To build a life - Facciamo un film
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To build a life - Facciamo un film
To build a life sceneggiatura del video prodotto dalla classe 2C liceo linguistico dell'ITSOS MARIE CURIE di Cernusco sul Naviglio (MI), coordinato dalla prof. Laura Vecchi [email protected] dedicato a Marina 1.BELTRAMINI FRANCESCA Sceneggiatura, aiuto regia, attrice Colonna sonora, arrangiamento ed 2. CAVALIERI MARTINA esecuzione, revisione sceneggiatura, attrice 3. CAZZANIGA GIULIA attrice ... 4. CUCHO VALDIVIA attrice Kelly 5. DEL CONTE attrice ELEONORA 6. FRASSICA GIADA Attrice, storyboard 7. KHAN MD SAMAD Soggetto, attore Attrice, revisione 8. OLGINATTI SARA sceneggiatura 9. PESSINA GAIA Attrice, aiuto regia 10. PIOVESAN Titoli di coda, attore FEDERICO 11. PIROVANO CECILIA attrice 12. ROSSI PAMELA attrice 13. ROSSINI YLENIA attrice 14. SALINI CLAUDIA Attrice, truccatrice MARIA 15. SIGNORELLI SARA attrice 16. STORTI GIORGIA Attrice, truccatrice, aiuto MARIA regia, 17. TALABA' Soggetto ALEXANDRU ... Regia e montaggio 18. TOSELLO IRENE attrice 19. UNGUREANU Soggetto, attore VASILE ... protagonista 20. ZASA ALESSIA attrice Atto primo scena 1 Esterno. Giardino . Pomeriggio. Sole Inquadratura 1.Cinque ragazzi occupano una ruvida panchina di cemento. Scherzano e si divertono come un qualsiasi gruppo di amici sa fare. Inquadratura 2 Un'ombra di inquietudine si proietta su questa scena di serenità. Poco distante sulla destra ( l’inquadratura si allarga) un ragazzo è seduto su un’altra panchina, sempre di cemento, ancora più ruvida se possibile. E’ solo. Inquadratura 3 (l’inquadratura si stringe sulla seconda panchina) Cosmin ha 17 anni, indossa un paio di jeans e una felpa con cappuccio. E’ arrivato dalla Romania con la sua famiglia 5 anni fa, ha qualche problema a scuola ma è determinato e ce la vuole fare. Il suo viso non è triste, esprime indifferenza e impassibilità. Pensa. Sulla panchina accanto a lui c’è il suo zaino, prende un quaderno lo apre e si sofferma su una pagina, Identità è il tema. La gente ha bisogno di un mostro in cui credere. Un nemico vero e orribile. Un demone in contrasto col quale definire la propria identità. Altrimenti siamo soltanto noi contro noi stessi. (Chuck Palahniuk, Cavie, 2005) La legge e la rilegge come se stesse cercando di capire il suo posto nel mondo. Inquadratura 4 ( l’inquadratura 4 si sovrappone alla 3) Sara è una ragazza fine e minuta, ha 16 anni, indossa un paio di jeans e una felpa con cappuccio, vive da sempre a Cernusco. è scesa in giardino nella pausa pranzo col suo quaderno, studiando trova una frase, la stessa. La gente ha bisogno di un mostro in cui credere. Un nemico vero e orribile. Un demone in contrasto col quale definire la propria identità. Altrimenti siamo soltanto noi contro noi stessi. (Chuck Palahniuk, Cavie, 2005) La legge e la rilegge come se stesse cercando di capire il suo posto nel mondo. Atto secondo Interno. Corridoio. Pomeriggio. Luce al neon. Tutto il secondo atto va girato nei corridoi della scuola, che non è però un luogo reale, ma mentale, simbolico. Non è della scuola che vogliamo parlare. Il corridoio spoglio, impersonale è lo spazio comune in cui avvengono sia il percorso di Cosmin che quello di Sara,in cui essi incontrano le loro paure, i loro mostri. scena 1 Sia Cosmin sia Sara entrano in un corridoio pieno di ragazzi. Con un leggero movimento delle spalle si fanno varco tra la folla,indifferente al loro passaggio. (la camera li riprende alternativamente e li segue da dietro fino ad assumere il loro punto di vista).Entrambi cominciano così il loro percorso. Le loro strade sono separate, ma entrambi si trovano a dover superare degli ostacoli. (Le vicende dei protagonisti sono alternate. Avvengono contemporaneamente). Scena 2 la prima stanza di Cosmin Cosmin guarda dentro alla prima stanza a sinistra. Un bullo sta picchiando un ragazzo. Lo lascia quando vede Cosmin. Cammina aggressivo verso di lui (primo piano). (la camera allarga e si sposta). Il bullo alza Cosmin per il colletto della maglia strattonandolo e gridandogli addosso. Cosmin è indifferente, e appena il bullo, accorgendosene, molla un po' la presa, si libera e ritorna nel corridoio. Cosmin non ha nè paura nè coraggio. Cammina solo lungo il corridoio. Scena 3 la prima stanza di Sara Sara,appena entrata nel corridoio,guarda