APL Informazioni

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APL Informazioni
AAPL INFORMAZIONI N° 104
Agosto-ottobre 2014 - Trimestrale
APL
Associazione Professori e
Cultori di Liturgia
POSTE ITALIANE SPA Sped. In A.P. D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27-02-2004 n. 46) Art. 1 co 2 NE/PD
Liturgia emozione
e arte del
celebrare
XLIII Assemblea
generale elettiva
dei soci relazione
Una pace senza
canto e senza
gesto
APL Informazioni
XLII Settimana di studio APL - 2014
Notiziario APL
Liturgia, emozione
e arte del celebrare
2
Nella bella cornice del
Monastero della Santa Croce,
a Bocca di Magra, dal 25 al
29 agosto, l’annuale Settimana
Liturgica dell’APL ha lavorato
su un tema “di confine” come
il rapporto tra “Liturgia e
Emozione”. Le diverse relazioni
hanno progressivamente dischiuso
la ricchezza di un rapporto tra
rito ed emozioni che la tradizione
liturgica
ha
profondamente
coltivato, alimentato, custodito e
che oggi può diventare, per la
vita pastorale e spirituale delle
comunità, una risorsa veramente
preziosa.
Tanto
l’approccio
antropologico
(Bonaccorso)
quanto
quello
teologicofondamentale (Maiolini), sia pure
nella diversità dei linguaggi,
hanno messo in rilievo l’esigenza
di un rinnovato scandaglio del
rapporto tra “ragione teologica” e
la sua base “emotiva” e “affettiva”.
Fin
dall’inizio
è
apparso
decisivo come il “vocabolario
delle emozioni” risulti decisivo
non solo per la riflessione sulla
tradizione cristiana, ma anche
nella espressione liturgica e
spirituale della tradizione stessa.
“Affectus”, “passio”, “sensus”,
“sentimento”, “emozione” sono
termini che entrano ormai a
pieno diritto nel “linguaggio
fondativo” della rivelazione e
della fede, superando le forme
intellettualistiche di approccio.
Ciò è confermato non solo
dalla storia della riflessione sul
“devotionis affectus” negli ultimi
trecento anni (Grillo), ma anche
dalla presenza, nella tradizione
liturgica romana, di una lunga
tradizione
di
utilizzo
del
“linguaggio degli affetti” (Della
Pietra). Anche la tradizione della
liturgia e della pietà mariana
(Maggiani), come pure una
adeguata ermeneutica “affettiva”
della Veglia Pasquale (Tomatis)
sono in grado di mostrare,
apertis verbis, l’urgenza di una
considerazione non secondaria e
non accessoria del lato “emotivo”
della
coscienza
credente,
senza il quale la tradizione
liturgica risulta, sostanzialmente,
inaccessibile. In altri termini, il
“rito” non si lascia ridurre né ad
un “Ordo da eseguire”, né a un
più autorevoli di “educazione
delle emozioni” (Meneghetti).
Essa può esserlo, tuttavia, solo se
esce da un approccio “annoiato”
o “autoreferenziale”, fuori dalle
logiche del mero addestramento
o addirittura della imposizione.
Le emozioni, nella celebrazione,
non devono essere “superate”,
ma devono essere ascoltate,
coltivate, riconosciute, orientate.
Il rito è il luogo principale per
questa delicata mediazione tra
passività e attività.
Il dibattito suscitato dai
diversi interventi è stato spesso
intenso e appassionato. A questo
“scavo” nel profondo del tema ha
corrisposto la visita alle Cave di
Marmo di Carrara, nella cornice
suggestiva delle Alpi Apuane.
Durante la sessione elettiva
della Settimana, che doveva
rinnovare le cariche sociali, Don
Luigi Girardi è stato confermato
Presidente della Associazione per
un altro quadriennio.
Andrea Grillo
XLIII (2014) n. 104
concetto da comprendere, ma
ha bisogno di una “iniziazione”
e di una “mistagogia” nelle
quali il soggetto sia “toccato”
e “commosso” (affectus) dal
mistero. Il campo del “musicale”
si lascia rileggere, alla luce di
queste considerazioni. Sul piano
teorico si è mostrato (Girardi)
come il “canto” sia più di un
“fatto musicale”, ma sia “porre un
gesto rituale”, la cui logica deve
mettere in rapporto la musica
con i contesti extra-musicali e con
la gestualità-azione. Sul piano
pratico, una “liturgia della parola”
condotta dal gruppo “Tenda della
Parola” (Pasini) ha dato prova
di come il Cantico dei Cantici
possa
essere
liturgicamente
celebrato con qualità musicale,
viva partecipazione e profonda
commozione.
D’altra
parte
bisogna riconosce che le “insidie”
dell’emotività possono essere
evitate soltanto riconoscendo
la domanda di “festa” nelle
condizioni di vita post-moderne,
dove performance estetiche,
sociali e liturgiche si intrecciano
in luoghi come le palestre, i
supermercati e le discoteche
(Cravero). Ma questo deve farci
comprendere che le emozioni
non
sono
semplicemente
“immediate”, ma hanno e
debbono avere una storia, uno
sviluppo, una cultura (Boella):
dell’emozione, in altri termini, fa
parte anche la nostra risposta.
