Un lago in agonia
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Un lago in agonia
LAGO ARAL Un lago in agonia Per estensione, una volta, era al quarto posto tra i laghi della Terra. Nel 2020, il lago Aral sarà quasi totalmente prosciugato. Le nuove immagini dal satellite mostrano in quale misura si è esteso il nuovo deserto. (26-07-2006) Dal grande lago che era una volta, è ormai diventato un piccolo laghetto. Il lago Aral, situato al confine tra Uzbekistan e Kazakhistan, contiene ora solo un quarto della quantità d’acqua che conteneva negli anni Sessanta. Nel frattempo, il livello dell’acqua è calato di ben 13 metri e le previsioni fatte dall’Ente spaziale europeo (ESA) non danno molte speranze. ESA La foto satellitare mostra il lago Aral con il nuovo deserto di sale per una larghezza di 545 chilometri. L’immagine è stata ripresa con il Medium Resolution Imaging Spectrometer (Meris) del satellite “Envisat”. La risoluzione è di 300 metri/pixel. Forse solo una piccola parte del lago, quella settentrionale, potrebbe ancora essere salvata, dice l’ESA. La parte meridionale invece sarà totalmente prosciugata nel giro di uno o due decenni. Sono ormai 40 anni che il lago Aral soffre la sete: da quando, cioè, due dei suoi immissari sono sfruttati per irrigare le piantagioni di cotone dell’Uzbekistan, e, si sa, questo tipo di piantagioni hanno bisogno di immense quantità d’acqua. I due fiumi, l’Amu Darya e il Syr Daria non sono quasi più individuabili sulla foto satellitare. Sulla sponda meridionale del lago si trovano solo steppe. A causa del mancato afflusso d’acqua, il livello del lago è calato di 13 metri e le rive si stanno impaludando. Negli anni Sessanta il lago Aral copriva ancora una superficie di quasi 36.000 chilometri quadrati, due volte di quella della Regione Veneto. Secondo l’ESA, il lago copre oggi una superficie di circa 27.000 chilometri quadrati. Già nella prima metà degli anni Ottanta, il lago si era diviso in due, a Sud una parte che aveva assunto la forma di un ferro di cavallo, e a Nord un’altra parte un po’ più piccola. Negli ultimi anni sono state costruite delle dighe per dividere completamente le due parti. Stando alla comunicazione dell’ESA, la divisione dovrebbe servire ad impedire ulteriori perdite d’acqua, nonché una sua ulteriore salinazione. Sul "Los Angeles Times" si è recentemente parlato di un’inversione di tendenza nella catastrofe dell’Aral. “Sono sette le meraviglie del Mondo, l’ottava è la diga del lago Aral” ha detto Kolbai Danabayev, sindaco di Aral-City. In un giornale, si riferisce che alcuni abitanti affermano che, dopo la costruzione della diga, nel lago è di nuovo possibile pescare. La previsione dell’ESA è invece più pessimistica. Una serie di foto dallo spazio mostrano che il deserto di sale si è ampliato. Il suolo bianco, coperto di sale, consente di controllare la situazione dal satellite. Attualmente, alcuni scienziati indagano sulla possibilità di coltivare, in questo deserto, certe specifiche piante che potrebbero stabilizzare l’alveo polveroso del lago.
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