francesco petrarca

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francesco petrarca
FRANCESCO PETRARCA
ELEMENTI DL BASE
VITA: (Arezzo 1304- Arquà 1374), figlio di un notaio fiorentino Petracco,
che poi si fece cambiare nome in Petrarca, guelfo bianco esiliato lo
stesso anno di Dante. Dopo un soggiorno a Pisa la famiglia è ad
Avignone dove il padre lavora per conto della corte pontificia P. studia
grammatica, testi religiosi poi università a Montpellier (1316) e Bologna
con il fratello, entra in contatto con la lirica stilnovista e di Dante.
Studi interrotti nel 1326 (rientro ad Avignone), forse per la morte del
padre. Nel 1327 si innamora invano di Laura nella chiesa di Santa
Chiara. Consumato il limitato patrimonio paterno si impiega a corte
(1330), prendendo gli ordini minori cosi da avere una rendita ed è al
seguito del cardinale Giacomo Colonna nei Pirenei, poi assunto come
cappellano dal fratello del cardinale ad Avignone (fino al 1337).
Rimase al servizio dei Colonna ancora per dieci anni finchè il suo
sostegno a Cola di Rienzo non raffreddò i loro rapporti. 1333 anno
importante perché inizia i viaggi in Francia e Germania con piccoli
incarichi diplomatici e riceve le Confessioni di S. Agostino che
accelerano la sua crisi morale. Elabora la prima forma del Canzoniere.
Nel 1337a Valdichiusa si ritira in solitudine iniza a scrivere De viris
illustribus e Africa al quale pensava dovesse essere legata la sua fama
Alla fine del 1340 riceve l'invito per l'incoronazione come poeta (Parigi
e Roma, sceglie Roma), nel 1341 incoronato, dopo un esame di tre
giorni (depone la corona sulla tomba di S.Agostino). Nel 1344 ferito
nell'assedio di Parma ad opera dei Gonzaga e dei Visconti, si rifugia a
Verona dove nella biblioteca scopre diversi manoscritti tra cui le
Epistole di Cicerone. Torna ad Avignone, è ambasciator del papa. Dal
1345al 1347 in Valdichiusa scrive Rerum memorandum libri, il De vita
solitaria e lavora al Canzoniere. La peste del 1348 lo priva di amici e
anche di Laura che muore. Nel 1351 il Boccaccio lo invita ad accettare
una cattedra nello Studio di Firenze ma declina l'invito e si ritira di
nuovo in Valdichiusa. Nel 1353 abbandona la Francia perché papa è
diventato un suo amico. Svolge missioni diplomatiche anche a Praga, è
un intellettuale onorato per la sua saggezza e la sua cultura Vive a
Milano, Padova, Venezia dove ospitava anche l'amico Boccaccio di cui
lesse il Decamerone nel 1373 senza grande entusiasmo. Redige poi la
nona stesura del Canzoniere.
INTELLETTUALE E SOCIETA DEL 300: il 300 è un secolo di transizione e il
P. riflette la crisi della società. L'ltalia è travagliata per il tramonto
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delle due grandi istituzioni medievali papato e impero, oltre al crollo
dell'economia feudale e di quella artigianale tipica dei comune. Mentre
in Europa lo sviluppo della borghesia cittadina, limitando il potere
dell'aristocrzia feudale, aveva favorito l'affermarsi di uno stato
nazionale, in Italia il processo di cambiamento si fermò a metà con le
Signorie, formazione tipicamente italiana che non presenta nulla di
nuovo rispetto al comune. Il 300 è il secolo dell'incertezza per
eccellenza (Salinari).
