Stagione teatrale 2016-2017 - Cinema Teatro Mac Mazzieri

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Stagione teatrale 2016-2017 - Cinema Teatro Mac Mazzieri
CINEMA TEATRO WALTER MAC MAZZIERI
PAVULLO NEL FRIGNANO
Stagione teatrale 2016-2017
Martedì 15 Novembre / Prosa
MACBETH
di William Shakespeare
regia Franco Branciaroli
con Franco Branciaroli e Valentina Violo
e con Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso
Veneroso
Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano – Teatro de Gli Incamminati
Il “Macbeth” parla di un mondo esterno in guerra, dove caratteristiche come efferatezza e sete di sangue,
al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo “interno” della corte, una società
patriarcale civilizzata regolata da leggi divine. La violenza che si applica all’esterno non vale per l’interno,
altrimenti tutto salta e tra il dentro e il fuori non c’è più differenza, tutto diventa guerra. Macbeth sceglie di
portare la violenza all’interno. Se in più anche la parte femminile si snatura e prende caratteristiche
maschili, allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe, che
storicamente rappresentano la minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua moglie, che
viola il suo ruolo sociale di donna agendo come agirebbe un uomo. Ma il dramma è ancora più complesso e
tremendo: Macbeth, uccidendo il re, il “padre”, il divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una
dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. In più, la sua vittoria è
sterile perché non ha eredi, e questa sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono al figlio di
un altro. Il “Macbeth” è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali e
dell’ambiguità, del caos, della distruzione che ne consegue. (Franco Branciaroli)
Giovedì 29 Dicembre / Comico musicale
OBLIVION: THE HUMAN JUKEBOX
con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
consulenza registica di Giorgio Gallione
Produzione World Entertainment Company - BaGS Live
Cinque contro tutti. Un articolato mangianastri umano che mastica tutta la musica e la digerisce in diretta
in modi mai sentiti prima. Questo è Oblivion: The Human Jukebox. Alla perversa creatività dei cinque
cialtroni più irriverenti del teatro e della Rete si aggiunge, questa volta, quella del loro pubblico che
contribuirà a creare il menù della serata suggerendo gli ingredienti della pozione. Gli Oblivion hanno in
repertorio tutti i grandi della musica italiana e internazionale e sono pronti ad affrontare sfide sempre più
difficili a colpi di cazzotti, mash-up, parodie, duetti impossibili e canzoni strampalate. Un flusso di note e
ritmi infinito che prenderà vita davanti agli occhi attoniti degli spettatori, ogni sera, per una esperienza folle
e mai ripetibile. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente. Dai Ricchi e Poveri ai Rapper, da Ligabue ai
Cori Gospel, da Morandi ai Queen, tutte le canzoni senza farne nessuna. Uno schiacciasassi che trangugia e
livella Sanremo, X Factor, Al Bano e Il Volo. La playlist che non hai mai avuto il coraggio di fare, uno Spotify
vivente che provoca scene di panico, isteria collettiva, ma soprattutto interminabili richieste di bis! Borciani,
Calabrese, Folloni, Scuda e Vagnarelli si incontrano nel 2003 a Bologna dove iniziano a frequentare (ma solo
virtualmente) una serie di maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Giorgio Gaber, i Monty Python fino a
creare un loro stile originale che mescola modernità e tradizione, vintage e attualità
Giovedì 12 Gennaio / Prosa
UN BES – ANTONIO LIGABUE
di e con Mario Perrotta
Produzione Teatro dell’Argine
"Un bès... Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi." Provo a
chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita - quella che so di
avere vissuto - ma senza un bacio. Neanche uno. Mai. Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate altre,
anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è comunione di carne e di spirito, senza neanche una carezza.
