ESTATE 2006: “Tempo altro”

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ESTATE 2006: “Tempo altro”
ESTATE 2006: “Tempo altro”
Con luglio, agosto arrriva il tempo delle vacanze o delle ferie ben
meritate per tutti, specialmente per coloro che hanno faticato tutto l’anno
e aspirano giustamente al doveroso riposo.
Non vi sto a ricordare il significato bello, vero e anche cristiano delle
vacanze: lo potete leggere nel Messaggio del nostro Arcivescovo, qui
sulle pagine del Giornalino.
Qualcosa però devo dirvi anche per questo tempo “altro” o “diverso”
che tutti desideriamo.
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Per esempio ricordarvi di non “separarci mai - cioè rimanere uniti
spiritualmente” anche come Comunità Parrocchiale, nonostante la
dispersione geografica per le diverse mete del riposo.
Si, ritrovandoci con il pensiero, con il ricordo, con la preghiera, magari
ogni domenica riuniti cosi nello spirito, là nell’assemblea eucaristica
che non abbandoneremo per nessun motivo, proprio perché è sempre
Lui, il Signore dovunque ci troviamo, che ci tiene uniti come Suo popolo
e ci sostiene nel nostro cammino.
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Voglio anche raccomandarvi di ricordare, se riuscite, la data del 3 agosto
(giovedì) perché in quel giorno viene celebrata la Memoria Liturgica di
S. Pier Giuliano Eymard!
E’ Il nostro patrono, non dobbiamo dimenticarlo mai: perché ê il dono
che ci ha fatto il Signore come “compagno di viaggio” nella costruzione
eucaristica della nostra Comunità.
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Nel prossimo mese di settembre ci attende anche un anniversario
tanto caro a tutti noi parrocchiani:
il 25° di Sacerdozio di P. Mario, il 19 settembre.
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Sarà un’altra occasione provvidenziale per esprimere riconoscenza a
Dio ma anche a P. Mario per il prezioso lavoro che svolge nella nostra
Comunità.
I particolari della festa avremo tempo di comunicarli più avanti. Tutti
intanto sono invitati, specialmente i giovani e gli adolescenti a progettare
cose belle.
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Ai tanti ragazzi che hanno fatto l’allegra esperienza dell’ Oratorio Estivo
2006, mi permetto di augurare, non solo Buone Vacanze ma ricordare
ancora che, è vero, “si fa per dire” come diceva lo slogan di quest’anno,
ma noi vogliamo “farlo sul serio” sempre, con l’aiuto di Gesù, anche
se l’Oratorio Estivo è terminato: la Sua Amicizia continuerà ancora a
riempire il nostro cuore!!
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Ringrazio sentitamente la mamma Mafalda che ha presentato un suo
bellissimo intervento a riguardo del nostro Giornalino (lo trovate a
pag.30).
Accolgo con stima e gratitudine i suggerimenti, le osservazioni, i
consigli che possono venire da ogni lettore o lettrice. E’ un segno tanto
bello di partecipazione, di senso di appartenenza, di desiderio di novità
e sostegno.
Incoraggio, anche a nome di chi, con me prepara ogni numero del
Giornalino, a continuare con questo tipo di contributo tanto necessario.
Infine: per questo tempo di serenità e di riposo, Vi accompagni la
presenza di Gesù, la materna protezione di Maria e l’affetto di San
Pier Giuliano che veglia sulla nostra Comunità Parrocchiale a lui
dedicata.
p. Gianfranco
parroco
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DIONIGI CARD. TETTAMANZI
ARCIVESCOVO DI MILANO
Estate 2006
MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO
Allarga gli orizzonti,
incontra uomini e culture per costruire ponti di pace!
Carissimi, l’aprirsi dell’estate è per
me occasione felice per un saluto
affettuoso e un sincero augurio di
poter trascorrere, da parte di tutti,
giorni sereni di riposo, di silenzio e di
preghiera, di incontri significativi per
un arricchimento umano e spirituale.
1. Il Convegno Ecclesiale di Verona del prossimo ottobre, verso il
quale sono incamminate tutte le Chiese in Italia, ci richiama a vivere l’estate
«non come tempo vuoto, riempito con 1’evasione, il disimpegno o lo
stordimento, ma come tempo da dedicare al rapporto con Dio, con la famiglia
e con la comunità circostante» (Testimoni di Gesù Risorto, speranza del
mondo, n.15).
Sia veramente benedetto quel tempo che nella gratuità può aiutarci
a costruire legami più vivi e intensi in famiglia, tra parenti e amici, e che nella
Libertà da impegni e orari costringenti e in un clima di serenità può
permetterci di godere la contemplazione silenziosa ed eloquente delle bellezze
che il Creatore non si stanca di donarci.
I cristiani, in particolare, devono essere disincantati di fronte ad alcune mode
pagane, come il chiassoso svago notturno, per essere invece testimoni di
uno stile di vita più essenziale, sobrio, modesto, interiore, responsabile, pronto
a diffondere quella gioia pura e autentica che deriva dal vivere nella Grazia
del Signore. Non manchino, allora, qualche spazio di Ritiro Spirituale o
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qualche sosta ad un Santuario per rinnovare la consacrazione della propria
la famiglia a Maria, la Vergine Madre. I giovani, in particolare, abbiano la
saggezza e il coraggio di qualche Campo Scuola formativo o dei Campi di
Lavoro in Terra di Missione, come suggeriscono gli Istituti Missionari della
nostra Diocesi.
2. L’invito ad essere testimoni di Gesù Risorto si deve tradurre anche
nell’incontro con le comunità cristiane locali, che offre la significativa
opportunità di condividere la fede comune, soprattutto partecipando alla
celebrazione eucaristica nel Giorno del Signore.
Ogni Chiesa locale ha un suo radicamento storico e culturale in un
determinato territorio che merita di essere conosciuto, favorendo così
un’evangelizzazione insieme ricevuta e data. Desidero ripetere quanto dicevo
il 19 novembre scorso agli operatori pastorali della Diocesi: «Tramite il turismo
e il pellegrinaggio noi veniamo a conoscere taluni luoghi precisi, a cogliere i
cammini della storia, a incontrare la cultura dei diversi popoli; anzi riusciamo
persino a raggiungere quanto di più profondo e di più originale c’è nella
cultura di un popolo, ossia la sua religiosità. E tutto questo non leggendo uno
scritto, ma nel vivo, sia perché incontriamo le persone nel loro vissuto
quotidiano, sia perché attraverso la testimonianza della cultura, dell’ arte e
della fede - che sono scolpite nei monumenti che ci è dato di visitare - vediamo
come di fatto l’unico ed eterno Vangelo ha trovato nel tempo e nello spazio
la sua “incarnazione” o traduzione nel segno di una quanto mai ricca varietà.
La seconda prospettiva è complementare alla prima: è l’opportunità di una
evangelizzazione offerta da noi agli altri. E’ quanto avviene con la nostra
testimonianza. Infatti, nel turismo e soprattutto nel pellegrinaggio abbiamo
una serie di momenti di vera e propria evangelizzazione, come sono i momenti
della preghiera, della riflessione religiosa, della celebrazione liturgica. E tutto
questo da parte di un gruppo più o meno numeroso di persone, di una famiglia,
di una singola persona che vengono visti da altri e che in questi suscitano
interesse e curiosità e pongono domande» (TURISTI PELLEGRINI,
Vademecum per la pastorale del Turismo in parrocchia).
Vivere in comune anche le feste popolari può essere segno di coinvolgimento
cordiale che stempera pregiudizi e aiuta il dialogo fraterno.
3. Sappiamo che il turismo si dilata sempre più a dimensione mondiale.
Veniamo così sollecitati ad aprire i nostri orizzonti culturali per costruire ponti,
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imparando la tolleranza e il rispetto, integrando con senso critico valori e
prospettive di genti diverse da noi, ma tutte unite nell’unica grande famiglia
di Dio.
Sant’Agostino scrive che il mondo è come un libro e che chi non
viaggia legge solo una pagina di questo libro. Ma leggere una pagina sola, la
propria, può essere pericoloso: può chiuderci in noi stessi, farci innalzare di
nuovo antichi steccati, condurci a vedere gli altri come nemici. Meglio
condividere i nostri valori, anche “viaggiando”!
Non c’è dubbio che oggi, con l’enorme e inarrestabile sviluppo delle
comunicazioni sociali e dei mezzi di trasporto, questa “globalizzazione turistica”
è divenuta una realtà quotidiana. Ma è anche una “globalizzazione culturale”?
Non nel senso di un “meticciato” generico, incolore, omologato all’ occidente,
bensì di una stima per ogni esperienza culturale diversa in vista di una
integrazione, quale reciproco arricchimento di valori. In clima o in sospetto
di “scontro di civiltà”, questa globalizzazione diviene richiamo e chiarimento
utile per tutti: per chi viaggia, per gli operatori e responsabili del turismo, per
le comunità cristiane impegnate nell’ accoglienza. Ce lo ricorda il Papa nel
suo Messaggio annuale per la Giornata mondiale del Turismo.
4. Ogni anno l’estate rappresenta un momento importante per
ripensare all’impegno delle comunità cristiane di aiutare i propri fedeli a vivere
da cristiani il tempo libero. Si tratta di elaborare e approfondire il tipo di
presenza pastorale in questo ambito. Le parrocchie - singolarmente o insieme
- devono favorire la specializzazione di laici che con il sacerdote sappiano
curare un’ adeguata formazione ai valori e alle esigenze da vivere nel turismo,
segnalando anche le ambiguità di certe vacanze. Queste èquipes di pastorale
del turismo potranno così proporre e gestire forme e viaggi di turismo in
chiave chiaramente culturale e spirituale, in alternativa a viaggi di pura evasione.
E’ un capitolo nuovo della pastorale, che chiede di essere sviluppato
perché le parrocchie diventino sempre più missionarie in ogni ambito della
vita sociale: anche i “luoghi” e i “momenti” del tempo libero sono in attesa,
più o meno consapevole, di ricevere l’annuncio della “buona e lieta notizia”,
del Vangelo di Gesù Risorto, speranza del mondo e gioia di ogni cuore.
Buona estate! Benedico tutti e ciascuno di voi!