AMOR MUNDI E AMOR DEI: è questo il dissidio del P. che ne fa uomo
della sua epoca: Amore terreno e quindi verso il nuovo o ripiegamento
all'amore divino e quindi ritorno ad ideali medievali? Pur nel dissidio
P. sembra scegliere il terreno della nuova società.
RELIGIOSITA, FILOSOFIA, CONCEZIONIMEDIEVALI: nel 1367 nel De sui
ipsius et multorum ignorantia afferma che: "è possibile amare con
ardore e devozione Dio su questa terra" mentre "in nessun modo è
possibile conoscerlo appieno". E un ribaltamento della filosofia
cattolica (scolastica) per la quale l'amore è il frutto della conoscenza e
dell'avvicinamento a Dio e la stessa conoscenza del mondo è il
prodotto del rapporto con Dio. Egli è interessato alla filosofia platonicoagostiniana, piuttosto che a quella aristotelica-tomista E l'inizio
dell'umanesimo: per lui la filologia è il mezzo attraverso cui cogliere
l'evoluzione del pensiero dell'umanità. Ha quindi un senso storico della
conoscenza. Inoltre le sue opere hanno un senso di confessione di
dialogo con se stesso, per il fatto che l'indagine in se stesso è per P. un
mezzo per la conoscenza dell'umanità in genere.
POETICA: P. non teorizza la funzione della poesia. Solo in Invectiva
conra medicum quendam critica l'atteggiamento ottuso della scienza
contro ogni altra forma di sapere. La poesia è anche un mezzo di
conoscenza perché richiede studio, concentrazione ed instaura un
rapporto tra poeta e lettere. Lo stile raffinato serve per rendere la
complessità della propria psicologia per il poeta, mentre per il lettore
lo stesso fine si raggiunge attraverso la comprensione del linguaggio
poetico. Si tratta dunque di una poesia d'elite. Il classicismo per
Petrarca è quindi la creazione di qualcosa di stabile e universale a cui
dare forma all'indagine psicologica e introspettiva "Compito del poeta
è rappresentare, cioè mettere insieme e ornare, e le verità delle cose sia
umane sia naturali sia di qualsiasi altro genere raffigurare con colori
artistici e ricoprire col velo di una piacevole finzione, tolto il quale la
verità possa brillare, tanto più gradita a trovarsi poiché più ardua a
cercarsi" ( Seniles, X11, 2 ).
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EPISTOLARLO
BASI: P. ha lasciato un voluminoso epistolario perché la lettera era per
lui un mezzo di indagine, per scavare nel proprio animo e aveva, anche
sotto questo aspetto, delle ambizioni letterarie. Nelle Familiares è
contenuta un'ampia gamma di temi.
ASCESA A MONTE VENTOSO (IV1)
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: scrive a padre agostiniano
Dionigi (che gli aveva regalato Le confessioni). Egli intraprende l'ascesa
per il gusto di visitare un luogo famoso, ma non gli piace la salita e
cerca sempre delle strade meno faticose anche se più' lunghe che poi si
rivelano più difficili. "Cercavo infatti sempre di differire la molestia
della salita, ma l'umano ingegno non può annullare le leggi della
natura, nè può avvenire che un oggetto corporeo giunga in alto
discendendo." Comunque rimira il paesaggio dalla cima e apre il libro
delle Confessioni per caso ad un passo che dice che gli uomini vanno
ad ammirare le altezze dei monti e della natura e trascurano se stessi.
Di qui la preoccupazione di occuparsi di cose troppo mondane.
A BOCCACCIO SU SE STESSO (VI2)
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: curiosa riposta di P. al
Boccaccio. Petrarca spiega a Boccaccio di non preoccuparsi per la
propria libertà perché fra i due il meno libero è il Boccaccio stesso
essendo al servizio di tutto il Comune di Firenze, mentre Petrarca è
dipende solo da un signore. E spiega inoltre che è bene cambiare
sovente posto, perché Scipione perdette la propria fama proprio stando
a lungo con i Romani. Il P. invece viaggia di continuo.
