Laboratorio2 - L`occhio della mente: come la teoria della percezione

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Laboratorio2 - L`occhio della mente: come la teoria della percezione
Laboratorio 2
L’occhio della mente: come la teoria della percezione rivoluziona la
teoria e la pratica della pittura contemporanea (psicologia-filosofiastoria dell’arte)
A cura di Angela Cresta e Dario Siess
Questo laboratorio mette in relazione analisi psicologica della percezione
e teoria dell’arte contemporanea. La psicologia moderna dimostra come
gli oggetti non siano semplicemente percepiti quanto il risultato di una
costruzione della mente-cervello. L’arte contemporanea (a partire
dall’impressionismo) fa propria questa concezione e rivoluziona l’idea di
oggetto artistico.
Materiali-base proposti qui di seguito:
Evoluzione della teoria della percezione dallo strutturalismo alla
psicologia della Gestalt http://it.wikipedia.org/wiki/Percezione
(all’interno v. psicologia della gestalt)
2. Enigmi della percezione (cartaceo)
1.
3. Teorie della percezione (cartaceo)
4. Storia del colore (cartaceo)
5.
M.Frixione,Come ragioniamo: gli errori nella percezione pp.118-123
(cartaceo)
6.
La visione cromatica nella ricerca scientifica dell’800 (sotto)
7. Teoria dei colori di Goethe (sotto)
8. Il colore in C.Monet (sotto)
Teoria dei colori
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Helles Spectrum
Dunkles Spectrum
Della Teoria dei Colori (in tedesco Zur Farbenlehre) è un saggio scritto da Johann Wolfgang von
Goethe nel 1810 e pubblicato a Tubinga.
Goethe è conosciuto come uno dei più importanti autori e poeti di tutti i tempi, ma lui stesso dice di
aver dato importanza ai propri lavori scientifici (specialmente alla teoria dei colori) ancora più di
tutte le sue creazioni letterarie.
Indice
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1 Struttura dell'opera
2 L'interesse per i colori
3 Voci correlate
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4 Collegamenti esterni
Struttura dell'opera [modifica]
Nel primo volume, Goethe, classificando i colori e studiandoli in tutte le loro manifestazioni, vuole
arrivare a mettere in risalto la complessità del fenomeno cromatico e l'ingerenza non trascurabile
che vi ha l'organo della vista. Un capitolo è dedicato interamente all'azione sensibile e morale dei
colori e alla loro funzione estetica e artistica.
Nel secondo volume, dopo aver preparato il lettore a non sottovalutare gli aspetti sentimentali e
soggettivi dei colori, Goethe attacca violentemente le teorie di Newton.
Goethe con quest'opera lancia un grido di protesta contro ciò che ritiene una insopportabile e
inconcepibile tirannia della matematica e dell'ottica. A suo modo di vedere è inammissibile che i
colori siano solo un puro fenomeno fisico; ritiene questa una prepotenza dei newtoniani accusandoli
di aver sepolto il lavoro di secoli. Il poeta romantico ritiene che i colori, al contrario, siano qualche
cosa di vivo, di umano; che abbiano origine indubbiamente nelle varie manifestazioni naturali ma
trovino la loro composizione e il loro perfezionamento nell'occhio, nel meccanismo della visione e
nella spiritualità dell'animo dell'osservatore. I colori non possono essere spiegati con una teoria solo
meccanicistica ma devono trovare spiegazione anche nella poetica, nell'estetica, nella psicologia,
nella fisiologia e nel simbolismo.
PERCEZIONE OGGETTIVA
SOGGETTIVA PERCEZIONE
JOHANNES ITTEN
“…la realtà cromatica è il pigmento, vale a dire la materia colorante,
determinabile e analizzabile dal punto di vista fisico-chimico, ed
assume il suo contenuto e significato umano mediante la
percezione, attività sinergica di retina e cervello.
La valutazione cromatica costituisce la realtà psico-fisica del colore”
Johannes Itten,
Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per
l'arte, Milano, Il Saggiatore, 1965 (edizioni successive).