+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
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La Messa
si impara
in famiglia
APPUNTI PER GENITORI E CATECHISTI
(conclusione)
IL SILENZIO
Ognuno torna al proprio posto e c’è un istante di silenzio. E’ il
momento dell’intimità con Gesù.
In famiglia:
- Una sera, uscite insieme e abbracciati, senza parlare, guardate le
stelle.
- Offrite nella giornata dei momenti di concentrazione e
raccoglimento a chi deve studiare o fare dei compiti impegnativi .
- I figli devono imparare a rispettare i momenti che sono solo di
mamma e papà.
SIAMO BENEDETTI
Dio non ci lascia senza un ultimo segno: la benedizione. La
sensazione di essere maledetti spesso colpisce più facilmente che
la sensazione di essere benedetti.
In famiglia:
- Ricordarsi che esiste la “benedizione del papà sulla sua famiglia”.
- Chiedere la benedizione della casa quando la famiglia è tutta
presente.
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- Ricordare sempre, specialmente quando le cose sono difficili,
che siamo persone speciali, profondamente amate da Dio e dalle
persone che sono con noi.
Dobbiamo imparare di nuovo il senso e la bellezza della benedizione.
Benedizione significa dire : “Quando le cose sono difficili e la vita
è pesante ricordati chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente
amato da Dio e da tutte le persone che sono con te”.
Nella comunità dell’Arca dove aveva deciso di vivere, dopo una vita
passata nel mondo universitario, un giorno, il celebre Padre Henri
Nouwen, fu avvicinato da una handicappata della comunità che gli
disse: “Henri, mi puoi benedire?”.
Padre Nouwen disse: “Ti darò una benedizione quando saremo tutti
insieme per la funzione”.
Dopo la funzione, quando circa una trentina di persone erano sedute
in cerchio sul pavimento, Padre Nouwen disse: “ Janet mi ha chiesto
di darle una benedizione speciale”.
La ragazza si alzò andò verso il sacerdote, che indossava un lungo
abito bianco con ampie maniche che coprivano sia le mani che le
braccia. Spontaneamente Janet lo abbracciò e pose la testa contro
il suo petto.
Senza pensarci, Padre Nouwen la avvolse con le sue maniche al punto
da farla quasi sparire tra le pieghe del suo abito.
Mentre si tenevano l’un l’altra Padre Nouwen disse: “Janet, voglio
che tu sappia che sei l’Amata Figlia di Dio. Sei preziosa agli occhi
di Dio. Il tuo bel sorriso, la tua gentilezza verso gli altri della
comunità e tutte le cose buone che fai, ci mostrano che bella
creatura tu sei. So che in questi giorni ti senti un pò giù e che c’è
della tristezza nel tuo cuore, ma voglio ricordarti chi sei: sei una
persona speciale, sei profondamente amata da Dio e da tutte le
persone che sono qui con te”.
Janet alzò la testa e lo guardò; il suo largo sorriso dimostrò che
aveva veramente sentito e ricevuto la benedizione.
TORNARE A CASA
Siamo invitati a tornare a casa. Proprio come Gesù ha inviato i suoi
discepoli per le strade della Palestina, noi siamo in “missione” nel
nostro mondo.
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In famiglia:
- La nostra missione d’amore comincia proprio qui:
nella nostra famiglia. Ora trasformiamo in vita quotidiana ciò che
abbiamo celebrato!
- Dobbiamo costruire insieme una “casa piena di grazia”, cioè una
casa dove le persone si amano con spirito di servizio vicendevole,
dove i genitori insegnano ed educano, i figli obbediscono ai
genitori e li onorano, dove Dio e gli amici sono sempre benvenuti.
- Gesù continua a camminare nel mondo con i nostri piedi, a operare
con le nostre mani, a proclamare il suo lieto messaggio con la
nostra bocca e la nostra vita.
LA MORTE DELLA PARROCCHIA
Sui muri e sul giornale della città comparve uno strano annuncio
funebre: “Con profondo dolore annunciamo la morte della parrocchia
di Santa Eufrosia. I funerali avranno luogo domenica alle ore 11”.
La domenica, naturalmente, la chiesa di Santa Eufrosia era affollata
come non mai. Non c’era più un solo posto libero, neanche in piedi.
Davanti all’altare c’era il catafalco con una bara di legno scuro. Il
parroco pronunciò un semplice discorso: “Non credo che la nostra
parrocchia possa rianimarsi e risorgere, ma dal momento che siamo
quasi tutti qui voglio fare un estremo tentativo. Vorrei che passaste
tutti quanti davanti alla bara, a dare un’ultima occhiata alla defunta.
Sfilerete in fila indiana, uno alla volta e dopo aver guardato il
cadavere uscirete dalla sacrestia. Dopo, chi vorrà potrà rientrare
dal portone per la Messa”.
Il parroco aprì la cassa. Tutti si chiedevano: “Chi ci sarà mai
dentro? Chi è veramente morto?”. Cominciarono a sfilare lentamente.
Ognuno si affacciava alla bara e guardava dentro, poi usciva dalla
chiesa. Uscivano silenziosi, un pò confusi.
Perchè tutti coloro che volevano vedere il cadavere della parrocchia
di Santa Eufrosia e guardavano nella bara, vedevano, in uno specchio
appoggiato sul fondo della cassa, il proprio volto.
“Anche voi, come pietre vive, formate il tempio dello Spirito Santo,
siete sacerdoti consacrati a Dio e offrite sacrifici spirituali che Dio
accoglie volentieri, per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pietro 2,5).
Se c’è polvere nelle sale della tua parrocchia, c’è polvere sulla tua
anima.
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PREGHIERA IN PREPARAZIONE
AL CONVEGNO ECCLESIALE
DI VERONA (ottobre 2006)
O Dio nostro Padre, origine e fonte della vita.
Nel tuo Figlio fatto uomo hai toccato la nostra carne
e hai sentito la nostra fragilità.
Nel tuo Figlio crocifisso e risorto hai vinto la nostra paura
e ci hai rigenerati a una speranza viva.
Guarda con bontà i tuoi figli che cercano e lottano,
soffrono e amano, e accendi la speranza nel cuore del mondo.
Nel tuo grande amore, rendici testimoni di speranza
Cristo Gesù, Figlio del Padre, nostro fratello.
Tu, obbediente, hai vissuto la pienezza dell’amore.
Tu, rifiutato, sei divenuto pietra angolare.
Tu, agnello condotto alla morte, sei il buon pastore
che porta l’uomo stanco e ferito.
Rivolgi il tuo sguardo su di noi, stranieri e pellegrini nel tempo.
Fa’ di noi pietre scelte e preziose,
e la tua chiesa sarà lievito di speranza nel mondo.
Nel tuo grande amore, rendici testimoni di speranza
Spirito Santo, gioia del Padre, dono del Figlio.
Soffio di vita, vento di pace, sei tu la nostra forza,
tu la sorgente di ogni speranza.
Luce che non muore, susciti nel tempo testimoni del Risorto.
La nostra vita sia memoria del Figlio,
i nostri linguaggi eco della sua voce,
perché mai si spenga l’inno di gioia degli apostoli,
dei martiri e dei santi,
fino al giorno in cui l’intero creato diventerà un unico canto all’Eterno.
Nel tuo grande amore, rendici testimoni di speranza
Questa può diventare la preghiera per il tempo di vacanza,
in unione a tutti i cristiani della nostra comunità.
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Religioni in dialogo
... per i più piccoli
Per una semplice conoscenza delle altre fedi
(continua)
CHE COSA È LA PREGHIERA
La preghiera è l’atto più religioso che si possa compiere, perché pregando
l’uomo si avvicina a Dio. Infatti, la religione non è un insieme di dottrine difficili
alle quali bisogna credere o di riti da osservare obbligatoriamente; la religione
è soprattutto una relazione viva, un legame vivo tra l’uomo e Dio.
Come tutte le parole, anche quelle che si rivolgono a Dio sono di vario genere.
Vi sono le preghiere di lode, con le quali il fedele dice al Signore che è felice di
tutto ciò che esiste, a cominciare da Lui e da noi; preghiere di domanda, con
cui si parla a Dio di ciò che pensiamo poter aver bisogno; preghiere di
ringraziamento, con le quali si ringrazia per il dono di vivere, per la famiglia,
l’amicizia, gli avvenimenti piacevoli, a volte, per richieste che sono state
esaudite; preghiere di intercessione, con le quali affidiamo a Dio le persone
che amiamo o situazioni che ci preoccupano.
Non è obbligatorio pregare; la preghiera è un gesto naturale dal momento che
Dio esiste per i credenti e per tutti i credenti. Essi riconoscono che Dio è il loro
creatore, che ama le sue creature ed è normale parlare con lui. In tutte le
religioni la preghiera è essenziale per i fedeli, che siano soli o riuniti in comunità.
Si può pregare con gesti e parole propri, seduti, in piedi, in ginocchio, con le
mani levate verso il cielo, ad alta voce o nel silenzio del proprio cuore.
Si possono recitare quelle preghiere imparate a memoria e apprese col cuore
che ogni religione propone, questo permette ai credenti di unirsi a tutti coloro
che condividono la stessa fede.
LE GRANDI PREGHIERE EBRAICHE
Gli ebrei amano pregare e benedire Dio anche cento volte al giorno. Questo
slancio dell’anima ha segnato tutta la storia del popolo di Israele, a tal punto
che a volte esso viene definito “il popolo della preghiera”.
La preghiera più importante è lo “SHEMA’ ISRAEL”, che significa “ascolta
Israele” e si trova nel libro del Deuteronomio (6,4-9) e comincia con queste
parole: “Ascolta, Israele: il Signore è nostro Dio, Eterno è il nostro Dio. Amerai
il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le
tue forze”. “Shema’ Israel” esprime tutta la fede degli ebrei: Dio è Uno e stringe
alleanza col suo popolo. Appreso sin dalla più giovane età è recitato mattino e
sera e accompagna la vita del credente sino all’ultimo respiro.
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L’altra grande preghiera è quella del “KADDISH” che esalta e canta il nome di
Dio.lnizia con queste parole: “Il suo Nome così grande sia magnificato e
santificato, amen”. Con questa preghiera gli ebrei esprimono il desiderio che
si avveri il regno di Dio sulla terra. Kaddish è all’origine del “Padre nostro”, la
grande preghiera dei cristiani.
