benedetto XVI
sul Sagrato della Basilica vaticana.
FR. ŠIME SAMAC
2. Incontro con i Ministri provinciali e
Custodi eletti recentemente
Roma, Curia generale, 15-23.01.2007
Dal 15 al 23 gennaio 2007 si è tenuto,
presso la Curia generale, l’Incontro dei Ministri provinciali e dei Custodi eletti di recente con il Ministro e il Definitorio generale.
Partecipanti
Definitorio generale
Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.;
Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc.
Gen.; Fr. Finian McGinn, Def. Gen.; Fr. Šime Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio
Nguyen Van Si, Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario Favretto, Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera
Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio Muro
Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def.
Gen.; Fr. Seán Collins, Sec. Gen.
Ministri provinciali e Custodi
Fr. Sebastian Unsner (S. Francisci Prov.,
Africa et Madagascaria); Fr. Marconi Lins
de Araujo (S. Antonii Patavini Prov., Brasilia); Fr. Francisco Carvalho Neto (S. Crucis
Prov., Brasilia); Fr. Wanderley Carvalho do
Couto (SS. Nominis Jesu Prov., Brasilia);
Fr. Angel Dario Carrero Morales (Custodia
Francisc./Dip. 030, Caribe); Fr. Jan Maria
Vianney Dohnal (Bohemiae et Moraviae S.
Venceslai Prov., Cecha Resp.); Fr. Jozo
Sopta (Dalmatiae S. Hieronymi Prov., Croatia); Fr. Paul Zahner (Christi Regis Cust.
Aut., Helvetia); Fr. Pietro Carfagna (Apuliae S. Michaëlis Archangeli Prov., Italia);
Fr. Bruno Bartolini (Bononiensis Christi
Regis Prov., Italia); Fr. Alberto Tosini (Liguriae SS. Cordis B.V.M. Prov., Italia); Fr.
Fiorenzo Locatelli (Tusciae S. Francisci
Stigmat. Prov., Italia); Fr. Juan Marìa Huer-
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ta Muro (B. Juniperi Serra Prov., Mexicum); Fr. Emilio Erasmo Carpio Ponce (SS.
XII Apostolorum Prov., Peruvia); Fr. Leó
Páll (Transsylvaniae S. Stephani Regis
Prov., Romania); Fr. Larry Dunham (N. Dominae de Guadalupe Prov., USA); Fr. Alex
Ilunga Mikombe (S. Benedicti Africani
Prov., Congensis Resp.Dem.); Fr. Gergely
Magyar (Nostrae Dominae Hungarorum,
Hungaria); Fr. Marcelo Benítez OFM (Custodia Franciscana Paraquariae Luis Bolaños/Dip. 030); Fr. Baltazar Obico OFM
(Provincia S. Petri Baptistae, Philipinae).
Interpreti
Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar
Javier Orduña (spagnolo), Fr. Stefano Lovato (italiano).
Assistenti
Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr.
Simone Lopata (Assistente computer), Fr.
Samuele Portka (Assistente in Aula).
Segreteria
Fr. Seán Collins (Sec. gen.), Fr. Ernest
Karol Siekierka (Vice Sec. gen.), Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice Sec.
gen.).
Agenda
L’incontro è iniziato il 15 gennaio nell’Aula “Duns Scoto”. Dopo una breve liturgia di apertura, il Ministro generale, Fr. José
R. Carballo, ha rivolto un saluto di benvenuto ai Ministri e ai Custodi e ha presentato
il neo eletto Segretario generale dell’Ordine,
Fr. Seán Collins, che sostituisce Fr. Sandro
Overend Rigillo, ritornato alla sua Provincia. I Partecipanti, poi, si sono presentati ed
hanno descritto brevemente difficoltà, attese e prospettive. Subito dopo ha tenuto la
Relazione il Vicario generale, Fr. Francesco
Bravi, su «Il cammino dell’Ordine», richiamando, in modo particolare, i contenuti del
Documento del Capitolo generale straordinario, sottolineandone le indicazioni e gli
orientamenti. La mattinata si è conclusa con
la Concelebrazione eucaristica, presieduta
dal Ministro generale. Nel primo pomerig-
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gio si è avuta la Relazione centrale dell’Incontro. Infatti, il Ministro generale ha tenuto il suo intervento su «L’autorità al servizio
dell’animazione», sviluppando i seguenti
punti: esercitare l’autorità è servire; esigenze di questo servizio; finalità del servizio
dell’autorità; alcune attenzioni particolari
del servizio dell’autorità, come il progetto di
vita, la formazione permanente ed iniziale,
l’amministrazione economica. Alla Relazione del Ministro ha fatto seguito il lavoro in
gruppi linguistici per approfondire la Relazione del Vicario generale, tenuta nella mattinata.
La prima parte del mattino del 16 gennaio è stata dedicata allo studio della Relazione del Ministro in gruppo di studio. La
seconda parte è stata destinata all’ascolto di
Fr. Finian McGinn, Definitore generale, il
quale, coinvolgendo anche la sua esperienza di educatore e di Ministro provinciale, ha
parlato su «L’accompagnamento dei Frati
in difficoltà». Nel pomeriggio in Assemblea, prima si è condiviso quanto è emerso
nei lavori di gruppo a proposito della Relazione del Vicario generale e, poi, c’è stato
un ampio scambio di idee, di proposte o
suggerimenti, di testimonianze sulla Relazione del Ministro, tenendo presente anche
l’approfondimento fatto precedentemente
nei gruppi di studio.
Il giorno 17 gennaio è stato particolare.
È iniziato con la Celebrazione delle Lodi e
dell’Eucaristia e si è concluso con l’adorazione eucaristica. Il resto della giornata è
stato lasciato libero per dare la possibilità ai
Ministri e ai Custodi di avere un colloquio
personale con il Ministro generale.
Con il giorno 18 gennaio sono iniziati gli
incontri con i Responsabili dei Segretariati
e degli Uffici della Curia. Nella mattinata
hanno parlato il Segretario generale per la
Formazione e gli Studi, Fr. Massimo Fusarelli; il Segretario per l’Evangelizzazione,
Fr. Nestor Schwerz, e il Moderatore per le
Missioni, Fr. Vincenzo Brocanelli; l’Assistente per l’Ufficio “Giustizia, Pace e Integrità del Creato”, Fr. Vicente Felipe; l’Assistente generale per l’OFS, Fr. Ivan Matić; il
Responsabile dell’Ufficio “Pro Monialibus”, Fr. Rafael Blanco. Alle Relazioni è se-
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guito il lavoro in gruppi linguistici. Dato il
grande materiale offerto ai partecipanti, sono state date delle indicazioni per facilitare
il lavoro nei gruppi. Il pomeriggio è stato
totalmente dedicato al dialogo con i Relatori del mattino, anche in base a quanto emerso nei lavori di gruppo.
Gli incontri con i Responsabili degli Uffici della Curia sono proseguiti il 19 gennaio. Al mattino hanno parlato il Responsabile dell’Ufficio Comunicazioni, Fr. John
Abela; l’Economo generale, Fr. Giancarlo
Lati; il Procuratore, Fr. Francesco Bravi, e
il Vice Procuratore, Fr. Valentino Menegatti. La mattina si è conclusa con le risposte
del Responsabile dell’Ufficio giuridico, Fr.
Francesco Antonelli, alle varie domande rivoltegli dai Ministri e dai Custodi. Nel pomeriggio Fr. Nikolaus Schöch ha tenuto una
Relazione su «Il Ministro e il suo Definitorio nelle Costituzioni e Statuti generali».
Dopo la richiesta di alcuni chiarimenti, si è
sviluppato in Aula un prolungato ed interessante dialogo anche su ciò che era stato presentato nella mattinata.
La mattinata del 20 gennaio, sabato, dopo la Celebrazione eucaristica, presieduta
dal Vicario generale, nelle Grotte vaticane,
è proseguita con una visita guidata al “percorso archeologico” della Basilica di San
Pietro. Il pomeriggio è stato lasciato libero.
I lavori sono ripresi lunedì 22 gennaio con
un argomento molto impegnativo: il Progetto provinciale di vita fraterna. Dopo un’introduzione del Definitore generale Fr. Miguel Vallecillo, che ha illustrato anche la seconda fase di preparazione alla celebrazione
dell’VIII centenario dell’Ordine, l’Assemblea per tutta la giornata è stata guidata nella
riflessione da Fr. Juan María Ilarduia.
Il “Progetto” è stato l’argomento anche
della mattinata dell’ultimo giorno dell’Incontro, 23 gennaio. Infatti, Fr. J. Ilarduia,
proseguendo la sua riflessione, ha parlato di
«Metodologia e passi del Progetto provinciale». Al termine della Relazione i Partecipanti hanno avuto l’opportunità di dialogare con il Relatore o di avere chiarimenti su
alcuni punti della Relazione.
La conclusione dell’Incontro 2007 è avvenuta nel pomeriggio. Prima, in Aula con
la verifica di tutto il Corso e con il discorso
conclusivo del Ministro generale, «Per crescere e far crescere»; poi, in Chiesa con la
solenne Concelebrazione eucaristica, presieduta da Fr. José R. Carballo. Per volontà
del Ministro generale, grazie anche alla presenza di Ministri e Custodi provenienti dai
cinque Continenti, l’Eucaristia del 23 gennaio è stata anche l’inizio ufficiale, della
seconda tappa del cammino di preparazione
alla celebrazione degli 800 anni di fondazione dell’Ordine dei Frati Minori.
FR. LUIGI PERUGINI
3. Laurea Honoris Causa a Fr. Cesare
Cenci
Roma, PUA, 16.01.2007
Martedì 16 gennaio 2007 resterà una giornata memorabile per Fr. Cesare Cenci, ma
anche per la nostra Università “Antonianum”. Nel giorno in cui si celebrava la Festa
della Università, infatti, si è voluto inserire
un evento straordinario e piacevole: il conferimento della Laurea Honoris Causa in Teologia a Fr. Cesare per i suoi meriti straordinari nel campo della ricerca, dello studio e
della pubblicazione di preziosi documenti
della storia dell’Ordine. Alla celebrazione,
che si è svolta nell’Aula Magna dell’Università, hanno partecipato le autorità accademiche della PUA e dell’Ordine: il Ministro generale e Gran Cancelliere, il Vicario generale, i Definitori ed altri Frati della Curia
generale, il Rettore Magnifico, il Vice Rettore, i Presidi e un folto gruppo di Docenti e
Studenti. Non è mancata la rappresentanza
della Provincia veneta ofm, da cui proviene
Fr. Cesare, e ovviamente erano presenti docenti, specialisti e personaggi vari che da
lungo tempo seguono con attenzione e partecipano al lavoro di ricerca e pubblicazione di
preziosi documenti della storia dell’Ordine,
del Francescanesimo e della Chiesa.
Il Rettore Fr. Johannes Frejer, introducendo l’avvenimento, ha riferito testimonianze d’oltre oceano che attestavano come
la persona di Fr. Cesare praticamente sia già
entrata nella storia. Il Ministro generale ha
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illustrato i meriti e le qualità scientifiche
che da lungo tempo distinguono questo Fratello per l’apporto incomparabile dato alla
conoscenza e riscoperta della nostra storia.
Non è mancato il riferimento alle qualità
umane di semplicità e cordialità che rendono Fr. Cesare una persona singolare anche
per il carattere, oltre che per l’intensità e la
serietà del lavoro.
Dopo i vari interventi non poteva mancare quello dello stesso Fr. Cenci che, in
una sorta di “lectio magistralis”, ha illustrato lo “status quaestionis” del lavoro che lo
sta assorbendo, descrivendo le recenti scoperte e le prospettive future di lavoro e di
pubblicazione. Anche nel presentare i dati
più seri e impegnativi della sua vita e dell’attività scientifica, a Fr. Cesare non è mancato il tono gioviale e scherzoso che da
sempre lo contraddistingue.
Fr. Cenci ha rievocato il mandato ricevuto dal Ministro generale, attraverso Fr. R.
Mailleux, di dedicarsi alla ricerca e pubblicazione di tutte le Costituzioni generali per
offrire all’Ordine, in occasione del prossimo centenario della fondazione, una raccolta completa. «Il 7 novembre 2004 – ha detto Fr. Cesare – Fr. Romain rispose lietamente al Ministro generale frate José
Rodriguez Carballo di aver trovato (come
mulo da lavoro) come collaboratore Fr. Cesare Cenci (che si piccava di leggere scritture medioevali e che aveva già edito Costituzioni generali e provinciali). Questi però
aveva già fissato di incoronare la sua carriera di ricercatore occupandosi della biografia del B. Pietro Pettinaio, perché poi lo introducesse nel regno dei cieli».
Proseguendo il suo intervento, Fr. Cesare ha segnalato le edizioni delle Costituzioni generali ofm del secolo XIII, fino a questo momento. La nuova edizione, che si sta
curando, si compone di otto “Opuscoli”,
cioè di corpi di Costituzioni del secolo
XIII. Fr. Cenci ha poi spiegato che la nuova edizione, cominciando dalle Costituzioni Narbonensi, confronta ogni Costituzione
con l’immediata precedente, in modo da
farne risaltare l’identità, le differenze, il
progresso. Tale capitolo, soprattutto la possibilità di distinguere e studiare le “Narbo-
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nensi” e le “pre-Narbonensi”, consentirà
considerazioni interessanti sull’operato di
san Bonaventura.
Il lavoro prospettato è ancora abbondante e richiederà tempo e costanza. Cenci a riguardo ha indicato un’ulteriore necessità:
«Per avere una completa visione della situazione legislativa dell’Ordine bisognerebbe raccogliere ancora tutti gli atti dei Capitoli generali, le lettere dei Ministri generali, le Costituzioni provinciali». Dopo tali
considerazioni, tenendo conto dell’immane
lavoro che peserà sulle spalle di Fr. Cesare
e dei collaboratori, oltre la riconoscenza per
quanto già realizzato, ognuno ha trasmesso
al “neo-laureato” l’augurio di tanti anni e di
buona salute per poter proseguire nell’Ordine un servizio singolare, anzi, unico.
FR. MARIO FAVRETTO
4. La Curia generale OFM ha un nuovo
Archivio storico
Roma, Curia generale, 26.01.2007
La Curia generale dei Frati Minori ha, finalmente, un Archivio storico degno di questo nome e dell’Ordine, soprattutto in questo momento storico in cui si appresta a celebrare l’VIII Centenario della sua
fondazione.
Fino a ieri, infatti, l’Archivio non aveva
spazi sufficienti e sistemi di sicurezza adeguati a proteggere la storia del nostro Ordine. Oggi, invece, possiamo dire che l’Archivio è il luogo più bello della Curia; ha locali capaci di accogliere la documentazione
per i prossimi cento anni: chi vivrà, vedrà;
ha sistemi di sicurezza idonei a proteggere i
documenti di valore in esso conservati. Tutto ciò è stato possibile, grazie alla ristrutturazione dell’intero edificio di Via S. Maria
Mediatrice, particolarmente alla generosità
di alcuni benefattori della Croazia e alla
progettazione dell’Architetto-Ingegnere
Alessandro Bonuso, secondo criteri di efficienza e insieme di bellezza.
Il fatto non poteva passare sotto silenzio.
Nel pomeriggio del 26 gennaio 2007, pertanto, c’è stata l’inaugurazione ufficiale del
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nuovo Archivio, intitolato a Fr. Luca Wadding, padre della storiografia moderna del
nostro Ordine.
L’avvenimento ha avuto due momenti. Il
primo è stato caratterizzato da un atto “accademico”, nell’Aula S. Chiara, durante il
quale si sono susseguiti vari interventi. Il
Ministro generale, Fr. J. R. Carballo, dopo
aver brevemente descritto la storia del nostro Archivio, si è soffermato sull’importanza di un Archivio per l’Ordine e per le
Province, poiché non è possibile avere un
presente e un futuro senza affondare le radici nella nostra storia. La Dott.ssa Daniela
Fabrizio ha presentato il suo ultimo Volume
su Fascino d’Oriente. Religione e politica
in Medio Oriente da Giolitti a Mussolini,
frutto della sua frequentazione dell’Archivio di Gerusalemme e della Curia. Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa,
ha illustrato i motivi del fascino della Terra
Santa, anche se nella situazione attuale è
difficile scorgerlo, e lo stato degli Archivi
della Custodia. Infine, Fr. Pedro Gil, Archivista, con il sussidio di diapositive, ha permesso ai partecipanti di “vedere” il materiale contenuto nel nostro Archivio.
Il secondo momento è consistito nella benedizione dei nuovi locali, da parte del Ministro generale, e nella visita guidata dell’Archivio, dove i visitatori hanno potuto ammirare le bellezza e la capacità degli ambienti e,
soprattutto, porre gli occhi su alcune “perle”
dell’Archivio, come, ad esempio, le Bolle originali dei Papi Gregorio IX e Innocenzo IV.
Hanno partecipato al singolare avvenimento i Frati della Comunità locale, di S.
Isidoro, dei Santi Quaranta e alcuni custodi
e amanti degli Archivi di Roma.
FR. LUIGI PERUGINI
5. Convegno internazionale di studi per
l’VIII centenario della nascita di santa Elisabetta d’Ungheria
Roma, Pontificia Università Antonianum,
23.02.2007
UNA VITA A FAVORE DEI POVERI
E DEI MALATI SULL’ESEMPIO
DI FRANCESCO E CHIARA
La celebrazione dell’VIII centenario
della nascita di santa Elisabetta d’Ungheria
(1207-1231) ha raggiunto uno degli appuntamenti più impegnativi previsti dalla Commissione Interfrancescana organizzatrice
delle manifestazioni celebrative. Il 23 febbraio ha avuto luogo il Convegno di studio
a raggio internazionale, sia da parte dei relatori sia da parte dei numerosi uditori.
Il Convegno si è svolto nell’Aula s. Antonio di Padova presso la Pontificia Università Francescana «Antonianum» in Roma
per gentile concessione dei Frati Minori.
Dopo il saluto del Rettore Magnifico, Padre
Johannes Freyer O.F.M., e l’accoglienza
delle personalità da parte del Padre Fernando Scocca, Segretario e animatore del centenario, si sono avvicendati i relatori in programma: la dott.ssa Lori Pieper OFS, proveniente da New York; il prof. Matthias
Werner, dell’Università di Jena in Germania; il p. Savador Cabot Rosseló TOR, proveniente da Palma de Mallorca; il prof. Pasquale Magro OFMConv, direttore del Museo Francescano in Assisi. Moderatore della
mattinata è stato il Padre Lino Temperini.
La sessione del pomeriggio è stata presieduta dalla dott.ssa Lori Pieper. Hanno
presentato i risultati delle loro ricerche i relatori: prof. Lino Temperini TOR, direttore
della rivista internazionale «Analecta
TOR»; il prof. Leonhard Lehmann OFMCapp, dell’Istituto Storico dei Cappuccini
in Roma e direttore della rivista «Collectanea Franciscana»; la prof. Chiara Mercuri,
docente a Spoleto.
Attraverso l’analisi delle fonti storiche
del Duecento e la ricchissima iconografia
elisabettiana i relatori hanno illustrato ampiamente le varie tematiche concernenti la
critica storica dei testi e la spiritualità di
santa Elisabetta. Fra altro, è apparsa ben
fondata la tradizione dell’appartenenza di
Elisabetta alla famiglia francescana. Lo testimoniano le fonti storiche, lo conferma la
sintonia spirituale nell’approccio con lo stile evangelico. Dai documenti emerge la
scelta totale di Dio come bene primario dell’esistenza, il gusto di amoreggiare con lui
nella preghiera, l’affetto nuziale per la povertà, la straordinaria varietà delle opere di
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misericordia verso i poveri e i malati, l’attenzione privilegiata verso i lebbrosi come
il Poverello di Assisi.