AFRICA
BASI: poema epico storico in latino, 9 libri a cui P. affidò la speranza
nella propria celebrità Però non riuscì a concluderla. E dedicata a
Roberto d'Angiò. Scipione, battuti i Cartaginesi, sogna un viaggio in
cielo durante il quale lo zio Cneo gli racconta la storia di Roma e ne
predice la decadenza. Intanto Lelio, inviato da Scipione in Africa per
stipulare un alleanza con Siface, esalta il passato di Roma e il valore di
Scipione. Amore tra il generale romano Massinissa e la moglie di Siface,
Sofonisba che finisce con la morte di lei. Il fratello di Annibale, Magone,
muore durante il viaggio di ritorno, un incontro tra Scipione e Annibale
prima di Zama è inconcludente. Cartaginesi battuti, Scipione ne celebra
il coraggio, poi si incontra con il poeta Ennio che gli annuncia i
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massimi poeti a venire tra i quali figura lo stesso Petrarca. Trionfo di
Scipione a Roma.
IL COMPIANTODI MAGONEMORENTE(LIBRO VL)
CONTENUTI E MOMENTISIGNIFICATIVI: vi compaiono due elementi,
I'ammirazione per la grandezza di Roma e il senso generale della
precarietà umana. A che giova aver fatto la guerra, aver costruito il
palazzo "se io dovevo, sinistro destino, morire cosi sotto il cielo?" e
ancora: "Aimè come è incerta la vita, dedita a una fatica perpetua,
come certo è il giorno di morte, nè mai previsto abbastanza Con che
iniqua sorte è nato l,uomo sulla terra! Gli animali tutti riposano;
I'uomo non ha mai quiete e per tutti gli errori, affretta ansioso il
cammino verso la morte".
SECRETUM
BASI: un proemio e tre libri, scritto in latino sotto forma di dialogo tra
il P. e S. Agostino alla presenza di una donna silenziosa di nome Verità
(da notare che in ogni caso la verità è una donna ben terrena per il P. e
questo contribuisce a spostare la sua attenzione verso l'amore terreno).
Libro 1: S. Agostino enumera le cause dell'infelicità umana e
rimprovera il poeta di scarsa volontà nello sfuggire alle tentazioni e ai
peccati, occorre abbandonare i beni mondani. Ma la volontà, secondo
S. Agostino, difetta al P. Libro II: S.Agostino scruta nell'animo del P. ed
evidenzia i peccati commessi seguendo lo schema cristiano dei 7
peccati capitali. P. ha seguito i fantasmi mondani, le apparenze. Lo
ritiene colpevole di tutti, tranne che dell'invidia Si sofferma in
particolare sulla superbia (eccessiva sicurezza di sè volontà mondana
di affermazione, compiacimento del proprio essere), e sull'accidia. Libro
III: S. Agostino mette sotto accusa le profonde passioni del poeta, come
l'amore per Laura e per la gloria perché lo allontanano dal vero amore,
quello divino. Ma il dialogo si conclude con P. ancora convinto che la
sua natura lo porti a dedicarsi prima alle cose terrene e poi a rivolgersi
a Dio. P. dice di voler radunare il suo animo sparso e continuare questa
ricerca interiore e S. Agostino osserva che nulla è mutato dall'inizio del
loro dialogo.
L'ACCIDIA, MALATTIA DELL'ANIMO (LIBRO II)
CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: S.Agostino cerca di sapere quale
sia la causa dell'accidia, stato di tristezza, inattività, abbandono a se
stesso che colpisce il P. che, del resto descrive molto bene i sintomi di
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questo stato. Ma P. risponde che è "tutto quanto primamente vedo, odo
ed intendo". E un male "esistenziale", una specie di "male di vivere" .
LA GLORIA E IL DESIDERIO DL IMMORTALITA ( LIBRO III )
CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: P. confessa di desiderare "gloria
tra gli uomini e immortalità al tuo nome". S. Agostino argomenta che a
P. piace essere sulla bocca di tutti, proprio di coloro che disprezza, che i
suoi lavori letterari sono rivolti ad acquistare la fama e non a mettere
in pratica ciò che ha imparato con gli studi, a dilettare il pubblico con
florilegi medievali. Ma qui P. si schernisce asserendo di aver studiato i
classici direttamente e di aborrire queste forrme medievali. Da notare
che la gloria per il P. è legata alla fama, mentre per Dante era legata
alla benevolenza di Dio per aver condotto a termine opere a lui gradite.
