Il pronto soccorso anti-violenze

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Il pronto soccorso anti-violenze
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Bergamo
VENERDÌ
14 MARZO 2014
Il Cartellone
Festival Film Meeting
Nel finale anche la Bardot
L’Accademia
Carrara, è scontro
sulle quote comunali
Verso le elezioni
Lista di sinistra in campo
Gargano corre da sindaco
A PAGINA 7 Tiraboschi
A PAGINA 12
A PAGINA 6
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mar
IMPIANTI CHIUSI, IL RILANCIO È POSSIBILE
Picco di episodi al Giovanni XXIII. «È la punta di un iceberg, così i medici possono spezzare la catena degli abusi»
LA STL E LE FERITE
DELLA MONTAGNA
Il pronto soccorso anti-violenze
di DAVIDE SAPIENZA
In un anno 260 casi. Femminicidi, piano di prevenzione negli ospedali
N
el 2006 in Val Sedornia, all’interno di un’area Zps
(Zona protezione speciale) e nei confini
di un inconsapevole Parco delle Orobie, alla montagna dell’Alta Valle Seriana fu inferta una grave
ferita. La chiamarono
«Pista del sole». Quell’impianto di risalita cambiò per sempre i connotati a una delle zone più
particolari dell’arco prealpino. A Valbondione
l’amministrazione comunale aveva ritenuto di
«portarsi avanti» per realizzare il collegamento
previsto dal progetto
«comprensorio sciistico»
che doveva unire Colere,
Lizzola, Spiazzi di Gromo.
Era autunno, tutto accadde in pochissimo tempo e
all’insaputa di tutte le istituzioni preposte al controllo del territorio. Inquietante. Poi arrivarono
i primi escursionisti della
neve: rimasero scioccati
da quest’opera la cui irregolarità fu poi ufficialmente appurata quando
non serviva più.
L’anno scorso, il Parco
delle Orobie ha annunciato l’avvenuto ripristino
grazie ai lavori iniziati da
un iter di riparazione avviata dalla Comunità
Montana Valle Seriana
qualche anno prima. Ma
solo dopo un esposto del
Wwf. Quella pista resta il
simbolo della lotta di
venti associazioni riunite
sotto il nome di Orobievive (sul loro sito ci sono
tutti i documenti ufficiali), coordinamento che ha
assunto un peso rilevante
nella vicenda. La «Pista
del sole» doveva fare da
collegamento con quella
che scendeva dal Pizzo di
Petto: uno sciagurato
progetto che avrebbe
sventrato qualche decina
di metri di roccia della
vetta per una galleria di
passaggio degli sciatori,
sul Sentiero delle Orobie.
Ciò avrebbe distrutto per
sempre l’ecosistema del
Lago di Spigorel (o Vigna
Vaga), gioiello geologico
sito in area carsica, divenuto più volte luogo di ritrovo di centinaia di «manifestanti» che pur di difendere un’idea di futuro
diversa dall’anacronismo
dei «comprensori sciistici integrati», quasi tutti in
crisi sull’arco alpino, nonostante gli attacchi anche fisici subiti, hanno
sempre e solo testimoniato camminando.
A Valbondione nessuno aveva spiegato che costoro sono «a favore» di
un’economia della neve
legata anche agli impianti di risalita. L’esistente
può essere implementato
integrandosi con quell’universo in crescita
esponenziale rappresentato da camminatori,
scialpinisti, ciaspolatori.
Basta andare in zona e
contare: i numeri sono
impietosi, ma la politica
non conosce la geografia
profonda e preferisce
elargire promesse di sovvenzioni (il 20% del totale
per il comprensorio).
La Stl chiude e nessuno
deve godere di questo.
Perdere posti di lavoro
perché chi amministra
non ha l’immaginario
adatto ad affrontare i
tempi che cambiano, fa
venire lo sgomento. Ora
che la valanga politica è
davvero scesa su Lizzola e
Valbondione si prospettano tempi bui, ma si spera che possa nascere un
dialogo pacifico e costruttivo perché la montagna qualche idea la offre sempre: basta pensare
come lei, capirne i mutamenti e, come avviene da
secoli, il rapporto uomoterritorio potrà rinnovarsi
e aiutare chi ci vive e la
presidia, a prosperare e
vivere come merita.
