Tel. - Italia News Brasile

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Anno 2010 n° 4
Copia gratuita
D E D I C AT O
IL PUNTO
IL PAESE
CHIEDE
GOVERNABILITA’
A
l Nord ha vinto la Lega, al
Centro ha tenuto il Partito
Democratico, al Sud ha vinto il Partito
della Libertà. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia del risultato delle elezioni che si sono tenute in tredici
regioni italiane il 28 e il 29 marzo.
Un anno di scandali e di inchieste giudiziarie non hanno evidentemente scalfito il giudizio della maggioranza degli
italiani su Silvio Berlusconi. Che, da
abilissimo comunicatore qual è, anche
stavolta è riuscito a trasformare una
partita elettorale locale in un referendum su di lui. E ancora una volta l’ha
vinto.
Il bipolarismo appena introdotto nel
nostro Paese ne esce azzoppato. Chi
pensava, sperava o soltanto prevedeva,
che il panorama politico italiano si
andasse sempre più concentrando sull’operato di due grandi partiti deve
ricredersi.
Nel centrodestra quanto nel centrosinistra si muovono invece più di un soggetto. La Lega, l’unico vero vincitore
di queste elezioni (ha conquistato il
Veneto e il Piemonte, ha avuto percentuali record nella più “rossa” delle
regioni italiane, l’Emilia Romagna e si
è molto ben piazzato anche in Umbria)
conferma di tenere le redini della coalizione del centrodestra e di poter dettare legge.
Così, Bossi non solo rilancia la riforma
federalista (adesso non si può più perdere tempo) ma si candida addirittura a
sindaco di Milano, scatenando le ire
degli ex An che tra il Carroccio e gli
uomini di Berlusconi rischiano di venir
messi all’angolo.
Dall’altro lato, il Partito democratico
perde ma non crolla pur dovendo cedere quattro regioni al centrodestra per
un saldo finale che da 11 (centrosinistra) a 2 (centrodestra) si fa 7 a 6.
Ma ci sono anche alcune importanti
novità. A cominciare dalla vittoria
netta di Nichi Vendola in Puglia che
viene riconfermato alla guida della
regione. E dall’ottimo risultato di Italia
dei Valori che conferma il trend positivo assestandosi al 7,2 per cento.
Un risultato che costringe la segreteria
di Pierluigi Bersani ad avviare una profonda riflessione su identità e presenza
sul territorio, su ricambio generazionale nella direzione del partito e sulle
alleanze. Le minoranze lo assediano:
quella che tira verso il centro (alleanza
con l’Udc) e quella che tira verso sinistra (alleanza con le altre formazioni:
dall’Idv di Di Pietro a Sinistra e libertà). A complicare le cose ci si mette
anche il comico genovese Beppe Grillo
che, completamente ignorato dai
media nazionali, e usando soltanto la
forza della Rete, esplode nel panorama
politico italiano con risultati straordinari. Sul piano nazionale è l’1,8 per
cento (considerando che formazioni
storiche come rifondazione sono ridotte a meno di 1%) ma che in regioni
come il Piemonte conquista il tre per
cento, levandolo al candidato del centrosinistra che proprio per questo viene
battuto dal centrodestra. E in Emilia
Romagna dove sull’altro fronte la Lega
sfiora il 13 per cento, il candidato delle
liste di Beppe Grillo conquista il 6,9
per cento.
Voto di protesta, d’accordo, ma con
cui bisognerà fare i conti. Specie a
sinistra.
ALLA
C O M U N I TA ’ I TA L I A N A
APRILE
2010
BRASILE
Mensile
di informazione
AVVENIMENTI
D
al giorno sei all’ otto marzo,
si è avuta la visita del
Cacciatorpediniere “ Andrea
Doria”, con al comando il comandante Giacinto Ottaviani, coadiuvato da circa 250 componenti di equipaggio, dei quali, molti di loro
hanno una alta preparazione e specializzazione adeguata
alle
sofisticate
strumentazioni di
bordo, in grado di
svolgere una difesa
aerea e di mare e
garantendo la protezione di convogli
navali.
Alcune
caratteristiche di
rilievo sono quelle
di rendere la nave,
invisibile ai radar, e
sicura; infatti i
macchinari sono
protetti da urti, da
vibrazioni,
da
incendi e da inquinamenti radioattivi.
