Dossier "Allarmi"
Transcript
Dossier "Allarmi"
dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 Allarme in caso di catastrofe, i sordi chiaramente discriminati! L’Ufficio federale della protezione della popolazione ha messo in piedi una fitta rete di sirene su tutto il territorio nazionale per allertare la popolazione in caso di catastrofe o di emergenza. Il problema è che questo sistema esclude una fetta di popolazione, ossia le persone sorde. In questo dossier, segni amo fa il punto della situazione in Svizzera e all’estero. testo: Sandrine Burger (traduzione: Catia De Ronzis); foto: Thinkstock solo l’amministrazione bernese, bensì tutte le associazioni dei diretti interessati. Purtroppo, malgrado vari tentativi da parte della Federazione svizzera dei sordi, non è mai stato possibile organizzare un incontro con l’Ufficio federale della protezione della popolazione. Come se non bastasse, non è seguita alcuna risposta a un’e-mail del 9 settembre 2016, nella quale si chiedeva una presa di posizione al responsabile della comunicazione, che non ha d’altronde mai risposto alle varie richieste d’intervista che gli sono state indirizzate dai giornali della nostra Federazione. Basi legali In Svizzera, il sistema d’allarme per la popolazione in caso di catastrofi è sempre ancora basato sul rumore delle sirene, cosa che esculude i cittadini sordi! S tando all’articolo 57 della Costituzione federale, la Confederazione e i cantoni devono coordinarsi per assicurare la protezione della popolazione. Al fine di adempiere quest’obbligo e di fronte alla constatazione che in caso di catastrofe è di vitale importanza avere un sistema d’allarme rapido per allertare la popolazione, l’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) ha messo in piedi e collauda ogni anno una vasta rete di sirene (circa 5000 fisse e 2200 mobili) su tutto il territorio nazionale. Anche se questo sistema ha dimostrato la sua validità nel corso degli anni, resta il fatto che esso esclude un’intera categoria di cittadini, ossia le persone sorde che 4 non possono udire le sirene e ancor meno ascoltare le informazioni alla radio, come richiesto dallo stesso UFPP in caso di attivazione del sistema d’allarme! Le basi legali in vigore esigono tuttavia che l’intera popolazione, disabili e sordi inclusi, sia protetta e informata in caso di catastrofe. Di fronte a questa constatazione, già da molti anni la Federazione svizzera dei sordi tenta di mobilitare l’opinione pubblica (pubblicando ogni anno un comunicato stampa in occasione della prova delle sirene) e di ottenere delle proposte risolutive da parte dell’Ufficio federale della protezione della popolazione. Tra queste numerose basi legali, pensiamo in particolar modo alla Convenzione ONU che nel suo articolo 11 evoca proprio le situazioni di rischio e di emergenza umanitaria e che recita: «gli Stati Parti prenderanno, in accordo con i loro obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per assicurare la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, includendo i conflitti armati, le crisi umanitarie e le catastrofi naturali.» La nostra Federazione si spinge addirittura oltre, proponendo sulla questione un lavoro comune che raggrupperebbe non A ciò si aggiunge l’articolo 8 della Costituzione federale che sancisce l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, oltre Vano appello dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 al divieto di discriminazione sulla base di una disabilità fisica, mentale o psichica. Da non dimenticare poi la Legge federale sull’eliminazione di svantaggi nei confronti dei disabili (LDis), che nel suo articolo 1 stabilisce chiaramente la necessità di eliminare qualsiasi svantaggio nei confronti dei disabili per facilitarne l’autonomia. False speranze Malgrado le basi legali, l’Ufficio federale della protezione della popolazione continua a tergiversare, senza mai avanzare su questo dossier, accontentandosi di fare belle promesse dopo ogni comunicato stampa diramato dalla Federazione svizzera dei sordi su questo tema. Rammentiamo che nel 2015, in reazione al nostro primo comunicato in merito, l’Ufficio federale per la protezione della popolazione ha promesso di creare un sistema d’allarme per cellulari. Un anno dopo, ossia nel febbraio 2016, notando la