RIFLESSIONI SULL’ARTE DEL ‘900 MEDIANTE L’ANALISI DEL
CONTENUTO CROMATICO
CLAUD MONET


COLORE= FENOMENO MENTALE/PSICOLOGICO = AUTONOMIA ESPRESSIVA
OGGETTO DEL MONDO ESTERIORE = SENSAZIONE INTERIORE DEL MONDO
Nel dipingere le serie di opere in cui il soggetto veniva ripetuto a diverse ore
della giornata Monet compie un’indagine oggettiva o soggettiva della realtà?
Ricerca ed osserva una delle seguenti serie a tua scelta
I COVONI - LE CATTEDRALI DI ROUEN - I PIOPPI
LA VISIONE CROMATICA NELLA RICERCA SCIENTIFICA
DELL'800.
Il ponte di Courbevoie, Seurat (1886)
LE SCOPERTE DI THOMAS YOUNG
Agli inizi del 1800 il medico inglese Thomas Young, fisico dilettante, realizza una serie di
esperimenti che avvalorano l'ipotesi ondulatoria della luce. Secondo la teoria ondulatoria la luce
non è formata da un fascio di corpuscoli che si muove ada altissima velocità, come pensava
Newton, ma da un onda che oscilla ad altissime frequenza. Un immagine che rende l'idea è
quella del sasso che cade su uno stagno formando delle onde concentriche.
Un altro contributo importante di Thomas Young riguarda la percezione dei colori. Come disse
Maxwell di lui, Thomas Young fu il primo che partendo dalla conoscenza dei tre colori primari
(rosso, verde e blu) dalla cui mescolanza ottica si formano tutti gli altri colori, provò a cercare la
spiegazione di questo non nelle proprietà della luce, ma in quelle dell'occhio umano.
L'occhio umano può cogliere più di duecento sfumature di colore, e se ognuna di queste
sfumature richiedesse un tipo di fotoricettore, sulla retina dovrebbero esserci più di duecento tipi
diversi di fotoricettore, uno per ogni colore, il che è impossibile considerando l'esiguità della
superficie della retina. I fotorecettori sono delle terminazioni nervose collegate al cervello,
presenti sulla retina dell'occhio e sensibili alla luce. Grazie a questi fotoricettori l'immagine
ricevuta dall'occhio viene trasmessa al cervello.
Thomas Young avanzò l'ipotesi che i
recettori responsabili della visone
diurna (visione a colori) fossero di tre
tipi, ognuno sensibile ad uno dei tre
colori primari che lui stabilì essere il
verde, il rosso e il blu. La sua ipotesi
venne solo in seguito confermata da
successive ricerche sulla fisologia
dell'occhio, che mostrarono l'esistenza
sulla retina di tre tipi diversi di coni
(fotorecettori adoperati dall'occhio in
luce diurna). Young ipotizzò che la
visione delle diverse sfumature di
colori veniva generata dall'azione
combinata di questi tre recettori,
Triangolo dei colori di Maxwell.
capaci di reagire in modo diverso alle
differenti frequenze presenti nella
radiazione luminosa.
In questo lavoro di percezione del colore, il cervello ha un ruolo fondamentale, quello di
prendere le informazioni dall'occhio e di restituirle alla nostra percezione in forma di immagine
visiva colorata, questa cosa era stata già intuita nel 600 da Descartes.
RICERCHE E TEORIE DEL COLORE NELL'800.
RAPPORTO TRA SCIENZA E PITTURA
I risultati delle ricerche scientifiche e le teorie dei colori che presenteremo in questa pagina,
sono legate da uno stretto rapporto di conseguenzialità alle scoperte di Thomas Young. Le sue
scoperte e intuizioni, con il tempo, grazie alla creazione di nuovi e più precisi strumenti di
analisi, si rivelarono esatte.
