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AUSL RAVENNA Rassegna stampa del 17/06/2011 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE AUSL RAVENNA 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna La Borromeo oggi in visita ad Andalo 7 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli "Ci sono stati alcuni ritardi ma il potenziamento estivo non è solo il Primo Intervento" 8 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Rinasce il Tavolo della disabilità 9 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Estate di lavori al San Giorgio 10 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Scontro, si rovescia ambulanza veterinaria 11 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna OPERATA con successo 48 ore dopo essere nata. Una bambina è stata sottoposta... 12 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna In pensione Orselli, chirurgo da oltre 200 interventi l'anno 13 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Le uova di gabbiano serviranno per misurare il livello di diossina 14 17/06/2011 L Unita - Bologna NATA CON NASO CHIUSO Operata a Ravenna 15 17/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Alla Graziola il calcio, al Bruno Neri i cavalli 16 17/06/2011 Corriere di Romagna - Forlì La delegata alla Sanità si dimette 17 17/06/2011 La Gazzetta di Parma Napolitano rende omaggio alla memoria di Carosino 18 17/06/2011 La Nuova Ferrara - Nazionale Cade dal tetto del garage Paura per un uomo 19 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Clinica contro auto, ferita donna incinta 20 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Un paracadute d'oro per l'hospice 21 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Voleva casa a tutti i costi e si becca cinque mesi 22 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Importante intervento all' ospedale di Ravenna... 23 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli La dottoressa Daria Salsi "Intervento durato due ore senza alcuna complicazione" 24 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli La legislatura Zoffoli perde i pezzi 26 17/06/2011 Corriere di Bologna - BOLOGNA Nuove nomine, vecchie facce Se il Pd non posa il bilancino 27 SANITÀ NAZIONALE 17/06/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE Fecondazione assistita a 50 anni Il Veneto aiuta le mamme adulte 30 17/06/2011 Corriere della Sera - MILANO Manager, contestate due nomine 31 17/06/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE Batterio negli hamburger, gravi 7 bimbi 32 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Il batterio killer colpisce 7 bimbi francesi 33 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Risparmi con i costi standard nei ministeri 35 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Certificati medici online, proroga al 13 settembre 37 17/06/2011 La Repubblica - Torino Molinette, un nuovo match tra sindacati e commissario 39 17/06/2011 La Repubblica - Torino Il governatore apre all'opposizione "Sì alla commissione d'inchiesta" 40 17/06/2011 La Repubblica - Torino Ferrero si difende: "Non sapevo" 42 17/06/2011 La Repubblica - Napoli Residenza per le madri dei pazienti oncologici 44 17/06/2011 La Repubblica - Napoli Ascalesi, stop agli interventi chirurgici 45 17/06/2011 La Repubblica - Milano Il pronto soccorso del Policlinico per 50 giorni in un prefabbricato 46 17/06/2011 La Repubblica - Bari Terremoto nelle Asl, Pansini si dimette 47 17/06/2011 La Repubblica - Nazionale BASTA MINIGONNE IN CORSIA 49 17/06/2011 La Repubblica - Nazionale Le Casse sull'orlo del crac medici, architetti, avvocati ora rischiano la pensione 50 17/06/2011 La Repubblica - Nazionale "Fecondazione assistita fino a 50 anni" polemica in Veneto: una spesa inutile 53 17/06/2011 La Repubblica - Nazionale Francia, hamburger col batterio sette bambini finiscono in ospedale 54 17/06/2011 La Stampa - TORINO Ferrero scarica su Gambarino "Chiedete a lui" 55 17/06/2011 La Stampa - NAZIONALE Riecco il batterio killer Ora colpisce in Francia 56 17/06/2011 La Stampa - NAZIONALE "Mamme a 50 anni con il ticket" 57 17/06/2011 La Stampa - NAZIONALE Batterio E. coli la babele genera fantasmi 58 17/06/2011 Il Messaggero - ROMA Sanità privata, scontro Governo-Regione sugli accreditamenti 59 17/06/2011 Il Messaggero - Nazionale Mamme a 50 anni, in Veneto si può 60 17/06/2011 Il Messaggero - Nazionale Batterio nell'hamburger sette bambini in ospedale 61 17/06/2011 Il Giornale - Nazionale Fecondazione con mutua a 50 anni La scelta del Veneto divide l'Italia 62 17/06/2011 Avvenire - Nazionale Mente, quella fragilità che oscura le famiglie 63 17/06/2011 Avvenire - Nazionale «Pillola del quinto giorno Un aborto mascherato» 65 17/06/2011 Avvenire - Nazionale Roccella: un percorso vincolato 67 17/06/2011 Avvenire - Nazionale Napoli, inaugurata una casa per le mamme Le assisterà coi loro piccoli, malati di cancro 68 17/06/2011 Il Secolo XIX - GENOVA L'ORDINE DEI MEDICI PROCESSA IL CHIRURGO CHE BOCCIA I COLLEGHI 69 17/06/2011 Il Secolo XIX - GENOVA Pronto soccorso nel caos 70 AUSL RAVENNA 20 articoli 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 17 (diffusione:30000) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dai disabili di "Amare Ravenna " La Borromeo oggi in visita ad Andalo RAVENNA - La giornalista Beatrice Borromeo ("Anno Zero"e "Il Fatto quotidiano") sarà oggi in visita ad Andalo per incontrare, dopo un incontro col Sindaco Paolo Catanzaro, un gruppo di persone diversamente abili e di volontari dell'associazione "Amare Ravenna", che alloggiano all'hotel Select: "E' un piacere ed un onore che Beatrice venga a salutare un gruppo di ravennati - commenta Daniele Perini, presidente di Amare Ravenna - giovanissima ma attenta alle problematiche sociali, la Borromeo ha sempre dimostrato sensibilità nei confronti dei più deboli. E' un grande piacere che abbia aderito all'invito, propostole da Simone Ortolani, di condividere con noi questa esperienza". AUSL RAVENNA 7 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 29 (diffusione:30000) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Ci sono stati alcuni ritardi ma il potenziamento estivo non è solo il Primo Intervento" Sanità L'Ospedale San Giorgio è nell'occhio del ciclone CERVIA - Il responsabile della Direzione Infermieristica e Tecnica Aziendale, Mauro Taglioni, interviene sulla lettera inviata dal personale infermieristico dell'ospedale San Giorgio ed in particolare sul "ritardo del potenziamento estivo" lamentato dagli infermieri del punto di Primo Intervento e del reparto Dialisi. "Mi sembra un po' troppo miope parlare di potenziamento estivo e fermarsi al Primo Intervento e alla Dialisi - spiega il responsabile Taglioni - Ammetto che c'è stato un lieve ritardo per la selezione del personale del Primo Intervento e il potenziamento di questo reparto doveva partire il 27 maggio, mentre solo dal 1° giugno si stanno coprendo le 12 ore diurne e da domani si copriranno anche quelle notturne". Una "visione miope" secondo il responsabile Taglioni: "Nella specifica realtà di Cervia il piano prevede i seguenti potenziamenti: la dialisi estiva, complessive 574 ore con sviluppo dal 30 maggio al 3 settembre di tre sedute dialitiche alla settimana di 6 ore ciascuna; l'Emergenza Territoriale prevede un incremento della copertura territoriale di un'ambulanza con equipaggio completo (infermiere + autista) tutti i giorni dal 25 giugno al 21 agosto, oltre alla copertura dei fine settimana del 11 e 12 giugno e del 18 e 19 giugno; inoltre esiste il servizio di emergenza moto a Milano Marittima e Cervia, pianificato e garantito nei weekend di luglio e agosto, Notte Rosa e ponte di Ferragosto; Taxi Sanitario (diurno e notturno) composto da 2 unità di autisti per trasporti di pazienti a codice di bassa gravità". AUSL RAVENNA 8 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 18 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RIUNIONE DOPO LA DECISIONE DI PALAZZO MANFREDI DI CHIUDERE 'LA SERRA' Rinasce il Tavolo della disabilità Prossimo appuntamento il 2 luglio nei locali del Paradiso A FAENZA torna a prendere vita e forza il Tavolo per la disabilità. La decisione è scaturita dalla riunione del Comitato genitori della Serra con i rappresentanti di alcuni centri per ragazzi disabili (La lampada di Aladino, I tigli) e di organizzazioni aderenti alla Consulta del Volontariato (Associazione sportiva disabili, Associazione genitori ragazzi down, Comunità Papa Giovanni XXIII, Anffas). Al centro dell'incontro, la decisione dell'amministrazione comunale di chiudere il centro 'La serra' il 31 luglio; secondo il progetto di Palazzo Manfredi, nei locali della Serra dovrebbe essere collocato il 'Faro' dell'Anffas. La prima decisione assunta dal Tavolo è stata la richiesta di un ulteriore incontro «entro brevissimo tempo» con la giunta comunale. In quell'occasione verranno rilanciare con forza alcune proposte: «non chiudere il centro socio-occupazionale 'La serra'; trovare una sede per il centro 'Il faro' gestito dall'Anffas; darsi almeno sei mesi di tempo per rivedere insieme la rete dei servizi, alla luce della grave situazione economica generale e avere modo di comprendere in cosa consista il cosiddetto 'ampliamento dei servizi' a Faenza, di cui l'amministrazione continua a parlare senza però esplicitarlo in modo chiaro». IL RINATO Tavolo per la disabilità tornerà a riunirsi sabato 2 luglio nei locali della parrocchia del Paradiso; un incontro aperto a tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei servizi per i cittadini più svantaggiati. Image: 20110617/foto/4630.jpg AUSL RAVENNA 9 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 25 (diffusione:165207, tiratura:206221) A settembre sarà inaugurato il reparto lungodegenti. E la risonanza sarà fissa IL TAGLIO del nastro è deciso per settembre. Ancora pochi mesi e il cantiere dell'ospedale San Giorgio di Cervia sarà completato e la struttura, del tutto rinnovata, sarà nuovamente restituita alla località nella sua interezza. Ad assicurarlo è Andrea Neri, direttore dell'ospedale di Ravenna, che ha seguito i lavori dall'inizio. «A settembre - spiega - sarà ultimata la riqualificazione del reparto di lungodegenza, inoltre al piano terra dell' ospedale sarà installata la postazione fissa della risonanza che, attualmente, viene ospitata da una struttura mobile due volte la settimana. Questo significa che se al momento vengono eseguite quaranta prestazioni a settimana, il servizio sarà di gran lunga maggiore». Il potenziamento delle prestazioni e il miglioramento della struttura sono dunque i due presupposti dei lavori iniziati nell'estate del 2009 e proseguiti finora non senza qualche polemica. «Il reparto di lungodegenza - prosegue Neri - è stato completamente trasformato. Era vecchio e inadeguato, con cameroni senza bagno. Ora avrà stanze con bagno da due letti ciascuna. Per un totale di ventisette posti». Il direttore dell'ospedale di Ravenna entra nel dettaglio e spiega che si è dovuto intervenire su una struttura obsoleta di circa mille metri quadrati che ha richiesto una serie di interventi imprevisti. «Mi riferisco - spiega - al rifacimento dei vani ascensore e di un solaio. E ancora alla realizzazione della compartimentazione antincendio e all'installazione dei rilevatori, anche al piano terra della struttura, dove non era previsto. Ne abbiamo approfittato per apportare ulteriori miglioramenti rispetto ai piani originali. Perché un cantiere chiuso consente di intervenire più agevolmente. Col reparto già funzionante sarebbe stato più complicato. Sono stati questi interventi imprevisti a far slittare la chiusura dei lavori. Certo non l'incuria. Anche l'investimento è cambiato: i circa 900mila euro stimati inizialmente sono diventati 1 milione e mezzo. Inoltre c'è sempre stata un'ampia comunicazione sull'andamento del cantiere. Ai lavori del San Giorgio sono state dedicate due commissioni consiliari e tre sopralluoghi con il sindaco Zoffoli, l'ultimo quindici giorni fa». Sul versante delle prestazioni, che la struttura sanitaria continua a erogare, Andrea Neri mostra una serie di cifre relative agli esami eseguiti nei primi tre mesi di quest'anno. Tra ecografie, risonanze magnetiche, raggi x si è passati, da un totale di 3.727 del 2010 ai 5.397 di quest'anno. «E l'andamento - sottolinea Neri - non è cambiato confrontando le percentuali degli ultimi mesi». L'aumento è dovuto al cambiamento dell'assetto organizzativo di radiologia avvenuto nel settembre 2010. «Fino a quel momento - ricorda - il servizio veniva assicurato solo la mattina, con la presenza dei tecnici e di un radiologo proveniente dall'ospedale di Ravenna . Il pomeriggio non si effettuavano esami perché non si poteva poi refertarli. Oggi - conclude Neri - il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 19, e il sabato dalle 8 alle 14. Si riesce a dare così risposta tempestiva a tutti gli esami. Ad esempio di eco-color-doppler prima ne venivano eseguiti dodici ogni due settimane, ora si è arrivati a cento a settimana. Si riescono così a soddisfare le richieste del pronto intervento e anche quelle urgenti dei medici di medicina generale, venendo così incontro alle esigenze della popolazione che prima, per esami medici, era costretta a spostarsi anche fuori regione». Annamaria Corrado Image: 20110617/foto/8253.jpg AUSL RAVENNA 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Estate di lavori al San Giorgio 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 21 (diffusione:165207, tiratura:206221) Scontro, si rovescia ambulanza veterinaria SI È per fortuna rivelata meno grave di quanto inizialmente temuto la collisione tra un'unità mobile di soccorso veterinario e un'auto, verificatasi ieri pomeriggio all'incrocio tra la via Sant'Andrea e la via Tomba, nella periferia nord di Lugo. Erano da poco trascorse le 14 quando il mezzo di soccorso veterinario, un 'Ford' condotto da un 59enne imolese, stava percorrendo via Tomba con direzione di marcia Lugo-Bizzuno. Giunto all'intersezione con via S.Andrea, per cause al vaglio del Nucleo infortunistica del Corpo Unico di Polizia Municipale della Bassa Romagna, è venuto a collisione con una 'Skoda' al cui volante c'era una 28enne rumena che percorreva via S.Andrea proveniente dalla rotonda di S.Potito e diretta a Cà di Lugo. In seguito allo scontro, l'unità mobile veterinaria ha terminato la sua corsa (nella foto), adagiata su una fiancata, in mezzo alla carreggiata, mentre l'auto è finita in un fosso. Sul posto sono intervenute un'ambulanza del '118', una squadra dei vigili del fuoco del locale distaccamento e due pattuglie della Polizia Municipale. La ragazza è stata trasportata all'ospedale, più che altro a scopo precauzionale in quanto al secondo mese di gravidanza. Le sue condizioni però non destano preoccupazione. Illeso, invece, il 59enne imolese. per consentire i rilievi e la successiva rimozione dei due mezzi coinvolti, un tratto delle due vie è rimasta chiuso al traffico per un'ora e mezzo. lu. scar. Image: 20110617/foto/8219.jpg AUSL RAVENNA 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INCIDENTE IERI POMERIGGIO A LUGO TRA VIA TOMBA E VIA S.ANDREA, FERITA UNA GIOVANE INCINTA 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) OPERATA con successo 48 ore dopo essere nata. Una bambina è stata sottoposta a un intervento chirurgico nel reparto di otorinolaringoiatria dell'ospedale Santa Maria delle croci, per una patologia rara, l'atresia coanale: si tratta della mancata apertura delle fosse nasali durante lo sviluppo prenatale. In parole povere la bimba, sabato scorso, è nata con il naso chiuso. Le sue condizioni sono subito apparse gravi, sia per motivi respiratori, sia per l'impossibilità di alimentarsi normalmente. Per questo, nei due giorni tra la nascita e l'intervento, le è stata inserita una cannula permanente oro-faringea per permetterle di respirare, oltre a un sondino oro-gastrico per alimentarla. In vista dell'operazione d'urgenza, è stata chiesta la consulenza del dottor Ernesto Pasquini, del policlinico Sant'Orsola di Bologna, uno dei massimi esperti mondiali di chirurgia endoscopica nasale. L'intervento - estremamente complicato per le ridotte dimensioni della paziente - si è tenuto lunedì pomeriggio, e ha avuto successo. L'équipe, oltre a Pasquini, comprendeva i dottori Piccinini e Casadio (pediatri), Pasi (anestesista), Armaroli (direttore dell'unità operativa Otorinolaringoiatrica) e Salsi (medico dell'unità operativa). «La neonata - comunica l'Ausl - ha già ripreso l'alimentazione per vie naturali». AUSL RAVENNA 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OPERATA con successo 48 ore dopo essere nata. Una bambina è stata sottoposta... 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 14 (diffusione:165207, tiratura:206221) DOPO 35 anni di servizio e migliaia di pazienti curati a una media di 200 interventi l'anno, il dottor Gianfranco Orselli è andato in pensione. Il chirurgo - nato a Brescia ma romagnolo di origine - dopo la laurea a Bologna e la specializzazione in chirurgia generale a Padova ha iniziato il suo lavoro all'ospedale di Ravenna nel 1976, specializzandosi nella chirurgia addominale e nelle patologie senologiche. Nel 1981 Orselli decide di approfondire la sua preparazione sulla chirurgia infantile, e inizia a frequentare l'ospedale di Vicenza. Tornato a Ravenna, riprende la sua attività, arrivando - nel 2009 - ad assumere la direzione dell'unità operativa di chirurgia generale. Ora il meritato riposo. Velista e appassionato di volo sportivo, il dottor Orselli potrebbe decidere di dedicarsi a tempo pieno alle sue passioni. Ma sta riflettendo sulla possibilità di impegnarsi per nuovi traguardi professionali. Image: 20110617/foto/8084.jpg AUSL RAVENNA 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In pensione Orselli, chirurgo da oltre 200 interventi l'anno 17/06/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Pag. 9 (diffusione:165207, tiratura:206221) Le uova di gabbiano serviranno per misurare il livello di diossina SONO UNA VENTINA gli interventi effettuati dalle ditte che 'cacciano' i gabbiani utilizzando metodi scientifici per rimuovere le uova da tetti e cornicioni. L'Ausl di Forlì si è infatti attrezzata per analizzarle ed in particolare per scoprire il livello di diossina che contengono. Il gabbiano reale è un animale onnivoro, pertanto è una valida 'spia', dalla quale si può avere una sorta di cartina tornasole per quanto riguarda la qualità dell'aria e dell'ambiente. Dice il dottor Rodingo Usberti del servizio veterinario dell'Ausl di Forlì: «Quando abbiamo appreso che a Cesenatico era iniziata una campagna di raccolta e rimozione delle uova dai tetti, ci siamo attivati per farcele consegnare. Quelle raccolte le abbiamo congelate in laboratorio e, una volta raggiunto un certo numero, faremo le analisi. Contiamo entro l'autunno di poter avere le prime indicazioni sul tasso di diossina presente». Intanto i 'cacciatori di gabbiani' stanno proseguendo il loro lavoro, anche se il più è già stato fatto, in quanto le uova rimaste sulle coperture e i comignoli, si sono schiuse ed ora i 'pulcinoni' si alimentano per crescere e poi spiccare il primo volo in luglio. Per la prima volta quest'anno il Comune ha sperimentato la rimozione dei nidi di gabbiano reale, un uccello che non ha predatori e sta colonizzando, pressoché indisturbato, i tetti delle zone di Boschetto e Ponente. Questo fenomeno lo scorso anno ha causato parecchi problemi, così si è optato per realizzare un progetto di contenimento della popolazione. Le maggiori lamentele riguardano i rumori e le deiezioni che imbrattano coperture, tende esterne, vetture e marciapiedi. Il Comune ha elaborato il piano in accordo con l'assessorato all'ambiente della Provincia, Centro ricerche marine ed alcuni altri enti di protezione della fauna selvatica. Sono cinque le ditte alle quali ci si può rivolgere: Ad Novas Garden di via Palazzone (il referente è Gianni Maltoni al 348-6561743), l'imbianchino Cristian Ballerini di via Fratelli Rosselli (347-8854184), Gesturist (il referente è Guerrino Biondi allo 054783844), e due aziende di altri comuni, quella dell'artigiano Luca Grillandi di Forlì reperibile al 339-8231670 e Damiano Visani di S.Michele di Ravenna, contattabile al 329-0523398. Giacomo Mascellani Image: 20110617/foto/1846.jpg AUSL RAVENNA 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONTINUA LA CAMPAGNA DI CONTENIMENTO DI QUESTI UCCELLI 17/06/2011 L Unita - Bologna Pag. 16 (diffusione:54625, tiratura:359000) Una neonata di appena 48 ore di vita è stata sottoposta con successo a un delicato intervento chirurgico nel reparto di Otorinolaringoiatria dell' ospedale di Ravenna. Era nata con la chiusura completa delle fosse nasali. AUSL RAVENNA 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NATA CON NASO CHIUSO Operata a Ravenna 17/06/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 9 Alla Graziola il calcio, al Bruno Neri i cavalli Progetto per un un centro ippico di spessore con gare a ostacoli, corse e scommesse FAENZA. E' in questi giorni di tensione e passione per i cavalli, di bandiere che sventolano e drappi contesi che le discussioni sul futuro del Palio si fanno più serrate. Tra queste spopola il discorso dello stadio "Bruno Neri" da riservare a competizioni equestri e gare ippiche. Una specie di Piazza di Siena. Non un ippodromo vero e proprio, come già esisteva in tempi remoti nello stesso luogo, ma una sorta di "Piazza di Siena", dove svolgere giostre storiche e altri tipi di manifestazioni con i cavalli. Ideale