La preghiera ebraica è una continua benedizione che rende grazie a Dio per
ogni istante della vita. Tutto proviene da Dio; prima di mettersi a tavola, o di
fronte ad un bel panorama, il fedele benedice Dio dicendo: “Tu sei benedetto,
Signore nostro Dio, Re del mondo”.
LE GRANDI PREGHIERE CRISTIANE
I cristiani hanno ripreso alcune preghiere ebraiche, come i salmi e i cantici
dell’Antico Testamento, ma pregano soprattutto con parole loro, spesso ispirate
al Vangelo.
La preghiera più importante è iI ”Padre nostro” che Gesù stesso insegnò ai
suoi discepoli quando gli domandarono di insegnare loro a pregare. Si recitano
anche altre preghiere, come il ”Magnificat”, l’inno di lode che, secondo
l’evangelista Marco, la Vergine Maria ha pronunciato in risposta al saluto della
cugina Elisabetta.
Gli ortodossi amano innalzare la ”preghiera di Gesù”, che è molto corta: “Gesù,
Figlio di Dio, Salvatore, abbi pietà di me, peccatore”. Alcuni fedeli la recitano
continuamente, seguendo il ritmo del respiro.
I cattolici non pregano solo Dio o Gesù, ma domandano anche ai santi di
pregare per loro. L’ “ Ave Maria” indirizzata alla Vergine Madre, è una delle
preghiere più recitate che molti ripetono più volte nella preghiera del rosario:
gruppi di dieci “Ave Maria” vengono intercalati dal ”Gloria” e dal”Padre nostro”
che enuncia quindici episodi della vita di Gesù e di sua Madre, chiamati “misteri”.
Si tratta dei misteri della gioia, del dolore, della gloria e della luce. Questi
ultimi cinque aggiunti dal Papa Giovanni Paolo II nel 2002.
LA PREGHIERA PER I MUSULMANI
Le preghiere musulmane sono quelle che i credenti devono recitare, tutti i
giorni, per rendere grazie a Dio e sono in genere dei versetti del Corano.
Alcuni eventi della vita, come la nascita o la morte, sono occasione per recitare
pre ghiere particolari per offrire a Dio il nuovo nato o il defunto; la preghiera
permette allora di domandare a Dio di guidare il neonato nella crescita e il
defunto nell’aldilà.
A cura di Ester Tuffi
(liberamente tratto da K. Mrowiec, M. Kubler, A. Sfeir, DIO,YAHWEH, ALLAH)
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Il “ Codice da Vinci”
Tema di forte attualità quello che affronta l’autore in questo contributo: il “Codice
da Vinci”: un romanzo? Forse si tratta di capire cosa si intende per romanzo,
e leggerlo con quello spirito critico e libero che è segno di maturità.
di Bruno Silini
Al momento sul banco degli imputati del mondo cattolico c’è il “Codice da
Vinci”, il libro di Dan Brown con la sua imminente e attesa versione
cinematografica prodotta dalla Sony che ha scritturato nel cast degli attori star
del calibro di Tom Hanks (Forrest Gump e Philadelphia) e Audrey Tautou (Il
favoloso mondo di Amélie). Un libro che ha venduto circa 35 milioni di copie
(due delle quali in Italia) e che rischia di sbancare i botteghini dei cinema. In
termini strettamente commerciali un vero successo. Un libro, che fin dalla sua
apparizione sugli scaffali delle librerie, ha suscitato accesi dibattiti e forti
recriminazioni per il contenuto “poco” ortodosso delle sue pagine. Si racconta
di un Gesù che invece di morire in croce tra atroci sofferenze si sarebbe sposato
con la Maddalena (in questo caso la richiesta al Padre, nell’Orto degli Ulivi,
che passasse da lui questo calice è stata accolta), avrebbe poi consumato il
matrimonio generando figli dai quali sarebbe sbocciata la schiatta dei Merovingi,
i sovrani dell’antico popolo dei Franchi.
Dunque la divinità salvifica di Cristo inesistente, ma costruita ad hoc per
legittimare un impero politico-religioso senza precedenti. Apriti cielo. La Chiesa
di fronte al “Codice da Vinci” sembra essersi svegliata da un profondo letargo
come di chi, placidamente assopito in una carrozza, viene sballottato da
un’improvvisa cunetta. Parroci e curati che dagli amboni condannano il libro e
riunioni-evento di Oratorio che sembrano la brutta fotocopia del Concilio di
Nicea dove al posto di Ario che negava la divinità di Cristo ci sta l’effige platinata
di Dan Brown. E dove al posto della solida dottrina di Atanasio spesso si
assiste a farraginose tiri tere dottrinali di catechisti che di nascosto, come i
frati del Nome della Rosa, leggono con il pollice umido le velenose pagine del
libro messo all’indice. Senza contare gli interventi mediatici, questa volta eruditi,
dei vaticanisti, degli storici, degli alti prelati tutti in atteggiamento gladiatorio a
difesa, in zona Cesarini, della consunstanzialità di Gesù con il Padre, della
sua morte e della sua resurrezione. Protagonista del racconto è Robert Langdon,
docente di Simbologia ad Harvard, sospettato dalla Polizia francese del
misterioso omicidio di un certo Saunière, conservatore del Museo del Louvre.
A sostenere l’innocenza di Langdon c’è una criptologa francese, Sophie Neveu,
bella nipote di Saunière secondo la quale l’assassino sarebbe un sicario
prezzolato dall’Opus Dei per impedire la rivelazione del segreto del Priorato di
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Sion, l’organizzazione costituita per proteggere la verità della discendenza di
Gesù con la Maddalena insabbiata dall’imperatore Costantino al Concilio di
Nicea per ratificare idee patriarcali, autoritarie e antifemministe. Al Priorato
sono collegati i templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la
massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran
Maestri del Priorato di Sion, e alcuni - fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere (da qui il titolo del libro). Inizia
così una caccia rocambolesca al Santo Graal (non la coppa di Cristo che
accolse il suo sangue) bensì, secondo Dan Brown, la tomba di Maria
Maddalena, la vera “coppa” che ha tenuto in sé il sang réal (il “sangue reale”,
da cui “Santo Graal”), ovvero i figli che Gesù Cristo le aveva dato. A tessere la
tela nera di un susseguirsi di omicidi c’è un ricchissimo studioso inglese, anticattolico, che vuole, con un abile doppio gioco con i gerarchi dell’Opus Dei,
rivelare il segreto del Priorato al mondo e accusa lo stesso Priorato di tacere
per timore della Chiesa. Tra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert
Langdon e Sophie - tra cui nasce anche l’inevitabile storia d’amore e di
immancabile sesso - finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena
è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone
presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre
nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l’ultima discendente di Gesù
Cristo.
Ecco dunque, per sommi capi, la trama definita “eversiva” del libro che,
ricordiamolo, è solo un romanzo e non un saggio o uno studio accademico
anche se Dan Brown “stuzzica l’appetito” (per meri interessi editoriali e di
conto in banca) sostenendo che molti dei contenuti sono stati dedotti da
documenti autentici e dai Vangeli gnostici. Vecchie ricette, unte e bisunte, per
far abboccare i polli “praticanti” ma digiuni di dottrina cattolica. Un “buon”
cristiano, fermo nella sua fede, di fronte a ciò dovrebbe sorridere (come ha
fatto mia nonna povera di università ma abbondante di buon senso) e lasciar
da parte qualsiasi atteggiamento da crociato. Semmai il cristiano potrebbe
cimentarsi in un giudizio puramente estetico. Dire in parole povere se il romanzo
di Dan Brown gli è piaciuto o meno. Se è bello o brutto. Se è interessante
stilisticamente oppure se sono stati soldi buttati. Perché lo scopo di un romanzo
non è quello di difendere la verità o di divulgare una menzogna. D’altro canto la
critica non dovrebbe esaltare o biasimare i contenuti bensì valutare se nell’opera
in esame c’è o non c’è un valore estetico oggettivo. Sgombriamo subito il
campo da equivoci. Il “Codice da Vinci” non fa crescere la storia dell’arte. È un
romanzo sì, ma un romanzo pessimo privo di originalità costruito con la
mescolanza reiterata e pare pure copiata da altri testi del sacro con il profano.
Che dica che Gesù è risorto oppure profondato in un letto di Francia con la
Maddalena non deve importare. Non è un romanzo che può scalfire il senso
religioso del cristiano che si ancora al mistero di un Dio fatto uomo, morto per
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la redenzione dei nostri peccati e risorto da morte il terzo giorno. Sarebbe
davvero inconsistente la nostra fede se un professore qualunque con il pallino
dello scrittore potesse incrinarla veicolando, anche con determinato calcolo
se volete, astruserie dottrinali. Il problema semmai non è il Codice da Vinci,
ma quella che il vescovo di Bergamo, Monsignor Roberto Amadei, ha definito,
davanti a un convegno di suore e religiosi, analfabetismo religioso e infantilismo
dottrinale. Dan Brown (ricordiamo che lo Spirito Santo soffia dove vuole spesso
lontano dagli intendimenti degli uomini) ha avuto “il merito” di sollevare il vaso
“vuoto” del nostro essere cristiani europei. E quando un vaso è vuoto tutto lo
può riempire. Ma per favore non condanniamo il “Codice da Vinci” per i suoi
contenuti per quanto infondati possano essere. Dichiariamo invece apertamente
che Dan Brown ha scritto una patacca di libro. Chi ha in mente Rabelais,
Cervantes, Fielding, Flaubert, Kafka oppure Gombrowicz sa cosa sia un
romanzo: piena libertà espressiva, sortilegio dell’affabulazione, delle osservazioni
inaspettate, delle situazioni sorprendenti, il concorso inatteso di occasioni, di
sorprese, di fulminee seduzioni. Con tutta la buona volontà in Dan Brown di
tutto questo cosa c’è? Dan Brown per un senso di rispetto dei suoi lettori non
dovrebbe più scrivere o quanto meno, se la sua ambizione non lo consente,
andare a scuola per molti anni dai veri romanzieri. Temo però che a tale
accortezza, se è vero il detto che “l’appetito vien mangiando”, l’autore preferisca
rimanere estraneo. E ai lettori di Dan Brown non dico di confessare al prete il
peccato di aver indugiato in un intruglio di falsità sulla storia della Chiesa bensì
di aver perso tempo con un libro senza invenzione narrativa e stilistica. Perché
perdendo la fede non ci capiti anche di perdere il senso del bello.
