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GRADARA Gradara, con i suoi 142 m. sul livello del mare, è un piccolo borgo medioevale che si staglia fra le dolci colline marchigiane. Luogo poetico, in bilico tra storia e leggenda per l’amore tragico di Paolo Malatesta con Francesca da Polenta cantato da importanti poeti e scrittori come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio e Gabriele D’Annunzio. Circondato da una doppia cinta muraria, il borgo ha conservato buona parte della tipica struttura urbanistica medioevale. Superando le porte di accesso al centro storico, si giunge nella parte alta del borgo, dove è possibile ammirare la restaurata chiesa di San Giovanni Battista che conserva il pregevole Crocifisso ligneo del XV secolo aventi tre diverse espressioni del volto di Cristo. Sulla sommità si staglia, isolato e maestoso, il “magico” Castello, simbolo di Gradara. La prima costruzione fortilizia risale al 1150 e corrisponde ad una torre medioevale, la principale, detta Mastio. In seguito all’arrivo della potente famiglia dei Malatesta, originaria di Rimini, la torre venne trasformata in Rocca e circondata da imponenti mura merlate. Vennero costruiti anche tre ponti levatoi, che resero inespugnabile il fortilizio. Nel 1464 finita la signoria dei Malatesta, arrivarono gli Sforza i quali lasciarono un loro segno nella Pala Robbiana (1480) - opera del ceramista toscano Andrea Della Robbia - , nel loggiato, nel maestoso scalone e negli affreschi che troviamo in diverse stanze della Rocca tra cui il delizioso “camerino” di Lucrezia Borgia che qui visse tre anni del suo matrimonio combinato con Giovanni Sforza. Attraverso l’unione coniugale, il padre della giovane, il potente Papa Alessandro VI, diede avvio a tre anni di dittatura, allontanando gli Sforza dalla città di Pesaro. Morto il Papa, Giovanni riprese le redini del comando e tornando a Gradara con la sua terza moglie, Ginevra Tiepolo che era in dolce attesa, fece affrescare la bellissima Sala dei Putti in onore del sospirato erede. Ma il piccolo Costanzo morì prematuramente e poco dopo fu la volta anche di Giovanni. Nel 1631, estintasi la nobile famiglia dei Della Rovere succeduta agli Sforza, la Rocca passò allo Stato Pontificio insieme al Ducato di Urbino. PESARO Pesaro è una tranquilla città di mare, che sorge sulla foce del fiume Foglia (Pisaurus). Nasce come colonia romana nel 184 a.C. Il centro storico con la sua piazza principale, Piazza del Popolo, rappresenta l’antico foro romano da cui si snodano le due arterie che collegano il cuore della città: Corso XI Settembre- via San Francesco (antico cardo); via Branca- via Rossini (antico decumano massimo). Al termine delle due direttrici si aprivano un tempo quattro porte, secondo la struttura edilizia tipica romana. La città ha avuto uno sviluppo urbanistico e culturale grazie al sostegno di potenti famiglie che l’hanno governata nel corso degli anni. Fra il XIII ed il XIV secolo i Malatesta, originari di Rimini, hanno costruito il nucleo primitivo del Palazzo Ducale, antico centro di potere, e hanno realizzato i portali delle chiese di Sant’Agostino e di San Domenico. Il contributo di Pandolfo II Malatesta, capitano di ventura, ha permesso di ultimare i lavori al portale gotico di San Francesco (attuale Madonna delle Grazie). Gli Sforza, documentati a Pesaro dal 1445, hanno continuato il processo di ampliamento e di abbellimento della città concentrandosi principalmente sull’allargamento di Palazzo Ducale, affidando il progetto al noto architetto di origini dalmate Luciano Laurana, chiamato a Pesaro dal mecenate Alessandro Sforza per avere un consulto. Dopo tre anni di dittatura imposta dal fratello di Lucrezia Borgia, il temutissimo Duca Valentino, nel 1513 la città passò nelle mani della potente famiglia Della Rovere, originaria di Savona. In quegli anni Pesaro divenne il nuovo centro politico, amministrativo e culturale del Ducato di Urbino, raggiungendo l’apice del suo splendore. Furono affidati a Girolamo Genga i lavori di restauro del Palazzo Ducale e del nuovo corpo di fabbrica della chiesa di San Giovanni Battista, in sostituzione del mausoleo più antico di epoca sforzesca. Francesco Maria I della Rovere fece costruire a difesa della città una cinta muraria pentagonale dal fronte bastionato, abbattuta a inizio Novecento perché ritenuta un limite alla moderna espansione di Pesaro. In quegli anni risale anche il riassetto urbanistico di Piazza del Popolo, che dal XVI secolo assume l’aspetto che conosciamo ancora oggi. Nel 1631, estintasi la famiglia dei Della Rovere, il Ducato di