N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova

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N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova
NEWS
DALL’ORDINE
CORSI/CONVEGNI
L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni:
1) Università di Padova-Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione: Corso di apprendimento
permanente in "Animal Welfare Ethics" con particolare riferimento alla gestione degli animali selvatici nei
parchi zoologici e negli ambienti controllati 48 ore settembre-dicembre - www.unipd.it/animal-welfare-ethics;
[email protected]
2) I.Z.S. Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta:
www.izsto.it/index.php/formazione/corsi-e-convegni
- Oggi mangio fuori casa: strategie per un pasto sicuro Torino 13 settembre
- The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases Torino 23 settembre
3) Ordine Veterinari Cremona: Patentino per proprietari di cani 18, 25/09; 2, 9, 16/10 Cremona www.ordinevetcremona.it
4) Università Torino/Ordine Veterinari Alessandria: Aggiornamento in ortopedia 25 settembre Alessandria www.veterinaria.unito.it/do/home.pl/View?doc=D108_ECM.html
5) IZS Venezie:
http://formazione.izsvenezie.it
- Il problem solving e i 7 strumenti della qualità per il miglioramento delle performance aziendali 29
settembre Legnaro (PD)
- La spettrometria di massa nel Triveneto ottobre Legnaro (PD)
6) ANMVI: La gestione del farmaco: dall'acquisto alla somministrazione Casalecchio di Reno (BO) 9 ottobre [email protected]
7) SIVAE: Corso Introduttivo Medicina del coniglio e dei piccoli mammiferi nella pratica clinica quotidiana
Milano 19/20 novembre - www.sivae.it
RICERCA VETERINARI
1) La Clinica Veterinaria Benaco Blu di Castiglione delle Stiviere (MN) cerca n° un/a collega da inserire nel
proprio staff e n° un/a collega per sostituzione Maternità di sei mesi. La disponibilità di entrambe le figure
professionali dovrà essere rivolta alla tipologia di un 24 ore, quindi turni diurni, notturni e festivi. Possibilità di
alloggio nei pressi della struttura. Si richiede cortesemente il curriculum da inviare via mail
([email protected]) prima del colloquio. Per contatti telefonare al numero 335 5849430.
2) Il Dr Marco Marzola, titolare della omonima clinica Veterinaria sita a Ro Ferrarese, ci chiede di pubblicare il
seguente annuncio: Premesso che la clinica svolge la sua attività (clinica e chirurgica) con apertura al pubblico
mattino e pomeriggio, offre altresì servizio di degenza (Day Hospital e/o ricovero e reperibilità H24). Nel mio
personale percorso di crescita oltre che desiderare e rinnovare strutturalmente la Clinica vorrei arricchire
l’equipe dei medici veterinari con i quali già collaboro, definendo un planning organizzativo più adeguato ai
servizi erogati. Tengo ad anticipare che i compensi saranno congrui al tipo di impegno intrapreso. Invito i
colleghi, seriamente motivati, a contattarmi personalmente al numero della Clinica (0532/868460) o alla mail
[email protected], inviandomi possibilmente un curriculum per concordare un appuntamento e fissare
un colloquio.
INFORMATIVA DEL DR NIGRELLI: NUOVA MODULISTICA CONFERIMENTO CAMPIONI
IZSLER
Il Dr. Arrigo Nigrelli (Dirigente Responsabile IZSLER-sezione di MN) porta a conoscenza dei veterinari iscritti la
seguente comunicazione:
La Sezione Diagnostica di Mantova informa che a seguito della revisione della procedura generale che regola
l’accettazione dei campioni presso l’IZSLER, dovrà essere utilizzata una nuova modulistica che il cliente può
scaricare e compilare in modo antecedente al conferimento. La modulistica è comunque disponibile anche presso la
Sezione Diagnostica. Tali documenti sono disponibili sul sito dell’Istituto Zooprofilattico all’indirizzo www.izsler.it.
Alla voce “Modulistica on line”, selezionando di seguito “Conferimento campioni privati”, è possibile reperire la
modulistica e la documentazione informativa. I campioni dovranno essere conferiti utilizzando sempre il Documento
Amministrativo che riporta le condizioni contrattuali ed i Documenti Tecnici a seconda della tipologia dei campioni
conferiti/prove-analisi richieste. E’ possibile utilizzare un proprio documento di accompagnamento avendo cura di
includere, oltre alle informazioni normalmente previste anche:
- Cognome – Nome / Ragione Sociale
- Indirizzo: Via / Loc., Comune, Prov.
- Partita IVA / Cod. fiscale
- Tipo di materiale conferito
- Prove richieste
- Data
- Firma
In questo caso all’atto del conferimento sarà fatto compilare un documento di integrazione delle Condizioni
Contrattuali di cui sopra. La Sezione Diagnostica di Mantova è a disposizione per ogni chiarimento: tel.
0376/380493, e.mail: [email protected]
PREMIO FERRARA 2016 PER TESI IN AMBITO BUIATRICO
Marco Tassinari (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie), a nome della
Società Italiana di Buiatria, ci chiede di diffondere il bando relativo al Premio Ferrara 2016 riservato ai laureati in Medicina
Veterinaria nell’AA 2014-15 con tesi in ambito Buiatrico.