Il Papa Gregorio IX (1227-1241), già
Cardinale Ugolino, ebbe il privilegio di canonizzare il primo trittico francescano:
Francesco di Assisi (Assisi, 16 luglio
1228), Antonio di Padova (Spoleto, 30
maggio 1232), Elisabetta d’Ungheria (Perugia, 27 maggio 1235). Questi primi tre
santi figurano già nel «Martirologio per il
corso dell’anno», libro liturgico francescano, redatto prima del 1250. Chiara di Assisi
sarà canonizzata da Alessandro IV (15 agosto 1255) e il suo nome verrà aggiunto sul
margine del calendario.
L’Anonimo Francescano azzarda un paragone tra Francesco di Assisi ed Elisabetta
d’Ungheria, principessa di Turingia, per
quanto riguarda il transito, che segna la
conclusione di una esperienza evangelica
nel segno della carità. Anche il canto festoso degli uccelli e il gemito dei frati sottolineano l’intensità emotiva e spirituale dell’evento. Il motivo è identico: Francesco era
il padre dei Frati minori, Elisabetta era la loro madre (Anonimo Francescano, 129).
Come s. Francesco di Assisi e s. Antonio
di Padova, così anche Elisabetta fu una figura emergente nel suo tempo. Verso il suo
sepolcro accorrevano folle di devoti per lodare Dio e per implorare soccorso nelle difficoltà della vita. La sua breve e intensa esistenza terrena ha richiamato l’attenzione
dei predicatori e degli studiosi. Subito dopo
la canonizzazione, sono fiorite graziose
biografie, che si completano a vicenda nel
fornirci tante informazioni. Ma Elisabetta è
una privilegiata anche perché sono sopravvissuti gli atti processuali per la canonizzazione, che ci offrono notizie fresche e vive,
di testimoni oculari e contemporanei. Il suo
ritratto storico e spirituale è quanto mai garantito della migliore veridicità.
Nella Mostra Iconografica, allestita nel
chiostro della Basilica dei Ss. Cosma e Damiano, nel cuore di Roma storica e archeologica, la prof.ssa Maria Prokopp OFS ha
voluto offrire un saggio della immensa documentazione iconografica che celebra la
vita meravigliosa di santa Elisabetta.
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Già in sede di Convegno, il Padre Savador Cabot Rosselló e il prof. Pasquale Magro ci avevano accompagnato in un percorso di lettura iconografica attraverso una sequenza di immagini selezionate. Ma la
Mostra è stata concepita in un orizzonte più
vasto, anche se non esaustivo per l’impossibilità di collezionare tanto materiale. La
prof.ssa Prokopp, nella presentazione della
Mostra, ha introdotto i visitatori alla lettura
dei simboli che spesso compaiono nelle varie raffigurazioni e ha rievocato i dati storici più rilevanti.
La Mostra inizia con il pannello che evidenzia i parenti più stretti di Elisabetta e
Lodovico. Tante personalità politiche e soprattutto tanti Beati e Santi. Fra questi, ricordo la cugina Agnese di Boemia, clarissa
della prima ora.
Nel secondo pannello figura l’albero genealogico della famiglia francescana donato dal Papa Sisto IV (1471-1484) e conservalo nel Museo Francescano di Assisi. Santa Elisabetta indossa l’abito grigio dei
penitenti e cinge il cordone francescano.
I pannelli seguenti presentano un excursus attraverso l’Europa: una Pala votiva di
Venezia (1339); tavole dell’altare maggiore
a Kassa in Ungheria (‘400); vetrata con 32
scene nel Castello di Budapest; raffigurazioni variegate in Ulm (Germania) del
1474; arazzo nel Museo del Castello di
Wartburg (1480-1490); dipinto a Disentis
(Svizzera); figurazione a Praga (Cecoslovacchia), a Esztergom (Ungheria), a Menziken (Svizzera), a Subotica-Szabadka
(Serbia), Budapest (Ungheria), Mélykut
(Ungheria).
Nel pannello VI figurano opere conservate in Walchwil (Svizzera), Tallinn (Estonia), Siviglia (Spagna), Padova (Italia), Zurigo (Svizzera), Graz (Austria). Segnalo il
dipinto di Fritz Kunz (1920): s. Elisabetta
riceve l’abito dei penitenti dalle mani di s.
Francesco.
Nel pannello VII sono opere varie, conservate a Vienna (Austria), a Vàc (Ungheria),
a Eger (Ungheria). Nel pannello VIII appare
il miracolo delle rose (Assisi, bassorilievo
nel portone della facciata in S. Maria degli
Angeli). Vi sono poi opere esistenti a Henley
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(Gran Bretagna), Hilversum (Olanda), Helmond (Olanda), Ginevra (Svizzera), Budapest (Ungheria), Zebegény (Ungheria), Szeged (Ungheria), Jászszentandrás (Ungheria),
Ditrau-Ditró (Romania), Gerusalemme
(Israele), Schmitten (Svizzera), Giör (Ungheria), Budapest (Ungheria).
Di particolare interesse è risultato il Salterio di santa Elisabetta, eseguito negli anni
1201-1208 nello Scriptorium dell’abbazia
benedettina di Reinhardsbrunn in Turingia.
È uno dei più antichi «libri d’ore», di carattere devozionale, artisticamente miniato
per committenza aristocratica laica. In pratica, era il libro per le preghiere quotidiane
nella corte di Turingia. Per molti anni lo usò
anche Elisabetta. È dunque una reliquia
preziosa! Il manoscritto originale (ms 137)
si conserva nel Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Le splendide immagini sono state concesse per la pubblica
fruizione dal Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia.
Gli altri pannelli offrono uno sguardo
sull’Ungheria ai tempi di Elisabetta, alla
sua città natale (Patak), al castello di Wartburg in Turingia, ad alcune raffigurazioni
più significative della santa in Italia, Ungheria, Spagna, ecc.
L’esposizione non presenta opere originali, ma la documentazione fotografica di
un materiale che spazia a vasto raggio e testimonia la straordinaria risonanza del culto di santa Elisabetta. Non sono ricordati i
titoli delle chiese, delle opere di misericordia, delle istituzioni religiose presenti nel
mondo, perché l’elenco sarebbe illimitato.
Soltanto negli USA figurano 24 chiese
dedicate a santa Elisabetta. Ma ogni nazione d’Europa è costellata di opere intitolate
alla penitente francescana, straordinaria
operatrice del Vangelo. Anche in molti altri
Paesi occhieggiano qua e là iniziative sociali e caritative intestate a santa Elisabetta
d’Ungheria, Principessa di Turingia.
La sua testimonianza evangelica, incentrata in Dio e dedita con identico amore ai
bisognosi, rimane un messaggio forte anche
per il nostro tempo, quando nel cuore del-
l’occidente si affievolisce il bisogno di Dio,
sfumano nell’individualismo i principi morali, è carente la coesione del nucleo familiare, scarseggia gravemente l’attenzione
verso i poveri e gli anziani. Santa Elisabetta parla con la sua vita, ammonisce e ispira.
LINO TEMPERINI
[L’Osservatore Romano, 2 marzo 2007, p. 6]
6. Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti dal Ministro generale
Roma, Salesianum, 16-18.03.2007
I Frati della Case dipendenti dal Ministro generale hanno celebrato il Capitolo
delle Stuoie nei giorni 16-18 marzo 2007.
Dopo gli arrivi e la sistemazione presso la
Casa di accoglienza dei Salesiani, immersa
nel verde della campagna romana, sulla via
della Pisana, il Capitolo è iniziato alle ore
19.30 con la celebrazione dei Vespri, presieduta dal Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo. Nell’omelia, dopo la lettura breve, Fr. José ha indicato la motivazione e gli scopi del Capitolo delle Stuoie.
La motivazione sta nella volontà di attuare
quanto contenuto nel progetto La grazia
delle origini, dove il Definitorio generale
chiedeva che in tutte le Entità dell’Ordine si
celebrasse un Capitolo delle Stuoie, o incontri similari, per vedere come concretizzare gli orientamenti offerti dal Capitolo
generale straordinario con il Documento, Il
Signore ci parla lungo il cammino. Gli scopi consistono nel ritrovarsi insieme per ringraziare il “Padre delle misericordie” per il
dono della vocazione francescana e celebrare tale dono; per condividere le gioie e le
difficoltà che incontriamo nella sequela di
Cristo, secondo il carisma di Francesco; per
vedere come oggi possiamo vivere il Vangelo, che abbiamo scelto nel giorno della
Professione come nostra vita e regola.
Iniziata con la celebrazione delle Lodi,
presieduta da Fr. V. Rodríguez, la mattinata
del 17 marzo ha avuto due momenti. Nel
primo si sono avute le Relazioni di Fr. Cesa-
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re Vaiani, della Provincia lombarda, e di Fr.
Massimo Fusarelli, Segretario generale per
la Formazione e gli Studi, sul Documento
del Capitolo straordinario, Il signore ci parla lungo il cammino. Fr. C. Vaiani, uno degli
estensori del testo, ha proposto all’Assemblea una lettura del Documento capitolare,
soffermandosi sulle tre parti principali del
testo (Alla luce del dono, Fraternità e missione alla luce del dono, La metodologia di
Emmaus) e concludendo la sua Relazione
con tre osservazioni riguardanti la rifondazione, il primato della vita e il rapporto tra
fede e Fraternità in base all’esperienza di
Francesco. Fr. M. Fusarelli, invece, ha cercato di individuare nel Documento capitolare alcuni spunti per una riflessione sulla formazione permanente, nonostante che il testo
non tocchi direttamente il tema. Citando e
commentando i nn. 16.40.56 Fr. Massimo
ha sottolineato che la formazione permanente deve farsi carico della struttura fondamentale della persona e della personalizzazione della fede, promuovere la condivisione di ciò che succede “lungo il cammino” e
rivitalizzare il patrimonio intellettuale dell’Ordine come sostegno alla nostra missione di annunciare il Vangelo (cf. anche il n.
13). Il secondo momento della mattinata è
stato dedicato al lavoro nei gruppi di studio.
Ogni gruppo, con l’aiuto di una scheda, aveva il compito di confrontarsi con un brano
del Vangelo (Gv 20,26-29); condividere la
propria esperienza di fede vissuta in Provincia ed attualmente nella Case dipendenti dal
Ministro; formulare una domanda da rivolgere al Ministro generale ed una proposta
per facilitare la realizzazione della formazione permanente nel contesto particolare
delle Case dipendenti.
Nel pomeriggio i lavori sono ripresi in
Aula con la presentazione, da parte dei Segretari degli otto gruppi di studio, delle domande al Ministro generale, domande che
hanno toccato vari aspetti della vita e della
missione dei Frati sia delle Case dipendenti
che dell’Ordine, come l’internazionalità,
l’economia, le scelte prioritarie per le Case
e per l’Ordine, le luci e le ombre nella vita
delle Province, il cammino dell’Ordine dal
Concilo Vaticano II, la comunicazione, il
189
dialogo... Il Ministro, coadiuvato dal Vicario generale, ha risposto con franchezza e
dovizia di informazioni a tutte le domande,
provocando così un ulteriore dialogo in Assemblea. Il dibattito in Aula è stato moderato dal Fr. Lluis Oviedo e da Fr. Ivan Matić.
La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta da Fr. Francesco
Bravi ed animata dalla Fraternità della Curia generale.
Preceduti dalla celebrazione delle Lodi, i
lavori del 18 marzo sono ripresi in Aula alle ore 9 con la Relazione di Fr. Giacomo Bini, Osiamo vivere i Vangelo. L’ex Ministro
generale, dopo aver descritto brevemente
l’avventura umana ed evangelica di Francesco, segnata dalla sua radicale adesione al
Vangelo, si è soffermato sul nostro progetto
di vita, che esige di far ruotare tutto quello
che siamo e facciamo attorno ai valori della
nostra forma vitae, come vengono descritti
dalle nostre Costituzioni e sintetizzati dalle
Priorità per il sessennio. L’intervento di Fr.
Giacomo è stato una provocazione salutare
all’inizio della seconda tappa del nostro itinerario verso la celebrazione dell’VIII centenario della fondazione del nostro Ordine.
Alla Relazione di Bini è seguito il lavoro in gruppi di studio con il compito di
confrontarsi con quanto ascoltato; formulare delle domande da porre in Aula a Fr.
Giacomo; soprattutto, fare delle proposte
per una migliore qualità di vita nelle Case
dipendenti.
Nel pomeriggio si è tornati in Aula per
proseguire la riflessione, stimolata dalle domande dei vari gruppi di studio e dalle risposte di Fr. Giacomo, il quale, su sollecitazione dell’Assemblea, ha anche parlato del
senso e dei compiti della nuova Fraternità
Missionaria Europea, dipendente dal Ministro generale, aperta ufficialmente a Palestrina (Roma) il 12 marzo 2007. Inoltre i
Segretari dei gruppi hanno letto in Aula anche le proposte riguardanti le relazioni fra le
Case dipendenti e la vita interna di ogni Casa. Le proposte sono state, poi, consegnate
al Definitorio generale, che, una volta esaminate, le invierà alle varie Case come documento conclusivo del Capitolo delle
Stuoie. La Sessione pomeridiana è stata
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guidata da Fr. Vidal Rodríguez Lopez.
Il Capitolo si è concluso con la celebrazione eucaristica alle ore 18, presieduta dal
Ministro generale. Nell’Omelia Fr. José ha
ringraziato i numerosi presenti per la loro
partecipazione al Capitolo e per il loro servizio all’Ordine, augurandosi che questa
esperienza fraterna e gioiosa possa essere
per tutti un forte stimolo per passare dal
buono al meglio.
Il Capitolo delle Stuoie 2007 era stato
convocato dal Ministro generale con lettera
del 13 novembre 2006, prot. n. 097387.
Hanno partecipato 104 Frati delle seguenti
Case: Curia generale, Collegio Internazionale S. Antonio (Fraternità S. Antonio e
Fraternità “Gabriele M. Allegra”), S. Giovanni in Laterano, Collegio S. Bonaventura
di Grottaferrata. Erano presenti, inoltre, i
Delegati Case di Istanbul, Bruxelles e di
Waterford (USA). Infine, il Capitolo è stato
preparato nei minimi dettagli e condotto da
una Commissione “ad hoc”, composta da
Fr. Francesco Bravi (Presidente), Fr. Ivan
Matić (Curia generale), Fr. Lluis Oviedo
(Fraternità S. Antonio), Fr. Vidal Rodríguez
Lopez (Fraternità “G. Allegra”), Fr. Gerardo Zapanta (Laterano) e Fr. Dominik Dorfner (Grottaferrata).
FR. LUIGI PERUGINI
7. Capitulo de las Esteras de la Provincia
del santo Evangelio de Mexico
1. Cronica
Villa de Tlalpan, México, 16.04.2007
Con el ánimo de encontrarse en un renovado caminar con Cristo y de confrontarse
con los desafíos del carisma franciscano, la
Provincia del Santo Evangelio de México
celebró su Capítulo de las Esteras (Moratoria) en la Villa de Tlalpan, México, D.F. del
16 al 18 de abril de 2007. Para ello, los hermanos hicieron un alto en sus actividades
formativas, educativas y ministeriales.
De los 203 hermanos con que cuenta la
Provincia, participaron 199, de los cuales
eran: 162 profesos solemnes (4 hermanos
no pudieron asistir por motivos de enfermedad), 24 profesos temporales, 5 novicios y
8 postulantes. Tomaron parte, además, otros
hermanos de diversas Entidades: fray Luis
G. Cabrera, representante y delegado del
Ministro general; fray Eulalio Gómez, Ministro provincial de la Provincia de San Pedro y San Pablo de Michoacán y Presidente
en turno de la Conferencia de Santa María
de Guadalupe; fray Francisco Guzmán (dominicano) y fray Frank Miki Ulloa (cubano) de la Custodia del Caribe “Nuestra Señora de la Esperanza”; fray Carlos Badillo
y fray Guillermo Lancaster-Jones Campero,
de la Provincia de los Santos Francisco y
Santiago de Jalisco, fray Germán Tax Bulux, de la Provincia de Nuestra Señora de
Guadalupe en Centroamérica.
En el primer día (16 de abril), después de
la Liturgia de apertura, fray Luis G. Cabrera
comunicó a los hermanos el mensaje enviado por el Ministro general en ocasión de este
acontecimiento especial de “meditación, de
reflexión y de diálogo”, en el que “sin lugar
a dudas, tendréis la oportunidad de compartir el don maravilloso de nuestra vocación de
hermanos menores”. Además de expresar su
cercanía con los hermanos, el Ministro general vio en este encuentro un signo de la presencia del Espíritu Santo, “quien ha suscitado en vosotros la aspiración más ferviente de
estar a solas con El y con los hermanos”; hablando de la oportunidad de gracia y de reconciliación, añadió el Ministro general: “Es
un kairós para que podáis sanar las heridas
que aún os afligen, sabiendo que es el Señor
quien nos reconcilia y ‘cura de nuestras enfermedades y de los lastres heredades’ (ShC,
18). Es una nueva oportunidad que el Señor
os ofrece para que salgáis, de una vez por todas, de la modorra de la rutina y de la mediocridad; para que abandonéis toda forma de
individualismo, de cansancio y de sin sentido de la vida”.
Fray Luis G. Cabrera, en nombre propio,
agradeció la oportunidad de poder compartir este momento fuerte de encuentro con el
Señor y los Hermanos, y puso de relieve el
particular momento en que se halla la Orden: “Dentro del proceso de preparación
para la celebración del jubileo de la Gracia
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de los orígenes, y después de habernos interrogado, especialmente, en el año anterior:
“Señor qué cosa quieres que haga”, estamos ya en la fase del encuentro de lo que
buscábamos y de la proyección o concretización de lo que debemos hacer”; recordó,
además, las metas y los diversos medios y
gestos que ofrece el documento la Gracia
de los Orígenes, a fin de lograr redescubrir
cómo el Evangelio nos interpela y desafía a
revisar y reformular nuestra forma de vida,
y cómo la Regla, interpretada por las Constituciones generales, nos impulsa a traducirla en un Proyecto de vida en el contexto
social y eclesial histórico en el que estamos.
Acto seguido, el Ministro Provincial,
fray Manuel Anaut, hizo la apertura oficial
del Capítulo de las Esteras. La reflexión en
este día se enfocó hacia dos temas capitales:
“Cómo discernía San Francisco” (tema expuesto audiovisualmente por fray Manuel
Anaut) y “El Evangelio nos desafía hoy”
(tema expuesto por fray Guillermo Lancaster-Jones Campero). Por la tarde, se tuvo el
ejercicio de la lectio divina “Esto es lo que
quiero, esto es lo que deseo”, dirigida por
fray Domingo García.
En el segundo día (17 de abril), muy grata, emocionante y edificante resultó la presencia de 6 de los 10 hermanos que, por su
condición de salud y ancianidad, no pudieron tomar parte en toda la Moratoria.
El hno. Alfonso González Vázquez, Ministro nacional de la OFS, dirigió la palabra
a los hermanos con el tema “Esto es lo que
busco, esto es lo que quiero”, en el que trató sobre la actualidad de la Regla y del carisma franciscano.
En tiempo fuerte de desierto, cada hermano en silencio hizo memoria de su propia
vocación y experiencia religiosa en la Orden Franciscana; posteriormente estos recuerdos se compartieron en trabajo grupal.
Los animadores fueron los hermanos Jesús
Gómez y Luis Manuel García.
Como acontecimiento central del Capítulo de las Esteras, los hermanos celebraron
el rito penitencial e hicieron la renovación
de su profesión religiosa. En el rito penitencial, se leyó y reflexionó cada capítulo de la
Regla, acompañado de las respectivas peti-
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ciones de perdón por las faltas cometidas.