L’ Andrea Doria, in
questa missione, ha
toccato molti porti del Brasile continuando un progetto di cooperazione che storicamente esiste tra la
Marina Militare Italiana e la
Marina Militare Brasiliana ed ultimamente abbiamo avuto un esempio con l’ operazione umanitaria
Italia-Brasile, in aiuto alla popolazione di Haiti, colpita da un disastro naturale causato dal terremoto.
Tale visita si inserisce nel contesto
di un generale rilancio e di una
visione strategica che consiste nel
Il Cacciatorpediniere
“Andrea Doria” a
Salvador Bahia
“Dialogo e Cooperazione” fra le
Istituzioni Italiane e Brasiliane .
Certo è che questo clima di collaborazione e’ agevolato dalla vicinanza culturale tra i due popoli e
dall’antico clima di intesa che
esiste tra le due Marine; vedi il
caso Haiti.
L’ Andrea Doria coniuga la storia e
la moderna tecnologia e rappresenta storicamente anche l’italianità,
infatti il Cacciatorpediniere attraccatosi a Salvador ha il glorioso
nome dell’ Andrea Doria ed il massimo della tecnologia sul mare e si
può collocare fra le più importanti
d’ Europa e del Mondo ed è considerata un fiore all’ occhiello della
Fincantieri e della Finmeccanica,
che hanno contribuito alla realizzazione.
Dopo vari Simposi svoltosi dal
2007 al 2009, che ha visto le due
Marine protagoniste, nel corso del
corrente anno, è prevista la sottoscrizione di un accordo operativo,
con l’auspicio di una maggiore
cooperazione, volta a realizzare
congiuntamente navi militari ed
altri progetti, anche per come prevede l’Operazione
Tucano.
In occasione di tale evento il
comandante Giacinto Ottaviani ha
organizzato una conferenza stampa
con le testate giornalistiche di Bahia
ed Italiane e un
cocktail sulla nave
Andrea Doria, con
la presenza del
Console
Italiano
Giovanni V. Pisanu;
erano presenti molti
Italiani, Baiani ed
anche le Istituzioni
Militari e Civili sia
Italiane
che
Brasiliane, nonché
di
altri Paesi.
Inoltre si è registrata
la presenza dell’
Ammiraglio e del
comandante della
Base Aerea Militare.
Infine si sottolinea
che,
il
Cacciatorpediniere
Andrea Doria, nei giorni di permanenza nel porto di Salvador di
Bahia, è stato aperto anche al pubblico ed ha avuto una grande
affluenza di visitatori.
Attorno alla nave Andrea Doria si è
creato un clima di entusiasmo e si è
ribadito l’auspicio che si guardi all’
Italia con interesse ed amicizia, da
parte sia degli italiani che dei brasiliani.
AUTO
Una Ferrari 599
ancora
più potente
L’inconfondibile linea della Ferrari 599 Fiorano
(motore benzina, e motore elettrico) esposta al
salone di Ginevra
con l’originale
carrozzeria
verde.
Il colore
del
concept
è in linea
con la
filosofia
Ferrari
che ha
motorizzazione
ibrida: consuma
il 35% in meno.
Dagli Stati Uniti
al Brasile, la 500
conquista l’America
La piccola
Fiat nella baia di Rio.
La 500 è stata lanciata nel grande mercato sud americano
e verrà prodotta in Messico per gli Usa e il Brasile
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Aprile
2010
2
ECONOMIA
EVENTI
Nel 2010 Fiat Auto
venderà più auto e furgoni in
Brasile che in Italia
Salvador di Bahia dà l’addio all’estate
N
el 2010 Fiat Auto venderà più auto e furgoni in
Brasile che in Italia. La decisione del governo italiano di
non rinnovare gli eco-incentivi per il mercato automobilistico sgonfierà le vendite d'auto nel Bel Paese che passeranno da quota 2,1 a 1.8 milioni e in questo contesto il
gruppo Fiat prevede di "perdere" 100/120 mila pezzi sul
mercato domestico. In sintesi le vendite di auto Fiat in
Italia dovrebbero passare dalle 710 mila del 2009 a circa
600 mila. Esattamente l'opposto accadrà sul mercato automobilistico brasiliano che è in pieno boom. L'anno scorso
le vendite carioca di Fiat sono arrivate a quota 620 mila
auto (alle quali vanno aggiunti ben 118 mila furgoni).
