Anteprima - Italus Hortus
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Review n. 14 – Italus Hortus 18 (2), 2011: 1-8 Il biofeedback e i benefici sociali e psicologici generati dalla presenza di piante e fiori in contesti urbani Richard H. Mattson* Department of Horticulture, Forestry and Recreation Resources, Kansas State University (USA) Biofeedback evidence of social and psychological health benefits provided by plants and flowers in urban environments Abstract. Biomedical instrument advancements have made it possible to record and understand human responses to plants in urban environments. Biofeedback is an experimental method used to measure stress by monitoring blood pressure, heart rate, skin temperature, muscle tension, and electro-dermal responses. Initial biofeedback research at KSU involved measuring finger tip temperature responses to interior plants while subjects listened to a relaxation tape. Within five minutes, subjects near a live plant had increased skin temperature and lower stress, while those looking at a photograph of the same plant were less responsive, and minimal change occurred in the same room with no plants. Another group of subjects, walking through a botanical garden had significantly lowered heart rate and blood pressure. Stress reduction occurred and fast beta brain waves increased for subjects in a room with red flowering geraniums as compared to responses in a room with green foliage or in an empty room. For groups of students who were gardening, within 40 minutes, significant changes in immunoglobulin A and cortisol occurred, as compared to those who were not gardening. This resulted in fewer colds and respiratory problems reported by the gardening group. Other KSU research has measured social interaction, stress, and pain perception to fragrance, color, and plant density within hospital rooms, classrooms, and landscape gardens. Key words: horticultural therapy, human bio-monitoring, health and wellness, stress reduction, human issues in horticulture. Introduzione In tutto il mondo la densità della popolazione urbana sta aumentando a causa del progressivo abbandono delle zone rurali. Nel 2005, 246,5 milioni (83%) di persone negli Stati Uniti (USA) vivevano in zone * [email protected] metropolitane (U.S. Census Bureau, 2007). Gran parte di queste persone, ha un accesso limitato ad ambienti naturali o a contesti di orticoltura urbana. Su scala globale, la migrazione urbana in paesi sviluppati è aumentata dal 53% del 1990 al 60% del 2005. La maggior parte delle migrazioni nel mondo, è diretta ad aree urbane (United Nations, 2006). All’aumento della popolazione urbana, corrisponde un aumento del numero di persone esposte a contesti ad alto livello di stress e povertà, cattiva salute, accesso limitato all’educazione, nonché condizioni abitative inadeguate; il tutto all’interno di una situazione ambientale deteriorata. Questi problemi si traducono spesso in disordini sociali come dimostrato dall’aumento del crimine, della violenza domestica, del consumo di droghe, e di ogni altro tipo di interazione sociale di carattere negativo. Senza verde e senza un’organizzazione del paesaggio urbano che contribuisca a una riduzione dei rumori, degli odori e dell’inquinamento di aria ed acqua, gli ambienti urbani del futuro potrebbero diventare luoghi ancor più stressanti, inospitali e insalubri per coloro che ci vivono. Esistono molti aneddoti basati su esperienze ed evidenze in merito ai benefici che la presenza di piante determina sulla psiche e sulla salute umane, ma mancano verifiche più scientifiche capaci di descrivere la risposta biomedica degli individui alla vegetazione in contesti urbani. Il contesto storico Più di duemila anni fa i Taoisti Cinesi costruivano giardini panoramici credendo nel loro valore terapeutico, al fine di migliorare la salute umana (Louv, 2007). In Europa, già nel diciassettesimo secolo, attività descrivibili come appartenenti all’ambito dell’ortoterapia venivano considerate positivamente in relazione al loro utilizzo negli ospedali psichiatrici (Watson e Burlingame, 1960). In America, nel 1798, il Dr. Benjamin Rush, il primo Generale chirurgo nonché firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza, scrisse che “zappare ha un effetto curativo delle malattie mentali poiché, attraverso la sudorazione, fa sì che alcuni dei veleni causa dell’infermità psichica vengano espulsi dal corpo”. Nell’America coloniale 1 Mattson del 1813, i Quaccheri fondarono il Friends Hospital a Philadelphia all’interno del quale utilizzavano il giardinaggio come un importante trattamento per i malati di mente (Lewis, 1996). Nel 1890, il Dr. Charles Menninger a Topeka, in Kansas, fondò un centro per la cura delle malattie mentali nel quale conduceva ricerche sul trattamento dei malati psichici. Uno dei suoi figli, il Dr. Karl Manninger, lavorando assieme all’esperto di ortoterapia Rhea McCandliss e congiuntamente alla facoltà di orticoltura della Kansas State University, sviluppò il primo diploma di laurea e la prima specializzazione in ortoterapia nel 1971. È all’interno di questo programma di cooperazione che la ricerca sugli effetti biomedici di piante e paesaggi ha mosso i primi passi, e dove ebbero luogo lavori di avanguardia sul biofeedback (Mattson, 2008). Wilson (1986) descrisse il concetto di “biofilia”, come la “urgenza di affiliarsi con altre forme di vita”. Questo concetto, anche descritto come “teoria della natura”, è basato sull’idea che gli esseri umani sono sopravvissuti grazie al DNA e all’istinto, preservato fino ai giorni nostri, che li ha portati a preferire/selezionare certi ambienti favorevoli per la propria sopravvivenza come, ad esempio, la savana dell’Africa orientale (Lewis, 1996). Roszak (1992) sviluppò il concetto di “eco psicologia” per descrivere la “terapia del Natura”, cercando di comprendere l’interazione tra l’uomo e la Natura in termini di ciò che la Natura fa su di noi, e ciò che noi facciamo alla Natura. L’associazione degli psichiatri americana (American Psychiatric Association) ha identificato più di 300 disordini mentali descrivibili come determinati da disfunzioni individuali o condizioni sociali, senza mai però prendere in considerazione la possibilità che fossero determinati ambienti, piuttosto, ad essere disfunzionali per l’essere umano. Roszak suggerì quindi che fosse giunto il momento di “definire la salute mentale anche su base ambientale”. Sebbene la “teoria della Natura”, dia una spiegazione riguardo alla capacità di sopravvivenza dell’uomo, esistono altra due teorie in merito: la “teoria del nutrimento” e la “teoria dell’energia vitale”. Secondo la teoria del “nutrimento”, gli essere umani acquisiscono certi comportamenti per l’imprinting che ricevono durante l’infanzia in merito al valore che viene assegnato, a questi stessi comportamenti, dagli altri esseri viventi. Il profumo di rosa è il più riconoscibile e quello preferito al mondo, forse perché è il profumo maggiormente utilizzato dalle nostre madri. Questi aspetti emozionali possono portare all’ amore per la natura, ma anche alla paura, al dominio, e alla distruzione di ogni cosa che risulti estranea ed atipica (Mattson, 2007). 2 La “teoria dell’energia vitale” si riferisce a quelle forze invisibili che ci circondano, comunemente conosciute come auree. Popoli indigeni e le culture orientali “credono in una creazione unica in cui la vita è l’insieme di diverse incarnazioni delle energie elementari”. I cinesi chiamano questa forza “chi”, mentre i nativi americani la definiscono “il respiro”. Tutte le persone, le piante, gli animali, le pietre e i corsi d’acqua sono solo forme diverse della stessa forza vitale (Lewis, 1996). L’effetto Kirlian, che si ottiene applicando un’alta tensione elettrica a una pellicola fotografica, ha permesso di imprimere le immagini delle auree che circondano le dita di una mano, le foglie di una pianta, o anche di pietre e sassi. È probabile che le auree umane verranno utilizzate, un giorno, come base per la diagnosi medica con il fine di rilevare particolari malattie o la condizione di salute generale. La ricerca sul biofeedback