anche quale anfiteatro o arena per concerti e spettacoli. L'Amministrazione dimostra un certo interesse e ha avviato "studi di valutazione", richiedendo all'Ausl di eseguire «verifiche di idoneità del luogo ad ospitare box di ricovero per i cavalli». Lo ha rivelato l'assessore allo Sport, Maria Chiara Campodoni. La giunta vorrebbe riuscire a svincolare lo stadio dalle attività legate al Faenza Calcio (prima squadra e juniores) . Il calcio alla Graziola. «La zona definita per tutte le attività sportive - afferma l'assessore - è la Graziola, già molto attrezzata, dove vorremmo dirottare anche il Faenza Calcio, indirizzando così il Bruno Neri ad altri scopi, in primis quelli equestri. Per il calcio si era pensato ad un nuovo stadio, ma potrebbe solo essere adeguato l'attuale campo della Dinamo». Un nuovo impianto. C'è di più. «Nell'ultima convenzione - aggiunge la Campodoni - è stato introdotto il vincolo al Faenza Calcio di progettare il trasferimento in un nuovo impianto». Liberare lo stadio consentirebbe oltretutto di risparmiare ogni anno le spese di restyling del manto erboso, danneggiato dalle giostre. Gli studi avviati sono tesi soprattutto ad analizzare la disponibilità di spazi, se possono essere sufficienti o meno ad accogliere manifestazioni ippiche di spessore (ostacoli, dressage, corse storiche). Da considerare anche le vie di accesso e di parcheggio dei van per il trasporto cavalli. Il parco Bucci. Allo scopo sarebbe ideale destinare un appezzamento marginale del parco Bucci, ma occorre verificare tale evenienza. E' chiaro che l'arena sarebbe un grande contenitore di eventi senza eguali in Romagna e con pochi altri esempi in Italia, da inserire in circuiti sportivi e spettacolari di richiamo. Notevole sarebbe l'indotto (scommesse, attività commerciali), boccate di ossigeno per l'economia. Per quanto riguarda le giostre, Faenza potrebbe diventare un centro specializzato, vista le capacità anche a livello di tutela sanitaria, e ospitare tornei di vario tipo. Sarebbe possibile "r ec up er ar e" manifestazioni, disputate a volte in versione straordinaria, quale la disfida dei castelli della val d'Amone, oppure da ripristinare come il Palio di San Nevolone e dell'A ss un ta di cui c'è traccia nelle cronache rinascimentali. Francesco Donati La disputa del Niballo allo stadio Bruno Neri, che potrebbe diventare sede permanente dei cavalieri AUSL RAVENNA 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PALIO E DINTORNI 17/06/2011 Corriere di Romagna - Forlì Pag. 15 La delegata alla Sanità si dimette Elena Alessandrini: «Stanca di chiarire il mio ruolo» CERVIA. Un altro fulmine cade sulla giunta. Il delegato alla sanità ed ai rapporti con l'Usl Elena Alessandrini, ha rassegnato ieri le dimissioni. Nella lettera consegnata al sindaco, si dice "stanca" di chiarire il suo ruolo. La consigliera del Pd era in carica dall'ottobre del 2009, ma da allora le relazioni con la sanità ravennate non sono mai state facili. Seppure, le fosse stato affidato l'incarico proprio per renderle "efficaci". «Questi intenti scrive - non hanno mai trovato corrispondenza, nella realtà delle cose. La Delega, si è rivelata vuota di contenuti; non ho mai avuto confronti, né ricevuto sollecitazioni in materia di sanità, da parte di questa Giunta. E nemmeno comunicazioni di alcun tipo, da parte dell'azienda Ausl; con la quale è stato sempre difficile avere contatti, anche se da me a più riprese sollecitati. Pure le mie specifiche proposte, o richieste, avanzate alla direzione sanitaria, non hanno mai trovato attenzione. Inoltre, non mi avvertivano sulla data delle varie riunioni, e non mi invitavano alle manifestazioni cui, in qualità di delegato, avrei dovuto partecipare. A tutto ciò si aggiunge oggi un dato di maggiore rilevanza, che riguarda la riapertura del reparto di Lungodegenza dell' ospedale San Giorgio». La ormai ex delegata sottolinea come i lavori, benché iniziati con 3 anni di ritardo, non siamo ancora giunti alla conclusione. Eppure in un primo tempo si parlava di riaprire il reparto nel settembre/ottobre 2010, poi i tempi erano slittati al maggio 2011, ma il taglio del nastro è stato ancora rimandato. «Da contatti telefonici informali con la Direzione generale e con la Direzione sanitaria - aggiunge la Alessandrini ora viene indicato il periodo di settembre/ottobre 2011. Non condivido però le modalità dell'Azienda di Ravenna, nel procrastinare la riapertura senza darne comunicazione a nessuno. E neppure condivido un modo di agire basato sugli annunci, a cui non corrisponde un reale impegno». «Spero prosegue - che il mio dissenso e la mia rinuncia servano a richiamare il consiglio comunale, la giunta e la cittadinanza tutta, ad una maggiore sorveglianza. Opere di grande importanza sociale quale il reparto lungodegenza, ma non solo, devono essere realizzate secondo le modalità, i tempi e gli impegni annunciati. Altre criticità riguardanti i servizi di radiologia, dialisi ambulatoriale e primo intervento, richiederebbero una disamina più puntuale ed attenta, che non è però possibile fare in questa sede. Credo che le responsabilità riguardanti le difficoltà della sanità a Cervia, siano da imputare principalmente alla gestione della Ausl, e secondariamente alla non sufficiente attenzione da parte della Giunta e di tutto il Consiglio comunale, di cui mi sento di fare parte integralmente». Nemmeno il tempo, dunque, di sostituire l'assessore Marco Zatti con Michela Bianchi ed ancora prima Mariano Dellachiesa con Luca Coffari, che si preannuncia un altro avvicendamento al vertice. A meno che, il sindaco stesso, non trattenga la delega alla sanità. Massimo Previato L'ospedale di Cervia AUSL RAVENNA 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 17/06/2011 La Gazzetta di Parma Pag. 23 (diffusione:42090, tiratura:51160) Napolitano rende omaggio alla memoria di Carosino Domani, a Bologna, consegna dell'onorificenza ai familiari Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di assegnare uno speciale riconoscimento alla memoria del dottor Claudio Carosino, il medico bussetano che ha drammaticamente perso la vita il 24 ottobre 2010, a Roncole Verdi, in seguito al gesto folle di un suo paziente che gli ha sparato. L'onorificen za sarà consegnata domani mattina nella sede della Fondazione Alma Mater di Bologna, in occasione della giornata di chiusura del corso di alta formazione in eHealth, diretto dal professor Antonio V. Gaddi e promosso dall'Università di Bologna, dalla Regione, da CUP2000 e dalla Fondazione Verani di Fiorenzuola. Il corso è dedicato ai medici e al personale sanitario delle aziende per prepararli alla utilizzazione di tutti gli strumenti della Information e Communication Technology per migliorare la salute del cittadino. E' previsto l'intervento di autorità e personalità scientifiche ed il programma si incentra su interventi autorevoli sul tema della organizzazione nazionale e regionale della eHealth del futuro. «Nel corso della giornata spiega Gaddi - sarà assegnato, alla memoria del dottor Carosino, il riconoscimento fatto pervenire dal presidente della Repubblica. Ma non è finita, perché il rettore dell'Ateneo di Bologna, professor Ivano Diongi, ha concesso il Sigillum dell'Alma Mater, per ricordare la figura del collega. Claudio Carosino - ricorda ancora Gaddi - era stato discente nel nostro corso di Alta Formazione sulla eHealth e avrebbe dovuto divenirne docente per la competenza e la vasta esperienza professionale. Ora - fa sapere - il corso ha deciso di dedicare al dottor Claudio Carosino, una Memorial Lecture, in data 18 giugno (domani, ndr) nella sede della Fondazione Alma Mater del nostro Ateneo. La lettura sarà tenuta da uno dei più grandi scienziati del mondo, il direttore generale di ricerca del Cern, professor Sergio Bertolucci». «Tutta Busseto - prosegue -ricorda Carosino per l'altruismo e l'amore con cui seguiva i suoi malati». Quella di Carosino, ricorda il professore «è di certo una tragica morte bianca, per causa diretta del lavoro, ed è anche una limpida testimonianza di senso del dovere e di amore gratuito». Lo stesso direttore del corso e il sindaco di Maria Giovanna Gambazza, assieme al professor Bertolucci, consegneranno queste onoreficenze alla moglie Maurizia e ai figli di Carosino, Stefano e Cristina. La famiglia Carosino, fra l'altro, ha molto apprezzato l'iniziativa. Grande soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Gambazza. «Si tratta - ha detto il sindaco di un riconoscimento molto significativo per tutta la cittadinanza che ricorda il calore, l'im pegno umano e professionale di questo grande medico. Ogni cittadino di Busseto porta dentro di sé il ricordo di una figura che rappresenta uno straordinario esempio anche per il futuro. La dedizione con cui ha portato avanti la sua missione, la semplicità e l'umiltà che ha sempre dimostrato restano esempi di vita indelebili. Quello del dottor Carosino - ha concluso - è un ricordo che non verrà mai meno, che continua a vivere nella Casa della salute a lui dedicata ma anche nei progetti internazionali da lui avviati e seguiti attraverso l'associazione Aiuto minori terzo mondo onlus di cui era presidente». E questi riconoscimenti che saranno assegnati sabato, alla sua memoria, sono una nuova, tangibile e prestigiosa attestazione di stima e di riconoscenza nei suoi confronti. Foto: Stimatissimo Il dottor Claudio Carosino. AUSL RAVENNA 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BUSSETO LA CERIMONIA NELLA SEDE DELLA FONDAZIONE ALMA MATER 17/06/2011 La Nuova Ferrara - Ed. Nazionale Pag. 32 (diffusione:10740, tiratura:14040) Cade dal tetto del garage Paura per un uomo GORO Un 33enne gorese nel pomeriggio di mercoledì è rimasto ferito a seguito di un infortunio domestico. L'uomo, stava effettuando dei lavori sul tetto del garage della propria abitazione. Erano circa le 18 quando il 33enne ha deciso di terminare i lavori e scendere, ma proprio mentre si trovava sulla scala o è scivolato su di uno dei pioli, o ha appoggiato male un piede, tant'è che ha perso l'equilibrio cadendo nel vuoto. Il gorese è finito a terra dopo un volo di circa due metri. Nella caduta ha riportato un trauma ad una spalla e diverse contusioni. Immediata la richiesta dei soccorsi, sul posto sono intervenuti un'ambulanza del 118 ed è stato fatto alzare in volo, da Ravenna, anche l'elimedica, che però è tornata vuota alla base. Il 33enne infatti, dopo un'attenta valutazione del personale medico delle sue condizioni, è stato trasportato in ambulanza all' ospedale del Delta, dove si trova ora ricoverato. Le sue condizioni non sono giudicate particolarmente gravi ma vista la caduta per un attimo si è pensato al peggio. L'uomo resterà ancora in osservazione. Maria Rosa Bellini AUSL RAVENNA 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GORO 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 25 (diffusione:30000) Clinica contro auto, ferita donna incinta LUGO - Una mancata precedenza, poi lo schianto. Tremendo, tra una clinica veterinaria mobile e un'auto, tanto che il furgonato pieno di attrezzi medici è finito rovesciato su un fianco, mentre la Skoda è volata fuori dalla carreggiata, adagiata in un fossato. L'incidente è andato in scena nel primo pomeriggio. Erano le 14.10 quando un Atc Ford, clinica mobile per i servizi veterinari, viaggiava lungo via Tomba, nella prima periferia di Lugo. E' all'altezza dell'incrocio con via Sant'Andrea che il mezzo ha urtato violentemente la Skoda, condotta da una donna di 28 anni, incinta di due mesi. Come in un autoscontro, la clinica mobile ha proseguito la sua corsa lungo via Tomba, finendo però rovesciata su un fianco, mentre l'auto è volata fuoristrada. Illeso, nonostante la brusca collisione del mezzo con l'asfalto, il conducente del camioncino speciale, un 59enne di Imola. E' invece stata trasportata all'ospedale di Lugo la 28enne alla guida della Skoda. Una misura precauzionale, anche in considerazione dello stato interessante della giovane, di origine romena. Saranno gli La clinica mobile veterinaria si è schiantata su un fianco dopo avere urtato un'auto all'incrocio tra via Tomba e via Sant'Andrea agenti della polizia municipale della Bassa Romagna, intervenuti sul posto con due pattuglie, a stabilire l'esatta dinamica dell'incidente. Oltre che nei rilievi di legge, i vigili sono stati impegnati a regolare il traffico su entrambe le strade coinvolte dall'incidente, per il tempo necessario ai soccorsi e a liberare le arterie dai mezzi. Sul posto, per la messa in sicurezza dei veicoli, anche una squadra dei vigili del fuoco di Lugo. AUSL RAVENNA 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'unità mobile veterinaria si scontra sulla Sant'Andrea 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 21 (diffusione:30000) Un paracadute d'oro per l'hospice C'è chi auspica un fondo 'nutrito' da industriali e benefattori FAENZA - Un paracadute cittadino in aiuto dell'hospice di Villa Agnesina. Il problema che riguarda la struttura ospedaliera di Castel Raniero, relativo alla necessità di avere ulteriori aiuti economici per garantirsi un futuro sereno, continua a tenere banco in Comune così come tra i faentini. Durante il penultimo Consiglio comunale, il problema è stato al centro di un ordine del giorno sulla sanità votato all'unanimità. Tutte le forze politiche hanno ritenuto una priorità "una maggiore corresponsabilità da parte dell'Asl nella gestione dell'Hospice di Villa Agnesina attraverso il riconoscimento della valenza pubblica della struttura avviata nel febbraio 2010 e mediante il supporto all'azione di coinvolgimento di nuovi soggetti privati nel reperimento di ulteriori risorse finanziarie". Torna così in auge una soluzione già proposta qualche tempo fa e caduta poi nel dimenticatoio, ovvero quella di poter creare un comitato cittadino aperto a tutti sotto la guida dello Ior, in modo da poter raccogliere fondi per Villa Agnesina. In questo modo industriali e comuni cittadini, potrebbero dare il loro contributo alla Fondazione che gestisce l'hospice, garantendo un aiuto continuativo e duraturo nel tempo. Ad indicare questa nuova strada è un gruppo di famigliari di pazienti che hanno usufruito della struttura, intenzionati a portare avanti questa battaglia per dare sostentamento ad uno dei centri considerati un fiore all'occhiello della sanità. "Villa Agnesina è un polo di eccellenza della città - si legge nella nota firmata da queste persone specializzato in cure palliative, ed è un modello innovativo di grande professionalità. Inaugurato nel 2010 l'hospice è una Fondazione di Partnership con l'azienda Ausl di Ravenna e con lo Ior. L'aumento del livello di servizio per mettere il paziente sempre più al centro di tutte le attività, fornendo le migliori cure possibili, ha un costo concordato, e dopo un anno di attività il bilancio evidenzia qualche dissesto, colmato in parte dallo Ior e da altre fondazioni. Per questo motivo, oltre alla maggiore responsabilità dell'Ausl auspicata anche dal sindaco Malpezzi e dal consiglio comunale all'unanimità appare evidente la necessità di coinvolgere organizzazioni no profit e attori pubblici, riconoscendo il rispettivo ruolo. E' attesa da tempo la costituzione di un comitato cittadino aperto a tutti sotto la guida dello Ior per una raccolta fondi che coinvolga sia comuni benefattori che forze produttive della città. L'esistenza di strutture sanitarie di eccellenza a disposizione di tutti è di fondamentale importanza per la comunità e quindi anche per il mondo imprenditoriale. Solo grazie a un sostegno capillare e diffuso è possibile garantire questa realtà". L'idea è stata lanciata, spetta ora alle istituzioni e alla cittadinanza recepirne il messaggio. AUSL RAVENNA 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Alcuni familiari di pazienti di Villa Agnesina sostengono la costituzione di un Comitato a guida Ior 17/06/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 15 (diffusione:30000) poi stato arrestato dalla polizia Municipale per resistenza a pubblico ufficiale, minacce a incaricato di pubblico servizio, interruzione di pubblico servizio, porto abusivo di oggetti atti ad offendere e ingiurie aggravate. Per lui le manette erano scattate non senza difficoltà. Fin da RAVENNA - Cinque mesi con sospensione condizionale della pena e revoca della misura cautelare. Si è chiuso così ieri mattina il processo contro il 40enne originario di Licata (Agrigento) finito nei guai a fine marzo per avere minacciato con un cutter le dipendenti dell'ufficio Casa del Comune. Per l'uomo difeso dall'avvocato Antonio Luciani - la procura aveva chiesto nove mesi. Da tempo il 40enne stava cercando di ottenere un alloggio dal Comune e, non riuscendoci, aveva portato le sue insistenti richieste fino a un gesto esasperato: era andato per l'ennesima volta all'ufficio emergenza abitativa, aveva tirato fuori un cutter che teneva nascosto nel portafogli e aveva minacciato le dipendenti comunali addette al servizio. L'uomo, domiciliato di fatto a Lido Adriano, era subito non aveva infatti manifestato la minima intenzione di farsi calmare dagli agenti della Municipale, già presenti nell'ufficio alla luce di passati problemi. Il giudice Corrado Schiaretti aveva quindi convalidato l'arresto. E la difesa aveva chiesto che il 40enne fosse giudicato con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. All'imputato intanto era stato imposto il divieto di avvicinarsi a tutti gli uffici comunali e dell'Asp, oltre alle abitazioni delle dipendenti coinvolte nei fatti. AUSL RAVENNA 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Voleva casa a tutti i costi e si becca cinque mesi 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 32 (diffusione:30000) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Importante intervento all' ospedale di Ravenna... Importante intervento all'ospedale di Ravenna; sotto il professor Ernesto Pasquini AUSL RAVENNA 23 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 32 (diffusione:30000) Brillante intervento chirurgico nel reparto di Otorinolaringoiatria La piccola sarà a casa entro 10 giorni RAVENNA - Una neonata di appena 48 ore di vita è stata sottoposta, nei giorni scorsi, ad un delicatissimo intervento chirurgico nel reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Ravenna per una rara patologia congenita. Si tratta della atresia coanale, cioè la chiusura completa delle fosse nasali, risultante dalla mancata apertura delle medesime durante lo sviluppo endouterino prenatale. L'incidenza della malattia è di un caso su ottomila, con una forte predominanza della patologia nel sesso femminile, ed è nel 60 per cento dei casi unilaterale e nel 40 per cento dei casi, bilaterale. Lo stato di salute della piccola era fortemente compromesso per due motivi: in primo luogo una forte compromissione respiratoria, cui i medici ravennati hanno parzialmente posto rimedio con l'ausilio di una cannula permanente oro-faringea, e inoltre una impossibilità alla alimentazione naturale, sostituita da una alimentazione con sondino oro-gastrico. Considerato la rarità della patologia ed il quadro clinico della bambina, l'intervento è stato classificato dai sanitari ravennati come "urgente". Grazie agli stretti rapporti di collaborazione fra l'equipe orl di Ravenna e quella del Policlinico Sant'Orsola di Bologna è stata richiesta consulenza al dottor Ernesto Pasquini, uno dei massimi esperti mondiali in chirurgia endoscopica nasale. Con brevissimo preavviso il dottor Pasquini è arrivato nel Reparto di Otorinolaringoiatria di Ravenna e - grazie al contributo fattivo dei dottori pediatri Piccinini e Casadio, dell'anestesista Pasi, del Direttore della Unità Operativa Otorino Armaroli, del medico presso questa Unità Salsi e della equipe infermieristica integrata capeggiata da Manuela Bertozzi - è stata messa a punto una organizzazione chirurgica che ha permesso di effettuare, nel pomeriggio di lunedì scorso, un intervento assai poco frequente e reso estremamente complesso soprattutto dalle ridottissime dimensioni della paziente e del suo naso. L'intervento ha avuto successo, si è ripristinata la pervietà delle fosse nasali e la neonata ha già ripreso l'alimentazione per le vie naturali. Fonti mediche fanno sapere che la piccola, molto probabilmente, potrà lasciare il reparto di Otorinolaringoiatria dov'è tuttora ricoverata tra dieci giorni circa. Per ora nessuna dichiarazione è stata rilasciata dai genitori della piccolina, due quarantenni ravennati che ora possono finalmente tirare un sospiro di sollievo dopo aver passato le 48 ore successive al parto in trepidazione. I medici dell'ospedale Santa Maria delle Croci non sono nuovi a questo genere d'interventi complessi. Nel 2005, infatti, un'equipe di esperti operò una bimba affetta dall'influenza A. La piccolina, arrivata in ospedale in gravi condizioni, fu immediatamente sottoposta ad importanti terapie che scongiurarono il peggio. RAVENNA - "L'intervento è andato bene, siamo molto soddisfatti". A parlare è la dottoressa Daria Salsi, medico unità operativa otorino dell'ospedale Santa Maria delle Croci che ha operato la neonata. La bimba, primogenita di una giovane coppia di Ravenna, che al momento della nascita pesava 3 chili e 200 grammi, è stata operata da un'equipe di esperti. In sala operatoria era presente anche la dottoressa Daria Salsi. Dottoressa Salsi, ci può spiegare che cos'è l'atrasia coanale congenita? "L'atresia coanale congenita rappresenta una obliterazione delle aperture coanali posteriori, vale a dire la mancanza di formazione durante la gestazione del setto faringeo che comporta la mancata