Quest'anno in Brasile potrebbero essere piazzate fra le 650
mila e le 700 mila vetture cui potrebbero aggiungersi 150
mila veicoli commerciali leggeri. Insomma il Brasile
potrebbe arrivare a compensare le 100 mila minori vendite italiane. Ovviamente non ci sono ancora obiettivi ufficiali poiché i mercati automobilistici sono in fase di assestamento in tutto il mondo. E tuttavia le cifre sono più che
indicative.
A renderle credibili, infatti, sono le prime indicazioni concrete dell'andamento dei mercati. In Brasile l'associazione
dei concessionari diffonde le cifre delle vendite ogni quindici giorni. Ebbene i dati delle prime due settimane di febbraio sono chiarissimi: il mercato dell'auto brasiliano è in
pieno boom con una cresciata del 25% sulla prima quindicina di gennaio 2010 e in questo contesto Fiat ha fatto
meglio del mercato aumentando la sua quota dal 22,8 al
23,6%. Il risultato in cifre assolute ha fatto stappare più di
qualche buona bottiglia dalle parti del Lingotto: 28.500
auto e furgoni venduti nelle prime due settimane di febbraio contro i 22.500 pezzi piazzati nello stesso periodo di
gennaio. Si tratta di un aumento di ben 6.000 unità o se si
preferisce di 550 pezzi al giorno considerando gli 11 giorni lavorativi in esame.
Il dato è tanto più rilevante se si considera che il confronto è fatto non sul gennaio 2009 che fu un mese opaco per
l'economia brasiliana ma su gennaio 2010 che è andato
benissimo per l'auto avendo fatto registrare un notevole
aumento delle vendite. Basta poi farsi due conti sulla
punta del naso e moltiplicare quelle 550 auto in più al
giorno per 200 giorni lavorativi annui per ottenere una
proiezione di incremento delle vendite superiore alle 100
mila unità. Ma davvero la performance Fiat sul mercato
brasiliano sarà così brillante? Impossibile rispondere al
momento ma, anche se la velocità di crescita dovesse rallentare nei prossimi mesi, ormai ci sono i margini per
assegnare al Brasile la palma di primo mercato mondiale
per Fiat Auto.
La notizia non è secondaria anche per motivi finanziari.
Ormai da qualche anno la gran parte degli utili di Fiat
Auto arrivano praticamente solo dal Brasile. Il mercato
carioca è ancora un mercato da "prima auto". Buona parte
degli ordini non prevedono la permuta dell'usato e dunque
i margini per i costruttori sono paradossalmente più alti
che in Europa dove, peraltro, quest'anno l'assenza degli
incentivi in Germania e Italia scatenerà una guerra dei
prezzi senza precedenti. Dunque Fiat venderà meno in
Europa, dove guadagna poco o nulla per ogni auto venduta, e di più in America Latina, dove gode di margini un po'
più consistenti.
Questo vuol dire che nei prossimi trimestri i conti Fiat
potrebbero riservare qualche sorpresa. Anche perché oltre
al mercato automobilistico brasiliano merita un attento
monitoraggio anche quello argentino: nello scorso gennaio, infatti, il Lingotto ha piazzato a Buenos Aires e dintorni circa 9 mila auto contro le 50 mila vendute nell'intero
2009. Un ottimo risultato che ha consentito al Lingotto di
sfiorare il 12% di quota di mercato, un livello che non si
ricordava da anni.
E sempre in America Latina si sta facendo strada il mercato messicano dove da dicembre saranno prodotte le
prime "500". Fiat prevede di sfornarne 100.000 l'anno, la
metà per le grandi città americane, il resto proprio per
Messico e Brasile.
F
inito il carnevale, nel
mese di marzo a Salvador ed
in tutto lo Stato di Bahia,
sono iniziati i festeggiamenti
per l’ addio all’estate, meglio
chiamati, “ espicha verao” .
Nelle varie città Baiane si
sono esibiti gruppi musicali
e cantanti nazionali ed internazionali; e si sono avute
anche iniziative sportive,
cinematografiche e di arte
plastica, sia di giorno che di
notte.
Nelle città di mare, gli eventi si sono svolti principalmente nelle spiagge, con
spettacoli per la durata di 24
ore - “Praia 24 h”-.
