Verbale - ULSS 1 Belluno

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Verbale - ULSS 1 Belluno
Conferenza dei Sindaci dell’ Ulss n.1 - Belluno
Segreteria : c/o Direzione Servizi Sociali ULSS n.1
Via Feltre, 57
– 32100 Belluno
Tel.0437/516833 – fax 0437/944899
Conferenza
Sindaci Ulss n.1
Belluno
e-mail : [email protected]
Verbale
Comitato dei Sindaci dell’U.L.S.S. n.1- Distretto n.1
8 NOVEMBRE 2013
Il Comitato dei Sindaci del Distretto n.1 Cadore, si è riunito il giorno 8 novembre 2013 alle ore
10.30 presso il Municipio di Calalzo di Cadore, su invito del Vice Presidente del Comitato Luca
De Carlo, con avviso prot. n° 152/2013CdS del 28 .10.2013 avente il seguente o.d.g.:
1.
2.
Approvazione verbale del 24.6.2013;
DGR n.1749 del 3 ottobre 2013 "LINEE DI INDIRIZZO PER LA
COMPARTECIPAZIONE ALLA SPESA SOCIALE DEGLI INSERIMENTI IN
STRUTTURE E PERCORSI RIABILITATIVI DEL DIPARTIMENTO DI SALUTE
MENTALE.” Presentano l’argomento il dott. Forti e il dott. Cadeago.
Situazione schede di dotazione ospedaliera e territoriale e riorganizzazione
ospedaliera nel Distretto n.1 del Cadore;
Varie ed eventuali
3.
4.
Presenti
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20
Comuni
Auronzo
Borca di Cadore
Calalzo di Cadore
Cibiana di Cadore
Comelico Superiore
Cortina d’Ampezzo
Danta di Cadore
Domegge di Cadore
Lorenzago di Cadore
Lozzo di Cadore
Perarolo di Cadore
Pieve di Cadore
S.Nicolò Comelico
S.Pietro di Cadore
S.Stefano di Cadore
S.Vito di Cadore
Sappada
Valle di Cadore
Vigo di Cadore
Vodo di Cadore
P. A. Nominativo
P
Assessore del. Lorenzo De Martin
P
Vice Sindaco del. Giuseppe Belfi
P
Sindaco Luca De Carlo
A
P
Assessore del. Daniele Zandonella
P
Assessore del. Giovanna Martinolli
A
A
P
Assessore del. Roberto Bacchilega
P
Assessore del. Giuseppe Turco
P
Assessore del. Carmen Stabile
P
Sindaco maria Antonia Ciotti
A
A
P
Sindaco Alessandra Buzzo
P
Sindaco Andrea Fiori
P
Assessore del. Marco Rossa e Consig. Antonio Zandonà
P
Sindaco Bruno Savaris
P
Sindaco Mauro Bettina Da Rin
P
Assessore del. Giovanna Chiatti
per Ulss n.1:
Pietro Paolo Faronato – Direttore Generale
Francesco Favretti – Direttore Amministrativo
Tiziano Martello– Direttore Sanitario
Carlo Stecchini– Direttore Servizi Sociali e Funz. Terr.le
Sandro De Col – Direttore Unico dei Distretti
Bruno Forti - Direttore Dipartimento Salute Mentale:
Fabio Candeago - Direttore UO Psichiatria Cadore
Raffaele Zanella – Direzione Medica Cadore
Presente il Presidente della Conferenza dei Sindaci Jacopo Massaro
1.Approvazione verbale del 24.6.2013;
Presidente Luca De Carlo
Mette approvazione verbale del 24.62013
Astenuti: Pieve di Cadore, Vigo di Cadore, Perarolo, Lozzo di Cadore e Sappada non presenti alla
riunione.
Approvato all’unanimità dai votanti.
2..DGR n.1749 del 3 ottobre 2013 "LINEE DI INDIRIZZO PER LA COMPARTECIPAZIONE
ALLA SPESA SOCIALE DEGLI INSERIMENTI IN STRUTTURE E PERCORSI RIABILITATIVI
DEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE.” Presentano l’argomento il dott. Forti e il dott.
Cadeago.
Passa la parola al dott. Forti per la trattazione del 2° punto
Dott. B. Forti
Richiama la delibera n.1749
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA (LEA) AREA SALUTE MENTALE, DI
CUI ALL’ALL. 5 DELLA DGR N. 2227 DEL 9 AGOSTO 2002 E ALL’ALL. 1
DELLA DGR N. 3972 DEL 30 DICEMBRE 2002
“prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi
programmi di reinserimento sociale e lavorativo, in regime
residenziale nella fase di lungoassistenza (comunità alloggio,
gruppi appartamento, ecc.)”, così ripartiti:
•Prestazioni afferenti a prestazioni sanitarie: 100 % costi di
natura sanitaria;
•Assistenza tutelare e di collaborazione alle figure
infermieristiche e sostegno riabilitativo/educativo: fino al 60%
costi di natura sanitaria; almeno il 40% costi di natura sociale;
•Assistenza alberghiera: fino al 20 % costi di natura sanitaria;
almeno l’80 % costi di natura sociale.
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Spiega come la nuova delibera regionale in realtà non aggiunge nulla di nuovo perché la
compartecipazione alle rette alberghiere per inserimenti in strutture dei pazienti psichiatrici, è stata
già prevista dal DPCM del 2002 allegato 5.
Suddivide le prestazioni in 3 ambiti: prestazioni sanitarie, prestazioni assistenziali fino al 60%
sanitarie e almeno al 40% sociali, spese ed assistenza alberghiera con costi di almeno l’80% dei
costi di natura sociale.
Progetto Generale di Intervento “Appartamento
protetto – Domiciliarietà protetta” ULSS n. 1 approvato
dalla Conferenza dei Sindaci, in vigore dal 2003
MODALITÀ DI RIPARTIZIONE DEI COSTI TRA FONDO
SANITARIO E FONDO SOCIALE:
• interventi sanitari 100 % fondo sanitario;
• interventi di assistenza a domicilio 50 % fondo
sanitario e 50 % fondo sociale;
• prestazioni alberghiere 20 % fondo sanitario e
80 % fondo sociale.
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I LEA sono stati recepiti solamente per le case protette di Belluno e i gruppi appartamenti di
Levego nella modalità espressa in premessa, già dal 2003.
PROVVEDIMENTI AZIENDALI DI RIFERIMENTO
• Deliberazione n.1353 del 20.12.2006 con cui veniva approvato il progetto
generale di intervento “Appartamento protetto – Domiciliarità protetta;
• Deliberazione n.142 del 04.02.2009 “Affidamento del servizio di gestione
delle Comunità Terapeutiche o Comunità Alloggio afferenti al DSM –
Periodo 15.02.2009-14.02.2015. Aggiudicatario
RTI Consorzio
SACS/Coop. Soc. ITACA”.
• Deliberazione n. 1430 del 29/12/2009 avente per Oggetto: Approvazione
progetto triennale 2010 - 2012 "Appartamento protetto - Domiciliarità
protetta".
• Deliberazione n.511 del 19.05.2011 “Attuazione Gruppo Appartamento
Protetto – Unità Operativa di Psichiatria del Cadore”.
• PROGETTO TRIENNALE 2013 – 2016 “APPARTAMENTI
PROTETTI – DOMICILIARIETÀ PROTETTA”. Attivazione GAP
afferente all’U.O. Psichiatria del distretto n. 3 di Belluno e avvio del
GAP afferente all’U.O. Di psichiatria del distretto n. 1 del Cadore (in
deliberazione)
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Il progetto da allora è stato prorogato, attualmente è in elaborazione un progetto triennale 20132016 per appartamenti protetti – domiciliarità protetta.
Introduce un accenno sui costi standard voluti dalla Regione per alcune tipologie di offerta, per
CTRP Comunità alloggio e gruppi appartamento protetti che sono leggermente diversi da quelli ora
attivati.
