Parziale cessione di ristorante in nero: sanzioni per due

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Parziale cessione di ristorante in nero: sanzioni per due
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venerdì 4 aprile 2014
CUNEO - CRONACA
La vendita del locale, valutato in 490mila euro, è stata fatturata per 270mila euro
Parziale cessione di ristorante
in nero: sanzioni per due ditte
Avrebbero concordato la
cessione di un bar-ristorante non totalmente regolare poiché avvenuta, per
una quota rilevante, «in
nero», così sono stati raggiunti da sanzioni amministrative. Nei guai, al termine delle indagini dei finanzieri della Compagnia GdF
di Cuneo, sono finiti i rappresentanti di due distinte
ditte. Le attività di controllo sono nate dalle verifiche
antiriciclaggio
svolte
dall’Unità Informazione Finanziaria della Banca d’Italia e dal Nucleo di Polizia
valutaria di Roma, che
monitorano i flussi di de-
naro a livello nazionale.
Proprio grazie a questo lavoro è stata individuata
una serie di transazioni
anomale, che coinvolgevano imprenditori di Cuneo
e Torino, attivi nella ristorazione. Sulla base di questi indizi, gli ispettori al
comando del capitano Michele Baldiglio si sono attivati per esaminare le procedure di cessione del barristorante, sito all’interno
di un centro commerciale
del capoluogo. Le successive verifiche fiscali hanno
confermato che le parti
avevano concordato di fatturare solo una parte del
Dopo l’operazione della scorsa settimana
Scarcerati dal gip i giovani fratelli tratti in arresto per droga a Cuneo
I due giovani fratelli cuneesi tratti
in arresto la scorsa settimana dai
carabinieri del Reparto operativo di
Cuneo con l’accusa di detenere 3 kg
di marijuana in casa sono stati scarcerati: al termine dell’udienza di
convalida del fermo, infatti, il gip di
Cuneo non ha ravvisato esigenze tali
da giustificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In particolare il magistrato ha disposto gli ar-
resti domiciliari per V. B., mentre il
fratello F. B. avrà l’obbligo di firma.
«Sul caso è opportuno fare qualche
precisazione – spiega il legale dei
fratelli, l’avvocato Andrea Romano -:
F. B. è incensurato, non avendo mai
riportato condanne penali in passato (a differenza di quanto indicato in
un articolo pubblicato nello scorso
numero, ndr), mentre V. B. è attualmente in attesa di occupazione,
avendo regolarmente lavorato sino
all’anno scorso. Occorre anche evidenziare che la ricostruzione dei
fatti è stata effettuata sulla base della
nota degli inquirenti, per cui chiaramente tutte le considerazioni
espresse dovranno trovare adeguato
riscontro nel processo. In particolare
preme rilevare come gli stessi due
fratelli non siano dediti allo spaccio
di stupefacenti».
NOTIZIE IN BREVE
prezzo di vendita, provvedendo al «saldo» in contanti. Se infatti il prezzo
reale ammontava a 490mila euro, quello fatturato è
risultato essere di 270mila.
Alla società venditrice (con
sede a Cuneo, ma i suoi
rappresentanti risiedono
nel Torinese) vengono
contestati i 220mila euro di
ricavi evasi più l’Iva. Nella
verifica si è anche accertato che l’impresa acquirente, di Cuneo, ha rilasciato
scontrini non fiscali: contestata un’evasione fiscale
di 417mila euro, ai quali si
sommano, per un anno e
mezzo di attività, 44mila
euro di Iva evasa.
IN NEGOZIO A BORGO
Rapinano 100 euro
di indumenti:
quattro condanne
Tre donne e un uomo
sono stati condannati in
Tribunale per una rapina
impropria avvenuta il 20
aprile 2013 in un negozio a
Borgo San Dalmazzo. «Le
commesse hanno notato 2
giovani che si aggiravano
tra gli scaffali e mi hanno
avvisato - ha detto il direttore -: all’uscita ho chiesto
di mostrarmi le borse, ma
si sono rifiutate e mi hanno spinto per scappare.