Merita una attenzione particolare l’ addio all’ estate
svoltosi a Salvador di Bahia,
nel Porto da Barra, con diecine di ore di musica e diverse attrazioni: la prima è stata
dedicata a Dorival Caymmi
e fra i tanti gruppi musicali e
cantanti che si sono esibiti
spiccavano i nomi di:
R.Chaves, Filhos de Gandhy,
la famiglia Caymmi, A.
Menezes ecc.
Nella seconda settimana
l’attrazione è stata dedicata
al giorno internazionale della
donna ed anche in tale occasione si sono svolte molte
iniziative e concerti come
quelli di Sandra Simoens,
Claudia Cunha, Isabella
Taviani, Viviane Tripodi,
Sandra de Sà ecc.
La terza attrazione è stata
dedicata a Pierre Verger ed
alla cultura e musica dell’
America Latina e Caraibica,
in tale occasione si sono esibiti molti musicisti come:
Geronimo,
l’orchestra
Rumpilezz,
Waltinho
Queiroz, ecc., ma il grande
finale è stato riservato al
gruppo storico cubano
Buena Vista Social Club.
L’ ultimo atto dell’ addio
all’estate si è tenuto nel
Teatro SESC della Casa del
Commercio, con la premiazione di molti trio elettrico,
gruppi musicali, cantanti ed
operatori del carnevale di
Salvador di Bahia.
I vincitori sono stati premiati
col primo trofeo dedicato al
poeta “Castro Alves”, realizzato magistralmente dal pittore e scultore italiano,
Giuliano Ottaviani, che
attualmente si trova
a
Salvador.
Ma la platea del Teatro
SECS della Casa del
Commercio di Salvador di
Bahia è stata subito conquistata dalla showgirl Ivete
Sangalo, la quale si è esibita
sia da sola che assieme ad
altri cantanti e gruppi musicali, improvvisandosi anche
presentatrice.
Ivete Sangalo, come sempre,
è riuscita ad affermare la sua
grande energia baiana ed
artistica, entusiasmando il
numeroso pubblico e fans
presenti nel Teatro SECS.
CULTURA
Presentato a Italia Amica “Oracoli e Miracoli”,
l’ultimo romanzo di Franco Minni
A
Italia Amica, sede dei corsi ufficiali di Lingua e
Cultura Italiana del Ministero degli Esteri a Salvador, si è
tenuta la presentazione del libro “Oracoli e Miracoli” di
Franco Mimmi.
Alla presenza, tra gli altri, del Direttore dell’Istituto Italiano
di Cultura di Rio, Rubens
Piovano, hanno presentato
il romanzo, un “triller politico” ambientato a Bahia, il
Direttore
de
Letras
Românicas
dell’UFBA,
Mauro Porru, e il lettore
Raul Poleggi e Stefano
Barbicinti.
Davanti a una sala stracolma, Franco Mimmi, una
vita dedicata a giornalismo
e letteratura, sempre in
viaggio tra Italia, Spagna e
Brasile, si è raccontato con
sincerità, stimolando un
dibattito che si è subito
scaldato, con interventi, che
mischiavano volentieri italiano e portoghese.
Parole appassionate e a volte polemiche su Bahia, Italia, giustizia, ambiente, sviluppo, lotta per un mondo migliore,
hanno accompagnato i presenti fino al cokctail finale, offerto
da Raul Poleggi, e organizzato deliziosamente dall’equipe
dell’ICBIE (Istituto di Cultura Brasile-Italia-Europa) guidata
dal Presidente Pietro Gallina e dalla Direttrice Marlene
Souza.
T
erminou com sucesso a Exposiçao Criatividade e
Multiforma do escultor, designer e pintor maestro Giuliano
Ottaviani no Aeroporto Internacional Deputado Luís Eduardo
Magalhães em Salbador-Bahia.
Para alegria dos artistas baianos o maestro fez a réplica da
escultura de Castro Alves, troféu dado para os melhores, em
diversas categorias, do maior carnaval de rua do mundo. Esse
ano o troféu teve certificado de garantia, assinado pelo
mesmo. A festa foi patrocinada pela Revista Exclusiva, realizada no dia 16 de Março.
Nesse período de estadia na Bahia o maestro fará também,
uma exposição no espaço CUCA na cidade de Feira de
Santana, no período de 08 à 26 de Abril, logo após retorna
para a Itália e fará uma grande praça de 3000mÇ com muitas
esculturas.
