mattino_pd_2012-09-17 - FUTURE VINTAGE FESTIVAL
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IL MATTINO LUNEDÌ 17 SETTEMBRE 2012 di Anna Sandri C ode che in confronto Abercrombie a Natale è un principiante; volontari che si staccano dal gruppo e tornano con generi di conforto; accenti che si mescolano mentre la fila aumenta, e la postazione non si molla, ci volessero - e ci vorranno - ore. Conquistare il centro San Gaetano, questo è l’obiettivo; conquistare i suoi stand dove il vintage non si può confondere con l’usato, dove le repliche si chiamano “retrò” e dove quel che ha meno di vent’anni è considerato abusivo. Conquistare il Festival del Vintage a Padova, a costo di commentare con rammarico «se penso a tutto quello che ho buttato via»; o con sgomento «borse così le trovi sulle bancarelle di Prato della Valle» (anche vero, ma solo in certi casi). Sarà che il vintage va tanto di moda, sarà che è tanto trasversale da colpire indifferentemente uomini e donne, in un range che va dai venti agli ottant’anni. Sarà anche che il Festival padovano è a detta degli operatori arrivati fin qui da tutta Italia con la loro mercanzia uno dei migliori sul territorio nazionale, con begli spazi e bel pubblico: l’effetto sono migliaia e migliaia di visitatori, acquisti a ritmo serrato perché dieci euro possono bastare per togliersi uno sfizio, con 70 ti porti a casa un vestitino che non ce l’ha nessun’altra, con 100 una cartella Naj Oleari che maledetta la volta che l’ho buttata, con mille e due una borsa di Hermès come nuova e fuori produzione, con 14 mila una pelliccia in leopardo per fashioniste prive di scrupoli, con 15 mila una Kelly in coccodrillo che viene considerata, più che un accessorio, un “ottimo investimento”. Quasi nessuno e nessuna resiste: minimo un paio di orecchini da dieci euro appunto, garantiti anni Sessanta, passano di mano in mano; fortissimo vanno gli occhiali, oggetto di culto di questi anni, e siccome quelli di nuova produzione li abbiamo visti e portati in tutte le fogge e in ogni colore, adesso siamo pronti a innamorarci di montature datate che hanno il pregio indiscutibile del no logo. Gli oggetti parlano: orecchini a palla, margherite da mettere tra i capelli o sulle collane, colori, colori colori e ancora colori: tutte cose che arrivano 35 il festival del vintage Quel pezzo unico viene dal passato e ti cambia il look Ore in coda pur di conquistare un accessorio E per gli abiti trionfano gli anni Cinquanta Più di trentamila visitatori in tre giorni Più di trentamila visitatori in tre giorni è il bilancio del Vintage Festival; pubblico in aumento rispetto alla scorsa edizione, che si era attestata appena sotto i 30 mila, e raddoppiati i numeri anche per il concorso fotografico “Ritratti Vintage” realizzato in collaborazione con “il Mattino di Padova” (sul sito i nomi dei vincitori per le due categorie). Tra gli ospiti di questi giorni, Elio Fiorucci, Diego Dalla Palma e Andrea Pezzi. Il mercato del vintage in Italia può contare su 15 fiere e un centinaio di negozi che sono anche fonte di ispirazione creativa e ricerca innovativa per uffici stile di grandi aziende di moda. Lo spirito creativo di quegli anni d’oro è, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, ispirazione e stimolo per molti giovani che si sono immersi totalmente nello spirito del festival sfoggiando look vintage per nulla fuori tono con il calendario di oggi. Successo anche per le mostre che al Centro San Gaetano hanno accompagnato i giorni del Festival, e per il denim vintage di A.n.g.e.l.o. che ha portato in esposizione alcuni dei suoi capi più preziosi. Accessori e abiti anni Cinquanta: un successo In cosa aspettando di entrare al Festival del Vintage dagli anni Cinquanta e Sessanta, quando il presente sapeva accontentarsi e il futuro era una scommessa già vinta. Gli abiti Cinquanta più belli li ha Nicoletta