Discorso dell`On. Gianluigi Magri al Consiglio dei Governatori del
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Discorso dell`On. Gianluigi Magri al Consiglio dei Governatori del
Intervento dell’On.le Gianluigi Magri Sottosegretario di Stato Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Consiglio dei Governatori dell’IFAD Roma 18 e 19 Febbraio 2004 Signor Presidente, Signore e Signori Governatori, Signore e Signori Delegati, in nome del Governo della Repubblica Italiana, e mio personale, porgo il benvenuto ai partecipanti del ventisettesimo Consiglio dei Governatori dell’IFAD e rivolgo un saluto particolare al Presidente del Burkina Faso che ci onora della sua partecipazione a questo Consiglio. L’Italia si aspetta risultati importanti da questa riunione ai fini della riduzione della povertà nelle aree rurali più povere. Sono onorato di entrare a far parte, come nuovo Governatore per l’Italia di un’istituzione che svolge un ruolo così importante tra gli organismi internazionali che si occupano dello sviluppo dell’agricoltura. Desidero innanzi tutto esprimere il sostegno del Governo italiano al programma di lavoro per il 2004 e alla strategia di medio periodo dell’IFAD e un particolare apprezzamento per i risultati ottenuti lo scorso anno. Desidero inoltre congratularmi con il Presidente Bäge e il management che ha svolto un lavoro eccellente nel conseguimento degli obiettivi di questa istituzione. Sono lieto di annunciare, in questa occasione, la definitiva approvazione da parte del parlamento italiano, del contributo alla V ricostituzione delle risorse dell’IFAD. L’Italia, conscia dei doveri che ad essa derivano dall’Accordo di sede e quindi dalla sua veste di Paese ospite, ha di buon grado aderito, nel quadro della sua politica di valorizzazione della presenza a Roma del polo agro-alimentare delle Nazioni Unite, alla richiesta dell’IFAD di poter disporre di una nuova sede che meglio risponda a quelle esigenze di sicurezza, adeguatezza e visibilità del Fondo, che essa condivide pienamente. Sono certo che la nuova sede di via Paolo di Dono non solo contribuirà ad un maggior prestigio dell’Organizzazione, ma rappresenterà soprattutto uno strumento considerevole per una funzionalità ottimale delle strutture del Fondo. La lotta alla povertà Le cause della povertà delle aree rurali e delle frequenti carestie sono ben note: disastri naturali, conflitti, scarso sostegno pubblico al settore agricolo, gravi malattie come l’AIDS, la malaria e la tubercolosi, inadeguate politiche economiche, limitato accesso ai mercati, diminuzione degli aiuti pubblici internazionali destinati all’agricoltura. Negli ultimi vent'anni la popolazione mondiale è cresciuta di oltre un miliardo e mezzo. In alcune aree del mondo si sono registrati importanti progressi nella lotta alla povertà, mentre in altre, come nella regione Sub-Sahariana, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio é ancora molto lontano. Il raggiungimento degli obiettivi del Millennio richiede il costante impegno di tutte le parti coinvolte nei processi di sviluppo, senza esclusione alcuna. L'estrema povertà di un quinto dell'umanità, la marginalizzazione di vaste aree e la loro esclusione dalla crescita economica contrasta fortemente con i livelli attuali d’integrazione economica e finanziaria su base complessiva. E’ necessario che i Paesi in via di sviluppo trovino la via del progresso, assumendo la responsabilità delle proprie sorti, e che i Paesi più industrializzati si impegnino a fondo per sostenerli su questa via. Le ultime grandi Conferenze internazionali, da Monterrey, a Johannesburg, a Doha, hanno evidenziato consenso e senso d'urgenza, ottenendo seguiti incoraggianti. Hanno indotto consistenti aumenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo dopo un decennio di declino. E' il primo passo nella direzione giusta, ma non bastano maggiori stanziamenti. Il vero ostacolo è come fare di più, più rapidamente, più efficacemente. Il summit G-8 di Evian del giugno dello scorso anno ha trattato con particolare attenzione i problemi della flessione degli aiuti pubblici all’agricoltura, del ruolo dei paesi in via di sviluppo nel commercio mondiale e della prevenzione della fame nelle aree più povere del mondo. Lo stesso orientamento è stato espresso dalla sessione ad alto livello dell’ECOSOC del giugno scorso nel promuovere un approccio coordinato nella lotta alla povertà e a favore dello sviluppo sostenibile. L’impegno dell’Italia Su questa stessa linea l’Italia é impegnata a sostenere le istituzioni internazionali che affrontano i problemi della povertà e della fame nel mondo, come l’IFAD, rilevando la necessità di un migliore coordinamento degli aiuti. A questo proposito vorrei ricordare l’impegno assunto dal Governo Italiano di raggiungere il livello di Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) pari allo 0,33 per cento del Prodotto interno lordo entro il 2006. L'Italia è stata anche fra i primi Paesi a promuovere e attuare ufficialmente misure di cancellazione del debito dei Paesi in Via di Sviluppo, necessarie per ridurre la povertá. 