mancanza di qualsiasi evoluzione, la nostra Federazione ha diramato un nuovo comunicato stampa nel quale esprime tutta la sua delusione. L’UFPP ha reagito immediatamente spiegando che quel comunicato non corrisponde al vero, giacché sta lavorando sulla messa a punto di un tale sistema, solo per poi stroncare sul nascere ogni speranza qualche mese più tardi, quando lo stesso Ufficio federale della protezione della popolazione ha annunciato alla stampa domenicale la sua intenzione di abbandonare l’idea del sistema d’allarme SMS dichiarando che il progetto non è tecnicamente fattibile. False scuse La Federazione svizzera dei sordi è rimasta estremamente delusa dall’abbandono dell’idea di un sistema d’allarme SMS per la popolazione da parte dell’UFPP, tanto più che la scusa d’impossibilità tecnica avanzata non è plausibile. In effetti, stando alle dichiarazioni rilasciate da Eric Herbertz (dell’ufficio di consulenza per sordi di Basilea) durante una riunione di lavoro della commissione di politica sociale comprendente le principali associa- Cosa succederebbe se, d’improvviso, le sirene si mettessero a urlare? zioni operanti nel settore della sordità, un tale sistema sarebbe attualmente fattibile se l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) aprisse l’accesso ai canali per l’invio di massa degli SMS. Il sistema radio DAB è la prova concreta che potrebbe funzionare. prove delle sirene o in caso di pericolo reale. Il problema è che tutto ciò resta una soluzione inadeguata nella misura in cui sono sempre e soltanto le persone sorde a dover cercare attivamente le informazioni, invece di riceverle automaticamente come il resto della popolazione. Non dimentichiamo poi gli esempi all’estero, come ad esempio il sistema belga che funziona appunto tramite SMS, utilizzato anche in occasione degli attentati di Bruxelles nel marzo 2016 (cfr. articolo a pag. 6-7). Perché un tale sistema può funzionare in una nazione dalla superficie simile a quella svizzera, ma non nella Svizzera stessa? Da notare poi che il Canton Basilea, tramite le organizzazioni locali dei sordi, è riuscito ad istituire un tale sistema per le persone sorde iscritte (cfr. articolo a pag. 9). Resta dunque la questione di base: come fanno le persone sorde a sapere che c’è un allarme in corso e che devono andare loro stesse a cercare le informazioni sul modo di reagire? Alertswiss Interpellato in merito agli allarmi accessibili alle persone sorde, l’Ufficio federale della protezione della popolazione, quando si degna di rispondere, afferma di aver creato Alertswiss, una piattaforma d’informazione sui pericoli e su come prepararsi, disponibile su internet, conto Twitter e sotto forma di applicazione per smartphone. Certo, il filmato sulla necessità di preparare un piano d’emergenza è sottotitolato e dunque accessibile alle persone sorde e deboli d’udito, e il conto Twitter fornisce informazioni anche in occasione delle Rivendicazioni Basta indugiare, la Federazione svizzera dei sordi ritiene urgente intavolare una vera discussione tra i responsabili dell’Ufficio federale della protezione della popolazione e i rappresentanti delle persone sorde, tra cui la Federazione svizzera dei sordi. Bisogna incontrarsi per fare il punto della situazione, analizzare i bisogni e infine trovare una soluzione che soddisfi tutti. L’obiettivo è di creare un sistema d’allarme che informi tutti gli abitanti della Svizzera, inclusi i sordi, in maniera automatica e indipendente dall’elettricità e da internet, come nel caso delle sirene acustiche. Urge dunque trovare e attuare una soluzione che possa salvare la vita ai sordi e ai deboli d’udito in caso di catastrofe o di attentato al nostro Paese! ■ 5 dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 Allarme alla popolazione e ai sordi, cosa si fa all’estero? In Svizzera, i sistemi d’allarme in caso di catastrofe o attentati sono inaccessibili alle persone sorde. È così anche all’estero? Ed è davvero impossibile includere i sordi, oppure le autorità di taluni Paesi si sono mostrate più volenterose e inventive? Breve giro del mondo per nulla esaustivo. testo: Sandrine Burger (traduzione: Catia De Ronzis); disegno: Frédérik Vauthey rma a l l A alla e!!! ion z a l o pop N ella maggior parte dei Paesi industrializzati, Svizzera inclusa, ci sono dei sistemi per allertare la popolazione in caso di catastrofe. L’organizzazione varia da una nazione all’altra, ma esiste un denominatore comune: si tratta di sistemi acustici inadeguati per le persone con disabilità uditive. Per capire se altre nazioni hanno saputo far meglio della Svizzera nell’allertamento della popolazione in caso di catastrofe, abbiamo esaminato la situazione in alcuni Stati che hanno firmato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità CDPD e sono provvisti inoltre di leggi nazionali a favore delle persone disabili. 