da Rovigo, nessun negozio ma tante fiere e mercatini (nel Veneto, soltanto Asolo per scelta). Cappotti di velluto, o dai colli importan- il fenomeno La filosofia riempie le piazze ti, giacche damascate, abiti da sera. Una sarta ieri ha comprato quattro cappotti: li indosserà, ma soprattutto replicherà il taglio per le sue clienti. Affollatissimo lo stand di Angelo, che è un signore di Lugo di Romagna con questo nome, poi trasformato in logo sotto forma di A.n.g.e.l.o.: è riuscito Con dieci euro compri gli orecchini e ti togli lo sfizio Una mitica borsa Hermès ne vale mille e duecento Con 14 mila euro e pochi scrupoli ti ricopri di leopardo in un’impresa acrobatica, vende pezzi di firma ma la firma più importante è la sua, sul cartellino. Da lui non si compra un Valentino, ma un “Valentino di Angelo” che è come raddoppiare il valore. È lui a possedere le pellicce di leopardo e la Kelly di coccodrillo; ma anche molte scarpe e abbi- Occhiali: richiestissimi gliamento elegante e sportivo in abbondanza. Viene tutto dall’estero, ma le fonti non si svelano; si sa che per i bijoux il massimo è l’America, seguita da Londra; per l’abbigliamento sportivo (che comprende a iosa le tristissime felpe con zip della Adidas) si trovano vagonate di merce nel Nord Euro- pa. L’Italia, quando fornisce, fornisce a pacchetto da privati: prendi Mara Angelini, del milanese “Èclater”: è incappata in una signora che aveva una clamorosa dipendenza da Hermès. Quando si è disintossicata, le ha venduto un intero guardaroba di borse e di vestiti. Prezzi all’altezza, ma pezzi da museo. Come i bauli del padovano Corrado: costano, ma te li immagini come pezzi di arredamento e la cifra appare equa. Tra i clienti e le clienti la parola d’ordine è “non perdere l’occasione”: puoi trovare a basso prezzo, ogni articolo è assolutamente unico, sapendo mischiare ci fai una gran figura. Cosa saranno mai due ore in coda? Katy Perry, tutta una vita in un film Da domani a giovedì a Limena e Silea il documentario sull’artista dei record ◗ PADOVA ■ ■ Una straordinaria partecipazione di pubblico ha accompa- gnato a Modena, Carpi e Sassuolo il Festival della Filosofia: 180 mila le presenze in tre giorni, in crescita rispetto allo scorso anno. Già scelto il tema della prossima edizione: sarà “Amare” Arriva in Italia il film documentario “Katy Perry, Part of me”, vita di una star sul palco e dietro le quinte: sarà proiettato dal 18 al 20 settembre in 36 sale, e tra queste vi sono anche le multisala di Limena e di Silea. Le prevendite sono aperte. Con oltre 24 milioni di dollari incassati solo negli Stati Uniti e quasi 30 milioni di dollari al box office internazionale, il film sta al quarto posto nella classifica di incasso di Film Documentari dopo Madonna, U2 e Jonas Brothers. Numeri che vanno ad aggiungersi agli oltre 30 milioni di album venduti nel mondo da Perry, che in Italia ha ottenuto il disco d’oro. Quando Katy Perry ha invitato due giovani filmmaker, Ed Lovelace e James Hall, a documentare la sua vita sulle scene e fuori dalle scene, ha dato loro completo e libero accesso a tutti i momenti della sua quotidianità. Nulla è stato dichiarato “off limits” e quello che scaturisce dal film è un ritratto personale e professionale di una performer che ha conquistato il mondo. Oltre a catturare i successi dei suoi live show, il film racconta i suoi inizi di cantante e cantautrice e include interviste alla sua famigliae ai suoi collaboratori. Il racconto non può prescindere anche da quello della sua vita privata. Ecco quindi che il film racconta anche il matrimonio, avvenuto nel 2010 con l’attore Russell Brand, il suo inizio e la sua fine ad un solo anno di distanza. Il risultato è il racconto di un successo suggellato dal record raggiunto da Katy con cinque singoli al n.1 della Billboard 200, unica donna ad aver mai raggiunto questo traguardo. La locandina del film