Al final del rito, el Ministro provincial, en
un gesto de olvido de las faltas y como una
oportunidad para un nuevo comenzar, quemó públicamente los documentos referentes a causas penales de algunos hermanos
que previamente lo habían solicitado.
Bajo la presidencia de fray Luis G. Cabrera, los hermanos hicieron la renovación
de la profesión religiosa y recibieron un
ejemplar de la Regla profesada, artísticamente dispuesto por fray Jesús E. de la Vega; en su homilía, fray Luis exhortó a los
hermanos a considerar la renovación como
un “volver al amor primero de nuestras vidas, y también caminar hacia la meta. Entrar en las profundidades de nuestra alma y
salir a los caminos del mundo para anunciar
las riquezas de Dios”.
En el tercer día (18 de abril), después de
la Liturgia de las Horas y del desayuno, las
actividades comenzaron con la memoria,
expuesta audiovisualmente bajo el tema
“Las misiones: una oportunidad para la refundación”, del trabajo misionero realizado
particularmente en el siglo pasado por la
Provincia del Santo Evangelio. Posteriormente intervino la hermana Margarita Deliot, fmm, con el tema: “Abiertos a la esperanza”.
En este día participaron representantes
de la JUFRA y de la OFS en México, tanto
a nivel Nacional como Regional, y hermanas representantes de la Orden de Santa
Clara y de Congregaciones que comparten
el carisma franciscano.
A las 11.15 a.m. se tuvo la clausura. En
su mensaje conclusivo de esta Moratoria,
fray Luis G. Cabrera se hizo eco de los sentimientos de todos los hermanos de la Provincia del Santo Evangelio: “En estos tres
días de convivencia fraterna, de alguna manera, hemos recorrido estos caminos: el del
desierto y el de Emaús..., Al término de este Capítulo de las Esteras, experimentamos
en lo más vivo y profundo de nuestra alma
cómo el entusiasmo y la fuerza se renuevan
para volver a nuestras Fraternidades locales
y compartir con tantas hermanas y hermanos las maravillas que el Señor ha hecho en
estos días y que seguirá haciendo en nues-
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tras vidas. Pero no vamos solos. Es el Señor
resucitado quien camina con nosotros y nos
sigue hablando a la mente y al corazón
mientras seguimos sus huellas. Más aún, Él
es nuestro camino y también nuestra meta.
Con Él todas las tentaciones desaparecen,
como sucede con la noche cuando llega el
amanecer”.
Finalmente, intervino el Ministro provincial, quien expresó vivo agradecimiento
al Señor, a María, a Francisco y a Clara por
colmar a los hermanos con tantos bienes;
expresó sincero reconocimiento a todos los
hermanos de la Provincia del Santo Evangelio por su generosa respuesta y participación en esta convivencia fraterna; asimismo, agradeció a quienes de manera directa
se empeñaron por hacer de este Capítulo un
acontecimiento de reconciliación y de renovación del caminar desde Cristo por la senda de Francisco. Un agradecimiento y saludo cordial dirigió al Ministro General por su
cercanía con la Provincia del Santo Evangelio, a fray Luis G. Cabrera y a fray Eulalio Gómez. Con la celebración de la Eucaristía y la participación de los alimentos
concluyeron las actividades de este Capítulo de las Esteras.
FR. GUILLERMO RODRÍGUEZ, OFM
2. Mensaje del Ministro general
Prot. 097833
Roma, 16 de Abril de 2007
Estimados hermanos
¡El Señor os dé la paz!
En estos momentos en que iniciáis la celebración de vuestro Capítulo de las esteras,
y no pudiendo estar presente como me hubiese gustado en otras circunstancias, os envío a cada uno de vosotros mi más sincero y
profundo saludo fraterno. Contad desde ya,
queridos hermanos, con mi cercanía en los
distintos momentos de meditación, de reflexión y de diálogo en los que, sin lugar a dudas, tendréis la oportunidad de compartir el
don maravilloso de nuestra vocación de
hermanos menores.
Deseo también felicitaros de corazón
porque habéis respondido con tanta generosidad y decisión a la convocatoria de vuestro Ministro provincial, Fr. Manuel Anaut.
El sólo hecho de haberos distanciado por
estos tres días de vuestro habitual lugar de
trabajo es ya un signo de que ha sido el Espíritu Santo quien ha suscitado en vosotros
la aspiración más ferviente de estar a solas
con El y con los hermanos. Estoy seguro de
que sus frutos serán abundantes y no sólo
para vosotros, sino también para la Iglesia
local y, particularmente, para el pueblo de
Dios que tanto os ama y sigue confiando en
vuestro testimonio de vida y palabra.
Como bien sabéis, vuestro Capítulo de
las Esteras está enmarcado en el itinerario
de preparación para la celebración del jubileo del VIII centenario de la fundación de la
Orden y, de un modo especial, en este segundo año, en el que estamos profundizando el tema de la “Osadía de vivir el Evangelio”; reflexión que tiene, por su propio dinamismo, que traducirse en un Proyecto
concreto de vida provincial, local y personal. Para ello, el subsidio La Gracia de los
Orígenes nos ofrece unas metas claras, algunos medios adecuados y unos cuantos
signos religiosos y existenciales que, a la
vez, nos ponen en comunión con los hermanos de la Orden, la Iglesia y el mundo de
hoy (cfr. GdO, 18-19).
El documento del Capítulo general extraordinario, El Señor nos habla en el camino, por su parte, y a la luz del icono de Emaús, también nos indica un método “simple y
sencillo” y que estoy seguro os servirá enormemente en el encuentro de estos días. Se
trata, nos dice el documento mencionado,
de “reunirse, hablar sobre lo que nos ha
ocurrido, compartir el Evangelio, releer la
Regla, orar y alabar a Dios ‘por todos sus
dones’, celebrar la comunión fraterna, y regresar a nuestros hermanos de fraternidad y
a nuestros hermanos y hermanas del mundo
entero con la Buena Noticia que ha transformado nuestras vidas” (ShC, 45).
El primer paso lo habéis dado: ya estáis
reunidos. Es hora, entonces, de que os dispongáis para el encuentro con Dios, con los
hermanos y con vosotros mismos. Ha llega-
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do el momento para que reconozcáis y alabéis a Dios por todas las maravillas que ha
hecho y que, por supuesto, seguirá haciendo
en vuestras vidas. Es el tiempo de abrir
vuestros corazones a los hermanos para que
compartáis, con toda familiaridad y respeto, las alegrías, las inquietudes, las preocupaciones y las aspiraciones que traéis. Es
hora de celebrar con gozo el don del hermano concreto, con todas sus virtudes y limitaciones. También es la ocasión propicia para que confrontéis la verdad de vuestras vidas con el Evangelio y la Regla, que un día
prometisteis observarla fielmente y que en
estos días la renovaréis. Es un kairos para
que podáis sanar las heridas que aún os afligen, sabiendo que es el Señor quien nos reconcilia y “cura de nuestras enfermedades y
de los lastres heredades” (ShC, 18). Es una
nueva oportunidad que el Señor os ofrece
para que salgáis, de una vez por todas, de la
modorra de la rutina y de la mediocridad;
para que abandonéis toda forma de individualismo, de cansancio y de sin sentido de
la vida.
Es de esta manera, queridos hermanos,
cómo os prepararéis para volver a vuestras
Fraternidades locales y servicios pastorales
y sociales llenos de alegría y de esperanza.
Es así cómo podréis seguir siendo, sin lugar
a dudas, la Buena Noticia para las personas
que encontraréis en vuestro camino y, de
una manera muy especial, para los pobres
que os aman y confían en la bondad y en la
fuerza de nuestro carisma franciscano.
Que estos tres días de convivencia fraterna sean realmente un tiempo de gracia
para cada uno de vosotros. Que el reencuentro con la actualidad del Evangelio y de
la Regla os llene de esperanza y os dé la sabiduría, la osadía y la creatividad para que
podáis reformular nuestra forma de vida
frente a los grandes desafíos que os plantea
el contexto socio-eclesial del México de
hoy y de toda la Orden.
Estimados hermanos, termino este saludo fraterno invitándoos a abrir vuestra mente y corazón para que sepáis escuchar y acoger, con renovado empeño, la voz del Señor
que continúa a llamaros a esta forma de vida; y también a disponer vuestro espíritu
193
para que tengáis la valentía y la generosidad
de responderle desde la fe teniendo presente que esta “implica todo lo que somos,
nuestra historia, nuestro cuerpo, nuestra
mente, nuestras emociones...” (ShC, 18).
En el nombre del Señor y del hermano
Francisco, os bendigo, hermanos, ahora y
siempre.
Fraternalmente,
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
8. Nuevo volumen de Sinica Franciscana
Tras muchas vicisitudes aparece el volumen XI, pars prior-pars altera de Sinica
Franciscana.
Ha sido preparado por el Fr. Antolín
Abad y revisado por Fr. Pedro Gil, Fr. Rafael Sanz y Fr. Mariano Acebal Luján. En este volumen se recogen, transcriben y estudian las relaciones y Cartas de los misioneros franciscanos españoles en China en el
período comprendido entre 1722 y 1813, la
etapa final de la misión franciscana española. Es continuación y complemento de los
volúmenes IX y X que recogían la documentacion del primer tercio del siglo
XVIII.
El Fr. Antolín Abad nos presenta en el
prólogo el marco geográfico, histórico, socio-político y religioso de esta misión. En
vísperas de la gran persecución general en
China del 1721, llega a las costas ed Macao
y Cantón un lucido grupo misioneros franciscanos, lo que suponía la nueva primavera de las misiones católicas en la región, según testimonio de jesuitas y miembros de
Propaganda Fide. En la correspondencia de
los misioneros queda reflejada la aventura
misional expuesta a toda clase de peligros,
pero cuando menos se alentaban las esperanzas llegaban a cuentagotas, los nuevos
refuerzos que recogían la antorcha; en los
documentos aparecen también las repercusiones de la cuestión de los ritos chinos después de las decisiones de 1715, y la Constitución Ex illa die de Clemente XI, las Normas del legado Carlo Antonio Mezzabarba
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(1721), y la Constitución de Benedicto XIV,
ex quo singulari, de 11 julio 1742; son contínuas las referencias a las Normas del Santo Oficio y consultas a la Propaganda Fide,
sobre las fórmulas de juramento. Otro hecho histórico será recordado frecuentemente en la correspondencia y relaciones: la supresión de la Compañía de Jesús en España
y Portugal y en los territorios de su influencia. Tal supresión tuvo sus efectos catastróficos en las misiones de China y territorios
vecinos. Y no menor importancia tiene la
Revolución francesa de 1789-1790 con la
supresión de Congregaciones religiosas que
actuaban en China. De las dificultades que
tales hechos suponen para las misiones, de
las relaciones difíciles entre los misioneros
y los Vicarios - nos dice el P. Abad- nos
ofrecen estas cartas y relaciones una amplia
visión.
Por otra parte, la misión de los franciscanos españoles, en este período, continuaba
la herencia del trabajo apostólico del siglo
precedente, afianzando la evangelización
en China. Las perspectivas son inmejorables, en poco tiempo se hacen presentes en
seis provincias: Kwantung, Kiang-si, Shantung, Fo-kieng, Nanking, Che-kiang, además de Macao y Formosa. Gozan de un
gran prestigio logrado con su servicio en la
botánica (farmacia), enfermerías, hospitales y casas de salud y sobre todo en la Enfermería de Cantón. La atención médica a
propios y extraños, a nativos y europeos, sin
distinción y con óptimos resultados les
granjea la amistad de pequeños y de grandes, de autoridades y de súbditos, favorecido todo ello por el Decreto de tolerancia de
1692. El único punto de turbación será la
cuestión de los ritos chinos y la diferentes
opiniones manifestadas por Jesuitas, Franciscanos y Dominicos, una realidad lamentable en aquel mundo de la evangelización
de China y que será una referencia constante en las relaciones. Con la muerte del gran
emperador K’ang-hsi en 1723, se desata la
gran persecución de un modo particular
contra los misioneros que hubieron de refugiarse en Cantón. El desarrollo de los acontecimientos no impidió a los franciscanos
seguir atendiendo a sus fieles cristianos, en-
trando clandestinamente en el territorio, para administrarles Sacramentos y doctrina.
Un camino erizado de peligros, pero aun así
llevaron a cabo su ministerio ejemplarmente; mas no pudieron impedir la lenta decadencia de la misión. Si en 1732 atendían
cerca de 100.000 cristianos, en 1750 su número se había reducido a la mitad. La persecución de 1784-1785 dará el golpe final a
la misión de los franciscanos españoles, como nos dejan ver las cartas del P. Francisco
de San Miguel, arrestado y desterrado con
otros once misioneros supervivientes y las
cartas del P. Manuel del Santísimo Sacramento que testimonian los momentos finales con la persecución, escasez de misioneros y decadencia de las Ordenes religiosas.
Los Informes y cartas ofrecidas nos dan
cuenta de todas estas dificultades y trabajos- nos dice el Fr. Abad-, pero también del
tesón y de la entrega a una labor evangélica
notable y fruto de tanto sudor y lágrimas.
Este volumen recoge la documentacion
conservada sobre todo en el Archivo Franciscano Ibero-Oriental (AFIO) de Madrid,
con aportaciones de otros archivos civiles
y eclesiásticos. La mayor parte de la documentación se imprime por primera vez.
Tras una nota biográfica se transcriben y
estudian las cartas y relaciones de 24 misioneros franciscanos españoles: Francisco de Valdepeñas, Roque de Alhóndiga,
Juan de Albacete, Miguel de Torrejón,
Juan de Villena, José Bornay, Francisco de
los Santos de Mandayona, Antonio de la
Madre de Dios o de Almadén, Miguel Roca, José Sensio, Matías de Santa Teresa y
Alcázar, Diego de San José, José de la Encarnación o de Madrid, Buenaventura del
Sagrado Corazón de Jesús o de Astorga,
Bernardo de los Santos o de León, Juan Gil
de Velasco o de Ojebar, Manuel del Santísimo Sacramento, Martín Palau, Francisco
de San Miguel o de Gascueña, Francisco
Sánchez Abad, Joaquín Martínez de las
Rosas, Sebastián Medina, Manuel Pedrosa, Tomás del Sacramento, todos ellos hijos de la Provincia de San Gregorio Magno, misioneros en Filipinas.
Este volumen y esta presentación quieren ser un homenaje de los alumnos a su
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profesor Fr. Antolín Abad, agradeciendo su
labor por dar a conocer la historia y vida de
nuestros misioneros en Oriente e Iberoamérica, Fr. Mariano Acebal lo hace ya desde la
casa del Padre, Fr. Pedro Gil y Fr. Rafael
Sanz lo hacen en estas páginas.
Con el agradecimiento del Fr. Antolín va
tambien el nuestro, a la Provincia de San
Gregorio Magno de Castilla, a la Secretaría
General de Evangelización, y Secretaría
General de Misiones, al Colegio de Editores de San Buenaventura de Grottaferrata
(Roma), y a tantas personas que han apoyado la presente edición. Y el deseo de que
pronto vea la luz el volumen XII con el testimonio de tantos otros franciscanos misioneros en China.
9. Notitiae particulares
FR. PEDRO GIL
– FR. JOÃO BOSCO BARBOSA DE SOUSA,
OFM, è stato nominato da Benedetto
XVI Vescovo di União da Vitória (Brasile), finora Parroco della Parrocchia “São
Francisco de Assis” nell’arcidiocesi di
São Paulo.
(L’Osservatore Romano, 4 gennaio 2007)
Breve nota biografica
Fr. João Bosco è nato l’8 dicembre 1952
nella città di Guaratinguetá, arcidiocesi di
Aparecida, nello stato di São Paulo. È entrato nel Noviziato della Provincia dell’Immacolata Concezione in Brasile il 20 gennaio 1971, ha emesso la Professione temporanea il 20 gennaio 1972, quella solenne il
4 ottobre 1975 ed è stato ordinato sacerdote
il 7 gennaio 1978.
Ha svolto le seguenti attività: Vicario
parrocchiale nella Parrocchia “Santo Antônio do Pari” (1978-1982) e Parroco della
Parrocchia “São Francisco de Assis” (19831987; 1995-1997), entrambe nell’arcidiocesi di São Paulo; Direttore di produzione dell’agenzia “SONOVISO do Brasil”, che realizza audiovisivi di carattere formativo e
religioso, nell’arcidiocesi di São Sebastião
195
do Rio de Janeiro (1988-1994); Definitore
provinciale (1998-2000); Parroco della Parrocchia “São Pedro Apóstolo” a Pato Branco e Presidente della Fondazione “CELINAUTA, Radio e TV” nell’arcidiocesi di
Palmas, Francisco Beltrão (1998-2003); e,
dal 2004, Parroco della Parrocchia “São
Francisco de Assis” nell’arcidiocesi di São
Paulo.
– FR. PIETRO SORCI, OFM, della Prov. Siciliae S.s. Nominis Iesu/Italia, è stato nominato dal Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, Membro Ordinario della Pontificia Accademia di Teologia.
(Lettera, Segreteria di Stato: 09.01.2007; Prot. N. 7.582/P)
– FR. LEONARDO SILEO, OFM, il 1° febbraio 2007 è stato nominato Direttore
dell’Urbaniana University Press dal
Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Gran Cancelliere della Pontificia
Università Urbaniana.
– FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Ministro generale dei Frati Minori, è stato invitato da Benedetto XVI a partecipare
alla V Conferenza dell’Episcopato Latinoamericano, che si terrà in Aparecida,
Brasile, dal 13 al 31 maggio 2007.
(Lettera del Card. Giovanni Battista Re, Pontificia Commissione per l’America Latina: 15.02.2007; Prot. N. 81/2007)
– FR. PHILIPPE SCHILLINGS, Ufficio delle
traduzioni della Curia generale, è stato
nominato Penitenziere Straordinario
presso la Basilica di S. Pietro.
( Litterae Iacobi Francisci Card. Stafford, Paenitentiaria Apostolica: 28.03.2007, prot. N. 183/07)
– FR. SANTIAGO AGRELO MARTÍNEZ, OFM, è
stato nominato da Benedetto XVI Arcivescovo Metropolita di Tanger (Marocco),
Professore all’Istituto Teologico di Compostela e Parroco in parrocchie rurali.
(L’Osservatore Romano, 12 aprile 2007)
Breve nota biografica
Fr. Santiago è nato il 20 giugno 1942. Ha
compiuto i suoi studi nel Seminario Minore
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francescano di Herbón-Padrón (Coruña); ha
svolto la Filosofia e la Teologia nel Teologato francescano di Ponteareas (Pontevedra) e all’Università Pontificia di Salamanca. Si è specializzato in Liturgia all’Anselmiano di Roma, ottenendo il Dottorato.
Appartiene all’Ordine dei Frati Minori della Provincia di Santiago de Compostela,
nella quale ha emesso la professione temporanea il 28 agosto 1959 e quella solenne
il 23 dicembre1963. È stato ordinato sacerdote a Salamanca il 13 agosto 1966.
Per molti anni è stato professore di Liturgia all’Antonianum di Roma e, dal 1986,
è professore di Liturgia e di Teologia Spirituale nell’Istituto Teologico di Santiago de
Compostela. È stato Direttore Spirituale del
Seminario Minore francescano di Herbón;
Maestro-formatore in Santiago; Segretario
Provinciale; Definitore provinciale; Vicario
provinciale; Moderatore per la formazione
permanente. Inoltre, è stato Visitatore generale della Provincia francescana del Portogallo e della Pontificia Università Antonianum in Roma. È stato anche Economo della Provincia di Santiago. Ultimamente ha
svolto il ministero di Parroco in parrocchie
rurali.