CANZONIERE
BASI: I'opera è un continuo processo di elaborazione in ben dieci tappe.
366 poesie divise in due parti: in vita di Laura e in morte di Laura,
divisione, però, introdotta dai posteri. La maggior parte l'opera è un
continuo processo di elaborazione in ben dieci tappe.
VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SP RSE IL SUONO (1)
CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: rime: perché scritte in volgare;
sparse: perché non inquadrate in un disegno prestabilito. Si
annunciano i temi del canzoniere: egli amò "primo giovenil errore",
divenne la favola di tutti ed ora si pente perché ha capito che l'errore
consisteva nel non aver considerato la caducità delle cose umane "che
quanto piace al mondo è breve segno".
ERA IL GIORNO CH'AL SOL SI SCOLORARO (3)
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: I'incontro con Laura in tema
stilnovista: "Trovommi amor del tutto disarmato, e aperta la via per
gli occhi al core"
SOLO E PENSOSO I PIU DESERTI CAMPI (35)
CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: cerca la solitudine evitando gli
uomini (le loro orme) "gli occhi porto per fuggire intenti, ove vestigio
umana la rena stampi". Ma benché si porti per vie selvagge Amore lo
raggiunge sempre. P. non riesce a staccarsi dalla vita mondana e
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dall'amore terreno. P. non può fuggire da se stesso, è lui che deve
operare la scelta 11 dualismo psicologico è espresso anche
linguisticamente con l'accostamento di aggettivi simili tra loro "solo e
pensoso", passi "tardi e lenti", ecc. Da notare il troncamento del verso.
PADRE DEL CIEL
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: nell'undicesimo anno del suo
innamoramento per Laura P. si rivolge a Dio perché lo aiuti a
indirizzare i suoi pensieri "ad altra vita, e a più belle imprese. Abbi
pietà del mio travaglio non degno, rammenta ai miei pensieri come
oggi tu fossi in croce (venerdi santo).
ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI (90)
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: descrive la bellezza di Laura, i
suoi capelli sparsi al vento, il viso "di pietosi color farsi non so se vero o
falso" non sa se si era commossa per lui. Conclude che se anche ora
non è bella così l'amore non si spegne cosi come non si rimargina la
ferita solo perché l'arco non e più teso. Uso di termini stilnovisti
"angelica forma", ma completamente su un altro piano ora legati
infatti a una bellezza esclusivamente terrena e non più come "donnaangelo". Vi è l'oscillare tra ricordo e presente dato dall'uso dei verbi
all'imperfetto e al presente. Altra innovazione importante: l'alternarsi
tra ricordo e sentimento dell'io del poeta
MOVESI IL VECCHIEREL CANUTO E BIANCO (16)
CONTENUTOE MOMENTI SIGNIFICATIVI: come il vecchio pellegrino si
reca a Roma per adorare la sindone cercando una traccia del volto di
Cristo, così P. cerca in altre donne qualcosa che ricordi Laura Mirabile
la descrizione del vecchietto "traendo poi l'antiquo fianco" o: «quanto
più pò col buon voler s'aita". Oui il senso di pietà è rivolto a se stesso il
vecchierello è la metafora del poeta stanco alla ricerca di qualcosa che
forse può essere inteso m modo più generale di una traccia di Laura.