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La serata più bella di Maggio!!
Ore 21 di martedì 30 maggio
La nostra Chiesa è quasi completamente piena di persone, che sono
venute per la tradizionale Processione a conclusione del Mese
Mariano, con la piccola statua della Madonna circondata di fiori,
illuminata da un faro splendente e questa volta circondata anche dai
ragazzi della Prima Comunione, bianco vestiti che, come tutti gli
adulti portano in mano la loro piccola fiaccola accesa per onorare
la Madonna.
La processione inizia snodandosi lungo i tranquilli vialetti del parco
Valsesia… le note e le voci dei canti ritmano le soste previste e le
voci dei ragazzi invitano alla recita del Rosario con le “Ave Maria”
a loro affidate. .
C’è però una novità quest’anno: la Meditazione dei 5 misteri della
Luce è stata affidata a persone diverse.
Offriamo qui di seguito la lettura dei loro pensieri scritti
ringraziando i “protagonisti” della generosa disponibilità a questa
iniziativa.
La serata davvero diversa, interessante e piena di preghiere e
dolcezza, ci resterà nel cuore come segno della devozione vera
che Maria, Mamma di Gesù e Mamma nostra, vuole da ognuno di
noi.
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Primo Mistero della Luce:
Il battesimo di Gesù al fiume Giordano
“Perchè intendiamo celebrare il Battesimo della nostra figlia?”
Come genitori cristiani chiediamo il Sacramento del Battesimo perchè
tu Veronica possa nascere nella VERA VITA, che è quella che il Signore
dona nel Battesimo, e riempia il tuo cuore dei doni del Suo Santo Spirito
che sarà guida al tuo cammino, intelletto per realizzare con fede il Suo
grandioso progetto su di te e fortezza per superare le prove che la vita
ti offrirà.
Mamma di Veronica
Secondo Mistero della Luce:
La manifestazione di Gesù alle nozze di Cana
“In ogni famiglia o coppia può venire a mancare il vino dello Spirito. A
chi rivolgersi?”
La madre dice ai servi: “fate quello che vi dirà”.
”Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la
sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui “. (Gv 2,11).
Maria, madre premurosa ed attenta, nota il bisogno che si è
determinato :”Non hanno più vino”.
Con attenzione tenera e concreta presenta al Figlio la necessità dei
commensali e chiede “fate quello che vi dirà”.
Nel banchetto nunziale Gesù lascia vedere la sua gloria e rivela il vero
volto umano del cristiano: condividere le gioie degli altri, partecipare ai
loro bisogni e trovare il modo di soddisfarli.
Come alle nozze di Cana Maria è attenta ai bisogni dei convitati, così
anche ora al banchetto della vita ordinaria ci è vicina e ci dice: “fate
quello che vi dirà” manifestando il cuore premuroso ed amorevole della
madre attenta a tutte le nostre necessità spirituali e materiali.
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“I servi obbedirono e riempirono le giare fino all’orlo”.
Anche ora, per realizzare il miracolo, il Signore aspetta che compiamo
il nostro dovere, fino in fondo, con perfezione.
Come l’acqua, anche le nostre vite a volte sono insipide e senza senso,
finché non abbiamo incontrato Gesù. Egli trasforma il nostro lavoro, le
nostre gioie, le nostre sofferenze, le nostre fatiche in vino eccellente
che diversamente, sul piano soprannaturale, rimarrebbero sterili.
“Fate quello che vi dirà” ed il mondo si trasforma in una festa di nozze,
un luogo più abitabile e degno dell’uomo, un mondo reso
particolarmente lieto dalla presenza di Gesù e di Maria.
“Riempite d’acqua le giare” ci dice il Signore. Quello che mettiamo noi
è poca cosa, ma il Signore vuole poterci contare per amarci e per
inserirci nel suo Amore.
Vuole che gli uomini cooperino con la loro fatica e i mezzi a loro
disposizione.
Gesù non nega nulla e, in modo particolare, ci esaudisce quando lo
imploriamo attraverso sua Madre. Ci concede molto più di quanto
chiediamo, come avvenne alle nozze di Cana, come nel miracolo della
moltiplicazione dei pani.
Riccardo e Lucia
Terzo Mistero della Luce:
L’annuncio del Regno di Dio
“Cosa mi ha spinto a consacrare la mia vita a Dio per il Regno?”
“Andate in tutto il mondo, predicate il mio Vangelo”
Sono Suor Maria Saveria, vengo dal Ruanda, Africa. Vorrei, quindi,
ricordare con voi perchè ho dedicato la mia vita per il Regno di Dio.
Quando avevo 18 anni ho capito che l’amore di Dio Padre verso di me
è grande e non sapevo come rispondere a questo amore, perciò ho
scelto di offrire la mia vita e tutto quello che ho per il Signore.
Sono contenta di essere missionaria della carità perchè posso
avvicinare Gesù nella preghiera e toccare Lui nelle sue sembianze, più
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povero tra i poveri, con la mia coscienza porto Gesù con me e lo
trasmetto alle persone che incontro tutti i giorni nella mia missione.
Potevo scegliere un’altra vita nel mondo, ma l’amore di Gesù Cristo è
più grande di tutti e mi sono consacrata a Lui.
Pregate e lavorate sempre perchè tutti diventino discepoli di Gesù.
Suore Madre Teresa di Calcutta
Quarto Mistero della Luce:
La trasfigurazione di Gesù sul Tabor
“Chi può trasfigurare la nostra vita, riempiendola di luce?”
Lo scopo della vita dell’uomo è la trasformazione, aprirsi all’immagine
che Dio ha messo nell’intimo di ognuno di noi.
La via alla trasformazione, però, a volte passa attraverso l’accettazione
di tutto ciò che noi vorremmo escludere dalla nostra vita: la paura, il
bisogno, la tristezza, la disperazione, la malattia, la sofferenza, il
peccato, la morte.
Nell’Eucaristia, nel pane e nel vino, noi contempliamo la realtà della
nostra vita, il nostro corpo, i nostri sentimenti e pensieri, le nostre
passioni e desideri, i nostri bisogni.
L’Eucaristia trasforma i nostri problemi in sfide a metterci in cammino,
la nostra paura in fiducia, le nostre ferite in sorgenti di vita, le nostre
passioni in potente ricerca di Dio, il nostro peccato nel luogo di incontro
con la grazia di Dio.
Noi poniamo sull’altare il nostro corpo che offre a Dio i nostri sentimenti,
la nostra sofferenza, i nostri desideri e la nostra paura.
Trasformazione significa questo: tutto ciò che siamo noi, viene offerto
a Dio perché Egli lo riempia con il suo Spirito e il suo amore per
trasformarlo in pane e vino per noi e per gli altri.
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Trasformazione, inoltre, significa anche che tutto in noi e intorno a noi
è stato trasformato nell’incarnazione di Cristo.
L’Eucaristia mi invita non solo a vedere con occhi diversi il pane e il
vino che ricevo nella Comunione ma tutta la mia vita.
I dolori della mia malattia, le mie paure, la mia tristezza, la mia solitudine,
le incomprensioni cui sono esposto, tutto questo è già stato trasformato.
E così io incontro Cristo nella mia malattia, nel mio bisogno, nella mia
impossibilità di trovare una via d’uscita, nel mio peccato: la
trasformazione si è verificata dovunque.
Non solo quando celebriamo l’Eucaristia, ma dappertutto possiamo
riconoscere il Signore: l’Eucaristia illumina e trasforma tutto.
Angelo Bazzano
Quinto Mistero della Luce:
L’istituzione dell’Eucaristia
“Essere papà e mamma di un figlio che riceve per la prima volta Gesù”
Come genitori dei bambini che quest’anno hanno ricevuto il sacramento
della Prima Comunione sentiamo forte la responsabilità di essere
sempre per loro una guida sicura come testimoni credibili della fede in
Cristo.
In questo mese particolare affidiamo alla Madonna questi piccoli suoi
figli affinchè l’incontro con Gesù diventi per ognuno di loro l’inizio di un
lento cammino di conoscenza e d’amore.
Mamma e Papà di Riccardo
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Nel 150° anniversario di fondazione
dell’Istituto da parte di Padre Eymard
(1856) presentiamo, a puntate, la storia
della Famiglia Religiosa dei Padri
Sacramentini
(Continua)
È la volta, per l’articolo sui 150 anni di vita della Congregazione del
SS.mo Sacramento, di guardare alla presenza dei Sacramentini in
Italia: la storia, la presenza, la missione, le attese e le sfide del
momento attuale segnato da cambiamenti forti.
di Manuel Barbiero sss
Superiore Provinciale d’Italia
Alla morte del Fondatore (1868), san Pier Giuliano Eymard, la
Congregazione del SS. Sacramento era presente in Francia e in Belgio.
Un po’ di storia
La Congregazione giunge in Italia (a Roma) nel 1882 e trova una
sede fissa nella chiesa di San Claudio dei Borgognoni (1886). La
comunità di Roma, inizialmente, era composta da religiosi francesi e
rivestiva carattere internazionale. Quando si costituì un primo nucleo
di religiosi italiani si pensò all’apertura di una comunità propriamente
italiana, e la scelta cadde su Torino. La fondazione della prima comunità
italiana, che costituì il germe della futura provincia italiana, avvenne il 5
febbraio 1901.
Con l’inaugurazione della comunità torinese di S. Maria di Piazza
(composta da: p. Sonza Reorda parroco, p. Poletti superiore, p.
Lantelme, Ancillotto e Torasso, chierici studenti, e due fratelli) prese
corpo un vasto lavoro di propaganda incentrato in particolare sulla
pastorale eucaristica, senza escludere altri settori di impegno. Torino
divenne, in tempi brevi, essenziale punto di riferimento della spiritualità
e dell’azione eucaristica italiana.
