Harraga - Gruppo Redattori Iconografici Nazionale

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Harraga - Gruppo Redattori Iconografici Nazionale
Harraga
Fotografie di Giulio Piscitelli
Anteprima stampa giovedì 23 febbraio ore 12.00
Giovedì 23 febbraio alle 18.30 inaugura, presso le sale di Forma Meravigli, la mostra
Harraga. Fotografie di Giulio Piscitelli a cura di Giulia Tornari.
Con questo lavoro Giulio Piscitelli ha vinto la 13esima edizione del Premio Amilcare
G.Ponchielli, istituito dal GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale).
Forma Meravigli è un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la
Camera di Commercio di Milano e Contrasto.
Harraga è il termine con cui, in dialetto marocchino e algerino, si definisce il migrante che
viaggia senza documenti, che “brucia le frontiere”.
Le fotografie in mostra a Forma Meravigli sono frutto di un lungo progetto, iniziato nel 2010,
che si articola in tre momenti fondamentali che corrispondono alle diverse fasi del reportage:
dalle rotte africane verso l’Europa, passando per l’Italia e la Francia, fino ad arrivare alla rotta
balcanica.
Giulio Piscitelli ha vissuto e sperimentato in prima persona il viaggio dei migranti che tentano
di raggiungere il suolo europeo, ha condiviso con loro lo sfinimento fisico e mentale. È salito
lui stesso su uno di quei barconi, ormai tragicamente famosi, che portano i migranti dalla
Tunisia alle coste italiane.
In mostra un racconto per fotografie crudo ed empatico che va dalla documentazione delle
enclave spagnole di Melilla, ai viaggi verso Lampedusa e la tragica realtà di sfruttamento di
Castel Volturno e Rosarno, dall’attraversamento del deserto dei profughi del Corno d’Africa,
ai siriani, iracheni e afghani che approdano sulle isole greche nella speranza di raggiungere
l’Europa.
Grazie alla vittoria del Premio Ponchielli, Giulio Piscitelli ha potuto completare il suo lavoro in
Iraq fotografando, nel dicembre 2016, la guerra per la liberazione dall’Isis della città di Mosul;
nelle sale di Forma Meravigli il pubblico potrà vedere per la prima volta una selezione di questi
scatti inediti.
La mostra è accompagnata dal libro “Harraga. In viaggio bruciando le frontiere” edito da
Contrasto.
Giulio Piscitelli (Napoli, 1981), dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, si avvicina alla
fotografia iniziando a collaborare con agenzie di news italiane e straniere. Dal 2010 lavora come
freelance, realizzando reportage sull’attualità internazionale. I suoi lavori sono stati esposti al Festival
Internazionale del Giornalismo di Perugia, all’Angkor Photo Festival, al Visa pour l’Image, presso la War
Photo Limited Gallery e la Hannemberg Gallery. A partire dal 2010 si è concentrato sulla crisi migratoria
in Europa, producendo il lavoro da cui è tratto Harraga; contemporaneamente ha esteso il suo interesse
fotogiornalistico alle crisi internazionali, documentando il colpo di stato in Egitto, la guerra in Siria, Iraq
e Ucraina. I suoi lavori sono apparsi su quotidiani e riviste in Italia e all’estero, tra cui: Internazionale,
New York Times, Espresso, Stern, Io donna, Newsweek, Vanity Fair, Time, La Stampa, Vrji. Attualmente
Giulio Piscitelli vive a Napoli e il suo lavoro è rappresentato dall’agenzia Contrasto dal 2013.
Eventi in programma:
Venerdì 24 febbraio ore 18.30
Visita guidata alla mostra con Giulio Piscitelli.
Visita gratuita con il biglietto della mostra, prenotazione obbligatoria: [email protected]
Giovedì 2 marzo, ore 18.30
Lo sguardo di John Berger.
Intervengono Maria Nadotti e Gianluigi Colin.
Omaggio all’autore in occasione della pubblicazione de Il settimo uomo (Contrasto).
Nel corso della serata verranno proiettati contributi video.
Giovedì 23 marzo, ore 18.30
Sulla strada. Migranti e senza dimora nello sguardo di Alessandro Grassani, Uliano
Lucas, Rocco Rorandelli e Luca Rotondo.
Mariateresa Cerretelli, presidente del Grin e Andrea Bellardinelli, responsabile del
programma Italia di Emergency, dialogano con i fotografi Alessandro Grassani, Uliano Lucas,
Rocco Rorandelli e Luca Rotondo in una serata dedicata al fotogiornalismo.
Durante l’evento verrà annunciato il bando della prossima edizione del Premio Ponchielli.
Harraga
Fino al 26 marzo 2017
Tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00
Giovedì dalle 12.00 alle 23.00
Lunedì e martedì chiuso
Ingresso intero: 8 euro
Ridotto: 6 euro
#Harraga
Forma Meravigli
Ufficio Stampa Forma
Laura Bianconi
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LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO PONCHIELLI 2016
Luca Dini direttore di Vanity Fair e Presidente della giuria della 13° edizione del Premio Ponchielli ha
mandato al GRIN le motivazioni dei quattro premiati di quest’anno (un vincitore e tre menzionati ex
aequo) insieme al suo discorso pronunciato nella serata della proclamazione dei risultati del Premio,
ospitata a Forma Meravigli. E vogliamo condividerlo con tutti perché è una riflessione profonda e attuale
sul valore del lavoro dei fotografi e dei photo editor.
“Quando sono diventato direttore, ormai dieci anni fa, una cosa sentivo dire: di quello che succede
all’estero agli italiani non frega più niente.