–
MONS. JEAN-PIERRE GRALLET, OFM, è
stato nominato da Benedetto XVI Arcivescovo di Strasbourg (Francia), finora Vescovo titolare di Dardano ed Ausiliare della medesima circoscrizione ecclesiastica.
(L’Osservatore Romano, 22 aprile 2007)
– MONS. LUIS MORAO ANDREAZZA, OFM,
è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo di Chalatenango (El Salvador), finora Vescovo titolare di Tullia ed Ausiliare di Santa Ana (El Salvador).
(L’Osservatore Romano, 22 aprile 2007)
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AD CHRONICAM ORDINIS
1. Libri
BIBLIOGRAPHIA
– BIRINGANINE GERVAIS, Saint Benoît l’Africain. Vie et offices pour la célébration
de sa fête, Ufficio Comunicazioni OFM,
Rome 2007, pp. 84.
– BOGOVIć MILE - JURIšIć HRVATIN GABRIEL, Hrvatski mučenici za vjeru i dom,
(Martiri croati per la fede e la patria),
Verbum, Split-Gospic 2005., pp. 192.
– CENCI CESARE E MAILLEUX ROMAIN,
Constitutiones Generales Ordinis Fratrum Minorum, I, Saeculum III, Frati
Editori di Quaracchi, Grottaferrata 2007,
pp. 396.
– CONCETTI GIUSEPPE, Rosina Citeroni nel
primo centenario della nascita. 1906
Grottammare 2006, Fast Edit, Acquaviva Picena 2007, pp. 79.
– CORONA RAIMONDO DOMENICO, Contemplare Gesù nel cammino della Croce. Ci
accompagna il servo di Dio D. Gaetano
Tantalo, Tagliacozzo, Santuario Madonna dell’Oriente, 2005, pp. 68.
– JURIšIć HRVATIN GABRIEL (Glavni urednik), Sv. Andrija Kretski. Pjesnićki kanon za rođendan našce Gospe Bogorodice, (Canon poëticus S. Andreae cretensis
in honorem nativitatis Deiparae Mariae),
trad. in croato di Belić Predrag, Kačić,
Split 2004, pp. 96.
– JURIšIć HRVATIN GABRIEL, Sveti Staš i
Župa Staševica u Splitsko-markarskoj
nadskupiji, Kačić, Split 2004, pp. 152.
– KAPITANOVIć VICKO, Kršćanska Archeologija, Kačić, Split 2006, pp. 285.
– KAPITANOVIć VICKO (Priredio/Redatto-
re), Crkva i društvo uz Jadran Vrela i rezultati istraživanja. Chiesa e Società nell’area adriatica. Fonti e bilancio delle
ricerche, Atti del Convegno internazinale di Spli, 21-22.9.2001, Tisak, Split
2006, pp. 415.
– CHILI ALESSANDRO (a cura di), Dai monti di pietà al microcredito oggi, Atti della XXV edizione delle «Giornate dell’Osservanza», 13-14 maggio 2006,
Fondazione del Monte, Tipolitografia S.
Francesco, Bologna 2006, pp. 98.
– MOSCONI ANACLETO, La spiritualità
francescana di Papa Giovanni XXIII, 5ª
edizione, Stamperia editrice Commerciale, Bergamo 2006, pp.176.
– NERI FRANCESCO (a cura di), Giovanni
Paolo II. Cari frati cappuccini... Omelie,
discorsi, lettere (1978-2005), Edizioni
Italia Francescana, Roma 2006, pp. 144.
– PAOLAZZI CARLO, Studi su gli «scritti» di
frate Francesco, Editiones Collegii S.
Bonaventurae ad Claras Aquas, Grotaferrata (Roma) 2006, pp. 225.
– PARDILLA ÁNGEL, I religiosi ieri, oggi e domani, Editrice Rogate, Roma 2007, 387.
– PICCIAFUOCO UMBERTO, Tre grandi francescani osimani missionari di fede e di
carità. Mons. Antonio M. Sacconi
(1741-1785), P. Vincenzo Frontini
(1773-1841), P. Leonardo Bellucci
(1881-1920), Grafiche Scarponi, Osimo
2006, pp. 209.
– PIERRI ROSARIO (a cura di), Grammatica
intellectio Scripturae. Saggi filologici di
Greco biblico in onore di Lino Cignelli
OFM, Franciscan Printing Press, Jerusalem 2006, pp. 386.
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
– SCHLOSSER MARIANNE, Saint Bonaventure. La joie d’approcher Dieu, Les Editions du CERF- Editions Fraciscaines,
Paris 2006, pp. 233.
– SERVICIO PARA EL DIÁLOGO (a cura di), El
diálogo de los creyentes, 3, Curia General OFM/I.S.E., Venecia-Roma 2006,
pp. 188.
– SERVIZIO PER IL DIALOGO (a cura di), Il
dialogo dei credenti, 3, Curia generale
OFM/I..S.E., Roma-Venezia 2006, pp.
188.
– STUDIUM BIBLICUM FRANCISCANUM (a
cura di), Liber Annuus, LV, 2005, Franciscan Printing Press, Jerusalem 2006,
pp. 584+76 tavole.
2. Extracta
– CORONA RAIMONDO DOMENICO, Per una
prima lettura dell’Enciclica “Deus Caritas
est” di Benedetto XVI, Estratto da “Planus”,
Quaderno di studi dell’Istituto Teologico
Abruzzese-Molisano, Chieti 2006, pp. 163178.
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NECROLOGIA
1. Fr. Bonaventura Lionetti
Fontanarosa (AV), Italia, 31.12.1921
Benevento, Italia, 27.01.2007
Nato a Fontanarosa (AV), il 31 ottobre
1921, da Michele e Rosaria Fabiano, al fonte battesimale gli fu dato il nome di Ciriaco.
All’età di tredici anni entrò come aspirante
nel Convento di Atripalda e l’8 dicembre
1937, nel Convento “S. Maria di Loreto” di
Paduli (BN), ricevette l’abito francescano;
il 19 novembre 1941, a Vitulano (BN), iniziò l’anno della prova ed il 22 novembre
1942 emise la sua prima Professione religiosa. Dopo appena un anno, fu inviato a
Nola dai superiori, per prestare servizio,
con Fr. Giustino Crialese, al confratello Vescovo S. Ecc. Mons. Michele Camerlengo.
Nella solennità dell’Immacolata Concezione del 1945, nella Chiesa “SS.ma Annunziata” di Vitulano, nelle mani del R. Fr.
Isaia Columbro, Delegato del M.R. Fr. Innocenzo Zeppa, Commissario provinciale,
consacrò definitivamente la sua vita al Signore nell’Ordine dei Frati Minori.
Il 10 settembre 1951, con la morte di S.
Ecc. Mons. Camerlengo, dal Rev.mo Fr.
Agostino Sépinski, Ministro generale dell’Ordine, fu chiamato a Roma presso la Curia generalizia come portinaio e addetto al
centralino della casa. Servizi, questi, che
presterà per ben 42 anni, quando, con l’obbedienza del 17 luglio 1993 del Rev.mo Ministro generale Fr. Hermann Schalück, rientrerà definitivamente in Provincia, assegnato alla Fraternità “S. Maria delle Grazie”.
Il Ministro generale, consegnandogli
l’obbedienza, lo accompagnava con queste
parole: “[…] compio il dovere di dare testimonianza a questo fratello, e di ringraziare
la Provincia per averlo concesso al servizio
dell’Ordine per questi lunghi anni. La testimonianza non è solo per quella nota del suo
servizio di accoglienza ai Fratelli di tutto il
mondo, della sua operosità e creatività nel-
l’uso degli strumenti tecnici a beneficio dei
Capitoli e degli altri incontri Internazionali,
ma quella meno visibile della serenità nella
malattia [ndr: nel dicembre 1992 fu colto da
ischemia] e nell’accogliere un servizio meno gravoso, lasciando la Curia generalizia.
Anche in questo, e soprattutto in questo, ci
ha reso palese cosa significa seguire gli insegnamenti e gli esempi del nostro Padre
San Francesco. Sono convinto che Fr. Bonaventura sarà fraternamente accolto nella
Provincia non solo per quello che potrà fare, ma per quello che egli è. La delicatezza
dei Fratelli nel riceverlo sarà dono per chi si
è posto al servizio dell’Ordine, con le fatiche e le gioie, ma è rimasto sempre della
«vostra» Famiglia, affettivamente ed effettivamente, come è sempre stato Fr. Bonaventura”.
Tornato a Benevento subito si attivò nel
mettere a disposizione della Fraternità le sue
competenze. Fu promotore e realizzatore
dell’ascensore e del nuovo impianto telefonico e ben presto si attivò come centralinista,
portinaio della Casa e collaboratore della locale Biblioteca provinciale “Le Grazie”.
Dal 1993 al 1995 curò la formazione di
alcuni aspiranti alla vita religiosa.
Il 6 maggio 1995, dal Ministro provinciale gli viene conferito l’Ufficio di Ministro straordinario dell’Eucarestia, insieme
ad altri sei confratelli non sacerdoti.
Il 31 ottobre 1997, con il vivo desiderio
di potersi rendere maggiormente utile ai
fratelli e alla comunità provinciale, chiede
di essere ammesso all’Ordine del Diaconato permanente. Dopo aver ricevuto il Ministero dei Lettori e degli Accoliti il 24 giugno 1998, nella Festa delle Stimmate del
Padre San Francesco, il 17 settembre 1998,
da S. Ecc. Mons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo Metropolita di Benevento, venne
ordinato Diacono.
Nel settembre 2001 gli fu affidato il
compito di coordinare il Progetto missiona-
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rio di adozioni a distanza “Betania”, a favore della nostra Fondazione Missionaria
“N.S. das Graças” nel Piauí (Brasile).
Dal settembre 2006 si scopre affetto
da diversi mali avanzati irreversibili, che lo
hanno debilitato nel fisico e lentamente preparato all’incontro con sorella morte.
FR. FRANCO PEPE
Ministro provinciale
2. Fr. Fiorenzo Locatelli
S. Pietro in Bagno, Italia, 14.02.1938
Firenze, Italia, 19.02.2007
1. Curriculum vitae
Fr. Fiorenzo nasce a S. Piero in Bagno
(Forlì) il 14 febbraio 1938. Al battesimo gli
fu dato il nome di Santi. È il terzo di 4 figli
(due fratelli, Mario e Giuseppe e una sorella, Marietta) in una famiglia di fondamenti
e di pratica profondamente cristiana. La sua
vocazione francescana nasce all’ombra della Verna: a S. Piero risiedeva Fr. Gregorio,
questuante della Verna, che aveva in Antonio, babbo di Fiorenzo, un prezioso collaboratore; a S. Piero erano nate altre vocazioni religiose di frati della Provincia Toscana, fra cui anche un biscugino, Fr.
Gregorio Battistini, che ci ha lasciati tre anni fa e che da ragazzo aveva vissuto nella
stessa casa di Fr. Fiorenzo.
Nel 1950 entra in seminario: nei Collegi
Serafici di Giaccherino e poi di FiglineS.Romolo frequenta la Scuola Media e il
Ginnasio.
Il 28 luglio 1956 inizia il noviziato alla
Verna, che si conclude con la prima professione il 29 luglio del 1957, fatta insieme ad
altri 10 confratelli (quest’anno ricorreva il
cinquantesimo!).
Compie gli studi filosofici a CollevitiPescia dal 1957 al 1961 e quelli di Teologia
a Fiesole dal 1961 al 1965; oltre al suo impegno nello studio, si fa evidente la sua predisposizione alla musica e al canto: sotto la
guida di Fr. Stefano Pallini, dirigeva il coro
degli studenti per il servizio liturgico della
nostra Chiesa e per rendere solenni le Feste
in tanti altri nostri Conventi e Parrocchie
che con frequenza invitavano la Corale dei
giovani frati. Nel gruppo dei Chierici era
elemento di equilibrio e punto di appoggio
nelle difficoltà. Gli piaceva il lavoro, per tenere decorosi la chiesa, il convento, il bosco
e per costruire il campo sportivo, anche per
la sua passione per il gioco del calcio, durata anche negli anni successivi.
Il 30 giugno del 1963 a Fiesole fa la professione Solenne e il 29 giugno viene ordinato Presbitero dall’allora Vescovo di Fiesole Antonio Bagnoli, nella Chiesa di San
Francesco a Figline Valdarno, con altri sei
compagni. Diodato, Mario, Vincenzo, Nicola, Costanzo, Ugo.
Dopo il V anno di Teologia, detto di Sacra Eloquenza, all’Osservanza di Siena, nel
1966 è Viceparroco ad Arezzo-Saione; dal
1967 al 1971 è Vicerettore nel collegio di
San Romolo e poi Maestro e incaricato per
le Vocazioni.
Dal 1971 al 1985 è a Piombino: per pochi mesi Viceparroco e poi Parroco. È il periodo del grande fervore di rinnovamento
post-conciliare: Fr. Fiorenzo si adopera con
energia, capacità ed equilibrio per il rinnovamento della vita cristiana in una parrocchia grande e impegnativa, come quella
dell’Immacolata a Piombino: sa assistere e
convogliare i tanti fermenti presenti nella
comunità con una catechesi attenta ai valori religiosi e a quelli sociali, coinvolgendo,
secondo lo spirito del Vaticano II, tanti laici
nell’impegno ecclesiale. Un amore tutto
particolare lo riserva sempre per i “bimbi”
dell’ orfanotrofio “Giustino Senni” e per
quelli della Scuola Materna parrocchiale.
Il suo spirito gioviale e il forte senso di
fraternità si riversa oltre che nei fedeli della
Parrocchia, anche nella comunità dei frati:
a Piombino si sta bene e sono tanti i frati
della Provincia e di altre Province, che vi si
recano a trascorrere periodi di riposo.
In questo tempo per tre anni è Guardiano
e per due trienni a fila è eletto Definitore
della Provincia.
Dal 1985 al 1991 passa al Convento-Studentato di Fiesole, con l’ufficio di Guardiano,
Definitore provinciale e incarichi nella promozione per le vocazioni e nella formazione.
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NECROLOGIA
Sono anni di grande importanza nella
vita della Provincia. Insieme a Fr. Rodolfo, ora Vescovo di Montepulciano, dopo anni di stasi, viene rinnovata tutta la
forma e la metodologia della pastorale vocazionale, che darà validi frutti nella Provincia e che sarà accolta anche in altre
Province d’Italia
Dal 1991 inizia il suo impegno alla
Verna, durato fino al 2006. Un primo
triennio come Vicario, e poi per 12 anni
Guardiano. Sarà nuovamente Definitore
per un altro triennio, delegato per la liturgia e la musica e confessore delle clarisse
di Sansepolcro.
Si può senz’altro affermare che per la
Verna Fr. Fiorenzo ha dato il meglio di sé.
Amava il santuario in modo tutto particolare, perché era convinto della sua straordinaria gratia loci.
Ha fatto quanto gli è stato possibile per
conservare, migliorare, rinsaldare le strutture; per rendere più visibili e far ammirare le
opere d’arte (apertura del bellissimo Museo) e soprattutto per rendere la Verna accogliente e pastoralmente più incisiva per i
tanti pellegrini che salgono questo Santo
monte. Le celebrazioni liturgiche hanno acquistato maggiore, decoro, solennità e partecipazione. La comunità l’ha seguito, perché lo ha sentito fratello, disponibile, attento, umile nel suo servizio.
I tanti frati, oltre ai pellegrini, venuti da
ogni parte del mondo, hanno percepito con
chiara evidenza di essere ben accolti e graditi e per cui hanno potuto gustare meglio la
meravigliosa esperienza del Francesco povero e crocifisso della Verna.
L’amore di Fiorenzo alla Verna era amore per Francesco e per i suoi frati.
Anche per questo i frati della Toscana,
mentre il Ministro generale lo aveva nominato Visitatore della Provincia di Bologna,
pur sapendo quanto rifuggiva questo incarico, nel maggio dell’anno scorso lo hanno
voluto loro Ministro provinciale.
Non possiamo leggere nella profondità
del pensiero di Dio, ma l’amore che Fr. Fiorenzo ha avuto sempre per tutti, in particolare in questi nove mesi di servizio come
Ministro, ci dice che ha speso la sua vita
nell’amare Dio nei suoi fratelli.
Grazie Fiorenzo, amico, fratello e padre.
2. Telegramma del Papa
FR. UGO ROSSI
Reverendo Padre Livio Chisci
Convento San Francesco
Via Antonio Giacomini, 3
50132 FIRENZE
Appresa triste notizia dipartita Padre
Provinciale Fiorenzo Locatelli Sommo
Pontefice assicura sua spirituale partecipazione al lutto che colpisce codesta provincia
dell’Ordine dei Frati Minori et ricordando
con animo grato generosa testimonianza sacerdotale et religiosa compianto figlio di
San Francesco specialmente suo fecondo
ministero in Convento la Verna implora dal
Signore per anima eletta premio eterno promesso ai fedeli e servitori del Vangelo et
imparte di cuore ai confratelli familiari et
presenti rito funebre speciale confortatrice
benedizione apostolica.
CARDINALE TARCISIO BERTONE
Segretario di Stato di Sua Santità
3. Lettera del Custode di Terra Santa
Gerusalemme, 19 febbraio 2007
Prot. B.0062/07
Carissimo P. Vicario,
mi ha raggiunto la notizia della morte
improvvisa di fra Fiorenzo Locatelli OFM.
In questo momento di dolore ci sentiamo
più vicini che mai ai frati della Provincia
Toscana, che piangono il loro Ministro. Il
Signore ha chiamato a sé un servo fedele,
privandoci di un fratello che è stato un
esempio di vita per tutta la famiglia francescana. Sarà difficile abituarsi alla sua scomparsa. La sua figura serena e gioiosa era diventata familiare non solo ai frati minori,
ma a tutti coloro che amano san Francesco.
In tutti i campi di apostolato che aveva
occupato, fra Fiorenzo aveva lasciato una
traccia indelebile. Come parroco era stato
un pastore appassionato ed autorevole, conquistandosi la stima e l’affetto dei suoi fe-
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deli. Nel campo dell’animazione vocazionale e della pastorale giovanile era stato
punto di riferimento per generazioni di giovani alla ricerca del volto di Cristo.
Negli uffici di Guardiano e Definitore
provinciale aveva saputo amare i suoi confratelli, vivendo fino in fondo, prima con
l’esempio e poi con la parola, i grandi valori della vocazione francescana. Ma credo
che la sua immagine più originale resterà
sempre legata al Santuario della Verna, che
egli ha tanto amato e per il quale ha speso le
sue migliori energie. La Verna per fra Fiorenzo era un modo di cogliere il volto più
segreto e fecondo del carisma francescano.
Tra le rocce della Verna egli sapeva ritrovare l’amore appassionato di Francesco per
Cristo crocifisso, la capacità di amare fino
al sacrificio, donandosi senza riserve.
Tutti i frati e tutti i pellegrini che sono saliti alla Verna, cercando la pace del cuore,
l’hanno trovata certamente nel suo sorriso accogliente, nella sua capacità di dire cose
profonde senza atteggiarsi a maestro. Alla
Verna tutti si sentivano a casa. Quante volte i
novizi all’inizio del loro cammino religioso,
hanno fatto ricorso alla sua esperienza, trovando in lui una guida coerente ed autorevole.
Noi frati di Terra Santa lo ricordiamo
con particolare gratitudine, avendo sperimentato più volte il suo profondo e concreto attaccamento alla Terra di Gesù. In Terra
Santa egli ritrovava le radici evangeliche
del mistero della croce, di cui fu appassionato cultore.