DGR n.1749 del 3 ottobre 2013
DELIBERA
1.di considerare le premesse parte integrante e sostanziale del
presente provvedimento;
2.di approvare le Linee di Indirizzo per la compartecipazione alla spesa
sociale degli inserimenti in strutture e percorsi riabilitativi del
Dipartimento di Salute Mentale, approvato dalla Conferenza regionale
permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria nella
seduta del 16 luglio 2013, di cui all’Allegato A, parte integrante e
sostanziale del presente provvedimento;
3.di prendere atto delle Note integrative, approvate dalla Conferenza
regionale permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria nella seduta del 16 luglio 2013, di cui all’Allegato B, parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
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La delibera regionale di ottobre recepisce le proposte di regolamento che erano state fatte il 16
luglio scorso con contenuti nell’allegato A e nell’allegato B.
4. di dare mandato alle Aziende ULSS di dare
applicazione alle Linee di Indirizzo di cui al punto 2)
con decorrenza 1° gennaio 2014;
5. di stabilire che l’applicazione delle Linee di Indirizzo di
cui al punto 2) preveda la sperimentazione del primo
biennio dall’entrata in vigore. Al termine del periodo
transitorio, è prevista la revisione ed integrazione;
6. di dare mandato al Segretario regionale per la Sanità
di istituire con proprio provvedimento un Gruppo di
lavoro per il monitoraggio e la verifica
dell’applicazione a livello locale delle Linee di Indirizzo
di cui al punto 2);
6
ALLEGATO _A
LINEE DI INDIRIZZO PER LA
COMPARTECIPAZIONE ALLA SPESA SOCIALE
DEGLI INSERIMENTI IN STRUTTURE E PERCORSI
RIABILITATIVI
DEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
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L’allegato A rifacendosi anche al progetto obiettivo per la salute mentale 2010.2012 in cui si
enfatizza molto anche a livello terapeutico il concetto di compartecipazione ai costi, esprime come
tale compartecipazione debba essere il più possibile condivisa dall’utenza. Si tratta di pazienti che
già rifiutano il bisogno di aiuto per cui
PREMESSA:
• La realizzazione delle presenti Linee di Indirizzo intende
sottolineare come rimanga “conditio sine qua non” che, prima della
sua applicazione formale, siano espletati esaurienti tentativi di
addivenire ad una decisione partecipata di consenso e di
cooperazione da parte di tutti i protagonisti della residenzialità nei
servizi dei DSM.
• Pertanto l’applicazione formale è riconosciuta solo come ultimo
passaggio di un processo di condivisione che, rispettando i diritti e i
principi dettati dal codice civile e dalla giurisprudenza in materia,
riconosce tuttavia la necessità e il valore irrinunciabile della
decisione partecipata in tali programmi, ciò coerentemente con gli
indirizzi espressi anche dal Progetto Obiettivo Salute Mentale della
Regione Veneto (POSM), il quale riconosce esplicitamente come
essenziale nella stesura del progetto individualizzato la ricerca della
condivisione con i pazienti, con i familiari e con la rete formale e
informale.
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Motivazioni della compartecipazione
ART. 1 – Destinatari della compartecipazione
• …… La contribuzione alla retta viene stabilita
in conformità con la valutazione dell’Unità
Valutativa Multidimensionale (UVMD) del
distretto socio-sanitario di pertinenza, sulla
scorta della progettualità e delle indicazioni
cliniche ricevute dal DSM e confermate in
sede di UVMD, per la realizzazione di uno
specifico progetto terapeutico riabilitativo a
loro dedicato.
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La contribuzione della retta viene stabilità in UVMD
ART. 2 – Strutture Dipartimentali in cui deve essere applicata
la ripartizione della spesa e delle competenze fra Aziende
ULSS e l’utente
• Le Strutture Dipartimentali in cui è applicata la
ripartizione della spesa e delle competenze fra
Aziende ULSS e l’utente sono le strutture
residenziali classificate come Comunità
Alloggio (di base ed estensiva) e come Gruppo
Appartamento (GAP) ai sensi della DGR n.
1616/2008 e successive modifiche.
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Soggette a compartecipazione sono le comunità di base e gli appartamenti protetti
La rete dei servizi di cui si avvale la UOC di Psichiatria
di Belluno è costituita da:
• SPDC con 15 posti letto, a cui afferisce l’utenza
dell’UO di Belluno e di Agordo;
• CSM;
• Centro Diurno annesso al CSM;
• Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta (San
Gervasio) con 14 posti letto;
• Comunità Alloggio (Comunità terapeutica “Casa
Carbone”) con 6 posti letto (dal 2015 10 posti letto?);
• Due Appartamenti Protetti (Levego) da dismettere;
• Un Gruppo Appartamento con 4 posti letto (Via
Lungardo) in fase di attivazione.
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Situazione attuale della rete dei servizi presenti nell’ulss 1
Quelle in nero sono sanitarie e quelle in rosso sono socio sanitarie
I due appartamenti di Levego sono in dismissione, in cambio dell’appartamento in via Lungardo
La rete dei servizi di cui si avvale la UOC di Psichiatria
del Cadore è costituita da:
•
•
•
•
SPDC con 6 posti letto;
CSM;
Centro Diurno annesso al CSM;
Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta con 8
posti letto;
• Comunità Alloggio (Reane) con 8 posti letto;
• Un gruppo appartamento con 4 posti letto (Reane) in fase di avvio.
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Situazione attuale della rete in Cadore
La rete dei servizi di cui si avvale la UO di
Psichiatria di Agordo costituita da:
• CSM;
• Centro Diurno annesso al CSM.
….. L’ULSS di Belluno è una delle poche in Veneto in cui
la compartecipazione su Comunità Alloggio e Gruppi
Appartamento non è da tempo una realtà
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Situazione attuale della rete dei servizi in Agordino
ART. 3 – Caratteristiche dei programmi terapeutico–riabilitativi
realizzati in strutture residenziali in cui è prevista la contribuzione
economica da parte degli Utenti del DSM alla quota sociale della
retta
• Le caratteristiche, ivi inclusa la durata, dei programmi
terapeutico–riabilitativi realizzati in strutture residenziali in
cui è prevista la contribuzione economica alla quota sociale
della retta sono quelle definite dalla DGR n. 1616/2008 e
successive modifiche. Alla scadenza del programma
terapeutico-riabilitativo così come stabilito in sede di UVMD e
comunque di durata non superiore a quella stabilita dalla
citata DGR n. 1616/2008 e successive modifiche*, l’eventuale
prosecuzione del programma terapeutico-riabilitativo va
ridefinita in sede di UVMD.
* CA max 36 mesi; GAP max 24 mesi (salvo ridefinizione PTP)
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Comunicazione della regione sottolinea il mancato avvio della compartecipazione
ART. 4 - Caratteristiche della ripartizione degli oneri tra
Fondo Sociale e Fondo Sanitario e compartecipazione
dell’utente alla spesa per la retta (1)
• …… L’assistito potrà comunque trattenere in
disponibilità personale una cifra pari alla quota
corrispondente al 50 per cento della pensione minima
per i lavoratori dipendenti erogata dall'I.N.P.S.
(compresa la tredicesima mensilità e aggiornata
annualmente in modo automatico). Verrà inoltre
sempre escluso dal computo della loro situazione
economico-patrimoniale l’ammontare dell’eventuale
borsa lavoro erogata che resta in ogni caso a
disponibilità dell’utente. ……
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va nel dettaglio
ART. 4 - Caratteristiche della ripartizione degli oneri tra
Fondo Sociale e Fondo Sanitario e compartecipazione
dell’utente alla spesa per la retta (2)
• …… Nel caso di giornate di assenza dalla
struttura il paziente è tenuto al pagamento
della quota sociale LEA in proporzione alla
retta e alla sua eventuale riduzione o
sospensione. Salvo specifici regolamenti della
struttura ospitante, viene applicata la regola
che nelle prime tre giornate di assenza,
l’ospite, sarà tenuto a pagare il 100% della sua
quota parte, dal terzo giorno la quota sociale
si ridurrà del 25%.
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Art. 4 dispone quante risorse devono rimanere al paziente
ART. 5 – Modalità di versamento della quota sociale
della retta di accoglienza (2)
• Il Comune di residenza (ossia il comune di residenza dell’assistito al
momento dell’inserimento in una delle strutture oggetto delle presenti
Linee di Indirizzo), direttamente o tramite un fondo solidarietà per la
salute mentale, eroga la parte di quota sociale priva di copertura del loro
cittadino, riservandosi il recupero della spesa sostenuta in vece del loro
cittadino, se concorreranno le condizioni di recupero, in conformità alle
leggi in materia.