Sono felice di poter dire che tutti i quattro premiati di questa sera vincono per un lavoro realizzato
all’estero.
Sono felice di poter dire che tutti i quattro premiati di questa sera hanno lavorato e lavorano per Vanity
Fair.
Sono felice di poter dire che ho guardato le foto senza sapere di chi erano, e ho scelto fotografi che
hanno lavorato e lavorano per Vanity Fair. E comunque devo aggiungere che anche molti degli altri in
concorso, la maggior parte direi, ha lavorato e lavora per Vanity Fair. Perché a Vanity Fair siamo
orgogliosi di essere uno dei pochi giornali che ancora fa lavorare i fotoreporter.
Non ho avuto la fortuna di conoscere, se non incrociandolo nei corridoi di Rcs, Gianni Amilcare Ponchielli.
Però vi sono grato per avermi voluto qui, stasera. Perché ho sempre considerato fondamentale il lavoro
del photo editor. E colgo l’occasione per ringraziare la sorte di avermi messo in rotta di collisione con il
photo editor migliore che c’è, Marco Finazzi.
L’esistenza dei quotidiani è messa in discussione da un’informazione digitale che rende sempre meno
rilevante la capacità di dare una notizia la mattina.
Quello che salverà noi periodici è anche e proprio la fotografia, la capacità - che il digitale non ha ancora
saputo eguagliare - di farti fermare, emozionare, identificare.
Identificare è la mia parola d’ordine. Detesto la stanca abitudine dei magazine italiani di comprare un
bel reportage e scriverci sopra un testo a tavolino, che poco o niente ha a che vedere con quello che le
immagini mostrano. Perché la fotografia salverà noi periodici. Ma ci salverà solo se avremo il coraggio
di continuare a mandare in giro per il mondo giornalisti che scattano insieme a giornalisti che scrivono.
Solo se avremo la voglia di far vedere il volto delle persone di cui raccontiamo le storie, e raccontare
le storie delle persone di cui mostriamo il volto. Perché è vero che agli italiani, in astratto, non frega
nulla di quello che succede all’estero, e anche in Italia. Ma gliene frega se scatta il meccanismo di
identificazione. Se iniziano a pensare che quella persona potrebbe essere mia madre, mio figlio, mia
sorella, mio cugino. Potrei essere io.
Giulio Piscitelli - che molto coerentemente stasera non è qui, perché non è questo il suo posto - ha
scattato per noi uno dei lavori di cui sono più fiero. Un viaggio a ritroso sulla pista dei migranti. Da
Lampedusa alla Libia al Sahara al Sudan all’Eritrea. Imma Vitelli ha raccontato storie pazzesche. Ma
guardare negli occhi un profugo che pensava di essere condannato a morire nel Sahara, e che sta
bevendo il primo sorso d’acqua da giorni, ha una forza che difficilmente a parole si può rendere.
Giulio Di Sturco - in assoluto quello che più ha lavorato per noi - è i nostri occhi sull’Asia. Ci ha aiutato
a raccontare storie pazzesche. Molto spesso in coppia proprio con Imma Vitelli, ci ha portato a Milano
il Tibet e il Bangladesh, la Birmania e la Thailandia e l’India e tanto altro ancora.
Gabriele Micalizzi ha fotografato per noi i senzatetto di Milano. E ha mostrato la stessa capacità di
essere in presa diretta scattando in Libia foto sconvolgenti che ci mostrano come la guerra non avvenga
negli hotel dove dormono i corrispondenti e gli inviati. Non a caso Andy Rocchelli era suo amico e socio.
E Simona Ghizzoni - di cui ricordo su Vanity Fair uno splendido reportage sulle donne maltrattate in
Italia - è la dimostrazione vivente di come uno sguardo femminile sappia colorare di empatia e
sensibilità diversa anche un mondo difficilissimo da raccontare, quello delle mutilazioni genitali.
Ringrazio il Gruppo Redattori Iconografici Nazionale per avermi voluto qui. Ringrazio tutti quelli che
hanno collaborato e collaborano per rendere possibile il premio Amilcare Ponchielli.
Ne approfitto per ricordare Andy Rocchelli, e quelli che si sono sacrificati per portarci un pezzettino di
mondo. Sono soprattutto loro che rendono degno il nostro lavoro”.
Milano, 26 ottobre 2016
Il G.R.I.N., Gruppo Redattori Iconografici Nazionale, è nato nell’ottobre del
2002: una trentina di giornalisti e un numero ancor più consistente di
operatori che si occupano di immagine nelle redazioni di giornali o di
agenzie fotografiche si sono riuniti e si sono dati uno statuto allo scopo di
essere riconosciuti come gruppo di specializzazione all’interno della
Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Obiettivi: essere un punto di
riferimento per quanti si occupano di fotografia all’interno delle redazioni
di giornali e periodici, creare occasioni costanti di aggiornamento culturale
e professionale, arrivare a garantire la tutela sindacale per le figure dei redattori e dei
ricercatori iconografici.
Fra le sue attività ha istituito il Premio Amilcare G. Ponchielli, dedicato al ricordo di uno dei
primi photo editor italiani, che vuole essere un contributo per la realizzazione del miglior
progetto di fotogiornalismo dell’anno. Il premio ha potuto essere attribuito grazie al sostegno
fattivo di Epson, Pirelli, UniCredit, Seat PG, Fnac Italia,Galleria Bel Vedere e Faggiolati Pumps.
Nel 2016 il premio, giunto alla sua tredicesima edizione, continua a contribuire, nel corso del
tempo, a sostenere e valorizzare il lavoro della giovane fotografia italiana.