condotta alla Menninger Foundation, sotto la direzione di Elmer e Alyce Green, ha potuto provare l’influenza della mente sulle reazioni, sia psicologiche che emozionali, degli individui sottoposti a stress. In particolare, il biofeedback è diventato uno strumento pratico attraverso l’uso della “scatola nera”, uno strumento collegato a trasmettitori applicati sulla punta delle dita di pazienti del Menninger afflitti da emicranie, ai quali veniva chiesto di rilassarsi. Accrescendo il flusso sanguigno verso le estremità del proprio corpo e aumentando la propria temperatura cutanea, i pazienti erano in grado di ridurre al minimo il dolore determinato dall’emicrania. Per pazienti ricoverati a causa di interventi chirurgici alla cistifellea, la vista passiva di paesaggi all’esterno della finestra della loro stanza d’ospedale, ha generato una riduzione della domanda di antidolorifici, nonché dei tempi di ricovero (Ulrich, 1990). Ulteriori ricerche sul recupero da stress attraverso la visione di ambienti naturali, hanno dimostrato che questa è associata a cambiamenti positivi della pressione sanguigna, della tensione muscolare e della conduttanza cutanea (Ulrich, 1991). Gli obbiettivi In questo articolo verrà presentato un sommario della ricerca svolta alla Kansas State University. Questo studio cominciò prima che gli strumenti per il biofeedback fossero disponibili e quindi comprende alcuni dei primi tentativi di misurare l’interazione uomo-pianta. Negli ultimi anni la ricerca della Kansas State University ha approfondito gli aspetti psicologici, emozionali e altri relativi alla salute umana come, tra gli altri, la risposta immunitaria e la sensibilità al dolore. Benefici socio-psicologici delle piante I metodi I diversi studi sono stati condotti e completati nel laboratorio per il biomonitoraggio in ortoterapia Nella Throckmorton Hall della Kansas State University, nonché nelle aule della stessa università, nei giardini botanici, nelle serre ed in vari laboratori per soggetti diversamente abili in Kansas. I primi passi della ricerca sono stati condotti con metodi manuali e le misurazioni si limitavano esclusivamente ad accertare la condizione psicologica dei soggetti attraverso, ad esempio, la temperatura della pelle. Con lo sviluppo del programma informatico per il biofeedback “F1000”, misurazioni multiple dei cambiamenti psicologici e delle onde celebrali cominciarono ad essere rilevate simultaneamente. Questo sistema richiedeva che il soggetto analizzato venisse direttamente collegato ai computer, rimanendo seduto all’interno di un laboratorio. Oggi, sono disponibili strumenti di monitoraggio leggeri e portatili in grado di fornire informazioni neurologiche, dati sui cambiamenti della frequenza cardiaca, sulla riduzione calorica, sul consumo dell’ossigeno, sul peso corporeo e altre condizioni. Tali nuovi strumenti possono essere applicati ai soggetti che li possono portare con sé nei giardini e negli ambienti nei quali si vuole svolgere la ricerca. I dati possono essere poi inviati con un’interfaccia wireless al programma di un personal computer, sul quale verranno elaborati e visualizzati. L’analisi dei cambiamenti nel sistema immunitario si basano invece sul prelievo di campioni di saliva degli individui, prima dell’inizio della prova ed entro 40 minuti dall’inizio della stessa. Vengono analizzati il cortisolo salivare e l’immunoglobulina A che sono i due maggiori indicatori dello stress rintracciabili nel sistema immunitario umano. Una simile procedura di ricerca è stata applicata per buona parte degli esperimenti di bio-monitoraggio. Alla prima lettura dei valori di base, seguivano degli stimoli per creare delle condizioni di stress. Ulteriori misurazioni avvenivano durante il recupero da tale situazione di stress, in presenza o in assenza di piante. In uno di questi studi, inoltre, gli individui ascoltavano delle registrazioni audio nelle quali venivano date istruzioni su varie tecniche di rilassamento, e la risposta dei soggetti veniva misurata in stanze con o senza piante. Oltre a questi