comunicazione tra naso e faringe". Quali erano le condizioni mediche della bimba subito dopo il parto? "Ha avuto un'insufficienza respiratoria che abbiamo subito bloccato posizionandole una piccola canula orotracheale chiamata "Ghedel" per poterla ventilare artificialmente". Chi ha operato la piccola? "Un'equipe di esperti tra i quali figura il dottor Ernesto Pasqualini, uno dei più grandi esperti mondiali di chirurgia endoscopica nasale". Come si è svolto l'intervento? "L'intervento, durato due ore, si è svolto con una chirurgia endoscopica nasale con ottiche rigide pediatrice che hanno un'induzione di 2,1 millimetri e una lunghezza 15/20 cm. Gli strumenti utilizzati sono quelli della chirurgia microscopica per le orecchie. Ci sono stati dei problemi durante l'operazione? "L'intervento, pur nella sua complessità chirurgica e anestesiologica, non ha avuto complicanze". Come sta ora la bambina? "La piccola al risveglio ha respirato immediatamente dalle fosse nasali attraverso il AUSL RAVENNA 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La dottoressa Daria Salsi "Intervento durato due ore senza alcuna complicazione" 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 32 (diffusione:30000) AUSL RAVENNA 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato posizionamento di due tubicini che verranno rimossi fra una settimana. La neonata ha iniziato ora ad alimentarsi normalmente dalla bocca dopo 12 ore dall'intervento". Quale terapia sta svolgendo ora? "Antinfiammatori di cortisone e lavaggi nasali con soluzione fisiologica". Tra quanti giorni potrà tornare a casa? "Dieci giorni al massimo". Avete già operato bambini così piccoli con questa patologia? "Sì, due anni fa abbiamo operato per la prima volta un bimbo down di dieci giorni con la stessa equipe medica". Elisabetta Moriconi 17/06/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 29 (diffusione:30000) Si dimette anche il delegato alla sanità Elena Alessandrini "Sulla Lungodegenza non condivido un modo di agire basato su annunci a cui non corrisponde un reale impegno" CERVIA - (a.b.) E ci risiamo. Dopo il cartellino rosso all'ex assessore Mariano Dellachiesa, le dimissioni presentate dall'ex assessore Marco Zatti, ora è la volta di Elena Alessandrini che rimette la sua delega alla sanità nelle mani del sindaco Zoffoli, anche se - per il momento - continuerà a sedere sugli scranni della maggioranza tra le fila del Pd. Un consigliere "scomodo" per il primo cittadino che si era già distinto per la sua astensione alla variante al ricettivo, condannando ad una risicata maggioranza la Giunta Zoffoli. Insomma una legislatura che sta perdendo pezzi. Chi per un motivo o per l'altro, la sostanza non cambia e questa volta, così come era successo con l'ex assessore Dellachiesa, le critiche al primo cittadino non vengono per nulla risparmiate, smarcherando un'attività amministrativa che, giorno dopo giorno, si rivela sempre più densa di nubi. Una lettera, quella di Elena Alessandrini, che entra nel merito delle sue decisioni, senza risparmiare nulla e partendo proprio dal giorno in cui il sindaco gli affidò la delega alla sanità: "L'incarico che mi è stato affidato citava testualmente 'la dottoressa Alessandrini viene incaricata di sovrintendere alla elaborazione di proposte relativamente a progetti e iniziative in materia di politiche sanitarie territoriali, favorendo efficaci relazioni con l'Ausl'". Un impegno di fatto disatteso dal primo cittadino e dalla Giunta: "Nei fatti questi intenti non hanno mai trovato corrispondenza nella realtà - spiega Elena Alessandrini - infatti troppo spesso ho dovuto chiarire il mio ruolo politico sia nei confronti della cittadinanza, dell'amministrazione e dell'Ausl di Ravenna. La delega si è rivelata vuota di contenuti, infatti non ho mai avuto nè confronti nè sollecitazioni in materia di sanità da parte della Giunta, nè tantomeno comunicazioni di alcun tipo da parte dell'Ausl con la quale è stato sempre difficile avere contatti, anche se sollecitati. Ed anche a mie specifiche proposte o richieste avanzate alla direzione Ausl non è stata mai data attenzione. Inoltre, non mi sono state comunicate riunioni nè sono stata invitata a manifestazioni alle quali in qualità di delegato avrei dovuto essere presente". Ma Elena Alessandri non si ferma ed entra nel dettaglio del San Giorgio: "Benché i lavori, del reparto di Lungodegenza dell'ospedale, siano iniziati con 3 anni di ritardo, la riapertura non è stata realizzata come si disponeva in un primo documento nel settembre-ottobre 2010. Un secondo impegno, assunto dall'Ausl, per la riapertura del reparto nel maggio 2011, non si è di nuovo realizzato tuona Elena Alessandrini - Da contatti telefonici informali con la Direzione Generale viene ventilata la riapertura per settembre-ottobre 2011. Non condivido le modalità dell'Ausl nel procrastinare la riapertura senza darne comunicazione nè alla sottoscritta nè al sindaco e neppure condivido un modo di agire basato su annunci a cui non corrisponde un reale impegno". Insomma poca sorveglianza da parte dell'amministrazione sulle faccende cervesi e poca considerazione da parte di alcuni vertici per il territorio di Cervia: "Spero che il mio dissenso e la mia rinuncia servano a richiamare il consiglio comunale e la Giunta ad una maggiore sorveglianza affinché opere di grande importanza quale la Lungodegenza, ma non solo, vengano realizzate secondo le modalità e i tempi previsti. Altre criticità riguardano la Radiologia, la Dialisi ambulatoriale e il Primo Intervento che richiederebbero una disamina più attenta". AUSL RAVENNA 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La legislatura Zoffoli perde i pezzi 17/06/2011 Corriere di Bologna - Bologna Pag. 5 (diffusione:11265) Nuove nomine, vecchie facce Se il Pd non posa il bilancino Le prime scelte frutto di equilibri politici interni Non cumulabilità delle cariche, almeno il 30%delle donne tra i nominati, banca dati on line sui rappresentanti del Comune nelle società partecipate. Queste le linee di indirizzo che consiglio comunale detterà al sindaco sulle nomine nelle partecipate, un atto che verrà discusso oggi dalla commissione Affari generali. Ma il sindaco ha promesso molto di più. In campagna elettorale ha tapezzato la città di manifesti su cui stava scritto: «100%alla capacità, 0%raccomandati» . Ha promesso di costruire la sua indipendenza e ha scelto la strada della trasparenza annunciando la costituzione di un comitato di saggi che lo aiuterà nelle nomine; la giunta ha addirittura promesso che raccoglierà candidature e pubblicherà i curriculum sul sito del Comune (cosa ben diversa dalla banca dati on line dei rappresentanti). Il segretario del Pd, Raffaele Donini, ha dichiarato che non si occupa di giunta e di posti e che aiuterà il sindaco a costruire la sua autonomia. E ha detto che i partiti, a partire dal suo, devono rimanere fuori dalle nomine nelle partecipate. Una bella svolta, non c'è che dire, che sarà messa alla prova in occasione delle prossime importanti nomine su Fiera aeroporto. Non è però sempre facile essere conseguenti agli annunci. Uno sguardo alle primissime scelte ci dice che questo rigore calvinista non c'è stato. Anzi, ci sono diversi esempi che testimoniano qualche concessione agli equilibri politici. Equilibri legittimi, ma pur sempre equilibri. Stiamo parlando di persone degnissime, è bene ribadirlo, ma la cui nomina risponde a criteri politici e non meritocratici. Qualche esempio. Come capo di gabinetto, quindi per un ruolo di natura tecnica dove prima c'era un funzionario di lungo corso come Berardino Cocchianella, il sindaco ha scelto un politico come Marco Lombardelli. Doveva fare il segretario provinciale del Pd, ma poi le cose andarono male e la spuntò Donini ed è sempre stato vicinissimo a Salvatore Caronna. Ha passato gli ultimi anni a fare il coordinatore dell'esecutivo regionale del partito e non è stato presentissimo alla campagna elettorale di Merola. La parte del Pd vicina a Caronna era in rapporti conflittuali con l'attuale sindaco. La sua nomina potrebbe sancire una sorta di pace tra le due fazioni, essere un segno di apertura del sindaco. Potrebbe significare qualsiasi cosa, ma nessuno potrebbe sostenere che non si tratti di una nomina esclusivamente politica. Ancora, nella segreteria del sindaco è entrato, tra gli altri, il responsabile del partito Enrico Di Stasi e il suo posto al Pd è stato preso da Raffaele Persiano. Si tratta di un legittimo innesto, ma difficile che la scelta sia stata presa all'insaputa del segretario. E ancora: nel cda di Cup 2000, società che, è bene ricordare, si occupa di prenotazioni in campo sanitario, il commissario Cancellieri aveva bruciato sul tempo il neosindaco nominando il consulente d'impresa Andrea Dalledonne per il Comune. Niente di drammatico perché le altre nomine erano in capo a Provincia e Regione, due amministrazioni rette dal centrosinistra, che con Palazzo d'Accursio evidentemente hanno parlato tanto da trovare nomi graditi. Nel cda sono così entrati due avvocati del Pd: Giuseppe Melucci e Marco Calandrino. Il primo è stato responsabile organizzativo del partito nella segreteria di De Maria, il secondo è un avvocato che prima era stato nominato nel cda di Hera Bologna. Tutti e due non sembrano espertissimi di tecnologie e sanità, ma impareranno. Anche in questo caso probabilmente avranno fatto una sorpresa al segretario del Pd, Raffaele Donini, che non si occupa di nomine. E d'altra parte chi è senza peccato scagli la prima pietra. Il Pd aveva un bel problema al quartiere San Vitale, dove gli iscritti volevano la riconferma di Mauro Roda, ma le esigenze di coalizione chiedevano quella poltrona per la candidata di Sel, Milena Naldi (e così è andata). E Roda è stato nominato dal commissario nel cda di Hera Bologna. Una nomina molto gradita al Pd che pure non si occupa di nomine. Anche questo sarà stato un caso. Scherzi a parte, il tema è serissimo. Da sempre le nomine sono una partita dove si spostano pezzi di potere e dove magari si ricompensa qualcuno che da a n n i p a s s a i week-end ai banchetti del partito. Decidere di cambiare strada e di nominare i saggi o addirittura di fare arrivare i curriculum è un percorso molto coraggioso. Ma poi bisogna essere conseguenti, altrimenti è anche peggio. Le nomine fatte fino a qui sono poca cosa, il vero banco di prova sulla credibilità AUSL RAVENNA 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nomi e poltrone Ma il partito e il sindaco Merola si sono impegnati per un nuovo corso: garantire la trasparenza e premiare il merito 17/06/2011 Corriere di Bologna - Bologna Pag. 5 (diffusione:11265) AUSL RAVENNA 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dell'innovazione promessa dalla giunta sta per arrivare. Olivio Romanini olivio. romanini@rcs. it © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 31 articoli 17/06/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 27 (diffusione:619980, tiratura:779916) Fecondazione assistita a 50 anni Il Veneto aiuta le mamme adulte Come la Nannini ma con il ticket. Flamigni: così illudono le donne Il tetto La delibera prevede un limite dei tentativi: da tre a quattro Marisa Fumagalli VENEZIA - Un bebè a cinquant'anni. È la via del futuro alla maternità, secondo alcuni. O, guardando alle ricche e famose, si cita l'effetto Nannini, come la rockstar nostrana Gianna, mamma a 54 anni. Altri parlano, invece, di fabbrica delle illusioni. Si dibatte e si polemizza, poiché in questi giorni una Regione, il Veneto, ha varato una delibera sulla fecondazione assistita a carico del servizio sanitario nazionale che alza l'età della donna ai fatidici 50. Finora il limite massimo si attestava sui 43, età considerata ancora «potenzialmente fertile». Il riferimento generico è contenuto nella Legge 40. Certo, è curioso che il Veneto a guida leghista (che generalmente non mostra spirito di frontiera su temi eticamente sensibili) abbia deciso di avventurarsi nei sentieri della bioetica (la Regione Lombardia, per esempio, ha già fatto sapere di avere un orientamento opposto). Sul piano pratico, inoltre, c'è da considerare il bilancio sanitario non florido. La Federazione italiana delle società scientifiche di riproduzione stima tra i 600.000 e i 7000.000 euro (spedalizzazione e farmaci) il costo di ogni bimbo nato con la fecondazione assistita per una donna sopra i 45 anni. Ma l'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, definisce la sua delibera «scelta di civiltà». «Attenta alle aspettative delle donne», lo spalleggia Francesca Martini, sottosegretario alla Salute. I primi a dissociarsi sono i consiglieri dell'opposizione. E i ruoli sembrano invertirsi. Solitamente, è la cultura della sinistra laica a non avere pregiudizi. Fatto sta che Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin, esponente di Verso Nord, chiedono lo stop del provvedimento. «È incoerente con le premesse scientifiche». Nel garantire l'accesso alla fecondazione assistita (gratuita, salvo il ticket), la delibera Coletto prevede la presentazione «di una dettagliata relazione preliminare da parte di uno specialista curante che certifichi le reali possibilità di una gravidanza». E il limite dei tentativi: da 3 a 4. Ma la casistica rivela che l'età più alta non offre significative chance di successo. Anzi. «La possibilità di avere un figlio dopo i 45 anni, sia naturalmente che con tecniche di Pma, è inferiore al 5% - nota Maria Elisabetta Coccia, ginecologa, presidente Cecos Italia -. È alto invece il tasso di abortività». E il prof Carlo Flamigni, membro del Comitato nazionale di Bioetica, invita ad «accettare i limiti», ricordando comunque l'importanza della «metodica» di inseminazione come variabile importante. «Le risorse sono poche e giustamente le strutture pubbliche cercano di fare investimenti oculati». Ci sarà l'emigrazione di massa in Veneto per avere un figlio ad ogni costo? «Spero di no, ma è possibile», avverte Flamigni. RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Età avanzata Hanno avuto figli tardi Heather Parisi (a 51 anni due gemelli), la moglie di Al Pacino Beverly D'Angelo (a 49 due gemelli) e Anne Leibovitz (a 51 è diventata madre di Sarah) Foto: Rock Gianna Nannini diventata mamma di Penelope a 54 anni SANITÀ NAZIONALE 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità La Regione: una scelta di civiltà. La Martini d'accordo. No della Lombardia 17/06/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) Manager, contestate due nomine Simona Ravizza Il tentativo di tenersi il doppio incarico - sindaco e manager dell'Asl - gli è già andato storto. A inizio gennaio, Nicola Mucci, 38 anni, nominato ai vertici dell'Asl di Sondrio in quota Pdl, si vede costretto a lasciare la guida del Comune di Gallarate, dov'è stato eletto nel 2001 e nel 2006. Le due cariche sono incompatibili. Ora è a rischio anche la sua poltrona di manager all'Asl. Ci sono pesanti dubbi, infatti, sulla presenza nel suo curriculum vitae dei requisiti minimi per ricoprire il ruolo. Sulla nomina pende un ricorso al Tar ed è stata aperta un'istruttoria al Pirellone. Non è il solo: ci sono ipotesi di illegittimità anche sui requisiti di Alessandro Visconti, 43 anni, area Lega, al timone degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano da cui dipendono anche l'ospedale Buzzi e il Cto. CONTINUA A PAGINA 5 SEGUE DA PAGINA 1 Non c'è pace per le nomine ai vertici dei 44 ospedali e Asl della Lombardia. Nomine arrivate il 23 dicembre dopo faticose trattative tra Pdl e Lega con accuse incrociate di lottizzazione. A seguire, le dimissioni di Pietrogino Pezzano dall'Asl 1, sfiduciato a sorpresa dal Consiglio regionale per le foto con due boss della 'ndrangheta. Arriva, poi, il passo indietro di Andrea Mentasti (uomo di punta della Lega) dal timone del San Paolo per diventare consigliere delegato della società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio (Sacbo). Adesso, con i due ricorsi al Tar, rischia di scoppiare l'ennesima bufera. Questa volta sull'idoneità dei manager scelti. Il requisito fondamentale, per legge, è una qualificata esperienza dirigenziale quinquennale. A parte i 10 anni da sindaco, Nicola Mucci dell'Asl di Sondrio può esibire come (unica) esperienza la dirigenza nella società assicurativa di famiglia: agli atti, però, risulta che la Previtali e Mucci Sas ha solo tre addetti (Mucci stesso, il padre e il fratello). La questione è finita all'esame dello staff legale del Pirellone, guidato dall'avvocato Pio Vivone: la posizione del dg è definita critica e viene rimandato il tutto alla responsabilità personale assunta da Mucci nell'autocertificare la propria idoneità. Stesso iter per Visconti. Secondo le contestazioni, il manager può vantare l'incarico di direttore amministrativo per tre anni dell'Asl di Milano e una pregressa esperienza da dirigente amministrativo e finanziario della Newlast Group srl, una società dell'industria calzaturiera con pochi dipendenti. I legali del Pirellone parlano di obiettiva difficoltà nell'identificare in modo obiettivo l'attività svolta da Visconti nella società privata: alla fine, comunque, si confida nel rigetto del ricorso. Entrambi i casi saranno esaminati dal Tar il 10 novembre. Sia Mucci sia Visconti hanno presentato a loro volta un controricorso. Ma su 711 candidati - è la domanda che si fanno in molti - dovevano essere pescati proprio i casi discutibili? Non finisce qui. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità 17/06/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) Batterio negli hamburger, gravi 7 bimbi Non è il caso di preoccuparsi. In Italia non c'è un problema di carne Ferruccio Fazio, ministro della Salute Ricoverati in Francia. La Lidl ritira il prodotto. Sequestrate 5 tonnellate a Verona Mariolina Iossa ROMA - Torna l'incubo del batterio killer in Europa. Sette bambini, tra i 20 mesi e gli otto anni, sono stati ricoverati in ospedale a Lille, nel nord della Francia, uno di loro è in prognosi riservata e tre in dialisi, per aver mangiato hamburger contaminati provenienti da una partita di carne surgelata in vendita nei supermercati francesi del gruppo Lidl, che li ha immediatamente ritirati dai discount d'Oltralpe. «Il prodotto surgelato 10 Steak Hachés 100 per cento carne di bovino surgelata, dell'azienda francese Seb con sede a Saint Dizier, non è mai stato in vendita presso i nostri supermercati», ha fatto sapere la Lidl Italia. Ma ieri pomeriggio i carabinieri dei Nas, su disposizione del ministero della Salute, hanno sequestrato 1.570 confezioni di hamburger da un chilo e 4 mila confezioni di polpette da 900 grammi, in tutto cinque tonnellate di prodotto, a marchio Steaks Country, dell'azienda francese incriminata. Il sequestro è avvenuto in provincia di Verona, nella piattaforma logistica della catena di supermercati Lidl che ora sta collaborando per il ritiro dei prodotti «sospetti». Adesso la carne verrà analizzata per sapere se anche nelle confezioni italiane sia presente il batterio. «Ringrazio il Nas per l'immediato intervento cautelativo», ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio che aveva comunque già rassicurato i consumatori italiani sulla sicurezza della carne italiana. «In Italia non c'è il problema della carne», aveva detto Fazio, ricordando poi che «il «ministero della Salute francese ha dichiarato che questa epidemia non ha nulla a che vedere con quella avvenuta in Germania e l'Ue ha informato i Paesi che si tratta di un ceppo diverso di E. Coli». In sostanza il ceppo del batterio responsabile delle intossicazioni di questi bambini è quello più comune, lo 0157, e non la variante 0104 che si è diffusa in Germania nelle settimane scorse, provocando la morte di 39 persone e oltre tremila intossicati. La carne sospetta venduta in Francia proviene da Germania, Belgio e Olanda. E, anche se la produzione italiana non c'entra, la preoccupazione che una nuova ondata di panico possa causare altri problemi al mercato alimentare italiano si è subito diffusa tra tutte le associazioni di settore. Timori che un eccessivo allarmismo faccia crollare il consumo di bovino nostrano li ha espressi la Cia (la Confederazione degli agricoltori), per la quale «le nostre produzioni sono assolutamente sicure e facilmente riconoscibili dall'etichetta d'origine, che per le carni bovine è obbligatoria per legge». Dal 2001, dopo la vicenda della mucca pazza, l'Europa ha messo in piedi un sistema di controllo che garantisce la tracciabilità della filiera. In Italia la legge è in vigore dal 2002. «No agli allarmismi, che fanno solo male, la carne italiana è sicura e controllata», dice anche la Copagri e la Confagricoltura conferma: «Il nostro Paese è all'avanguardia in Europa per i controlli sulla sicurezza alimentare». Un passo in più lo fa la Coldiretti, secondo la quale «le rassicurazioni della Lidl Italia sono importanti nel dare una garanzia di acquisto ai consumatori ma vanno supportate da adeguati controlli. Bisogna evitare allarmismi ingiustificati». RIPRODUZIONE RISERVATA In Europa I numeri Oltre 3.400 i contagi, in 14 Paesi. Il batterio ha causato 38 vittime in Germania e una in Svezia Il ceppo L'infezione alimentare in Francia è stata causata dal ceppo 0157 di E.Coli, più comune rispetto allo 0104 che ha colpito la Germania SANITÀ NAZIONALE 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute Tre in dialisi per le conseguenze dell'E.Coli. L'Unione europea: è un ceppo diverso da quello dei germogli 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 10 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il batterio