Lo ricorderemo nella preghiera, ringraziando il Signore di averci dato la grazia di
conoscerlo e di averlo avuto compagno di
cammino.
In unione di preghiera.
FR. PIERBATTISTA PIZZABALLA, OFM
Custode di Terra Santa
4. Omelia del Ministro generale nel giorno
del funerale
Santuario della Verna, 23.02.2007
UN PADRE,
UN AMICO ED UN FRATELLO
Rm 14,7-12; Sal 22; Gv 14,1-6
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia Pace!
Il Signore Gesù ha visitato nuovamente la
nostra Fraternità ed ha portato con sé, nella
Casa del Padre, Fr. Fiorenzo, un vero padre
per quanti lo hanno conosciuto. L’Amico è
venuto tra noi ed ha preso con sé un vero e
grande amico. Sorella morte è venuta nella
nostra casa ed ha preso con sé un vero fratello, un vero frate minore. Tutto questo era Fr.
Fiorenzo: un padre, un amico, un fratello.
È stata una visita inaspettata. Inaspettata, perché mai ci sembra sia arrivato il momento giusto per la partenza. Inaspettata,
perché un viaggio così importante è avvenuto in un istante, durante il sonno. Inaspettata e non desiderata, perché con frate Fiorenzo si stava bene e posso dire che anche
lui si trovava bene con noi.
Aveva iniziato, da poco, il suo servizio
come Ministro di questa amata e, in questo
momento, provata Provincia di San Francesco Stigmatizzato della Toscana. Non era
stato facile per lui accettare questo servizio.
Si sentiva inadeguato, me lo ripeteva spesso, e poi, sempre tirava fuori il suo stato di
salute. Quando gli feci gli auguri per la sua
elezione a Ministro provinciale, mi disse:
«Sai, Fr. José? Non ho cercato questo incarico, anzi…; ma se il Signore lo ha permesso, lui mi darà la grazia necessaria. Di questo sono sicuro. Io farò del mio meglio, il
Signore farà il resto”. Allorché venne a Roma, nel mese di gennaio, per partecipare all’incontro dei neo Ministri gli domandai:
«Allora Fiorenzo, come ti senti nell’esercitare questo nuovo compito di ministro e servo della tua Fraternità provinciale?». «Ve’ –
mi rispose – devo dirti, caro Ministro, che
certe situazioni non sono facili. Tu le conosci bene: problemi di personale, chiusura di
presenze importanti per la Provincia, apertura di alcune presenze nuove non facilmente comprensibili da parte di tutti, alcune
situazioni umane non facili…. Ma devo dirti anche che ho trovato tante cose buone e
tanta disponibilità nei Frati… in questo modo, anche se non mancano delle spine, non
mancano le rose! Inoltre, devo dirti con vera gioia che sono contento di servire i Frati
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e lo farò con tutte le mie energie, almeno
finché la salute lo permetta. E se un giorno
il motore si fermerà, il Signore saprà il perché; meglio, però, che si fermi sul cammino
che fermo in garage».
In questi giorni era tornato dalla Bolivia.
Sabato scorso mi chiamò al telefono, per
chiedermi di partecipare al Capitolo spirituale della Provincia nel prossimo mese di
maggio. In quella occasione mi parlò a lungo di quel viaggio e di quanto di buono e di
bello aveva incontrato. Era pieno di entusiasmo. «Tra due giorni avremo un incontro
provinciale – mi disse – ed allora parlerò ai
miei Frati di quanto di bello c’è nell’Ordine. Si deve conoscere. Tante volte viviamo
troppo chiusi nei nostri Conventi o Province e non vediamo cosa il Signore fa attraverso i nostri Frati nel mondo». Mi ha accennato anche di certi progetti che stava
maturando, partendo da quanto aveva vissuto nel Capitolo generale straordinario, celebrato di recente, e mi diceva: «Ricorrerò a
te. Devi sostenermi. Tanto non è roba mia:
lo ha chiesto il Capitolo». E io gli promisi
di essergli molto vicino, come sempre.
Il Fr. Fiorenzo, che io ho conosciuto e
amato come fratello e amico, era un uomo
ottimista. Di fronte a certe difficoltà, dopo
aver ascoltato e riflettuto un po’, diceva:
«Ve’, dai, ce la faremo». Era un Frate convinto, amava profondamente la sua vocazione francescana e, come conseguenza,
amava i suoi Frati. Soffriva, e molto, quando un Frate, soprattutto se era giovane, non
viveva con entusiasmo la sua vocazione.
Più di una volta mi confessò parlando di casi ben concreti: «Non posso capire... È così
bella la nostra vita…». Amava la fraternità
e sapeva creare fraternità. Lo abbiamo sperimentato nei nostri pellegrinaggi qui alla
Verna. Riempiva questa Casa e questa montagna, anche se grande. Fiorenzo, poi, era
un giovane con circa 70 anni di età. E perché giovane amava i giovani, aveva fiducia
nei giovani e a loro affidava responsabilità.
Un giorno, prima del Capitolo provinciale
ultimo, mi fece questa confessione: «Ministro generale, se un giorno dovessi accettare la responsabilità di Ministro provinciale
lo farei pensando soprattutto ai Frati giova-
203
ni. Non voglio frustrare la loro fiducia in
me. E poi, mi sento bene con loro e credo
che anche loro si sentano bene con me». Ma
Fiorenzo amava soprattutto il Signore, e lo
manifestava nella fedeltà quotidiana e nella
liturgia. Amava Francesco, e lo manifestò
nella cura di questo Santuario, luogo così
caro a Francesco e caro a tutti noi.
Grazie, caro Fiorenzo, per la tua testimonianza di vita come Frate Minore e sacerdote di Cristo. Grazie per il tuo servizio
generoso all’Ordine, in questa tua Provincia
toscana, particolarmente come Definitore,
animatore della pastorale vocazionale,
Guardiano e Ministro provinciale. Grazie
per il tuo servizio alla Chiesa, come sacerdote e parroco… Grazie per quello che hai
fatto, ma particolarmente per quello che sei
stato per noi: padre, fratello e amico. Quando verremo alla Verna, la tua e la nostra Verna, ci mancheranno le tue braccia aperte per
accoglierci, ci mancherà il tuo sorriso sempre limpido che ci infondeva serenità e pace, ci mancherà la tua parola equilibrata e
maturata nella esperienza della vita. Non
ascolteremo più la tua voce nelle Celebrazioni liturgiche e nella processione quotidiana alla Cappella delle Stigmate. Ci mancherà tutto questo e sentiremo il vuoto che
hai lasciato in noi, un vuoto difficile da
riempire, non soltanto per i confratelli della
tua Provincia, soprattutto per i più giovani,
ma anche per tutti coloro che ti hanno conosciuto e amato.
Tu continuerai ad essere con noi, nel nostro cuore e nel nostro cammino. E allora
sentiremo la presenza misteriosa, ma non per
questo meno reale, di un padre, di un fratello
e di un vero e profondo amico che, dalla casa del Padre, continua a sorriderci e a camminare con noi incoraggiandoci con una delle sue espressioni caratteristiche: «Dai, avanti, non avere paura, ce la faremo».
Cari fratelli e sorelle, siamo sconcertati,
tanto è il dolore per la scomparsa del nostro
fratello Fiorenzo. Ma il Signore, che trasforma l’ombra della morte in aurora di vita e
guarda con amore ai suoi figli che gemono
nella prova, ci viene incontro per dirci: «non
sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in
Dio e abbiate fede anche in me» (Gv 14,1). I
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nostri occhi, come quelli dei discepoli di
Emmaus, in momenti come questi non sempre sono pronti a riconoscere il Signore e,
sebbene il nostro cuore arda, a volte siamo
tardi nel credere. In questa situazione di scoraggiamento il Signore si fa presente nel nostro cammino per dirci: «Che sono questi discorsi che state facendo tra voi? (Lc 24,17);
non sapete che «se il chicco di grano caduto
in terra non muore, rimane solo; se invece
muore, produce molto frutto?» (Gv 12,24).
Come Maria, sorella di Lazzaro, anche noi
siamo tentati di dirgli: «Signore, se tu fossi
stato qui, mio fratello non sarebbe morto»
(Gv 11,32). Ma Gesù ci risponde, prima ancora di formulare la domanda: «Io sono la risurrezione e la vita...; chiunque vive e crede
in me, non morrà in eterno» (Gv 11,25-26).
Ancora: «non ti ho detto che, se credi [anche
in questa situazione], vedrai la gloria di
Dio?» (Gv 11,40). Spesso ci comportiamo
come se dovessimo vivere in questo corpo
mortale per sempre. Allora Gesù, per bocca
dell’Apostolo, ci ricorda che «finché abitiamo in questo corpo siamo in esilio lontano
dal Signore» (2Cor 5,6), e che solo quando
sarà distrutto il corpo in cui abitiamo, «allora riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna... nei cieli» (2Cor 5,1). In circostanze simili a quella di oggi può sembrarci,
come al profeta, che la morte spezzi le nostre
vite (cf Is 38,10). A partire dalla fede, la Parola di Dio di Dio, ancora una volta, ci assicura: «Sia che viviamo, sia che moriamo,
siamo dunque del Signore» (Rm 14,8). A volte esprimiamo al Signore il desiderio di avvisarci per tempo, affinché la morte non ci
prenda nel sonno o distratti. Gesù viene incontro a quella che potrebbe sembrare una
giusta richiesta per dirci: «Siate pronti, con la
cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprigli subito, appena arriva e bussa… tenetevi pronti, perché
il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non
pensate» (cf. Lc 12,35-36.40).
Pertanto, dopo questa “catechesi e “purificazione” da parte del Signore della vita, illuminati i cuori e asciugate le nostre lacrime, ripetendo le parole del Padre san Francesco, anche noi, osiamo cantare: «Laudato
si’, mio Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu omo vivente po’
skappare” (Cant 27).
Cantiamo, fratelli e sorelle, anche se il
nostro cuore sanguina per la scomparsa del
padre, fratello e amico Fr. Fiorenzo. Facciamo festa, anche se i nostri occhi continuano
ad essere velati dalle lacrime. Il Signore oggi, come sempre, è buono con noi e non
possiamo fare a meno di cantare: «Se moriamo con lui, vivremo anche con lui» (2Tm
2,11). Sì, non possiamo fare a meno di confessare e gridare la nostra fede: «Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato;
così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui”
(1Ts 4,14). Mossi dalla fede in Cristo Risorto, noi non possiamo fare a meno di sfidare
la morte: «Dov’è o morte la tua vittoria?
Dov’è o morte, il tuo pungiglione?» (1Cor
15,-55). Rendiamo grazie a Dio che ci dona
la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (cf 1Cor 15,57). Benediciamo il
Signore perché sappiamo, con la certezza
che ci viene dalla fede, che «le anime dei
giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà» (Sp 3, 1).
Perché siamo convinti di questo, oggi,
con profonda tristezza perché si separa da
noi, ma allo stesso tempo con profonda gioia
perché torna alla casa del Padre, diciamo addio a Fr. Fiorenzo. Addio non perché non ci
incontreremo più, la nostra separazione infatti sarà sempre momentanea, ma diciamo
addio perché lo consegniamo a Dio.
Signore, sii tu il nostro rifugio e la nostra
fortezza, perché dal pianto e dal dolore, giungiamo alla pace della tua presenza. Sii per il
nostro confratello Fiorenzo, come lo sei stato per Francesco proprio qui alla Verna, custode e difensore, sicurezza, giustizia, quiete, gaudio e letizia, la sua vita eterna. Sii anche il custode e difensore di questa Provincia
minoritica che oggi rimane come orfana.
Frate Fiorenzo: riposa nella pace del Signore e con Lui canta per sempre le sue lodi, e, nella tua amata Verna, attendi la risurrezione del tuo corpo. Amen.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CRABALLO, OFM
Ministro generale
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NECROLOGIA
* 1 febbraio 2006: CHIAZZO FR. GIROLAMO,
nato a Conio di Borgomaro (IM), della
Prov. Liguriae Ss. Cordis Mariae, Italia.
Fu Definitore, Guardiano, economo, Cappellano d’Ospedale, Assistente nel Collegio Serafico del Monte e Coadiutore parrocchiale e Voltri, Sanremo e Bordighera.
Di animo buono e discreto, con generosità dedicava il suo tempo all’ascolto e al
Sacramento della Riconciliazione. Frate
esemplare nella vita, nella malattia e nella morte. È morto nel Convento S. Francesco di Recco all’età di anni 68, di vita
francescana 50 e di sacerdozio 42.
* 11 marzo 2006: ZAMKOVSKý FR. JOSZEF,
nato a Toporec, della Prov. Ss. Salvatoris, Slovacchia. È morto all’età di anni
56 e di vita francescana 39.
* 12 aprile 2006: TORRASSA FR. UGOLINO,
nato a Trensasco di Sant’Olcese (GE),
della Prov. Liguriae Ss. Cordis Mariae,
Italia. Svolse il suo ministero in varii
Conventi, privilegiando la confessione e
la predicazione. Di animo generoso ed
amicale, fu più volte Assistente dell’OFS, Economo e Guardiano. È morto
nel Convento S. Francesco di Recco all’età di anni 89, di vita francescana 72 e
di sacerdozio 65.
* 20 marzo 2006: HILLESHEIM FR. PACIFÍCO, CRISÓSTOMO, nato a São Pedro de
Alcântara, della Prov. Immaculatae
Conceptionis BMV, Brasile. È morto a
Petrópolis all’età di anni 87 e di vita
francescana 70.
* 14 maggio 2006: SELL SCHATZINGER FR.
CHRISTIAN, PAUL EDMUND, nato a Cleveland, USA, della Prov. Ss. Francisci et
Iacobi Jalisco, Messico. Si è distinto per
la disciplina e l’impegno per vivere i
consigli evangelici. È morto a Guadalajara all’età di anni 90, di vita francescana 69 e di sacerdozio 64.
* 12 luglio 2006: ŻWIREK FR. STEFAN,
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WłADYSłAW, nato a Wólka Gieraszowska, della Prov. Immaculatae Conceptionis BMV, Polonia. È morto a Tarnów all’età di anni 89, di vita francescana 60 e
di sacerdozio: 57.
* 25 luglio 2006: SZWAłEK FR. MAKARY,
JAN, nato a Radomirka, della Prov. Immaculatae Conceptionis BMV, Polonia.
È morto a Cieszyn all’età di anni 73, di
vita francescana 54 e di sacerdozio 46.
* 29 agosto 2006: AINSWORTH FR. GODFREY, nato in Wellington, Nuova Zelanda, della Prov. Sancti Spiritus, Australia.
È morto a Sydney all’età di anni 84, di
vita francescana 58 e di sacerdozio 52
(cfr Fasc. III, p. 594).
* 17 settembre 2006: CORONADO IBARRA
FR. VICENTE, PÍO, nato a Rancho de la
Barranca, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi Jalisco, Messico. Si distinse per la
semplicità e lo spirito di lavoro, si prese
cura delle persone più bisognose, particolarmente di chi aveva dipendenze dall’alcol e dalla droga; promosse lo sport
tra i bambini e gli adolescenti. È morto
a Zapopan all’età di anni 91 e di vita
francescana 63.
* 4 novembre 2006: CARROLL FR. PHILIP,
EDWARD MARTIN, nato a Auckland, New
Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto presso l’Ospedale di
Auckland all’età di anni 82 e di vita francescana 55.
* 6 novembre 2006: JAWOROWSKI FR.
FRANCISZEK, MARIAN, nato a Grodzisko
Dolne, della Prov. Immaculatae Conceptionis BMV in Polonia. È morto a
Kraków di anni 43 e di vita francescana
22.
* 7 novembre 2006: GUMIENIAK FR. KASJAN, FRANCISZEK, nato a Łętownia, della Prov. Immaculatae Conceptionis
BMV, Polonia. È morto a Łęczyca all’età
di anni 68, di vita francescana 50 e di sacerdozio 40.
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
* 11 novembre 2006: OCHOA CHAPULA FR.
ERNESTO, nato a Colima, della Prov. Ss.
Francisci et Iacobi Jalisco, Messico. Testimoniò il Vangelo attraverso la disciplina e l’impegno ad essere coerente con la
sua vita e la sua predicazione. La maggior
parte della vita la dedicò alla formazione,
specialmente come professore di latino. È
morto a Guadalajara all’età di anni 78, di
vita francescana 57 e di sacerdozio 49.
* 2 dicembre 2006, ROSSETTO FR. ENRICO,
PIETRO, nato a S. Giovanni Ilarione
(VR), della Prov. Venetae S. Antonii Patavini, Italia. Si dedicò con grande amore e zelo al ministero, in modo particolare, della predicazione (quaresimali, tridui, missioni al popolo). Negli ultimi
anni svolse il ministero della riconciliazione e della consolazione. È morto nel
Convento del Frassino, Peschiera del
Garda, all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 50.
* 4 dicembre 2006: INCHAURBE BENGOECHEA FR. ANDRES, nato a Bilbao, della
Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna. È vissuto per 64 anni nella Casa di
Bilbao. Si è dedicato al culto della chiesa, al conessionale, alle catechesi dei
piccoli; anche all’apostolato del mare,
come Cappellano sulle navi di lungo
corso. Prese il diploma di infermiere, che
gli servì per stare vicino agli ammalati.
Fu un uomo semplice, cordiale e affabile. È morto a Bermeo all’età di anni 92,
di vita francescana 74 e di sacerdozio 66.
* 5 dicembre 2006: TOVAR ALHAMA FR.
JOSÉ MARÍA, nato a Santa Cruz, della
Prov. Carthaginensis, Spagna. È morto
in Almería all’età di anni 89, di vita francescana 58 e di sacerdozio 52.
* 15 dicembre 2006: SOLAGUREN FR. BASARE, CELESTINO, nato a Gernika, della
Prov. Franciscanae de Arantzazu, Spagna. Si è laureato in Filosofia presso il
PAA in Roma, Fu per 8 anni Direttore e
Vice Direttore della Rivista “Verdad y
Vida”, oltre che collaboratore con mol-
tissimi articoli. Inoltre ha svolto gli uffici di Vicario e Definitore provinciale,
Prefetto degli studi, Visitatore generale.
Per molti anni si è dedicato a scrivere la
storia dei Frati della Provincia nel secolo XIX, opera che portò a termine due
mesi prima della morte. È morto a San
Sebastian all’età di anni 82, di vita francescana 66 e di sacerdozio 58.
* 19 dicembre 2006: BRILLI FR. LEOPOLDO, nato a Rigutino, della Prov. Tusciae
S. Francisci Stigmatizati, Italia. Per la
disponibilità e le grandi qualità morali
assunse vari ruoli quali quello di Viceparroco, di Vicario, aiuto del Procuratore provinciale, Discreto, Maestro degli
aspiranti e dei probandi. I ruoli che lo
hanno qualificato di più, sono stati quelli vissuti alla Verna, prima come Maestro
dei Novizi e poi come Procuratore e Santuarista, e quelli vissuti a Figline V.no,
dove fu Direttore del Convitto e Vicerettore del Seminario minore di San Romolo. È morto nell’Infermeria provinciale
di Fiesole all’età di anni 89, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63.
* 26 dicembre 2006: ZANELLI FR. LEONARDO, NINO, nato a Sinalunga, della Prov.
Tusciae S. Francisci Stigmatizati, Italia.
Subito dopo l’ordinazione sacerdotale
svolse con entusiasmo e generosità i primi incarichi a Chianciano e a Figline. Nel
1952 si ammalò ai polmoni e, dopo alcune cure ospedaliere, fu trasferito all’Infermeria provinciale di Fiesole. Non si è più
mosso, servendo e curando i Frati anziani
o ammalati con amore fraterno e materno.