Per questo non è errato pensare
che la liturgia, riscoperta sotto
questa angolatura emotiva, possa
essere considerata uno dei luoghi
3
Visita alle cave di marmo dii Carrara
Quota Associativa 2013
€ 35,00
Notiziario APL
Mentre ringraziamo di cuore quanti si fanno premura di versare la
propria quota associativa, ricordiamo ai “distratti” questo dovere,
che consente alla Segreteria un minimo di sicurezza economica.
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Comunque si avverte che a partire da questo numero saranno
depennati tutti coloro che non hanno rinnovato la quota negli
ultimi cinque anni.
LXIII ASSEMBLEA GENERALE ELETTIVA
DEI SOCI
Mercoledì 27 agosto 2014
Dai colori della Sardegna in
Alghero e dal calore degli amici
sardi, espresso in maniera unica e
veramente evangelica di Sua Ecc.
za Mons. Mauro MORFINO, eccoci
in questo angolo meraviglioso
e accogliente della Liguria, il
Monastero di Santa Croce dei PP.
Carmelitani di Bocca di Magra, in
cui è vivo il ricordo del Venerato
Card. Anastasio BALLESTRERO,
A rcive s c ovo di B a ri p rim a,
successivamente a Torino e infine
Presidente della CEI. In questa sede
ha trascorso gli ultimi anni della sua
1. Situazione anagrafica
Presidente
Luigi GIRARDI
Vice Presidente
Giorgio BONACCORSO
Segretario
Filippo RESTA O.S.B.
Consiglieri
Sr. Cristina CRUCIANI PDDM
Pierangelo CHIARAMELLO
Paolo TOMATIS
Giovanni DI NAPOLI
Il numero dei soci a tutt’oggi è di
circa 250. Come suggerito dal
Consiglio di Presidenza e da questa
XLIII (2014) n. 104
Durante i lavori della XLII Settimana di
Studio svoltasi a Bocca di Magra presso
il Monastero di Santa Croce dei PP.
Carmelitani sul tema Liturgia e Emozioni,
si è svolta l’Assemblea Generale Elettiva
dei Soci in cui il Segretario P. Filippo
Resta O.S.B. ha tenuta la sua Relazione
quadriennale che qui riportiamo:
vita terrena. Ringraziamo il Padre
Paolo con i suoi confratelli per
l’accoglienza e porgo un caro saluto
al Presidente Don Luigi Girardi e
a tutti voi che pazientemente mi
ascoltate.
La relazione di quest’anno, essendo
la nostra assemblea elettiva, intende
abbracciare l’arco di quattro anni,
di cui ovviamente, per amore di
brevità, riassumerò gli eventi più
importanti. E come di consueto,
parto dalla situazione anagrafica
dell’Associazione:
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Notiziario APL
medesima Assemblea sono stati
depennati tutti coloro che da cinque
anni non hanno più rinnovato la
quota di associazione. Ci sono
rappresentanti di quasi tutte le
regioni; alcuni esteri, provenienti
da ex alunni di S. Giustina, di S.
Anselmo e di altri Istituti romani,
desiderosi di un aggiornamento
costante per qualificare il proprio
studio e l’insegnamento della
Liturgia.
Quest’anno ha lasciato desiderare
la Redazione del Notiziario APL a
causa delle pratiche interminabili
per la registrazione in Tribunale.
Pratiche che ora sono concluse.
Concluse anche le pratiche per la
Posta Target Creative che ci consente
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di spedire i nostri quantitativi di
posta con meno spesa.
Fatta questa necessaria digressione,
tornerei a sollecitare il contributo
di tutti nel segnalare iniziative,
ricorrenze, appuntamenti di studio,
indicazioni di carattere bibliografico
per rendere il servizio del Notiziario
veramente utile a tutti.
2. Attività del Consiglio
C o m e b e n s a p e t e l’a t t i v it à
del Consiglio di Presidenza si
svolge prevalentemente nella
individuazione delle tematiche
da met tere a studio e nella
preparazione delle nostre Settimane
con un metodo ormai collaudato:
dopo aver scelto il tema tra quelli
Il Consiglio inoltre di volta in volta
è chiamato anche a interrogarsi e
ad esprimersi circa i rapporti e le
collaborazioni con i vari Organismi
ecclesiali, in particolare con la
Consulta CEI per la Liturgia, con
l’Ufficio Liturgico Nazionale e con
i vari Centri di Studio. Lavoro che
in genere, si svolge in un clima di
serena collaborazione, mettendo in
comune le rispettive competenze e,
a volte, anche le preoccupazioni e
le ansie per la ricerca che rischia
di inaridirsi per la mancanza di
nuove leve che intraprendano con
rinnovata passione lo studio di
questo settore vitale della teologia.
Mi risparmio il lungo elenco di
iniziative in cui siamo stati coinvolti
come singoli soci e come APL a
livello nazionale e regionale in
collaborazione con gli enti suddetti.