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La chiesa di Santa Maria diventò centro che attirò un continuo flusso
di adoratori. Tra le persone, che si sono alimentate spiritualmente con
l’adorazione notturna, va ricordato Pier Giorgio Frassati. Da Santa Maria
le opere eucaristiche quali le settimane eucaristiche, l’adorazione
notturna, l’Aggregazione del SS. Sacramento, l’Associazione dei
Sacerdoti Adoratori, le riviste gli Annali dei sacerdoti adoratori (iniziata
nel 1895) e l’Emanuele (iniziata nel 1902), il Calendario eucaristico
(iniziato nel 1903), si irradiarono dappertutto, concorrendo a dare
un’impronta alla vita spirituale italiana, formando generazioni di
sacerdoti e di laici.
Le riviste erano al passo con l’evoluzione della pratica eucaristica.
Nell’elenco degli iscritti all’Associazione dei Sacerdoti Adoratori
figurarono nomi di fondatori, come l’Allamano e l’Alberione, e di uomini
politici del valore di don Sturzo. Va ricordato, anche, che l’Associazione
diede diverse vocazioni alla nostra Provincia. Il ministero verso i
sacerdoti ha ben caratterizzato l’impegno dei nostri religiosi, nella
fedeltà alla missione di p. Eymard.
Fu un propagarsi e diffondersi di
molteplici iniziative: presenza nei
seminari (i seminaristi adoratori e la
rivista “Credidimus Caritati”),
congressi (è del 1913 il primo
congresso eucaristico nazionale dei
Sacerdoti Adoratori, che vide la
presenza a Roma di 2.000
sacerdoti), pubblicazione di libri per
far conoscere il pensiero di p.
Eymard, ecc. Su proposta del p.
Poletti fu costituito il Comitato
nazionale
permanente
dei
Congressi eucaristici.
Queste iniziative ormai sono un patrimonio della Chiesa italiana e
della Congregazione. L’Emanuele ha accompagnato la forte
espansione dell’Aggregazione del SS. Sacramento. Gli Annali dei
Sacerdoti Adoratori, da bollettino per l’Associazione si trasformò in
rivista di spiritualità e pastorale eucaristica, prendendo il nome di Nuova
Alleanza (1971). È stato un cambiamento fatto con coraggio e intuizione,
aggiornandosi nella materia, nello stile, nella forma e nella
presentazione.
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La nascita della Provincia Italiana
La suddivisione della Congregazione in Province, risale al 1931.
L’Italia fece parte, assieme a Francia, Canada, Stati Uniti e Olanda,
della costituzione delle prime cinque province, e si mise sotto la
protezione della Vergine Maria, con la denominazione di Provincia
Italiana “Madonna del SS. Sacramento”.
La nostra Provincia ha vissuto una stagione ricca di frutti dal punto
di vista numerico. È cresciuta fino a diventare la provincia più numerosa
della Congregazione, sia come religiosi (oggi 130), sia come comunità
(oggi 20). Un aumento legato all’attività dei seminari, all’aiuto di tanti
benefattori, alla creatività e fantasia di alcuni religiosi con l’opera delle
madrine e delle riviste dei seminari, prima fra tutte il bollettino “Eco del
Seminario Eucaristico”, diventato in seguito “Il Cenacolo”.
Ancora, la nostra Provincia può vantare un patrimonio di santità, in
modo particolare con fra Giovanni Nadiani e p. Lodovico Longari.
Fra Giovanni Nadiani (1885-1940). In lui possiamo leggere l’ideale
eucaristico allo stato puro, la vocazione eucaristica è stata più
importante del sacerdozio stesso. Scrive il 14 settembre 1909: “Mi
creda, Rev.do Padre, se il buon Dio m’avesse voluto Sacerdote non
appena fossi stato ordinato Diacono, avrei divorato lo spazio di città in
città, di terra in terra e, agitando l’ostensorio raggiante avrei mostrato il
mio Gesù, lo avrei fatto conoscere ad ogni anima e a tutti avrei gridato:
Ecco, fratelli, il Verbo di Dio fatto Pane! Ecco l’amore! Ma il buon Gesù
m’ha voluto al suo servizio come Fratello e così pure ho voluto anch’io”.
Nadiani ha vissuto la sua vita come vita eucaristica e di umile servizio.
La contemplazione e il servizio sono stati i due atteggiamenti della sua
Eucaristia quotidiana.
P. Lodovico Longari (1889-1963). La sua immagine vuole imprimere
nel nostro animo, con i tratti della dolcezza e dell’amabilità che gli
erano abituali, la forza e il dono d’attrazione che aveva per lui l’Eucaristia.
Alla chiusura del Capitolo generale del 1937, dove era stato eletto
Superiore generale, p. Longari enucleò tre principi basilari sui quali
riteneva opportuno che la Congregazione poggiasse la fede e l’amore
all’Eucaristia:
a) nell’Eucaristia Gesù è persona da amare;
b) nell’Eucaristia Gesù è presenza in cui credere;
c) nell’Eucaristia Gesù è dono da portare a tutti.
Nel corso degli anni, la nostra Provincia si è aperta alla missione
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“ad gentes”. Il dono della vocazione e della missione eucaristica è
stato generosamente portato in altre terre e condiviso con tanti altri
fratelli e sorelle; nuove comunità sacramentine sono nate e cresciute
«Al seguito del padre
Eymard, la nostra
missione è di
rispondere alle
esigenze degli uomini
partendo dalle ricchezze
dell’amore di Dio
manifestate
nell’Eucaristia
(Regola di vita, 3)
in America Latina e in Africa. Brasile, Senegal, Repubblica Democratica
del Congo sono state le principali nazioni dove molti religiosi, con
disponibilità e con entusiasmo, si sono recati e hanno profuso le loro
migliori energie; qualcuno, anche, fino al dono della vita (in particolare
possiamo ricordare fra Fortunato Tassoni e p. Faustino Bonetti). Il
Brasile oggi è una Provincia, Senegal e Congo sono due Regioni che
in questi ultimi anni hanno visto aumentare, in modo considerevole, il
numero dei religiosi autoctoni, e raggiungere una crescente autonomia.
Il Congo ha, a breve, la prospettiva di diventare Provincia.
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Lettera ai giovani
Cari ragazzi, chi vi scrive è un vostro coetaneo
e il messaggio che vi rivolgo è estremamente
importante.
Il problema riguarda la nostra identità di figli
di Dio, nella società moderna purtroppo questa sta
scemando, lasciando spazio alle cose banali come le
molte mode e l’influenza che i mass media esercitano
su di noi, e tutte quelle cose che ci allontanano da Dio
e hanno il sapore di morte.
Ragazzi, Gesù nel tabernacolo si sente solo e
abbandonato, lui ha bisogno di noi giovani perchè la
buona novella non è un bene solo per alcuni, ma è per
tutti e quindi va proclamata e portata ai fratelli.
Non abbiate paura, andate contro corrente e
portate il Vangelo a chi è lontano dal Signore, vivendolo
nel vostro quotidiano, amando e donando
gratuitamente come Gesù fa.
Non abbiate timore di chi con ignoranza vi deride
prendendovi in giro, anzi se così avviene davanti al
Signore sarete beati (Mt 5,11-12) e ricordatevi
sempre che GESU’ è VIA, VERITA’ e VITA (Gv 14,6).
(Questo scritto, a differenza di quelli “superstiziosi”
dell’obbligo di diffusione nella devozione a S. Rita, è
stato trovato in chiesa e ci è sembrato veramente bello
e “ispirato, ecco perchè lo facciamo conoscere.)
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Un grande e importante evento per la nostra Diocesi
durante il tempo estivo
57° Settimana Liturgica Nazionale
CELEBRIAMO GESU’ CRISTO
SPERANZA DEL MONDO
Varese, Teatro Apollonio
21 - 25 agosto 2006
Lunedi 21 agosto
17.00 Celebrare il Risorto, seminare la speranza
S.E. Mons. Luca Brandolini, presidente del CAL
Martedì 22 agosto
«Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello».
Convocati per celebrare Cristo
mons. Bruno Maggioni (Università Cattolica - Milano)
11.30 Celebrazione eucaristica nella Basilica di S. Vittore
presieduta dal card. William Joseph Levada
16.30 L’Eucaristia sorgente di speranza
Enzo Bianchi (priore della comunità monastica di Bose)
9.00
Mercoledì 23 agosto
«Come pietre vive». Nel Battesimo la radice profetica della
vita cristiana prof Andrea Grillo (Pontificio Ateneo S.Anselmo Roma)
11.00 Celebrazione eucaristica nella Basilica di S. Vittore
presieduta dal card. Attilio Nicora
15.00 Percorsi nel territorio tra arte e fede
(Lago Maggiore Santa Caterina; Collegiata di Castiglione Olona)
9.30
9.30
Giovedì 24 agosto
Il triduo pasquale nel rito ambrosiano: un cammino di
memoria e di speranza
mons. Marco Navoni (Biblioteca Ambrosiana - Milano)
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26
10.30
12.00
16.30
10.00
Il cardinal Montini e la pastorale liturgica
prof Cesare Alzati (Università Cattolica - Milano)
Celebrazione eucaristica nella Basilica di S. Vittore
presieduta dal card. Severino Poletto
Gruppi tematici:
1. Liturgia e vita affettiva. Relazione, emozione e stupore
mons. Giuseppe Busani (Studio Teologico Alberoni - Piacenza)
2. Liturgia e fragilità. L’olio della speranza
mons. Antonio Longhi (Liturgista - Bergamo)
3. Liturgia e festa. L’Avvento: celebrare la gioia dell’attesa
dott. Rita Di Pasquale (Facoltà Teologica di Sicilia - Palermo)
4. Liturgia, tradizione e comunicazione
p. Pietro Sorci (Facoltà Teologica di Sicilia - Palermo)
5. Liturgia e cittadinanza. Pregare nella città e per la città
mons. Mario Spezzibottiani (Moderatore della Curia - Milano)
Venerdì 25 agosto
Celebrazione eucaristica conclusiva nel Duomo di Milano
presieduta dal card. Dionigi Tettamanzi
Per informazioni e iscrizioni:
Segreteria CAL - Centro Azione Liturgica
via Liberiana 17, 00185 Roma
tel. 06.4741870 Fax 06.4741860
[email protected]
www.centroazioneliturgica.it
Chi nella nostra parrocchia volesse partecipare anche
con modalità diverse e presenze “parziali”, può venire
a iscriversi in Segreteria Parrocchiale.
Possono essere “invitati speciali”: il Gruppo Liturgico,
i lettori, gli animatori della liturgia e del canto...., ma
anche ogni battezzato nella fede cristiana, interessato
ad approfondire il discorso di formazione liturgica.