Nelle pagine relative al primo Rinascimento, alle teorie del colore e della visione maturate
durante la rivoluzione scientifica e alle teorie di Newton e Goethe, abbiamo visto come
Leonardo avesse intuito il fatto che il nostro apparato visivo contribuisse attivamente alla
costruzione della visione dei colori. Diverso tempo dopo, in piena rivoluzione scientifica, il
filosofo francese Descartes scrisse che l'immagine vista da noi è una ricostruzione del nostro
cervello. Più tardi, tra la fine del 1700 e gli inizi dell'800 Goethe fu il primo ad portare
l'attenzione sul fatto che i colori sono una creazione della nostra mente . Le ricerche e le
scoperte di Young venivano a confermare, su basi scientifiche più salde, le intuizioni di
Leonardo, Descartes e Goethe.
Dagli inizi dell'800 in poi un gran numero di scienziati, pittori e critici d'arte si interessarono alla
questione della visione dei colori. Diverse ricerche scientifiche finirono per influenzare, in
maniere più o meno diretta, il lavoro di alcuni artisti tra i quali Eugene Delacroix, William
Turner, George Seurat. Sulla base dei risultati delle loro ricerche, diversi scienziati e studiosi,
costruirono dei veri e propri atlanti dei colori, che avrebbero dovuto servire da riferimento a
chiunque, nel suo lavoro, avesse a che fare con il problema di dovere definire con esattezza le
sfumature dei colori e le loro relazioni reciproche.
Spiegazione delle diverse colorazioni del sole durante i diversi momenti della giornata,
dalla Teoria dei colori di Goethe (disegno realizzato dallo stesso Goethe).
BREVE LESSICO DEI COLORI:
Nell'800, grazie alle ricerche di Von Helmholtz e di Maxwell, nacque la scienza del colore, detta
colorimetria. Scopo della colorimetria è di misurare e classificare i colori secondo sistemi
standard e facilmente adoperabili. Dopo diversi tentativi e modelli di classificazione, alla fine
dell'800, i colori vennero classificati secondo tre coordinate che corrispondono a tre qualità del
colore:
Tono: che definisce il colore secondo il nome con cui lo conosciamo
Saturazione: il grado di purezza del colore (presenza maggiore o minore di grigio aggiunto al
colore)
Luminosità: quanto il colore è scuro o chiaro.
LA SFERA DEI COLORI DI PHILIPP OTTO RUNGE
Nel 1810, l'anno in cui Wolfgang Goethe pubblicò la sua
teoria dei colori, il pittore tedesco Philipp Otto Runge
presentò il suo lavoro sulla sfera dei colori. Partendo dai tre
colori primari della pittura, che sono il Blu, il Giallo e il
Rosso. Runge costruì una sfera dove sulla fascia centrale (il
cerchio massimo della sfera) sono riportate le tonalità di
colori più pure (sature) che dal giallo vanno al verde, al blu,
al viola, al rosso, all'arancio per ritornare al giallo. Per ciò
che riguarda la luminosità, i colori diventano più chiari via
via che si va verso l'alto della sfeara, e più scuri verso il
basso. La sfera di Runge va letta anche in profondità, essa è
composta da segmenti tridimensionali ed ogni colore va
Sfera dei colori di Philipp Otto
sporcandosi di grigio (meno saturo) quanto più ci sposta
Runge
verso l'asse, all'interno della sfera.
MICHEL EUGENE CHEVREUL E LA RECIPROCA INFLUENZA DEI COLORI
Michele Eugene Chevreul (1786-1889) fu, fra gli scenizati che si occuparono del colore,
probabilmente quello che influenzò maggiormente la storia dell'arte. Le sue leggi sull'influenza
reciproca dei colori e il suo sistema di classificazione dei colori, furono studiati e applicati da
pittori come Delacroix, Degas, Seurat e Signac.
Chevreul era un chimico di fama, che nel 1824 venne incaricato da una grande azienda di
tessuti, la Gobelin, di occuparsi dei problemi relativi all'uso delle tinture industriali sui tessuti.
Nell'800 erano state inventate delle nuove tecniche di colorazione a stampa dei tessuti.