rilevamenti, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti si sono potute ottenere anche altre informazioni sullo stato psicologico dei soggetti. Per misurare stati emotivi, per la maggior parte degli esperimenti si è utilizzato lo Zuckerman Inventory of Personal Reaction (ZIPERS) (Zuckerman, 1977). I risultati Regolazione della temperatura cutanea Doxon (1987) utilizzava misurazioni mediche per registrare il livello di stress in adulti con disabilità intellettive, impegnati in varie attività in serra o in laboratori protetti. Secondo i dati rilevati, coloro che erano impegnati nella serra hanno fatto segnare diminuzioni significative della pressione sanguigna e della risposta elettro-dermica da sudorazione (EDR), mentre la temperatura dermica cresceva: tutti e tre questi fattori indicavano una riduzione dei livelli di stress. Questa ricerca, da considerarsi quasi pioneristica, richiese tempi molto lunghi e misurazioni ripetute al fine di stabilire risultati accurati. In ogni caso, le misurazioni furono raccolte nei luoghi stessi in cui si svolgevano le attività, piuttosto che esclusivamente in laboratorio. In una ricerca per la quale vennero utilizzati i termistori della “scatola nera” (elettrodi), alcuni studenti della Kansas State University vennero distribuiti, secondo criteri casuali, in diverse stanze: una vuota, una con delle piante ed una con solamente le foto di quelle stesse piante (Coleman e Mattson, 1995). In questo studio i soggetti nelle stanze con piante o con foto, hanno fatto segnare una riduzione significativa del livello di stress. Allo stesso tempo, agli studenti veniva fatta ascoltare una registrazione nella quale venivano impartite istruzioni riguardo a tecniche di rilassamento. Aumenti della temperatura cutanea avvennero entro cinque minuti dall’inizio dell’esperimento. La riduzione del livello di stress continuò nei rimanenti venti minuti. Modificazioni della pressione sanguigna Grazie all’utilizzo dei dati medici forniti dalle strutture ospedaliere, una delle prime ricerche sull’ortoterapia comparò la pressione sanguigna in persone anziane dedite al giardinaggio; alcune non sottoposte ad alcuna cura, altre che vivevano in una situazione di parziale o totale dipendenza da cure (Fliegel, 1988). Per le persone anziane non sottoposte a cure, le condizioni cardiovascolari cambiavano con le stagioni. La pressione sanguigna diminuiva durante la primavera e l’autunno, per crescere poi durante i mesi estivi ed invernali col verificarsi di condizioni meteorologiche più critiche. Per quanto riguarda gli altri due gruppi (soggetti anziani in parziale e totale dipendenza da cure) non si riscontrarono cambiamenti cardiovascolari, a causa dell’assunzione di medicamenti per il 3 Mattson mantenimento della pressione sanguigna. Uno studio è stato poi condotto al giardino botanico di Wichita, in Kansas, dove sono state registrate, per quattro fine settimana consecutivi d’estate, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna di alcuni visitatori adulti. Una volta che i soggetti entravano nel giardino botanico, veniva richiesta loro la disponibilità a partecipare ad uno studio medico sulla salute cardiovascolare. Nel caso fossero stati d’accordo, e dopo aver firmato un documento che ne certificava il consenso, venivano registrate la loro pressione sanguigna e frequenza cardiaca. I giardini avevano alcune ambienti particolari: un giardino di sculture, uno di rose, uno con piante da fiore annuali, giardini di piante perenni e giardini di piante xerofite, laghetti e giochi d’acqua, collezioni arboree ed arbustive, una serra ed un’area naturale. Quando i soggetti lasciavano il giardino, veniva loro richiesto di sottoporsi agli stessi esami medici effettuati all’ingresso e di indicare quali ambientazioni del giardino erano, secondo loro, le più importanti. Le impressioni raccolte rivelarono preferenze simili per quanto riguarda i diversi scenari, attribuendo quindi eguale importanza a tutti gli elementi del giardino botanico quali parte integrante dell’esperienza nello stesso. Camminare, correre