i distretti energetici agroforestali fra sostenibilità economica e tutela

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i distretti energetici agroforestali fra sostenibilità economica e tutela
SUSANNA NOCENTINI (*)
I DISTRETTI ENERGETICI AGROFORESTALI
FRA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E TUTELA AMBIENTALE (1)
(*) Dipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali, Università degli Studi di Firenze;
[email protected]
La pianificazione di distretti energetici agro-forestali sostenibili richiede la verifica della possibilità
di attivare filiere di produzione basate sulle reali capacità produttive del territorio, compatibili con i
principi di tutela ambientale e con le esigenze di sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Questa
complessa problematica è stata affrontata nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale
(PRIN2007) “Distretti energetici agroforestali sostenibili”. I risultati del Progetto sono stati discussi in
un Workshop tenuto a Firenze il 10 febbraio 2011, dove sono state presentate anche alcune significative
esperienze applicative a diverse scale territoriali. Le conclusioni indicano chiaramente che l’utilizzo
di biomasse agrarie e forestali può produrre effetti positivi da un punto di vista ambientale oltre che
economico e sociale, solo se si va nella direzione di distretti energetici caratterizzati da filiere «corte».
Per il dimensionamento di tali distretti il Progetto ha elaborato metodologie innovative per stimare sia
la reale offerta di materia prima compatibile con gli altri usi tradizionalmente presenti sul territorio e
con le sue caratteristiche ecologiche, sia l’effettiva domanda di energia presente negli specifici contesti
territoriali.
Parole chiave: biomassa agraria e forestale; distretti energetici; pianificazione territoriale.
Key words: agricultural and forest biomass; energy districts; land planning.
Citazione - Nocentini S., 2011 – I distretti energetici agroforestali fra sostenibilità economica e tutela
ambientale. L’Italia Forestale e Montana, 66 (4): 263-266. doi: 10.4129/ifm.2011.4.01
La possibilità di soddisfare i fabbisogni energetici della società attuale attraverso la trasformazione delle biomasse vegetali è divenuta
negli ultimi decenni una delle possibili strategie per ridurre l’impatto ambientale dell’uso di
combustibili fossili non rinnovabili.
Secondo l’ultimo rapporto della FAO (2010),
l’energia prodotta da biomassa è pari a circa il
10% (47 exajoules [EJ]) di tutta l’energia primaria che viene consumata a livello globale
(circa 500 EJ) ed è più di quanto non venga
prodotto complessivamente da tutte le altre
fonti rinnovabili e nucleari considerate assieme
(IEA). Si stima che oltre 2/3 di questa energia
da biomassa venga usata per il riscaldamento
e per cucinare cibi nei paesi in via di sviluppo,
mentre la parte rimanente (15 EJ) viene con-
1
Lavoro svolto nell’ambito del progetto MIUR PRIN 2007
“Distretti energetici agroforestali sostenibili” (Coordinatore
nazionale: S. Nocentini).
sumata nei paesi industrializzati sia per applicazioni industriali sia per il riscaldamento nel
settore privato (Heinimö et al., 2007). Sempre
secondo il rapporto della FAO, il legno rappresenta ancora l’87% di tutta la biomassa utilizzata a livello globale per produrre energia e
la legna da ardere e il carbone di legna assieme
rappresentano il 74%, quasi tutto prodotto e
consumato nei paesi in via di sviluppo.
L’Italia, dalle statistiche internazionali, risulta il primo importatore mondiale di legna
da ardere (Pettenella e Ciccarese, 2009).
Questo nonostante il fatto che oltre metà dei
boschi siano stati governati a ceduo e già da
diversi anni si assista a una ripresa delle ceduazioni, fenomeno che in alcune aree del paese
sta assumendo dimensioni di un certo rilievo.
Tra l’altro è ben noto che in Italia i dati ufficiali
sul consumo e sulla produzione di legna da ardere mostrano molte incertezze e discrepanze,
tanto da renderli sostanzialmente inattendibili
(Ciccarese et al., 2003).
– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments
© 2011 Accademia Italiana di Scienze Forestali
66 (4): 263-266, 2011
doi: 10.4129/ifm.2011.4.01
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In questo quadro si inserisce negli ultimi anni
l’individuazione di specifici obiettivi quantitativi per la politica energetica basata sulle risorse
rinnovabili e in particolare sulle biomasse agroforestali.
Sono molti gli interrogativi che sorgono sulle
implicazioni di questa nuova domanda per il
comparto primario ed è emersa con forza la necessità di valutare il possibile rischio di conflittualità tra produzioni energetiche agroforestali
e produzioni per le filiere già attive sul territorio. Inoltre, riguardo ai reali effetti di tali politiche sulla mitigazione dei possibili cambiamenti
climatici, diviene prioritario valutare il contributo complessivo di queste politiche sul ciclo
del carbonio.