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di SIMONE BIANCO
Le manovre eccezionali
La psicologa
Fidanzati e mariti troppo
preoccupati della
testimonianza che le loro
compagne, o mogli,
possono rendere ai medici
dell’ospedale. «Tentano di
non lasciarle mai sole e
quindi di controllarle»,
è quanto racconta
Simonetta Spada,
responsabile di Psicologia
clinica all’ospedale Papa
Giovanni.
Il pronto soccorso
dell’ospedale di Bergamo nel 2013 ha curato
260 donne vittime di
violenze domestiche e
stupri. Il percorso protetto per le pazienti, cresciuto al Papa Giovanni
negli anni, è ora applicato in tutti gli ospedali
della provincia e anche i
medici di base hanno seguito corsi di formazione per riconoscere i segni della violenza. «Non
facili da cogliere — dice
il direttore sanitario dell’ospedale, Laura Chiappa —, la prima grande
difficoltà è convincere la
donna ad aprirsi».
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A PAGINA 2
«Gli aguzzini
non lasciano
sole le vittime»
Il delitto di Cene
«Impulsi aggressivi
per l’effetto cocaina»
Carcere per il killer
di GIULIANA UBBIALI
A PAGINA 4
Le prostitute:
«In allarme quando
arrivava la sua auto»
di ARMANDO DI LANDRO
A PAGINA 4
Il caso Arzago Dettori: «Prima si pronunci il Tribunale di sorveglianza»
Monella, c’è l’ordine d’arresto
Ma la procura prende tempo
Palafrizzoni, gru da 72 metri
per smontare un’altra gru
P
er smontare una gru nella stretta via Borfuro, ieri è stata
installata in piazza Matteotti un’altra gru (nella foto
Agazzi/Fotogramma), alta 72 metri: quasi 30 in più rispetto
alla vicina Torre dei Caduti, che si ferma «solo» a 45 metri. Dalla gru
davanti al Comune si è snodato un braccio lungo 60 metri e capace
di sollevare fino a 5,5 tonnellate: passando sopra i palazzi, il braccio
ha smontato, un pezzo per volta, la gru di via Borfuro. Un intervento
eccezionale, che ha mobilitato 11 uomini per oltre dieci ore.
La condanna definitiva di Antonio Monella, l’imprenditore di Arzago che ha ucciso un ladro, è arrivata alla Procura di Bergamo competente ad emettere l’ordine di arresto. Ma il procuratore ha deciso di prendere tempo, in attesa che il Tribunale di
sorveglianza decida sulla richiesta degli avvocati di differimento dell’esecuzione.
«Questione di giorni — dice —, per questo
ho ritenuto ragionevole attendere».
La chiusura di Lizzola
Stl travolta dai debiti
Già licenziati
6 lavoratori stagionali
A PAGINA 7 Berbenni
Il Comune risparmia sui calzini
di SILVIA SEMINATI
P
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La famiglia che va di corsa
In cinque e sono tutti runner
A PAGINA 9
Spending review Per i dipendenti meno cravatte e divise. E devono durare di più
alafrizzoni strizza l’occhio alla
spending review e taglia le divise
e gli accessori inutili dei suoi dipendenti. Qualche esempio? Gli ausiliari
del traffico avranno in dotazione,
ogni due anni, solo sei paia di calze
collant blu estive e non più 12, mentre
i messi comunali dovranno accontentarsi di un’unica cravatta blu, ogni triennio. Gli agenti motociclisti, invece,
d’ora in poi potranno cambiare la fondina portapistola e il borsetto con tracolla solo quando saranno consumati.
Gli Scanzi, due generazioni vincenti
Piazza d’autore al Villaggio degli Sposi
I libri più amati
scolpiti
nelle pagine
di cemento
di DANIELA MORANDI
A PAGINA 5
Papà, mamma, due figlie e un figlio: sono gli Scanzi
di Sovere, un’intera famiglia di runner, che ogni
anno strappa almeno un trofeo.
A PAGINA 11 Amaglio