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Viaggi INDONESIA Gli stupendi fondali di Maratua, Kakaban e Sangalaki I TRE GIOIELLI DI Volete fare una vacanza da sogno e lasciarvi alle spalle per qualche giorno le tribolazioni della crisi che affligge un po’ tutti? Be’, il Maratua Paradise Resort pare fatto apposta per questo scopo. Sorge su un’isoletta deserta con la spiaggia bianchissima e ha nelle vicinanze i punti più belli di immersione della zona, dove si può vedere di tutto, dagli squali ai minuscoli abitanti Grandi meduse, spugne a botte di dimensioni veramente straordinarie, mante, ma anche piccolissimi abitanti dei fondali sono fra gli incontri che si possono fare nelle acque dell’isola di Maratua. E non meno suggestivi sono gli scorci a terra. della barriera corallina Testo di RINO SGORBANI e LAURA BECCIU Foto di RINO SGORBANI 48 49 K alimantan, ovvero Borneo Indonesiano. Più precisamente, regione di Kalimantan Timur, Mare di Sulawesi. E’ qui che si trovano tre isole da sogno, piccole da non essere riportate in nessuna carta geografica: Maratua, Kakaban, Sangalaki. Questo sperduto arcipelago può essere considerato un vero e proprio paradiso per i subacquei, anche i più esigenti, vista la varietà di vita marina presente nei suoi fondali. Cominciamo con la più esterna e la più grande delle tre isole: Maratua. La sua caratteristica principale è la forma, che ricorda un ferro di cavallo. Conseguenza di questa strana conformazione è la presenza al suo interno di un’ampia laguna comunicante con l’oceano attraverso una stretta pass, la quale, durante la fase di alta marea, genera una forte corrente entrante che richiama una considerevole quantità di pesci e, conseguentemente, i loro naturali predatori: squali, barracuda, carangidi, eccetera. Una volta scesi, immaginate di essere seduti in prima fila in un teatro a venticinque metri di profondità con, sotto, il blu intenso degli abissi. Il passaggio di un gruppo enorme di Barracuda a bande (Sphyraena putnamiae), dà inizio allo spettacolo. Ma subito dopo ecco apparire dal niente pattuglie di squali grigi e pinna bianca mentre siete già circondati da nuvole di pesci fuciliere e da carangidi (Caranx sexfasciatus) di dimensioni incredibili che nuotano veloci senza degnarvi di uno sguardo. Nei mesi che vanno da maggio a settembre, nei giorni di maggiore visibilità non è da escludere nemmeno l’avvistamento di qualche grosso esemplare di squalo martello. I pochi che sono stati su questa isola non potranno fare a meno di ricordare il nome di questo punto di immersione, Big Fish Country, e di non rivolgere un pensiero di gratitudine al giovane subacqueo giapponese Nawawi, che lo ha scoperto. Maratua, comunque, ha molto altro da offrire. Pareti mozzafiato, dove la presenza di forti correnti garantisce il rigoglioso sviluppo degli organismi filtratori. Muri di coralli ancora intatti che si perdono nel blu, dove poter osservare i giganteschi e variopinti ventagli delle gorgonie, enormi esemplari di Tridacna maxima e grandi spugne a forma di botte. Facili da vedere e avvicinare in ogni immersione le tartarughe verdi, Chelonya midas, e quelle embricate, Eretmochelys imbricata, ogni tipo di pesce di barriera e numerosi soggetti per la foto macro, compresi bellissimi nudibranchi. E non potete assolutamente perdere la “sunset dive”, l’immersione al tramonto, durante la quale assisterete a uno spettacolo raro: la danza dell’amore dei pesci mandarino (Synchiropus splendidus), piccoli, timidi e dai colori iridescenti, che escono dalla loro tana in mezzo ai coralli solo al calar del sole. Anche in superficie, però, Maratua regala paesaggi bellissimi. Ricca di vegetazione, con alte palme da cocco e intricate mangrovie, l’isola è circondata da spiagge bianchissime. I villaggi