Mi limito soltanto a ricordarvi le
quattro giornate di Studio, diventate
ormai una istituzione, previste a
S. Anselmo nei primi giorni di
dicembre, nell’anniversario della
Promulgazione di Sacrosanctum
Concilium. Le giornate sono
organizzate in collaborazione con il
Pontificio Istituto Liturgico, con l’APL,
il CAL, e il supporto del CLV e delle
PDDM.
Il 5 dicembre 2011 sul tema: “Nella
liturgia terrena partecipiamo,
pregustandola, a quella celeste”,
con interventi dei Proff. RICARDO
PÉREZ M ÀRQUEZ OSM,
“Quale liturgia celebrata nella
Gerusalemme celeste”; STEFANO
PARENTI, “Il cielo sulla terra: la
liturgia come concelebrazione nella
tradizione bizantina; CRISPINO
VALENZIANO, “La cupola nella
“domus Ecclesiae”: in qua terrenis
coelestia, humanis divina junguntur”.
Il 6 dicembre 2012 sul tema:
«Riformare e promuovere la
liturgia» (SC, 1), con interventi dei
Proff. LUIGI GIRARDI, “Gli ambiti
della promozione della liturgia”;
G OT TA R D O PA S Q U A L E T T I ,
“Riformare la liturgia per riformare
la Chiesa”.
Il 5 dicembre 2013, 50° di
SC, sul tema: “Ut sana traditio
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suggeriti dall’assemblea, viene
chiesto a uno dei Consiglieri la
stesura di una prima Ratio che nei
successivi incontri di lavoro viene
discussa fino a diventare, con il
contributo di tutti, l’impianto della
Settimana. Partendo dalla XXXVIII
Settimana svoltasi a Paestum
sull’Omelia, è stato fatto un bel
percorso che ci ha portati l’anno
successivo a Brescia presso il
Centro di Spiritualità “Mater Divinae
Gratiae” con il tema La Liturgia
alla Prova del Sacro (29 ag. – 02
sett. 2011; a Rocca di Papa presso
il Centro di Spiritualità “Mondo
Migliore” nel 50° del Vaticano II,
con il tema Il Concilio Vaticano II
e la Liturgia: memoria e futuro (27
– 31 ag 2012; ad Alghero presso
il Centro Diocesano di Pastorale
“P. G. Frassati” con il tema La
Mistagogia. Attualità di una antica
risorsa; e in questi giorni a Bocca
di Magra presso il Monastero di
Santa Croce dei PP. Carmelitani con
il tema che mi pare ci porti al cuore
della partecipazione, attiva, devota
e consapevole, Liturgia e Emozione
(25 – 29 agosto 2014.)
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Notiziario APL
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retineatur et tamen via legitimae
progressioni aperiatur” (SC, 23),
con interventi dei Proff.: PIETRO
AN GELO MU RONI, Ecclesia
Orans, 30 anni al servizio della
Scientia Liturgica; MARCO DI
BENEDETTO, “Et impleatur visio et
prophetes (Dan 9,24). Il Giubileo
di SC: testimonianza e prospettiva
di ricerca”; ENRICO MAZZA, La
Costituzione SC e la Mediator
Dei et hominum; ILDEBRANDO
SCICOLONE, Paolo VI interprete
della Sacrosanctum Concilium.
Il 4 dicembre 2014, 51° anniversario
di SC, sul tema: «Perché i fedeli
imparino a offrire se stessi» (SC 48).
Sono previsti sempre tre interventi
dei Proff:
F. MAGNANI, “La forma rituale
dell’Eucaristia alla luce del Capitolo
II di SC”.
S.E.Rev.ma Mons. JOSÉ MANUEL
GARCIA CORDEIRO, “Per ritus
et preces. Sacramentalità della
celebrazione eucaristica”.
DON MATTEO RUS, “La messa
normativa alla presenza del Papa
nel gennaio 1968. L’esperienza di
un testimone”.
Non ha avuto un seguito e non
sappiamo se lo avrà, ma mi pare
importante ricordare in questa sede
anche l’incontro, voluto dall’allora
S e gret ario d e lla CEI M ons.
Crociata nell’anno della Fede, per
la prima volta in assoluto, di tutte
le Associazioni teologiche attorno
al tema: Educare alla fede alla luce
del Concilio Vaticano II; l’incontro
si tenne a Roma il 6 marzo
2013. Stando al parere di chi ha
partecipato, l’incontro non aveva
nulla di particolare e neanche si
proponeva un obiettivo. Comunque
è stato un momento importante per
essere la prima volta che la CEI
convocava i rappresentanti della
teologia in Italia.
3 . C . A .T. I C o o r d i n a m e n t o
Associazioni Teologiche Italiane
Per i nuovi soci ricordo che il CATI,
nato per varie cause convergenti,
ma soprattutto per il forte impulso
dell’APL, ha una duplice finalità:
a) promuovere il dialogo, il
confronto, l’informazione e la
comunicazione tra le Associazioni
teologiche;
b) favorire le relazioni
interdisciplinari nel campo della
ricerca, della didattica e del servizio
pastorale.