FIAMMA DEL CIEL SU LE TUE TRECCIE PIOVA (131)
CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: poesia violentemente contro la
corte avignonese e la sua corruzione: "Fiamma del ciel su le tue treccie
piova, malvagia che dal fiume e da le ghiande per l'altrui impoverir sè
ricca e grande", in contrasto con la povertà dl Cristo e Battista che si
cibavano di frutti poveri (ghiande) e bevevano nei fiumi. «nido di
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tradimenti, in cui si cova quanto mal per lo mondo oggi si spande". E
di nuovo non fosti tu nutrita al riparo in mezzo alle comodità, ma
nuda al vento. Dio sente il lezzo della tua degenerazione. Ouesto ed
altri sonetti dello stesso genere furono posti all'indice dalla
controriforma
UNA CANDIDA CERVA SOPRA L'ERGA (190)
CONTENUTO E MOMENTI SIGNIFICATIVI: Al poeta appare una cerva
(Laura), sopra l,erba verde (allude alla giovinezza), con le corna d'oro (i
capelli di Laura), tra due riviere (i fiumi Rodano e Sorga, dove nacque
l'amore per Laura), in primavera e all'alba (che secondo le credenze
astrali medievali rappresentano l,ora decisiva della vita del poeta). La
seconda strofa contiene elementi emotivi in antitesi alla descrittività
della prima, la sua vista era cosi dolce e superba che lasciò ogni attività
per seguirla, come l,avaro che addolcisce l'affanno nella ricerca di un
tesoro. La terza strofa completa la descrizione, al collo aveva scritto con
topazi e diamanti (simboli dell'onesta e della purezza), "nessun mi
tocchi" Dio ha voluto fare quel cervo libero. Poi il poeta cadde
nell'acqua, molti i valori simbolici, per esempio l'indegnità del poeta
stesso7
I' VO PEL MONDO I MIEI PASSATI TEMPI (315)
CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: si rammarica per i passati
tempi nei quali 'posi in amar cosa mortale" senza levarsi a Dio come
avrebbe potuto fare. Invoca Dio perché soccorra la sua anima
peccatrice affinché egli che visse in guerra e tempesta almeno muoia in
pace e se la vita terrestre (stanza), fu vana, ameno la morte sia giusta
Solo tu (Dio) puoi darmi una mano soccorritrice. Mentre nei precedenti
sonetti aveva a volte osservato di aver ricevuto da Dio la missione di
indicare agli uomini la via della salvezza attraverso la sublimazione del
suo amore per Laura, ormai diventata creatura angelica, qui invece egli
rinnega tutto il suo passato e non solo l'amore per Laura.
ITALIA MIA' BEN CHE 'L PARLAR SIA INDARNO (128)
CONTENUTO E MOMENTISIGNIFICATIVI: (1-20) benché il parlare non
serva a sanare le piaghe che ti affliggono, almeno le mie parole
(sospiri), siano di compianto al popolo (identificato con i fiumi).
Invoca Dio: vedi per quali "lievi cagion", futili cause è scoppiata la
guerra e i cuori induriti da Marte, aprili e addolciscili e fa che la tua
verità si oda attraverso le mie parole. (20-52) Ora ai "signori» (Voi) che
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hanno il governo (freno) chiede cosa facciano le truppe mercenarie
("pellegrin spade"), voi cercate amore e lealtà in un cuore prezzolato
("n cor venale"), chi ha più mercenari ha anche più nemici ("qual più
gente possede, colui è più dà suoi nemici avolto"). I barbari mercenari
sono come un diluvio. La natura provvide con le Alpi ma la cupidigia (
"desir cieco"), ha attaccato la scabbia tedesca all'ltalia, cosicché i
migliori italiani sono ora sopraffatti ('~sempre il miglior geme») e
questo dolore è rinforzato dal ricordo di Mario che vinse i barbari
Teutoni ad Aix (102 aC.), tanto da riempire il fiume di sangue.
Per non parlare di Cesare (Cesare taccio). (52-113). Voi reggete l'ltalia
ma la guastate. Cosa vi spinge ad infierire sul vicino e cercare
mercenari? E non vi accorgete dei barbari ingannevoli che si arrendono
al momento del pericolo? Ouesta vergogna è peggio del danno, ma voi
combattete sul serio eccitati da odio e ira. Al mattino riflettete su
quanta stima possa avere per voi chi nel suo animo è cosi vile.
Sbarazziamoci dei mercenari e non facciamone l'idolo che non sono,
perché è colpa nostra se questi ci vincono con l'accortezza.