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Notizie dall’Africa
Koudiadiène 18/06/06
Carissimi, é passato già un bel momento da quando mi sono fatto vivo
l’ultima volta. Mi ero proposto di mandare qualche informazione verso
Ia metà di maggio perché speravo di avere qualche cosa di nuovo da
comunicare, soprattutto circa l’avanzamento dei lavori di riabilitazione
e equipaggiamento del pozzo di Thiaoune Loua. Come al solito ero
stato un po’ troppo ottimista e cosi alla scadenza che mi ero prefissato
non c’era stata sostanzialmente alcuna evoluzione. E cosi giorno dopo
giorno siamo arrivati ad oggi, 18 giugno.
Per fortuna, oggi qualche cosa di nuovo c’è. In questi ultimi dieci giorni
ho finalmente potuto mettere insieme tutto il materiale di cui abbiamo
bisogno per terminare il lavoro sopra citato. La pompa, i pannelli solari
per farla funzionare e tutto quanto necessario per portare l’acqua fino
al villaggio, (il pozzo si trova a circa 350 m fuori). Si trattava adesso di
installare il tutto.
L’idraulico che doveva fare l’installazione esterna, cioè Ia posa dei tubi
e dei rubinetti, uno per il villaggio e uno poco lontano dal pozzo per
poter far abbeverare gli animali, è venuto in settimana e con lui abbiamo
finito. Tutto è pronto quindi per poter ricominciare a utilizzare il pozzo.
Rimane l’installazione della pompa, perché il tecnico che dovrebbe
farlo, è in viaggio e penso non sarà disponibile prima della fine della
settimana prossima. Ma una volta disponibile, normalmente in una
mezza giornata tutto sarà finito e se non ci saranno sorprese l’acqua
comincerà a scorrere..
Siccome noi da domani , 19 giugno, cominciamo il nostro “Capitolo
Regionale”, anche noi saremo via e in ogni caso non avrei potuto far
terminare iI lavoro questa settimana. Questa è Ia seconda notizia e ha
Ia sua importanza perché il Capitolo eleggerà il nuovo superiore
regionale col suo consiglio. Saranno loro poi a riflettere e decidere
della composizione delle comunità... quindi possibili cambiamenti in
vista per tutti... anche per me.
Venerdì scorso Ia scuola materna ha chiuso i battenti per quest’anno
(2005 - 2006), con una piccola festicciola e con Ia consegna ai genitori
dei quaderni, album e altro materiale frutto dell’impegno dei loro pargoli.
Come facciamo ormai da diversi anni, venerdì 2 giugno c’é stata Ia
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“gita scolastica” a scopo pedagogico. Quest’anno li abbiamo portati aI
“lago rosa”, un sito abbastanza caratteristico perché come lo dice
anche il nome, é un piccolo Iago che con Ia luce del sole si colora di un
bel rosa intenso. Caratteristico anche perché vi si estrae il sale in gran
quantità. Un’occasione quindi per spiegare ai bambini da dove viene il
sale e anche a cosa serve.
II 28 maggio abbiamo avuto le prime comunioni e le cresime: come
sempre una bella festa per i bambini ma anche per gli adulti. Qualche
giorno prima c’e stato il pellegrinaggio per le coppie, sposate o in via
di... Pellegrinaggio aI santuario mariano diocesano di Mont Roland. E’
stata un’occasione per i partecipanti di riflettere e condividere sulla
vita di coppia oltre che di pregare, e poi condividere anche un buon
pasto: tutti sono stati contenti e hanno chiesto di poter rifare
l’esperienza, magari allargando alle parrocchie del decanato e della
diocesi.
Tra un paio di settimane, avremo Ia professione perpetua di una suora
della missione che fa parte della congregazione delle Francescane
Missionarie di Maria. Anche per questo ci sarà qualche cosa da
preparare e prevedere... ma sarà anche un momento forte per tutta Ia
comunità.
Avremo poi Ia festa patronale (St Pier Giuliano ) che celebreremo
quest’anno Ia domenica 6 agosto. Essendo quest’anno il 150° di
fondazione della congregazione, Ia festa del Santo, sarà l’occasione
per le parrocchie di St Joseph e St Pierre di Dakar (dove siamo presenti)
di fare “un pellegrinaggio” qui a Koudiadiene e condividere con noi Ia
festa del fondatore della congregazione. La festa sarà preceduta da
una settimana “Eymardiana”. Come vedete rimane ancora qualche
attività prima delle vacanze, e se tutto va bene dopo Ia festa del fondatore
potrò venire in vacanza per qualche settimana.
Un’ ultima nota sulla meteo: mercoledì sera abbiamo avuto Ia prima
piccola pioggia: è arrivata molto presto rispetto al “normale”, speriamo
che ce ne siano altre, numerose e più abbondanti.
In attesa di risentirci e di rivederci, un caro saluto a tutti e buone
vacanze a chi può già averne… ciao.
P. Nino
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Luglio/Agosto 2006
I nostri lettori ci scrivono
Buonasera .. invio alcune considerazioni sul giornalino
parrocchiale e opinioni personali su alcuni articoli
apparsi negli ultimi numeri.
Buona serata e buon lavoro
Teleute
Grazie... giornalino!
Sono una parrocchiana assidua lettrice del giornalino...
meno assidua frequentatrice della parrocchia.
Vi invio alcuni pensieri, scritti già da un paio di mesi
ma che, ben sapendo di non possedere i titoli per criticare
o commentare questa pubblicazione, non ho mai spedito
alla vostra redazione.
Solo con il recente numero di giugno, avendo avuto
l’opportunità di aggiungere poche altre righe, ho preso
il coraggio a due mani... ed eccomi qua!
1) Leggo ogni mese articoli che mi piacciono (e che non
sempre condivido) e altri che magari condivido ma considero,
spesso, superflui in un giornalino che si definisce
parrocchiale.
Mi piacciono gli articoli che hanno come argomento proposte
o esperienze parrocchiali. Proposte che, iniziando con la
prima pagina di padre Gianfranco continuano con le tante
e varie esperienze vissute da giovani, fidanzati, genitori,
nonni o altri, tutti impegnati, a vario titolo, nelle
attività parrocchiali spirituali, caritative, ludiche...
Ritengo invece meno interessanti, gli articoli presi a
piene mani, da riviste o libri (ben 24 pagine nel mese di
maggio) e pubblicati spesso a puntate. Ricordo il ‘Diario
di un operaio’ durato 13 mesi...; quante volte dopo la
terza/quarta puntata ho avuto la tentazione di saltare
l’articolo a piè pari! Da alcuni mesi le pagine centrali
sono occupate dalla storia dei nostri padri Sacramentini
e del loro fondatore; apprezzo l’idea ma forse l’argomento
meritava di venir trattato in una pubblicazione mirata
per evitare che buttando il giornalino si butti tutto.
Quanto espresso altro non è che il mio modo di immaginare
il ‘Giornalino’ anche se, per i motivi esposti all’inizio,
non posso che accettare e ringraziare per quanto ogni
mese mi viene offerto!
Luglio/Agosto 2006
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2) Mi permetto di aggiungere un paio di considerazioni su
articoli letti nei numeri di febbraio e giugno e
precisamente:
a)
b)
c)
d)
‘Taizé... sempre!’.
‘Non solo denunce ma anche parole amiche’
‘Ho letto Il codice da Vinci’
‘Dio conosce già il tuo ombelico, non mostrarlo in
chiesa’
a) Nei numeri pubblicati dopo febbraio mi sarei aspettata
qualche reazione all’ articolo ‘Taizé... sempre!’ che,
pur scritto con tanta delicatezza e spirito di carità
cristiana dalla signora Graziella, voleva essere
decisamente provocatorio... e come tale avrebbe meritato
un commento. Credo di aver intuito che oltre alle domande
venivano fornite anche le risposte ma ignorare la
provocazione fa sorgere il dubbio che nessuno abbia voluto
accettare il confronto!
b) Anche per Betty avevo preparato due righe a proposito
di quanto scritto sulla chiusura forzata del bar
dell’oratorio in ‘Non solo denunce ma anche parole amiche’.
A lei, per solidarietà femminile e come mamma mi associo
sia per l’entusiasmo con cui parla dell’oratorio sia per
la funzione che lo stesso rappresenta per i ragazzi e ne
condivido il disappunto per la forzata chiusura di un
locale che dell’oratorio è parte integrante.
Tutto questo non esime dal ricordare, che la frase ‘Date
a Cesare quello che è di Cesare’vale anche per le
istituzioni religiose.
Nessuno può e deve ignorare gli obblighi che la legge
italiana impone e l’esempio resta sempre la miglior forma
di convincimento.
Le nostre comunità vivono spesso in una endemica mancanza
di fondi, ma questo non scusa l’inosservanza della legge
neppure se si tratta del ‘bar’ dell’oratorio. Non giustifico
l’autore della denuncia, anzi! Un confronto con il parroco
o con il responsabile dell’oratorio stesso avrebbe permesso
di risolvere, in altro modo, i problemi denunciati.
Dal comportamento tenuto devo supporre che questo
parrocchiano fosse di tutt’altra idea e le idee, quando
non calpestano i nostri diritti o le vigenti leggi, vanno
rispettate.
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Luglio/Agosto 2006
c) Mi complimento con l’autrice dell’articolo su ‘Il
codice da Vinci’. Interessanti sono i passaggi,
sapientemente usati, attraverso i quali porta il lettore
a scoprire l’unico lato positivo che simili letture possono
avere (Se oltre a me anche a qualcuno di voi questo libro
avesse stuzzicato una fede un po’ addormentata o fatto
nascere nel profondo del cuore un desiderio di ricerca
della verità, senza rendersene conto, Dan Brown che grande
regalo avrebbe fatto a noi cristiani!).
Degna di apprezzamento risulta essere anche la
documentazione riportata che ci consente di conoscere il
pensiero di persone con idee religiose diverse, ma sempre
di indubbia autorevolezza critica, con in aggiunta la
segnalazione di siti WEB per chi desiderasse un ulteriore
personale approfondimento.