ed altri tipi di attività fisica hanno normalmente l’effetto di elevare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Tuttavia, ciò non è stato rilevato nello studio effettuato nel giardino botanico. Il potenziale effetto antistress di quel particolare paesaggio ha prodotto una significativa diminuzione della pressione arteriosa sistolica per tre dei quattro giorni in cui questa è stata misurata. Le alte temperature del quarto giorno generarono un diverso tipo di stress e quindi un aumento della pressione sanguigna. In ambienti urbani, la salute ed il benessere dei nostri sistemi cardiovascolari può essere migliorata semplicemente avendo accesso a paesaggi che possano ridurre lo stress (Owen, 1990). In un altro studio sono state registrate la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca in 52 soggetti anziani che dovevano, secondo una selezione del tutto casuale, vedere passivamente (a) un giardino composito con un via vai di persone e la presenza di fontane ed impianti floreali, (b) un semplice, calmo ed ombreggiato giardino meditativo, o (c) la vista del tetto di un edificio (Kimura, 2005). Le misure fisiologiche venivano registrate all’inizio e alla fine del test, intervallate da una pausa di 20 minuti. In questo caso non sono state rilevate differenze significative ai diversi ambienti, poiché la maggior parte degli anziani erano sotto trattamento medico contro l’ipertensione. Tuttavia, i maschi sottoposti alla visione dei due 4 giardini rivelarono che il tempo d’attesa sembrava più breve di quanto si aspettassero. Risposte alfa e beta all’elettroencefalogramma al lobo celebrale destro (EEG) Misurazioni delle onde celebrali sono state effettuate ed analizzate per la prima volta alla Kansas State Unversity con una ricerca che, coinvolgendo 75 studenti e 75 studentesse, mirava a valutare le loro risposte alla presenza di gerani rossi in fiore e gerani non fioriti (Kim e Mattson, 2002). Dopo un tempo base di 5 minuti, ogni studente è stato sottoposto alla visione di un filmato della durata di 10 minuti con contenuti altamente stressanti. A ciò seguiva un periodo di recupero di altri 5 minuti. Le misure dell’attività delle onde celebrali (alfa: 8-12 Hz; beta: 21-27 Hz), della risposta elettro-dermica (EDR) e della temperatura cutanea delle dita, venivano svolte in condizioni standard di laboratorio. Riduzioni dello stress sono associate a un aumento delle onde alfa e della temperatura cutanea e a una riduzione dell’EDR. Le onde beta sono più rapide delle alfa e sono associate alle normali attività di veglia, quando si è concentrati sugli stimoli esterni. I soggetti venivano casualmente disposti in tre stanze: una stanza con gerani rossi in fiore, una con gerani a foglie verdi (non in fiore), e una senza gerani (controllo). In linea generale i gerani in fiore offrirono un più efficiente sollievo allo stress rispetto a quelli non in fiore ed entrambe le piante furono più efficienti rispetto alla stanza vuota. Più in particolare, le ragazze identificate come soggette ad alti livelli di stress, mostrarono una più immediata riduzione delle onda beta veloci (fig. 1) e dell’ EDR (fig. 2) ed un aumento della temperatura dell’epidermide delle dita (fig. 3). Il tempo di reazione segnato era di 2 minuti. Le studentesse meno stressate, invece, hanno aumentato la lunghezza d’onda beta in risposta ai gerani rossi in fiore. Inoltre, sono state individuate differenze in base al genere, per quanto concerne sia la risposta psico-fisiologica che la reazione emozionale auto-valutata, con gli studenti di sesso maschile che non mostravano di essere significativamente influenzati da qualsiasi trattamento. In un altro studio che ha coinvolto 32 studenti e 34 studentesse dell’università, sono stati misurati, a condizioni di laboratorio, gli effetti visuali ed olfattivi del colore e del profumo dei fiori (Liu et al., 2004). Le misurazioni psicologiche riguardarono la lunghezza d’onda beta ed alfa, l’EDR, e la temperatura cutanea delle dita. Il processo sperimentale prevedeva un periodo di base di 5 minuti seguito