Pesaro-Urbino passò allo Stato Pontificio. Itinerario del Centro Storico Una visita guidata in città parte dal cuore del suo centro storico, che è Piazza del Popolo, per ammirare i quattro palazzi che la compongono: lo storico Palazzo Ducale, il cinquecentesco Palazzo Baviera, il neoclassico palazzo delle Poste ed il Municipio, costruzione risalente alla metà del Novecento. Muovendosi intorno alla piazza, è possibile scoprire gli splendidi portali gotici delle chiese di San Domenico, di Sant’Agostino, e della Madonna delle Grazie, che rappresentano una triade artisticamente unica nell’ambito della scultura in pietra. Proseguendo per via Branca si raggiunge il Conservatorio Gioachino Rossini, costituito grazie al lascito testamentario del famoso compositore pesarese. Al musicista è intitolato anche il Teatro Rossini – che si raggiunge proseguendo lungo via Branca in direzione piazza Lazzarini –, edificato sul luogo di un precedente teatro seicentesco. Una piccola deviazione conduce in via Passeri, uno dei luoghi della città che hanno conservato intatto l’antico carattere: qui è possibile vedere un monumento tra i più rappresentativi dell’architettura rinascimentale italiana: la chiesa di San Giovanni Battista. Proseguendo verso via Mazza, si arriva davanti al seicentesco Palazzo Almerici che è sede del Museo Archeologico Oliveriano (piano terra) e della Biblioteca Oliveriana (primo piano), biblioteca tra le più rinomate nelle Marche. Ritornando in Piazza del Popolo, si prosegue per via Rossini, dove si trova la casa natale del compositore Gioachino Rossini (1792-1868): per gli amanti della buona musica e non solo, la visita guidata all’interno dell’abitazione permetterà di ricostruire le vicende fondamentali della sua fortunata carriera ma anche della sua vivace vita privata. Tappa obbligatoria a seguire all’interno del Duomo della città, dove è possibile osservare la doppia pavimentazione a mosaico risalente, la prima al secolo VI d.C., e quella più in profondità al secolo IV d.C. Di preziosa fattura, è caratterizzata da decorazioni geometriche e da simboli cristologici vari, come la sirena a due code. Abbandonata la strada principale, il visitatore può dirigersi verso la Piazzetta Toschi Mosca, e scoprire così i Musei Civici cittadini, realtà museale variegata che comprende una cospicua sezione di Ceramiche ed una interessante sezione dedicata alla Pinacoteca. All’interno di quest’ultima si possono ammirare capolavori nel panorama della storia dell’arte italiana, come la Pala con l’Incoronazione della Vergine del pittore veneziano Giovanni Bellini. È consigliabile un’ultima deviazione che conduce in via delle Scuole, dove, nascosta fra le abitazioni private per motivi di sicurezza, si trova la Sinagoga di rito spagnolo o “Sefardita” della città, costruita nel XVI secolo nel tessuto urbano dell’antico ghetto. Itinerario della Zona Mare La meta da raggiungere, attraversato Viale Trieste, è il vasto Piazzale della Libertà, uno spiazzo di forma semicircolare con annessa scogliera. Quest’area è il simbolo della vita balneare di Pesaro: qui, in perfetta posizione centrale, ha trovato una magnifica collocazione la Sfera Grande (“Palla”), opera scultorea in bronzo donata dall’artista Arnaldo Pomodoro alla città e divenuta metafora di una ricerca interiore delle viscere della terra, secondo lo spirito geometrico che guarda alla essenzialità. Una breve passeggiata a sinistra, mostra la particolare architettura del Villino Ruggeri, edificio di proprietà privata dalle forme sinuose ed aggettanti costruito a inizio Novecento seguendo gli esempi dell’architettura Liberty. Dal Piazzale è possibile raggiungere le due estremità della spiaggia pesarese, quella di levante e quella di ponente. Proseguendo in direzione Porto, la cui attuale fisionomia risale a inizi del Novecento, si giunge davanti al Museo della Marineria Washington Patrignani che ha sede nel piano nobile della novecentesca Villa Molaroni sita all’interno dell’omonimo Parco. Visitando le sei stanze del Museo si possono conoscere le tradizioni dell’antica marineria pesarese. URBINO A trentasei chilometri della costa Adriatica, in bilico su due colli, sorge Urbino, una delle capitali mondiali del Rinascimento italiano. Di origini antichissime, Urbino fu municipio romano probabilmente intorno al I sec. a.C. La posizione strategica ne favorì il coinvolgimento nelle lotte continue che caratterizzarono il periodo del feudalesimo ecclesiastico. La città ebbe uno sviluppo politico ed un incremento culturale attraverso la signoria dei Montefeltro, signoria che dominò la città a