• L’integrazione del Comune alla quota sociale è oggetto di verifica durante
l’UVMD, analogamente a quanto oggi avviene per altri inserimenti in
strutture. Percorso specifico è previsto per i casi già inseriti nelle strutture
oggetto del presente le presenti Linee di Indirizzo.
Il servizio sociale del comune di residenza dell’assistito provvederà ,
accertata la congruità della richiesta dell’interessato, a disporre un piano
di copertura, parziale o integrale, del pagamento della quota sociale della
retta dell’utente, definendo i tempi di copertura della spesa.
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Slide 16 art. 5
ART. 6. – Norma transitoria
• L’applicazione delle presenti Linee di Indirizzo
prevede la sperimentazione del primo biennio
dalla loro entrata in vigore. Al termine del
periodo transitorio, è prevista la loro revisione
ed integrazione. A tale scopo è istituito idoneo
gruppo di lavoro dedicato al monitoraggio del
periodo iniziale di introduzione delle presenti
Linee di Indirizzo.
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Art 6
ALLEGATO B
Note integrative alle Linee di Indirizzo per la
compartecipazione alla spesa sociale degli
inserimenti in strutture e percorsi riabilitativi
del Dipartimento di Salute Mentale
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A. Nel calcolo della situazione economica, si farà
riferimento alla situazione
economica/patrimoniale dell’assistito e di
coloro che sono tenuti per legge al concorso
della spesa, salvo nuove o diverse disposizioni
legislative in materia. Le Conferenze dei Sindaci
possono, comunque, fare riferimento al solo
reddito dell’assistito.
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Si può fare riferimento solo al reddito dell’assistito
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C. Il Comune di residenza (ossia il comune di residenza dell’assistito al
momento dell’inserimento in una delle strutture oggetto delle
presenti Linee di Indirizzo), accertata e aggiornata annualmente la
valutazione della situazione economico-patrimoniale, nei casi in cui
sussistano i criteri e le condizioni, potrà provvedere a recuperare la
sua erogazione di anticipazione della quota di contributo di
integrazione della retta sociale mediante l’acquisizione di beni mobili o
immobili che secondo le indicazioni contenute nel D.Lgs. 109/1998 e
D.Lgs 130/2000, e rispettando le vigenti indicazioni legislative le quali
stabiliscono come, nella valutazione patrimoniale utile al conteggio
degli oneri economici a carico del soggetto assistito, non si dovrà tener
conto del valore dell’alloggio di proprietà in cui risiedeva la persona
ora ospite residenziale in struttura socio-sanitaria, fino alla
concorrenza di euro 51.645,69, verrà inoltre riconosciuta anche una
franchigia di euro 15.493,71 nei riguardi di eventuali beni (denaro
contante, azioni, obbligazioni, ecc.) di proprietà dello stesso.
22
Slide 19 In caso di
proprietà.
D. Date le complessità delle competenze dei singoli Comuni in materia
di sostegno economico agli indigenti si suggerisce che le
amministrazioni comunali e le Conferenze dei Sindaci si adoperino per:
• Definire in modo omogeneo le modalità con cui
accogliere ed eventualmente erogare la richiesta di
integrazione alla contribuzione alla retta sociale del
proprio cittadino, sino al massimo corrispondente
all’intera quota;
• Promuovere la costituzione, da parte dei comuni della
regione, affini per territorio, di una unica struttura
tecnica di gestione dei recupero dei fondi anticipati
per i propri cittadini che, sulla scorta della successiva
verifica della capacità parziale e totale di sostenere la
quota sociale della retta di ospitalità presso le strutture
di accoglienza, siano ritenuti nella capacità di
assumersene il costo;
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Slide 20
Definizione in modo omogeneo della modalità con cui accogliere la richiesta di contributo
D. Date le complessità delle competenze dei singoli Comuni in materia
di sostegno economico agli indigenti si suggerisce che le
amministrazioni comunali e le Conferenze dei Sindaci si adoperino per:
• Promuovere la costituzione e l’adozione da parte di tutti i comuni
della Regione Veneto di un unico regolamento che indichi le
procedure con cui l’amministrazione del singolo comune opererà
tramite i propri servizi – o in forma associata - alla rilevazione (o
verifica) della situazione economica e patrimoniale dell’assistito che
richiede l’integrazione della propria retta sociale e le modalità con
cui opererà la riscossione dall’assistito delle spese sostenute per la
retta sociale, se privo delle condizioni per cui ha diritto al beneficio
del sostegno del comune di residenza alla integrazione parziale o
totale della spesa;
• Tale strumento è necessario che sia in raccordo e a completamento
delle Linee di Indirizzo regionali e definisca, ove possibile, una unica
struttura tecnico-amministrativa per il governo delle spettanze agli
organismi di assistenza;
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Slide 21
Regione veneto
D. Date le complessità delle competenze dei singoli Comuni in materia
di sostegno economico agli indigenti si suggerisce che le
amministrazioni comunali e le Conferenze dei Sindaci si adoperino per:
• Promuovere la possibile costituzione, da parte dei comuni della regione,
affini per territorio, di un deposito finanziario come mini-fondo
economico per la salute mentale tra i comuni dell’area. Tale quota
potrebbe avere due vantaggi:
1. assicurare la copertura immediata alla quota sociale della retta
evitando ritardi di attuazione dell’accoglienza stessa, evitare disagio
finanziario al gestore della struttura, aumentare la compliance al progetto
da parte dell’assistito e dei suoi familiari data la maggiore graduazione e il
maggior tempo a disposizione per valutare e trovare soluzione
all’impianto di copertura della quota sociale;
• 2. evitare che i comuni con pochi abitanti siano messi in difficoltà dalla
copertura di tale spesa sociale (causa casualità della casistica nei piccoli
numeri).
A tale fine si suggerisce che il fondo sia costituito da una piccola frazione
di valore pro-capite (sul numero degli abitanti), il fondo interviene a
copertura dello scostamento dal valore stocastico medio atteso per ogni
singolo comune in rapporto al numero dei suoi abitanti
25
Slide 22
CONCLUSIONI
•
•
•
•
Regolamento
Comitati di Distretto (Belluno, Cadore)
Incontri tra servizi, utenti e familiari
UVMD
…. Da gennaio 2014
26
Conclusioni
Dr.Forti lascia la parola al dott. B. Candeago
Ringrazia per l’occasione di confronto sulle criticità della psichiatria e nel Cadore in particolare
Le indicazioni della Regione cercano di uniformare quanto fatto nei vari Dipartimenti in modo
disomogeneo nel Veneto.
Nel passato si è sollecitata una delibera che facesse da cornice per il tema della compartecipazione
dell’utenza, rispetto soprattutto alle spese alberghiere. Ci si arriva in ritardo, se fosse arrivata prima
si sarebbe potuto avere strumenti migliori per i confronti con i famigliari dei pazienti rispetto agli
inserimenti in comunità.
In Cadore dal ‘97 in poi, grazie al notevole sforzo e sostengo della Direzione dell’Ulss, si è aperta
una prima Comunità e successivamente nel 2000 si è risistemato la Comunità Protetta e la
Comunità Alloggio, con fatica da due anni si è arrivati al trasferimento del SPDC?.
La situazione attuale prevede l’apertura di un altro punto di offerta, nel gruppo appartamento a
Reane di Auronzo per 4 posti letto anche se effettivamente l’appartamento può ospitare con
comodità solo 3 persone.
Tutto questo insiste in una situazione i cui dati parlano di 752 persone in carico al servizio
psichiatria in Cadore per un totale di prestazioni pari a 22900. Le strutture residenziali hanno 8 posti
per la Comunità Protetta con inserimento di 13 utenti, 8 posti letto delle Comunità Alloggio con 11
pazienti inseriti.
Il problema più importante è dato dall’invecchiamento e dalla poli-patologia degli utenti per cui
quelle unità di offerta non risultano più idonee. Il percorso per trovare altre soluzioni è molto
complicato.