Attualmente al C.A.T.I. aderiscono
Associazione Teologica Italiana
(ATI)
Associazione Biblica Italiana (ABI)
Associazione Professori di Liturgia
(APL)
Associazione Teologica Italiana per
lo Studio della Morale (ATISM)
Associazione Mariologica Italiana
(AMI)
Società Italiana per la Ricerca
Teologica (SIRT)
Gruppo Italiano Docenti Diritto
Canonico (GIDDC)
Associazione Italiana dei Catecheti
(AICa)
Coordinamento delle Teologhe
Italiane (CTI)
Associazione Italiana per lo Studio
della Storia della Chiesa (AIPSC)
Agli incontri di lavoro partecipano
i Presidenti e i delegati delle
tra ricerca teologica e scienze
è stato più immediato, grazie
all’abbinamento della relazione
dello scienziato nel rispettivo ambito
– biologia, fisica e neuroscienza –
seguita immediatamente da quella
del teologo e il relativo dibattito.
La riflessione maturata in questi
quattro anni, avrà il suo momento
conclusivo nel seminario di studio
che si terrà a Roma dal 7 al 9
novembre sul tema: “Per la vita
del mondo” (Gv 6, 48). Pensare
t e olo gicament e verso l’exp o
2015, e a cui parteciperanno una
cinquantina di esperti, designati
dalle Associazioni teologiche.
Per questo momento conclusivo
della ricerca sul “pensare e fare
teologia oggi in Italia” si è scelta
un’area di “confine”, incentrata su
tre ambiti o categorie ispirate al
tema dell’Esposizione Universale,
che avrà luogo a Milano dal 1°
maggio al 31 ottobre 2015: “Nutrire
il pianeta, energia per la vita”.
L’evento di Milano 2015 si pone di
fronte alla “sfida di assicurare a tutta
l’umanità un’alimentazione buona,
sana e sufficiente e sostenibile”.
La prospettiva dell’Expo è quella
di restare aperta “a un dialogo e
una cooperazione tra le nazioni,
organizzazioni e aziende per
arrivare a strategie comuni per
migliorare la qualità della vita e
sostenere l’ambiente”.
Il Coordinamento delle Associazioni
Teologiche in Italia prende lo spunto
da questa prospettiva “laica”
del tema dell’Expo 2015, con
aperture antropologiche ed etiche,
per articolare la sua riflessione in
XLIII (2014) n. 104
singole associazioni. Attualmente
il Segretario è Piero CIARDELLA;
il Coordinatore è Prof. Rinaldo
FABRIS, dell’ABI.
Nel percorso intrapreso fin dal
Seminario di Roma: “Le scienze
teologiche in Italia a cinquant’anni
dal Concilio Vaticano II, storia,
imp ostazioni meto dolo giche,
prospettive (Roma 5-7 giugno
2009), il CATI nel quadriennio
2010 -2014 si è impegnato ad
approfondire l’aspetto metodologico
del “fare teologia un Italia”. Una
prima fase del lavoro è sfociata
nel Seminario di Roma: “Pensare
teologicamente: contesti e modelli”
(Roma 01– 02 giugno 2012) e
nell’Incontro interdisciplinare di
Pisa: “La questione della ‘causalità’
nella ricerca attuale: confronto tra
scienze e teologia” (Pisa 14–15
novembre 2013). Nonostante
l’apparente astrat tez za della
ricerca che è partita dal tema della
“complessità” nel sapere scientifico
contemporaneo per arrivare ad
una questione nodale del “principio
di causalità” in teologia e nelle
scienze, non si è perso di vista il
punto di partenza della “questione
metodologica” af frontata nel
dialogo ad intra tra le varie
discipline teologiche e nel dialogo
ad extra con le altre forme del
sapere scientifico attuale. Questo
dialogo si è attuato a Roma nel
Seminario del 2012, con il metodo
della relazione-respondens e la
presenza di due rappresentanti delle
scienze: il prof. Umberto Curi e il
prof. Italo De Sandre dell’Università
di Pa d ova. N e ll’in c o nt ro
interdisciplinare di Pisa il confronto
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dialogo con le istanze planetarie
che superano l’orizzonte puramente
economico della produzione e
consumo dei beni per assicurare
la vita a tutti gli esseri umani. A
questo scopo sono stati individuati
quattro ambiti che gravitano attorno
alle categorie: “energia”, “vita”,
“creazione-pianeta”, “nutrire-cibo”,
affidati per l’approfondimento alle
rispettive Associazioni:
– all’ATI il tema dell’energia;
– all’ATISM il tema della vita;
– all’ABI il tema del Pianeta/
creazione;
– all’APL il tema del nutrire/cibo.
Notiziario APL
P.s. Il seminario di Novembre
coincide con la scadenza delle
cariche, per cui verrà nominato
il nuovo coordinatore, e – a Dio
piacendo – il nuovo segretario.
Concludendo, avverto da parte
del Segretario del CATI Prof. Piero
Ciardella, che finalmente è stato
attivato il nuovo sito del CATI
all’indirizzo: www.teologiacati.it
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4. Vita dei Soci
A l c u n e d e l l e inizia t ive c h e
interessano la vita dei nostri
Soci, e gli eventi rilevanti del
cammino della Riforma liturgica,
puntualmente sono segnalati nel
Sito dell’APL www.apl-italia.org, e
in parte vengono anche riportati
nel Notiziario, grazie sempre al
contributo di amici che si rendono
disponibili. A questo punto dovrei
fare un lunghissimo elenco delle
varie iniziative in campo liturgico
che hanno visto come protagonisti
tanti nostri soci, sia nel campo
dell’architettura per le nuove Chiese
e per l’adattamento, come della
musica, della regia liturgica, della
ritualità e della teologia liturgica.