6 L a Francia sprovvista Come la Svizzera, anche la Francia ha una rete di sirene ripartita su tutto il suo territorio. Questa rete è un’eredità della seconda guerra mondiale e si compone di 10’000 sirene mobili o fisse, di cui una parte è addirittura fuori servizio a causa della cattiva manutenzione. In caso di pericolo, la popolazione è invitata a restare in casa e a informarsi ascoltando la radio o guardando la TV. Tale sistema, del resto simile a quello svizzero, è inaccessibile alle persone sorde o audiolese. Eppure la Francia ha firmato la Convenzione ONU sui diritti delle per- sone con disabilità e possiede una legge sull’uguaglianza delle persone disabili! La mancanza d’informazioni per le persone sorde e audiolese ha purtroppo dimostrato tutta la sua portata nel novembre 2015, in occasione degli attentati di Parigi. Certo, le sirene quel giorno non hanno suonato, ma i canali televisivi hanno comprovato largamente le lacune del sistema. Nelle prime ore, soltanto i canali d’informazione continua trasmettevano informazioni su quanto stava accadendo a Parigi, ma mentre le immagini scorrevano, i sordi potevano leggere solo i titoli cubitali ed erano nel panico perché non c’erano sottotitoli a dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 facilitare la comprensione, considerando che quei canali TV non sono tenuti alla sottotitolazione! In seguito, con la presa a carico delle grandi reti (TF1, France 2), vincolate ai sottotitoli, la situazione è un po’ migliorata. Ma ciò non toglie che nell’urgenza, i sottotitoli in diretta fossero lacunosi e, soprattutto, i sordi francesi hanno deplorato la totale assenza d’informazioni in lingua dei segni. Di fronte a questa stridente mancanza d’informazioni accessibili e sentendosi abbandonati dalle autorità, la comunità sorda si è organizzata da sé. È stata creata una pagina Facebook (Sparatoria a Parigi in diretta LSF) sulla quale giornalisti, interpreti e tecnici volontari hanno diffuso dei filmati d’informazione in lingua dei segni per decifrare i discorsi del presidente e le analisi rilasciate dagli specialisti alle maggiori emittenti televisive. Un’iniziativa che ha dimostrato rapidamente la sua utilità, perché dopo un po’ era già seguita da più di 5’000 persone. SMS in Belgio Anche in Belgio il sistema d’allarme si basa su una rete di sirene che suonano in caso di catastrofe e di pericolo imminente. Ma da qualche anno, l’Unità di crisi del servizio pubblico federale interno del Belgio ha voluto modernizzare i suoi canali d’allarme creando BE-Alert, un’applicazione per smartphone che permette di avvisare la popolazione in modo più rapido e più chiaro, e di rivolgersi alla popolazione interessata in maniera più diretta attraverso degli SMS. Una volta scaricata l’applicazione, le persone devono solo cliccare sul pulsante «M’iscrivo», riempiendo il formulario che segue. Una cosa a portata di tutti. Questo sistema assomiglia molto a quello che la Federazione svizzera dei sordi desidera vedere attuato dall’Ufficio federale della protezione della popolazione, che invece lo ritiene tecnicamente irrealizzabile! Ora, in Belgio, questo sistema non solo esiste, bensì è a disposizione di tutta la popolazione e si è persino dimostrato assai valido! Durante gli attentati di Bruxelles del 22 marzo scorso, BE-Alert è stato utilizzato dalle autorità e così, benché i canali TV in Belgio non siano tutti sottotitolati, né forniscano informazioni in LSF, le persone sorde e audiolese hanno ricevuto le informazioni sugli eventi e sul modo di reagire come il resto della popolazione iscritta. Da notare che in quest’occasione, la solidarietà della comunità sorda si è rivelata molto alta, perché la pagina Facebook «Sparatoria a Parigi in diretta LSF» è