killer colpisce 7 bimbi francesi LA PREVENZIONE IN ITALIA Per il ministro Fazio «non è il caso di preoccuparsi» anche se i Nas hanno sequestrato nel veronese 5 tonnellate di confezioni dalla stessa marca Paolo Levi PARIGI La paura del batterio killer scuote la Francia: sette bambini sono ricoverati a Lille, nel nord del Paese, con un'intossicazione alimentare scatenata da un tipo raro di batterio E.coli, anche se per le autorità francesi e dell'Unione europea non ci sono legami con il virus che ha già ucciso 38 persone in Germania e una in Svezia. I sette bambini, tra i 20 mesi e gli otto anni, hanno tutti consumato degli hamburger surgelati, venduti nei supermercati della catena tedesca Lidl, quando sono stati colpiti da acute emorragie. In Italia Governo ed esperti respingono gli allarmismi e garantiscono che nel nostro Paese la carne è sicura. E Lidl Italia, assicura che il tipo di hamburger "Steak Country" all'orgine dei malori non sono mai stati messo in vendita nei discount italiani della catena. I carabinieri del Nas hanno però sequestrato nel veronese nella serata di ieri, su disposizione del ministro della Salute, circa 5 tonnellate di carne con il marchio "Steak Country": si è trattato di 1570 confezioni di hamburger da un chilo e 4mila confezioni di polpette da 900 grammi sequestrati nella piattaforma logistica della Lidl, che sta pienamente collaborando con i Nas. Si verificherà ora che la carne sequestrata in Italia non sia infetta. Gli hamburger contaminati, che sono stati subito ritirati dal mercato in tutti i punti vendita della Lidl a Lille e in tutto il nord della Francia, inclusa Parigi, erano prodotti con carne tedesca, olandese e belga, ha fatto sapere l'azienda Seb, con sede a Saint Dizier, che ha prodotto gli hamburger finiti poi nei piatti dei piccoli. Da Bruxelles, la Commissione europea ha confermato le informazioni delle autorità sanitarie francesi secondo cui quello di Lille non è lo stesso ceppo di E.coli che ha ucciso in Germania. «È virulento, forte, ma non è lo stesso», ha detto Frederic Vincent, portavoce del commissario Ue alla Salute John Dalli. «Ciò che è certo è - ha precisato - é che il batterio che ha colpito in Francia è del ceppo 0157, il più comune. Infatti lo scorso anno ha colpito 3.500 cittadini nella Ue e 93 in Francia». Resta però la paura per lo stato di salute dei sette bimbi francesi. Tre delle vittime sono ancora sotto dialisi. L'infezione da Escherichia coli, che parte dall'intestino, comporta i sintomi di un'insufficienza renale. Ma la malattia può assumere anche forme più inquietanti, con affezioni neurologiche. Ed è quanto i medici del policlinico temono possa essere successo per il più grave dei sette, che si trova in prognosi riservata. Intanto, in Italia, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, rassicura e torna a dire che «non è il caso di preoccuparsi». Questi fenomeni di epidemia da E.coli, ha aggiunto, «sono sempre avvenuti e anche quello francese, che adesso vedremo cosa è, verosimilmente è un altro batterio». Mentre il collega alle Politiche agricole, Saverio Romano, ha firmato il decreto che avvia il ritiro dal mercato dei prodotti interessati e che autorizza i risarcimenti ai produttori ortofrutticoli colpiti dalla crisi. «Gli allevatori italiani già combattono con un calo pesante degli acquisti di carne rossa (che ha perso il 4,6% nel 2010 e ben il 5,1% solo nel primo trimestre 2011) e non hanno bisogno di un ulteriore crollo delle vendite, causato dall'ennesima psicosi alimentare del tutto infondata», afferma la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia). Parole in linea con quelle di Confagricoltura: «Non creiamo allarmi inutili e preoccupazioni. Tutti i prodotti alimentari che arrivano sui banchi di vendita, in tutte le fasi di lavorazione ed in tutti i passaggi, sono costantemente controllati e monitorati. Ancor più le carni bovine che, dopo la vicenda Bse sono soggette ad un sistema di etichettatura e di tracciabilità». L'hamburger incriminato in Francia era venduto in confezioni da 1 kg della marca "Steaks country" (10 hamburger da 100 g) con data di scadenza dal 10 al 12 maggio 2012. Un prodotto che, rassicura Lidl Italia, non è stato mai messo in vendita in nessuno dei discount italiani della catena. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E.coli. Avevano mangiato hamburger congelati dalla Germania: uno di loro in prognosi riservata 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 10 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Al Lidl di Lille. Qui è stata comprata la carne che ha infettato i bambini SANITÀ NAZIONALE 34 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 5 (diffusione:334076, tiratura:405061) Risparmi con i costi standard nei ministeri LE NUOVE «OPZIONI» Prelievo su pensioni ricche, stretta su auto blu, blocco totale del turn over degli statali, accorpamento province-prefetture Davide Colombo Marco Rogari ROMA Costi standard anche nei ministeri e nelle amministrazioni periferiche. L'estensione ad altri settori pubblici del modello federalista per la sanità è un'ipotesi che i tecnici del ministero dell'Economia stanno valutando con attenzione in vista della stesura della manovra pluriennale da 45 miliardi. Tra le opzioni dell'ultima ora anche il blocco totale del turn over nel pubblico impiego, l'accorpamento delle Province alle prefetture, un prelievo sulle pensioni più alte e un corposo giro di vite su auto blu e voli di Stato. Il menù, dunque, si arricchisce. Per le scelte definitive il ministro Giulio Tremonti avrà a disposizione più tempo visto che il varo della manovra, insieme alla delega fiscale, slitta dal 23 giugno alla fine di giugno, probabilmente a martedì 28. Ad annunciare questo allungamento dei tempi è stato ieri Silvio Berlusconi alla fine del Consiglio dei ministri, che era stato preceduto da un incontro del premier con Tremonti e Umberto Bossi. «La manovra la presenteremo nei giorni immediatamente successivi alla verifica del 22 giugno, all'inizio della settimana successiva», ha detto Berlusconi aggiungendo che il via libera avverrà quindi anche dopo il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. A spingere per rinviare il varo del piano pluriennale di finanza pubblica sarebbe stata soprattutto la Lega. Nel frattempo i tecnici del Tesoro continuano a lavorare alla griglia dei possibili interventi. Al momento appaiono quasi certi la soppressione di una nuova tranche di enti pubblici e strutture burocratiche (tra cui molto probabilmente l'Ice), un intervento massiccio sugli acquisti di beni e servizi, in particolare quelli di comuni e regioni, e il passaggio dalla spesa storica ai costi standard nella sanità. La manovra investirà direttamente anche i ministeri e le amministrazioni periferiche: allo studio, oltre al ricorso ai costi standard, il potenziamento dei nuclei ispettivi di controllo interno e, in generale, dei meccanismi di spending review. In bilico l'innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento delle lavoratrici private (i sindacati sono contrari e il ministro Maurizio Sacconi frena) mentre il ministro Renato Brunetta torna a smentire la proroga del blocco della contrattazione (tra l'altro i tendenziali di spesa non prevedono il rinnovo). Sul pubblico impiego circola invece l'ipotesi di un'estensione al cento per cento del blocco del turn-over, oggi limitato all'80% delle uscite. Se confermata la misura si tradurrebbe nella cancellazione delle residue 1213mila assunzioni che amministrazioni centrali, agenzie, enti locali e Regioni attualmente riescono a fare ogni anno, con un risparmio di circa 720 milioni di euro. Si tratterebbe, in ogni caso, di una misura difficile da gestire sul piano politico e sindacale, esattamente come lo sarebbero i nuovi interventi sul fronte previdenziale. Oltre all'ipotesi di innalzamento graduale dell'età di pensionamento delle lavoratrici del privato, sarebbe stato messo a punto anche un nuovo parziale blocco delle rivalutazioni delle «pensioni d'oro», vale a dire quelle che superano di almeno 5 volte le minime. E una «solidarietà» che prevede un taglio di questi assegni per dare più sollievo alla pensioni povere. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE Costi standard Sono la principale novità introdotta dal federalismo fiscale. Indicano un livello di spesa efficiente e identico sull'intero territorio nazionale per assicurare l'erogazione di un determinato servizio. La legge 42 del 2009 e i relativi decreti attuativi ne hanno sancito l'introduzione per Regioni, Province e Comuni. I più importanti riguarderanno la sanità: il livello di spesa «standard» andrà fissato sulla base dei costi registrati in tre Regioni «benchmark» scelte da Governo e Conferenza unificata in una rosa di cinque. Ora si sta studiando la loro SANITÀ NAZIONALE 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La manovra. Il premier annuncia che il varo slitterà a dopo la verifica e il consiglio europeo del 24 giugno La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 36 SANITÀ NAZIONALE Pag. 5 Il Sole 24 Ore 17/06/2011 (diffusione:334076, tiratura:405061) estensione ai ministeri 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 29 (diffusione:334076, tiratura:405061) Certificati medici online, proroga al 13 settembre NUOVO ORIENTAMENTO Il periodo transitorio di tre mesi si calcola dalla pubblicazione della circolare in «Gazzetta Ufficiale» Andrea Carli MILANO La proroga ministeriale sui certificati medici è ufficiale. L'addio definitivo al cartaceo per i datori di lavoro privati scatterà il 13 settembre: il nuovo sistema non partirà più, come inizialmente previsto da palazzo Vidoni, domani, 18 giugno. Nel corso della seconda riunione del Comitato tecnico di monitoraggio che si è tenuta ieri a Roma - e a cui hanno partecipato i rappresentanti di Dipartimento per la digitalizzazione della Pa e l'Innovazione, ministero del Lavoro, Inps, più quelli delle confederazioni dei datori di lavoro e dei medici di medicina generale comparativamente più rappresentative a livello nazionale - il ministero ha precisato che l'entrata a regime delle nuove disposizioni contenute nella circolare n. 4, firmata il 18 marzo scorso dai ministri Brunetta e Sacconi, sarà il 13 settembre, cioè al termine del periodo transitorio di tre mesi che ha preso avvio lunedì scorso, giorno della pubblicazione del documento sulla «Gazzetta Ufficiale». La circolare, pubblicata per la prima volta sul sito del ministero il 18 marzo, è stata emanata dopo che il collegato lavoro (articolo 25 della legge 183/2010, entrata in vigore il 24 novembre) ha previsto la trasmissione in via telematica dei certificati di malattia anche per le aziende. Terminato il periodo transitorio, dunque, il datore di lavoro privato non potrà più richiedere al proprio lavoratore l'invio della copia cartacea dell'attestazione di malattia, ma dovrà prendere visione delle attestazioni di malattia dei propri dipendenti avvalendosi esclusivamente dei servizi resi disponibili dall'Inps. È in ogni caso riconosciuta alle aziende la possibilità di richiedere ai propri dipendenti di comunicare il numero di protocollo identificativo del certificato, inviato in via telematica dal medico. Si chiude dunque una partita, quella sui certificati medici, che si è giocata nell'ultimo periodo a colpi di interpretazioni: quella ministeriale e quella delle organizzazioni datoriali. In un primo momento Palazzo Vidoni ha chiarito che i tre mesi di periodo transitorio sono partiti il 18 marzo, giorno di pubblicazione della circolare n. 4 sul sito del ministero: quindi dal 18 giugno i datori di lavoro privati si sarebbero dovuti adeguare alle nuove regole. Le aziende, invece, hanno fatto presente che, nonostante la strada fosse quella giusta e la trasmissione dei certificati medici vantaggiosa per tutti - lavoratori e imprese -, sarebbe stato necessario più tempo. I tre mesi - è stata (ed è tuttora) la tesi delle organizzazioni datoriali - sarebbero dovuti partire dalla pubblicazione della circolare ministeriale sulla «Gazzetta Ufficiale». Il 1° giugno, in occasione della prima riunione del comitato tecnico del monitoraggio, i rappresentanti ministeriali hanno adottato una posizione più flessibile, e la questione dell'entrata a regime del nuovo sistema è sembrata riaprirsi. Sensazione che ha trovato conferma all'indomani della pubblicazione del testo in Gazzetta, e che è stata ufficializzata nel corso dell'incontro di ieri. Le organizzazioni datoriali esprimono soddisfazione. In questi tre mesi si riusciranno a risolvere i problemi tecnici. A fine mese dovrebbe essere emanata dall'Inps una circolare che andrà a completare il quadro. La proroga è stata criticata da alcuni sindacati dei medici. Angelo Testa, presidente dello Snami, il sindacato nazionale autonomo medici italiani, afferma: «Siamo molto contrariati. Il sistema è pronto: per altri tre mesi dobbiamo continuare a stampare i certificati. Dovremo togliere tempo all'assistenza per impiegarlo nella parte burocratica». © RIPRODUZIONE RISERVATA I passaggi 01|LA SCADENZA DEL 13 Dal 13 settembre i datori di lavoro privati saranno obbligati a ricevere i certificati medici dall'Inps in via telematica, con conseguente addio al cartaceo. Quel giorno, infatti, scadranno i tre mesi dalla pubblicazione SANITÀ NAZIONALE 37 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lavoro. Arriva il chiarimento del ministero per i privati 17/06/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 29 (diffusione:334076, tiratura:405061) SANITÀ NAZIONALE 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della circolare ministeriale n. 4 del 18 marzo sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 135 del 13 giugno. Durante il periodo transitorio le aziende potranno chiedere al lavoratore l'invio della copia cartacea del certificato rilasciato dal medico o successivamente scaricata dal dipendente dal sito dell'Inps 02|IL CALL CENTER Intanto per risolvere eventuali problemi (anche temporanei) di connessione a internet, l'Inps - spiega un comunicato ministeriale - renderà disponibile a breve un servizio di call center dedicato alla verifica delle attestazioni di malattia dei lavoratori dipendenti 03|LE INTERPRETAZIONI In un primo momento, per il ministero il termine per l'entrata in vigore del nuovo meccanismo sarebbe dovuto essere domani, 18 giugno: tre mesi dalla pubblicazione sul sito della circolare n. 4. In occasione della riunione del Comitato tecnico di monitoraggio, che si è tenuta ieri, il ministero ha invece chiarito che il periodo transitorio è partito lunedì scorso, quando cioè è stata pubblicata in Gazzetta la circolare, e il sistema sarà del tutto operativo il 13 settembre 17/06/2011 La Repubblica - Torino Pag. 14 (diffusione:556325, tiratura:710716) Oggi occupano l'ufficio di Iodice: "per avere risposte" Cgil, Cisl e Uil all'attacco anche all'Asl4: carenze d'organico e rischi di chiusure DOPO i pannoloni stesi come panni al sole nel cortile d'ingresso dell'ospedale, adesso alle Molinette arriva anche la pagella che boccia il commissario Emilio Iodice. I rappresentanti sindacali dell'ospedale (tutte le sigle: oltre ai confederali anche nursing Up e Fials), avevano promesso che l'interruzione del convegno di lunedì sarebbe stato soltanto l'inizio di una lunga battaglia. Promessa subito mantenuta con una goliardica scheda di valutazione nella quale il commissario si vede appioppare uno zero netto. Nei criteri di valutazione tutti i punti già elencati nei volantini di protesta dei giorni scorsi dalla capacità di concretizzare l'impegno per il potenziamento dell'Istituto di riposo e vecchiaia di corso Unione Sovietica, a quella di organizzare le proprie attività eliminando spese superflue. Per tutte le voci il voto non supera lo 0, sia nell'aria relazionale (come il rispetto degli accordi o la condivisione con i lavoratori dei piani futuri) sia in quella organizzativa, come la capacità di definire obiettivi di valutazione razionali. C'è spazio pure per un commento ironico: nell'area dedicata alle attitudini personali, Iodice raggiunge un punteggio alto per le «capacità filosofiche-omeopatichee per la conoscenza del latino». «Questa azienda e le sue professionalità meritano di meglio», è lo slogan. In un comunicato, i diversi rappresentanti sindacali annunciano l'occupazione della direzione sanitaria, prevista per questa mattina alle 10,30. Lo scopo è ottenere le risposte alle domande poste: come verrà risolto il problema di diminuire il numero di barelle, come sarà sbloccata la questione dell'Irv e quando e come sarà superato il blocco delle assunzioni che di fatto sta tagliando le gambe alla sanità piemontese. La sanità piemontese è un'onda in piena. Ieri hanno cominciato ad agitarsi anche le acque all'Asl To4 (diretta da Renzo Secreto, ora indagato), dove Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione. Le ragioni sono molteplici: relazioni sindacali inesistenti, la carenza di organico del personale di Cuorgnè «già al di sotto dei minimi assistenziali», la situazione della lungodegenza di Castellamonte. Spiegano gli rsu: «Si susseguono notizie di chiusure e trasferimenti di intere attività sanitarie, atti che escludono qualunque forma di discussione preventiva. Tutte le iniziative prese negli ultimi mesi sono state adottate senza la presentazione di un programma di riorganizzazione e discussione. Una fra queste richiama l'attenzione sull'ospedale Mauriziano di Lanzo, per il quale c'è il concreto rischio di minacciarne la sua stessa esistenza». Foto: LA PROTESTA A sinistra: Iodice A destra: la protesta di lunedì SANITÀ NAZIONALE 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Molinette, un nuovo match tra sindacati e commissario 17/06/2011 La Repubblica - Torino Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Cota: serve chiarezza per isolare le mele marce Forse oggi scioglie il nodo del nuovo assessore: in pole position ci sarebbe il vice Cavallera MARCO TRABUCCO «SONO disponibile a qualsiasi iniziativa il Consiglio regionale voglia adottare all'insegna della chiarezza, non importa se la proposta verrà dalla maggioranza o dall'opposizione». Apre all'istituzione di commissione d'inchiesta sullo scandalo sanità, come aveva richiesto il Pd nel pomeriggio, il governatore Roberto Cota, nel suo intervento ieri sera davanti all'assemblea di Palazzo Lascaris. Di ritorno da Roma, dove in mattinata aveva partecipato alla Conferenza Stato-Regioni, il presidente corre in via Alfieri per la relazione che gli è stata chiesta dall'opposizione sull'ennesimo sviluppo dello scandalo sanità che ha colpito la sua giunta, l'arresto dell'ex assessore Caterina Ferrero. Cota parla proprio mentre lei viene interrogata a Palazzo di Giustizia e ricostruisce le tappe della vicenda: la remissione delle deleghe il 27 maggio, quando Ferrero è stata raggiunta dall'avviso di garanzia, e le dimissioni anche da assessore senza deleghe mercoledì, quando sono scattati gli arresti domiciliari. «Nonostante queste vicende dobbiamo andare avanti con la riforma della sanità che è indispensabile. Per questo sto lavorando con il direttore regionale della sanità Paolo Monferino» dice il governatore. «Sono rimasto molto colpito da questa vicenda e da questa inchiesta - aggiunge poi Cota - ed è mia intenzione agevolare in ogni modo la massima chiarezza e l'isolamento di eventuali mele marce. Per questo intendo far nascere una agenzia di controllo interno sull'attività della Regione». Un'intenzione, che si tradurrà in una proposta di legge della giunta: «Non dovrà essere un carrozzone, avrà il compito di assumere tutte le informazioni possibili per far sì che l'attività di prevenzione possa funzionare nel modo migliore. Questa legge conterrà una norma specifica sul procedimento amministrativo. Questo porterà ad una maggiore trasparenza nel meccanismo delle decisioni. È molto importante, a tutela di tutti, anche dei dirigenti». Poi la chiusura politica: «Ho assunto io le deleghe alla sanità, non potrò tenerle per tantissimo tempo, ma assumerle è stato un gesto di responsabilità, un gesto utile e necessario. Sono convinto di avere sempre agito per tutelare gli interessi del Piemonte». «Per fare chiarezza in Regione, servono due Commissioni d'inchiesta, una sugli appalti e gli episodi dubbi in sanità, l'altra sugli interessi della 'ndrangheta in materia di urbanistica» ha replicato però il capogruppo dell'Idv, Andrea Buquicchio. Mentre per il capogruppo Pd Aldo Reschigna «ancora una volta il presidente non ha affrontato il cuore del problema. Dopo solo un anno di governoè esploso uno scandalo della sanità che dimostra che la peggiore politica è rientrata nella gestione della sanità. Cota ha sottovalutato quanto sta capitando. In più è prigioniero dei condizionamenti politici della sua maggioranza, in una situazione di debolezza e incapace di scelte coraggiose. Per questo gli chiediamo che nomini entro 48 ore il nuovo assessore, senza più essere succube dei condizionamenti della politica». Parole, quelle di Reschigna, che potrebbero trovare un riscontro già oggi: in mattinata infatti il Pdl piemontese si riunirà per affrontare al questione del «dopo Ferrero». La decisione che uscirà dal coordinamento regionale potrebbe poi essere portata subito in piazza Castello da Cota. L'ipotesi più probabile, ieri sera, era che, alla fine, il Popolo delle Libertà tenesse per sé quella delega affidandola all'attuale vicepresidente della giunta regionale Ugo Cavallera che lascerebbe a un collega di partito (probabilmente Franco Maria Botta) la delega all'Urbanistica. Hanno