2 Ricordo, in particolare, il nostro contributo supplementare all'IFAD per l'alleviamento del debito dei paesi che usufruiscono dell'iniziativa HIPC. La cancellazione del debito estero dei paesi più poveri è uno strumento decisivo della lotta alla povertà nel mondo. I paesi industrializzati e le Istituzioni Finanziarie Internazionali devono premiare chi opera per la democrazia e il buongoverno. Per questo fine, l'Italia continuerà a rafforzare la cooperazione con l'IFAD anche negli anni futuri. Continuiamo a credere opportuna la partecipazione dell’IFAD al Trust Fund HIPC istituito presso la Banca Mondiale per sostenere i creditori multilaterali a carattere regionale e sub-regionale. Il ruolo delle istituzioni internazionali e dell’IFAD Ad altre istituzioni finanziarie internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e le Banche Regionali di Sviluppo, è stato affidato il compito fondamentale di stabilizzare le economie dei paesi a basso reddito e trasformare questa stabilizzazione in una crescita economica durevole che conduca ad una riduzione della povertà. Le istituzioni dell’ONU con sede a Roma, invece, hanno missioni specifiche di grande rilevanza e sono in grado di svolgere un ruolo fondamentale in vista del raggiungimento degli obiettivi del Millennio relativi alla povertà delle aree agricole e della sicurezza alimentare. L’IFAD, in particolare, ha un ruolo cruciale nell’assicurare e proteggere un'agricoltura che offra benessere, istruzione, dignità di vita, non mera sussistenza, ai molti che vivendo nelle campagne soffrono ancora la fame. Anche se gli strumenti finanziari di cooperazione internazionale possono contribuire alla soluzione dei problemi macroeconomici e agli investimenti nelle infrastrutture più importanti, è però essenziale realizzare una maggiore apertura dei mercati e promuovere l’integrazione regionale per accelerare lo sviluppo economico. Abbiamo più volte espresso preoccupazioni per la lentezza con la quale si procede nell’area degli accordi commerciali e in particolare per l’esito deludente della Conferenza Ministeriale del WTO a Cancun, ma dobbiamo anche riconoscere che la liberalizzazione commerciale non sarà sufficiente per ridurre la povertà se le piccole aziende agricole dei paesi in via di sviluppo non disporranno delle risorse e dell’assistenza necessaria per un reale accesso ai mercati. Si deve, infatti, considerare che i piccoli produttori agricoli operando in mercati sempre più integrati, risentono dei movimenti dei prezzi internazionali e sono più esposti ai mutamenti nella domanda dei loro prodotti. Pertanto oltre ad un problema di incremento della produzione agricola nelle aree più povere, si pone anche un problema di diversificazione dei prodotti. É inoltre fondamentale garantire l’accesso al credito alle famiglie ed alle comunità locali intimamente legate 3 alla vita del territorio, cosí da gettare le basi per uno sviluppo durevole fondato sulle attività agricole. In tale situazione l’IFAD si sta affermando come l’istituzione che ha raggiunto il più elevato grado di specializzazione nella realizzazione di progetti specifici in agricoltura. Nel corso del 2003 è continuato il potenziamento delle strutture dell’istituzione mediante un processo di pianificazione strategica diretto a migliorare l’utilizzazione delle risorse, e l’Italia sostiene pienamente questi sforzi. L’efficacia degli aiuti L’obiettivo di raggiungere una maggiore impatto nello sviluppo dei paesi beneficiari attraverso le risorse disponibili resta una questione di grande rilevanza ed attualità. Per raggiungere questo scopo, vogliamo evidenziare la necessità di attuare con rapidità e successo un sistema di allocazione delle risorse collegato alla performance dei paesi beneficiari, volto a creare condizioni favorevoli per il successo dell’intera assistenza dell’IFAD. Riteniamo che il nuovo approccio intrapreso dal management é coerente con questo obiettivo e contribuirà a creare, nei paesi beneficiari, nuovi incentivi ad attuare le riforme strutturali ritenute necessarie, non solo nel settore agricolo ma nella loro intera economia. Siamo inoltre convinti, per quanto riguarda l’efficacia degli aiuti, dell’importanza di procedere verso l’armonizzazione delle pratiche e delle procedure messe in atto dai paesi donatori, sulla linea tracciata dalla Dichiarazione di Roma sull’Armonizzazione dello scorso anno. Pensiamo, infine, che sia importante assicurare una presenza continua dell’IFAD nei paesi beneficiari e migliorare l’attività di valutazione dei risultati dei progetti. A questo proposito, abbiamo particolarmente apprezzato il potenziamento delle strutture di monitoraggio e valutazione realizzato dal Consiglio di Amministrazione. In conclusione, Signor Presidente, siamo sicuri che le riforme intraprese miglioreranno la governance dell’istituzione e la renderanno capace di promuovere con efficacia un più intenso dialogo con le autorità locali sulle politiche economiche e sugli investimenti nelle infrastrutture nelle aree rurali più povere. Una crescita equilibrata dell'agricoltura e delle condizioni di vita nelle campagne sono elementi fondamentali per combattere la fame e la malnutrizione. E’ necessario però avere un approccio integrato allo sviluppo: riduzione del debito, accesso ai mercati, maggiori 4 flussi finanziari, coinvolgimento attivo delle istituzioni locali nelle strategie di sviluppo, sono gli interventi di priorità immediata. La loro efficacia richiede unità d'intenti e d'azione. Le confermo, Signor Presidente l’impegno dell’Italia nel sostenere l’azione dell’IFAD per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni nelle aree rurali più povere. 5