È morto nell’Infermeria provinciale di
Fiesole all’età di anni 82, di vita francescana 65 e di sacerdozio 57.
* 31 dicembre 2006: ČAJA FR. JOšKO, ANTO, nato a Gorica-Livno, della Prov. S.
Crucis, Bosnia/Erzegovina. Ha svolto il
ministero parrocchiale, come Parroco e
Vice Parroco, in varie Parrocchie tenute
dalla Provincia. È morto a Gorica-Livno
all’età di anni 88, di vita francescana 66
e di sacerdozio 63.
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4. Anno 2007 mortui sunt
NECROLOGIA
* 1 gennaio 2007: ZDRZAłEK FR. KAZIMIERZ, OSWALD, nato a Racibórz, Polonia, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. Ha
servito per 4 anni la Custodia di Terra
Santa (1980-1984). Ha lavorato per diversi anni nella pastorale in Germania; in
Provincia ha svolto compiti in campo
formativo e dell’insegnamento. È morto
a Kłodzko, Polonia, all’età di anni 76, di
vita francescana 52 e di sacerdozio 46.
* 4 gennaio 2007: LUCANTONIO FR. BERNARDINO, ANGELO, nato a Rocca di Mezzo (L’Aquila), della Prov. Aprutiorum S.
Bernardini Senensis, Italia. Frate amabile, particolarmente capace di dialogare
con i giovani ed amante della cura degli
Archivi e delle Biblioteche. È morto a
Penne all’età di anni 74 e di vita francescana 27.
* 4 gennaio 2007: GODDIJN FR. WALTER,
JOHANNES, nato a Leiden, dellla Prov. Ss.
Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Fu
Direttore nell’Istituto Pastorale della
Chiesa Cattolica Olandese (Istituto scientifico dell’Episcopato olandese) e Segretario del Consiglio pastorale. Ha svolto un
ruolo importante nella Chiesa cattolica
olandese negli anni del dopo Concilio.
Dal 1972 al 1975 è stato professore di Sociologia della Chiesa e delle Religioni all’Università cattolica di Tilburg. È morto
ad Haghorst all’età di anni 85, di vita
francescana 66 e di sacerdozio 59.
* 10 gennaio 2007: NIMAC FR. ZVONIMIR,
nato a (Zvonimir ), nato a Lišane, della
Prov. Dalmatiae SS. Redemptoris, Croazia. È morto a Zagreb all’età di anni 55,
di vita francescana 37 e di sacerdozio 30.
* 12 gennaio 2007: BEUNEN FR. EMMANUEL, HENRI, nato a Roosteren, Olanda,
della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. Ha
speso la maggior parte del suo servizio
sacerdotale come Cappellano presso
Ospedali, Conventi di Suore e Orfanotrofi. Sarà ricordato sempre per il suo
207
senso di fraternità e per il suo carattere
estroverso. È morto presso St. Vincent
Charity Hospital in Cleveland, Ohio, all’età di anni 86, di vita francescana 45 e
di sacerdozio 37.
* 15 gennaio 2007: HOOTKA FR. AUGUSTINE, WILLIAM, nato a Newark, New Jersey, della Prov. S. Barbarae, USA. È
morto a Santa Barbara, California, all’età di anni 92 e di vita francescana 57.
* 16 gennaio 2007: MILAVEC FR. PRIMOZ,
JOZE, nato a Ljubljana, della Prov. S.
Crucis, Slovenia. Ha prestato il suo servizio come Cappellano, Parroco e Guardiano in varie Fraternità. Dal 1989 si è
dedicato al ministero del sacramento
della confessione nel Santuario nazionale sloveno “Marija Pomagal” a Brezje. È
morto all’età di anni 61, di vita francescana 40 e di sacerdozio 35.
* 16 gennaio 2007: RADMAN FR. IVO, nato
a Šargovac, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice Parroco a
Busovača e Osova. Soprattutto ha svolto
il suo servizio a Visoko, dove è stato Parroco, guardiano, Maestro degli aspiranti.
È morto nell’Ospedale di Zenica all’età
di anni 52, di vita francescana 27 e di sacerdozio 26.
* 17 gennaio 2007: JANICKI FR. NEVIN,
RAYMOND, nato a Pittsburg, Pensylvania,
della Prov. S. Barbarae, USA. È morto a
Santa Barbara, California, all’età di anni
81 e di vita francescana 47.
* 17 gennaio 2007: SVALINA FR. STANKO,
JURO, nato a Tešanj, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale in varie Parrocchie tenute dalla Provincia. Ha lavorato
anche in Germania e in Slovenia. È morto nell’Ospedale di Nova Bila all’età di
anni 74, di vita francescana 51 e di sacerdozio 48.
* 17 gennaio 2007: BRAVO AGUAGALLO FR.
JUAN SEBASTIÁN, JUAN SEGUNDO, nato a
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
Yaruquíes, della Prov. S. Francisci de
Quito, Ecuador. È morto a Riobamba all’età di anni 92 e di vita francescana 58.
* 21 gennaio 2007: CAPOCCIA FR. LEOPOLDO, GIUSEPPE, nato ad Onano (VT), della Prov. Romanae Ss. Petri et Pauli, Italia. Religioso lieto e felice, sin dall’inizio va di porta in porta a bussare alla
“mensa del Signore” per i suoi Frati e per
diffondere la devozione alla venerata
immagine del S. Bambino di Aracoeli.
Ha donato tutto se stesso alla causa dell’evangelizzazione e della missione tipicamente francescana. È morto presso la
Clinica “Annunziatella” in Roma all’età
di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 35 giorni.
* 27 gennaio 2007: GRIESENBROK FR. HERIBERT, JOZEF, nato a Arnsberg-Neheim,
della Prov. Saxoniae S. Crucis, Germania. Per 24 anni è stato Professore in un
Ginnasio e poi si è dedicato alla pastorale. Gli ultimi anni sono stati segnati dalla malattia. È morto a Reken all’età di
anni 92, di vita francescana 71 e di sacerdozio 66.
* 27 gennaio 2007: BASSOTTI FR. ANTONIO, nato a Ostra (AN), della Prov. Picenae S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto
nell’Infermeria provinciale di Grottammare, AP, all’età di anni 72 e di vita francescana 54.
* 27 gennaio 2007: LIONETTI FR. BONAVENTURA, CIRIACO, nato a Fontanarosa,
della Prov. Samnito-Hirpinae S. Mariae
Gratiarum, Italia. È morto a Benevento
all’età di anni 86, di vita francescana 65
e di diaconato permanente 9.
* 29 gennaio 2007: GOSSELIN FR. JACQUES, nato a Plessisville (Québec), della
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada.
Dopo aver insegnato greco e latino, poi
matematica, nel Seminario Saint-Antoine di Trois-Rivières, ha intrapreso gli
studi in psicologia ed in seguito ha esercitato la professione di consulente psico-
logo dal 1968 al 1997. È stato anche Definitore provinciale dal 1987 al 1996. È
morto nell’Infermeria provinciale in
Montréal all’età di anni 83, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56.
* 29 gennaio 2007: RAYES FR. JOSEPH, nato a Canton, Ohio, della Prov. S. Ioannis
Baptistae, USA. Nel suo ministero si è
occupato dell’educazione, della formazione e del ministero della Parola. Ha
iniziato subito dopo l’ordinazione ad insegnare prima al Sacred Heart Cathedral
High School in Gallup e, poi, per 12 anni al Bishop Luers High School in Ft.
Wayne. Nel 1971 divenne Maestro dei
Novizi e svolse questo servizio per 14
anni. Dopo un anno sabbatico si occupò
del ministero della Parola come direttore
del Lumen Christi House in Schriever,
Lousiana, e poi a Chicago e Cincinnati.
Fu per un anno Direttore delle comunicazioni in Provincia e dal 1996 al 1999
fu Definitore provinciale. È morto a Cincinnati all’età di anni 77, di vita francescana 58 e di sacerdozio 50.
* 30 gennaio 2007: HUIGENS FR. RAPHAËL,
JAN, nato a Elst, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha svolto
pastorale parrocchiale. È morto a ‘s Hertogenbosch all’età di anni 86, di vita
francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 31 gennaio 2007: KIEFFER FR. KENNETH,
nato a Dubuque, della Prov. Ss. Cordis
Iesu, USA. È morto all’età di anni 79, di
vita francescana 68 e di sacerdozio 52.
* 1 febbraio 2007: CAMPBELL FR. JOEL, JOSEPH, nato a Media, PA, della Prov. Ss.
Nominis Iesu, USA. Fu uno dei 30 Francescani che iniziò l’esperienza della Bishop Timon High School. Durante i suoi
17 anni di permanenza a Timon, fu Maestro, Direttore spirituale, Animatore, Assistente ed, infine, Direttore dal 1964 al
1967. Nel 1967, fu assegnato alla St. Bonaventure University come Assistente di
Reginald Redlon, OFM, Rettore dell’Università. Nel 1975 cominciò a lavorare
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nell’Ufficio di ammissione dell’Università e vi rimase per più di 20 anni. Nel
1997, tornato a Buffalo, a servizio, con
vari ruoli, della rinominata Bishop Timon-St. Jude High School. È morto in
East Aurora, NY, all’età di anni 82, di vita francescana 62 e di sacerdozio 57.
* 1 febbraio 2007: DEMMERS FR. ALLOWIN, BERNARDUS, nato a Haarlem, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a ‘s Hertogenbosch
all’età di anni 82, di vita francescana 62
e di sacerdozio 57.
* 2 febbraio 2007: PALMIERI FR. THADDEUS, nato a New York, della Prov. Immaculatae Conceptionis BMV, USA. È
morto nel “Florida Medical Center” in
Lauderdale Lakes, Florida, all’età di anni 86, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59.
* 4 febbraio 2007: ACEBO RODRÍGUEZ FR.
CONRADO, DAVID, nato a Palacios del Sil,
della Prov. Baeticae, Spagna. Religioso
lavoratore e fraterno, umile e semplice,
donò parte della sua vita alle missioni in
Bolivia; fino alla fine visse con generosità il carisma francescano. È morto nel
Convento di Ntra. Sra. de Loreto in
Espartinas, Sevilla, all’età di anni 80 e di
vita francescana 59.
* 5 febbraio 2007: ORTH FR. FRANCISCO,
FRANCISCO AUGUSTO, nato a Porto
União, SC, della Prov. Immaculatae
Conceptionis BMV, Brasile. Ha lavorato
per molti anni nel campo della formazione a Luzerna, SC, e a Rio Brilhante, nella Custodia Aut. Nostrae Dominae Septem Gaudiorum. Negli ultimi anni è stato
impegnato
nella
pastorale
parrocchiale in Agudos e a Luzerna. È
morto a Ioaçaba, SC, all’età di anni 64,
di vita francescna 39 e di sacerdozio 33.
* 6 febbraio 2007: CHIODI FR. EUSEBIO,
PANCRAZIO, nato a Campli (TE), della
Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senen-
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sis, Italia. Frate originale, visse quasi
sempre nel Convento di San Buono, dove ha lasciato un ricordo di dedizione pastorale e di senso del sacrificio. Volle ritirarsi nella Casa di riposo di San Giovanni Rotondo, dove si è prodigato nella
celebrazione del sacramento della riconciliazione. È morto a San Giovanni Rotondo all’età di anni 89, di vita francescana 73 e di sacerdozio 64.
* 11 febbraio 2007: PAVLIK FR. JEROME,
JOSEPH, nato a Clifton, New Jersey, della
Prov. Ioannis Baptistae, USA. La maggior parte del suo ministero sacerdotale
può essere facilmente riassunta in tre attività: ministero della Parola e predicatore delle missioni parrocchiali; Direttore
e costruttore del Saint Francis Retreat
House in Easton, PA; Parroco di Sts.
Cyril & Methodius in Clifton, NJ. È
morto nella The Vincentian Home, Pittsburgh, all’età di anni 89, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63.
* 11 febbraio 2007: MCDONALD FR. GERARD, ANTHONY, nato a Palto Alto, PA,
della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal
1946 al 1951, fu Insegnante alla Bishop
Timon-St. Jude High School, Buffalo,
N.Y.; dal 1951 al 1953, al St. Stephen’s,
Croghan, N.Y. Fu Vice Parroco dal 1953
al 1955 alla St. Francis of Assisi Church,
West 31st Street in New York City. Dal
1955 al 1961 fu Assistente della St. Augustine Church, Thomasville, Ga., e
Cappellano per un anno del St.
Anthony’s Hospital in St. Petersburg,
Fla. Nel 1962 tornò ad essere Vice Parroco alla St. Francis of Assisi Church in
New York City, dove rimase fino al 1
agosto 1995, quando si ritirò presso la
St. Anthony Friary in Butler, N.J. È morto a Butler all’età di anni 90, di vita francescana 66 e di sacerdozio 61.
* 11 febbraio 2007: ROSAIA FR. MARINO,
nato ad Aulla (MS), della Prov. Liguriae
Ss. Cordis Mariae, Italia. Esercitò il suo
ministero sacerdotale come Cappellano
marittimo e in diverse Fraternità, per un
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lungo tempo nel Convento di Pegli. È
morto nel Convento S. Francesco di
Recco all’età di anni 90, di vita francescana 72 e di sacerdozio 65.
* 14 febbraio 2007: DJAMA FR. LOUIS, nato a Aboboté, Costa d’Avorio, della
Prov. Verbi Incarnati, Togo/Costa d’Avorio/Benin. Si è diplomato nel Centro
professionale di Abidjan, sezione Costruzione, nel Centro tecnico superiore
di Toulouse, Francia. Ha collaborato nella pastorale parrocchiale; ha lavorato
nella Chiesa della Costa d’Avorio come
costruttore di cappelle, presbiteri, sale di
riunioni e chiese parrocchiali; amante
del canto è stato membro della Commissione liturgica della Diocesi di Grand
Bassam. È morto presso la Clinica “Villa Luisa” in Roma all’età di anni 59 e di
vita francescana 36.
* 14 febbraio 2007: BERTOLDO FR. ZACCARIA, ANTONIO, nato a Malo (VI), della
Prov. Venetae S. Antonii Patavini, Italia.
Dimostrò amore e passione per la Provincia, per l’Ordine e per la Chiesa. È stato
davvero un fratello e un padre al quale la
Provincia Veneta deve molto per il tratto
sereno e accogliente, per il servizio appassionato ed interessato, per la vicinanza e l’incoraggiamento, per la ricchezza
di relazioni e di amicizie. Ricevette vari
incarichi: Segretario particolare del Ministro generale, Fr. Pacifico Perantoni, Visitatore generale della Provincia di Bologna, “vocale” eletto dalla Provincia al Capitolo generale di Madrid nel 1973,
cappellano dell’Ospedale Fatebenefratelli, per 4 anni a servizio della Casa Leonori della COMPI in Roma. In Provincia fu
Definitore, Guardiano e Maestro dei postulanti, dimostrando rare capacità di discernimento, delicatezza e attenzione nell’accompagnare i giovani con la premura
e l’affetto di un vero padre. Ha trascorso
gli ultimi 15 anni presso la Casa di formazione di Verona S. Bernardino. È morto
nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 86, di vita francescana 71 e di
sacerdozio 62.
* 15 febbraio 2007: BERGMANS FR. BENJAMIN, GUSTAV, nato a Weert, della Prov.
Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda.
Ha quasi sempre lavorato in Austria, dove si è occupato, in modo particolare,
della pastorale per il turismo. È morto a
Klagenfurt, Austria, all’età di anni 83, di
vita francescana 64 e di sacerdozio 57.
* 19 febbraio 2007: LOCATELLI FR. FIORENZO, SANTI, nato a San Piero in Bagno, della Prov. Tusciae S. Francisci Stigmatizati.
È morto a Firenze all’età di anni 79, di vita francescana 50 e di sacerdozio 42.
* 20 febbraio 2007: VERDICK FR. JAMES,
PETER, nato a Winona, Minnesota, della
Prov. Assumptionis BMV, USA. Dal
1940, dopo la sua ordinazione sacerdotale, ha lavorato presso la St. Bonaventure
High School and Minor Seminary in Sturtevant, Wisconsin (2 anni), come predicatore itinerante (2 anni), Maestro dei Novizi (3 anni), insegnante al Seminary in Cedar Lake, Indiana. Nel 1955 fu trasferito
in Pulaski, Wisconsin, dove insegnò alla
St. Joseph School e prestò servizio come
Presidente di Villa Alverna nei mesi estivi. Nel 1961, ritornò a Cedar Lake, dove
fu Cappellano presso la St. Anthony Rest
Home and the County Poor Farm. Per 13
anni (1981-94) aiutò i Parroci nell’area di
Pittsburgh, Pennsylvania. Caduto malato,
si ritirò presso la Queen of Peace Friary,
Burlington, Wisconsin (1994). Nel 2000,
avendo bisogno di cure più specialistiche,
fu trasferito presso St. Mary’s Home in
Manitowoc, Wisconsin. È morto a Manitowoc, Wisconsin, all’età di anni 93, di
vita francescana 71 e di sacerdozio 67.
* 21 febbraio 2007: ALBINI FR. GRAZIANO
SEVERINO, SEVERINO BERNARDO, nato a
Azzano Mella (BS), della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromaei, Italia. Frate appassionato e travolgente, è stato
Rettore del Collegio Serafico e più volte
Guardiano e Parroco in diversi conventi;
stimato direttore spirituale, predicatore
itinerante, cultore dell’arte sacra. Al momento del decesso era Vice Postulatore
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per le Cause dei Santi: durante il suo
mandato si è felicemente conclusa l’Inchiesta Diocesana per la beatificazione
del Servo di Dio Fr. Ireneo Mazzotti. È
morto a Busto Arsizio all’età di anni 75,
di vita francescana 55 e di sacerdozio 48.
* 21 febbraio 2007: BORCHIO FR. GIOVANNI
BATTISTA, GIOVANNI, nato a Valentano
(VT), della Prov. Romanae Ss. Petri et
Pauli, Italia. Ha messo a disposizione il
suo talento musicale a servizio dell’attività liturgica e parrocchiale. È stato un
uomo semplice e cordiale, legato profondamente alla nostra vita francescana. Per
molti laici e sacerdoti è stato un punto di
riferimento per l’amministrazione del Sacramento della Riconciliazione. Si è preparato all’incontro con il Signore ricevendo la mattina il conforto dei Sacramenti.
È morto nell’Infermeria provinciale in
Roma all’età di anni 91, di vita francescana 74 e di sacerdozio 67.
* 24 febbraio 2007: FARLAND FR. ROCH,
THEODORE JAMES, nato a Newark, OH,
della Prov. S. Ioannis Baptistae, USA.
Dedicò i suoi primi 13 anni di ministero
insegnando in diverse Scuole superiori.
Spese il resto della sua vita sacerdotale
nel servizio parrocchiale a Cincinnati,
Ft. Wayne, Hamilton, Centerville, Oldenburg, Peoria e Southfield. Sorella
morte lo ha preso con sé mentre viaggiava in treno, Wrey (Colorado), all’età di
anni 80, di vita francescana 61 e di sacerdozio 53.
* 24 febbraio 2007: AMBROSI FR. LEONZIO, nato a Valnogaredo di Cinto Euganeo (PD), della Prov. Venetae S. Antonii
Patavini, Italia. Il suo carattere gioviale
e attento seppe creare abbondanza di
amicizie con numerose persone che aiutava spiritualmente e dalle quali riceveva molti segni di riconoscenza. Con spirito di fraternità francescana manifestava atteggiamenti di attenzione ai
confratelli e alle persone, attraverso piccoli e semplici gesti, che rivelavano uno
stile di vita basato sul dono, sul servizio
211
gratuito e disinteressato, sulla restituzione a Dio di ogni bene. Da tutti era conosciuto come “frate Leo”. È morto in un
incidente stradale a S. Vito al Tagliamento all’età di anni 59, di vita francescana 35 e di sacerdozio 25.