Studiando le combinazioni di colori sui capi prodotti dalla Gobelin, Chevreul si accorse che
certe tonalità di rosso, se venivano accostate al verde risultavano vivaci, mentre se accostate al
giallo tendevano ad essere più spente. Chevreul si rese conto, insomma, che due colori accostati
tra di loro tendevano a tingersi l'un l'altro del corrispettivo colore complementare. Vide che il
giallo tendeva a colorare di un blu violaceo i colori vicini: il rosso di un verde tendente
all'azzurro, il blu di un giallo aranciato.
Dall'osservazione e dallo studio di questi fenomeni Chevreul
formulò la famosa legge dei contrasti simultanei che dice
che: "Due colori adiacenti, vengono percepiti dall'occhio in
modo diverso da come sono realmente" (quando vengono
guardati isolatamnete su uno sfondo neutro). Il fenomeno
dell'influenza reciproca dei colori era stato studiato in
precedenza da Goethe, sebbene non in modo sistematico
come fece Chevreul. Chevreul realizzò un cerchio dei colori
in cui erano riportate 72 sfumature di colore alla loro
massima saturazione, tale strumento avrebbe dovuto aiutare
chi per mestiere si trovasse a lavorare con i colori (pittori,
tintori di stoffe). Attraverso questo cerchio è possibile trovare
immediatamente il complementare di ogni colore
Il cerchio dei colori di Chevreul
individuabile nella parte opposta del cerchio.
HERMANN VON HELMHOLTZ.
LE MISCELE ADDITIVE E LE MISCELE SOTTRATTIVE.
Il fisico tedesco Hermann Von Helmholtz (1821-1894) fu uno dei grandi scienziati del XIX°
secolo. Formulò le leggi della conservazione dell'energia, condusse degli importanti studi sulla
percezione del suono, tra il 1856 ed il 1857 pubblicò un importante trattato sulla percezione
visiva dal titolo Manuale di ottica psicologica. In questo trattato Helmholtz introdusse le tre
variabili del colore che sono tuttora adottate: Tono, Saturazione, Luminosità. Egli dimostrò,
inoltre, che la miscela dei colori spettrali (luci colorate) funziona secondo principi
completamente diversi dalle miscele di colore realizzate con i pigmenti dei pittori. Il giallo, che
nelle miscele dei pittori è un colore primario che miscelato al blu dà il verde, nella miscela ottica
risulta essere un colore secondario che si forma dalla miscela della radiazione rossa e quella
verde.
Il diagramma dei colori di Hermann Von Helmholtz
Von Helmholtz dimostrò, a partire dalle scoperte di Young, che era possibile ottenere tutti i
colori, compreso il bianco, attrraverso miscele calibrate di colori dello spettro, e che il bianco si
poteva ottenere miscelando in modo opportuno un radiazione luminosa blu-violetto, una verde
ed una rossa. Allo scopo di ottenere una migliore comprensione del meccanismo di queste
miscele di luci colorate, sistemò i colori dello spettro su un diagramma. Dallo studio del
comportamento della luce e dall'analisi del diagramma ottenuto, lo scienziato notò che per
ottenere il bianco non erano necesserie le stesse quantità di radiazione luminosa verde, rossa e
blu. I suoi diagrammi sulla luce, insieme a quelli di Maxwell costituirono la base della
colorimetria moderna. Gli scritti di Von Helmholtz costituirono un punto di riferimento
importante per i pittori Neo-impressionisti.