Mai. E allora mi vedo - io, così come sono - scendere per strada a elemosinarlo quel bacio, da chiunque,
purché accada. Ecco, questo m'interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine,
anzi, oltre il margine - oltre il confine - là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura da
tutta una vita. Voglio avere a che fare con l'uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi
attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell'umanità e, al contempo, un artista,
perché questo doppio sentire gli lacerava l'anima: l'artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo,
intanto, lo elemosinava. Voglio stare anch'io sul confine e guardare gli altri. E, sempre sul confine,
chiedermi qual è dentro e qual è fuori. (Mario Perrotta)
Martedì 7 Febbraio / Prosa
LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO
di Claudio Fava
con Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di
Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio
regia Alessandro Gassmann
Produzione Teatro Stabile di Catania – Teatro Stabile dell’Umbria
Questa pièce non è il girone dei matti: è l'incontro imprevisto, irriproducibile, tra la follia e la poesia. Alda
Merini entrò per la prima volta in manicomio nel 1965, a trentaquattro anni. Lasciandosi alle spalle due
figli, un marito e alcune raccolte di poesie che l'avevano già indicata come una delle voci più creative di
quegli anni. In manicomio Alda resterà, a periodi alterni, per quasi vent’anni. Di quel tempo interminabile
restano migliaia di versi, brevissimi, lucidi, sprezzanti, innamorati. Resta la memoria livida di cosa fosse il
destino dei matti nell'Italia dei manicomi: la chimica usata in dosi massicce per ottundere le menti, le
iniezioni di leptozina e di doprel fino a farti perdere definitivamente il senno, il rito settimanale
dell'elettroshock, l'umanità pietosa di qualche medico, il cinismo inossidabile di tutti gli altri. Ma Alda non si
rassegna. Sulle cose che accadono e che le accadono trattiene uno sguardo avido, curioso, impietoso. La
sua forza è la poesia: o meglio, la congiunzione tra follia e poesia che in lei si fa carne, vita, parola, fuga. E
che le procura, come un'ombra di adolescenza che ritorna, perfino il silenzioso innamoramento per un
matto come lei, Pierre, un uomo semplice, ignaro, puro. Finché un giorno aprono i cancelli del manicomio…
(Claudio Fava)
Martedì 28 Febbraio / Circo teatro
BIANCO SU BIANCO
scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca
con Helena Bittencourt, Goos Meeuwsen
Produzione Compagnia Finzi Pasca
con il sostegno di: Caffè Chicco d’Oro, Cornercard, Grand Hotel Villa Castagnola
Uno spettacolo poetico sulla fragilità degli eroi perdenti che mescola tragedia e commedia, scritto e diretto
da Daniele Finzi Pasca anche autore e regista per le Cirque du Soleil. “Dei pezzi di porcellana sul pavimento,
i letti degli ospedali, le piastrelle del bagno in casa della nonna, il tavolo di marmo nella macelleria, il
fazzoletto che agitava papà quando partivamo, il tuo sorriso, il giardino sommerso dopo una tempesta di
neve, certi silenzi, il gesso e le bende attorno alla mia gamba rotta, nuvole, il nome della maestra scritto
sulla lavagna, il vestito di mia cugina che si sposa, un bicchiere di latte, le pagine del quaderno del primo
giorno di scuola, il camice dell’infermiera, un fiore, una conchiglia, un cavallo, la schiuma che riempie la
vasca da bagno, le pillole per dormire, la cipria che copre il viso di noi clown, le storie che fanno passare la
paura del buio. Negli ultimi anni è come se i nostri spettacoli si fossero alimentati con il linguaggio dei
sogni. Questa volta invece non chiuderemo gli occhi per trasportarci in possibili viaggi interiori, questa volta
resteremo senza dormire per un’intera notte, una notte a occhi aperti. Non saranno sogni, ma piccole
allucinazioni, modi per far emergere il Rosso e il Nero che si nascondono dietro il Bianco dell’immaginario di
noi clowns”. (Daniele Finzi Pasca)
Martedì 7 Marzo / Concerto
AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI
Fabrizio De Andrè, le donne e altre storie
Cristina Donà voce, Rita Marcotulli pianoforte, Enzo Pietropaoli basso, Fabrizio Bosso tromba, Javier Girotto
sax, Saverio Lanza chitarre, Cristiano Calcagnile batteria e percussioni
Un omaggio ad uno dei più grandi musicisti italiani, che con le sue canzoni e la sua musica ha caratterizzato
un’epoca e anche dopo la sua scomparsa è rimasto nel cuore di tutti. Sette musicisti di sicuro talento e
diverse esperienze hanno scelto di partecipare ad un progetto-omaggio a Faber non
esclusivamente dedicato alle donne ma dando ed esse lo spazio che a loro dava Fabrizio De
André. “In un angolo della memoria – sottolineano tutti insieme - molti di noi hanno protetto
alcune canzoni: vuoi per ricordare l'accendersi veloce di una passione d'amore che si pensava
eterna o al contrario: la sua incertezza e mutevolezza. Per ricordare personaggi tanto
simbolici quanto teneri o paradossali, romantici o beffardi. Mo lte di queste canzoni e di
questi personaggi appartengono alla poetica di Fabrizio De André. Una poetica colta, curiosa
della vita, attenta al mondo e alle sue ingiustizie. E in questa poetica una parte grande è
dedicata alle donne. Tutte. A quelle che volano, che piangono; che amano riamate o che
vengono lasciate e diventano storie struggenti; quelle che creano il mondo, lo amano ma
vorrebbero cambiarlo per essere felici”.