Si pone così la necessità di pianificare “distretti energetici” sostenibili, verificando la
possibilità di attivare filiere di produzione basate sulle reali capacità produttive del territorio,
compatibili con i principi di tutela ambientale
e con le esigenze di sviluppo sostenibile delle
popolazioni locali.
A livello nazionale si sta inoltre affermando
il concetto che la produzione di energia con
impianti fotovoltaici a terra e con impianti a
biomasse che utilizzano prodotti agricoli, deve
essere considerata una differente forma di attività agricola e quindi strettamente connessa
all’economia locale incentrata sul territorio. La
progettazione di interventi sganciati dalle reali
potenzialità produttive locali e non commisurati alla effettiva domanda di energia, rischiano
infatti di essere solo fonte di conflitti o, nella
peggiore delle ipotesi, di speculazioni.
In questo quadro si inserisce l’attività del
Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale
“Distretti energetici agroforestali sostenibili”1
finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Alle attività del Progetto hanno partecipato quattro Unità di Ricerca: il Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Ambientali Forestali - DISTAF (responsabile
S. Nocentini), il Dipartimento di Economia
Agraria e delle Risorse Territoriali - DEART
Progetto MIUR-PRIN 2007N47953 – Coordinatore
nazionale S. Nocentini.
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(responsabile I. Bernetti) dell’Università di
Firenze, il Dipartimento Scienze Ambiente
Territorio - DiSAT dell’Università del Molise
(responsabile V. Garfì) e il Dipartimento di
Agronomia e Gestione dell’Agro-ecosistema Scuola S. Anna, dell’Università di Pisa (responsabile N. Silvestri).
L’obiettivo prioritario del progetto è quello
di sperimentare modelli di analisi su base geografica a supporto della pianificazione territoriale di distretti energetici agroforestali.
Le attività sono state organizzate secondo
alcune linee principali che hanno riguardato
la messa a punto di metodi per la stima della
potenzialità produttiva di biomasse agricole e
di biomasse forestali secondo criteri di sostenibilità ecologica ed economica, metodi per la
perimetrazione dei distretti energetici e infine
modelli per l’ottimizzazione della filiera biomassa-energia.
Questo numero della rivista L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest
and Mountain Environments raccoglie gli
interventi presentati al Workshop finale del
Progetto, tenuto a Firenze il 10 febbraio 2011,
che ha visto anche il contributo di alcune significative esperienze applicative nel settore
della pianificazione e progettazione di filiere a
biomasse agricole e forestali in diversi contesti
territoriali.
Cinque lavori riferiscono dei risultati scientifici del progetto. Per valutare il contributo delle
colture dedicate al settore delle agroenergie in
Toscana, Ragaglini, Villani, Silvestri e Bonari hanno sviluppato un modello dinamico in
grado di interrogare simultaneamente più strati
informativi e di elaborare il risultato in riferimento a unità territoriali di dettaglio minimo.
I risultati indicano che le specie che sembrano
presentare le maggiori prospettive di potenziale
diffusione sono il girasole e la colza per le colture destinate alla produzione di biocarburanti
di prima generazione, e la canna fra le specie
lignocellulosiche.
Garfì, Lasserre, Chirici, Tonti, Ottaviano, Puletti , Palombo e Marchetti
hanno effettuato una stima spazializzata della
produttività potenziale delle risorse agroforestali per uso energetico a due differenti
i distretti energetici agroforestali fra sostenibilità economica e tutela ambientale
scale geografiche: la prima a livello nazionale,
la seconda a livello regionale, utilizzando la
Regione Molise come caso di studio. Per la
stima della disponibilità di biomassa forestale
è stata applicata, sia a livello nazionale, sia a
livello regionale, la metodologia messa a punto
nell’ambito del Progetto da Nocentini, Puletti e Travaglini, che garantisce la sostenibilità della gestione delle risorse forestali sulla
base del criterio prudenziale della provvigione
minimale opportunamente contestualizzato.
I risultati del lavoro di Garfì et al. indicano
che il comparto che potenzialmente può dare
il maggiore contributo, sia a livello nazionale,
sia a livello della Regione Molise, è quello delle
colture permanenti (ulivo e vite: più del 75%
della biomassa potenzialmente disponibile)
mentre il comparto forestale (ceduo e fustaie)
rappresenta meno del 25%.
Nocentini, Puletti e Travaglini hanno poi
applicato il modello per la stima spazializzata
della biomassa forestale potenzialmente ritraibile da fustaie secondo criteri di sostenibilità, a
un comprensorio caratterizzato dalla presenza
di soprassuoli di marittimo (Pinus pinaster Ait.)
localizzato nel settore centro-meridionale della
Regione Toscana.