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Cucina Internazionale
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de Freitas / 33796562
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Av. Contorno 1010 Bahia marina Tel. 33224554
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Av. do Contorno 1010 Bahia Marina
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Pelourinho Tel. 33278400
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Aprile
2010
3
INTERVISTA AL PROF. MAURO PORRU, CAPO DIPARTIMENTO DI LETTERE ROMANZE DELL’UFBA
Vivere a Salvador: penso di aver fatto la scelta giusta
D
sono presidente.
opo quali esperienze arriva a
Salvador Bahia, quando e perché?
Dopo essermi laureato in Giurisprudenza e
Lettere Moderne (mio padre era avvocato e
mia madre professoressa di lettere) e aver
lavorato a Roma alla fine degli anni ’60,
come ispettore di produzione e aiuto regista,
per la casa di produzione Doria G. Film (che
ha prodotto film come I Pugni in tasca di
Bellocchio, Grazie zia di Samperi e I cannibali della Cavani), nel ’72 ho lavorato per la
RAI Londra, realizzando 16 documentari per
la trasmissione “ Sapere – Vita in Gran
Bretagna”, insieme al regista Gianni Amico,
molto noto qui in Brasile. All’inizio del ’73
ho avuto l’opportunità di venire in Sud
America, precisamente a Caracas, dove ho
collaborato con l’ Istituto Italiano di Cultura,
ma l’ approccio con tale realtà non è stato fra
i più felici. Nello stesso anno sono stato per la
prima volta in Brasile (a Rio de Janeiro e brevemente a San Paolo) dove mi sono sentito
immediatamente a casa. Rientrato in Italia ho
fatto e vinto il concorso per il Ministero della
Pubblica Istruzione, come Consigliere, e ho
lavorato per tre anni agli Scambi Culturali
con l´Estero, facendo parte soprattutto delle
commissioni che avevano rapporti diretti con
il Consiglio d’Europa e l’Unesco.
Alla fine del ’76, ho deciso di tornare in
Brasile, e precisamente a Salvador, con l’intenzione di rimanerci. Dopo una breve esperienza di “fazendeiro” (ho comprato una
Fazenda nel territorio di Bahia, nell’intento di
cambiare radicalmente la mia vita) tristemente fallita per la totale inabilità da parte mia di
occuparmi di terra e bestiame (un antico desiderio che rimonta alla mia infanzia sarda),
sono rientrato in città per dedicarmi a quello
che realmente sapevo fare: occuparmi di
istruzione, di cinema e di progetti sociali. Nel
’78, ho iniziato a dar lezione di lingua e cultura italiana all’ Associazione Culturale ItaloBrasiliana Dante Alighieri di Salvador, di cui
sono stato docente e direttore didattico per
circa vent’anni. Nel 1979, ho insegnato filosofia all’Università Cattolica di Salvador e
nel 1980 ho cominciato a fare lezione di lingua, letteratura e cultura italiana presso
l’Università Federale di Bahia (all’inizio
come visiting professor e dopo due anni come
professore di ruolo) dove insegno fino ad
oggi. Sempre nel 1980, sono stato socio fondatore dell’ABPI (Associazione Brasiliana
dei Professori di Italiano) di cui da otto anni
Ha avuto difficoltà di adattamento nell’
inserirsi nella società baiana?
Come ho detto prima, in Brasile mi sono sentito subito a casa e a Salvador più che mai.
Qui, ho avuto la grande fortuna di incontrare
Gina e Romano Galeffi, titolari di italianistica ed estetica dell’UFBA, che mi hanno aperto tutte le porte per poter ricostruire la mia
vita in Brasile. La loro famiglia è diventata la
mia famiglia. Con loro
ho lavorato e collaborato finché sono stati
vivi, coinvolgendomi
nelle loro varie attività
sia culturali che sociali, destinate soprattutto
alle classi più povere.
Tramite loro ho conosciuto anche le zone
d’ombra di questa città
che mi aveva colpito e
stordito con la sua
abbagliante bellezza e
sensualità. La mia cultura, sarda di origine,
mi ha aiutato a creare
un ponte virtuale tra la
Sardegna e Bahia in
grado di farmi capire
meglio la dura realtà
delle classi più bisognose con cui sono
venuto a contatto.
Come è stato l’ impatto con le Istituzioni
Italiane e Brasiliane a Bahia?