sono quattro e gli abitanti, circa tremila, si dedicano principalmente alla pesca e alla costruzione di piccole imbarcazioni di legno. Vivono principalmente su piccole palafitte dove preparano le reti che vengono poi gettate in mare durante la fase di alta marea. Quando le acque si abbassano, inizia il ritiro delle reti e la raccolta del pesce, a cui partecipano anche le donne. Un’altra attività molto sviluppata è la raccolta di noci di cocco, dalle quali si ricava un olio ricercatissimo nel continente. Ma anche la laguna regala una piccola attività commerciale. Il suo fondale sabbioso, infatti, è ricco di vongole, che vengono 50 I fondali sono un inesauribile spettacolo dove, fra spugne di ogni tipo e grandi ventagli di gorgonie, si possono incontrare soggetti minacciosi, come il pesce pietra qui a sinistra e gli pterois in basso, o sbarazzini come i pagliacci, a destra nella loro attinia. Sopra, uno scatola e, sotto, alcuni angelo. raccolte con rudimentali rastrelli e vendute in sacchi di juta. A mezz’ora di navigazione da Maratua, ecco apparire la disabitata Kakaban, seconda isola di questo piccolo arcipelago. Osservandola dalla barca, appare come una delle tante isole coralline del mare indonesiano: piccola e lussureggiante, con il verde delle mangrovie che si rispecchia nell’azzurro cristallino del bassofondo. Ma sott’acqua si distingue per le sue spettacolari pareti verticali, dove è possibile fare straordinari incontri con i grossi pelagici: gruppi immensi di carangidi, tonni e squali di barriera. Indimenticabile l’immersione a Barracuda Point, il cui nome mantiene la promessa: vortici di mille barracuda che si muovono all’unisono sul filo di una corrente sempre forte. 51 La vera sorpresa, però, la si scopre a terra: l’isola è occupata quasi interamente da un lago salato di ben cinque chilometri quadrati. Kakaban, infatti, è un atollo corallino piuttosto inusuale nato dall’innalzamento della crosta terrestre avvenuto circa diciannovemila anni prima di Cristo. Raggiungere il lago salato è un’avventura da veri Robinson Crusoe, perché prima di arrivarci bisogna camminare in bilico su passerelle di legno sospese sopra giganti radici di mangrovie. Quando si mette la testa sott’acqua si comprende subito la sua particolarità: un’infinità di pulsanti meduse sembrano danzare nell’acqua opaca con una grazia incredibile. Le meduse in questione sono di quattro differenti specie, ma tutte hanno un denominatore comune: non sono urticanti. Infatti, attraverso i millenni si sono adattate a un ecosistema totalmente unico, dove l’assenza di naturali predatori le ha portate a eliminare le loro peculiari caratteristiche difensive. Gli studiosi le stanno ancora osservando. Le più numerose fanno parte della specie Cassiopea, con molta probabilità Cassiopea xamachana, con il tipico corpo a campana rovesciata. La loro particolarità è quella di rimanere adagiate sul fondo con i corti tentacoli marginali rivolti verso l’alto, cosa che l’ha fatta chiamare dagli inglesi “upside down jellyfish”, medusa a testa in giù; ciò favorisce lo sviluppo delle zooxantelle, alghe unicellulari che crescono sui loro tessuti e dalle quali ricevono parte del nutrimento. Le loro dimensioni non superano i quindici centimetri e il colore è piuttosto uniforme: un marrone molto chiaro, quasi ocra. La seconda specie è molto simile alla prima; è sempre una Cassiopea, ma fluttua come le comuni meduse a mezz’acqua e non si adagia mai sul fondo. Ce ne sono di differenti dimensioni, dalle più piccole, con il corpo di appena un centimetro, alle più grandi, e più lente nei movimenti, che raggiungono i quindici centimetri di diametro. Le altre due specie sono completamente trasparenti e quasi impossibili da fotografare. Una ha il corpo a forma di ombrello