* 25 febbraio 2007: BENEFORTI FR. VITTORINO, EGISTO, nato a Pistoia, della Prov.
Tusciae S. Francisci Stigmatizati, Italia.
Di temperamento mite e sereno aveva un
cuore semplice che faceva ricordare i
“piccoli” del Vangelo. Frate del popolo,
bonario, umile e immediatamente simpatico a tutti, sapeva stare con qualunque
persona: industriali e operai, dotti e semplici, artigiani e sportivi. Terminati gli
studi a Colleviti cominciò la sua
“francescana itineranza” nei conventi
della Provincia: San Leone, Siena,
Bosco ai Frati, San Romano, Fucecchio,
il Calvario, Galceti, l’Incontro, Borgo a
Mozzano, La Verna, Camaiore, Fucecchio, Pisa - Santa Croce, fino ad approdare nuovamente, nel dicembre del
1968, a Bosco ai Frati, dove rimase fino
al 1999, fin tanto che la salute glielo permise, ricoprendo vari uffici e servizi per
la fraternità. Gli ultimi anni vissuti all’Infermeria provinciale non hanno
spento lo spirito accogliente, disponibile
e amichevole. Sebbene sofferente era
sempre pronto per instaurare una breve
ma cordiale conversazione con coloro
che lo visitavano e a tutti lasciava un sorriso e una buona parola. È morto nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di
anni 91, di vita francescana 70 e di sacerdozio 61.
* 26 febbraio 2007: LLURIA FR. CARMEL,
JOSEPH, nato a Varadero, Cuba, della
Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Poco dopo
l’ordinazione sacerdotale soffrì di un
forte esaurimento, in seguito al quale dovette trascorre il resto della vita in varie
Case di cura. È morto presso il Preakness Health Care Center, Paterson, all’età di anni 79, di vita francescana 56 e
di sacerdozio 51.
* 26 febbraio 2007: BURKE FR. EDWARD,
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nato a Philadelphia, PA, della Prov. Ss.
Nominis Iesu, USA. Dal 1963 al 1970,
fu amministratore parrocchiale e procuratore delle missioni in Bolivia. Dal
1970 al 1973, Vicario parrocchiale alla
Holy Cross Parish in the Bronx, N.Y. Dal
1973 al 1993, Cappellano del VA Hospital in Wilkes-Barre, PA. Dal 1993 al
1995, Parroco della Holy Cross Parish,
Callicoon, N.Y. Dal 1995 al 1996, è stato alla St. Anthony Friary in Butler, N.J.
Si è ritirato nel febbraio 1996 presso la
St. Anthony’s Friary in St. Petersburg,
Fl. Dal marzo 2001 fino a settembre
2001, è ritornato alla St. Anthony Friary
in Butler, da dove è stato trasferito il 1
ottobre 2001 alla Holy Name Friary in
Ringwood, N.J. È morto a Ringwood,
NJ, all’età di anni 79, di vita francescana
50 e di sacerdozio 44.
* 27 febbraio 2007: CABANAS TRASERRA
FR. ANTONINO, nato a Berga (Barcellona), della Prov. Catalauniae S. Salvatoris
ab Horta, Spagna. Ordinato sacerdote,
dedicò tutta la sua attività e servizio all’insegnamento, all’apostolato della Parola, al servizio delle Case come Guardiano e Organista. Ha pubblicato, nel
corso degli anni, articoli di formazione
religiosa in varie Riviste popolari della
Provincia. È morto a Lleida all’età di anni 88, di vita francescana 70 e di sacerdozio 62.
* 28 febbraio 2007: QUINN FR. ALOYSIUS,
FRANCIS, nato a Cleveland, della Prov.
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all’età di
anni 93 e di vita francescana 61.
* 4 marzo 2007: BELLIN FR. GIUSEPPE, nato a Sossano (VI), della Prov. Venetae S.
Antonii Patavini, Italia. La storia della
sua vita è legata in modo tutto speciale
alla Fraternità Lonigo, dove dimorò dal
1966, dedicandosi soprattutto all’insegnamento in particolare nella scuola “L.
Pavoni”, formando tanti giovani, cercando di trasmettere loro il gusto della
scienza e l’amore per la natura, insieme
ai valori che rendono bella e preziosa la
nostra vita. La conclusione dell’insegnamento al “Pavoni” è stata provvidenziale per assumere la presidenza della nostra scuola media “A. Melotto”. Ha accolto questo compito con forte
entusiasmo e grande disponibilità. È
morto nell’Ospedale di Lonigo all’età di
anni 81, di vita francescana 66 e di sacerdozio 57.
* 5 marzo 2007: CLALENTE FR. IGNAZIO,
RUGGERO, nato a Casamaina di Lucoli
(AQ), della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Vero spirito francescano, disponibile all’obbedienza ed animato da uno spirito di sincera povertà, si
è sempre contraddistinto per un carattere
molto riservato eppure con un cuore generoso verso il popolo di Dio. Amante
degli antichi documenti e dell’arte, non
tralasciava la lettura neanche quando la
vista era fortemente diminuita. Ha accettato serenamente e con pazienza la sua
lunga malattia. È morto a L’Aquila all’età di anni 80, di vita francescana 63 e
di sacerdozio 53.
* 5 marzo 2007: BRUNORI FR. PACIFICO,
BERNARDO, nato a Collepepe di Collazzone (PG), della Prov. Seraphicae S.
Francisci Assisiensis, Italia. Frate serio e
rigoroso, sempre disponibile all’obbedienza anche quando questa risultava
gravosa. Più volte Guardiano e Vicario,
per dodici anni insegnante dei fratini nel
Convento di Montesanto di Todi. Nonostante la salute precaria, ha speso con generosità buona parte del suo ministero
sacerdotale (1966-1999) come pastore in
diverse parrocchie dell’Umbria. È morto
a S. Maria degli Angeli all’età di anni 90,
di vita francescana 74 e di sacerdozio 68.
* 8 marzo 2007: MIDDENDORF FR. EUGENE, nato a Quincy, della Prov. Ss. Cordis
Iesu, USA. È morto all’età di anni 89, di
vita francescana 68 e di sacerdozio 62.
* 8 marzo 2007: GONZÁLEZ ROMO FR. TORIBIO, ANTONIO, nato a Santa Ana de Guadalupe, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi
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Jalisco, Messico. Spese la sua vita a servizio della Prelatura del Nayar. È morto
ad Aguascalientes all’età di anni 79, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49.
* 8 marzo 2007: ERSILIO FR. STANISLAO,
GUERINO, nato a Marnate Olona (VA),
della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromaei, Italia. Ha trascorso ben cinquant’anni a servizio dell’Ordine, dapprima a Quaracchi (FI), presso il Collegio S. Bonaventura (1947-1971), poi a
Grottaferrata (Roma), dove il Collegio
venne trasferito nel 1971. La sua primaria occupazione è stata la spedizione di
riviste e libri, ma ha svolto anche altri uffici secondo le necessità del Collegio
(aiuto economo, sacrestano, cantiniere,
ecc.). Frate umile e sensibile, discreto e
preciso, ha trascorso gli ultimi anni in
una preghiera assidua pressoché continua, mostrando con l’esempio la sua
passione per Cristo e per i fratelli. È
morto a Sabbioncello di Merate all’età di
anni 90 e di vita francescana 70.
* 9 marzo 2007: STARZER FR. KARL, nato a
Schwertberg, della Prov. B. Engelberti
Kolland, Austria/Italia. Dopo gli anni
della guerra e della prigionia, ha lavorato nelle carceri, negli ospedali, in Case
religiose e in Parrocchia. È stato Maestro
dei Novizi, Guardiano, Vicario. È morto
a Hall in Tirol all’età di anni 94, di vita
francescana 73 e di sacerdozio 66.
* 9 marzo 2007: MASUCCI FR. ALFREDO,
MARCO, nato a S. Lucia di Serino (AV),
della Prov. Neapolitanae Ss. Cordis Iesu,
Italia. Maestro presso il Collegio serafico, Guardiano e Parroco. È morto presso
la Casa di riposo in Copersito Cilento,
SA, all’età di anni 81, di vita francescana 31 e di sacerdozio 54.
* 9 marzo 2007: MILI FR. JUDE J., nato a
Somerville, MA, della Prov. Immaculatae Conceptionis BMV, USA. Conseguito il Dottorato a Roma, fece ritorno al
Mount Alvernia Seminary in Wappingers Falls, dove insegnò teologia dal
213
1964 al 1968, quando fu assegnato alla
Good Counsel Friary in Morgantown,
West Virginia. Qui rimase per 39 anni,
finché glielo permise la salute. È morto
presso il “Monogalia General Hospital”
di Morgantown, West Virginia, all’età di
anni 75, di vita francescana 56 e di sacerdozio 48.
* 11 marzo 2007: KARCZ FR. LAWRENCE,
JOSEPH, nato a Pulaski, Wisconsin, della
Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo
l’ordinazione, prestò per più di 30 anni il
suo servizio, come predicatore itinerante,
nel gruppo provinciale per le Missioni al
popolo. Predicò ritiri parrocchiali, missioni e Quarant’ore lungo tutta la costa
orientale degli USA, in Inghilterra e Polonia. Nel 1972, divenne coadiutore della
Parrocchia Sacred Heart in Portage,
Pennsylvania. Undici anni dopo, riprese
la predicazione, mentre era Guardiano
della St. Bernardine Friary in Grand Rapids, Michigan. Accettò, poi, l’invito di
aiutare nella Parrocchia St. Michael in
Fremont, Michigan. È morto a Manitowoc, Wisconsin, all’età di anni 93, di
vita francescana 72 e di sacerdozio 65.
* 12 marzo 2007: MESSINA FR. JOSEPH, nato a West Chester, Pennsylvania, della
Prov. Immaculatae Conceptionis BMV,
USA. “Brother Joe”, come veniva chiamato, servì con generosità la Provincia.
Fu per 13 anni catechista nella Missione
del Centro America in Olancho, Honduras. Dopo il suo ritorno negli USA, fu
cuoco in diversi Conventi, servizio per il
quale sarà ricordato con simpatia dai più.
Inoltre prestò servizio anche come catechista della comunità ispanica, mentre si
trovava presso la Fraternità Our Lady of
Pity Church nel Bronx, NY. È morto
presso la “Ferncliff Nursing Home” di
Rhinebeck, New York, all’età di anni 82
e di vita francescana 60.
* 13 marzo 2007: GIRONI FR. EMANUELE,
ROBERTO, nato a Monghidoro, della
Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia.
Consegue il titolo di “Licenza in Teolo-
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gia” e in “Sacra Scrittura” a Roma, rientrato in Provincia nel 1973, si dedica all’insegnamento della Sacra Scrittura
presso lo Studio Teologico “S. Antonio”
in Bologna e all’insegnamento delle religione. Per tre anni, dal 1977 è cappellano della Parrocchia SS. Annunziata di
Bologna e poi dal 1980 è Guardiano
presso il convento di Forlì fino al 1985.
Nel 1988 è trasferito al convento di Imola come Vicario della Fraternità e nel
1991 è nominato Guardiano della Casa
per nove anni. Ad Imola si dedica alla
cura pastorale degli ammalati psichiatrici e all’Assistenza religiosa degli Scouts.
È morto presso l’Ospedale civile di Imola all’età di anni 67, di vita francescana
47 e di sacerdozio 38.
* 14 marzo 2007: FERRAI FR. CHERUBINO,
ROMANO, nato a Telve Valsugana, della
Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia. Dopo
un breve periodo nei conventi della
Provincia svolse il suo ministero prima
in Calabria, poi negli Stati Uniti a
servizio degli emigranti e, ritornato nel
1974, a servizio di ammalati e anziani a
Borgo Valsugana. Fu anche Guardiano e
Cappellano delle Clarisse e poi, a causa
della salute provata, è stato trsferito
nell’Infermeria provinciale, dove visse
nella preghiera, nel silenzio, nello
studio, ma anche con il suo speciale
carisma, nell’accoglienza delle persone
che ricorrevano a lui desiderosi di
consiglio o di direzione umana e
spirituale. È morto nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 86, di
vita francescana 70 e di sacerdozio 63.
* 21 marzo 2007: D’AMICO FR. SILVESTRO, VINCENZO, nato a Polla (SA), della
Prov. Salernitano-Lucanae Immaculatae
Conceptionis BMV, Italia. Si è distinto
per la sua straordinaria generosità nello
svolgere i compiti che man mano l’obbedienza gli affidava. In diverse Fraternità della Provincia si è dedicato alla formazione, all’insegnamento, alla pastorale parrocchiale, alla cura della liturgia,
all’assistenza all’OFS, al servizio della
Fraternità come Guardiano, Economo,
Bibliotecario, Archivista. È morto nel
Santuario S. Maria dei Bagni di Scafati
all’età di anni 93, di vita francescana 76
e di sacerdozio 69.
* 23 marzo 2007: GARCÍA GUIJARRO FR.
FRANCISCO, nato a Puerto Lápice, della
Prov. Castellanae S. Gregorii Magni,
Spagna. Ha svolto vari servizi: Professore nei Collegi serafici, Mestrao dei Novizi e dei professi semplici, Confessore,
Visitatore delle religiose, più volte Guardiano, Definitore e Assistente della Federazione delle Concezioniste. Nel 1984
andò in America Latina (Colombia e Argentina), dove lavorò per 21 anni tra i
malati di lebbra ed altri bisognosi. Ammalatosi, tornò in Spagna per inserirsi
nell’Infermeria provinciale di Guadalajara. È morto a Guadalajara all’età di
anni 88, di vita francescana 72 e di sacerdozio 63.
* 29 marzo 2007: ŽIVKOVIC FR. VITOMIR,
AMBROž, nato a Kostrc-Tolisa, Bosnia/Erzegovina, della Prov. S, Crucis,
Slovenia. Incardinato nella Prov. di Slovenia nel 1965, è stato Guardiano e
Parrroco a Nova Štifta, Maria Nazaret,
Maribor e Parroco per 17 anni a
Mošnje. Dal 2001 al 2007 è stato Vicario del Convento e Confessore indefesso e fervente nel Santuario Nazionale
Sloveno “Marija Pomagaj” a Brezje. È
morto presso l’Ospedale di Jesenice all’età di anni 65, di vita francescana 41 e
di sacerdozio 37.
* 29 marzo 2007: KORSTJENS FR. OSCAR,
WILHELMUS, nato ad Haarlem, della
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Ha insegnato economia nella
Scuola secondaria francescana di Heerlen. È morto a Heerlen all’età di anni 86,
di vita francescana 68 e di sacerdozio 62.
* 30 marzo 2007: RONZANO FR. GABRIELE,
DONATO, nato a Forenza (PZ), della
Prov. Salernitano-Lucanae Immacolatae
Conceptionis BMV, Italia. Ebbe tre pas-
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NECROLOGIA
sioni: per la fede cattolica e la vita francescana; per la cultura classica; per la
Basilicata, particolarmente per il francescanesimo lucano. Ha scritto vari Libri,
come “Riflessi di luce”; “Spicilegio”; “I
Contestatori”; “Fermo e Lucia”; “Maria,
rose e spine”. È morto nel convento Ss.
Crocifisso di Forenza all’età di anni 92,
di vita francescana 77 e di sacerdozio 69.
* 30 marzo 2007: KALLEN FR. BERHNARD, ADALBERT, nato a Königsberg,
della Prov. Coloniae Ss. Trium Regum,
Germania. È stato Economo provinciale ed apprezzato confessore in un Santuario della Provincia. È morto all’età
di anni 84, di vita francescana 61 e di
sacerdozio 55.
* 1 aprile 2007: CASSAR FR. HENRY, JOSEPH, nato a Imsida, Prov. S. Pauli Apostoli, Malta. È morto a Pietà/Gwardamangia all’età di anni 83, di vita francescana 68 e di sacerdozio 58.
* 3 aprile 2007: ROCHE FR. FINIAN, SEAMUS JOSEPH, nato a Tipperary, della Prov.
Hiberniae, Irlanda. Nato in Irlanda, fu
educato presso il Franciscan College in
Buckinghamshire, Inghilterra, ed entrò
nella Provincia inglese nel settembre
1949. Dopo l’ordinazione sacerdotale
nel 1956 terminò gli studi nell’Antonianum a Roma e conseguì il Lettorato in
Teologia Morale e in Diritto Canonico
all’East Bergholt. Si incardinò nella Provincia irlandese nel 1962 e trascorse la
maggior parte della sua vita e del suo ministero a Dublin, dove, tra l’altro, rese
molto popolare la novena in onore di S,
Antonio. È morto a Dublin all’età di anni 75, di vita francescana 58 e di sacerdozio 51.
* 5 aprile 2007: KEMNER FR. GREGORY,
RAYMOND, nato a Quincy, Illinois, della
Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È morto
presso St. John’s Hospital di Springfield,
Illinois, all’età di anni 79, di vita francescana 58 e di sacerdozio 52.
* 8 aprile 2007: UNTERHOFER FR. GEROLD,
215
ALOIS, nato a Gries, Bolzano, della Prov.
B. Engelberti Kolland, Austri/Italia. Ha
lavorato in diversi campi della pastorale.
È stato Bibliotecario e Cappellano delle
Clarisse. Ha avuto un particolare amore
per la botanica. È morto a Brixen-Bressanone all’età di anni 88, di vita francescana 71 e di sacerdozio 64.
* 8 aprile 2007: SCARPETTA FR. GENNARO,
AGOSTINO, nato a Salerno, della Prov.
Salernitano-Lucanae Immaculatae Conceptionis BMV, Italia. È morto in Araguarí, Brasile, all’età di anni 84, di vita
francescana 66 e di sacerdozio 58.
* 9 aprile 2007: CENTI FR. RAFFAELE, REMO, nato a Gavardo, della Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia. I primi anni li passa fuori Provincia: a Trieste, in Calabria,
a Roma a servizio del TOF e a Toronto a
servizio degli emigrati italiani. Rientrato, svolgerà diverse mansioni nei Conventi del Trentino sempre accogliente e
affabile. Ha nutrito un profondo interesse per gli studi di Filosofia e di Storia.
Negli ultimi anni ha vissuto nell’Infermeria serenamente e pur declinando nelle forze e nella memoria sempre ha cercato il contatto con le persone. È morto
nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 86, di vita francescana 69 e
di sacerdozio 62.
* 9 aprile 2007: VALMORBIDA FR. LUIZ, nato a Concórdia, della Prov. Immaculatae
Concptionis BMV, Brasile. È morto a
Curitiba all’età di anni 71, di vita francescana 46 e di sacerdozio 42.
* 12 aprile 2007: GEVERS FR. AVELLINUS,
ANDREAS, nato a Turnhout, della Prov. S.
Ioseph Sponsi BMV, Belgio. È stato Professore nei Collegi serafici di Lokeren,
di Anvers e, poi, Cappellano in un Pensionato. Un uomo molto stimato per il
suo grande cuore e per la sua dedizione
al lavoro. È morto a Antwerten all’età di
anni 87, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63.
* 10 aprile 2007: ANTAL FR. REGINALD,
A07nterno:ACTAORDINIS
216
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AN. CXXVI – IANUARII-APRILIS 2007 – FASC. I
nato a Hadikfalva, Ungheria, della Prov.
Immaculatae Conceptionis BMV, USA.
È morto presso la “Assumption Village
Nursing Home di Lima, Ohio, all’età di
anni 88 e di vita francescana 67.