da un tempi pari a un minuto dedicato ad un esercizio aritmetico mentale, seguito a sua volta da un periodo di recupero di 7 Benefici socio psicologici delle piante minuti. Gli studenti vennero assegnati in maniera casuale ai seguenti ambienti: (1) stanza con solo fiori recisi, (2) stanza con profumo di lavanda, (3) stanza con fiori recisi e profumo di lavanda e (4) la stanza neutra come controllo. Con gli studenti di sesso maschile il profumo di lavanda ha funzionato come stimolante, mentre le donne diventavano più rilassate. Gli studenti maschi hanno accresciuto l’accuratezza dei loro calcoli matematici nella stanza con i fiori recisi. Le ragazze coinvolte hanno accresciuto significativamente la velocità di calcolo nella stanza con i fiori recisi, mentre in quella con il profumo di lavan- Fig. 3 - Risposta della temperatura dell’epidermide delle dita in femmine sottoposte ad elevato stress e successivamente poste in stanze in presenza di piante di geranio in fiore (fiori rossi), o di piante di geranio non in fiore o in stanze senza piante (Kim e Mattson, 2002). Fig. 3 - Trends in recovery of finger skin temperature responses of high-stress induced females exposed to red-flowering geraniums, non-flowering geraniums, or no plants after induced stressors (Kim and Mattson, 2002). Fig. 1 - Attività delle onde cerebrali Beta in femmine sottoposte ad elevato stress e successivamente poste in stanze in presenza di piante di geranio in fiore (fiori rossi), o di piante di geranio non in fiore o in stanze senza piante (Kim e Mattson, 2002). Fig 1 - Trends in recovery of Beta brainwave activity of highstress induced females exposed to red-flowering geraniums, nonflowering geraniums, or no plants after induced stressors (Kim and Mattson, 2002). Fig. 2 - Risposta elettro-dermica da sudorazione (EDA = EDR) in femmine sottoposte ad elevato stress e successivamente poste in stanze in presenza di piante di geranio in fiore (fiori rossi), o di piante di geranio non in fiore o in stanze senza piante (Kim e Mattson, 2002). Fig. 2 - Trends in recovery of electro-dermal activity (EDA) responses of high-stress induced females exposed to red-flowering geraniums, non-flowering geraniums, or no plants after induced stressors (Kim and Mattson, 2002). da hanno fatto segnare un aumento sia della velocità che dell’accuratezza di calcolo. Simulando ambienti da ufficio, 45 studenti e 45 studentesse sono stati selezionati in maniera casuale per delle stanze contenenti: piante verdi ed in fiore, solo piante verdi, o nessuna pianta (Tomono, 2003). L’esperimento cominciava con una prima sessione di base di 5 minuti, cui seguivano altri 5 minuti dedicati ad un esercizio di battitura, per finire con altri 5 minuti post-esercitazione. Venivano registrate l’attività delle onde celebrali, la reazione elettro-dermica e la temperatura cutanea alle estremità delle dita. Le donne coinvolte provarono livelli inferiori di stress in presenza di piante verdi ed in fiore, rispetto a quelle impegnate in stanze prive di piante. L’attività delle onde celebrali alfa nelle donne cresceva, indicando uno stato mentale più rilassato. I maschi non sono risultati influenzati da nessuno dei trattamenti. Non si sono notate differenze nella produttività, forse a causa del poco tempo dedicato all’esercizio di battitura. Le risposte del sistema immunitario Il ruolo dello stress in spazi chiusi o urbani può essere misurato attraverso la valutazione delle reazioni dei sistemi immunitario ed endocrino. La secrezione di immunoglobulina A (sIgA) è l’anticorpo predominante nel sistema immunitario della mucosa e la sua presenza aiuta a prevenire malattie delle vie respiratorie superiori. Il cortisolo è il più importante glicocorticoide (ormone steroideo) che reagisce allo stress 5 Mattson aumentando l’utilizzazione del glucosio per produrre energia: esso regola le più importanti funzioni endocrine come il metabolismo di carboidrati e lipidi, nonché le funzioni ed i comportamenti cardiovascolari. Il cortisolo aumenta quando il fisico è sotto stress. Campioni di saliva venivano