partire dal XII secolo. La famiglia, originaria di Monte Copiolo, località a poca distanza dai paesi di Carpegna e San Leo, conobbe il suo personaggio più importante nella figura di Federico, potente mecenate e uomo d’arme. Attraverso il suo matrimonio con la giovanissima Battista Sforza avvenuto nel 1460, la corte urbinate raggiunse il suo massimo splendore. Venne ampliato e restaurato il Palazzo Ducale, simbolo culturale e politico della città. Il progetto venne affidato all’architetto di origini dalmate Luciano Laurana che si occupò prevalentemente della facciata con i Torricini. Dopo di lui, fu la volta del senese Francesco di Giorgio Martini che portò a termine la facciata ad ali del palazzo ed anche il secondo cortile. L’umanista Baldassarre Castiglione, autore di una delle opere più importanti del Rinascimento italiano - Il Cortegiano - ambientato presso la corte urbinate, definì Urbino come una città in forma di palazzo. Con le sue due facciate, l’imponente edificio segue infatti la conformazione irregolare del terreno e si apre sul centro storico ma anche sul paesaggio collinare che è intorno. Itinerario del Centro Storico Una visita guidata della città parte da Piazzale Mercatale, luogo di antico mercato di animali: da qui si aprono due strade che conducono entrambe nel centro storico. È possibile passare attraverso la seicentesca Porta Valbona, dalle architetture scenografiche oppure seguire la rampa elicoidale a gradoni realizzata da Francesco di Giorgio Martini all’interno del bastione semicilindrico, antica stalla ducale. Entrambe le salite conducono in Piazza Rinascimento, dove si può ammirare l’obelisco egizio simbolo della tradizione urbanistica barocca. Sulla piazza si affaccia lo splendido portale in travertino della chiesa di San Domenico ornato con una lunetta in terracotta, copia della Madonna e santi del ceramista toscano Luca della Robbia (l’originale è conservato all’interno del Palazzo Ducale). Da qui, passando attraverso la facciali ad ali del Palazzo Ducale, si accede nel cortile d’Onore della residenza signorile, simbolo indiscusso della cultura quattrocentesca italiana, con le sue geometrie perfette e con le proporzioni equilibrate. Su questo spazio si aprivano un tempo ambienti adibiti ad usi diversi, come la Biblioteca del Duca, gioiello culturale confluito nel XVII secolo presso la Biblioteca Vaticana di Roma e i sotterranei, antichi locali di servizio costruiti secondo tecniche ingegneristiche di altissimo livello. Dal lato del cortile in corrispondenza del pozzo, si entra nel Museo Archeologico che raccoglie soprattutto epigrafi sepolcrali ed urne sia pagane che cristiane. Salendo per il monumentale scalone d’Onore, si giunge nel primo piano del Palazzo. Superate le prime sale che si incontrano, facenti parte della struttura più antica del palazzo, in breve si oltrepassano le sale degli ospiti e si giunge nell’ appartamento del duca, dove sono visibili le opere più importanti di quella che è ora la Galleria Nazionale delle Marche. Basti citare La Flagellazione del pittore toscano Piero della Francesca con i suoi eccellenti giochi di luce e di prospettiva, e la Madonna di Senigallia dello stesso artista con la ricerca del dettaglio luministico. Non si può dimenticare la sempre misteriosa Città ideale, capolavoro prospettico di fine quattrocento di ancora non chiara attribuzione. Uno sguardo attento potrà cogliere la bellezza dello Studiolo del Duca, ambiente di piccole dimensioni posto fra i Torricini, sublime esempio di intarsio del legno. Il percorso all’interno del Palazzo si conclude con la visita nell’appartamento della duchessa, dove è possibile ammirare altri capolavori pittorici, come La Muta, eseguita da Raffaello Sanzio, pittore fra i più importanti del Rinascimento italiano che ha visto i suoi natali proprio ad Urbino ((la casa natale è visitabile in via Raffaello) e l’Ultima cena del pittore cinquecentesco Tiziano. Usciti dal Palazzo Ducale, è consigliabile una visita alla monumentale Cattedrale cittadina e ai gioielli conservati nei due ambienti ad essa annessi: Cripta o Oratorio della Grotta, suggestivo percorso sotterraneo e Museo Diocesano Albani, con preziosi reliquiari, calici e tele dipinte. In conclusione è possibile visitare due dei numerosi oratori presenti nel centro storico: l’Oratorio di San Giovanni Battista con i suoi affreschi tardogotici e l’Oratorio di San Giuseppe che racchiude all’interno della sua prima cappella il suggestivo Presepio in gesso a grandezza naturale realizzato fra il 1545 e il 1550 dall’artista urbinate Federico Brandani. Elena Bacchielli