e sottilissimi tentacoli. Il diametro oscilla tra i cinque e i dieci centimetri. L’altra fa parte della famiglia delle cubomeduse: piccolissima, non supera il centimetro di diametro e ha solo quattro sottilissimi tentacoli lunghi più del doppio del corpo. Il paradiso delle mante è Sangalaki dove, nel basso fondale che circonda l’isola, questi straordinari animali si riuniscono a decine attirati dalla grande quantità di plancton. A sinistra, una seppia di dimensioni insolite e, qui sopra, una coppia di pesci mandarino. In basso, uno scorcio del resort. Insieme con le meduse, nel lago vivono numerosi altri organismi endemici, come rari esemplari di gobidi, anemoni, spugne, crostacei, nudibranchi e serpenti. Il lago non supera i diciassette metri di profondità, il fondale è ricoperto da una particolare alga marina, la Halimeda Green Algae, e la visibilità dipende molto dalle precipitazioni. Essendo circondato da una sterminata cintura di mangrovie, nei giorni di pioggia l’acido tannico rilasciato da queste piante rende l’acqua meno limpida. Farci un tuffo è comunque sempre un’esperienza suggestiva, perché è come fare un’immersione nella preistoria. Adesso è tempo di risalire in barca per raggiungere la terza isola: Sangalaki, ovvero il paradiso delle mante! L’isola è circondata da una laguna di acqua poco profonda, non siamo più di fronte alle pareti mozzafiato di Maratua e Kakaban. E’ in questo basso fondale che, ogni giorno, si può assistere a uno spettacolo davvero speciale: decine di mante che risalgono la corrente del fiume di plancton che si concentra durante l’alta marea. Con la barca ci si avvicina il più possibile ed ecco che dopo appena qualche minuto compaiono le tipiche formazioni delle mante, con le ali che rompono la calma superficie dell’acqua a intervalli regolari. A questo punto si può decidere se indossare le bombole o, semplicemente, tuffarsi in apnea con solo maschera e pinne. Anche facendo snorkeling, infatti, si può facilmente vedere questi gentili giganti del mare, soliti a rimanere vicino alla superficie, dove per loro c’è più cibo. E’ tale la loro concentrazione in quello che fanno che nella maggioranza dei casi nemmeno si accorgono della presenza dei subacquei. E non è raro ritrovarsi completamente circondati da questi tranquilli bestioni. Una sensazione fantastica, difficile da dimenticare. Con le bombole, invece, si scende su un fondale sabbioso a non più di dieci metri di profondità e lì si aspetta che arrivino. Le ombre delle mante in avvicinamento sono inconfondibili. E’ solo quando ci passeranno sopra come giganteschi aquiloni che ci accorgeremo che accanto alla comune Manta birostris, dal tipico ventre bianco, popolano questo mare anche le meno comuni M ARATUA : UN PARADISO NEL PARADISO a storia turistica di Maratua è una storia recente. La scoperta Lil giapponese dell’isola da parte di stranieri è avvenuta nel 2000, quando Sikky, appassionato di subacquea, aiutato da una esperta guida dei mari orientali, si imbattè casualmente nei suoi stupefacenti fondali e decise di non tenerli nascosti. Così, nello stesso anno nacque l’idea di costruire il delizioso Maratua Paradise Resort. Ci vollero ben cinque anni per ottenere i permessi e per completare la costruzione del piccolo villaggio che ci ha ospitati in una vacanza da sogno. Situato su una splendida spiaggia di fronte all’isola di Kakaban, il Maratua Paradise è stato inaugurato nel marzo 2005. Il resort dispone di otto beach bungalow e di due bungalow overwater. Tutte le camere sono ampie, affacciate sul mare e arredate con gusto nel tipico stile locale. Lungo il pontile si trovano il ristorante - bar, dove è possibile rilassarsi, e, poco più lontano, il diving center, perfettamente attrezzato. Lo staff, che ci ha accolto tra mille