stata riattivata per informare i sordi belgi. NINA in Germania In Germania, l’Ufficio federale della protezione della popolazione e l’aiuto in caso di catastrofe, che ha smantellato la sua rete nazionale di sirene, ha creato NINA (Notfall-Informations- und Nachrichten-App), un’applicazione gratuita per smartphone. Oltre alle numerose informazioni fornite (consigli in caso di catastrofe, cartine, ecc.), quest’applicazione permette a polizia, pompieri e servizi meteo di lanciare allarmi nazionali o regionali in caso di pericoli imminenti. NINA è stata creata per gli allarmi bomba, gli incendi, le calamità naturali, ecc. Se necessario, i relativi servizi possono inviare una notifica a tutte le persone (sorde o udenti) che possiedono l’applicazione per avvisarle di un pericolo e per trasmettere le informazioni sulle procedure da seguire. Il punto debole dell’applicazione consiste nel fatto che, per raggiungere le persone interessate, serve una rete internet funzionante e non sovraccarica. Vibrazioni negli Stati Uniti Negli Stati Uniti, dal 1997, gli allarmi alla popolazione si fanno via radio o alla TV, dove su ordine delle autorità regionali, degli Stati o del presidente, i programmi in corso possono essere improvvisamente interrotti da messaggi di allarme. Considerando che negli Stati Uniti i programmi sono sottotitolati permanentemente al 100% e che durante la trasmissione delle conferenze stampa o degli interventi delle autorità (sindaci, presidente, ecc.) c’è sempre un interprete di lingua dei segni che affianca la persona che si esprime, le persone sorde possono accedere a tutte le informazioni alla stessa stregua di tutti gli altri cittadini. A causa della loro posizione geografica, gli Stati Uniti hanno a che fare soprattutto con gli allarmi meteorologici, considerando che nell’entroterra si sviluppano regolarmente dei tornado e che la Costa Est subisce quasi ogni anno delle tempeste o addirittura degli uragani. Per restare informati anche quando non guardano la TV o non ascoltano la radio, molti americani, tra cui soprattutto i sordi, hanno scaricato sul loro smartphone varie applicazioni, che lanciano l’allarme in caso di necessità. La più conosciuta à quella di Weather Channel (Canale meteo) che, in caso di allarme, invia un triplice segnale a tutti: una notifica scritta, una vibrazione e dei flash luminosi della durata di trenta secondi. Le persone allora sanno che c’è un potenziale allarme meteo e che devono restare all’interno delle loro case e informarsi al più presto attraverso la TV, giacché sono poi le emittenti locali e nazionali a coprire l’informazione. Sistemi che restano fragili Tutti questi esempi dimostrano che è possibile utilizzare sistemi moderni e soprattutto accessibili anche alle persone con disabilità uditive. La Federazione svizzera dei sordi vorrebbe tanto che l’Ufficio federale della protezione della popolazione s’impegnasse in tal senso. Certo, questi sistemi dipendono dal buon funzionamento della rete elettrica e internet, ma le situazioni nelle quali l’intera infrastruttura crolla (come a Fukushima nel 2011) sono molto rare e, ad ogni modo, in quei casi neppure le sirene funzionerebbero ■ 7 dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 «La nostra è una lotta controvento» dialogo tra l’UFPP e le organizzazioni mantello delle associazioni delle persone con disabilità uditive. Purtroppo invano! Attualmente, l’UFPP usa addirittura la soluzione basilese per indicare che essa non è applicabile ad altri cantoni e che perciò una soluzione a livello nazionale non è praticamente possibile. Dal suo punto di vista, su quale soluzione bisogna puntare? Cosa fa la Federazione svizzera dei sordi per l’allertamento delle persone sorde? Márta Gerbershagen (responsabile delle relazioni pubbliche) spiega l’impegno della Federazione svizzera dei sordi e illustra le difficoltà contro le quali lotta. intervista: Martina Raschle (traduzione: Catia De Ronzis), foto: Benjamin Hofer; L’Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP nell’autunno 2016 ha annunciato attraverso i media che l’allarme SMS non è più una priorità. Cosa significa? In generale, la comunicazione d’emergenza in Svizzera non è adeguata ai bisogni delle persone disabili, anche se in Svizzera esistono già delle norme volte a proteggere