L’impatto con le Istituzioni brasiliane è stato
positivo. Non ho subito discriminazioni, anzi
sono stato sempre accolto con molto generosità. Fin dall’inizio ho sentito il bisogno di
partecipare a tutti i movimenti in difesa della
democrazia, anche correndo certi rischi, visto
che fino al 1985 in Brasile c’é stata la dittatura militare. Ho partecipato alla campagna
delle Diretas já e di quella per l’Amnistia dei
prigionieri politici. Sono stati momenti di
grande entusiasmo e di grandezza morale per
il Brasile, che ho condiviso appassionatamente con i miei colleghi dell’università e con i
miei primi amici brasiliani che poi sono
diventati la mia famiglia “scelta”. Ancora
oggi, nell’ambito del mio lavoro, lotto per
un’istruzione più degna, per un sistema sanitario efficiente e per una maggior sicurezza.
Per quanto riguarda le Istituzioni Italiane,
devo dire che come docente di italiano e
come presidente dell’ABPI sono in diretto
contatto con gli Istituti Italiani di Cultura di
Rio de Janeiro (alla cui giurisdizione appartiene Bahia) e di San Paolo, che attualmente
sono molto più disponibili che in passato ad
appoggiare iniziative organizzate dai vari
centri che si occupano della diffusione della
lingua e della cultura italiana a Salvador,
come l’ICBIE (Istituto di Cultura Brasile
Italia Europa), la
Dante
Alighieri,
l’Associazione Italia
Amica, con cui collaboro regolarmente, o
eventi dell’ABPI come
l’ultimo convegno dell’associazione avvenuto a Belém nel settembre 2009. Dal convegno di Belém, come
presidente dell’ABPI
sono in contatto anche
con
l’Ambasciata
d’Italia per l’introduzione
dell’italiano
all’Università Federale
del Pará e per i progetti culturali del 2011,
anno
dell’ItaliaBrasile.
Della sua attività di
capo dipartimento di lettere romanze si
ritiene soddisfatto?
Anche se devo riconoscere che essere capo
dipartimento è un incarico ingrato, perché la
maggior parte del tempo si tratta di risolvere
problemi burocratici, non posso negare la mia
soddisfazione di essere in prima linea per
poter contribuire alla crescita degli studi di
lingue neolatine e in particolare di italianistica nell’ambito dell’UFBA. Lo stesso accade
con la presidenza dell’ABPI a livello nazionale. Infatti, i nostri sforzi per l’introduzione
dell’italiano in università del nord e nordest
brasiliano stanno raccogliendo i primi frutti
con il progetto di creazione del corso di italiano presso l’Università Federale del Pará, che
spero vada in porto al più presto.
Come è la sua realtà familiare e quella
della famiglia di Salvador?
La mia realtà familiare italiana è composta da
due sorelle, Paola e Manuela (i miei genitori
sono già scomparsi), dalla sorella di mia
madre, zia Pia, la “Fata madrina” della mia
vita, da un’altra zia, cugina di mia madre,
Silvana, cinque nipoti, cinque pronipoti e uno
in arrivo e da due cugini. Una famiglia relativamente piccola a cui sono attaccatissimo.
Siamo tutti molto uniti e nonostante le distanze molto presenti. Le mie sorelle vengono
praticamente quasi tutti gli anni a trovarmi ed
io vado in Italia almeno una volta all’anno.
Ho ancora rapporti con quasi tutto il giro di
amici che avevo prima di trasferirmi in
Brasile, tra cui il mio compagno di banco
delle medie.
La realtà familiare di Salvador è quella che
ho descritto prima: una famiglia “scelta” ,
“allargata”, a tutti gli amici che mi hanno
accompagnato e che continuano ad accompagnarmi in questo percorso brasiliano più che
trentennale, con i loro figli e i loro nipoti e fa
parte della mia famiglia Alcyr un giovane
rimasto paraplegico a seguito di una pallottola vagante sparata dalla polizia. Ormai sono
diversi anni che lo accudisco e gli ho comprato un appartamento adatto al suo stato.
Quali consigli si sente di dare agli italiani
presenti a Salvador?