Nel caso in cui i nostri utenti debbano essere ospitati in strutture fuori Ulss per ragioni diverse, si
raggiungono costi come quelli del 2012 pari ad € 122.920 per 3 pazienti, mentre per i 16 pazienti
ospitati nelle nostre strutture, è pari ad € 457.000, più spese varie per € 96.000. Si tratta quindi di
una spesa molto sproporzionata quella per l’inserimento di nostri utenti in strutture di altre realtà
territoriali, ma spesso non c’è alternativa o perché ce lo impone la magistratura o perché non è
possibile al momento un percorso terapeutico riabilitativo adeguato nelle nostre strutture. Il tema va
affrontato da tutti i presenti perché riguarda in primo luogo i giovani malati da patologie severe, per
i quali è difficile prevedere brevi periodi di cura, ed in questo momento in Cadore ma anche a
Belluno l’offerta risulta bloccata.
Leggendo la Delibera Regionale si nota che la proposta della compartecipazione delle quote
alberghiere prevede la condivisione partecipata da parte di tutti i protagonisti della residenzialità
prima della applicazione.
La fragilità dell’utenza, dove il raggiungimento dell’accettazione delle cure risulta già un risultato
importante in molti casi, la questione della compartecipazione potrebbe essere un problema
ulteriore per il quale chiede l’eventuale mediazione dei Sindaci o l’assunzione di un ruolo direttivo
della UVMD e quindi del Distretto.
Presidente
Si dichiara spaventato dall’ultimo passaggio fatto dal dott. Candeago, per cui parlare di
compartecipazione è cosa buona, ma crede che le decisioni vadano prese in piena consapevolezza
da chi ha il ruolo per farlo, non facendo sempre riferimento agli Amministratori e alle Comunità.
Si impegna ad un’analisi completa della materia anche da parte della Conferenza dei Sindaci.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Richiamando i numeri espressi, ringrazia quanto fatto dal Dipartimento.
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
Sottolinea il lavoro fatto e l’urgenza di trovare risposte alternative per curare e gestire gli utenti di
questo servizio.
Presidente
Porta i complimenti da parte di tutto il Comitato di Distretto per il lavoro del Dipartimento di
Psichiatria.
3.Situazione schede di dotazione ospedaliera e territoriale e riorganizzazione ospedaliera
nel Distretto n.1 del Cadore
Presidente
Cambia argomento ed introduce il dott. Faronato, ricordando che lo stesso non ha mai fatto mancare
la sua disponibilità al confronto quando convocato.
Premettendo che mai come ora la Conferenza svolge un ruolo propositivo, ringrazia e saluta il
Presidente della Conferenza per la presenza e la disponibilità sempre dimostrata e lo invita ad un
lavoro specifico per la materia prima trattata.
Riferito al dott. Faronato, pone i quesiti sottoposti da apposito documento (allegato) predisposto dal
Comitato di distretto. Legge il primo quesito e premette che, in linea di massima, la
riorganizzazione della guardia medica sia stata ben accolta da tutti i Sindaci. La criticità attiene
invece la problematica dell’ambulanza non medicalizzata. Chiede se è possibile avere il medico
costantemente sui mezzi dell’emergenza.
1 ° Quesito: guardia medica ed urgenza emergenza
1.
Il ridimensionamento numerico della guardia medica, la cui attuazione ha visto gli
Amministratori dimostrare buona volontà e predisposizione nel cercare soluzioni, è condivisibile se
va verso il contenimento dei costi rapportati al numero delle prestazioni realmente erogate, un po’
meno condivisibile se a tutt’oggi non vi è alcuna previsione per una seria territorializzazione dei
Servizi d’Urgenza ed Emergenza, tanto che nel mese di Novembre numerosi turni del Medico di
Automedica non avranno un medico dedicato, bensì, qualora ci fosse la necessità, uscirebbero gli
specialisti della Terapia Intensiva e/o dell’Elicottero, con le conseguenze che si possono
immaginare;
Aggiunge che in linea di massima la riorganizzazione della guardia medica abbia ricevuto la
condivisione di tutti i Sindaci. Alcune criticità sono state già esaminate con il dott. Stecchini, come
l’irricevibilità della pretesa del Medico di stanza a Cortina che vuole l’utente di Calalzo si rechi
presso il suo ambulatorio. La complessità attiene invece alla problematica dell’ambulanza non
medicalizzata e quindi all’urgenza emergenza. Chiede se è possibile avere il medico costantemente
sui mezzi dell’emergenza.
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
Aggiunge che ha ricevuto visite da addetti ai lavori che l’hanno invitata a porre alcuni quesiti
mediante lettera (allegata) cui dà lettura. Al termine consegna copia della lettera al Direttore
Generale.
Direttore Generale
Con una battuta evidenzia come tutta i vertici dell’Ulss 1 siano presenti alla riunione.
Discute quindi delle polemiche apparse sui giornali in riferimento all’assenza del DG nell’ultima
Conferenza, dove non è intervenuto in quanto non invitato. Si dichiara sempre disponibile a
presenziare a fronte di un invito formale e di un ordine del giorno. In quell’occasione in particolare
c’era un punto dell’ordine del giorno che prevedeva la nomina di un membro del collegio dei
revisori che controlla l’operato dell’Ulss e giudicava di pessimo gusto essere presente se non
invitato.
Passa all’argomento continuità assistenziale:
Afferma che sono costantemente monitorati i dati della guardia medica e continuano a presentare
sempre numeri bassi. Chiede l’impegno dei Sindaci a presentare qualsiasi segnalazione di mal
funzionamento. Ad ogni segnalazione si può attivare una verifica delle telefonate registrate ed
eventualmente convocare il professionista. In questo momento il percorso è avviato e per il periodo
natalizio si sta pensando ad un’implementazione del servizio su Cortina.
Per quanto riguarda l’auto medicalizzata, si sta rispondendo alla malattia di un operatore, per cui,
come in tutte le organizzazioni, si sta rispondendo alle esigenze del servizio con gli operatori
disponibili. Fortunatamente per vari fattori in questo mese l’attività dell’elicottero risulta ridotta, per
cui mettendo assieme le attività di altri operatori si riesce comunque a garantire il servizio.
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
chiede se l’auto medica esce sempre, perché il servizio deve essere garantito costantemente, e se
questa situazione è legata esclusivamente alla malattia dell’operatore e quindi risolta per la fine del
mese di novembre.
Direttore Generale
Conferma ed aggiunge che ci sono alcuni dissapori fra gli operatori perché la normativa impone
alcuni orari di servizio non particolarmente graditi.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Si dichiara contenta della presenza del DG e di tutto lo staff dell’Ulss.
Sul problema trattato ritiene si debba risolvere una criticità fondamentale: ovvero le ambulanze
datate e che hanno oltre 350.000Km, per cui si impegna a dare il proprio contributo magari in
collaborazione con la Fondazione Cariverona.
Apprezza la riorganizzazione, ma ritiene lacunoso non poter sostituire le persone malate.
Direttore Generale
Spiega che la normativa impedisce la sostituzione del personale in malattia.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Continua spiegando che l’urgenza ed emergenza deve essere assolutamente garantita nel territorio
del Cadore e si augura si possa intervenire sulla dotazione delle ambulanze anche perché costa di
più manutentarle visto il loro chilometraggio che sostituirle con mezzi nuovi e più idonei.
Direttore Generale
Spiega che nel piano degli investimenti si è già programmata per il 2014 la sostituzione delle
ambulanze.
Gradisce l’accenno ad eventuale collaborazione per sensibilizzare la Fondazione Cariverona, tra
l’altro da sempre molto disponibile con l’ulss 1, tanto che finanzierà in parte la nuova TAC
all’ospedale di Pieve di Cadore che sarà installata nel 2014, grazie all’autorizzazione ricevuta
in tal senso.
Direttore Amministrativo
Conferma la programmazione di acquisto di 4 ambulanze per tutta l’ulss, di cui una cercata con
urgenza.
Direttore Generale
L’altra cosa su urgenza ed emergenza sarà quella della dotazione di un sistema di trasmissione dei
dati dalle ambulanze. Spiega si tratta di un acquisto complesso ma che entro fine anno si dovrebbe
trovare una soluzione adeguata.
Presidente
Chiede se le sostituzioni del personale ricadono su un territorio in particolare.
Direttore Generale
Spiega che come in tutte le organizzazioni si cerca di togliere le risorse dove comportano meno
problematiche al sistema organizzativo. Il compito è quello di trovare le soluzioni di volta in volta
più adeguate.