Martedì 21 Marzo / Prosa
ASSASSINA
di Franco Scaldati
con Enzo Vetrano, Stefano Randisi, i Fratelli Mancuso
regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Una vecchina e un omino vivono nella stessa casa dove si preparano da mangiare, si lavano, parlano e
giocano coi loro animali: la gallina Santina e il topo Beniamino. Alla parete ci sono appesi i ritratti dei
genitori, che di tanto in tanto fanno sentire la loro voce con lirici assoli o divertiti commenti. Ma la vecchina
e l’omino non si conoscono, non si sono mai incontrati, anzi ignorano l’uno l’esistenza dell’altro. E quando
improvvisamente, una notte, si scoprono a dormire nello stesso letto, che ognuno ovviamente giura essere
il suo, comincia un’infinita sequenza di battibecchi, interrogatori, accuse e smentite, scambi di identità...
“(...) nel teatro di Scaldati siamo su un piano irreale o surreale, siamo con personaggi e in un mondo
ritagliati nella materia del fantastico o del sogno. Sogno come fuga da una realtà (storica ed esistenziale),
da un mondo inaccettabile e insopportabile (...)” (Vincenzo Consolo, dall’introduzione a “Il teatro del sarto”
– Ubulibri)
Giovedì 20 Aprile / Danza
THE WHITE ACTS
(Gli atti bianchi di Mats Ek)
estratti da ‘Giselle’ e ‘Lago dei cigni’
coreografie di Mats Ek
musiche Adolf Adam, Pyotr Thiakovsky
cura e messa in scena Pompea Santoro
Produzione Eko Dance International Project
Una singolare rivisitazione da parte di uno dei coreografi contemporanei più acclamati dei secondi atti di
due dei più famosi classici della Storia della Danza. Nella ‘Giselle’ di Mats Ek l'ambientazione del secondo
atto diventa un manicomio, le anime delle Willi diventano donne ferite. Il coreografo ha voluto sottolineare
non solo la storia di Giselle ma anche quella di donne che, come lei, sono state ferite profondamente da
persone amate o da esperienze vissute; con l’arrivo dell’uomo pentito e in cerca del perdono, Giselle è
messa di fronte ad una scelta e trova la forza di accettare la propria condizione attraverso la sofferenza
delle altre donne. Nella seconda parte della serata viene presentato un estratto dal secondo atto del ‘Lago
dei cigni’. In questa versione i cigni non sono più il simbolo della candida e timorosa bellezza femminile ma
sono il simbolo dell’essere umano nella sua espressione più reale; la grazia del cigno nel lago come ideale,
lascia il posto a forme sgraziate e atteggiamenti difensivi una volta fuori dall’acqua. La differenziazione di
genere tra maschi e femmine viene annullata dall’uniformità della consapevolezza dell’essere tutti parte
dell’essere umano.
Per informazioni e prenotazioni:
Cinema Teatro Walter Mac Mazzieri
Via Giardini – 41026 Pavullo nel Frignano (MO)
tel. 0536/304034
Fb: Cinema Teatro W. Mac Mazzieri
[email protected]
www.cinemateatromacmazzieri.it