Interrogatevi sulla vostra patria e guardate le lagrime del popolo e
purché voi vi mostrate compassionevoli verso il popolo questo si leverà
perché l'antico valore degli italici non è ancora morto (lo riprende
anche Machiavelli, flnale del Principe). Pensate alLa vostra anima che
la vita è breve e passando sulla terra deponete l'odio e lo sdegno che
sono contrari ad una vita serena e il tempo che si spende nel procurare
pena agli altri ("n altrui pena"), usatelo per qualche bello studio
(quindi per occupazioni che procurano onore). Operando così si è felici
in terra e si apre la strada del cielo. (113-123). Invocazione finale alla
canzone affinché parli in modo gentile per esortare gli uomini. Avrai
compagnia solo tra pochi magnanimi a cui piace il bene e chiedi a loro
chi ti proteggerà, io grido pace. Problema della datazione della poesia,
forse il 1357-58 (Zingarelli) Lega di Venezia contro i Visconti. In quel
periodo P. era a Milano dai Visconti e si faceva interprete delle
aspirazioni di pace e a Novara parlò contro le masnade tedesche. Non si
riferisce alla guerra di Parma (P. ne era indifferente), nè quella fra
Genova e Venezia perché non vi furono mercenari.
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Giovanni Boccaccio
ELEMENTI DI BASE
VITA: (Certaldo 1313- Firenze 1375), il padre era un uomo d'affari, B.
era figlio illegittimo poi riconosciuto, non si sa nulla della madre. Studi
di matematica e di carattere mercantile. Il padre, agente bancario dei
Bardi si trasferisce a Napoli (1327-40), l’ambiente di Napoli è
determinate per la formazione del B. autodidatta (biblioteca di re
Roberto) e abbandona gli studi scientifici per la letteratura medievale e
latina. Scrive il Filocolo il Filostrato, la Caccia di Diana, le Rime, si
innamora della "Fiammetta" (nome che compare nelle sue opere ma
che risulta essere la figlia de re Roberto d’Angiò). Ritorna a Firenze a
causa di un rovescio economico per il fallimento della banca, così B. si
sposta tra le varie corti d’Italia alla ricerca di un impiego e scrive Elegia
di madonna fiammetta, Amorosa visione. Nel 1348 scoppia la peste poi
muore il padre e B. risiede a Firenze. Scrive Il Decamerone (1349-53). Il
Comune di Firenze affida a B. numerose missioni politiche e
diplomatiche. B. spera di tornare a Napoli come segretario regio (posto
vacante), ma non vi riesce. Incontro con Petrarca (1351), che diventa
una specie di tutore letterario per B. Scrive Il Corbaccio e il Trattatello
in laude di Dante. Crisi religiosa (rientra a Certaldo dopo un rovescio
politico a Firenze fatto da amici di B.), nel 1362 un frate lo convince a
distruggere tutti i suoi libri, qui interviene il Petrarca che convince B.
sulla compatibilità di fede e poesia. Ritorna a Napoli ma viene male
accolto e riprende l’attività di inviato del Comune di Firenze. Difficoltà
di salute anche per l'obesità ed economiche. Prende gli ordini minori
per lenire questi problemi.
COLLOCAZIONE DI BOCCACCIO NEL ‘300: nel Decamerone la peste viene
descritta in modo minuzioso, mentre allo stesso tempo viene
evidenziata la disgregazione sociale e morale (abbandono dei famigliari
appestati), come metafora della disgregazione della società. Dopo la
peste nessuno è più come prima. B. ha un atteggiamento pratico,
concreto e non ideologico nei confronti delle cose e solo in qualche caso
esprime il suo giudizio. Questo atteggiamento di B. costituisce il
rovescio della medaglia delle incertezze sociali dell’epoca e rappresenta
il nuovo atteggiamento dell’umanesimo, laico, senza schemi
precostituiti come accadeva invece nelle filosofie e nelle morali religiose
medievali. Mentre Dante e Petrarca si ponevano in modo critico e
facevano propria la crisi dell’epoca, B. invece esprime la società così
com’è, anche in modo ottimistico. L’amore è terreno e umano e la
passione e non è mai una colpa anche se infrange i vincoli morali e
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