raccolti prima e dopo un test parte di un esperimento attraverso il quale si voleva esaminare lo stato del sistema immunitario in due gruppi di 12 studentesse, impegnati in due diverse attività. Le ragazze del primo gruppo, sedevano in un’aula durante l’insegnamento di orticoltura (gruppo passivo), mentre le ragazze del secondo (gruppo attivo) lavoravano in una serra-laboratorio in presenza di piante (Cho et al., 2000; Cho, 2002). Dopo poche sessioni, il gruppo attivo evidenziava un aumento delle emozioni positive (p<0,03), un aumento significativo dei livelli di sIgA (p<0,02) (fig. 4) e una diminuzione del livello di cortisolo (p<0,03) (fig. 5) nel sistema immunitario salivare. Queste variazioni nei livelli del sistema immunitario vennero rilevate dopo meno di 40 minuti dall’inizio del lavoro. Le misure furono prese per un periodo di 15 settimane con situazioni di stress in aumento durante l’esperimento, ma senza che venissero rilevate differenze nella condizione medica riguardo ad infezioni del sistema respiratorio superiore, tra i gruppi passivi ed attivi. Fig. 4 - Livelli totali di Immunoglobulina A (sIgA) nella saliva degli studenti, prima (pre-) e dopo nove sessioni di attività in orticoltura. Pre-post fa riferimento alle variazioni tra i livelli iniziali e a fine attività. I cerchi vuoti rappresentano le medie dei valori osservati negli studenti impegnati nelle attività pratiche di giardinaggio. I cerchi pieni rappresentano le medie dei valori osservati negli studenti impegnati nelle attività teoriche di orticoltura in aula (Cho et al., 2000). Fig. 4 - Total secretory Immunoglobulin A (sIgA) levels before (pre-) and after nine horticultural sessions. Pre-post indicates change in between initial and final values. Open circles are means of active gardening students. Solid circles are means of students listening to horticulture lectures (Cho et al., 2000). 6 Fig. 5 - Livelli di cortisolo nella saliva degli studenti, prima (pre-) e dopo nove sessioni di attività in orticoltura. Pre-post fa riferimento alle variazioni tra i livelli iniziali e a fine attività. I cerchi vuoti rappresentano le medie dei valori osservati negli studenti impegnati nelle attività pratiche di giardinaggio. I cerchi pieni rappresentano le medie dei valori osservati negli studenti impegnati nelle attività teoriche di orticoltura in aula (Cho et al., 2000). Fig. 5 - Levels of salivary cortisol measured before (pre-) and after nine horticultural sessions. Pre-post indicates change in cortisol levels. Open circles are means of active gardening groups. Solid circles are means of students listening to horticultural lectures (Cho et al., 2000). Sensibilità al dolore Proseguendo il lavoro di Ulrich (1984), una ricerca venne completata attraverso il coinvolgimento di 90 studentesse dell’università, le quali furono assegnate in maniera casuale a diverse, e finte, stanze d’ospedale: con ‘piante verdi e in fiore’, solo con ‘piante verdi’, o senza ‘nessuna pianta’ (Park, 2002; Park et al., 2004). Dopo il tempo base di 5 minuti, veniva richiesto loro di inserire una mano in una bacinella con dell’acqua ghiacciata, così da generare uno stress di tipo doloroso, cui seguiva un tempo di recupero di altri 5 minuti. L’attività delle onde celebrali alfa (8-12 Hz) e beta (21-27 Hz), l’EDR e la temperatura cutanea delle dita vennero misurate continuativamente e simultaneamente. La visone passiva di piante produceva minore attività beta e valori EDR più bassi, e temperature cutanee più elevate se comparate con la situazione in cui le piante erano assenti. Durante il periodo di stress da dolore, le studentesse all’interno della stanza con ‘piante verdi e in fiore’ hanno fatto segnare livelli superiori di tolleranza al dolore, nonché livelli più bassi di sofferenza e minore percezione dello stesso, se comparate con le studentesse all’interno delle altre stanze. Novanta pazienti operati di appendicectomia e che stavano recuperando dall’operazione in uno dei più importanti ospedali coreani, hanno avuto bisogno di Benefici socio psicologici delle piante