Presidente
Legge secondo quesito: Radiologia di Auronzo.
2.
Ulteriore ridimensionamento della radiologia di Auronzo, che dall’inizio di ottobre svolge
attività solo il martedì per il Punto di Primo Intervento, il Country Hospital, l’Alcologia e
l’Ambulatorio Ortopedico, mentre per gli esterni, dalla fine di ottobre, viene garantita l’attività solo
il primo martedì del mese. Ci chiediamo il senso di questa scelta, se non quello di arrivare in breve
ad una chiusura definitiva del Servizio o in alternativa ad una apertura a singhiozzo nei mesi di
affluenza turistica, dando la netta impressione di garantire il Servizio solo in presenza di un numero
elevato di utenti. Su ciò ovviamente chiediamo spiegazioni, (anche e soprattutto sull’assenza di
informazione riguardo il ridimensionamento fatto, che ha creato non pochi disagi a chi si è recato lì
per una radiografia venendo di fatto rimandato a casa) e un “progetto” di massima, che metta in
condizioni il cittadino di sapere quando, dove e come potrà effettuare certi esami;
Si tratta quindi di 2 questioni, la riduzione drastica del servizio e la mancata comunicazione.
Direttore Generale
Espone come il quesito tratti più aspetti:
•
Quello tecnico, per cui va detto che il servizio come erogato negli ultimi anni risulta
assolutamente fuori legge e mette a rischio soprattutto il tecnico radiologo. L’accesso alle
prestazioni radiologiche è governata dal medico radiologo. Dati i precedenti accaduti in altre A.Ulss
si è intervenuti prima che la magistratura sanzionasse l’esercizio abusivo della professione.
L’accesso al servizio senza una programmazione gestita da chi ne ha la responsabilità data dalla
normativa espone a gravi rischi l’attività del tecnico radiologo. I dati analizzati, tra l’altro,
evidenziano che il servizio produce prestazioni pari a meno della metà degli analoghi servizi
dell’ulss. Quindi si è cercato di introdurre una attività programmata per cui il medico radiologo
fornisce dei criteri definiti prima, e l’utente si rivolge ai servizi mediante prenotazione, come
avviene per il resto dell’Ulss. C’è quindi una procedura che copre l’operato del tecnico radiologo
che altrimenti non potrebbe operare e sana una condotta potenzialmente sanzionabile dalla
magistratura.
•
Quello comunicativo: se il processo informativo non è stato ritenuto adeguato, si impegna ad
un miglioramento in tal senso.
Presidente
Chiede sulla possibilità di implementare, per gli utenti esterni, i giorni di accesso.
Direttore Generale
Risponde che la frequenza dei giorni di erogazione delle prestazioni dipende dalla domanda delle
stesse.
Presidente
Replica che di fronte a dei tempi di attesa molto lunghi gli utenti si rivolgono altrove per la
prenotazione mantenendo bassa la richiesta di prestazioni.
Se poi i numeri non giustificano maggiori accessi, si può capire, ma sono dati che devono essere
condivisi
Direttore Generale
Si rende disponibile a verificare tale possibilità. Spiega comunque che in un reparto di radiologia
servono una serie di macchinari importanti e fornisce una serie di servizi che possono avere un
senso per alcune prestazioni per utenti interni, ma per quelli esterni forse vale la pena di inviarli in
un reparto di radiologia veramente attrezzato. Ciò che può apparire il mantenimento di un servizio
per i cittadini in realtà alle volte si rivela un servizi non adeguato e alle volte si corrono più rischi a
tenere aperto un servizio inadeguato che non fare scelte più utili all’utenza.
Si conferma l’erogazione di alcune prestazioni ad Auronzo, ma il centro di riferimento per questo
servizio sarà Pieve sul quale si sta investendo.
Se c’è spazio per avere due accessi al mese si farà, poi si vedranno i dati.
Lorenzo De Martin - Auronzo
Chiede se l’acquisto della tele refertazione ad Auronzo è errato a questo punto.
Direttore Generale
Spiega che la tele refertazione consente di mettere in rete una serie di strutture ed attiene al dopo
esame, mentre l’accesso ai servizi radiologici necessita di un medico radiologo. Si vorrebbe anche
espandere la tele refertazione.
Si dovrà attuare assieme ai radiologici una procedura per definire le modalità di accesso al servizio
degli utenti.
Daniele Zandonella - Comelico Superiore
Chiede se viene data al cittadino la possibilità di scegliere dove ottenere la prestazione.
L’argomento attiene al 3° quesito (ndr):
3.
Per la radiologia di Pieve ci giunge voce che dal Cup di Belluno a volte non viene elencata,
tra le opzioni come sede nella quale eseguire un esame, mentre è l’unico presidio dove è possibile,
ad esempio, eseguire una radiologia senza bisogno di prenotazione (è capitato che venga nominato
qualche ambulatorio privato di Belluno prima della Radiologia di Pieve, che a volte non viene
neppure presa in considerazione). Vorremmo venisse chiarito questo aspetto, perché la diminuzione
del numero di esami è il primo elemento preso in considerazione qualora si pensi ad un
ridimensionamento
Direttore Generale
Risponde che è assolutamente così. La fisiologia prevede che quando il cittadino telefona al Cup
vengono fornite tutte le opportunità con due variabili principali: vicinanza alla residenza e tempi di
attesa. Il Cup fornisce un dettaglio di disponibilità. Possono esserci delle dimenticanze da parte
dell’operatore. Auspica che entro fine anno si possano fare alcune prenotazioni su internet, e per
quella data sia anche disponibile e visibile la prima data di accesso ai servizi.
Non c’è nessun interesse ad indirizzare gli utenti presso alcuni centri, ma gli operatori del Cup
possono sbagliare.
Direttore Sanitario
Aggiunge che il 12 novembre verrà visto il prototipo del sistema web descritto dal DG
Marco Rossa – Sappada
Asserisce che anche la radiologia di Pieve di Cadore non ha prenotazioni, per cui si perdono i dati
di richiesta e tempistica di attesa.
Direttore Generale
Smentisce quanto detto, perché solo per alcune prestazioni non c’è prenotazione ma accesso diretto,
e i dati sulle prestazioni rese prescindono da un sistema di prenotazioni.
Direzione Medica Cadore – Raffaele Zanella
Spiega che il Cadore ha un plus dato dalla mancata prenotazione per alcune prestazioni. Si deve
mettere il Cup a gestire le prenotazioni per alcune prestazioni, mentre per altre si concorda di
lasciare il libero accesso data l’abitudine acquisita dai Cadorini e la collaborazione in tal senso degli
operatori. Si avranno quindi due opzioni riservate al Cadore a differenza del resto del territorio.
Direttore Sanitario
Sulla tematica delle mancate prescrizioni mediche per esami di radiologia interviene citando un
rinvio a giudizio emesso a fine estate su identica prassi di quanto si stava facendo ad Auronzo, che
ha coinvolto i tecnici di radiologia ma anche la direzione generale per mancato controllo, cosa che,
puntualizza, desidererebbe evitare.
Direttore Generale
Mette a disposizione degli Amministratori il Decreto che norma la materia in esame.
Presidente
4°quesito: ridimensionamento presenza professionista endoscopico
4.
Il ridimensionamento della presenza dello specialista di Belluno presso l’endoscopia di
Pieve che andava a sostituire il Dott. Battelli e a suo tempo saliva a Belluno 4 volte al mese, fino ad
8 mesi fa, ridotta ora a 2 volte al mese, con la prospettiva, non molto remota, che vi sia un ulteriore
definitivo ridimensionamento.
Direttore Generale
Suggerisce di separare i fatti dalle opinioni e chiede di giudicare l’organizzazione dai risultati e non
dai modelli attuati. Si deve ragionare sui tempi di attesa. Se non ci sono problemi in tal senso, ci si
deve concentrare su questo, non sul numero di operatori impiegati.
Presidente
5° quesito: Chirurgia di Pieve
5.
Per la Chirurgia di Pieve, seppur prevista dalle schede regionali, non vi è nessuna novità
rispetto la figura apicale e a tutt’oggi il chirurgo anziano svolge il ruolo di facente funzioni
Direttore Generale
La scheda ospedaliera prevede uno scavalco, preannuncia che stanno lavorando per fornire una
piacevole sorpresa, ma si tratta di coinvolgere il professionista.