* 12 aprile 2007: CARNICELLI FR. XAVIER,
nato in Haverill, Massachussetts, della
Prov. Immaculatae Conceptionis BMV,
USA. È morto presso la “St. Cabrini Nursing Home” di Dobbs Ferry, New York,
all’età di anni 86 e di vita francescana 54.
* 14 aprile 2007: KELLET FR. MIGUEL, MICHAEL KEVIN, nato a Chicago, USA, della Cust. Aut. S. Benedicti in Amazonia,
Brasile. Dopo l’ordinazione sacerdotale,
a Chicago, si recò in Brasile, dove prestò
servizio presso le Comunità lungo il Rio
delle Amazzoni e il Fiume Tapajos e nelle città di Santarém, Manaus e Belém.
Aiutò anche nella formazione e fu Ministro provinciale della Custodia di S. Benedetto per 9 anni. Ebbe particolarmente
a cuore gli indigeni Munduruku che servì
per diversi anni. È morto presso Mother
Theresa Home in Franciscan Village di
Lemont, Illinois, all’età di anni 67, di vita
francescana 46 e di sacerdozio 40.
* 17 aprile 2007: JIMÉNEZ MUÑOZ FR. JAVIER ALEJANDRO, nato a León, della
Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán,
Messico. Studente di teologia, al 3° anno, con opzione clericale, visse con impegno generoso la sua vocazione francescana. È morto a Tlaquepaque all’età di
anni 26 e di vita francescana 5.
* 20 aprile 2007: KUTZNER FR. ENGELHARD, nato a Dortmund, Prov. Saxoniae
S. Crucis, Germania. Ha lavorato come
Insegnante e Prefetto nel Collegio della
Provincia. È stato Segretario ed Archivista provinciale. È morto in Hamm all’età
di anni 84, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54.
* 23 aprile 2007: PAJKOS FR. JAMES, JOSEPH, nato a Chicago, Illinois, della Prov.
S. Ioannis Baptistae, USA. Nei suoi qua-
rant’anni di ministero sacerdotale fu predicatore, professore, direttore di ritiri e
parroco. Inoltre ha servito la Vice Provincia di S. Salvatore come Vicario e Definitore provinciale. Dedicò diciannove anni
della sua vita come pastore nella Parrocchia Sts. Cyril & Methodius Rectory, Joliet, dove è morto all’età di anni 74, di vita francescana 55 e di sacerdozio 48.
* 26 aprile 2007: PIACITELLI FR. CRISTOFORO, DANTE, nato a San Giovanni Incarico
(FR), della Prov. Romanae Ss. Petri et
Pauli, Italia. Il campo specifico di Apostolato è stato quello di curare e formare
i fratelli dell’OFS, di cui è stato Assistente praticamente fino al giorno della
sua morte. Ci piace ricordare le parole
che l’allora presidente COMPI scrisse,
al momento del congedo di Fr. Cristoforo, al nostro Ministro Fr. Adalberto Sisti:
«Un grazie riconoscente a Fr. Cristoforo
per il suo lungo servizio e per aver portato su di sé la più grande responsabilità.
Ha dimostrato una solida formazione e
ha saputo dare – in comunione con la
Presidente Nazionale – una più chiara
coscienza della vocazione del Terz’Ordine, soprattutto nell’aspetto secolare francescano. Inoltre ha intensificato il rapporto e la collaborazione con le Fraternità delle altre obbedienze ponendo le
premesse per un ulteriore sviluppo nel
futuro». Non c’è molto da aggiungere a
questa descrizione, se non che seppe vedere con anticipo lo sviluppo dell’OFS
unitario, per il quale lavorò fino ai suoi
ultimi giorni. Nel 2003 pubblicò il suo
ultimo testo sull’OFS dal titolo: Con San
Francesco nel mondo e per il mondo, testo che verrà utilizzato da tutte le Fraternità OFS d’Italia. Nella presentazione
mi è caro ricordare le parole della Ministra Nazionale: «P. Cristoforo è un grande padre dell’OFS, e soprattutto padre di
questa nostra Regola, che ha accompagnato fin dal suo nascere e per tanti anni
curato perché crescesse nel cuore e nella
vita dei suoi figli... Grazie di cuore a p.
Cristoforo che ha tracciato un pezzetto
della nostra storia, camminando con noi
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NECROLOGIA
al nostro fianco; e ancora ci indica con
sapienza, coraggio ed entusiasmo, il nostro futuro». Fr. Cristoforo ci lascia un
grande esempio di vita spesa per il Vangelo fino alla fine. È morto presso l’Ospedale Fatebenefratelli in Roma all’età
di anni 87, di vita francescana 71 e di sacerdozio 65.
* 28 aprile 2007: BEAM FR. AMBROSE,
GEORGE DAVID, nato a Lousville, Kentucky, della Prov. S. Ioannis Baptistae,
USA. Dopo la sua cacciata dalla Cina
(1948), è stato per 35 anni a servizio
della Terra Santa: tre anni al Santo Sepolcro, 10 anni al Musky (Egitto), tredici anni al Collegio di Amman (Girodania), nove anni a Cipro 13. Religioso
esemplare, uomo di preghiera, modello
per i giovani che lo hanno avvicinato o
di cui ha avuto responsabilità nelle
scuole di Terra Santa. È morto a Washington all’età di anni 88 e di vita francescana 66.
* 28 aprile 2007: MONS. MADERSBACHER
BONIFAZ, FRIEDRICH, OFM, Vescovo
emerito di San Ignacio de Velasco (Bolivia). Nato in Matrei am Brenner, Diocesi di Innsbruck (Austria), l’8 gennaio
1919, apparteneva alla Prov. B. Engelberti Kolland, Austria/Italia. Ha emesso
la Professione temporanea il 25 agosto
1935, quella Solenne il 12 agosto 1946
ed è stato ordinato Sacerdote il 19 dicembre 1947. È stato Professore di Storia della Chiesa, Formatore e Ministro
provinciale dal 1965 al 1970. Eletto alla
217
Chiesa titolare di Bulla e nel contempo
nominato Vescovo coadiutore con successione del Vicariato Apostolico di Chiquitos (Bolivia) il 9 aprile, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 30 agosto
dello stesso anno. Il 21 agosto 1974 era
succeduto per coadiuzione al Vicariato
Apostolico di Chiquitos. Il 3 novembre
1994 con l’elevazione del Vicariato a
Diocesi di San Ignacio de Velasco, ne era
divenuto primo Vescovo. Il 29 luglio
1995 aveva rinunciato al governo pastorale della Diocesi. Rientrato in Patria ha
continuato il suo impegno nella pastorale. È stato insignito dalla Repubblica
della Bolivia del riconoscimento “Condor de los Andes”. È morto a Hall, Tirol,
all’età di anni 88, di vita francescana 73,
di sacerdozio 60 e di episcopato 37.
* 30 aprile 2007: HOEHN FR. RODOLFO,
nato a Bad Dürkheim, Germania, della
Prov. S. Antonii, Colombia. Giunto in
Bolivia nel 1952 svolse il ministero pastorale in varie Parrocchie, soprattutto
nella Parrocchia di San Antonio in Santa Cruz della Sierra, con profonda sensibilità sociale e grande generosità verso i
più poveri. A lui si deve la costruzione
di varie chiese, cappelle, case religiose,
collegi, scuole rurali, centri medici. Si è
distinto per il tratto rispettoso ed amabile, la fedeltà e costanza negli impegni
quotidiani, lo spirito fraterno, la gioia e
la pace interiore. È morto all’età di anni
86, di vita francescana 61 e di sacerdozio 56.
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SUMMARIUM FASCICULI
(An. CXXVI, IANUARII - APRILIS 2007 – Fasc. I)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. Messaggio per la quaresima 2007 ..............................3
2. Pace e Bene ...............................................................4
3. Omelia a conclusione della settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani ........................5
4. Messaggio per la xxii Giornata Mondiale
della Gioventù del 1° aprile 2007 ......................7
5 Discorso in occasione della Giornata Mondiale
della Vita consacrata .........................................10
6. Incontro con il Seminario Maggiore di Roma.........12
7. Discorso ai Penitenzieri delle quattro Basiliche
pontificie romane .............................................13
8. Incontro di Benedetto XVI con i Parroci ed il
Clero di Roma...................................................14
9. Discorso ai partecipanti al Congresso promosso
dalla Commissione degli Episcopati della
Comunità Europea (COMECE) .......................15
10. Francesco di Assisi: traduzione del
«Beati i poveri in spirito» .................................17
11. Carta del Prefecto de la Congregación para
las Iglesias Orientales a los Obispos católicos
con motivo de la colecta “pro Terra Sancta”.....18
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Encuentro del Definitorio general con
los Obispos OFM..............................................21
2. Informe al encuentro de los
nuevos Ministros provinciales ..........................21
3. Verso l’VIII centenario: inizio
della seconda tappa ...........................................29
4. Inaugurazione del nuovo Archivio Storico OFM....32
5. Informe al encuentro con las Conferencias
de Ministros provinciales de América Latina ...34
6. Omelia per la conclusione del Capitolo
delle Stuoie delle Case dipendenti dal
Ministro generale ..............................................41
7. Carta del Ministro general con motivo
de la Pascua 2007..............................................43
8. Lettera a Benedetto XVI in occasione
del suo compleanno .........................................47
9. Informe al encuentro con la Conferencia de
Ministros provinciales de España y Portugal....48
10. Lettera per la Canonizzazione di due Frati Minori ....56
CAPITULUM GENERALE
EXTRAORDINARIUM
1. Quelques impressions... .........................................59
2. Au suivant!..............................................................60
3. Il Documento del Capitolo generale straordinario.....62
E SECRETARIA GENERALI
1. Statuta peculiaria de Visitatione canonica
deque Praesidentia Capituli provincialis...........69
2. Capitulum Intermedium
Prov. S. Pauli Apostoli in Columbia .................85
3. Capitulum Prov. S. Casimiri in Lithuania ...............85
4. Electio extra Capitulum Prov. Ss. Petri
et Pauli de Michocán in Mexico .......................86
5. Capitulum Intermedium Prov. S. Mariae
Reginae Sinarum in Taivania ............................86
6. Capitulum Prov. S. Petri Baptistae
in Philippinis.....................................................86
7. Cust. «Immculatae Conceptionis BMV»
in Madagascaria erectio ....................................86
8. Capitulum Prov. Assumptionis BMV
in Brasilia..........................................................87
9. Prov. S. Thomae Apostoli in India
nova ordinatio ..................................................87
10. Capitulum Prov. ss. Martyrum Marochiensium
in Portugallia.....................................................88
11. Visitatores generales ...............................................88
12. Notitiae particulares ................................................89
1. Nuova Fondazione ..............................................89
2. Delegato generale ...............................................89
3. Fond. della Prov. S. Croce negli USA .................89
4. Custodie ..............................................................89
5. Casa dipendente dal Ministro generale ..............89
6. Commissioni........................................................89
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Apertura del Noviciado Interprovincial
de la Conferencia del Cono Sur ........................91
2. Conferimento del dottorato
honoris causa a Fr. Cesare Cenci ......................92
3. The XI International Council for
Formation and Studies ......................................93
Copertina: Vetrata nella Chiesa di San Francesco (Guadalajara, Jalisco - Messico)
CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC
Directio Commentarii
DISTRIBUTIO
«ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»
CURIA GENERALIS O.F.M.
Via S. Maria Mediatrie, 25
00165 ROMA (Italia)
Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected]
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DISTRIBUZIONE
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COMMERCIO
A07Indice 2° e 3° copertinaOK:Indice 2° e 3° copertina
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4. Visita alle Prov. in Slovacchia e nella Rep. Ceca ..101
5. Notitiae particulares ..............................................102
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Statuti Peculiari del Segretariato generale per
l’Evangelizzazione e Missioni (SGEM) .........105
2. Statuti Peculiari del Consiglio Internazionale
per l’Evangelizzazione (CIE) .........................108
E POSTULATIONE GENERALI
1. Ponens in Causa Beatae Alfonsae
ab Immaculata nominatur................................111
2. Iuridica validitas Inq. in Causa SD Miradei
a Prov. declaratur.............................................111
3. Ponens in Causa SD Cleonildis Guerra
nominatur ........................................................112
4. Facultas sepulcra Martyrum
Felicis Echevarria et SS. aperiendi .................112
5. Facultas Transumptum inq. super miro
in Causa Beatae Transitus aperiendi ...............113
6. Iuridica validitas declaratur Inquisitionis
in Causa SD Petri Pavlicek .............................113
7. Facultas Transumptum inquisitionis super miro
in Causa Ven. SD Caesaris Guasti aperiendi...113
8. Iuridica validitas Inquisitionis super miro in
Causa SD Antonii Antic declaratur .................114
9. Relator in Causa SD Clarae Ricci nominatur........114
10. Relator nominatur in Causa SD Miradei
a Providentia ...................................................115
11. Facultas Transumptum aperiendi Inq. dioec.
super miro in Causa B. Ludovici a Casaurea ..115
12. Facultas Transumptum aperiendi
Inq. dioec. super martyrio SS D Petri
de Corpa et Sociorum......................................115
13. Validitas iuridica declaratur Inq. dioec. super
miro in Causa Ven. Seraphinae Gregoris ........116
14. Postulationis generalis vota pro Summi
Pontificis prosperitate .....................................116
15. Notitiae particulares...............................................117
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
(31 Decembris 2006)
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis ...........119
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel
Cust. Aut. adscripti .............................................123
III. Fratres et domus secundum regiones ...................127
IV. Status domum et presentia fratrum in
singulis nationibus ...............................................130
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta
numerum fratrum et novitiorum ..........................133
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..136
VII. Inter 2006 et 2005 comparatio.............................140
VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et
ad Gradus Academicos.........................................143
EX OFFICIO OFS
1. Argentina - Visita fraterna e pastorale e Capitoli ..147
2. Assisi - Corso per Assistenti spirituali
dell’OFS-GiFra d’Italia ..................................147
3. Panama - Capitolo nazionale elettivo ...................148
4. Roma - Presidenza CIOFS e Benedizione
della Sede........................................................148
5. Roma - Assemblea precapitolare
dell’OFS d’Italia .............................................148
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6. Croazia - Corso di formazione per gli
Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra ....148
7. Vietnam - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ...150
8. Malesia - II° Congresso dell’OFS-GiFra
dell’Asia e Oceania ........................................150
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
1. Lettera alle Clarisse...............................................153
2. Carta a las Hermanas Presidentas
de las Sederaciones OSC ................................154
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis............................157
1. Visit to the “John the Baptist”
Custody in Pakistan .......................................157
2. Il Ministro generale all’Aracoeli ...................158
3. Crónica de la Visita a la Provincia
de San Felipe de Jesús, México......................158
4. Visita ai Frati della Svizzera e dell’Austria ...160
5. Partecipazione all’incontro dei Formatori
della Custodia di Terra Santa ........................161
6. Incontro con i Frati veneti..............................161
7. Partecipazione ai funerali di Fr. F. Locatelli ....162
8. Visita fraterna a la Custodia de las
Siete Alegrías de N.tra S.ra en Brasil ............163
9. Encontro do Definitório geral com as
Conferências do Brasil e do Cone sul ...........164
10. Encuentro del Gobierno general con
las Conferencias de Santa María de
Guadalupe y de la Bolivariana ......................171
11. Visita a la Provincia de san Francisco
de Quito..........................................................174
12. Visit to the Province of the Netherlands .........177
13. Encuentro del Definitorio general
con CONFRES ...............................................178
14. Visita del Ministro general al Santuario
de Santo Toribio de Liébana (Cantabria) ......180
15. Partecipazione al Capitolo delle Stuoie
della Provincia di S. Maria degli Angeli
in Polonia.......................................................181
16. Visita alla Provincia dell’Immacolata
Concezione in Polonia ..................................182
2. Incontro con i Ministri provinciali e Custodi
eletti recentemente ..........................................182
3. Laurea Honoris Causa a Fr. Cesare Cenci.............184
4. La Curia generale OFM ha un nuovo
Archivio storico ..............................................185
5. Convegno internazionale di studi per l’VIII
centenario della nascita di santa
Elisabetta d’Ungheria .....................................186
6. Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti
dal Ministro generale ......................................188
7. Capitulo de las Esteras de la Provincia
del santo Evangelio de Mexico.......................190
8. Nuevo volumen de Sinica Franciscana .................193
9. Notitiae particulares ..............................................195
BIBLIOGRAPHIA
1. Libri.......................................................................197
2. Extracta .................................................................198
1.
2.
3.
4.
NECROLOGIA
Fr. Bonaventura Lionetti .......................................199
Fr. Fiorenzo Locatelli............................................200
Anno 2006 mortui sunt .........................................205
Anno 2007 mortui sunt .........................................207
A07copertinaOK:4° copertina
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PAOLAZZI CARLO
Studi su gli «scritti» di frate Francesco
Editiones Collegii S. Bonaventurae ad Claras Aquas,
Grotaferrata (Roma) 2006, pp. 225.
Aperta da uno studio su Nascita degli “Scritti” e costituzione del canone, che trovano nell’edizione di Esser del 1976 una sistemazione motivata e convincente, la raccolta del Paolazzi, Studi su gli «scritti» di frate Francesco, affronta il problema dell’autenticità, più volte
contestata, di alcuni testi minori (Lettera a frate Antonio, gli scritti di Francesco alle “pauperes domine” di San Damiano). Ma i risultati più innovativi escono forse dal saggio Gli
“scritti” tra Francesco e i suoi scrivani, dove la rigorosa osservanza dei comandi/divieti
evangelici del parlare documenta l’attento controllo esercitato da Francesco sulle pagine da
lui scritte o dettate, mentre il contributo Per gli autografi di frate Francesco, in dialogo con
gli studi illuminati di Attilio Bartoli Langeli, ha avviato a soluzione qualche scottante interrogativo rimasto aperto. Il lettore troverà forse sorprendenti anche le conclusioni del saggio
I frati Minori e i libri, che mostra come l’amore di Francesco per il Verbo incarnato, “che è
la vera sapienza del Padre”, si è tradotto in equilibrate norme comunitarie sullo studio della
Parola e sull’uso riverente delle carte e dei libri che la contengono.
AA.VV.
Sinica Franciscana.
Misioneros franciscanos españoles en China.
Siglos XVIII-XIX (1722-1813).
Volumen XI.
Pars prior: 3-789+XLVII pp; Pars altera: 790-1590 pp.
Editiones Collegii S. Bonaventurae, Grottaferrata (Roma) 2006.
Collectio documentorum ad historiam Fratrum Minorum in Sinis spectantium. Relationes
et Epistulas collegit et ad fidem manuscriptorum redegit et adnotavit Antolín Abad Pérez,
OFM. Editionem autem praesentem curaverunt et emendaverunt Marianus Acebal, OFM (†),
Petrus Gil Muñoz, OFM, nunc demum ad prelum curavit Raphael Sanz, OFM.
SCHLOSSER MARIANNE
Saint Bonaventure. La joie d’approcher Dieu.
Les Editions du CERF- Editions Fraciscaines, Paris 2006, pp. 233.
«Goûter et savourer...» sont les mots de saint Bonaventure (1217-1274) pour désigner son
expérience spirituelle, sa joie d’approcher Dieu.
Marianne Schlosser nous fait rencontrer cet éminent théologien du Moyen Âge qui fut le
septième ministre général de l’Ordre franciscain avant d’être nommé cardinal en 1273 et de
prendre une part très active à la préparation du concile de Lyon.
L’auteur nous introduit aussi à l’œuvre de ce docteur de l’Église dont les écrits s’inspirent
de l’expérience évengélique de saint François d’Assise. La vie et l’œuvre de saint Bonaventure manifestent bien l’unité entre vie intérieure et pensée théologique.