Basta conoscersi - Focolari Italia

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Basta conoscersi - Focolari Italia
Basta conoscersi
Basta conoscersi: due parole, semplici, ovvie diremmo.
Eppure non è così semplice volersi conoscere e far in modo
che l’altro possa conoscersi e noi possiamo conoscerlo. Per
questo un progetto per un concorso che coinvolge o può
coinvolgere un po’ tutti, famiglie, insegnanti e studenti.
Stasera, a Velletri, con gli animatori ed organizzatori di
questo progetto ovvio, ma per questo geniale, ho partecipato
ad un momento – durato quattro ore – scandito da una visita
alla locale sala di preghiera musulmana, al macellaio halal
della cittadina dei Castelli Romani e ad un lungo momento di
condivisione con una quarantina di persone della zona
interessate a conoscere i musulmani, l’Islam ed i loro costumi
culturali e religiosi.
Abbiamo cominciato nella locale sala di preghiera, che
occupa a due passi da Piazza Garibaldi quella che una volta
era una tipografia. Si tratta di un gran salone. Una quarantina
di persona che si sono incontrate con l’imam e, almeno
inizialmente, con un gruppo di uomini ed una donna. Molte
domande, che tradivano ignoranza, pregiudizi e anche
superficialità. Poi, è arrivata l’ora della preghiera. L’imam ed
i musulmani presenti, dopo le abluzioni, si sono rivolti verso
Mecca ed hanno cominciato a pregare.
Si è creato un clima, avrebbe poi detto una insegnante
presente, di Paradiso. Tutti i non musulmani sono rimasti
alle loro spalle, in silenzio, con grande rispetto. Alla fine,,
come se nulla fosse accaduto – ma in effetto qualcosa di
decisivo era successo – ci siamo rimessi in cerchio a parlare,
condividere. Sono continuate le domande, ma soprattutto
era cambiata l’atmosfera. Aver visto quegli uomini pregare
ha cambiato il cuore e gli occhi degli italiani di origine o fede
cristiana presenti.
Non si andava più via ed, infatti, sono arrivate due grossi
porzioni di cous-cous marocchino, cucinato dalle moglie di
alcuni dei musulmani presenti. Un piatto delizioso, che ha
creato ancor più una atmosfera di condivisione, di comunione
e di integrazione reale effettiva ed affettiva. Si è sperimentato
un vero clima di famiglia. Soprattutto l’imam locale ha
invitato tutti i presenti a passare dalla moschea, ad entrare e
continuare a fare visite.
Usciti dal luogo della preghiera ci siamo diretti nel vicino
negozio di carne Halal. La famiglia che lo gestisce,
marocchina di origine abita a Velletri da anni e qui sono nati
i figli. Uno di loro era nella bottega coi genitori che hanno
spiegato la loro vita, i loro affari e soprattutto come si siano
integrati nella cittadina dei Castelli Romani.
Ci hanno seguito alcuni musulmani che hanno, poi,
approfittato di fare le spese, ed è arrivata la assessore alle
politiche sociali. Il cima di serenità continuava a crescere ed
è salito ulteriormente durante la condivisione in un vicino
appartamento messo a disposizione da una comunità vicina
allo spirito dell’iniziativa. Il programma è continuato con un
momento di condivisione in cui alcune domande sono state
rivolte sia a me che a Zubeyde, una giovane rappresentante
musulmana impegnata presso l’Istituto Tevere di Roma.
Silenzio profondo, interessato, crescente e, soprattutto,
ormai clima di vera fraternità.
E’ seguita una cena etiope, deliziosa, resa ancora più
appetitosa dal fatto che erano crollate le barriere non solo
personali, ma anche culturali per cui persino sui Castelli
Romani, patria della porchetta, del ciambellone al mosto, di
vini pregiati, si assaporava un cibo di un Paese pressochè
sconosciuto.
Partendo l’impressione era quella di aver costruito un pezzo
di integrazione reciproca sul territorio di Velletri e,
soprattutto, di esserci convinti che questo si potrebbe fare
ovunque. Basta conoscersi. Questo è il punto.
Postato 2 days ago da Roberto Catalano