sorrisi e che ha reso il nostro soggiorno estremamente piacevole, è diretto da mister Ambo, simpaticissimo manager che, con la gentilezza tipica degli indonesiani, ha saputo soddisfare ogni nostra richiesta. Anche il centro diving offre un servizio a cinque stelle. A disposizione ci sono due imbarcazioni veloci, con le quali è possibile raggiungere in soli dieci minuti i punti di immersione di Maratua, in mezz’ora quelli dell’isola di Kakaban e in poco meno di un’ora quelli di Sangalaki. Le immersioni erano gestite dal simpatico ed espertissimo divemaster Andreas, capace di coinvolgerci emotivamente e di farci apprezzare al meglio quanto questi fondali sono in grado di offrire. R. S. e L. B. Caratteristica dell’isolotto di Kakaban è il lago pieno di meduse, fortunatamente non urticanti. mante dal ventre nero, Manta birostris melanica. Se, in attesa del loro arrivo, deciderete di dare uno sguardo intorno, scoprirete che Sangalaki ha tanto altro da offrire oltre alle mante. Infatti, i suoi bassi fondali sono l’habitat perfetto per una eccezionale microfauna, in altri luoghi rarissima e difficile da incontrare e qui, invece, abituale: esemplari di Antennarius molluccensis, colorate murene nastro azzurro, scorfani foglia in varie fasi cromatiche e piccolissimi nudibranchi dalle variopinte livree. E se, tra un piccolo pesce falco bistrato e un gobide insolito, vi troverete davanti a un elegante squalo leopardo o alla gigantesca Sepia pharaonis, non stupitevi più di tanto. A Sangalaki è normale. CHE COSA BISOGNA SAPERE ■ DOVE: Kalimantan, regione del Borneo Indonesiano a nord dello Stretto di Makassar, nel Mare di Sulawesi. ■ COME ARRIVARE: volo dall’Europa per Singapore, voli interni per Balikpapan e poi per Berau, e quindi altre tre ore e mezza di barca da Berau a Maratua. ■ DOCUMENTI: passaporto con validità almeno di sei mesi dalla data di rientro e il permesso di soggiorno di tipo turistico, che ha validità di due mesi; costo del visto, ottenibile all’arrivo, venticinque dollari americani. ■ LINGUA: lingua ufficiale il Bahasa; l’inglese è abbastanza diffuso, soprattutto nelle strutture turistiche. ■ VALUTA: rupia (9.100 IDR valgono circa un dollaro). ■ ORA: +7 (+6 quando in Italia vige l’ora legale). ■ CLIMA: il clima è tipicamente equatoriale; nel Borneo è caldo e umido con piogge abbondanti, mentre sulle isole è più secco e ventilato; la stagione per la subacquea dura praticamente tutto l’anno in quanto la zona è ben ridossata. ■ SALUTE: non sono richieste vaccinazioni obbligatorie. ■ CON CHI ANDARE: per raggiungere questo angolo di pa- radiso ci si può rivolgere a Nosytour, (www.nosytour.it, [email protected], tel. 011360934), che propone soggiorni al Maratua Paradise di cui si parla diffusamente nelle pagine precedenti. Sempre su questa destinazione opera anche Originaltour (0688643905, www.originaltour.net - [email protected]) che organizza pacchetti per il Nabucco Island Resort. Realizzato in stile locale, la struttura dispone di diciassette camere in otto bungalows doppi più un bungalow individuale. Il resort è a gestione europea. Muovendosi con calma e delicatezza, è possibile avvicinarsi moltissimo alle seppie giganti, che possono arrivare a ben quaranta centimetri di lunghezza. E’ interessante osservare attentamente la sua elegante livrea dalle mille e sottili strisce bianche, le sue pinne nastriformi vibranti e le sue dieci braccia, tutte munite di ventose, che solleva in atteggiamenti intimidatori quando esageriamo nell’accorciare le distanze. Insomma, avrete certo capito, a questo punto, che Maratua, Kakaban e Sangalaki sono, sì, piccole isole dal nome esotico, ma che sono davvero capaci di fare ogni giorno grandi sorprese a tutti coloro che le andranno a visitare. Rino Sgorbani e Laura Becciu 54