quantità minori di analgesici post-operazione, facendo inoltre segnare livelli più bassi di pressione sanguigna e frequenza cardiaca, se ricoverati in stanze d’ospedale arredate con piante e se comparati con coloro assistiti in stanze prive di vegetazione (Park e Mattson, 2008). Anche i livelli di dolore, ansietà e stanchezza, erano ridotti nelle stanze con piante. Un altro studio effettuato su novanta pazienti operati di tiroidectomia ed assegnati in maniera casuale a stanze con o senza piante, ha portato a simili risultati, con tempi di ricovero sensibilmente minori per i soggetti alloggiati nelle stanze con le piante (Park e Mattson, 2009). Piante e fiori negli ambienti ospedalieri possono essere elementi non invasivi, poco costosi, e risultano come una efficiente medicina complementare per pazienti che stanno recuperando dopo un’operazione nella zona addominale. L’esercizio fisico e il consumo di energia Il consumo calorico, la frequenza cardiaca, variazioni di peso e di grasso corporeo di 36 studenti universitari impegnati in attività orticole e non orticole, sono stati misurati per un periodo di 30 minuti (Sugimoto et al., 2005). La comparazione avvenne tra attività svolte su di una sedia a rotelle, in piedi/camminando, oppure a riposo. Il consumo di calorie e la frequenza cardiaca erano significativamente più alte per gli studenti impegnati in attività da svolgersi in piedi o seduti, rispetto a quelli a riposo. Il recupero della frequenza cardiaca è stata significativamente più rapido per tutti quegli studenti impegnati in attività di orticoltura. Operare in un orto è simile ad altre attività che richiedono un esercizio aerobico e continuo nel tempo, e risulta efficace nel ridurre il peso, bruciando i grassi corporei. Quando impegnati in attività di orticoltura, la spesa energetica per muoversi su di una sedia a rotelle è risultata notevolmente maggiore rispetto a quella relativa a chi camminava. Conclusioni Grazie agli studi ed alle ricerche svolte negli ultimi 22 anni alla Kansas State University nell’ambito dell’ortoterapia, appare sempre più chiaro che le persone rispondono alla presenza fisica e sensoriale delle piante. I risultati delle ricerche supportano le teorie naturali, del nutrimento e dell’energia vitale, anche se i metodi di ricerca sono solo nella prima fase di sviluppo, successiva alla teoria. I primi laboriosi sforzi di ricerca sviluppati all’interno dei laboratori, sono stati oggi facilitati grazie a strumentazioni portatili per il bio-monitoraggio che consentono di registrare ed accumulare dati. Con essi si possono poi sviluppare statistiche essenziali riguardo l’influenza emozionale e fisica delle attività in orticoltura. Questi dati fisiologici combinati con altri psicologici, danno la possibilità ai ricercatori di monitorare sia l’influenza emozionale che quella fisica di attività svolte negli orti e nei giardini. Maggiori ricerche sono tuttavia necessarie per stabilire le basi dello stress in vari ambienti e paesaggi urbani forniti o privi di vegetazione. Riassunto I progressi tecnologici nel campo della strumentazione biomedica permettono oggi di registrare e comprendere le reazioni umane alla presenza di piante in ambiente urbano. In particolare, il biofeedback è un metodo sperimentale utilizzato per quantificare lo stress attraverso il monitoraggio di diversi indicatori psico-fisici e della salute, quali: la temperatura cutanea alle estremità delle dita, la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, la velocità delle onde celebrali alfa e beta, nonché i livelli di immunoglobulina A e cortisolo. Questo lavoro vuole essere una sintesi degli ultimi venti anni di ricerca condotti dalla Kansas State University nell’ambito della ortoterapia, con l’obbiettivo di misurare gli effetti fisici, comportamentali e sociali dell’interazione tra uomini e piante. Parole chiave: orticoltura terapeutica, salute e benessere, riduzione dello stress, uomo e orticoltura. Traduzione autorizzata da ISHS a cura di Giacomo Orsini. 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