Mi si permetta comunque una considerazione. Iniziando la
lettura di un libro piacevole e brillante, inutile illuderci
di tenere tra le mani un testo con assodati contenuti
formativi: libri formativi, piacevoli e brillanti, non ne
sono ancora stati scritti!
Equiparare, come sta avvenendo, il sig. Brown ad un falso
profeta banditore di rivelazioni tali da scardinare i
fondamenti del cristianesimo è tributargli un onore ed un
battage pubblicitario che la sua figura, ben modesta se
paragonata ai ‘grandi’ falsi profeti contro cui la Chiesa
ha combattuto, non merita.
Questo poveretto (si fa per dire) con la nostra
collaborazione ha fatto un sacco di soldi. Una stima per
difetto, senza parlare dei diritti sul film, parla di un
guadagno che supera i 250 milioni di euro: mi verrebbe da
pensare che unico vero segreto nascosto nel libro sia la
rivelazione dell’esistenza, per l’autore, di un solo dio...
il dio quattrino.
Sono passati 23 anni da quando, sulla scia di uno sceneggiato
televisivo ‘Uccelli di rovo’, l’Italia intera disquisiva
di morale e del celibato dei preti con una competenza da
far impallidire la Santa Sede. Dubitavamo, scandalizzate,
dello sbarco sulla luna ma non della veridicità delle
scene viste in TV e, innamorate di Richard Chamberlayn
nella parte di padre Ralf, ci affrettammo ad acquistare
il libro contribuendo, anche allora, ad arricchire
ulteriormente McCullough Colleen , autore dello stesso.
Oggi, la storia si ripete per il ‘Codice da Vinci’,
Luglio/Agosto 2006
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buttando i soldi per godersi (parola grossa) un film, già
definito dalla critica, un ‘flop’
d) Ultimo sassolino nella scarpa: Ho apprezzato l’invito
fatto alle ragazze di partecipare alla santa messa o
comunque ad entrare nella casa di Dio con abiti consoni
al luogo. Avrei tanto più gradito l’iniziativa se fatta
dai sacerdoti senza riprendere l’articolo da un quotidiano.
Immagino quanto sia difficile esprimere dal pulpito concetti
lapalissiani: non ci riusciamo noi genitori con i figli!.
Il richiamo all’osservanza di certi principi di galateo e
buona educazione può essere fonte di critiche o causa di
allontanamento però mi sembra più sbagliato non intervenire
affatto.
Suggerirei inoltre, per ‘par condicio’, rivolgere lo stesso
invito anche al sesso forte: l’uso di calzoncini o altri
indumenti, non sempre adeguati ad un luogo sacro, non
esalta la virilità ma solo il cattivo gusto.
Grazie ancora a tutti voi e a tutti presento le mie scuse
per questa, forse, indebita intrusione.
Mafalda (by Quino)
--- o --Testimonianze
Perchè credo nell’Oratorio estivo.
E’ il terzo anno che i miei figli frequentano l’Oratorio estivo. E’
certamente un grosso aiuto per la loro gestione dopo il termine della
scuola, specialmente se i genitori lavorano tutti e due. Ma credo che ci
siano altri motivi, più profondi.
Per me l’Oratorio estivo è parte di quella esperienza cristiana che vorrei
fargli vivere, trasmettendo valori di fede, di amore per il prossimo, di
rispetto reciproco, di osservanza delle regole necessarie per vivere
insieme nella comunità e nella società.
Ritengo poi che l’Oratorio possa essere una valida esperienza di
socializzazione, con i coetanei e con i giovani animatori. Inoltre
apprezzo la creatività dell’organizzazione delle attività e il clima sempre
frizzante e gioioso.
E’ positivo il fatto che gli animatori, per lo più molto giovani facciano
insieme ai bambini un’esperienza impegnativa e di grande
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Luglio/Agosto 2006
responsabilità e compiano insieme ai ragazzi un cammino di
maturazione. Mi sento di ringraziarli di cuore per la loro grande
disponibilità e per l’affetto che sanno dimostrare verso tutti i bambini.
La mia gioia è vedere che i ragazzi, nonostante tornino a casa molto
stanchi, vogliano subito raccontare “il film” della loro giornata
all’Oratorio.
Grazie a tutto lo staff dei Padri di San Pier Giuliano Eymard.
Mamma ???
--- o --L’esperienza dei miei figli all’Oratorio Estivo
Questo è il primo anno che i miei figli partecipano all’Oratorio Estivo. lo
sapevo che era un bel posto dove i bambini si divertivano molto, ma
sinceramente non sapevo fosse così ben organizzato. Trovo che, oltre
agli indispensabili e formativi momenti di preghiera ed ai necessari
momenti di svago, sia stata una bellissima idea l’organizzazione dei
laboratori: i miei figli hanno scelto, oltre al loro sport preferito, la pittura
dove, con la guida del bravissimo P. Giuseppe, hanno imparato diverse
tecniche di disegno ed hanno così potuto migliorare le loro capacità.
Hanno potuto fare nuove amicizie e rafforzare quelle già presenti; hanno
anche potuto conoscere meglio l’instancabile P. Mario che riesce
amorevolmente a far rispettare le giuste regole del “vivere insieme”.
lo trovo che l’Oratorio Estivo sia un’esperienza che fa crescere, fa
imparare ai ragazzi a rispettarsi a vicenda, nonostante la diversità di
età e di opinioni, ad aiutarsi e a non cercare sempre la competizione.
I miei figli sono stati molto felici di questa esperienza infatti tutti i giorni
erano allegri e sereni: appena arrivavano a casa raccontavano la loro
giornata e poi fino a sera continuavano a cantare e a ballare le canzoni
imparate all’Oratorio (canzoni belle, ma soprattutto istruttive per i nostri
ragazzi, poiché insegnano come Dio sia sempre accanto a noi).
Noi siamo rimasti veramente entusiasti dell’O. E.:
- io e mio marito per la gioia e la serenità che abbiamo notato nei nostri
figli;
- i nostri figli perché hanno già affermato che non si perderanno l’O. E.
dell’anno prossimo; mia figlia ha addirittura detto che quando avrà l’età
giusta farà l’animatrice. . .
Credo che sia un segno di come tutti, in questo O.E., abbiano lavorato
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bene.
Ora concludo ringraziando tutti i nostri preti e gli animatori che sono
stati, in queste settimane, importanti punti di riferimento per i nostri
figli.
Mamma Silvia
--- o --“Si fa per dire” Oratorio estivo 2006
Sono Emanuele, un animatore della squadra dei blu, una delle 4
squadre del nostro Oratorio estivo. Fare l’animatore è molto stancante,
ma anche molto gratificante; infatti è bello sentirsi importanti per i bambini
e vedere che, grazie anche al tuo lavoro, si divertono.
Penso che un ragazzo per fare bene l’animatore debba avere una
grande volontà ed un grande amore nei confronti dei più piccoli.
Io sono contento di svolgere questo servizio perchè so che è molto
importante e anche perchè mi sento in dovere di farlo, in quanto anch’io
sono stato “animato” e ho avuto la possibilità e la gioia di vivere l’Oratorio
estivo negli anni passati.
“Non si fa per dire”, ma spero di vivere questa esperienza anche il
prossimo anno con lo stesso entusiasmo e con la consapevolezza
che i miei piccoli amici cresceranno e, se io avrò trasmesso “amore”,
anche loro continueranno questa catena straordinaria ed estremamente
dura da spezzare.
Questo amore che ci dona prima di tutto Gesù ci porta ad impegnarci
per renderli felici e non ci pesa perchè animare è bello e ci diverte
molto.
Emanuele
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Luglio/Agosto 2006
Suggerimenti di letture per l’estate
Carlo Maria Martini, Non sprecate parole. Esercizi spirituali con il Padre nostro
Portalupi, Casale Monferrato 2006
Luigi Serenthà, Il regno di Dio è qui. Il Discorso della montagna.
Ancora, Milano 2006
Virginio Colmegna - Silvia Landra, Cristiano di parola. L’amabile follia della
carità - ITL, Milano 2005
Giancarlo Bregantin, Vivente è la nostra speranza. Riflessioni sulla prima
Lettera di Pietro - Elledici, Torino 2006
Joseph Ratzinger, Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo
Books ed. Querniana
Andrea Tornielli, Processo al codice Da Vinci
Gribaudi, Milano 2006
Incontri, ritiri, convegni...
Monastero di Bose:
lunedì 10 - sabato 15 luglio
Esodo, Daniel Attinger
lunedì 17 - sabato 22 luglio
Gli evangeli dell’infanzia di Gesù, Giancarlo Bruni
lunedì 24 - sabato 29 luglio
Gli incontri di Gesù attraverso i vangeli, Luciano Manicardi
lunedì 31 luglio - sabato 5 agosto
Atti degli apostoli, Luciano Manicardi
lunedì 7 - sabato 12 agosto
Gli addii di Gesù nel IV evangelo: Gv 13-17, Enzo Bianchi
lunedì 14 - sabato 19 agosto
Lettere di Giovanni, Enzo Bianchi
lunedì 21 - sabato 26 agosto (corso per giovani, 19-27 anni)
La speranza di un mondo salvato: conversione e azione quotidiana
L. Manicardi, R.Mancini
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Eremo di Camaldoli:
dal 9 al 15 luglio
CORSO DI MEDITAZIONI SPIRITUALI
“Le stazioni della libertà” (D. Bonhoeffer) don Paolo Giannoni, oblato camaldolese
dal 16 al 22 luglio
XLI SETTIMANA LITURGICO - PASTORALE
Come celebrare l’Eucaristia? Le risposte dal Concilio al Sinodo
A. Grillo; R. De Zan; G. Cavagnoli; E. Mazza; G. Pasini; E. Costa
dal 23 al 28 luglio
XXV SETTIMANA BIBLICA
“Il teatro del cuore e il meglio per l’uomo” - Il Libro di Qohèlet, una grazia per il nostro
tempo, don Roberto Vignolo, docente di Scrittura alla Facoltà Teologica dell’Italia Sett.
dal 29 luglio al 4 agosto
SETTIMANA DI RIFLESSIONE SU TEMATICHE ANTROPOLOGICHE ATTUALI
Come ci cambia il lavoro che cambia. Piste di intercettazione di radicali mutamenti
Relatori: R. Virgili, U. Cortoni, M. Colombi, D. Della Valle
dal 13 al 23 agosto
GIORNATE DI INCONTRO E RIFLESSIONE PER FAMIGLIE
“Venite, benedetti del Padre mio” (Mt 25,34b).
