Aix-en-Provence, la città si fa teatro Il progetto, firmato dallo Studio
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Aix-en-Provence, la città si fa teatro Il progetto, firmato dallo Studio
ItaliaOggi Numero 186, pag. 15 del 6/8/2008 Autore: di Roberto Gamba Aix-en-Provence, la città si fa teatro Il progetto, firmato dallo Studio Gregotti, ha creato una serie di luoghi pubblici urbani a diversi livelli Sistemazione del terreno con coperture totalmente percorribili Nel Grand Théâtre de Provence, una delle più recenti e prestigiose realizzazioni dello Studio Gregotti, si dimostra l'orgoglio suscitato tra i promotori e gli artefici per il compimento dell'opera, eretta lo scorso anno ad Aix-en-Provence, città già famosa per il suo festival di musica e teatro. All'opera le case editrici Skira e Flammarion hanno dedicato un volume riccamente illustrato e documentato (con immagini a cura di Gabriele Basilico, Donato Di Bello, Tomaso Macchi Cassia) il quale, svelandone segreti progettuali e di cantiere, sembra essere l'ulteriore tassello che dà ragione del notevole impegno profuso da cittadini, maestranze, tecnici, amministratori, uniti lì, dalle loro terre d'origine, per questa costruzione comunitaria. L'opera di architettura, firmata da Vittorio Gregotti, Augusto Cagnardi, Michele Reginaldi, con Paoloemilio Colao, Giuseppe Donato, Cristina Castello, Massimo Giordano, Marco Parravicini, aveva vinto nel 2003 un concorso a inviti; oggi è il sorprendente risultato che propone forme, finiture, ambientazioni di grande effetto. L'edificio è collocato in un vasto spazio caratterizzato da una forte differenza di quota (conseguenza della copertura della ferrovia che passa a lato), da un'ampia sistemazione a verde, inclinata sul lato opposto, dalla rotonda automobilistica (importante ingresso alla città) e da una serie di nuovi edifici, fra loro assai distanti. Il progetto ha inteso proprio trasformare il complesso del teatro e dei suoi servizi in una sistemazione del terreno, con una percorribilità totale delle coperture dei volumi sovrapposti, permettendo la costituzione di una serie di luoghi pubblici urbani a diversi livelli, teatralmente abitabili e diversificati. L'insieme dei volumi utilizza le differenze di quota tra il piano della rotonda, quello della copertura ferroviaria e quello del punto di convergenza del viale pedonale, che conduce verso la place De Gaulle e il cours Mirabeau e più da lontano guarda alla figura del Mont St. Victoire, celebre soggetto cezanniano, di cui le masse del nuovo teatro diventano una sorta di metafora urbana. Tutto l'insieme delle coperture-terrazze forma un sistema di luoghi teatrali e musicali, praticabili per eventi, nella direzione di una possibile interpretazione dello spettacolo contemporaneo. 1 di 2 Molteplici sono le superfici verticali arrotondate, evidentissimo l'uso della pietra in lastre, che definisce tutto l'insieme, un grès indiano di tono giallo-beige chiaro, trattato superficialmente a forte spacco, «brute et clivée», con differenti orientamenti, in cinque differenti modularità, che produce variate percezioni della costruzione, al variare della luce, del sole e delle ombre che caratterizzano l'ambiente naturale della Provenza. Come la precedente opera dello Studio, il Teatro degli Arcimboldi di Milano, trae somiglianza dal modello di una «macchina da scrivere» e lo ripropone in grande, nella piazza cittadina; anche questa richiama morfologicamente un oggetto, non proprio del linguaggio architettonico tradizionale (abitualmente espressivo di tipologie caratterizzanti il tessuto urbano, attraverso forme elementari). Così il complesso del teatro riproduce a grande scala una sorta di congegno domestico a vasi comunicanti, meccanicamente interdipendenti, di buon effetto scenico, ma non sembra legarsi a un'ambientazione contestuale. La pubblicazione, in francese (25x28 cm, 208 pagine, 49 euro), comprende la trascrizione di una conversazione tra Vittorio Gregotti e Oriol Bohigas, l'architetto spagnolo, autore del progetto di sviluppo della città e una serie di saggi di commento e presentazione, di Jean-Louis Cohen, Paoloemilio Colao, Hélène Miroux, Daniel Commins, Pierre Sablayrolles, Ginette Caron, che si pongono tra le varie sezioni descrittive dell'opera. Queste riguardano il sito, l'inserimento urbano, la città, i percorsi, poi il foyer, la sala, la scena, il cantiere, gli scavi paleontologici e archeologici, il getto delle fondazioni, gli altri aspetti strutturali, il logo dell'ente teatro, le testimonianze e la memoria di tutti coloro che hanno operato per la costruzione, promotori, coreografi, direttori, scenografi. ItaliaOggi copyright 2004 - 2008. Tutti i diritti riservati 2 di 2