Direttore Sanitario
Spiega che si sta cercando di spostare il professionista a Pieve, ma serve il suo consenso.
Presidente
6°quesito: Punto nascite
6.
Il Punto Nascite, come previsto e promosso in primavera nel precedente incontro, vede una
costante diminuzione del numero delle nascite a Pieve, perché molto spesso le madri vengono
inviate a Belluno, seppure la gravidanza non presenti particolari criticità ed inoltre non vi è
possibilità di partecipare a corsi preparto in Cadore, mentre per la Pediatria non è dato sapere quale
saranno le prospettive, sia in struttura, che in ambito ambulatoriale;
Chiede se si è avviato il percorso di formazione su manualità e simulazione e se con le OOSS si
avviato un percorso per la rotazione dei professionisti fra i punti nasciti del territorio o se i Sindacati
sono un freno.
Direttore Generale
Enuncia che questo punto rimane un problema, è stato bandito un concorso per 3 ginecologi, sono
stati trovati e potrebbero prendere servizio. Tutto ciò, però, non risolve il problema perché a
settembre si sono avute 4 nascite e negli altri mesi non si sono mai superate le 10. Un punto nascite
che fa 100 parti all’anno è un problema non tanto economico quanto di salute dei nascituri. I medici
hanno preso posizione assolute per cui tramite lettera hanno comunicato che in Cadore non
verranno più, i professionisti del Cadore hanno preso formalmente la stessa posizione per quanto
attiene lo spostamento a Belluno, quindi da questo punto di vista c’è un blocco. Anche con
l’assunzione dei tre nuovi medici, quindi, il problema rimane, perché sarebbero utilizzati per un
numero di parti talmente basso da non promuovere la loro professionalità.
Presidente
Chiede se un medico può rifiutarsi di spostarsi di sede ospedaliera all’interno dell’Ulss.
Direttore Sanitario
Spiega che i contratti prima di una determinata data hanno indicata una sede di lavoro.
Presidente
Chiede lumi sulla posizione del dott. Lombardi in tal senso.
Direttore Sanitario
Cita testualmente quanto detto dal dott. Lombardi: “A Belluno non ho niente da imparare, casomai
potrei prendere in considerazione l’ipotesi di fare qualche giro a Treviso”.
Presidente
Ritiene che la posizione espressa dal dott. Lombardi riveli un atteggiamento vergognoso
Direttore Generale
Asserisce che di tutti i problemi del Cadore quello del punto nascite è di gran lunga il più
angoscioso, perchè il problema non è se può succedere qualcosa di drammatico, ma quando
succederà.
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
Condivide quanto espresso, ma ritiene si debba anche pensare al problema delle mamme del
Comelico se non ci fosse il punto nascite.
Presidente
Interviene per far notare che le mamme del Comelico già ora vanno a San Candido
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
Ritiene che chiudere un servizio non sia la soluzione.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Esprime che il Cadore vuole quel servizio. Il problema sulla sua permanenza nasce dal documento
dei 4 primari che hanno scritto un documento gravissimo esposto anche sulla stampa, distruggendo
la credibilità del servizio.
Il problema che si dovrebbe porre il DG è quello della mamma con distacco di placenta in Comelico
che non potrà mai arrivare a Belluno, con la conseguente perdita di vita sua e del bambino. Il
Cadore ha diritto ad avere un punto nascite, perché non sono cittadini inferiori ed a Belluno si
potrebbe non arrivare in tempo. Si tratta di un problema di coscienza enorme quello cui andrà
incontro chi deciderà di chiudere il punto nascite a Pieve.
Non ha più intenzione di discutere dell’argomento, ma vuole che venga lasciata traccia scritta del
suo grande timore per la possibile perdita di vita delle partorienti del Cadore a seguito della
chiusura del punto nascite. Ritiene che i Medici debbano essere obbligati a turnare fra i vari
ospedali, male ha fatto il dott. Lombardi a rifiutarsi così come quelli di Belluno.
Direttore Generale
Esprime che il documento dei primari nasce da evidenze scientifiche, non lo dicono i 4 primari che
hanno redatto il documento, ma il mondo scientifico spiega che servono almeno 1000 nascite
all’anno per rendere sicuro il servizio. Capisce che è un argomento che tocca molto le coscienze, ma
un punto nascita che produce 100 nascite all’anno, di cui il 50% di parti cesarei (anche questa
un’anomalia), è intrinsecamente pericoloso.
Servono almeno 150 nascite all’anno per medico per essere in sicurezza.
Alessandra Buzzo - Santo Stefano
Evidenzia che allora le schede sanitarie dicono il falso, se c’è tutta questa determinazione nel
chiudere il punto nascite di Pieve, dato che è previsto rimanga aperto, deve rimanerci in modo
adeguato.
Mauro Da Rin Bettina - Vigo di Cadore
Ritiene che il nocciolo sia la contrattazione con i medici per obbligare la rotazione.
Direttore Generale
Esprime che non possono essere obbligati, perché sono dei contratti di lavoro non modificabili.
Presidente
Sostiene che l’atteggiamento dei medici è controproducente anche per loro, perché se chiude il
punto nascita di Pieve vanno tutti a Belluno.
Direttore Sanitario
Spiega che la chiusura del punto nascita non chiude ostetricia e ginecologia, ma solo la sala parto
quindi non si verifica l’ipotesi espressa da De Carlo.
Presidente
Chiarisce che in questo caso l’atteggiamento del medico è ancora più grave.
Direttore Generale
Ribadisce quanto detto al primo appuntamento con il Comitato di Distretto per cui con tutte le
ostetriche presenti si possono immaginare delle assistenze a domicilio per tutte le mamme del
Cadore, con possibilità di scegliere dove andare a partorire accompagnate dalle stesse ostetriche. I
numeri presenti testimoniano la fattibilità di questo percorso.
Presidente
Crede si potrebbe verificare la fattibilità di corsi pre parto, dato il numero delle ostetriche presenti.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Spiega che i dati del Cadore sono sempre stati molto bassi in quanto a nascite, il massimo raggiunto
è di 250 nati all’anno, non le risulta ci siano stati particolari problemi.
Direttore Generale
Suggerisce di soprassedere sull’argomento.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Asserisce la sua convinzione per cui questa direzione strategica stia facendo un buon lavoro,
migliore di quelle precedenti, ma le poche risorse che la Regione sta mettendo a disposizione,
comporteranno una chiusura dei servizi a partire da quello turistico che necessità di una sanità forte
e presente, e lo spopolamento del territorio. Il ridimensionamento dell’ospedale di Pieve sarà una
perdita per tutto il Cadore, citando ad esempio la chiusura dell’Ulss del Cadore come una delle
cause della perdita di autonomia.
Rivolta al DG spiega che apprezza quanto sta facendo, ma non condivide la paura rispetto al punto
nascite.
Direttore Sanitario
Quello che più preoccupa è il livello di organizzazione trovato, assolutamente non compatibile con
nessuna garanzia di sicurezza, per cui i carabinieri stessi possono chiudere il reparto. Non è
pensabile che un reparto rimanga aperto con la dotazione presente, che prevede i ginecologi in
reperibilità, un chirurgo che fa da 2° durante i parti, ed il pediatra che arriva da Belluno.
Direttore Generale
Assumeranno i 3 medici ginecologi e verrà attivata una guardia attiva, quindi si sta investendo sul
servizio, ma ciò non toglie alcun problema.
Roberto Bacchilega - Lorenzago
Esprime che si preoccuperebbe anche della donna che non riesce ad arrivare a Belluno per partorire,
morendo per strada.
Direttore Generale
Concorda, ma si tratta di stabilire quale sia il rischio più prevedibile, perché i numeri dicono che il
punto nascite è un reparto a rischio.
Roberto Bacchilega - Lorenzago
Cita un caso per cui poco tempo fa sulla stampa è uscito un articolo che testimoniava come solo
grazie al punto nascite di Pieve si è riusciti ad evitare l’irreparabile.
Direttore Generale
Commenta che se si analizzano i singoli casi, andrebbero citati anche quelli salvati in extremis a
Belluno perché mal gestiti a Pieve, suggerisce di non guardare i singoli casi, il tema va analizzato
con la letteratura scientifica.