Fuori dal negozio sono salite su un’auto dove le attendevano un uomo e una
donna». Il bottino fu di
circa 113 euro: due sono
stati condannati a 3 anni,
le giovani a 24 mesi.
Finge malore per non farsi
controllare: aveva vestiti rubati
Ha finto di avere un malore durante un controllo
in auto, per scongiurare approfondite verifiche da
parte degli agenti della Polstrada che l’avevano
fermata, ma alla fine i poliziotti hanno accertato
che sull’auto erano presenti oltre 1100 euro in
capi di abbigliamento rubati. Protagonista dell’episodio una donna di Carrù, che insieme ad
un’amica è stata infine tratta in arresto dagli uomini della Polizia stradale nei pressi di Robilante:
B. S. e O. B., accusate di furto, sono già state
condannate. Al termine del patteggiamento, dovranno scontare condanne di 6 mesi l’una e 5
mesi e 10 giorni l’altra, cui si aggiunge una multa
di 70 euro. È stata loro anche applicata la misura
cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di
residenza, con il divieto di allontanamento notturno.
Rapina in call center di c. Giolitti
Gli agenti della Squadra mobile di Cuneo stanno
indagando su un episodio di rapina avvenuto in
un call center di corso Giolitti. Gli agenti hanno
raccolto la testimonianza del titolare dell’esercizio
commerciale che ha spiegato di aver notato che
suo cugino (il quale era stato incaricato di prelevare l’incasso) tardava ad arrivare a casa e non rispondeva al telefono. Corso al call center, l’aveva
trovato dietro una paratia legato e imbavagliato.
La dinamica dell’episodio non è ancora chiara,
anche perché la vittima, in stato di shock, non è
ancora riuscita a spiegare quanto accaduto.
Gestione non autorizzata
di rifiuti a Busca, tutti assolti
Erano 10 le persone finite imputate in Tribunale a
Cuneo con l’accusa di violazioni ambientali nell’area ecologica di Busca: si tratta degli ex amministratori del Consorzio ecologico cuneese, e dei
rappresentanti di 3 ditte che avevano appaltato e
subappaltato i lavori. Tutti gli imputati sono stati
infine assolti dall’accusa di gestione non autorizzata di alcuni tipi di rifiuti, mentre i 3 amministratori di una cooperativa di Cuneo sono stati condannati a pagare 15 mila euro d’ammenda per
aver violato alcune norme di stoccaggio di rifiuti
pericolosi. La sentenza è stata emessa dal giudice
monocratico l’altro giorno, al termine dell’ultima
udienza del processo di primo grado.
Indagini della Guardia di Finanza
Medico Asl Cn1 denunciato per peculato
Nei giorni passati i finanzieri del Nucleo di polizia
tributaria di Cuneo hanno terminato un’attività di controllo che ha portato alla denuncia di un medico dipendente dell’Asl Cn 1 con l’accusa di peculato. Il professionista, per gli inquirenti, si sarebbe appropriato infatti di denaro spettante alla Pubblica amministrazione
in quanto presso una struttura ospedaliera sita in provincia, esercitava la propria professione anche in qualità
di privato secondo il regime di «intramoenia», senza
corrispondere il dovuto all’Azienda sanitaria. Quando
autorizzati all’«intramoenia», infatti, i professionisti devono versare alle Asl di competenza i corrispettivi incassati i quali, dopo aver trattenuto parte dei compensi
secondo contratto, riconoscono al medico la parte rimanente del guadagno. In questo caso, però, il medico
non avrebbe emesso e consegnato la ricevuta fiscale ai
propri pazienti, incassando direttamente i compensi per
le prestazioni specialistiche che dunque non sono risultate essere passate per le casse dell’Asl. «Tale comportamento ha di fatto comportato un danno per le
casse del Servizio sanitario, dovuto al mancato introito
delle somme corrisposte dai pazienti - spiega il Comandante provinciale delle Fiamme gialle, il colonnello
Francesco de Angelis -. Con questa operazione prosegue sul territorio della Granda l’attività a tutela non solo
delle entrate erariali ma anche delle spese sostenute
dalla Pubblica amministrazione, in modo particolare
nel settore dell’assistenza sanitaria che costituisce da
sempre una delle maggiori e più importanti vicoi dei
bilanci pubblici».