Un modello di regionalizzazione basato su
criteri e indicatori economici, sociali e ambientali per pianificare distretti agro-energetici sostenibili non solo dal punto di vista ambientale
ma anche sociale ed economico, è stato messo a
punto da Bernetti, Ciampi, Sacchelli e Marinelli. L’applicazione del modello alla Regione Toscana come caso di studio ha consentito una prima individuazione di potenziali distretti sulla base del rapporto offerta/domanda
agro-energetica. Per ottimizzare la pianificazione di distretti bio-energetici, con l’obiettivo
di minimizzare l’impronta di carbonio (carbon
footprint), è stato presentano un approccio che
utilizza la meotodologia SKATER e segue un
processo in tre fasi. Il metodo è stato poi applicato da Bernetti, Ciampi e Sacchelli alla
Provincia di Firenze come caso di studio.
Complessivamente, questi lavori hanno
messo a punto strumenti e approcci metodologici in grado di fornire una visione sinottica
della localizzazione, qualitativa e quantitativa,
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delle differenti fonti di approvvigionamento,
indispensabile per effettuare scelte pianificatorie appropriate e realmente sostenibili nel
tempo, quali, ad esempio, la definizione di
distretti energetici agroforestali, capaci di alimentare impianti di piccola potenza diffusi sul
territorio.
Esperienze concrete di pianificazione e realizzazione di filiere basate sulle biomasse agricole
e forestali sono state descritte da tre contributi
tecnici. Pavone et al. presentano un piano di
analisi territoriale elaborato per la Regione Molise considerando i vari comparti delle agrienergie (legna, cippato, pellet, biogas e olio vegetale
puro), con particolare attenzione alle biomasse
di origine forestale. Il piano prevede, per ciascun comparto, uno specifico piano di azione
secondo modelli di impiego effettivamente replicabili a scala aziendale e/o interaziendale. Il
piano ha valutato anche il contributo alla riduzione dei gas effetto serra in un’ottica di sostituzione dei combustibili fossili con i combustibili
legnosi. Drosera e Mottola descrivono l’esperienza del Consorzio Forestale delle Cerbaie
(Provincia di Pisa) costituito grazie a un contributo finanziario percepito in qualità di partner
del Progetto semplice transfrontaliero ItaliaFrancia Marittimo denominato BIOMASS.
La Provincia di Pisa ha avviato diverse azioni
volte allo studio dell’ambiente e del territorio
delle Cerbaie, alla verifica della sostenibilità
delle filiere bosco-legno-energia, alla pianificazione forestale delle superfici facenti capo alla
gestione associata ed alla promozione del Consorzio stesso. Infine, come esempio di filiera
“cortissima”, Bartolozzi e Galipò presentano la rete di teleriscaldamento alimentata con
legno cippato proveniente dall’applicazione del
nuovo Piano di gestione della Riserva Naturale
Statale Biogenetica di Vallombrosa.
In conclusione, l’insieme delle attività sperimentali scaturite dal Progetto di Ricerca
di Interesse Nazionale “Distretti energetici
agroforestali sostenibili”, supportate da significative esperienze applicative a diversa scala
territoriale, indicano chiaramente che l’utilizzo
delle biomasse agrarie e forestali può produrre
effetti positivi da un punto di vista ambientale,
oltre che economico e sociale, solo se si va nella
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direzione di un dimensionamento di distretti
energetici utilizzando metodologie di stima
sperimentate e sulla base di dati rilevati con un
sufficiente grado di accuratezza. E questo sia
per quanto riguarda la reale offerta di materia
prima compatibile con gli altri usi tradizionalmente presenti sul territorio, sia per quanto riguarda l’effettiva domanda di energia in ogni
specifico contesto territoriale.
SUMMARY
Energy districts based on agricultural and forest biomass
between economic and environmental sustainability
Energy districts based on the sustainable use of
agricultural and forest biomass must be dimensioned to
the effective productive potential and at the same time
guarantee environmental conservation and sustainable
development of local populations. Defining methods and
approaches for planning such districts is the aim of the
National Research Project “Sustainable agriculture and
forestry energy districts”, funded by the Italian Ministry
of University and Research (PRIN2007). Results of this
Project, together with three significant examples of energy
district planning at different territorial scales, have been
presented at a Workshop held in Florence on February
10th, 2011. Innovative methods for estimating available
and ecologically sustainable production of forest and
agricultural biomass based on geographic information
systems are one of the main outputs of this Project. The
overall results clearly point out that the use of agricultural
and forest biomass for energy production can produce
positive effects both from an environmental and socioeconomic point of view only if energy districts are
planned taking into account also other local traditional
resource uses. In the Italian context, energy production
chains using forest and agricultural biomass should be
“short” and closely linked to the actual energy needs of
each specific territorial context and to its real productive
potential.
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