Pur non frequentando molti italiani (la maggior parte dei miei amici sono brasiliani) la
mia esperienza più che trentennale mi ha fatto
conoscere molti di loro, sia residenti che turisti. Rispetto a questi ultimi, devo ammettere
che mentre negli anno ’80 e ’90 gli italiani
che arrivavano a Salvador erano colti ed interessati alla cultura baiana, all’ambiente ed
alla natura, quelli che arrivano oggi sono per
lo più arroganti, maleducati, ignoranti e a
volte anche razzisti.
Riguardo ai residenti il discorso cambia,
soprattutto quando si tratta di persone come i
miei colleghi ed amici che dirigono i centri
culturali che ho citato prima. Individui colti,
integrati nella realtà baiana che rispettano criticamente.
È difficile dare dei consigli. Quello che posso
dire è che se non si è capaci di capire e rispettare una cultura diversa dalla nostra è meglio
restarsene a casa.
Rifarebbe tutto quello che ha fatto?
Credo proprio di sì, perché, in fondo, tutto
quello che di positivo e negativo è successo
nella mia vita mi ha portato a Salvador.
Più passa il tempo e più mi convinco di aver
fatto la scelta giusta.
ATTUALITA’
Il Tempo da recuperare
2
miliardi circa di abitanti nelle favelas
del mondo nei prossimi vent'anni. II problema quindi c’ è, e non è un problema solo dei
paesi in via di sviluppo.
E’ un problema di tutte le società, sopratutto
di quelle evolute.
Quindi è necessario capire le dinamiche che
portano alla formazione di tali aggregazioni,
capire le culture sottostanti e la loro interazione con la spazio fisico della favela.
E’ indispensabile vedere la produzione anche
di sottoprodotti culturali e sociali comprensivi di delinquenza e violenza, ma non dimenticando che tali realtà producono pure un fatturato.
Hanno un PIL.
II fenomeno delinquenziale è ad oggi l’attore-innominato più importante.
A fronte di ciò, con atteggiamenti sommessi
che tendono a non innervosire l’attore principale, si hanno quelle metodologie applicate e
con le quali si tenta di far evolvere queste
estese realtà “urbane”.
Sono filiazioni di attività religiose e caritatevoli, attività a prevalente vocazione imprenditoriale.
Categorie sociali specificatamente private.
Lo Stato c’è? Si ! Ma la sua funzione oggi è
di mero contenimento
delinquenziale. Le sopraelencate attività o
presenze,mirate ad un’evoluzione positiva
delle favelas, a quanto sembra poco seguite,
èI’ integrazione di questi approcci con una
visione a 360° delle problematiche esistenti
o accadenti che potrebbe accelerare la mutazione della favela da fenomeno con evoluzione centrifugaa fenomeno ad evoluzione
centripeta. E’ pur vero –e sembrerà strano –
che le favelas sono dei macro-accadimenti
di tipo privatistico, che per dinamiche interne restano tali. Nessuno ha voglia di condivi-
dere. Ovvero, divenire parte della realtà
urbana
più vasta della Città. E’ vero anche che la
favela viene vista come una particolarità
nel mare grande della Città: questa visione e’
frutto di attenzioni settoriali che cercano di
tamponare i danni piuttosto che porre basi
solidi per l’evoluzione da tutti sperata.
E allora? Occorre entrare dentro gli angusti
spazi del vivere nella favela.
Pochi metri quadrati per vivere, dormire e
crescere per tanti, con una funzionalità degli
spazi ridotta e quindi con una sottesa emergenza igienica e con una visibile emergenza
sociale. Se gli spazi per gli umani non ci
sono, ci possono essere adeguati spazi per
l’insegnamento? Per il pronto soccorso? Per
una decente esposizione delle merci? Per la
raccolta delle acque meteoriche e dei liquami? Per la comunicazione e per le informazioni? Quindi occorre prima di tutto fare spazio. Sembrerà assurdo, ma occorre dare alle
favelas “spazio istituzionale “con il quale si
intende spazio per e del pubblico.
Dalle campagne vengono a torme gente che
vuole essere vicina alla “Città Grande “e pertanto le favelas si ingrandiscono, rubando
spazio collettivo per il solo uso privato.
Tutto ciò può anche andare bene; ma forse,
se lo Stato divenisse il quarto attore, cioè
quello che da’ le carte, la musica cambierebbe. Dunque lo Stato potrebbe fornire ciò che
occorre, per fare delle favelas luoghi che
abbiano “la possibilità” di trasformarsi da
non- luoghi a luoghi vissuti insieme.
