CLAUDIA MILANESE, DA BERGAMO ALLA THAILANDIA PER UN

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CLAUDIA MILANESE, DA BERGAMO ALLA THAILANDIA PER UN
 CLAUDIA MILANESE, DA BERGAMO ALLA THAILANDIA PER UN ANNO “Con la mia famiglia… ospite di un tipico matrimonio thai”. In Thailandia era il 2 gennaio 2555 e io, dopo aver festeggiato un insolito Capodanno in compagnia di mia mamma, mi trovavo a casa dei miei nonni, nel distretto vicino a cui abitavo, nel Sud della Thailandia. Non è stato un giorno che ha cambiato le sorti della mia vita lì, ma è stata la prima volta, dopo un periodo un po' difficile, che mi sono sentita felice e veramente parte di quella famiglia, che era e non era la mia. Quella mattina mi alzai presto, feci la doccia, come ormai era mia abitudine, e mi preparai per andare al matrimonio di una parente, della quale non sono mai riuscita a capire il grado di parentela. Vi andammo io, i miei nonni e mia zia, la sorella di mia mamma, una personcina chiacchierona ma dolcissima, che è sempre stata disponibile a portarmi dove volevo. Io indossavo un vestito blu scuro con dei disegni bianchi, perché era vietato vestirsi di nero ai matrimoni. Dopo le foto di rito in compagnia della sposa, già stravolta per la lunghezza del matrimonio (quelli tradizionali possono durare anche per diversi giorni), assistei alla cerimonia con i monaci buddisti, riservata solo a pochi parenti intimi, alla fine della quale un monaco mi regalò un braccialetto bianco, che porto tutt'ora al polso. Poi, mentre gli sposi erano ancora impegnati ad intrattenere i parenti, mi sedetti al tavolo con mia mamma, mia zia e i miei nonni. Ero fra mio nonno e mia zia: parlammo un po' di tutto, nei limiti del possibile perché il mio thai ancora non era perfetto. Mi sentii veramente parte di quella famiglia, anche se il colore della mia pelle, dei miei occhi e dei miei capelli cercava di affermare il contrario. Sentivo l'affetto dei miei familiari, la loro voglia di provare a includermi in tutti i loro discorsi, e alla fine finivo sempre col dire di sì, che avevo capito, anche quando non era vero. Mangiammo un sacco, come in tutti i matrimoni thai che si rispettino, e infine, finalmente sazi, ce ne andammo ed io salutai tutti con un sorriso che era ormai diventato parte di me. Il resto del giorno lo passai in casa dei miei nonni: a casa e in giro per le case di parenti, tutti ugualmente stupiti quando venivo loro presentata come la nipote di mio nonno, che vantava una discreta fama nel paese. Questo giorno lo ricorderò sempre come uno dei più sereni della mia vita in Thailandia, in cui finalmente capii la fortuna che avevo avuto nel capitare proprio in quella famiglia e imparai ad amare anche i difetti dei miei familiari.