Il Re Sole e le élite locali
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Il Re Sole e le élite locali
Peter Robert Campbell Il Re Sole e le élite locali Negli ultimi decenni il dibattito storiografico sull’assolutismo è stato caratterizzato dal confronto di due tesi contrapposte. Alla tesi “tradizionale” dell’assolutismo come concentrazione del potere nelle mani di una sola figura, che detiene la sovranità e la esercita senza alcun vincolo, si è contrapposta infatti la tesi “revisionista”, secondo la quale questo potere deve essere ridimensionato, mettendone in evidenza le limitazioni. Nel brano proposto, tratto dal volume Luigi XIV e la Francia del suo tempo, lo storico Peter Robert Campbell sintetizza nelle sue considerazioni gli argomenti propri della tesi revisionista. Luigi era un «monarca assoluto»? E, se sì, questo che cosa significa? In primo luogo bisogna sottolineare che il concetto di monarchia «assoluta» coesisteva con il convincimento che ci fossero delle aree sulle quali la monarchia non aveva il diritto di esercitare il potere. Così, la portata dell’esercizio legittimo del potere della corona era molto più ristretto se lo si paragona a quella dell’attività di uno stato dei giorni nostri. La società corporativa si governava ampiamente da sola, e la chiesa era responsabile dell’educazione. Il re doveva esercitare il suo potere nella politica estera, nella difesa della religione, e nel mantenimento dell’ordine nel paese attraverso l’amministrazione della giustizia. Era considerato un arbitro che si curava del perfetto equilibrio della società. […] Le contese nelle province, per esempio, spesso finivano in una specie di compromesso basato sul riconoscimento formale dei diritti della monarchia, ma, in concreto, sulla continuazione del potere delle élite locali, col risultato che la sovranità assoluta era molto meno importante del potere assoluto. […] Dal punto di vista delle strutture istituzionali, la Francia alla fine del regno conservava ancora molti elementi del cosiddetto Ständestaat, termine con cui si designa lo stato formato di altri «stati». La dimensione della Francia e la forza delle sue tradizioni provinciali, la sua nobiltà di provincia, il suo conformarsi alle leggi, significavano che una totale centralizzazione burocratica non era realmente possibile senza distruggere preventivamente questi ostacoli. Il localismo, il provincialismo e il corporativismo della società francese sotto Luigi XIV facevano parte di una cultura non facilmente eliminabile da parte della monarchia. La monarchia fece un notevole progresso con l’istituzione degli intendenti, che collaboravano all’esercizio del potere del re nelle province, ma essi erano ben lungi dall’essere i virtuali amministratori della Francia. Il governo reale non era ancora un semplice sistema burocratico, ma un sistema giudiziario con radici medievali: gli stessi intendenti erano in verità dei giudici. La linea di divisione fra chi giudica e chi mette in pratica le leggi non era ben chiara nell’Ancien Régime, così che l’amministrazione degli intendenti costituiva un’intrusione nei poteri di molte altre corporazioni le quali, di conseguenza, opponevano resistenza. Tuttavia, la maggior parte dei casi venivano giudicati (o amministrati) nei tribunali locali: corti signorili, tribunali présidiaux (le corti d’appello dei bailliages), cours des aides, parlements. La corrispondenza degli intendenti con i controllori generali mostra che la loro interferenza sfiorava soltanto la punta dell’iceberg, relativamente al volume degli affari amministrativi e giudiziari che si portavano avanti nella Francia del XVII secolo. I trenta intendenti, o giù di lì, erario un piccolo gruppo rispetto ai circa 65.000 altri funzionari reali in Francia. C’erano almeno 100 tribunali présidiaux, 12 parlements, 13 cours des aides et comptes, tutte legate agli affari reali e provinciali. Il loro ruolo, soprattutto quello dei parlements, era anche quello di «polizia». Anche gli stati dei pays d’états1 erano autorità amministrative. La parte vitale di un governo impostato sul favoritismo continuava a passare soprattutto attraverso i canali tradizionali di vescovi, cortigiani e governatori, anche se alcuni intendenti avevano sufficienti buone relazioni a corte per ricoprire gli stessi ruoli. La trasformazione dello stato da parte degli intendenti è semplicemente un mito basato su un limitato insieme di prove.[…] La Francia sotto Luigi XIV era ancora dominata dalle élite locali, che la politica reale e i mutamenti socioculturali avvicinarono a un tutto più omogeneo. I governatori delle province, i vescovi e gli intendenti erano sempre più in grado di bilanciare gli interessi della monarchia con quelli locali, attraverso un’amministrazione accurata e le assemblee provinciali. La corona, quindi, lavorò con le élite locali, e non contro di loro, alla ricerca di un nuovo compromesso. Le ricompense per i provinciali furono la protezione dello stato contro i disordini, il diritto di spendere alcune tasse in loco su loro progetti, l’aiuto dei notabili di corte con la promozione dei loro familiari nelle cariche e la conferma dei loro privilegi. Dal punto di vista sociale, la corona e i nobili fecero quadrato contro il popolo comune, che pagava la maggior parte delle tasse. Ma questo era un rapporto burrascoso che non si era formato in un sol giorno. (da P.R. Campbell, Luigi XIV e la Francia del suo tempo, il Mulino, Bologna 1997) —1— Note 1 Il territorio francese era suddiviso in pays d’election, che non godevano di autonomia ed erano interamente sottoposi all’amministrazione regia, e pays d’état, regioni entrate tardi a far parte dello Stato, come la Bretagna, la Linguadoca, la Provenza, la Borgogna, le fiandre, che conservavano le proprie assemblee provinciali e godevano di alcune autonomie, come per esempio il privilegio di stabilire le imposte da versare alla corona (dono gratuito) e di provvedere con i propri organi alla loro ripartizione e riscossione. Per la comprensione del testo 1 Perché il potere della Corona nella Francia del Seicento era limitato rispetto a quello dello Stato moderno? 2 Perché non era possibile nel regno una totale centralizzazione burocratica? Quale fu il ruolo degli intendenti? —2—