all'interno della prima aula. Due ragazze musulmane con il velo sono sedute e stanno parlando timidamente. Altre tre ragazze (due sedute e una in piedi), ridono e scherzano un po' più lontano. Queste indicano le ragazze con il velo ridendo e prendendole in giro. Sara però non vede altro perché passa oltre. Sara non ha nè paura nè coraggio. Cammina sola lungo il corridoio. Scena 4 la seconda stanza di Cosmin Cosmin continuando a camminare lungo il corridoio incontra un ragazzo, accovacciato a terra, e una ragazza, in piedi appoggiata al muro. Sono in una stanza e stanno fumando una canna. Con aria trasandata e ciondolante, la ragazza, alla vista di Cosmin, si avvicina alla porta porgendo la canna alla telecamera (punto di vista di Cosmin). Cosmin (punto di vista esterno) si volta e si allontana, mentre la ragazza, arrivata sulla porta, lo osserva andare via. Cosmin non ha nè paura nè coraggio. Scena 5 la seconda stanza di Sara Sara, dopo aver percorso un altro breve tratto di corridoio passando davanti alla sua seconda porta, scorge una ragazza rannicchiata a terra con la testa appoggiata alle ginocchia e l'avambraccio sinistro disteso a terra rivolto verso l'alto. Sara nota i tagli sul braccio disteso. Quando la ragazza si accorge della presenza di Sara, alza lentamente la testa e il suo viso, macchiato di nero per il trucco sciolto dalle lacrime (primo piano). Nonostante la tristezza della scena, Sara non si ferma e, strisciando una mano sulla parete, continua la sua strada. Sara non ha nè paura nè coraggio. Scena 6 la terza stanza di Cosmin Percorsa la restante parte di corridoio, nell'ultima stanza che Cosmin incontra, ci sono tre ragazze che ridono e scherzano con un ragazzo un po' effeminato. Entra un gradasso che, dopo aver partecipato solo pochi istanti alla conversazione, lo spinge e lo prende in giro, come per dimostrare alle ragazze la sua virilità. Loro prestano attenzione solo al loro amico. Cosmin osserva la scena, distaccato, non ha nè paura nè coraggio. Poi volta lo sguardo giungendo finalmente alla fine del suo cammino. Scena 7 la terza stanza di Sara Inquadratura 1.( camera negli occhi di Sara)Giunta alla sua terza e ultima porta, Sara scorge una ragazza che viene inquadrata come se stesse osservandosi davanti ad uno specchio (che non viene inquadrato) inquadratura 2. Camera nella posizione dello specchio. La ragazza controlla il suo dimagrimento Inquadratura 3.( camera negli occhi di Sara) Sara la osserva ancora pochi secondi, non ha nè paura nè coraggio. Poi continua il suo cammino raggiungendo finalmente la fine. Atto 3 Esterno. Giardino . Pomeriggio. Sole Scena finale Arrivati alla fine del percorso, le loro strade si incontrano in un punto comune. Usciti dalla scuola la scena si sposta nel giardino dove uno alla volta, uscendo, trovano una folla che li circonda accogliendoli col sorriso. I due protagonisti si guardano intorno, sorridendo a loro volta. Tutte le persone presenti hanno dei segni in faccia, come se fossero dei marchi per rappresentare la riuscita della prova a cui i due ragazzi sono stati sottoposti: affrontare le proprie paure, superarle e resistere alle tentazioni. Capire che non ci sono mostri ma solo paure , persone diverse da noi ma che tutte cercano il loro posto nel mondo. Ognuno ha capito che guardando gli altri apertamente può affrontare la propria strada senza aggressività ed esclusione. Una ragazza esce dal gruppo, avvicinandosi a Cosmin e disegnando dei segni sul viso anche a lui. Tutte le persone presenti alzano la testa contemporaneamente, rivolgendo lo sguardo alla telecamera (ripresa tutta dall'alto) e sorridendo. Anche Sara, quando si trova al centro del gruppo, si guarda attorno sorridendo. La stessa ragazza di prima esce di nuovo dal gruppo segnando il viso di Sara. Ancora una volta la folla rivolge lo sguardo alla telecamera sorridendo. La telecamera passa davanti al viso dei ragazzi in prima fila, come per evidenziare meglio i segni della battaglia da tutti loro combattuta, vincendola. Fermo immagine. Devo essere un altro per essere me stesso Sono briciola di roccia Sono il vento che la consuma Sono polline senza insetto Sono sabbia che sostiene il sesso degli alberi Esisto dove mi disconosco aspettando il mio passato anelando alla speranza del futuro Nel mondo che combatto muoio nel mondo per cui lotto nasco Mia Couto (trad. Aletti)