Percorso biblico-sapienziale per gruppi familiari sul tema della benedizione!!!
Relatori: i monaci di Camaldoli
Cittadella di Assisi:
dal 20 al 25 agosto
64° CORSO INTERNAZIONALE DI STUDI CRISTIANI
Senza i sandali dell’identità? “...non c’è più né giudeo, né greco, né schiavo, né libero,
né uomo, né donna... “ (GaI 3, 28-29)
Relatori: E. Borgna, S. Givone, R. La Valle, N. Benali, K. Komla-Ebri, R. Gibellini, R. Panikkar,
C. Augias, G. Piana, E. Bianchi, L. Sebastia-ni, T. Dell’Olio, R. Virgili.
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Luglio/Agosto 2006
di Giulio Ceragioli
RICARICARE LE PILE
L’annata calcistica dell’OSPG è iniziata alla fine del mese di settembre
2005 e si è conclusa alla fine dello scorso mese di giugno con le finali
del torneo “4 calci alle zanzare”, che ha vista la partecipazione della
pressochè totalità dei tesserati di età idonea.
Dopo un’attività durata nove mesi, le vacanze estive giungono a
proposito per ricaricare non solo i giocatori na anche dirigenti e allenatori.
Per tutte le squadre è indispensabile riprendere a giocare il prossimo
campionato con rinnovata lena.
Questa stagione, povera sotto l’aspetto dei risultati, difficile per le
numerose pause (neve e gelo), con qualche eccesso di nervosismo in
alcune formazioni, ha finalmente concesso una grossa soddisfazione:
alla squadra degli OPEN ECCELLENZA A 11, è stato assegnato il
trofeo Fair-play.
Il riconoscimento acquista maggiore significato considerando
l’impegnativa lotta per la retrocessione, che si è protratta dall’inizio alla
fine del campionato.
I ragazzi di MARCATO già negli anni scorsi (allora sotto la guida di
ROSSI) avevano ottenuto, oltre a brillanti risultati sportivi, anche
importanti riconoscimenti per correttezza e sportività.
Questa continuità significa che al di là dei risultati, determinati da svariati
fattori, si può mantenere intatto uno spirito agonistico positivo, se si è
cresciuti con una giusta visione dello sport.
Un’altra buona notizia è il ritorno sulla panchina come dirigenti/allenatori
di DAVIDE GALASSI e GIACOMO SCARLATTI. Saranno soprattutto
contenti i ragazzi che alcuni anni orsono avevano fatto parte del loro
gruppo.
Per finire un augurio di buone vacanze e arrivederci a settembre.
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Per gli iscritti all’Oratorio che hanno ricordato o ricorderanno
il loro compleanno in questi mesi estivi, gli
Auguri più calorosi,
e la nostra preghiera per ringraziare Dio del dono della vita, a:
Boni Rolando
3 luglio
Guerra Matteo
3 luglio
Cestari Matteo
4 luglio
Pittelli Maurice
5 luglio
Donati Francesca
8 luglio
Marcarelli Riccardo
8 luglio
Castellaneta Marco
9 luglio
Capusoni Mattia
12 luglio
Daprà Marco
12 luglio
Ferrari Giuseppe
12 luglio
Mansi Simone
12 luglio
Decorato Federica
13 luglio
Aiosa Alberto
15 luglio
Bonaccorsi Gaia
16 luglio
Giuliano Isaia Maria
16 luglio
Lenti Gianfranco
16 luglio
Pugliese Martina
16 luglio
Minervino Sabrina
23 luglio
Ferrara Gaia
25 luglio
Vittani Laura
25 luglio
Mischi Martina
27 luglio
Paiocchi Emanuele
30 luglio
Giuliano Ester Angelica
31 luglio
39
Luglio/Agosto 2006
Osella Nicoletta
2 agosto
Acerbi Andrea
3 agosto
Agnifili Francesco
3 agosto
Armelloni Simone
4 agosto
Pogliani Giovanni
10 agosto
Gambale Mattia
13 agosto
Ronchi Marcello
15 agosto
Mantegazza Carlo
16 agosto
Quitadamo Stefano
16 agosto
Valra Giulia
17 agosto
Marino Andrea
18 agosto
Malinverno Stefano
20 agosto
Mainardi Davide
23 agosto
Ferrari Monica
26 agosto
Motta Andrea
26 agosto
Nieto Palomera Gabriel
26 agosto
Salvini Giacomo
26 agosto
Pescione Luca
28 agosto
Luglio/Agosto 2006
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Come é evidente il tempo estivo delle vacanze sospende anche
tante attività della nostra Comunità.
Diamo qui solo le date importanti del calendario di luglio e agosto
per riprendere poi in settembre il nostro normale cammino pastorale.
Calendario di luglio
2 domenica
XIII domenica tempo ordinario
letture: Sap 1,13-15; 2.23-24; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,2143.
Diurna Laus:I settimana
Oggi: Meeeting Diocesano dei chierichetti presso la
cittadina di Rho. Santa Messa del Cardinale alle ore 10,00
al Santuario Madonna delle Lacrime.
Oggi: inizio “Vacanze Comunitarie” a Trabucchello per
elementari e medie (1° turno 2 - 9 luglio).
6 giovedi
ore 20,00 In Oratorio, riprendiamo la buona tradizione
della Cena Insieme per i “RIMASTI”. Occorre prenotarsi
entro martedi (tel. 02 4566713).
9 domenica
XIV domenica tempo ordinario
letture: Is 55,10-11; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23.
Diurna Laus: II settimana
Oggi: inizia il 2° turno delle “Vacanze Comunitarie” a
Trabucchello per le superiori (2° turno 9 - 16 luglio).
16 domenica
XV domenica tempo ordinario
letture: Am 7,12-15; Ef 1,6-14; Mc 6,7-13.
Diurna Laus: III settimana.
20 giovedi
ore 20,00 In Oratorio, cena di amicizia per i “RIMASTI”.
22 sabato
Matrimonio di Federico Introvigne e Elena Bianchi.
23 domenica
XVI domenica tempo ordinario
letture: Ger 23,1-6; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34.
Diurna Laus: IV settimana
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Luglio/Agosto 2006
30 domenica
XVII domenica tempo ordinario
letture: 2Re 4,42-44; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15.
Diurna Laus: I settimana
Calendario di agosto
3 mercoledi
Memoria liturgica di S. Pier Giuliano Eymard
fondatore dei Padri Sacramentini e Patrono della nostra
parrocchia.
ore 8,30 e ore 18,00 sante Messe
6 domenica
Festa liturgica della Trasfigurazione
letture: Dn 7,9-10.13-14; 2Pt 1,16-19; Mc 9,2-10.
Diurna Laus: II settimana
13 domenica
XIX domenica tempo ordinario
letture: 1Re 19,4-8; Ef 4,30-5.2; Gv 6,41-51.
Diurna Laus: III settimana
14 lunedi
ore 18,00 Messa festiva della Solennità dell’Assunta.
15 martedì
Assunzione della Beata Vergine Maria
letture: Ap 11,19.12,1-6.10; 1Cor 15,20-26; Lc1,39-56.
Diurna Laus: propria
Sante Messe: ore 8,15 - 10,00 - 18,30.
20 domenica
XX domenica tempo ordinario
letture: Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58.
Diurna Laus: IV settimana
22 martedi
Memoria liturgica Beata Vergine Maria Regina
27 domenica
XXI domenica tempo ordinario
letture: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69.
Diurna Laus: I settimana
Settembre
2 sabato
Matrimonio di Dario Besuzzo e Valeria Berno.
3 domenica
XXII domenica tempo ordinario
letture: Dt 4,1-2-8; Gc 1,17-18.21b.22.27; Mc 7,1-8.1415.21-23 - Diurna Laus: II settimana
ore 10,00 S. Messa con rito di accoglienza nuovi
battezzandi.
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I momenti della preghiera nei mesi estivi
(luglio, agosto)
Ogni giorno feriale mese di luglio
- ore 8,15 Recita delle Lodi
- ore 8,30 Santa Messa
- ore 17,30 Recita del Santo Rosario
- ore 18,00 Santa Messa
Ogni sabato e vigilia nei mesi di luglio e agosto
- ore 17,30 Recita comunitaria Primi Vespri festivi
- ore 18,00 Santa Messa prefestiva.
Domenica
- ore 8.00 Canto delle Lodi
- ore 8,15 Santa Messa
- ore 10,00 Santa Messa
- ore 11,30 Santa Messa (in luglio e agosto viene tolta)
- ore 17.00 Esposizione eucaristica per l'adorazione.
- ore 18.10 Vespri e benedizione
- ore 18,30 Santa Messa
AVVISO:
- Nel mese di luglio la S. Messa Vespertina feriale e la
S. Messa prefestiva saranno celebrate alle ore 18,00.
- Nel mese di agosto l’unica S. Messa feriale é alle ore
8,30, quella prefestiva é alle ore 18,00.
- Nei mesi di luglio e agosto viene sospesa la
S. Messa delle ore 11,30 e pertanto l’orario festivo delle
S. Messe sarà il seguente: 8,15 - 10,00 - 18,30.
- Nello stesso periodo l’orario per l’Adorazione Eucaristica
sarà dalle ora 9,00 alle ore 10,00.
43
Luglio/Agosto 2006
N.B. - Il contributo del mese di giugno
é stato di Euro 130,00
Il giornalino viene stampato in n. 450 copie,
per la distribuzione in Chiesa la 1° domenica del mese e,
n. 40 copie, per la distribuzione in via Gozzoli a domicilio.
Parrocchia San Pier Giuliano Eymard
Via Valsesia, 96 – 20152 Milano
Numeri di telefono utili:
Parrocchia
024564649
Parroco (cell.)
3333084072
P. Luigi Tagliaferri (cell.)
3395019541
P. Giuseppe Bortolato (cell.)
3391002578
P. Mario Pesce (cell.)
3398690146
Oratorio
024531559
Abitazione Padri
0247996509
Fax
0248928750
e-mail
[email protected]
sito WEB
www.sanpiergiuliano.org
A tutti: auguri di vacanze liete, serene,
riposanti e piene d’Amore di Dio
e del prossimo!
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