Se pensate soltanto alle numerose
iniziative messe in campo nel 50°
anniversario del Concilio, l’elenco
non finirebbe più. Tralascio pertanto
questo elenco che rischierebbe
comunque di essere incompleto, e
ricordo con piacere una nota che
a suo tempo ci ha fatto immenso
piacere. Essendo stati avvicendati
e rinnovati i consultori dell’Ufficio
delle Celebrazioni del Sommo
Pontefice, sono stati chiamati a
farne parte P. Silvano Maggiani, P.
Corrado Maggioni, Mons. Angelo
Lameri e Don Giuseppe Midili. Vi
faccio quindi l’elenco dei nuovi soci
che negli ultimi quattro anni sono
entrati a far parte dell’APL.
SABAINO DANIELE, Diocesano di
Pavia, Dottore in Filologia musicale
FAZIO P. NINO, Diocesano di
Messina, Licenza in Catechetica,
UPS.
R I B E I RO S A N TA N A LU I Z
FERNANDO, Diocesano di Rio de
Janeiro, Dottore in Teologia.
ZAPPON M ARIA GRA ZIA, di
Chiampo (VI), Laurea in Lingue
straniere e Licenza in teologia
con specializzazione in Liturgia
Pastorale presso l’ILP di Padova.
P U S A N O G I OAC C H I N O,
Diocesano di Caltagirone, Licenza
in Teologia con specializzazione
in Liturgia Pastorale presso l’ILP di
Padova, iscritto al Dottorato.
NASINI FRANCESCO, laico di
Ascoli Piceno, Dottorato in Teologia
con specializzazione in Liturgia
Pastorale presso l’ILP di Padova.
in Pedagogia, Psicologia e Master
in Bioetica.
La memoria dei nostri defunti, ne
pereat:
Don Giuseppe SOBRERO SDB
10.01.2014
Mons. Iginio ROGGER 12.02.2014
M o ns. Au gus t o B ERGA M I N I
19.04.2014
P. Primo Carlo BR AGA C.M.
16.08.2014
Don Adriano Dall’Asta 25.08.2014
R.I.P.
5. Attività editoriale
La nostra Collana "Studi di Liturgia"
contando anche i primi otto volumi
editi dalle EDB (ormai esauriti) e
i sette volumi editi dalla Marietti
(reperibili solo presso l’Istituto di
Liturgia Pastorale), conta ben 62
volumi, di cui 47 editi dalle Edizioni
Liturgiche CLV di Roma.
Come già sapete nell’ottobre
2012 finalmente ha visto la luce
il Terzo Vol. del Manuale di
Liturgia, Celebrare il mistero di
Cristo. La celebrazione e i suoi
linguaggi. Han visto la luce anche
la Tesi di Dottorato di PIERANGELO
CHIARAMELLO, Il Rinnovamento
liturgico cuore del rinnovamento
della Chiesa nei discorsi di Paolo
VI (1963-1978); la Tesi di Dottorato
di ELENA MASSIMI, Teologia
classica e modernità in Cipriano
Vagaggini. Percorso tra scritti editi
XLIII (2014) n. 104
DA N N E K E R K L A U S P E T E R ,
Diocesano di Stuttgard, Dottore
in Teologia a Treviri e Licenza in
Liturgia a S. Anselmo, Roma.
LAURICELLA NINOTTA LIBORIO, ,
Diocesano di Agrigento, Licenza in
Liturgia a S. Anselmo, Roma.
GA L LO M A R CO LO R E N ZO,
Diocesano di Saluzzo, Dottore in
Teologia a S. Anselmo, Roma.
BARONTINI MARCO, Diocesano di
Novara, Licenza in Liturgia Pastorale
all’ILP di Padova.
CRAVERO DOMENICO, Diocesano
di Torino, Dottore in Filosofia,
in Scienze politiche, Spec. In
Psicologia e Sessuologia clinica.
MAZZON ELENA, Laica di Padova,
Licenzianda all’ILP di Padova.
SCIALPI FRANCESCO, O. F. Min.
Conv., Licenza in Liturgia Pastorale
all’ILP di Padova.
ROVERSI MARIA, Dorotea di Monte
Cemmo, Brescia, Licenza in Liturgia
Pastorale all’ILP di Padova.
FERREIR A DE AR AUJO JOAO
BENEDITO, O. F. Min. Conv.,
Licenza all’ILP di Padova.
P E R N I G OT T I G I O R G I O,
Diocesano di Chiavari, Dottore in
Giurisprudenza e Scienze Politiche,
Biennio di Spiritualità a Milano
SCARABELLO ANDREA, Oblato
Vicario di S. Ambrogio di RHO,
licenziando all’ILP di Padova.