Le favelas sono oggi lo spaziodel proibito almeno cosi’ la gente vede tale realtàE sono il luogo della sperimentazione di
nuove alleanze sociali, come avviene – paradossalmente – nei luoghi recintati ed iper
protetti dei ricchi, dove l’alleanza è sempre
tra chi detiene il capitale e chi organizza la
piazza forte.
Le favelas sono la stessa cosa, sono i rapporti numerici che cambiano!
Ma se per le cittadelle dei ricchi il collasso
può avvenire solo a seguito di un crollo economico generalizzato, l’equilibrio all’interno
della favela può essere modificato, perché ch
detiene il controllo della sicurezza e’ proprio
colui che ne è ostaggio.
Ed allora lo Stato faccia spazio e dia spazio
a queste realtà para-urbane.
Ma questo spazio sia il luogo del produrre
operosità condivisa da persone che vogliono
più case, più piazza, più scuola, più comunicazione, più mercato etc... etc.
Il contenimento del fenomeno non riduce il
fenomeno, ma lo radicalizza, lo rende patologia urbana e sociale, e quando si e’ in presenza di elementi patologici le cure sono più
drastiche, e serve anche l’esercito.
Non dobbiamo più pensare che tra gli strumenti di cambiamento ci siano ancora i
mezzi dell’esercito, ma solo strumenti di
operosità costruttiva.
Dove l’unico problema potrà essere il recuperare il tempo perduto !
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Aprile
2010
4
Rede de franquias
Flytour abre nova
unidade na Bahia
Notizia che entusiasma
L'ASS. ITALO-BRASILEIRA
- ANITA GARIBALDI DI
PORTO SEGURO
COMUNICA CHE SIEDE IN
CONSIGLIO COMUNALE E
SARA' PRESENTE ALLA IV
CONFERENCIA ESTADUAL
DAS CIDADES.
IL SEGGIO CHE SI
OTTIENE,
SI INCARICHERA' DELLO
SVILUPPO E DEL PIANO
REGOLATORE DELLA
CITTA' : E' UN CHIARO
RICONOSCIMENTO
ALL'A.I.B.
DI RAPPRESENTARE
UNA ENTITA' DI CLASSE
SOLIDA
E IMPORTANTE PER IL
MUNICIPIO DI PORTO
SEGURO.
IN APRILE,
ALLA IV CONFERENCIA
ESTADUAL
DAS CIDADES, CHE SI
SVOLGERA'
IN SALVADOR,
L'A.I.B. SARA'
RAPPRESENTATA
DA LUIGI ROTUNNO
E ANTONIO ALBERGHINI.
ORMAI L' A.I.B.
STA SEMPRE PIU'
PRESENTE
NEL TERRITORIO
CON VARIE INIZIATIVE,
COME PER ESEMPIO:
LA RICHIESTA UFFICIALE
ALLA COMPAGNIA
AEREA " LIVINGSTONE "
ED AL TOUR OPERATOR
" AXE' BRASIL"
DELLA CONCESSIONE
DI ALTRI 10 KG.
SUPPLEMENTARI
AGLI ITALIANI
RESIDENTI PROVVISTI DI
R.N.E., E COSI' DI ESSERE
EQUIPARATI
AI BRASILIANI CHE
HANNO UN LIMITE
DI PESO DI 30 KG. PER
IL LORO BAGAGLIO.
PuntoVirgola s.r.l.
VIAGGI
PORTO SEGURO
A
Agenzia di stampa e Service Editoriale
CNPJ 10.939.170/0001-90
rede de franquias de serviços turísticos Flytour inaugurou uma nova unidade na cidade de Lauro de Freitas, região
metropolitana de Salvador, sendo a terceira na Bahia. A empresa fechou 2009
com 75 franquias em todo o país e pretende ampliar esse número em 13% neste
ano.
“Estamos localizados em uma região
estratégica, vizinha às cidades de Simões
Filho e Camaçari, que reúnem importantes empresas”, afirma Nelma Santana,
diretora da nova unidade, que pretende
aproveitar o encontro da ONU na Bahia,
em abril, a Copa do Mundo e as
Olimpíadas para aumentar seu faturamento. Atualmente a empresa está dando prioridade para franqueadores nas regiões
Nordeste e Norte.
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Editore “Insieme possiamo” ONLUS
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