45MILA EURO DI MULTA
ALLA PROPRIETARIA DISSE: «CERCAVO UN BAGNO»
MSa
SPACCÒ NASO ALLA COMPAGNA, CONDANNATO
É stato condannato a pagare una multa di 2500
euro l’uomo imputato in Tribunale a Cuneo per
lesioni: secondo il giudice fu colpevole di aver
picchiato e rotto il naso alla compagna che - dopo
un litigio - gli disse che voleva lasciarlo.
Minaccia 2 ragazzi con sega e coltello: condannato Tenta furto in casa: condannato a 15 mesi
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«Uno dei nostri enduro
aveva qualche problema
di carburazione, così ci
siamo fermati in uno
spiazzo davanti ad una
casa. Dopo un po’ abbiamo sentito delle urla: era il
padrone di casa che si
stava avvicinando a noi
brandendo una motosega
e intimandoci di allontanarci perché stavamo facendo rumore. Poi una signora è intervenuta e gli
ha tolto la sega dalle mani.
Lui a quel punto ha
estratto un coltello dalla
tasca e ha cercato di accoltellarmi. Si è avvicinato
anche al mio amico, ma
lui ha reagito e l’ha bloccato. Poi siamo riusciti a
scappare. Fortunatamente
indossavamo i caschi da
enduro equipaggiati con
la videocamera: tutta la
scena è stata ripresa»: così,
in aula di Tribunale, uno
dei due ragazzi minacciati
dal bovesano G. P. ha raccontato la sua disavventura. I fatti risalgono al 9 novembre 2012, in quel di
Boves. In aula sono stati
sentiti anche altri testimoni, tra cui la vicina di casa
che intervenne durante la
lite: «Era agitato, ho cercato di togliergli di mano la
motosega e quando sono
intervenuti i carabinieri, gli
ho consigliato di consegnare anche il coltello che
aveva nascosto». Al termine dell’udienza davanti al
giudice monocratico di
Cuneo, l’imputato è stato
infine condannato: 6 mesi
di carcere sono stati sostituiti con 45mila euro di
multa.
MSa
Vistosi scoperto dalla padrona di casa che stava rientrando dopo aver fatto la spesa e l’aveva notato ad aggirarsi sul balcone della sua villetta, si era giustificato
affermando che cercav solo un bagno perché avevo necessità di urinare. L’anziana, che l’aveva seguito fino nel
campo adiacente all’abitazione dal quale l’uomo stava
cercando di scappare, lo ha infine denunciato. Così R. R.
G. è finito imputato per tentato furto aggravato da danneggiamento. L’altro giorno, in aula, la vittima ha ricostruito l’episodio: «Era il 21 novembre 2012. Dopo aver
tentato di fuggire ed essersi giustificato, ha anche aggiunto che poteva accompagnarmi in casa per verificare
che fosse tutto a posto, ma io sono andata da sola e ho
notato che la finestra sulla cantina era stata aperta.
Aveva rovistato all’interno, ma alla fine non aveva portato via niente. Poi ho capito anche che lui era un vicino:
viveva a meno di 1 km da me». Diversa la versione
dell’uomo emersa dall’interrogatorio reso alle forze dell’ordine dopo l’episodio: «Stavo andando al bar in bici,
nel cestino c’era il mio cane che ha sentito un gatto ed
è scappato. Io l’ho seguito dentro il giardino, dato che il
cancello era aperto. Poi sono salito sul balcone per vedere meglio tutta l’area e scovarlo. Quando la donna è
arrivata, come battuta, le ho detto che stavo cercando
un bagno. Le ho risposto così perché mi aveva offeso ed
ero nervoso». L’uomo è stato condannato a 1 anno e 3
mesi di carcere, oltre al pagamento di una multa. MSa