LETO FR ANCESCA, Laica di
Vicenza Laurea in Architettura,
Dottoranda in Liturgia Pastorale
all’ILP di Padova.
LU P P O E M I L I O G I ACO M O.
Diocesano di Crema, Licenziando in
Liturgia Pastorale all’ILP di Padova.
GIORGIO ALFONSO, Diocesano di
Bari-Bitonto, Dottorato in Teologia e
11
Notiziario APL
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e inediti (2013); la Tesi di Dottorato
di PASQUALE ZECCHINI, «Vivere
la liturgia». Il contributo di Mariano
Magrassi al rinnovamento liturgico
in Italia (2014) e l’ultimo a cura di
L. GIRARDI, gli Atti di Alghero, La
Mistagogia. Attualità di una antica
risorsa (2014).
A conclusione della relazione
l’Assemblea ha approvato il bilancio
del 2013 e quindi ha preso la parola
il Presidente Don Luigi Girardi il
quale si è soffermato su alcuni
aspetti più salienti della suddetta
relazione del Segretario e sul tipico
lavoro di ricerca interdisciplinare
che l’APL da anni persegue, così
come è testimoniato dalla lunga
serie di volumi che arricchiscono la
Collana Studi di Liturgia. Al termine
del suo intervento ha ufficialmente
ringraziato il Segretario uscente,
P. Filippo Resta O.S.B., dopo il suo
trentennale servizio. L’assemblea
in piedi ha lungamente applaudito
il P. Filippo, il quale ha concluso
dichiarando la sua consapevolezza
di essersi sì prodigato per l’APL in
questi lunghi anni, ma che se ne
esce veramente più ricco e quindi
con la più viva gratitudine nei
confronti dell’APL.
Dopo un congruo intervallo c’è stata
l’Assemblea elettiva, presieduta dal
Consigliere più anziano, Sr. Cristina
Cruciani, assistita dal Segretario
p. Filippo Resta. Sr. Cristina come
primo atto ha presentato come
candidato alla segreteria da
parte del Consiglio uscente, il P.
Matteo Ferrari O.S.B. Cam. che
ha accettato ed è stato acclamato
dall’Assemblea. Nominati i due
scrutatori (Don Matteo Ferrari e
Marzio Serbo) si è passati alla
elezione di 6 (sei) Consiglieri.
Sono risultati eletti: Luigi Girardi,
Paolo Tomatis, Sr. Elena Massimi,
Andrea Grillo, Giorgio Bonaccorso,
Pierangelo Chiaramello.
Ultimo atto, l’elezione del Presidente
tra questi sei. Risulta eletto, Don
Luigi Girardi.
Ecco quindi il nuovo Direttivo APL
2014:
Presidente
Luigi GIRARDI
Segretario
Matteo Ferrari O.S.B. Cam.
Consiglieri
Paolo Tomatis
Sr. Elena Massimi
Andrea Grillo
Giorgio BONACCORSO
Pierangelo CHIARAMELLO
Una pace senza canto e senza
gesto?
I problemi di una circolare poco opportuna e
male argomentata
Un recente documento della
Congregazione per il Culto Divino
e per la Disciplina dei Sacramenti –
L’espressione rituale del dono della
pace nella messa, “Lettera circolare”
datata 8 giugno 2014 – affronta la
questione della collocazione, del
senso e dell’adeguata celebrazione
del “rito della pace”, incluso nei riti
di comunione della celebrazione
eucaristica. Vorrei presentare il
contenuto del breve documento – di
soli 8 paragrafi – per sollevare poi
alcune questioni, che riguardano
l a o p p o r t u ni t à e l a f o r m a
argomentativa del documento.
1. Le istanze del Sinodo dei Vescovi
e la risposta della Congregazione
Dopo aver sommariamente
presentato il senso teologico
del “rito della pace” all’interno
della celebrazione eucaristica
(1-2), il documento chiarisce di
intervenire su una questione che
era sorta dal Sinodo sull’Eucaristia
e di cui l’esortazione postsinodale
Sacramentum Caritatis parlava
a l n . 4 9, d e l e g a n d o a l l a
Congregazione competente
di af frontare la questione
successivamente, sia per quanto
riguarda la collocazione del gesto
nella sequenza dei riti eucaristici,
sia per quanto riguarda le sue
modalità, invitando comunque a
recuperare una certa sobrietà. E’
da notare che questa indicazione
deriva proprio dalla urgenza
di una adeguata testimonianza
della pace, in un mondo carico di
conflitti e di discordie (3-4). Dopo
la consultazione delle Conferenze
Episcopali la Congregazione
stabilisce che il rito della pace
rimanga nella collocazione classica
per il rito romano, ossia all’interno
dei riti di comunione, tra il Padre
Nostro e la frazione del pane (5).