Comunque quello che si poteva fare è stato fatto con l’assunzione di tre ginecologi, motivo per cui
tra l’altro non verranno assunti altrettanti medici per le altre esigenze di tutta l’ulss.
Roberto Bacchilega - Lorenzago
Sostiene che la situazione è quella per cui i cittadini del Cadore pagano le stesse tasse di TV ed altre
zone. Ora la Cardiologia chiude alle 8, la radiologia anche, il punto nascite ha questi problemi,
quindi si sta sempre più scendendo di livello, e la risposta che viene fornita è quella di rivolgersi a
Belluno.
Gli Amministratori vogliono avere altre risposte, con utenti che da Belluno vengano in Cadore e
conseguenti investimenti su questo territorio, avendone un’alta professionalità ed altri servizi.
La linea tracciata è quella di spostare tutto a Belluno. Mentre si vuole un’inversione di tendenza.
Direttore Generale
Sulle tasse richiama la quota pro capite di € 1865,00 prevista per Ulss 1 che è la più alta della
Regione, anche più alta di Venezia. Esiste quindi uno sforzo di riconoscimento delle difficoltà del
territorio. Il ridimensionamento del servizio sanitario non riguarda il Cadore ma l’intero Paese.
Riconosce al Sindaco Ciotti per tutti i presenti, lo stesso impegno per cercare di fare tornare le cose,
che ci sta mettendo la direzione strategica.
In questo anno in cui ci sono state meno risorse non sono stati tagliati i servizi.
Mostra una tabella per cui l’ospedale di Pieve risulta il più costoso per produzione di ricovero,
anche fra i piccoli ospedali e sul costo di ricovero non è che incida in particolar modo l’effetto
montagna. Agordo ad esempio costa meno, ma, per onestà, Belluno, che non è montagna, nemmeno
brilla per efficienza in quanto è il 4° ospedale per costi. Si sta lavorando per migliorare l’efficienza,
come ad esempio per il tecnico di radiologia di Auronzo che se lavora la metà rispetto ai colleghi
costa il doppio.
Si sta anche cercando di far spostare i professionisti.
Giuseppe Turco - Lozzo di Cadore
Crede che le quote si giustificano proprio perché montagna, dato che Belluno non è tale, si chiede
perché investire le risorse su quell’ospedale e non su quelli di effettiva montagna.
Direttore Generale
Risponde che le quote sono capitarie e si distribuiscono su tutti i cittadini. Nel ’95 quando sul
nostro territorio c’erano le tre Ulss e quella di Belluno riceveva quote di valore simile alle Ulss di
pianura, comunque aveva un bilancio in pareggio, la sfida vera è gestire la sanità in montagna. Il
Cadore ha 48 abitanti per KMq, mentre ad esempio a Padova sono 1600 per KMq, è evidente che in
tema di assistenza domiciliare i costi sono diversi.
Giuseppe Turco - Lozzo di Cadore
Commenta che il cittadino che vede tolto un servizio non vede migliorata la sua situazione, ma
viene peggiorata, e subisce il disagio di veder la prestazione erogata in tempi più lunghi.
Direttore Generale
Invita a non parlare per stereotipi, ma analizzando i dati. Suggerisce di andare a vedere i dati riferiti
ai tempi di attesa in confronto fra il 2012 e il 2013, si vedrà che i tempi non stanno peggiorando.
Presidente
Chiede se per Pediatria la sostituzione avverrà subito.
Direttore Generale
Spiega quali sono i tempi tecnici dell’iter e nel rispetto di questi verrà sostituito subito.
Presidente
7° quesito: primario di psichiatria
7.
Per la Psichiatria, a quanto pare di capire, nonostante le nostre circostanziate e puntuali
richieste, si va verso la perdita del primariato ((si veda precedente documento presentato il 02
ottobre 2013 in sede Conferenza dei Sindaci a Belluno);
Direttore Generale
Risponde che si prevede la sostituzione del medico ma non con un primariato, perché così previsto
dalle schede sanitarie attualmente, quindi non si avrà un primario ma si avranno gli stessi identici
servizi con una modalità organizzativa diversa (u.o.s.). Sui modelli organizzativi chiede di poter
lavorare in autonomia.
Presidente
8° quesito: Pronto soccorso di Pieve
8.
Al Pronto Soccorso di Pieve, nel quale si entra con un codice giallo alle ore 14 con diagnosi
di scompenso cardiaco, con edemi agli arti inferiori e per poter avere un letto si attendono 5 ore
seduti, durante le quali si effettuano varie visite specialistiche (medico, radiologo, cardiologo),
invece che dare un letto alla persona a cui il medico di Pronto Soccorso ha già fatto diagnosi e poi
recarsi in reparto o astenteria per le visite del caso?! Ci chiediamo se non sarebbe meglio rivedere il
criterio attraverso cui la persona viene presa in carico e gli vengono prestate le cure del caso;
Direttore Generale
Sul P.S. spiega che hanno bandito gara per progettazione del nuovo stabile a dimostrazione della
volontà di investire. Sul caso citato nel quesito spiega che l’utente ha fatto in P.S. tutti gli esami
che doveva fare, esattamente quello che dovrebbe accadere in un P.S. ben organizzato, sono esami
che una volta comportavano 5 giorni di ricovero, per cui si sente ragionevolmente tranquillo.
Presidente
9° quesito: carenza di specialisti
9.
L’assenza o il diradamento della presenza degli specialisti nelle varie sedi distrettuali, si
veda ad esempio il geriatra che è presente a Pieve una volta ogni 20 giorni, mentre a nostro avviso
l’attività andrebbe resa più costante e fruibile, anche presso le sedi distrettuali, per le difficoltà di
spostamento degli anziani e per i costi ad essi connessi. Troppo spesso, infatti, capita di vedere
ambulanze (Ulss e/o Croce Bianca) percorrere l’asse Cadore-Belluno per trasportare pazienti per
visite di controllo. Chiediamo pertanto di conoscere i costi di tutti questi spostamenti e valutare
seriamente la possibilità di ri-portare gli specialisti a visitare i pazienti in Cadore e non a Belluno.
Inoltre chiediamo una seria riorganizzazione degli ambulatori specialistici ( Ortopedico, Orl,
Neurologo, Urologo, Pediatra, Cardiologo, Neuropsichiatra Infantile…..) con presenza costante
durante tutto l’anno. Ciò vale sia per il Cadore che per l’Ampezzano che già richiedeva
l’ampliamento della piattaforma ambulatoriale con delibera n.025 del 30.04.2013 del Consiglio
Comunale di Cortina d’Ampezzo;
Direttore Generale
Per quanto attiene gli specialisti, asserisce che nel 2013 non è stato tolto nulla. Si può concordare
che sarebbe utile avere ulteriori specialisti, ma si potrebbero avere solo riorganizzando la rete
ospedaliera. In questo modo si aprirebbero gli spazi e le risorse per implementare l’assistenza
specialistica sul territorio, il che come strategia rappresenta il futuro.
Direttore Sanitario
Aggiunge che il Geriatra viene tre volte al mese e vede 25 pazienti, quindi più della richiesta.
Presidente
10° quesito: riduzione oraria del responsabile Country Hospital
10.
ci giunge notizia della riduzione oraria per il Responsabile del Country Hospital Dott.
Bellodis, che svolgerà l’attività parzialmente ad Auronzo e per il resto delle ore si recherà presso
l’Rsa “Marmarole”, sguarnendo la struttura di Auronzo, che già lavora in economia mantenendo
standard qualitativi riconosciuti e verificabili
Direttore Generale
Espone che i dati del Country hospital denotano un maggior bisogno assistenziale che sanitario ed
hanno suggerito una rivalutazione dell’orario del servizio medico, che tra l’altro appariva impostato
in modo anomalo, cercando anche di dare una risposta alle necessità sanitarie della RSA Marmarole
cui l’ulss può provvedere o con MMG o con medici dipendenti, risolvendo quindi due problemi.
Presidente
11 °quesito: Trasporto Ceod e neuropsichiatria
11.