detto "Sottovalutato il caso" Aldo Reschigna, capogruppo del Pd: "Ancora una volta il presidente non ha affrontato il cuore del problema: la peggior politica è tornata nella gestione della sanità" "Ci vuole il commissario" Davide Bono e Fabrizio Biolè, i due consiglieri dei grillini, hanno scritto anche al presidente Napolitano per chiedere che "la Regione Piemonte sia commissariata" "Servono due indagini" Andrea Buquicchio, capogruppo dell'Italia dei valori in Regione, chiede l'istituzione di due commissioni d'inchiesta: una per lo scandalo nella sanità, l'altra sulla 'ndrangheta SANITÀ NAZIONALE 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il governatore apre all'opposizione "Sì alla commissione d'inchiesta" 17/06/2011 La Repubblica - Torino Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Il governatore Roberto Cota. Sotto il vicepresidente Cavallera, candidato alla Sanità SANITÀ NAZIONALE 41 17/06/2011 La Repubblica - Torino Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ferrero si difende: "Non sapevo" L'ex assessore dal giudice nega le accuse e scarica su Gambarino "Sugli ausili per gli incontinenti cercavamo canali di distribuzione più capillari" "Nessuna intesa privata con Villa Pia ma un servizio utile al territorio che lo richiedeva" SARAH MARTINENGHI UN SOBRIO tailleur blu sopra una maglietta Benetton rosa confetto. Un mix di rigore e ingenuità. Non un filo di trucco, solo due orecchini di perle ad ingentilire il volto teso, contratto in un'espressione severa, un po' imbronciata. Caterina Ferrero la dura, l'assessore dalle labbra sottili, è apparsa una donna fragile e provata nell'affrontare ieri pomeriggio l'interrogatorio di garanzia per il suo arresto. Ma in aula, per due ore davanti al giudice Cristiano Trevisan, è tornata combattiva, si è difesa con forza, rigettando le accuse di turbativa d'astae abuso d'ufficio.E comunque, messa di fronte ad alcune evidenze, lei «non c'era» o «non sapeva». Ancora una volta, si è "appesa" al fedele braccio destro Piero Gambarino: su di lui l'assessore ha scaricato alcune responsabilità, se non altro per le scelte «poco appropriate» contestate dalla procura. Sull'appalto dei pannoloni, l'assessore Ferrero, assistita dall'avvocato Roberto Macchia, fornisce la sua versione dei fatti: «È vero, ci sono state trattative con i farmacisti - ha ammesso - ma solo perché quel servizio doveva essere rivisto e ridefinito». È agli atti infatti che il 6 agosto 2010 era stato siglato un protocollo d'intesa (sottoscritto da lei e da Luciano Platter) relativo alla revisione dei prezzi dei farmaci Dpc (distribuzione per conto) e all'inserimento di altri prodotti da affidare tramite distribuzione delle farmacie. Però, quando è stata adottata la delibera per revocare la gara dei pannoloni già bandita, un lotto da 50 milioni di euro, «per quanto ne sapevo io- ha detto - non era stato raggiunto alcun accordo con Federfarma. Era ancora tutto da definire». Le intercettazioni e le testimonianze delle dipendenti dell'assessorato svelano tuttavia uno scenario, per la procura, ben diverso. Il 23 settembre infatti si era svolta una riunione fra Gambarinoei vertici di Federfarma, al termine della quale l'alter ego dell'assessore aveva chiesto alle funzionarie Andreina Bonferrari e Cristiana Pellegri di predisporre una delibera di giunta regionale che recepisse l'accordo con i Farmacisti appena raggiunto per una distribuzione da 30 euro al mese. «Non ne sapevo nulla - ha detto l'assessore - io a quella riunione non c'ero. E ancora oggi non si è deciso come distribuire gli ausili per incontinenti. Il problema era che se fosse andata avanti la gara, si sarebbe dato l'appalto per tre anni a qualcuno, scegliendo così di servire gli incontinenti solo tramite un canale regionale. Noi cercavamo invece di capire se fosse possibile usare un canale di distribuzione diverso, più capillare sul territorio, come le farmacie e non volevamo precluderci una possibilità che ci sembrava più utile e vantaggiosa». Gli stessi vertici di Federfarma, Marco Cossolo e Luciano Platter, avevano detto comunque di aver più volte trattato con lei tutta la questione. Sull'emodinamica dell'ospedale di Chivasso l'ex assessore risponde di abuso d'ufficio: secondo i pm Stefano Demontis e Paolo Toso sarebbe stata affidata in tutta fretta la convenzione a Villa Maria Pia senza gara pubblica, per ottenere così un ritorno elettorale d'immagine in appoggio al sindaco uscente Bruno Matola che si doveva ricandidare. «Nessuno mi ha detto, e tantomeno io ho mai chiesto a nessuno, di stipulare un accordo privato con una clinica privata - ha spiegato scaricando la scelta sul braccio destro e su Renzo Secreto - tutte le forze politiche da tempo insistevano per poter dare risposta a un'esigenza del territorio: i macchinari del centro erano inutilizzati da tempo e i pazienti si spostavano per il Piemonte con medico e ambulanza quando poteva essere invece dato un servizio con costi equipollenti». La procura le contesta che il piano di rientro e alcune delibere prevedevano di chiudere e non aprire nuove emodinamiche: «Quell'apertura non era incompatibile con un'apertura provvisoria, e il piano della Regione era programmatico, ancora da definire». SANITÀ NAZIONALE 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Arrestata mercoledì per abuso e turbativa negli appalti per la fornitura di pannoloni e per l'emodinamica di Chivasso, è apparsa provata durante le due ore di interrogatorio "Ignoravo gli accordi stipulati nella riunione con Federfarma..." 17/06/2011 La Repubblica - Torino Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: A PALAZZO DI GIUSTIZIA L'ex assessore Caterina Ferrero, da mercoledì agli arresti domiciliari, ieri al suo arrivo a Palazzo di Giustizia accanto al difensore Roberto Macchia Foto: L'EX FACTOTUM Piero Gambarino ex braccio destro dell'assessore Ferrero Foto: IL PM Andrea Beconi, procuratore aggiunto titolare dell'inchiesta 17/06/2011 La Repubblica - Napoli Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Residenza per le madri dei pazienti oncologici INAUGURATA al Santobono-Pausilipon la residenza "Alma Mater", che ospiterà le madri dei piccoli pazienti oncologici. «È il primo esempio europeo di accoglienza all'interno di un ospedale e sta a dimostrare che la sanità campana si sforza di soddisfare le esigenze dei pazienti, ma anche delle famiglie». Con queste parole Raffaele Calabrò, consigliere per la Sanità del presidente della Regione, ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa voluta dai soci del Rotary Posillipo. Sono intervenuti il cardinale Crescenzio Sepe, il presidente del Rotary, Carlo Ruosi, il governatore del Distretto Rotary, Ambrosio, il presidente della Camera di commercio, Maddalonie il direttore generale del Pausilipon, Anna Maria Minicucci. La nuova residenza è inserita tra le opere del Giubileo per Napoli, voluto dal cardinale Sepe. Foto: Raffaele Calabrò consigliere per la sanità di Caldoro SANITÀ NAZIONALE 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Santobono Iniziativa dei soci del Rotary Posillipo 17/06/2011 La Repubblica - Napoli Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ascalesi, stop agli interventi chirurgici Rischio infezioni: da 20 giorni bloccate 4 sale operatorie, prenotati a quota mille Undici chirurghi costretti all'inattività, lunghe liste di attesa, pazienti acuti trasferiti in altri presidi. E al Pellegrini scatta l'allarme personale GIUSEPPE DEL BELLO SECONDO la legge la temperatura dovrebbe oscillare tra 18e 22 gradi, ma la climatizzazione è in tilt e la sterilità è tutt'altro che garantita. Come dire, rischio-infezione dietro l'angolo. Da oltre 20 giorni e non si sa fino a quando le quattro sale operatorie dell'Ascalesi sono off limits: stop agli interventi chirurgici, liste d'attesa che si allungano e 11 chirurghi costretti all'inattività. Con la conseguenza, come è accaduto ieri, di pazienti acuti trasferiti in altri ospedali. Al Loreto Mare per esempio, dove da mesi si registra una situazione incandescente a causa del sovraffollamento di barelle e per carenza di personale. Peraltro il nuovo complesso operatorio dell'Ascalesi è entrato in funzione appena sei anni fa. Il presidio, che ha ancora un pronto soccorso attivo, dispone di circa 150 posti letto distribuiti in 8 reparti. La chiusura momentanea adottata dal direttore sanitario consente una deroga soltanto per gli interventi urgenti e indifferibili. «Alcuni ammalati sono stati trasferiti, altri sono tornatia casa. Ma siamo in emergenza assoluta», si sfoga il primario chirurgo Gennaro Rispoli, «avevamo ripristinato un turn over più veloce, ma il blocco rischia di far salire a quota mille i prenotati tra cui ci sono anche pazienti oncologici. Noi operatori, esposti a continue lamentele, siamo frustrati perché impossibilitati a dare risposte adeguate». Gli fa eco il primario anestesista Franco Campanile: «Oltre al problema delle sale operatorie, viviamo da mesi un grave disagio per carenza di personale anestesista.E se non verrà rinnovata l'autorizzazione allo straordinario potremo assicurare la sola emergenza». Della vicenda Ascalesi è stato allertato il direttore amministrativo della Asl Enrico Aversano. Che spiega: «Il costo per l'acquisto di nuovi condizionatori è risultato molto elevato, e la gara d'appalto sarà avviata dall'ufficio tecnico centrale». Intanto anche il Pellegrini lancia l'"allarme personale" con una nota del direttore sanitario al commissario: «Mancano 50 unità per assicurare una dignitosa assistenza». Non solo. I sindacati Ugl, Cgil e Fials denunciano la mancanza dei "contenitori per rifiuti speciali". E avvertono: «Mancano 30 infermieri e 20 ausiliari: a rischio 1000 interventi chirurgici al mese». PER SAPERNE DI PIÙ www.aslna1.napoli.it www.santobonopausilipon.it Il punto LE SALE Le quattro sale sono state ristrutturate anche tecnologicamente sei anni fa IL PERSONALE Carenti soprattutto infermieri e anestesisti: senza straordinario si farà solo emergenza GLI SPECIALISTI Sono 11 gli specialisti che per ora possono operare soltanto pazienti acuti Foto: L'ospedale Ascalesi SANITÀ NAZIONALE 45 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 17/06/2011 La Repubblica - Milano Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il pronto soccorso del Policlinico per 50 giorni in un prefabbricato La struttura provvisoria sarà collegata alle sale operatorie con tunnel sotterranei LAURA ASNAGHI CONTO alla rovescia per il trasloco del pronto soccorso del Policlinico. In vista dei lavori per l'abbattimento delle due ali della storica struttura che accoglie le emergenze, il pronto soccorso, con tanto di rianimazione, si trasferirà nel prefabbricato di 480 metri quadrati che si sta ultimando tra il padiglione Monteggiae Granelli. Quindi il pronto soccorso temporaneo non si affaccerà più su via Sforza ma sarà all'interno del Policlinico, con ingresso dal numero civico 35. E per agevolare l'afflusso dei pazienti, l'ospedale sta predisponendo una cartellonistica chiara e ben visibile, con un portineria attiva 24 ore su 24. Il trasferimento del nuovo pronto soccorso nel prefabbricato è previsto il 25 luglio e si concluderà il 15 settembre. Ma per evitare disagi all'utenza si è creata un'alleanza tra Policlinico, Asl e la rete del 118. I pronto soccorso di Milano (e in particolare il Fatebenefratelli) si sono impegnatia far fronte ai 10-20 casi al giorno, tra codici rossi e gialli, che di solito il 118 affida al Policlinico. Quindi le ambulanze faranno rotta sugli altri ospedali. Mentre il Policlinico assisterà tutti i pazienti, compresi i casi gravi, che si presenteranno in ospedale accompagnati da parenti o amici. «Abbiamo una media di 130 afflussi giornalieri - spiega Basilio Tiso, il direttore del dipartimento di emergenza-urgenza - questo ospedale è un punto di riferimento importante per il centro di Milano, ma il pronto soccorso ha bisogno di essere rimesso a nuovo. Da 13 anni se ne parla e ora nel giro di un paio d'anni avremo finalmente un dipartimento modernissimo, che insieme al Niguarda, affronterà le emergenze in vista dell'Expo». Il prefabbricato che ospiterà il pronto soccorso sarà collegato alle sale operatorie e alla radiologia dell'ospedale attraverso i tunnel sotterranei. Tutto questo durerà fino a metà settembre e poi la struttura farà da volano prima per i reparti di chirurgia generale e di ortopedia e poi per quelli che resteranno temporaneamente senza sede in vista dell'abbattimento dei padiglioni Ponti, Guardia II, Moneta, Borghi, Beretta Est e Ovest. È la prima volta che Milano sperimenta il trasferimento di un pronto soccorso in una struttura prefabbricata e per evitare disagi è garantita la massima sorveglianza, con i dirigenti del servizio di emergenza pronti intervenire al minimo intoppo. Le tappe IL TRASLOCO Il trasferimento del nuovo pronto soccorso nel prefabbricato è previsto il prossimo 25 luglio e si concluderà il 15 settembre IL PIANO EMERGENZE Gli altri pronto soccorso di Milano alleggeriranno il Policlinico di 10- 20 casi al giorno. La struttura provvisoria farà fronte a oltre 100 IN AUTUNNO Da metà settembre il prefabbricato ospiterà via via i reparti che durante l'abbattimento dei vecchi padiglioni resteranno senza sede PER SAPERNE DI PIÙ www.policlinico.mi.it www.polimi.it/ Foto: PROVVISORIO L'edificio prefabbricato che ospiterà il pronto soccorso. Sullo sfondo i nuovi reparti SANITÀ NAZIONALE 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 17/06/2011 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Terremoto nelle Asl, Pansini si dimette "Poco serio il gioco del totonomine, la mia dignità non ha prezzo" Lo strappo dà un'accelerata agli avvicendamenti Forse già oggi i nuovi manager LELLO PARISE PIERO RICCI NICOLA Pansini dice basta. «La mia dignità non ha prezzo». Il direttore generale della più grande Asl italiana, quella di Bari, decide di mollare gli ormeggi. «Mi dimetto. Dall'1 luglio. L'ho comunicato ufficialmente con una lettera al governatore Nichi Vendola e all'assessore alla Salute Tommaso Fiore. Time out. Anzi, game over». Un anno e otto mesi fa era stato proprio il professore universitario prestato alla politica a tirare fuori dal cilindro il nome di Pansini, classe 1953, che all'epoca dirigeva l'istituto oncologico. Il ciclone Cosentino - Lea Cosentino, l'ex dg della Asl coinvolta in affari tutt'altro che trasparenti destinati a terremotare il già malandato pianeta dell'assistenza sanitaria e, per questo, licenziata su due piedi da Vendola & C. con l'accusa di avere infangato "l'immagine e il prestigio dell'amministrazione regionale" sembrava travolgere irrimediabilmente l'esecutivo del rivoluzionario gentile. Bisognava cambiare passo. Era il mese di ottobre del 2009. Venti mesi più tardi, Pansini getta la spugna. «Non è possibile condurre un'azienda così complessa limitandosi a vivere alla giornata. Sono una persona seria, io». Il valzer delle poltrone - quelle dei dg - crea scompiglio. «La politica deve dare stabilità. Il governo della sanità non può essere affidato al caso. Un gruppo di dg da sostituire fin dai prossimi giorni; per gli altri, compreso il sottoscritto, bisognerebbe attendere l'autunno prima del cambio della guardia. L'ideale sarebbe stato avvicendare tutti i manager nello stesso momento. Il mio mandato tra l'altro scade a novembre del 2012, ma chi collabora con me sa che farò la valigia nel giro di qualche mese... Ripeto: non è serio. Tutte le scelte, intendiamoci, sono legittime. Però non può essere calpestata l'onorabilità della gente. In queste ore mi telefonano uomini politici per assicurarmi che "sarò recuperato". Ma io non sono mica un'auto da rottamare. Le mie dimissioni vogliono essere uno stimolo per la classe politica, perché sia credibile". Fiore, assessore e amico di Pansini, pare che abbia provato a trattenerlo. «L'ho guardato negli occhi e gli ho spiegato: "Tommaso, non chiedermi cose che tu stesso non faresti". Le dimissioni a sorpresa di Pansini rischiano di accelerare decisioni che il governatore Nichi Vendola avrebbe preferito prendere la prossima settimana al suo ritorno dal viaggio negli Stati Uniti. Ieri sera, tuttavia, risultava convocata una giunta regionale per martedì prossimo, data suggerita dall'assessore alle Politiche agricole Dario Stefano per avviare la mini riforma dei consorzi di bonifica. Ma non è escluso che si possa convocare una seduta straordinaria già oggi. Il disimpegno del manager della Asl barese, però, scompagina le caselle delle nomine anche se non è detto che le complichi. Le Asl interessate al cambio di guardia ora diventano cinque e questo mette nelle condizioni l'assessore Fiore di recuperare Rocco Canosa che sarebbe riconfermato direttore generale. Il manager potrebbe trasferirsi da Andria a Bari sempre che a succedere a Pansini non sia Mimmo Colasanto, direttore generale a Taranto. Aperte per il rinnovamento invocato dal Pd sarebbero dunque le tre Asl salentine: quelle commissariate di Lecce e Taranto e quella in scadenza di Brindisi. Difficile che Rodolfo Rollo venga riconfermato nel capoluogo messapico. E anche se il commissario Paola Ciannamea è nella rosa più ristretta dei papabili dopo la scrematura che ha messo fuori i manager con qualche precedente con la giustizia, contabile soprattutto, a Lecce sembra destinato Thomas Schael sempre che non si decida di puntare sui giovani come Carlo Dicesare, classe '64, il più giovane dei 30. PER SAPERNE DI PIÙ bari.repubblica.it SANITÀ NAZIONALE 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 17/06/2011 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: PANSINI Il manager si è dimesso Ha deciso di tornare a fare il primario Foto: COLASANTO Direttore generale a Taranto in predicato per succedere a Pansini SANITÀ NAZIONALE 48 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 35 (diffusione:556325, tiratura:710716) BASTA MINIGONNE IN CORSIA ENRICO FRANCESCHINI «Non sono accettabilii vestiti che espongono il seno, il busto, l'ombelico, così come minigonne, short, jeans e sandali». Un divieto per decine di migliaia di dipendenti degli ospedali britannici. Citando presunte lamentele di pazienti per l'abbigliamento di infermiere, medici e staff sanitario, le autorità intendono imporre a tutti un'uniforme «che rifletta i valori del servizio». Basta pance nude e cosce al vento, camici allacciati fino all'ultimo bottone onde evitare peccaminose scollature, niente tatuaggi o smalto sulle unghie. E se gli uomini vogliono tenere baffi e barba, che siano «curati e ben rasati». Beninteso: infermiere e dottoresse, in Gran Bretagna, non vestono come nei pornofilm italiani anni '70. E i pazienti inglesi, dovendo lamentarsi, hanno un ampio raggio di possibilità tra cui scegliere, dalla riduzione del personale all'allungamento dei tempi per le operazioni: sembra dubbio che si preoccupino di minigonne o barbe incolte. Se il governo conservatore pensa di ripristinare la morale dell'Inghilterra vittoriana nelle corsie d'ospedale, forse è per distrarre da qualcos'altro: allungare le gonne per restringere il budget della sanità. SANITÀ NAZIONALE 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 VENERDÌ 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) Le Casse sull'orlo del crac medici, architetti, avvocati ora rischiano la pensione Investiti oltre 5 miliardi in titoli tossici. Si muove la procura ROBERTO MANIA FABIO TONACCI ROMA - Ci sono milioni di euro di contributi previdenziali finiti alle Cayman in cambio di consulenze d'oro per investimenti in titoli tossici ad altissimo rischio. Ci sono bilanci abbelliti e forse anche truccati. Ci sono commissioni milionarie, stratosferiche, ingiustificate. Ci sono clamorosi conflitti di interesse e battaglie legali tra advisor. Ci sono enormi patrimoni immobiliari svalorizzati oppure abbandonati. Ci sono intrecci e scambi con la politica. Tutto senza controlli. Ci sono miliardi che girano ma che dovrebbero servire solo a pagare le pensioni. Ci sono amministratori ambiziosie senza molti scrupoli. C'è opacità. La bolla pensionistica, però, sta per scoppiare. Figlia dell'ingordigia finanziaria, figliastra del tracollo di Lehman Brothers, la banca d'affari americana. I primi fili stanno per essere tirati e non si sa ancora cosa si trascineranno dietro. I vertici di molte casse di previdenza private cominciano a tremare. E i futuri pensionati a preoccuparsi per i loro assegni. L'Enpam, l'ente di previdenza dei medici e dentisti, la cassa più grande per iscrittie risorse (quasi 350 mila aderenti che versano circa due miliardi di contributi l'anno, e con un portafoglio di investimenti finanziari per oltre 5 miliardi di euro), potrebbe entrare presto nel mirino della magistratura. È stato presentato un esposto alla Procura di Roma (fascicolo 4337/K45) e alla Corte dei Conti firmato dai cinque presidenti degli ordini dei medici di Bologna, Catania, Ferrara, Latina e Potenza. Tra loro c'è anche un membro del consiglio di amministrazione. Sostengono che l'ente abbia subito un danno patrimoniale superiore al miliardo di euro. Un'enormità. Per colpa di investimenti in titoli cosiddetti strutturati, roba sofisticata, roba da speculatori. Roba dalla quale si tengono lontani anche i professionisti del settore. Perché può far male. Si scommette sull'andamento di determinati indici dove il tasso di aleatorietà è rilevantissimo. Ma non c'è solo l'Enpam. Anche altri enti hanno avuto a che fare con derivati o obbligazioni strutturate: dall'Enasarco (agenti di commercio), all'Inarcassa (ingegneri e architetti), dall'Epap (agronomi, geologi, forestali e chimici) all'Enpav (veterinari). Cinque miliardi e mezzo di euro sono stati investiti dalle casse in titoli strutturati. Ma perchéi versamenti degli iscritti agli enti pensionistici sono andati in prodotti finanziari così pericolosi? Chi doveva controllare? Quali conseguenze ci saranno sulle future pensioni? L'ALLARME DEL PARLAMENTO Il primo velo sulla rete fittissima di investimenti in derivati è stato alzato dalla Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali. Il 19 gennaio del 2011 vengono pubblicate le conclusioni dell'indagine con cui i parlamentari vogliono capire quanto la presenza di titoli Lehman Brothers o di derivati incida sull'equilibrio finanziario delle casse. Conclusioni prudenti ma nette come in questo passaggio: «Le casse hanno come fine l'erogazione di prestazioni di tipo pensionistico e di tipo assistenziale, prestazioni quindi che debbono essere sottratte quanto più possibile ad ogni aleatorietà». Non devono cercare di «battere il mercato», bensì di garantire le future pensioni. La Commissione subito dopo però si eclissa, spegne i fari. Non si ricorda nemmeno di controllare che gli enti abbiano inviato regolarmente i bilanci. Disattenzioni ma anche interessanti coincidenze. Per esempio quelle degli advisor. Perché le scorribande finanziarie sono sempre realizzate con gli stessi consulenti. Ci sono Prometeia Advisor Sim, Fincor, Mangusta Risk, Banca Fineco, Maurizio Dallocchio, professore di finanza aziendale all'Università Bocconi di Milano. Mangusta Risk, insieme a Dallocchio hanno a che fare anche con il "caso Enpam". A Mangusta l'ente dei medici ha da poco rinnovato il contratto di consulenza per i prossimi due anni. Dallocchio è stato consulente per 17 anni, oltre a essere per lungo tempo cooptato nel consiglio. Il rapporto tra il docente e l'Enpam si è interrotto proprio dopo il fallimento della banca d'affari americana. Alla Bocconi, Dallocchio, è titolare della cattedra Nomura, già cattedra Lehman Brothers. Coincidenze, appunto. SANITÀ NAZIONALE 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inchiesta italiana 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 51 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso Enpam, dunque. Il bubbone esplode il 18 maggio, quando viene presentato l'esposto che racconta quello che fino ad allora nessuno aveva denunciato. Un anno fa il consiglio di amministrazione dell'Enpam, presieduto da ben 18 anni dall'ottantacinquenne Eolo Parodi, dc prima, forzista dopo, europarlamentare nella prima e nella seconda Repubblica in cui siede anche a Montecitorio, affida alla Sri Capital Advisers il compito di effettuare una radiografia sugli investimenti dell'ente. Ne esce un quadro disastroso. Ma il rapporto rimane nelle mani del presidente che non lo fa conoscere nemmeno ai membri del cda. Secretato. Le ragioni di tale comportamento si possono facilmente scoprire. Leggendo pagina 38, per esempio: «Il bilancio di Enpam risulta molto lacunoso, in particolare con riguardo alle operazioni sul portafoglio mobiliare immobilizzato. Ciò rende impossibile per un osservatore esterno valutare la gestione del portafoglio stesso». Ma ce n'è anche per gli advisor «remunerati con commissioni particolarmente elevate difficilmente riscontrabili nelle abituali finanziarie nazionali ed internazionali». Soloa Mangusta Risk 300 mila euro, nel 2011. Altri 960 mila euro Enpam li ha stanziati per consulenze su particolari strumenti finanziari e gli investimenti mobiliari. Ma, a parte Mangusta Risk, gli altri advisor, da Kanik Venture Holding Limited a E. Partners, «sono pressoché sconosciuti». Quanto ai report di Mangusta appaiono «poco più di un "copia e incolla" dei dati forniti dai gestori». E non è affatto normale che un ente pensionistico per quanto privato affidi l'incarico di "portafoglio manager" a società con sede in uno dei paesi della "black list": alla CQS Cayman SP e alla Matrix Alternative Asset Management LLP. «Incarico bizzarro e contraddittorio», si osserva nell'esposto alla Procura di Roma. Parodi - si immagina d'accordo con il potente direttore generale dell'Enpam, quell'Alberto Volponi, già deputato Dc, coinvolto nella Tangentopoli della Ciociaria e condannato in primo grado a un anno e quattro mesi per tentata concussione - il 10 marzo del 2011, scrive a Sri per chiedere di cambiare i giudizi negativi. Del report rimangono ancora all'oscuro i membri del cda mentre lo conosce Mangusta (perché?) che ricorre alla magistratura sentendosi danneggiata dai giudizi della Sri, potenziale concorrente. Il 3 maggio il Tribunale di Roma respinge il ricorso. Ma siamo solo all'inizio. Un po' alla volta si sta alzando il tappeto. Il ministero del Lavoro ha acceso i fari sull'Enpam. Resta il fatto che c'è un colpevole vuoto normativo che dà alle casse una libertà di movimento che non ha nessun altro. Libertà che non si trasforma in trattamenti pensionistici migliori. Anzi. Lo dice l'ultimo rapporto del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale: «La cassa Forense, Inarcassa, Enasarco, Enpacl, Enpav e la quota B del fondo di previdenza generale dell'Enpam, esauriscono il patrimonio prima del 2056 per cui, in base alla legislazione vigente all'atto della redazione del bilancio tecnico, non sarebbero in grado di garantire le prestazioni pensionistiche ad un nuovo iscritto». Ad un passo dal crac e con milioni di contributi finiti pure alle Cayman. BILANCI BUGIARDI Eppure in superficie, va tutto bene. I conti economici sono in positivo, e nemmeno di poco. Ma per capire se una cassa sta veramente bene oggi, bisogna immaginarsela, come scrive il Nucleo, tra trent'anni. Sarà in grado di pagare pensioni adeguate? La cassa dei commercialisti, ad esempio. Oggi 49 mila iscritti e appena 5000 pensioni erogate. Un patrimonio immobiliare di 41 edifici in tutta Italia e 770 milioni all'anno di entrate,a fronte di 230 milioni di uscite. Con mezzo miliardo di euro di avanzo e un patrimonio importante si può star tranquilli, si direbbe. Errore. Nel 2033, calcola Antonio Annibali, professore di matematica finanziaria alla Luiss, che ha redatto l'ultimo bilancio tecnico, gli assegni erogati supereranno i contributi. Ci saranno più pensionati che commercialisti attivi, insomma. «Ma c'è il patrimonio», dicono alla cassa. I commercialisti hanno affidato più di un miliardo di euro a società di gestione pagate per far fruttare questo monte di liquidità e mettere un bel po' di fieno in cascina. Nel biennio 2008-2009, però, la cascinaè rimasta desolatamente vuota. Anzi, sono andati in fumo quasi 80 milioni di euro, per colpa di investimenti sbagliati e una congiuntura economica sfavorevole. La storia della palazzina di via Mantova 1 a Roma racconta che anche la gestione degli immobili è quantomeno da rivedere. L'edificio è sfitto da metà del 2007, quando fruttava 1 milione e 300 mila euro di canone all'anno. Da alloraè rimasto vuoto,e tra spese di gestionee mancati guadagni (è stata rifiutata un'offerta di locazione da1 milionee 800 mila all'anno), in pratica è costato alla cassa 4 milioni e mezzo in 4 anni. E gli appartamenti 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 52 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sfitti - si calcola - sono il 6 per cento del totale. Maa quanto ammonta il patrimonio immobiliare?E perché è partita la corsa alla svendita di case e appartamenti? A. A. A. VENDESI CASE DISPERATAMENTE Le casse private possiedono una città. Una piccola metropoli fatta di palazzi residenziali, negozi, cantine, box auto. Un patrimonio valutato 10 miliardi di euro. Nei prossimi anni - e questo è il segnale più evidente della difficoltà in cui si trovano, al di là di conti in attivo - saranno vendute 65 mila unità immobiliari. 17 mila sono di Enasarco, la cassa degli agenti di commercio che più delle altre in passato ha investito nel mattone (un patrimonio attuale iscritto a bilancio per 3,15 miliardi di euro). Ha varato il piano Mercurio, il piano di dismissione immobiliare con cui conta di guadagnare almeno 1,4 miliardi in tre anni, per alimentare le pensioni future dei 250 mila agenti iscritti. Il mattone, per Enasarco, infatti non è un affare, rende pochissimo. Negli ultimi dieci anni lo 0,8 per cento, lontanissimo da quel 5 per cento che si aspettavano. Colpa - dicono oggi - degli affitti a equo canone cui sono stati obbligati per anni, il cui adeguamento a prezzi di mercato è stato lentissimo e raggiunto solo in pochi casi. "Da inquilino a proprietario il passo è breve", si legge sulla brochure del Piano Mercurio. Invece per la maggior parte degli inquilini, anziani pensionati e famiglie monoreddito, sarà impossibile far valere il diritto di prelazione, anche con lo sconto del 30 per cento sul prezzo a metro quadro e il mutuo Bnp Paribas-Bnl concordato a interessi ridotti e della durata di 40 anni, come promette la brochure. Dismettono appartamenti anche Enpaia (impiegati dell'agricoltura), Enpam e la cassa dei ragionieri. Quest'ultima venderà tutto il parco case (1600 unità immobiliari per 220 mila metri quadrati) a un fondo individuato con gara europea. «E chi ora è in affitto - denuncia Patrizia Provenziano, del comitato degli inquilini - non avrà nemmeno il diritto di prelazione». L'obiettivoè incamerare una plusvalenza da 300 milioni di euro. L'americana Raeg ha preso il posto di Previra Immobiliare nella gestione del patrimonio. «Ma il passaggio è avvenuto senza gara europea - scrive in un'interrogazione parlamentare il senatore dell'Idv Elio Lannutti oltretutto la cassa commercialisti riconosce alla Raeg una commissione di agenzia del 4-6 per cento contro lo 0,5 per cento del mercato». E tra i consulenti della controllata Raeg Tekna spunta il nome dell'architetto Maurizio Mazzotta, il portaborse di Francesco Pazienza condannato a 8 anni nell'ambito dell'inchiesta del crac Ambrosiano. Una strana coincidenza. L'ennesima di questa "bolla previdenziale". Il caso dell'Enpam Sul caso dell'Enpam è stato presentato un esposto a Roma si sostiene un danno patrimoniale per l'ente di un miliardo Advisor e consulenze Sotto accusa anche le elevate commissioni agli advisor e le cospicue consulenze sugli investimenti immobiliari I risparmi in fumo I commercialisti hanno affidato più di 1 miliardo a società che hanno mandato in fumo oltre 80 milioni di risparmi I controlli Ma perché i versamenti degli iscritti sono andati in prodotti finanziari così pericolosi? Chi è che doveva controllare? 50 miliardi IL TESORO Il patrimonio immobiliare e azionario delle 21 casse private 1,1 milioni GLI ISCRITTI Sono i professionisti che pagano i contributi per la pensioneIl patrimonio A quanto ammonta il patrimonio immobiliare? E perché è partita la corsa alla svendita di case e appartamenti? 5,5 miliardi I TITOLI TOSSICI Nel portafoglio mobiliare delle casse, investimenti ad alto rischio 1miliardo IL DANNO ENPAM È la stima del buco nei conti della cassa dei medici PER SAPERNE DI PIÙ www.enpam.it www.covip.it Foto: L'ESPOSTO ALLA PROCURA L'esposto alla procura della Repubblica di Roma presentato dall'Enpam e protocollato il 25 maggio scorso Foto: INQUILINI ARRABBIATI Una manifestazione degli inquilini sotto la sede dell'Enasarco. In alto, l'ingresso dell'Ente 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 23 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Fecondazione assistita fino a 50 anni" polemica in Veneto: una spesa inutile CATERINA PASOLINI ROMA - In Veneto fino a 50 anni si potrà cercare di diventare mamme con la fecondazione assistita, a carico del servizio sanitario nazionale. Il tutto grazie ad una delibera regionale che ha messo come limite per i trattamenti (massimo tre) mezzo secolo per le donne e 65 anni per gli uomini. Previo esame di uno specialista che attesti le reali possibilità di riuscita. Il provvedimento ha suscitato dure olemiche, con l'opposizione Pd in testa che accusa i leghisti di demagogia e molti medici contrari ad una «medicina dei desideri perché è sbagliato creare illusioni visto che dopo i 43 anni le possibilità di rimanere incinta sono ridotte quasi a zero». Parola del professor Carlo Flamigni, che da decenni si occupa di fecondazione assistita. «Detesto l'idea di dare un dolore alle donne. Ma la realtà è che invece di aumentare l'età per la fecondazione dovrebbero rendere legale la donazione di ovociti, oggi vietata in Itali. Con quella veramente una donna può diventare madre a 50 anni». «La legge 40 non pone limiti, parla solamente di età potenzialmente fertile ma nei vari centri pubblici in media non si fanno fecondazioni assistite dopo i 43 anni. Troppe donne così vengono rifiutate dai centri senza che vengano valutate le loro reali possibili personali di rimanere incinta». Filomena Gallo, avvocato, vicepresidente dell'Associazione Coscioni è favorevole all'iniziativa Veneta come il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e l'assessore veneto alla Sanità, Coletto che l'hanno definita una «scelta di civiltà». Contrari medici e la federazione delle società scientifiche perché giudicano il provvedimento inutile: «I dati del Registro Nazionale Italiano della PMA, dimostrano che le donne sopra i 43 anni con la fecondazione assistita hanno una possibilità concreta di avere un bebè tra l'1 ed il 2 percento». 29.976 LE MAMME OVER 40 Sono raddoppiate in dieci anni, ora il 4,2 dei bimbi ha mamme over 40 2% LE PROBABILITÀ I medici: dopo i 43 anni sono quasi nulle le probabilità restare incinta SANITÀ NAZIONALE 53 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso Una delibera allunga l'età di intervento pagato dal Servizio Sanitario. I medici: non funziona dopo i 43 17/06/2011 La Repubblica - Ed. Nazionale Pag. 20 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il ceppo non è quello tedesco. Maxi sequestro in Italia Sotto accusa ancora la Germania, dove è stata macellata la carne infetta, poi commercializzata oltralpe nei supermercati della Lidl DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI - Il ceppo è diverso, ma il batterio è uguale e i consumatori cominciano a porsi seri interrogativi sulla qualità dei cibi in circolazione: sette bambini sono ricoverati nella clinica universitaria di Lilla e per uno di loro la prognosi è riservata, anche se i sanitari si dicono moderatamente ottimisti. Come in Germania, la colpa è del batterio E. coli, ma nella sua variante più comune (0157), diversa dalla 0154, che ha provocato la morte di 39 persone in Europa, quasi tutte in Germania. Questa volta, però, l'origine della contaminazione è stata subito trovata: alcuni lotti di hamburger prod o t t i d a l l a S e b e commercializzati Oltralpe dalla catena tedesca Lidl. La carne, secondo l'azienda, è stata macellata in Germania, Belgio (l'agenzia alimentare belga ha però smentito) e Paesi Bassi ed è stata trasformata nell'impianto di Saint-Dizier, nel nord-est della Francia. Ma il responsabile della Seb non ha escluso la provenienza da altri paesi, compreso il nostro. I bambini hanno avuto i primi sintomi della diarrea tra il 10e il 14 giugno, sono stati tutti ricoverati mercoledì, un settimo ieri mattina. Non hanno rapporti fra di loro, ma tutti hanno mangiato hamburger o polpette prodotte dallo stesso stabilimento alla stessa data. Quanto basta per avere la certezza sull'origine della contaminazione. Il batterio è considerato comune e può essere eliminato rispettando le norme igieniche e cuocendo la carne ad almeno 70 gradi per due minuti. Ma in Francia la carne al sangue è la regola, anche per i bambini. Tutti i lotti prodotti dalla Seb sono stati ritirati dal mercato e nessun altro paese è interessato al fenomeno. È però evidente che i sette casi francesi alimentano le paure dei consumatori di fronte a una contaminazione diffusa. Per quanto diverso, anche questo ceppo dell'E.coli è pericoloso: l'infezione, dopo un debutto classico con i sintomi delle diarree, colpisce rapidamente le funzioni renali e le vittime devono spesso essere trattate con la dialisi, senza dimenticare la possibilità di conseguenze neurologiche (stati confusionalie convulsioni). Si aspetta di sapere con esattezza in quale punto della catena produttiva sia avvenuta la contaminazione (macellazione, trasporto, trasformazione, distribuzione) e la Seb, per il momento, rifiuta di assumersi la responsabilità fino a quando le analisi non avranno dato una risposta. Per il momento, il problema è confinato nel nord della Francia. Ma in serata i Nas hanno sequestrato in Italia 5 tonnellate di carne prodotte dalla Seb e distribuite dal marchi Lidl. Coldiretti non nasconde la sua preoccupazione per il ripetersi dei fenomeni di contaminazione alimentare. Il caso degli hamburger francesi, afferma la Coldiretti, è infatti la quarta emergenza alimentare in un anno: nel giugno 2010 furono scoperte le prime mozzarelle blu, all'inizio dell'anno c'è stato lo scandalo dei mangimi alla diossina, adesso le due contaminazioni provocate da altrettanti ceppi dell'E. coli. Anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è stato rassicurante: secondo lui, questi tipi di contaminazione «sono sempre avvenuti». La vicenda L'ALLARME I bambini sono stati ricoverati a Lille, nel nord-est della Francia L'INFEZIONE È stata provocata dal ceppo 0157 dell'E.coli, il più comune LA CARNE La carne infetta è stata prodotta dalla Seb e commercializzata dalla Lidl PER SAPERNE DI PIÙ www.salute.gov.it www.lidl.it Foto: L'EMERGENZA L'ingresso dell'ospedale di Lille. Sopra, un hamburgher in vendita alla Lidl. A destra, un operaio addetto all'inscatolamento della carne SANITÀ NAZIONALE 54 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Francia, hamburger col batterio sette bambini finiscono in ospedale 17/06/2011 La Stampa - Torino Pag. 56 (diffusione:309253, tiratura:418328) Due ore di interrogatorio Caterina Ferrero, ex assessore regionale alla Sanità, da due giorni agli arresti domiciliari, ieri in tribunale per l'interrogatorio di garanzia accompagnata dal legale Roberto Macchia Piero Gambarino L'ex assessore regionale Caterina Ferrero va dal gip e scarica sul suo «alter ego» Piero Gambarino. Lo fa nei passaggi chiave delle accuse contro di lei: la revoca della gara d'appalto per la fornitura di pannoloni per incontinenti per quasi 51 milioni di euro e la decisione di far aprire il servizio di emodinamica all'ospedale di Chivasso in tempo utile per la campagna elettorale del sindaco uscente Bruno Matola. Per la prima accusa Ferrero è finita, mercoledì, ai domiciliari nella sua villa di Leinì, da dove è uscita ieri dopo pranzo per recarsi a Palazzo di giustizia: in tailleur pantaloni blu scuro e faccia tirata, si è difesa per due ore dalle accuse di turbativa d'asta e abuso in atti d'ufficio. Sullo «scambio con Federfarma: appoggio elettorale per il via libera al monopolio sui pannoloni (e altro)», Ferrero fa marcia indietro: «Proposi in giunta la revoca del bando di gara ma non sapevo che si stesse definendo un accordo con Federfarma». Tanto meno l'assessore alla Sanità era al corrente che nei suoi uffici, quello stesso giorno (il 23 settembre scorso), si fosse tenuto un «tavolo tecnico» gestito da Gambarino, con Luciano Platter, Marco Cossolo e altri di Federfarma, al termine del quale Cristiana Pellegri, dirigente del servizio farmaceutico dell'assessorato, venne informata della definizione dell'accordo. Per la fornitura dei pannoloni prevedeva un rimborso alle farmacie di 30 euro mensili per ogni paziente. Gambarino non l'avrebbe informata, e sarebbe ricaduto nel «vizietto» di non informare il suo assessore anche del caso di emodinamica. «Era un'esigenza del territorio aprire quel servizio a Chivasso, per questo l'ho voluto, ritenendo che la delibera programmatica sulla riduzione di quei servizi nella regione non fosse incompatibile con la nuova iniziativa». Ferrero si smarca ancora rispetto a Gambarino (e Secreto, il commissario straordinario dell'Asl di zona) sulla soluzione adottata: la convenzione con Villa Maria Pia, 500 mila euro per l'impiego di un emodinamista della clinica torinese presso la struttura pubblica, due volte la settimana, per sette mesi. «Mai detto a nessuno di affidare il servizio a privati». Roberto Macchia, il suo legale: «Non è stata affrontata la questione del "movente politico" di quegli atti, che ha giustificato per il gip la misura cautelare. Nei prossimi giorni ne chiederò la revoca». Si realizzerà lo scenario previsto in una conversazione intercettata di Vito Plastino (ex commissario straordinario dell'Asl To5) con una dirigente dell'assessorato? Riferendosi ai rapporti fra Ferrero e Gambarino, l'ex manager pubblico dice profeticamente: «Secondo me, fra loro c'è un patto di ferro, e nel caso succeda qualcosa di male lui si prenderà tutte le colpe». Per ora, Ferrero si allontana dal suo alter ego. Oggi toccherà proprio a lui salire al terzo piano del tribunale per essere sentito dai giudici del Riesame, dopo tre settimane di carcere. Contro Gambarino, che ritengono il lato più oscuro del potere di Ferrero, i pm Stefano Demontis e Paolo Toso hanno depositato ieri altre 500 pagine di atti: nuove testimonianze sulle pressioni esercitate per favorire in ogni modo Federfarma e ulteriori calcoli sugli «svantaggi economici» dell'operazione per la Regione. Fra i verbali c'è anche quello del consigliere regionale Pdl, Rosanna Valle, che smentisce pure lei Gambarino: «L'iniziativa di punire i funzionari Spresal fu tutta sua». L'ex alter ego di Ferrero può solo consolarsi di essere uscito dall'isolamento sanitario in carcere: non ha più le pulci. Contro il factotum altre 500 pagine di atti Oggi è atteso davanti ai giudici del Riesame SANITÀ NAZIONALE 55 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ferrero scarica su Gambarino "Chiedete a lui" 17/06/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 16 (diffusione:309253, tiratura:418328) Riecco il batterio killer Ora colpisce in Francia Sette bambini in ospedale. "Avevano tutti mangiato hamburger" Sequestrate cinque tonnellate di carne francese nel Veronese per accertamenti ALESSANDRO ALVIANI BERLINO Sette bambini ricoverati in ospedale, uno dei quali in condizioni gravi. Il batterio Escherichia Coli (E. coli) colpisce la Francia, anche se stavolta si tratta di un ceppo diverso da quello che nelle ultime settimane ha provocato quasi 40 morti in Germania. Diversa anche la probabile origine dell'infezione, su cui si continua ad indagare. Mentre nella Repubblica federale erano finiti sotto accusa diversi tipi di germogli, stavolta i sospetti si concentrano su degli hamburger venduti nei supermercati francesi della catena tedesca Lidl col marchio «Steaks Country». I sette bambini, di età compresa tra i 20 mesi e gli 8 anni e originari del Nord del Paese, si sono ammalati di diarrea sanguinolenta tra il 6 e il 10 giugno, dopo aver mangiato gli hamburger comprati da Lidl. Subito dopo sarebbero comparsi i primi sintomi della sindrome emoliticouremica, una grave complicazione dell'infezione da E. Coli. Tre di loro sono stati colpiti da un'insufficienza renale tale che è stata necessaria la dialisi, ha spiegato il primario del reparto di nefro-pediatria dell'ospedale di Lille, in cui sono ricoverati i bambini. Uno di loro si trova in prognosi riservata. Gli hamburger sono stati prodotti da una società francese, la Seb, che dichiara di utilizzare carni importate da diversi fornitori di Germania, Olanda e Belgio. In serata, tuttavia, l'Agenzia belga per la sicurezza alimentare ha smentito: noi non c'entriamo, le carni provengono «da altri Paesi europei». Lidl ha reagito ritirando tutti gli hamburger della Seb dagli scaffali dei suoi supermercati in Francia. Secondo il gigante tedesco dei discount il prodotto surgelato in questione, venduto in confezioni da un chilo, non verrebbe commercializzato in Italia. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha intanto annunciato che il batterio responsabile sarà esaminato, ma ha invitato a non lasciarsi andare agli allarmismi. In serata tuttavia su disposizione del ministero della Salute - e a scopo precauzionale - sono state sequestrate 5 tonnellate di carne proveniente dalla Francia a marchio «Streaks Country» in una piattaforma logistica della Lidl nel veronese. I campioni dei prodotti saranno analizzati per verificare la presenza di batteri infettivi. La Commissione Ue ha fatto sapere di voler conoscere la causa certa della contaminazione prima di lanciare un allarme a livello europeo. Per ora le autorità francesi hanno escluso «con certezza» che il batterio sia lo stesso di quello responsabile dell'epidemia che ha colpito il Nord della Germania. Quello tedesco è un incrocio del tipo O104, mentre quello francese rientra nel ceppo O157, quello più comune, che generalmente colpisce proprio i più piccoli. Se confermata, non sarebbe la prima volta che degli hamburger provocano un'infezione da E. Coli. Nel 1982 negli Stati Uniti 47 persone furono contagiate dopo aver mangiato degli hamburger poco cotti in alcuni ristoranti di McDonald's. Foto: Campioni del batterio dell'Escherichia coli in un laboratorio SANITÀ NAZIONALE 56 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MA IL CEPPO È DIVERSO DA QUELLO TEDESCO 17/06/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 25 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Mamme a 50 anni con il ticket" I FAVOREVOLI «L'aspettativa di vita cresce: il caso della Nannini dimostra che si può procreare più tardi» I CONTRARI «Innalzare il termine di 43 anni sig nif ica alimentare illusioni pericolose» In Veneto innalzata l'età massima per la fecondazione assistita E' polemica: si ingolfano le liste d'attesa e si sprecano soldi SILVIA ZANARDI VENEZIA Iveneti potrebbero battezzarla «delibera Nannini», visto che proprio alla celebre cantante italiana, diventata mamma di Penelope a cinquant'anni compiuti, devono la loro ispirazione. Fra applausi e polemiche, per diventare mamme in un età in cui si potrebbe anche essere nonne, nella regione leghista di Luca Zaia, basterà pagare il ticket. Con una delibera «a sorpresa» approvata martedì scorso, la giunta regionale del Veneto ha infatti deciso all'unanimità di innalzare a 50 anni l'età massima in cui le donne possono usufruire della fecondazione assistita erogata dal Servizio sanitario nazionale. Se l'età massima consentita è di 43 anni in tutto il territorio nazionale, la giunta di Zaia ha invece deciso di dare una possibilità in più alle donne meno giovani facendole accedere fino a 50 anni compiuti ai servizi offerti in questo campo dal Servizio sanitario nazionale. «È stata una scelta condivisa - dice l'assessore regionale veneto alla Sanità Luca Coletto - pur rispettando la letteratura scientifica non possiamo non tener conto di un'aspettativa di vita in crescita e di casi, come quello della cantante Gianna Nannini, che testimoniano la possibilità di procreare anche in maturità. Non c'e nulla di male». Ma, a cinquant'anni, quante probabilità ci sono di portare a termine una gravidanza? E davvero una mamma over 50 avrà poi tutta l'energia per correre avanti e indietro con biberon e pannolini, e per trascorrere lunghe notti in bianco fra i pianti del piccolo? I primi a criticare la delibera veneta sono i medici, compresi quelli del comitato tecnico che la stessa giunta aveva consultato proprio per fissare i termini. «In Italia non si registrano parti sopra i 43 anni di donne sottoposte a procreazione assistita - osserva Federica Nenzi dell'ospedale di Oderzo (Treviso) -. Innalzare questo termine significa ingolfare ulteriormente le liste d'attesa e sprecare soldi utili a pazienti più giovani». Favorevole invece il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini: «Considero dimostrazione di grande civiltà la scelta della giunta Zaia, attenta a cogliere le aspettative di moltissime donne. Nei Paesi più avanzati in Europa i 50 anni vengono considerati un limite accettabile e la scienza oggi ci aiuta moltissimo per ottenere buoni margini di esito positivo». La delibera non modifica gli altri parametri previsti dalla Regione, e cioè l'età massima di 65 anni per il futuro padre, 4 cicli di trattamento per il primo livello e tre per il secondo. 15 per cento La stima dell'Oms delle coppie con problemi di fertilità nei Paesi industrializzati 3-4 tentativi I cicli di trattamento contemplati dalla delibera a seconda della tecnica usata 2,5 per cento La percentuale di successo della fecondazione assistita su una donna di 44 anni SANITÀ NAZIONALE 57 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il caso In tutta Italia l'età massima per tentare la procreazione assistita è 43 anni 17/06/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) Batterio E. coli la babele genera fantasmi EUGENIA TOGNOTTI La saga dell'Escherichia Coli si arricchisce di un nuovo capitolo dopo l'annuncio, arrivato in queste ore, che ben sette bambini sono stati ricoverati all'Ospedale universitario di Lille, in Francia, dopo aver mangiato carne contaminata da un ceppo di E.coli. Stando alle rassicuranti affermazioni del ministero della Salute e delle autorità sanitarie, non ha nulla a che fare, fortunatamente, con quello, virulento, che ha ucciso trentasette persone in Germania. Nihil sub sole novi, niente di nuovo sotto il sole, potremmo dire: la storia recente riporta episodi di questo tipo nel recente passato, ad esempio alla fine del 2005, causa una partita contaminata di hamburger. Insomma, in tempi «normali», l'intossicazione alimentare - provocata dall'ingestione di carne macinata contaminata, conosciuta anche come «hamburger disease», malattia dell'hamburger - non occupa di certo le prime pagine dei giornali. Con 100 casi segnalati ogni anno dal 1996 in Francia, per fare l'esempio del Paese oggi alla ribalta, si può dire che sia una malattia relativamente comune. Il fatto è che, in queste settimane, lo spettro dell'E.coli si aggira per l'Europa, fa paura e promette altri danni semmai non bastassero quelli già provocati dal ceppo «cattivo». Ma anche degli spettri, in pieno XXI secolo, si può avere ragione. Cominciando, magari, a fare chiarezza, perché niente comunica ansia come il dubbio e l'incertezza: da dove arrivava la carne, dai loca infesta del famigerato ceppo 0104 (i dintorni di Amburgo) o da altri Paesi? Quali sono le cause della contaminazione? Ci sono conferme dell'assenza di collegamento tra le due infezioni, quella tedesca e quella francese? Se è così, come pare, sarebbe bene evitare la babele comunicativa dell'altra volta, e che, a parlare, con dati certi, sia il portavoce della Commissione Ue, una volta acquisite tutte le informazioni. Un'altra cosa che si può fare è quella di insistere sulle pratiche e le norme di sicurezza suggerite dagli igienisti e dagli esperti di sanità pubblica. È ben noto che la maggior parte delle infezioni si diffonde attraverso acqua o alimenti contaminati, come, appunto, gli hamburger crudi o poco cotti e la frutta non lavata, entrati malauguratamente in contatto con escrementi animali. Al momento della macellazione, la carne può essere contaminata. Ma i batteri E.coli non sopravvivono a temperature superiori ai 65 C. Infiltrandosi nei nostri mezzi di comunicazione, l'E.coli si sta replicando e diventando più minaccioso. Sul sensazionalismo mediatico possono ben prevalere le evidenze scientifiche e la ragionevolezza. SANITÀ NAZIONALE 58 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 17/06/2011 Il Messaggero - Roma Pag. 47 (diffusione:210842, tiratura:295190) È scontro tra Governo e Regione sulla legge che la Pisana ha varato in tema di accreditamenti di strutture sanitarie private. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un'impugnativa con la quale ritiene di dover proporre la questione di legittimità costituzionale su questa legge. Le norme regionali in esame, secondo il Governo, «consentono alle strutture sanitarie private di continuare ad operare, addirittura in regime di accreditamento, in assenza dei requisiti di legge e in attesa dell'eventuale successiva acquisizione delle certificazioni comprovanti il possesso dei predetti requisiti di legge». La stessa legge, infatti, «non prevede un limite temporale certo e prefissato di cessazione del regime di accreditamento provvisorio per le strutture che non abbiano i requisiti per l'accreditamento». Una situazione che, secondo l'esecutivo, «può rivolgersi a discapito dei pazienti che vengono a essere privati della garanzia di qualità delle prestazioni sanitarie, con violazione del diritto alla salute e violazione del principio di eguaglianza». I consiglieri regionali dei Radicali, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, sottolineano di aver denunciato «sin dal primo momento una legge irricevibile che da una parte ha riaperto i termini per l'accreditamento di strutture che si sono sentite extraterritoriali anche sul rispetto delle leggi, dall'altra ha stabilito il principio secondo il quale la programmazione sanitaria si fonda sulla dislocazione delle strutture private e non su chi quel servizio lo paga». La bocciatura della legge sugli accreditamenti «conferma che questa amministrazione regionale è alla deriva - commenta il capogruppo regionale Pd Esterino Montino - Voleva essere una furbesca scorciatoia a favore delle sanità privata si è rivelata un bluff clamoroso: le strutture private dovranno ricominciare tutto l'iter dell'accreditamento daccapo in base alle profonde modifiche richieste e che dovranno passare al vaglio del consiglio regionale». Foto: Una struttura privata SANITÀ NAZIONALE 59 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità privata, scontro Governo-Regione sugli accreditamenti 17/06/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 17 (diffusione:210842, tiratura:295190) Mamme a 50 anni, in Veneto si può Effetto Nannini, molti i contrari: «È medicina dei desideri» La fecondazione assistita è a carico del Servizio sanitario nazionale S.I. ROMA - Mamme a 50 anni con la fecondazione assistita e a carico del Servizio sanitario nazionale. Sarà possibile in Veneto, grazie ad una delibera regionale che ha esteso la possibilità di tali trattamenti alle cinquantenni. E c'è già chi lo definisce effetto Nannini, riferendosi alla celebre cantante diventata mamma a 54 anni. La decisione non ha mancato di suscitare polemiche, con esponenti del mondo scientifico che sottolineano come le chance di ottenere una gravidanza in donne over-40 siano limitate, ma anche da parte degli esponenti dell'opposizione in Veneto che chiedono il ritiro del provvedimento. Al contrario, per il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e per l'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, si tratta di una «scelta di civiltà». D'altronde, la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (pma), precisano i giuristi, non prevede limiti d'età per tali tecniche, ma fa riferimento ad una «età potenzialmente fertile». Favorevole ma con prudenza il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, secondo il quale non c'è nessuna preclusione alla possibilità di effettuare interventi di fecondazione assistita anche a donne fino a 50 anni, «ma la condizione di base è che si tratti di interventi di comprovata efficacia e non, invece, di procedure che rientrano solo in una medicina dei desideri». Chiedono di ritirare la delibera i rappresentanti dell'opposizione Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin (gruppo misto), esponente di Verso Nord. Per i due consiglieri la delibera è incoerente con le premesse scientifiche, che argomentano le possibilità di successo della fecondazione artificiale individuando, per le donne, il limite dei 43 anni. Anche la Federazione italiana delle società scientifiche della riproduzione (Fissr) esprime «disappunto». «Mentre tutte le Regioni stanno coordinandosi in uno sforzo comune nel fissare ad una età massima di 43 anni per tutta l'Italia l'accesso alle tecniche di pma sottolinea il presidente della Federazione, Riccardo Talevi - la giunta della Regione Veneto assume una decisione, anche contro il parere dei propri tecnici, che può essere spiegata solo da una assoluta ignoranza della materia o da un atteggiamento demagogico. Nessun esperto della materia ignora infatti che le gravidanze miracolose in età avanzatissima sono oggi ottenibili soltanto con la tecnica della donazione di ovociti od embrioni da parte di un'altra donna (tecnica vietata in Italia dalla legge 40)». Talevi ricorda che le donne sopra i 43 anni che intraprendono cicli di fecondazione assistita hanno una possibilità concreta di portare a casa un bambino variabile tra l'1 ed il 2 per cento. Foto: Gianna Nannini accanto al manifesto che la ritrae con il pancione La cantante è diventata mamma a 54 anni SANITÀ NAZIONALE 60 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA POLEMICA 17/06/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 11 (diffusione:210842, tiratura:295190) Batterio nell'hamburger sette bambini in ospedale Paura in Francia, intossicazione da Escherichia coli Sequestrate in Italia in via cautelativa cinque tonnellate di carne macinata CARLA MASSI ROMA - Adesso è la Francia ad aver paura. Adesso il batterio ha scelto gli hamburger per crescere, moltiplicarsi e colpire. Sette bambini, tra i venti mesi e gli otto anni, sono stati ricoverati al policlinico di Lille, a Nord del paese. Diagnosi: int o s s i c a z i o n e alimentare da Escherichia coli. Il m i c r o r g a n i smo è emigrato dai germogli di legumi tedeschi alle polpette francesi? No. Si tratta dello stesso batterio, è vero, ma con fisionomia diversa. Non un nuovo mix come quello di Amburgo. Per gli esperti non c'è legame. Certo è che tutti bambini hanno mangiato hamburger surgelati venduti nei supermercati Lidl. Tempo poche ore dal pasto e sono stati colpiti da diarrea emorragica. Per tre dei piccoli pazienti è stata decisa la dialisi. L'infezione parte dall'intestino ma, nel momento in cui subentra anche l'emorragia, colpisce anche l'apparato urinario. Potrebbe avere anche problemi neurologici quello di venti mesi che è in prognosi riservata. Gli hamburger, confezioni da un chilo con scadenza maggio 2012 con il marchio Steaks Country sono stati immediatamente riconosciuti come i responsabili dell'infezione. L'agenzia sanitaria francese ha ricostruito il percorso fatto dalla carne, dall'allevamento al supermercato. Proveniva dalla Germania, dal Belgio, dall'Olanda. Per ora, nessun allarme dalla Ue. Comunque, i carabinieri dei Nas, a scopo cautelativo, hanno sequestrato, in provincia di Verona: 1570 confezioni di hamburger e 4mila di polpette da 900 grammi. Circa cinque tonnellate di prodotto dell'azienda francese che è all'origine dell'infezione della zona di Lille. La Lidl Italia sta ritirando dai suoi supermercati i prodotti sospetti. «Non mi sembra non sia il caso di generare preoccupazione e allarme» commenta il ministro della Salute Ferruccio Fazio. «Queste epidemie da batterio Escherichia coli aggiunge si verificano spesso. E, spesso, sono appunto nei bambini. Verrà, comunque, esaminato il batterio responsabile. Valuteremo la situazione, molti fenomeni avvengono per cattiva conservazione della merce». L'Europa potrebbe aver deciso di prendere tempo per non incorrere negli errori mediatici dei giorni scorsi, quando sono stati lanciati molti allarmi poi ridimensionati o smentiti. In un primo tempo sono stati indicati i cetrioli come colpevoli poi, altre verdure arrivate sempre dalla Spagna. Le ricerche hanno dimostrato che si è trattato di un nuovo batterio (l'unione di due microrganismi) e che l'epidemia è nata in un'azienda agricola tedesca produttrice di germogli di legumi: 39 vittime, 38 in Germania e una in Svezia. E anche il numero dei casi è aumentato. Sono 3.304, cinquanta in più rispetto a due giorni fa. La Commissione Ue invita alla prudenza: «Non è detto - precisa Frederic Vincent, portavoce del commissario Ue alla Salute e ai consumatori John Dalli - che sia la carne la causa della contaminazione. Dobbiamo fare altre verifiche». La vicenda del batterio, oltre alle vittime, ha generato forti scompensi economici nel mercato ortofrutticolo dei paesi del Mediterraneo. Vendite a picco, spesa dimezzata per frutta e verdura. Proprio ieri una buona notizia per i coltivatori. Il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, ha firmato un decreto per gestire la crisi finanziaria che ha colpito i prodotti coinvolti nell'epidemia tedesca. Come i cetrioli, i pomodori, le insalate, i peperoni e le zucchine. Tonnellate di merce al macero per il fermo delle esportazioni e lo stop delle vendite. Dalla Commissione europea uno stanziamento di 210 milioni di euro. Foto: Un hamburger surgelato del tipo di quelli comprati in Francia che hanno provocato l'infezione di Escherichia coli SANITÀ NAZIONALE 61 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sotto accusa il prodotto venduto al supermercato Lidl L'ALLARME 17/06/2011 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 17 (diffusione:192677, tiratura:292798) Fecondazione con mutua a 50 anni La scelta del Veneto divide l'Italia Marino Smiderle Venezia La giunta regionale del Veneto è amica delle mamme. Anche quelle che, alla soglia dei cinquant'anni, non lo sono ancora diventate ma contano di farlo con la fecondazione assistita. Grazie alla delibera firmata dall'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, approvata all'unanimità, queste signore potranno tentare di coronare il sogno della maternità pagando semplicemente il ticket. Sì, insomma, mamme un po' agée ma sempre a carico della mutua. La cosa ha suscitato reazioni opposte. Da un lato c'è chi, come il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, parla di «scelta di grande civiltà e attenta a cogliere le aspettative di moltissime donne», dall'altro c'è invece lo schieramento degli scettici, come Antonino Pipitone, consigliere regionale di Italia dei Valori e medico, che sostiene che «queste sono esagerazioni che rischiano di disorientare le nostre famiglie». Tutto perché, rispetto agli originali limiti d'età previsti dal testo originario della delibera sulla fecondazione assistita a carico del sistema sanitario nazionale, 43 anni per le future madri e 65 per i futuri padri, peraltro proposti dal gruppo tecnico di specialisti e medici, la giunta Zaia ha ritenuto opportuno piazzare una sorta di emendamento-Nannini ed elevare così il limite di età delle donne a 50 anni. «Siamo ben consci che una valutazione meramente scientifica e rigidamente statistica porterebbe ad indicare un limite di età più basso spiega Coletto - ma abbiamo ritenuto di dare un segno di civiltà alle coppie ed alle donne che si trovano in un'età ancora feconda seppur un po' avanzata». Ovviamente anche per queste aspiranti mamme resta limitato il numero di tentativi, tre o quattro a seconda della tecnica d'inseminazione utilizzata. Restano però le perplessità del gruppo dei medici che avrebbe dovuto fare da consulente alla giunta veneta. La dottoressa Federica Nenzi, dell'ospedale di Oderzo ha dichiarato al Corriere del Veneto che ricorrere a questo tipo di tecnica per una cinquantenne equivale a ingolfare le liste d'attesa e sprecare soldi «che vengono sottratti a pazienti trentenni». «Ringrazio anche chi ha opinioni diverse - replica Coletto l'importante