i diritti delle persone disabili - 8 il divieto di discriminazione nella nostra Costituzione federale e l’obbligo all’accessibilità universale nonché un articolo specifico della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità relativo alla protezione e sicurezza in situazioni di pericolo. Per la Federazione dei sordi, ciò significa impegnarsi attivamente per il rispetto di questi diritti, rivendicandoli chiaramente – anche e soprattutto in tempi di vento contrario. La comunicazione d’emergenza spetta alla Confederazione, ma le persone audiolese ne sono escluse. In singoli casi sono altre organizzazioni che hanno preso a carico l’allertamento. Ad esempio, l’Ufficio di consulenza per persone sorde di Basilea. A suo avviso, queste soluzioni intermedie sono utili? All’inizio, l’iniziativa basilese voleva esortare a non ignorare i bisogni delle persone audiolese. La Federazione dei sordi ha quindi lodato il lavoro e gli sforzi di quest’ufficio di consulenza, augurandosi che ciò potesse rappresentare l’inizio del Le persone audiolese non possono essere svantaggiate in caso di avvisi, allarmi e informazioni d’emergenza! I mezzi d’informazione sirena/radio e televisione devono essere completati da altri strumenti per permettere un’accessibilità senza barriere e una comunicazione diretta. Una di queste possibilità sarebbe l’allarme della popolazione tramite SMS. Ma dovrebbero essere disponibili anche regole di comportamento e informazioni in caso di catastrofe e d’emergenza. L’UFPP coinvolge la Federazione dei sordi nella sua pianificazione? Sinceramente no. Sono anni che le organizzazioni delle persone sorde, ma anche altre organizzazioni di persone disabili, si sforzano di trovare una soluzione insieme all’UFPP. Tuttavia le persone disabili non sono consultate né durante la progettazione del sistema d’allerta, né nella possibile messa in atto. Tutti gli appuntamenti per discuterne sono stati continuamente annullati o rinviati. Cosa può fare la Federazione dei sordi per accelerare lo sviluppo? È già da tanto che la nostra Federazione si propone attivamente come interlocutore dell’UFPP. Un team interno della Federazione dei sordi osserva gli sviluppi internazionali su questo tema ed elabora possibili soluzioni per le strutture federalistiche della Svizzera. Al contempo, siamo in contatto con altre organizzazioni e associazioni attive per effettuare i prossimi passi a livello politico. ■ dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 Basilea ha l’allarme SMS: una soluzione per tutti? A Basilea, l’allarme SMS per i sordi è una realtà già da alcuni anni, grazie all’iniziativa dell’ufficio di consulenza per sordi di Basilea. Nella seguente intervista, il responsabile di tale ufficio, Eric Herbertz, ci spiega il funzionamento dell’allarme SMS e quali siano gli ostacoli da superare per ottenere un allarme simile a livello nazionale. intervista: Martina Raschle (traduzione: Catia De Ronzis); foto: Eric Herbertz Signor Herbertz, lei dirige l’ufficio basilese di consulenza per i sordi che ha approntato un sistema d’allarme. Come funziona questo sistema? Insieme alla polizia dei due semicantoni basilesi, utilizziamo un sistema standard per i messaggi SMS. Tramite una piattaforma online possiamo gestire i numeri di telefono e preparare i messaggi. Premendo un pulsante, dalla centrale d’allarme parte un messaggio verso tutti i destinatari. Noi abbiamo ripreso questo sistema, adattandolo alla comunicazione d’emergenza per persone sorde. Da rilevare che solo la polizia può inviare gli SMS. L’ufficio di consulenza gestisce solamente gli indirizzi e informa le persone sull’esistenza di questo tipo di allarme. Durante la prova nazionale delle sirene del 2016, le persone di Basilea Città hanno ricevuto il messaggio SMS con un ritardo di due ore rispetto alle persone di Basilea Campagna. Come può escludere un disguido del genere in futuro? L’obiettivo dell’allertamento era il controllo del sistema, cioè verificare che invio e ricezione funzionino bene. Gli invii sono riusciti così come anche le ricezioni, da questo punto di vista l’allarme è stato un successo. Ovviamente, l’effetto differito non dovrebbe esserci. Per il futuro, pregherò la polizia di mandare gli SMS a tutti in contemporanea. Durante un tale allarme di prova vediamo