Per il settore sociale ci sentiamo di rappresentare in questa sede la crescente preoccupazione
dei familiari dei disabili sempre con la spada di Damocle del ridimensionamento del finanziamento
relativo al trasporto presso il Centro Diurno causando con ciò l’inevitabile chiusura di un servizio
necessario quanto qualitativamente ottimo. Anche la questione della neuropsichiatria è tutt’ora
irrisolta e vede la non sostituzione di una neuropsichiatra con tutte le ripercussioni del caso sia dal
punto di vista ambulatoriale ma soprattutto nell’ambito territoriale e scolastico dove questa figura
svolge un ruolo determinante nell’indirizzo del progetto terapeutico riabilitativo. Infine vogliamo
per questo ambito porre l’accento sulla questione dei livelli essenziali d’assistenza (Lea) e sulla
compartecipazione alle spese che tutti i Comuni devono sostenere per mantenere questi servizi
indispensabili sul territorio (da ultima quello relativo alla Psichiatria di cui si è discusso nella seduta
odierna). Chiediamo alla Direzione come intenda sollecitare la regione su questi temi? Vogliamo
inoltre conoscere come sono suddivisi orari e periodicità degli specialisti sul territorio per capire se
vi sono disparità tra i vari presidi provinciali e chiediamo eventualmente una redistribuzione spazio
/temporale.
Aggiunge che sui CEOD c’è già il documento redatto dalla Conferenza dei Sindaci e inviato in
Regione.
Direttore Servizi Sociali e della Funz. Terr.le
Comunica che pare che sull’argomento dei trasporti per i CEOD ci sia qualche schiarita, per il 2013
viene confermato, mentre per il 2014 l’Assessore Regionale al sociale si è impegnato a considerare
la specificità montana ridimensionando l’esborso in altre ulss per garantire il servizio nei territori
montani. Sottolinea che il problema nasce da un’interpretazione governativa. Per quanto attiene
neuropsichiatria, il problema è conosciuto e dovrebbe trovare soluzione con la riorganizzazione che
prevede l’utilizzo di fondi per trovare un equilibrio fra i vari territori della nostra Ulss. Già adesso si
stanno dirottando gli specialisti in Cadore per evitare l’emigrazione dell’utenza.
Ulteriori quesiti (non letti ma richiamati, ndr):
12.
La costante fuga verso le Regioni limitrofe, dove si trovano assistenza di base e specialisti
oltremodo disponibili (per ovvi motivi, verrebbe da pensare), deve far riflettere a fondo sulle
carenze assistenziali presenti in Cadore, a fronte delle quali la Regione Veneto spende cifre che
vorremmo conoscere e che qualora risparmiate, potrebbero essere reinvestite. Chiediamo di sapere
quali siano i costi realmente sostenuti per coprire tutto questo e quali strategie si vorrebbero mettere
in campo per frenare questa emorragia;
13.
Nulla si sa, al momento, riguardo al futuro dell’ospedale di Cortina, se rimarrà sotto la
diretta gestione dell’A.Ulss, come già auspicato in sede di Conferenza dei Sindaci come ospedale
pubblico? RICHIAMATA la deliberazione n. 297 del 18/04/2013 del Direttore Generale dell’ULSS
1 con oggetto la L.R. n.3 del 5 aprile 2013, con la quale si prende atto della suddetta Legge e si
conferisce incarico di consulenza legale in relazione alle problematiche derivanti dall’applicazione
della legge regionale n.3/2013
SIAMO A CHIEDERE alla Direzione Strategica quale sia stato il seguito alla suddetta delibera e,
qualora non ci fosse stata attuazione della stessa, le motivazioni che ne hanno bloccato l’iter. Siamo
inoltre a chiedere quale sia attualmente la gestione e se sia stata fatta una proroga alla
sperimentazione, pur andando contro le indicazioni della Legge Regionale sopra citata.
14.
Chiediamo inoltre di porre la necessaria, costante e doverosa attenzione qualora in futuro
vengano commissionati e/o appaltati nuovi lavori, così da evitare sprechi (vedi nuovo
ascensore/montalettighe presente all’ospedale di Pieve posizionato nell’ipotetico nuovo ingresso ma
che a tutt’oggi e probabilmente mai verrà usato) o strutture qualitativamente scadenti (vedi Rsa
“Marmarole” dove dopo pochi anni dall’apertura i guasti e le rotture sono all’ordine del giorno).
Direttore Generale
Risposte flash sugli ultimi quesiti:
•
12. fughe verso altre ulss ed altre Regioni: nessun interesse da parte dell’ulss in tal senso. Si
tratta dell’esercizio di un diritto preciso dei cittadini, c’è anche la sfortuna di confinare con Regioni
autonome che hanno qualche benefit in più sulla sanità come sul turismo. Si sta lavorando per
ridurre al minimo l’emigrazione dell’utenza, perché costituiscono un doppio costo, quello dei
servizi che comunque qui vengono erogati e quello delle prestazioni ricevute altrove.
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13. Ospedale di Cortina: è stato assegnato ad un legale un incarico per analizzare la
situazione. La cosa principale è che il contratto di servizio prevede che la fine della sperimentazione
avvenga con delibera regionale, per cui è stato chiesto alla Regione di adottare questa delibera
perché da lì si innescano tutti i meccanismi possibili. Lo stesso procedimento è stato fatto che anche
per Sersa. Il futuro dell’ospedale è scritto nelle schede sanitarie dove viene indicata come struttura
privata convenzionata.
Giovanna Martinolli - Cortina
Ricorda che la legge regionale precedente decretava la soluzione di gestione pubblica per il
Codivilla.
Direttore Generale
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14. Per quanto attiene i lavori, sono stati finanziati con risorse proprie dell’Ulss i lavori in
RSA anche al fine di evitare contenziosi pericolosi per l’Azienda e mettere in sicurezza i lavoratori
della struttura. Per quanto attiene i lavori futuri richiama l’investimento annunciato sul pronto
soccorso.
M. Antonia Ciotti - Pieve di Cadore
Commenta che il fatto di investire sul pronto soccorso, che appare una cosa doverosa, non mette al
riparo da possibili ridimensionamenti dei servizi, prova ne sia che sul punto nascite sono stati
recentemente investiti €3Milioni e comunque si discute ancora del suo futuro.
Direttore Generale
Invita a indicare un servizio che questa Direzione Strategica ha ridotto nel 2013. Si sono mantenuti i
conti in ordine non tagliando i servizi ma lavorando sugli acquisti. C’è stato anche l’aiuto dato dalle
risorse per la riduzione dei debiti pregressi che ha permesso alla Direzione amministrativa di trattare
gli interessi di mora con tutti i creditori in modo minuzioso ed anche per quesato far quadrare il
bilancio. Nel 2013 i cittadini del Cadore non hanno avuto un solo servizio in meno rispetto all’anno
precedente.
Ricorda infine l’operazione di spostamento all’interno del Rizzardi dei servizi del Distretto con una
riduzione di 40.000€ di affitto. Riflette che va fatta una considerazione complessiva sull’edilizia
dell’Azienda e l’utilizzo degli spazi, perché qualcosa di meglio dell’esistente pare si possa ottenere.
Ad Auronzo ad esempio l’ospedale ha una dimensione di 25.000 mc constantemente riscaldata, ed
impiegata in pochissimi spazi per un costo pari a 280.000 € l’anno. Si possono quindi fare dei
ragionamenti per un utilizzo diverso. Verrà chiesto alle comunità locali di esprimersi sull’eventuale
vendita degli immobili dell’ulss alle migliori condizioni possibili.
Ricorda che è stato risolto anche il problema degli spazi verdi attorno alla RSA Marmarole.
Presidente
Commenta che ci si trova nella situazione di mettere toppe ad errori di altri fatti precedentemente.
Marco Rossa - Sappada
Chiede se dall’ultimo discorso non si delinei il depotenziamento dell’ospedale.
Direttore Generale
Ritiene che la struttura sia chiaramente sottoutilizzata e quello che ha proposto è uno spostamento
dei servizi in altro immobile che comporti riduzione dei costi di gestione. Si sta elaborando un
progetto di massima che poi si discuterà con le comunità, non solo quella del Cadore.
Il Presidente chiude la seduta alle ore 13.20
Il Segretario della Conferenza
Sindaci dell’Ulss n.1
Arrigo Boito
Il Vice Presidente del Comitato dei Sindaci dei
del Distretto n. 1 CADORE
Luca De Carlo