Dopo aver ribadito l’importanza
della testimonianza della pace,
il documento offre una serie di
“suggerimenti pratici”: a) il rito della
pace “possiede già il suo significato
di preghiera e di offerta della pace
nel contesto dell’Eucaristia”. Quindi
può anche essere omesso! b) In
base a ciò è possibile prevedere
che al posto di “gesti familiari o
profani di saluto” si prevedano
a l t re m o d a lit à; c) ve n g o n o
esplicitamente indicati come “abusi”:
l’ introduzione di un ‘canto per la
pace’, lo spostamento dei fedeli
dai loro posti, l’allontanamento
del presbitero dal presbiterio, la
sovrapposizione tra scambio della
pace e auguri, congratulazioni,
condoglianze...d) Si invita a
preparare opportune catechesi
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Notiziario APL
sul significato e sulle modalità del
rito liturgico (6). Il documento si
conclude con un auspicio: che
una maggiore chiarezza sul piano
liturgico possa contribuire ad una
più efficace testimonianza sul piano
della testimonianza esistenziale,
tra gli operatori di pace (7): la
pace del Risorto è annunciata
e realizzata nella celebrazione
“anche attraverso un gesto umano
elevato all’ambito del sacro” (8)
14
2. Il “rito della pace” in quanto
tale: una argomentazione confusa
e contraddittoria
La prima impressione che si
ha, leggendo il testo di questo
documento, è quella del disagio e
della sproporzione. Il rito della pace
è, infatti, frutto del recupero di una
prassi celebrativa che la grande
tradizione medioevale e moderna
aveva quasi totalmente emarginato
o perduto. Nella tradizione che
precedeva il Concilio Vaticano II
era presente soltanto nella Messa
Solenne e con una limitazione
sostanziale ai chierici. Veniamo,
dunque, da secoli nei quali il “rito
della pace” o non era presente o
era ridotto ad un gesto brevissimo,
anche se significativo. Da meno di
50 anni lo abbiamo recuperato ed è
sorprendente che le resistenze siano,
anzitutto, contro la sua “eccessiva
visibilità e durata”. E’ vero, accade,
talvolta, che il “rito della pace” esca
dagli argini, coinvolga la reciprocità
dell’intera assemblea, con movimenti
e migrazioni e spostamenti e saluti...
ma questo è solo negativo? Per chi,
mai, il modello del rito eucaristico
d eve essere una assembl e a
assolutamente immobile? Quale
ufficio burocratico può avere questo
come un ideale?
Dunque, se è ragionevole pensare
che ordinariamente il “segno di
pace” possa riguardare lo scambio
con chi mi sta vicino, non c'è
alcun bisogno di definire "abuso”
una pratica diversa, più ampia
e più articolata. Avrei preferito
che si dessero linee interpretative
organiche, piuttosto che elenchi
di abusi. Questa logica, vecchia
e superata, di favorire gli “usi”
con elenchi di abusi deve essere
segnalata come poco efficace e
poco lungimirante. E’ una strategia
di retroguardia.
Vorrei inoltre segnalare un grave
problema di “ordine logico” del
documento. Forse la sua stesura è
frutto di troppi compromessi, ma è
certo che la versione finale doveva
tener conto che una lingua ha
bisogno di una grammatica e di
una sintassi attendibile. Il testo della
circolare presenta diversi “refusi”
che si concentrano, in particolare,
al p a ra gra f o 6. L o rip o r t o
integralmente per farne l’analisi:
“Va definitivamente chiarito che
il rito della pace possiede già
il suo profondo significato di
preghiera e offerta della pace
nel contesto dell’Eucaristia. Uno
scambio della pace correttamente
compiuto tra i partecipanti alla
Messa arricchisce di significato
e conferisce significatività al rito
stesso. Pertanto, è del tutto legittimo
asserire che non si tratta di invitare
“meccanicamente” a scambiarsi il
Questo testo avrebbe avuto bisogno
di una buona risistemazione, prima
di essere pubblicato. Così com’è
appare di difficile comprensione,
se non si vuole cadere in continue
contraddizioni. In esso si afferma
che:
- il rito della pace ha già senso per
il contesto in cui è collocato;
- il rito della pace prende senso dal
modo con cui è compiuto (e non dal
contesto)
- lo scambio della pace non può
essere ridotto ad un atto meccanico
- lo scambio della pace deve
essere compiuto solo quando può
assumere significato, e quindi può
o addirittura deve essere omesso
perché non è necessario!
Appare francamente paradossale
che si scriva una intera circolare per
ricordare che il rito, che comporta
problemi, può essere facilmente
celebrato omettendone la parte
più delicata, ossia lo scambio della
pace. Di fatto, se seguissimo punto
per punto questo paragrafo faticoso
e contraddittorio, rischieremmo di
arrivare ad un esito paradossale:
ossia allo svuotamento del “rito
della pace”, ritornando al regime
preconciliare, ovviamente solo “pro
opportunitate”!