anche i punti deboli del sistema. Il nostro sistema è una soluzione intermedia. L’obiettivo per il futuro è che ogni persona in possesso di un cellulare riceva automaticamente un SMS di allarme. Questo tipo di notifica push tramite rete mobile è tecnicamente fattibile. Cosa intralcia ancora la messa in atto? Sono questioni legate alle responsabilità e alle licenze di trasmissione. La legge prevede che sia l’UFPP ad assegnare l’incarico, ma la messa in atto è di competenza dei cantoni. Un allarme SMS nazionale corrisponde a una nuova ripartizione delle competenze e qui è il federalismo stesso a mettersi un po’ il bastone tra le ruote. Grazie a lei, i cantoni basilesi dispongono almeno di una soluzione intermedia. Lei sostiene ugualmente la lotta della Federazione svizzera dei sordi per una soluzione nazionale? La soluzione basilese, con gli indirizzari da attualizzare costantemente, richiede un’enorme disciplina da parte di tutte le parti in causa. L’ufficio di consulenza di Basilea si è mosso, facendo qualcosa e assumendosi la responsabilità per motivi pratici. Ma l’obiettivo è chiaramente una soluzione nazionale per tutti, sordi e udenti. Noi siamo disposti a collaborare e a dare il nostro contributo in base alla nostra esperienza. Secondo lei, come ce la possiamo fare? Dobbiamo perseverare! La Federazione svizzera dei sordi deve riprendere i colloqui con l’UFPP e sostenere le associazioni dei sordi dei vari cantoni nel far pressione sui consiglieri di Stato, affinché questi ultimi s’impegnino a favore dell’allarme SMS. ■ 9 dossier segni amo - dicembre 2016/gennaio 2017 Testimonianze Per chiudere questo dossier sugli allarmi in caso di catastrofe, abbiamo voluto cedere la parola ai diretti interessati, ossia i sordi… interviste: Martina Raschle e Sandrine Burger (traduzione Catia De Ronzis) Viktor Buser: Lavora alla SGB-FSS e per l’ufficio di consulenza per sordi, vive nel canton Argovia Lua Leirner Grafica/fotografa, vive nel canton Basilea, fa spesso l’accompagnatrice dei campi per bambini della SGB-FSS Marie-Andrée Boivin Sorda del Québec, collaboratrice del giornale Voir dire «Lavoro presso l’ufficio di consulenza per sordi e audiolesi di Basilea ormai da dieci anni e sono stato uno dei primi ad abbonarsi all’allarme SMS. Così a febbraio ricevo sempre le informazioni sulle prove delle sirene. Per fortuna non mi sono mai trovato in una situazione come quella toccata ai sordi nei dintorni di Basilea a causa del catastrofico incendio di Schweizerhalle nel 1986. All’epoca le sirene suonarono per via dell’enorme nube di fumo velenosa – senza informazioni per i sordi. I diretti interessati se lo ricordano ancora molto bene. Dall’UFPP mi aspetto un‘immediata soluzione per i sordi e gli audiolesi su scala nazionale. Non basta parlare e promettere. Vivo con la mia famiglia in una zona a rischio, nei pressi della centrale nucleare di Gösgen… E Fukushima ci ha insegnato che non si sa mai cosa può capitare!» « Siccome vivo a Basilea, mi sono abbonata all’allarme SMS dell’ufficio di consulenza. Se durante l’allarme delle sirene mi trovo all’aperto, riesco a sentirlo un po’ grazie all’apparecchio acustico, ma al chiuso non sento nulla. Penso che sarebbe molto importante adeguare l’allarme ai bisogni dei sordi soprattutto nei locali pubblici, come le scuole e gli ospedali, munendoli ad esempio d’impianti lampeggianti. Finora non ho mai approfondito il tema, perché in un modo o nell’altro sono sempre stata informata, ma se succedesse davvero qualcosa e non ne fossi informata, sarebbe un grande shock.» «Riguardo ai sistemi d’allarme, da noi non c’è niente, nemmeno per gli udenti… Immagino che gli udenti ricevano informazioni ascoltando la radio o le conversazioni, guardando la TV oppure leggendo i giornali o gli articoli sul web. Qui le trasmissioni televisive delle emittenti pubbliche (e private, salvo qualche eccezione) sono tutte sottotitolate. Rimane tuttavia un problema se la persona sorda non padroneggia la lingua francese. Inoltre i sottotitoli in diretta lasciano spesso a desiderare. Noi non abbiamo emittenti televisive provviste di riquadro per gli interpreti, né vi sono trasmissioni in lingua dei segni, mentre voi avete il telegiornale e la trasmissione Signes. Da noi le informazioni in lingua dei segni mancano del tutto.» ■ 10