è che non si perda di vista lo spirito con il quale abbiamo deliberato, assegnando un rilievo particolare all'aspetto umano, psicologico e sociale ed alle aspirazioni profonde della coppia e della donna». Spirito umano che, alla fine della fiera, farà risparmiare una decina di migliaia di euro alle signore a cui, grazie alla giunta Zaia, potranno sfidare la scienza e l'età pagando solo il ticket. Claudio Sinigaglia, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin (gruppo misto) hanno chiesto all'assessore di ritirare la delibera perché incoerente con le premesse scientifiche. NUMERI 32.578 Le mamme over 40 sono triplicate negli ultimi tredici anni. Erano 12.383 nel 1995, sono diventate 32.578 nel 2008. Le neomamme con più di 40 anni sono il 5,7% 67 anni Due casi eclatanti: Adriana Iliescu, mamma nel 2005 a 67 anni e Carmela Bousada, che nel 2006, a 67 anni, ha dato alla luce due gemelli: è finita nel Guinness 63 anni Il record di «anzianità» per una neomamma in Italia. Si tratta di Rosanna Della Corte, che ha avuto un figlio nel 1993, assistita dal ginecologo Antinori Foto: CONTRO CORRENTE Foto: La gravidanza della cantante Gianna Nannini aveva provocato grandi dibattiti. La donna infatti è diventata madre a 54 anni. La cantante ha avuto una bambina, Penelope SANITÀ NAZIONALE 62 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Effetto Nannini 17/06/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 15 (diffusione:105812, tiratura:151233) Mente, quella fragilità che oscura le famiglie In Italia dieci milioni di malati psichici senza assistenza adeguata Un progetto dell'Istituto di antropologia e del Policlinico Tor Vergata Bollero: attivare risorse di aiuto per i familiari è un dovere sociale Grassani: nuovi criteri per sostenere chi sta loro accanto Paola Molteni La persona al centro della ricerca scientifica. E la famiglia, come interlocutore da ascoltare e sostenere nella cura del paziente. Perché proprio sulla preparazione delle risorse assistenziali si gioca la sfida per la medicina del futuro. Che non può essere vinta senza le competenze educative e psicologiche necessarie. Sul terreno di questa missione difficile si incontrano due realtà apparentemente lontane come il Policlinico Tor Vergata di Roma e il milanese Istituto di Antropologia per la Cultura della Famiglia e della Persona. Che hanno appena siglato una convenzione per un progetto di studio e formazione che sappia armonizzare l'esperienza medica e la ricerca nel campo delle scienze umane. Tra i primi impegni della collaborazione, la riflessione su un problema socio-assistenziale grave come quello dell'abbandono dei malati psichici. Emergenza che i due enti intendono contrastare scoprendo innanzitutto qual è la situazione dei malati e delle loro famiglie, evidenziandone emergenze e bisogni: dal sostegno domiciliare alla presenza di operatori specializzati. «Proprio la cronicità della malattia, in generale, costituisce la criticità del nostro sistema sanitario nazionale», precisa Enrico Bollero, direttore generale del polo ospedaliero, che ci tiene a motivare la partnership realizzata con l'istituto milanese servendosi di numeri eloquenti. «Nel 2050 il 30 per cento della popolazione italiana sarà ultrasettantenne, uno scenario che fa capire quanto la figura medica della quale si avrà sempre più bisogno non sarà il tecnocrate interessato a fornire la cura perfetta ma - prosegue - il medico che sarà capace di offrire cure amorevoli ai suoi pazienti, basate non solo sulla prescrizione di farmaci ma soprattutto su un dialogo disponibile e costante anche con la famiglia che in molti casi assorbe totalmente la presa in carico del malato». Si tratta di una famiglia «profondamente cambiata rispetto al passato - osserva ancora Bollero - nella quale i compiti di cura non possono più essere facilmente assolti». «Attivare risorse di aiuto e di assistenza alle famiglie è dunque un dovere sociale imprescindibile - conclude il direttore del Policlinico Tor Vergata - ed è per questo che abbiamo deciso di collaborare con una realtà qualificata come l'istituto di Antropologia». Un centro, quest'ultimo, che è il frutto dell'alleanza tra Università Cattolica, Regione Lombardia, Confederazione italiana dei consultori di ispirazione cristiana e Ospedale Maggiore di Milano. Da un anno e mezzo attivo sul fronte della ricerca scientifica rivolta alla realtà concreta delle più diverse situazioni familiari. «Proprio la complessità della moderna realtà familiare ci ha portati a sviluppare programmi di studio e di formazione orientati al modello di multidisciplinarietà che integra contributi e competenze di professionisti delle scienze mediche, educative, psicologiche e giuridiche», informa l'avvocato Goffredo Grassani, presidente dell'istituto che conferma quanto la famiglia oggi abbia bisogno di scambi e di confronti, prendendo ad esempio proprio la malattia psichica. «La realtà del disturbo psichico riguarda almeno dieci milioni di persone in Italia e coinvolge una famiglia su due, almeno un quinto dell'intera popolazione nazionale - ricorda Grassani - una vera e propria emergenza sociale che la struttura sanitaria non può riuscire a fronteggiare da sola. Ecco perché è importante che un polo ospedaliero pubblico di eccellenza nella cura psichiatrica come il Policlinico di Tor Vergata possa dotarsi di nuovi strumenti interdisciplinari per rispondere alle esigenze di cura e di assistenza dei malati. Le ricerche multidisciplinari come quelle che il nostro istituto ha già realizzato in Lombardia ma anche in Sardegna e nella stessa città di Roma, possono portare ad esempio a identificare nuovi modelli di riforma sanitaria, a sperimentare la capacità del volontariato di sostenere situazioni difficili come quella dell'assistenza ai malati psichiatrici. E anche alla preparazione di operatori specializzati». E proprio al fine di creare una nuova cultura, figure e strumenti sul fronte dell'assistenza socio-sanitaria si collocheranno le prime iniziative concrete della collaborazione tra l'ospedale romano e l'istituto milanese: dei master di studi che si attiveranno nelle rispettive città a partire dal prossimo SANITÀ NAZIONALE 63 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Approccio multidisciplinare per fronteggiare l'emergenza La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 64 SANITÀ NAZIONALE Pag. 15 Avvenire - Ed. Nazionale 17/06/2011 (diffusione:105812, tiratura:151233) autunno. Foto: Bollero Foto: Grassani 17/06/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 14 (diffusione:105812, tiratura:151233) «Pillola del quinto giorno Un aborto mascherato» «Negli studi è confrontata con la Ru486» La bioeticista Di Pietro: è inutile anche il test di gravidanza, perché non segnala la presenza dell'embrione se non è annidato in utero ENRICO NEGROTTI DA MILANO «Ancora una volta si spaccia un prodotto anche ad azione abortiva per un contraccettivo. E creando ad arte una grande confusione si elude un discorso di reale prevenzione dell'aborto». Di fronte alla possibile introduzione tra i farmaci disponibili in Italia della cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo, Maria Luisa Di Pietro, endocrinologo e medico legale, docente di bioetica presso l'Università Cattolica di Roma e componente del Comitato nazionale per la bioetica, mostra tutta la sua perplessità: «Si rimane stupiti e sconfortati: anche l'idea che basti un test di gravidanza a garantirne l'effetto contraccettivo è un inganno. Infatti i test in commercio non sono efficaci prima di 8-9 giorni, quando cioè l'embrione è già impiantato. Ma questa pillola agisce prima, impedendo l'impianto dell'embrione in utero». Cosa pensa della possibile introduzione nel nostro Paese della la pillola dei cinque giorni dopo, l'ennesimo farmaco dedicato alla cosiddetta contraccezione d'emergenza? La proposta di inserire anche la pillola dei cinque giorni dopo (ulipristal acetato, nome commerciale ellaOne) nel circuito dei prodotti in vendita in Italia è molto preoccupante. Ancora una volta viene proposto un prodotto che, oltre all'azione contraccettiva, ha anche un'azione abortiva. Riducendo l'aborto all'assunzione di una pillola e mascherandolo da contraccezione, si allargano le possibilità di ottenere l'interruzione di gravidanza con modalità fai-da-te. Tra l'altro questo prodotto è uno strumento - come ha osservato anche l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - potrebbe essere pericoloso per la salute delle donne in caso di uso ripetuto. Come agisce la pillola? È vero che è solo contraccettiva, cioè che impedisce la fecondazione, altrimenti non è efficace? Il principio attivo della pillola è l'ulipristal acetato, un antiprogestinico. Gli studi clinici, anche a confronto con il mifepristone (la Ru486), hanno messo in evidenza che se l'ovulazione non è ancora avvenuta, l'ulipristal può bloccarla (meccanismo contraccettivo). Ma se l'ovulazione è già avvenuta, il meccanismo d'azione consiste nel rendere difficoltoso l'annidamento dell'embrione in utero (meccanismo abortivo). Perché allora viene definito solo contraccettivo? Perché si sta creando volutamente una duplice confusione. Da un lato, per definire l'ulipristal solo contraccettivo viene negato l'effetto antinidatorio; dall'altro lato, si sono modificati i connotati della gravidanza. L'Organizzazione mondiale della sanità definisce la gravidanza non più il periodo tra la fecondazione e il parto, ma tra l'annidamento in utero dell'embrione e il parto. In questo modo impedire l'annidamento non sarebbe un aborto perché non si interromperebbe una gravidanza. Questo gioco di parole non può nascondere che esiste già un embrione che si sta sviluppando. Il fatto che non si sia ancora annidato in utero non significa che non esista; e, anzi, gli verrebbe impedito di svilupparsi. Ma la limitazione dell'uso della pillola dei 5 giorni dopo all'effettuazione di un test di gravidanza non serve a escludere questo rischio? No. In realtà chi appoggia l'introduzione dell'ulipristal non si preoccupa dell'eventuale effetto antinidatorio (che anzi nega), ma solo di evitare che una donna che sia già gravida, nel solo senso del già avvenuto impianto dell'embrione in utero e che non sappia di esserlo, eviti di assumere un prodotto che potrebbe causare danni al nascituro. Infatti il test "precoce" di gravidanza si basa sulla rilevazione della presenza dell'ormone della gravidanza (beta-HCG): peccato che tale test dia esito positivo solo 8-9 giorni dopo la fecondazione, quando l'embrione si è già annidato in utero. Quindi se c'è stata la fecondazione, ma l'embrione non si è ancora annidato, il test darà comunque esito negativo, anche se l'embrione esiste e sta viaggiando verso l'utero. L'assunzione dell'ulipristal non sarebbe allora contraccettiva, ma abortiva. Quindi i test attualmente in uso non servono a escludere un'azione abortiva della pillola, perché non segnalano la presenza dell'embrione se non è ancora annidato in utero. Esistono test che potrebbero segnalare la presenza dell'embrione subito dopo la fecondazione. Sono i cosiddetti fattori precoci di gravidanza (Epf, Early pregnancy factor ), ma non vi è SANITÀ NAZIONALE 65 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato bioetica Forti perplessità all'introduzione di un nuovo «contraccettivo d'emergenza», che può però avere anche l'effetto di impedire lo sviluppo dell'embrione LA DIFESA DELLA VITA 17/06/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 14 (diffusione:105812, tiratura:151233) SANITÀ NAZIONALE 66 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ancora una sperimentazione adeguata e, quindi, non è a questi test che è stato fatto riferimento. Ha fondamento scientifico definire la gravidanza non dalla fecondazione, ma dall'annidamento? Evidentemente no. Si tratta di una sorta di ingegneria semantica. Si considera gravidanza lo stato soggettivo della donna e che la presenza dell'embrione nel corpo della madre cominci solo con l'annidamento. In tal modo si relega il nuovo essere umano, che si sta sviluppando dopo la fecondazione, in un limbo indefinito: fino a cancellarne l'esistenza. Foto: Maria Luisa Di Pietro 17/06/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 14 (diffusione:105812, tiratura:151233) Roccella: un percorso vincolato A differenza della pillola abortiva Ru486 - ha spiegato in una nota il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella -, che seguì la procedura del mutuo riconoscimento, l'autorizzazione della «pillola dei 5 giorni dopo» è centralizzata, richiesta dal produttore all'ente regolatorio europeo, l'Ema. «In base al parere scientifico formulato dall'Ema, la Commissione Europea ha adottato la decisione di autorizzazione all'immissione in commercio, vincolante per tutti gli Stati membri. Le agenzie nazionali di regolazione, come la nostra Aifa, hanno un minimo margine di azione, che riguarda le modalità di accesso al farmaco. La pillola EllaOne è stata rubricata come "contraccettivo di emergenza" dalle autorità europee. Su questa catalogazione non può intervenire né l'Aifa né tantomeno il ministero della Salute», ma solo le autorità europee. SANITÀ NAZIONALE 67 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MINISTERO 17/06/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 12 (diffusione:105812, tiratura:151233) Iniziativa del Rotary per i familiari dei bambini ricoverati all'ospedale pediatrico «Pausilipon» Valeria Chianese NAPOLI «Alma Mater» è la residenza inaugurata ieri mattina all'ospedale pediatrico Pausilipon di Napoli che accoglierà le mamme dei bambini e dove i piccoli pazienti oncologi, purtroppo in stato terminale, riceveranno le cure palliative pediatriche. «I bambini possono essere colpiti da malattia inguaribile e, indipendentemente dall'età, sperimentare tutte le difficoltà cliniche, psicologiche, relazionali e spirituali che malattia inguaribile e morte comportano. In questo ambito, le cure palliative pediatriche si propongono come strumento adeguato per dare risposte concrete a questi bisogni», ha dichiarato il presidente del Rotary Posillipo Carlo Ruosi, che ha coinvolto tutti i circoli Rotary napoletani per offrire all'azienda ospedaliera, guidata da Anna Maria Minicucci, un ambiente adeguato, realizzato in soli cinque mesi e che è il primo in Europa. «L'iniziativa del Rotary dimostra che la storia di Napoli non solo male, ma prosegue grazie all'impegno dei tanti napoletani, come i rotariani, che sono al servizio della città, al cuore di Napoli», ha sottolineato il cardinale Crescenzio Sepe, che ha benedetto la nuova residenza. «Io dico che è vero che siamo tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri e questi sono i bambini che mi stanno particolarmente a cuore. Il Rotary si è impegnato in questo percorso e ci aiuta anche nel nostro progetto di adozione di vicinanza per i nostri bambini che non vanno a scuola». SANITÀ NAZIONALE 68 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Napoli, inaugurata una casa per le mamme Le assisterà coi loro piccoli, malati di cancro 17/06/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) L'ORDINE DEI MEDICI PROCESSA IL CHIRURGO CHE BOCCIA I COLLEGHI CAMICI E INDAGINI Procedimento disciplinare in vista per l'universitario Borgonovo L'ORDINE dei Medici si è riunito nel tardo pomeriggio di ieri e nei prossimi giorni aprirà un'inchiesta interna sui veleni e le accuse tra medici al pronto soccorso del San Martino. Il procedimento disciplinare, per violazione del codice deontologico, scatterà la prossima settimana: negli uffici di piazza della Vittoria la vicenda che ha visto come "accusatore" l'universitario Giacomo Borgonovo, primario della chirurgia d'urgenza, ha creato stupore e imbarazzo tanto che il presidente Enrico Bartolini ha scelto la strada del silenzio e si è limitato a dire: «Valuteremo con grande attenzione quello che è successo». Borgonovo, in una mail riservata al direttore sanitario Luciano Bernini ma che ha fatto, per errore, il giro dell'ospedale, aveva contestato il trasferimento al pronto soccorso di alcuni chirurghi provenienti da altri reparti. Giudizi pesantissimi nei confronti dei colleghi: «scarsa cultura, mancanza di dignità, in alcuni casi assoluta mancanza di gestire un malato modernamente». Nella mail viene contestato il trasferimento del chirurgo Franco Arpe: «Gli ho parlato francamente e gli ho detto che non saprei francamente come impiegarlo. Ovviamente mi sono astenuto dal fare commenti ma come sai ho una stima modesta e non credo che porterebbe alcun valore aggiunto ai già "elevati" valori aggiunti che posseggo». Borgonovo assicura di essersi chiarito con il collega Arpe e ammette: «Era una mail riservata, non una lettera formale, ma me ne assumo tutte le responsabilità». SANITÀ NAZIONALE 69 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TENSIONE E VELENI AL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA 17/06/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) Pronto soccorso nel caos Villa Scassi in tilt, il "contagio" si propaga agli altri ospedali della città GUIDO FILIPPI CLIMA ESTIVO, ricoveri da pieno inverno e pronto soccorso in ginocchio. Malati che aspettano sette ore per una visita, ambulanze dirottate da un ospedale all'altro, barelle esaurite e ricoveri bloccati per alcuni giorni. Insomma siamo di nuovo al disastro del pianeta emergenza, proprio un mese dopo le promesse ai quattro venti di Asl 3 e Regione per salvare il Villa Scassi. L'ambulatorio dei codici bianchi alla Fiumara non è stato aperto e non aprirà almeno per i prossimi due mesi, eppure, per evitare la paralisi dell'ospedale di Sampierdarena, sembrava una grande trovata. Ma gli impegni sono finiti nel burrone sempre più profondo delle promesse non mantenute. Il 12 maggio scorso, dopo una decina di giorni di caos quotidiana, di pazienti in coda, di reparti al completo e di ricoveri gestiti dai medici con metodi poco trasparenti, il direttore generale della Asl 3 Renata Canini e l'assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo avevano sbandierato la soluzione a tutti i problemi: «Ambulatori dei codici bianchi alla Fiumara. Sarà il primo servizio alternativo al pronto soccorso». Come ogni annuncio-promessa che si rispetti c'era ovviamente una data di partenza: fine giugno, inizio luglio. Solo parole per arginare le polemiche: dal quartier generale della Asl 3 confermano che il progetto del pronto soccorso light alla Fiumara è stato presentato ma è rimasto sulla carta. Il direttore sanitario Giovanni Bruno pensa già al suo prossimo impegno alla Asl 1 imperiese dove tornerà a lavorare dai primi di luglio come ha annunciato ai suoi collaboratori ma si è più volte lasciato scappare: «Non c'è nessun progetto sulla Fiumara. Almeno fino a settembre non è prevista l'attivazione di ambulatori di pronto soccorso». La conferma arriva, non ufficialmente anche dai vertici del Gore (il gruppo operativo per l'emergenza diretto da Gianni Orengo del San Martino): «Non si è mai parlato della Fiumara». Alla faccia delle garanzie di Asl 3 e Regione: il minipronto soccorso avrebbe dovuto accogliere le persone con patologie non gravi e quindi da non ricoverare. Il servizio avrebbe dovuto funzionare dal lunedì al venerdì, per dodici ore consecutive, dalle 8 alle 20, ma non nei fine settimana. Il piano prevedeva addirittura una fase due, ossia un secondo centro alla Doria, in Valbisagno. Non è stato ancora aperto l'ambulatorio della Fiumara, difficile pensare a quello all'interno della piastra ambulatoriale di Struppa. Così ieri pomeriggio intorno alle cinque al Villa Scassi è suonata la resa si è toccato il paradosso che c'era una coda di quaranta minuti abbondanti per arrivare davanti a un infermiere e spiegare le proprie necessità. I reparti, controllati giorno dopo giorno dalla direzione sanitaria dello Scassi, hanno messo a disposizione (come da ordine della Regione), una ventina di posti letto per l'emergenza, ma i ricoveri programmati sono bloccati da inizio settimana e una ventina di interventi chirurgici non urgenti sono stati rinviati di una settimana. Mercoledì mattina, su indicazione del primario Mauro Zanna, è partita una telefonata alla centrale del 118: «Siamo in grossa difficoltà perchè abbiamo tre malati gravi, dirottate le ambulanze negli altri ospedali». E così è stato fino al primo pomeriggio quando la situazione è migliorata. Dunque è di nuovo il caos e nelle ultime 48 l'allarme rosso è suonato, catena anche al San Martino e al Galliera perchè se uno va in crisi, i malati vengono spostati negli altri due. Nelle ultime 24 ore sono passate dal San Martino 250 persone: «Accessi da record, assolutamente anomali per il periodo» commenta il direttore del dipartimento di emergenza Marco Comaschi. Ma da lunedì sono alle corde anche i piccoli centri come il San Carlo di Voltri e il Padre Antero di Sestri. L'influenza non è più un alibi. NELLE ULTIME 24 ORE 97 persone visitate al pronto soccorso 115 250 GALLIERA VILLA SCASSI SAN MARTINO 136 i pazienti trasportati in ambulanza nei pronto soccorso 19 i letti che il Villa Scassi ha messo ieri a disposizione dell'emergenza SANITÀ NAZIONALE 70 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MANCA IL PROGETTO PER LA FIUMARA, NIENTE AMBULATORI FINO A SETTEMBRE 17/06/2011 Il Secolo XIX - Genova Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Barelle al pronto soccorso in uno dei momenti di crisi dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena Foto: SAN MARTIN0 BARELLE ESAURITE Foto: Mercoledì al San Martino non c'erano le barelle: malati in attesa in piedi SANITÀ NAZIONALE 71