3. Pace, rito e canto: una difficoltà
a stare nella logica della Riforma
Liturgica
Una seconda difficoltà, ancora
maggiore, si deve rilevare quando
il documento presenta l’elenco
degli “abusi”, in cima ai quali brilla
il divieto di introdurre “un canto
per la pace, inesistente nel Rito
romano” (6). Qui si deve sostare
e meditare. Che cosa significa
l’espressione “inesistente nel Rito
romano”? La cosa sembra a tutta
prima abbastanza chiara. Non
esiste tradizione canora riferita al
rito della pace. Bene. Questo è
certo. Ma domandiamoci: esisteva
davvero, nella Chiesa medioevale
o nella Chiesa moderna un rito
della pace che potesse suscitare
una tradizione di canto? Anche in
questo caso, purtroppo, dobbiamo
rispondere: no. Ed è questo il
punto più delicato. Se la storia
millenaria della pax Domini, come
attestano Jungmann, Raffa e tanti
altri studiosi, aveva perso ogni
evidenza rituale per l’assemblea,
come è possibile invocare la
“inesistenza della tradizione” per
impedire che oggi, di fronte ad
un rito che ha acquisito una sua
nuova consistenza e potenza,
possa sorgere una tradizione di
canto? Perché mai dovremmo far
dipendere la tradizione futura da
una “tradizione non sana”? E se
la tradizione non era più sana,
nel “legittimo progresso”, dovuto
proprio alla sua qualità decaduta,
non dovrebbe essere compresa
anche la esperienza di un rito della
pace non solo agito, ma sentito,
cantato e vissuto? Perché mai
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segno della pace. Se si prevede che
esso non si svolgerà adeguatamente
a motivo delle concrete circostanze o
si ritiene pedagogicamente sensato
non realizzarlo in determinate
occasioni, si può omettere e talora
deve essere omesso” (6, a)
15
“cantare la pace” dovrebbe essere
qualificato, senza mezzi termini,
come un “abuso”? Non è forse,
proprio questo, il peggior abuso?
Non è restare chiusi, in modo
autoreferenziale, nelle pratiche
già conosciute, senza lasciare
allo Spirito di poter soffiare con
libertà, attraverso le nuove forme
di esperienza e di espressione
ecclesiale?
Notiziario APL
Oltretutto a me pare che una
“tradizione di canto della pace”
sia ben presente nella grande
tradizione dell’Agnus Dei. “Dona
nobis pacem” è una espressione
che si è arricchita di mille melodie
e mille armonie diverse. Perché mai
non dovrebbe accadere la stessa
cosa anche per la “Pax Domini”?
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4. Il rapporto tra “rito della pace”
e “vita di pace”: una correlazione
del tutto estrinseca
Una terza difficoltà, iniziale e
finale, deriva dal rapporto ambiguo
che nel documento si istituisce tra
“pace esistenziale” e “pace rituale”.
L’insistenza con cui il documento
parla della esigenza di una più
adeguata “formazione alla pace”
della intera compagine ecclesiale
appare singolarmente in tensione
con questa “minimizzazione” del
rito della pace. Sembra quasi
che una vera “catechesi di pace”
possa essere assicurata solo da
una marginalizzazione, da una
contrazione, fino ad una parziale
omissione, del rito della pace.
Questo è forse uno degli aspetti
più paradossali di questo strano
documento. Che si preoccupa
solo di limitare il rito della pace,
indicando come abusi tutte le
forme di “esplicitazione simbolica”
e di “correlazione alla vita” del
rito stesso, salvo poi pretendere
che proprio questa contrazione e
rimozione del rito di pace possa
assicurare a tutta la Chiesa una
testimonianza luminosa nel costruire
la pace nel mondo.
Non vi è dubbio che i riti
introducano una certa stilizzazione
nella esperienza quotidiana.
Scambiarsi la pace, nell’assemblea
eucaristica, è espressione di un
dono ricevuto, di una ulteriorità
gratuita, che poi il banchetto
eucaristico sigilla. Ma la pretesa
che la celebrazione eucaristica
si immunizzi dai gesti di pace
ordinari, non acceda alle simboliche
corporee, canore, spaziali e
personali del “vissuto di pace”
appare il segno, preoccupante, di
una grave incomprensione della
tradizione. Tanto di quella umana
quanto di quella liturgica. Il che
appare sorprendente quando viene
proprio da una Congregazione
romana.
5. Conclusione
Questa lettera circolare si inserisce
in una catena di documenti
che sollevano da anni troppe
perplessità. Si è cominciato, nel
2001, con Liturgiam Authenticam;
si è continuato, nel 2004, con
Redemptionis Sacramentum e oggi
si arriva, quasi in tono minore,
a questa infelice circolare. E’
molto difficile sostenere che per
“raggiungere un serio impegno dei
laici per la pace” occorra ridurre
ogni impatto simbolico e rituale
del gesto di pace. Una cosa è
evitare la confusione, altra cosa
è trasformare una messa con il
popolo in una messa privata, cosa
che talvolta sembra sottesa alla
circolare. Si tratta di un intervento
sostanzialmente clericale e che
rischia di irrigidire la celebrazione
a d u n a m o d a lit à f re d d a e
autoreferenziale.
Se anche ci sono problemi,
nell’attuale celebrazione del “rito
della pace”, ciò non di meno il
rimedio qui suggerito appare,
francamente, peggiore del male.
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Mathias Augé
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Monastero di Camaldoli - 52014 Camaldoli AR
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EDITORE: Associazione Professori di Liturgia
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DIRETTORE RESPONSABILE: Bruno Cescon
ISCRIZIONE AL TRIBUNALE Civile di Padova N° 761/14 in data 14/03/2014
TIPOGRAFIA: Litocenter s.r.l. – Via Guido Rossa, 17
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