NICHOLAS ODGEN ROOD. LA SCIENZA DEI COLORI NELL'ARTE
Il fisico americano Nicholas Odgen Rood (18311902), fu una altro degli scienziati le cui ricerche
scientifiche sul fenomeno dei colori, influenzarono
notevolmente la pittura. Egli tentò di realizzare una
vera e propria convergenza tra il punto di vista
artistico e quello sceintifico. Tale suo sforzo lo portò a
pubblicare un libro dal titolo Modern Chromatics,
apparso nel 1879, il cui significativo sottotitolo era:
"Applicazioni per l'arte e l'industria". Egli tentò di
realizzare una classificazione sistematica e definitiva
dei colori. Ma il suo contributo più importante fu la
realizzazione di una versione scientifica del cerchio
dei colori, sulla quale sono riportati i colori dello
spettro con le diverse sfumature, con le loro precise
posizioni angolari ottenute tenendo conto della
Il cerchio dei colori di Nicholas Rood
larghezza delle bande dei colori dello spettro
luminoso. I colori sono riportati in modo tale da
ottenere in maniera immediata e corretta il
complementare di ogni colore. Questo schema dei
colori continua, attualmente, ad essere adoperato dai
pittori.
JAMES CLERCK MAXWELL. LA MISURA DEI COLORI
James Clerck Maxwell (1831-1879) è uno dei più grandi fisici di tutti i
tempi. Le sue equazioni sull'elettromagnetismo costituiscono un punto di
svolta nella storia della scienza. Maxwell, attraverso i suoi studi, dimostrò
che la luce era una onda eletromagnetica della stessa natura delle onde
radio (quelle che trasmettono i messaggi radio) ma le cui frequenze di
oscillazione erano molto più alte. Egli dimostrò, inoltre, che i colori
diversi dello spettro corrispondevano a frequenze di oscillazione differenti.
Nel 1859 Maxwell fece conoscere la sua Teoria sulla visione dei colori,
che va considerata come l'origine della misura quantitativa dei colori
(Colorimetria). Grazie ad una serie di esperimenti condotti con dei cerchi
rotanti e con delle macchine ottiche di sua invenzione, che gli
permettevano di miscelare le luci colorate controllandone con precisione le
intensità, Maxwell riuscì a creare dei diagrammi, famosi con il nome di
Cerchio rotante di
Triangoli di Maxwell. Adoperando questi diagrammi era possibile,
Maxwell
attraverso delle somme matematiche, ottenere tutte le sfumature di colori
ottenibili dai tre primari di Young (verde, blu e rosso).
I cerchi rotanti di Maxwell erano fatti
in modo tale da potere fissare sulla
superfici, dei settori di carta colorata
di diversa larghezza. Maxwell,
lavorando con i colori primari spettrali
(verde, blue rosso), ottenne le diverse
sfumature dello spettro modificando i
rapporti di proporzione tra i vari
settori, grazie a questi suoi
esperimenti ottenne il suo diagramma
triangolare, nel quale alle sfumature di
colore corrispondono dei rapporti
matematici tra i tre diversi primari.
I diagrammi di Maxewll sono
all'origine del diagramma CEI sul
quale sono riportate, in
corrispondenza dei colori, le rispettive Triangolo dei colori di Maxwell
frequenze di onda elettromagnetica.
Il diagramma CEI è attualmente
considerato il diagramma standard dei
colori spettrali, adoperato da
astronomi, fisici, pittori e grafici .
L'albero dei colori di Munsell
GLI ATLANTI DEI COLORI
Dalla fine dell'800 fino alla metà del '900, vennero
pubblicati diversi atlanti dei colori. Gli autori di questi
atlanti si ponevano lo scopo di realizzare degli
strumenti comodi e completi per chi utilizzasse il
colore per scopi artistici e creativi. Il più conosciuto è
L'atlante dei colori realizzato nel 1915 dal pittore
americano Albert Henry Munsell. L'atlante di
Munsell, conosciuto anche come L'albero dei colori,
ed il cui principio di funzionamento ricorda la sfera di
Runge, ispirò una serie di altri sistemi di
classificazione dei colori. Per ciò che riguarda lo
studio della percezione dei colori nel campo dell'arte,
sono importanti i lavori sul colore, realizzati con carte
e retini colorati, da Joseph Albers nella scuola della
Bauhaus e le ricerche di Johannes Itten, anche lui
insegnante alla Bauhaus, pubblicate da il Saggiatore
con il titolo di "Arte del colore".