Antiriciclaggio e pagamenti frazionati: una difficile definizione

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Antiriciclaggio e pagamenti frazionati: una difficile definizione
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Nel nostro ordinamento vige il divieto di trasferimento di contante per importi superiori a euro 999,99.
La norma, che appare di per sé di facilissima applicazione (in quanto si tratta semplicemente di rispettare la soglia
massima prevista), genera invece alcune difficoltà applicative quando si parla di operazioni frazionate.
Ai sensi del D.Lgs. 231/2007 è infatti definita operazione frazionata un’operazione “unitaria sotto il profilo economico, di
valore pari o superiore ai limiti stabiliti dal presente decreto, posta in essere attraverso più operazioni, singolarmente
inferiori ai predetti limiti, effettuate in momenti diversi ed in un circoscritto periodo di tempo fissato in sette giorni ferma
restando la sussistenza dell’ operazione frazionata quando ricorrano elementi per ritenerla tale”.
Uno dei punti sui quali è stata in primis concentrata l’attenzione riguarda l’inciso “effettuate in momenti diversi ed in un
circoscritto periodo di tempo fissato in sette giorni”: ai sensi della disposizione appena richiamata, devono ritenersi
consentiti i singoli pagamenti in contanti, di importo unitario inferiore al limite prefissato, a distanza di più di sette
giorni l’uno dall’altro?
In altre parole, se ricevo una fattura da 2.000 euro, posso pagare 500 euro in contanti ogni dieci giorni?
Ebbene, l’11 novembre 2013 il Mef e la GdF hanno fornito una serie di risposte alla stampa specializzata, nell’ambito
delle quali non si è mancato di tornare a definire il concetto di operazione frazionata.
In tale occasione è stato precisato che non esiste alcun automatismo: “ciò che rileva è l’ emersione, evincibile dal
complesso della documentazione e delle informazioni rilevanti nel singolo caso di specie, di un intento esclusivo della
normativa di limitazione all’ utilizzo del contante”.
Pertanto, il professionista che, nel registrare i pagamenti correlati ad una fattura, noti delle uscite di cassa a distanza di
dieci giorni l’una dall’ altra, non potrà automaticamente escludere l’ unitarietà dell’operazione. Dovrà invece valutare
attentamente il caso concreto e verificare se può trattarsi di una modalità di pagamento volta esclusivamente a eludere
la disciplina in tema di circolazione del contante.
Perché allora introdurre questo termine di sette giorni? Come chiarisce sempre il Mef, la disposizione è stata introdotta
al solo fine di definire un arco temporale certo entro il quale l’operazione può ritenersi unica, eliminando così le
incertezze interpretative che si erano manifestate in passato.
Il frazionamento ammesso
È ammesso il frazionamento solo quando sia già previsto dalla prassi commerciale in uso oppure vi è un contratto
sottoscritto tra le parti con il quale si prevede il pagamento rateale degli importi.
Questo è quanto è stato previsto dal Consiglio di Stato nel 1955 (Parere 1540/1995, Sezione III), e costantemente
richiamato nei chiarimenti e nelle circolari che nel tempo sono state emesse dalle Autorità di settore.
E tuttavia bene ricordare che resta fermo il potere dell’Amministrazione Finanziaria di ritenere l’operazione
artificiosamente frazionata.
Non risulta quindi sempre sufficiente l’esistenza di un semplice accordo scritto tra le parti con il quale vengono
concordate specifiche scadenze di pagamento: sarà infatti necessario valutare sempre il caso concreto, al fine di poter
verificare se vi è un intento elusivo.
Il pagamento parziale
Ipotizziamo che una fattura di importo pari a 1.500 euro sia stata pagata per 900 euro in contanti e, per le restanti 600
euro, con un assegno bancario non trasferibile.
In questo caso dobbiamo ritenere violata la normativa in tema di circolazione del contante? Il limite che rileva è quello
dell’ intera fattura o quello del singolo pagamento in contanti?
Ebbene, in questo caso si dovrà tener conto dell’ importo pagato in contanti. Qualsiasi fattura, pertanto, può essere
pagata in contanti fino a 999,99 euro, mentre la restante parte dovrà necessariamente essere regolata con strumenti di
pagamento tracciabili.
AUTORE: Redazione Fiscal Focus