Tel. +39 0512097369 –Cell: +39 3398398453 E-mail: [email protected]
L’associazione “Amici di Fabio Ferrara”, nell’ambito del XLVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di
Buiatria che si svolgerà a Montichiari (BS) dal 8 al 9 Settembre 2016, promuove un concorso per la migliore tesi di
laurea svolta in ambito buiatrico e discussa da studenti laureatisi in Medicina Veterinaria nell’Anno Accademico
2014-2015. Possono partecipare al concorso gli studenti che si sono laureati in Medicina Veterinaria nell’Anno
Accademico 2014-2015 discutendo una tesi avente per argomento qualsiasi tema inerente l’attività buiatrica e la
specie bovina in senso generale. Sono ammesse le tesi discusse nell’anno accademico 2014-2015 (entro marzo 2016)
in qualsiasi facoltà di Medicina Veterinaria Italiana. Ogni tesi verrà letta e valutata da una commissione giudicante
che ne decreterà la vincente. Le tesi dovranno pervenire in formato cartaceo all’Ordine dei Medici Veterinari della
provincia di Cremona, via Trecchi 20 (Palazzo Trecchi, primo piano) – 26100 Cremona, entro e non oltre il 26
agosto 2016; ogni tesi dovrà essere corredata dai dati anagrafici dell’autore e da un recapito telefonico. Il vincitore
sarà premiato durante il Congresso Nazionale di Buiatria con una Pergamena celebrativa per la miglior tesi
partecipante al concorso ed un premio in denaro di € 750,00 e parteciperà come ospite della Società Italiana di
Buiatria al Congresso 2016.
FISCO/SENTENZE/NORMATIVE
CANI E GATTI IN AUTO: ILLEGITTIMO CONTENERLI CON LE
CINTURE DI SICUREZZA
da nota 4372 del 13/07/16 Ministero Infrastrutture e Trasporti
E' legittimo utilizzare o installare in auto le cinture di sicurezza per il trasporto di animali da compagnia? La
risposta perentoria del Ministero dei Trasporti è 'no'. Un parere reso il 13 luglio scorso alla Polizia Stradale
chiarisce la portata dell'articolo 169, comma 6 del Codice della strada che consente il libero trasporto di animali da
compagnia, purchè custoditi con "altro analogo mezzo idoneo" in alternativa al trasportino. Con la locuzione "altro
analogo mezzo idoneo", il Ministero dei Trasporti ha chiarito- su espressa richiesta della Polizia Stradale- che non
possono intendersi le cinture di sicurezza per cani e gatti. La si deve intendere esclusivamente con riferimento alla
rete di separazione del vano posteriore al posto di guida. Pertanto, i sistemi di ritenuta consistenti nelle cinture di
sicurezza non possono essere ritenuti legittimi. La materia è disciplinata dall'art. 169 del codice della Strada che al
comma 6 "contempla la possibilità di trasportare liberamente in auto, in condizioni da non costituire intralcio alla
guida, un animale domestico". Inoltre, lo stesso comma consente "il trasporto di soli animali domestici, anche in
numero superiore, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida
appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere
autorizzati dal competente ufficio del dipartimento trasporti terrestri".
BOLLETTE CON LUCE E CANONE TV: DA CONSERVARE PER 10
ANNI
da www.donnamoderna.com 23/08/16
La rivoluzione del canone Rai, da quest’anno rateizzato e inserito nelle fatture dei consumi elettrici, comporta un
“effetto collaterale” da non sottovalutare, se si vogliono evitare futuri problemi ed esborsi extra. Le bollette della
luce appesantite dall’abbonamento tv vanno conservate per dieci anni e non “solo” per cinque. La ragione? Il Fisco
ha a disposizione due lustri per stanare e perseguire evasori e furbetti del canone. I cittadini previdenti, in caso di
accertamenti e contestazioni, avranno le “pezze d’appoggio” per dimostrare di essere in regola e potranno
impugnare multe e sanzioni. I distratti no, non sempre. “Se sprovvisti delle vecchie bollette - ripetono gli esperti
del portale Studiocataldi.it – gli utenti nel mirino potrebbero non essere in grado di dimostrare il pagamento del
canone ed essere costretti a versare nuovamente il tributo, salvo che siano passati 10 anni, termine dopo il quale i
crediti all'erario risultano prescritti”.
5 anni per la sola luce: La fattura semplice per l’elettricità, invece, continua ad essere soggetta al termine
quinquennale. “Se all'intestatario della bolletta della luce non viene addebitato il canone, perché non possiede la tv
o perché un familiare già si sobbarca l’abbonamento Rai, in genere non è necessario conservare il documento per
più di 5 anni”. Ci sono però le eccezioni, quelli che tecnicamente si chiamano atti interruttivi. “Non bisogna
dimenticare che la prescrizione prevista dalla legge può essere bloccata, ad esempio a causa dell’invio di solleciti di
pagamento: in questi casi il termine di prescrizione ricomincia a decorrere da capo e il conto alla rovescia riparte
dall’inizio”.
Occhio ai documenti da tenere 10 anni: Le stesse indicazioni valgono per altre tipi di fatture, ricevute, documenti.
Ricordano dall’associazione Altroconsumo: “Per non rischiare di dover pagare due volte per la stessa cosa, perché
abbiamo buttato via la ricevuta troppo presto, bisogna sapere quando il credito cade in prescrizione, cioè dopo
quanto tempo non si è più tenuti a dimostrare nulla. I termini sono fissati per legge e variano a seconda del tipo di
documento”. Le bollette per i consumi di luce, gas e telefono fisso, così come quelle elettriche, vanno conservate
per almeno 5 anni dalla data di scadenza. Per i cellulari si raddoppia: dieci anni. 5 anni sono previsti per bollettini e
F24 di Imu, Ici e Tasi, contati a partire dall’anno successivo a quello dell’avvenuto pagamento, e pure per le tasse
sulla nettezza urbana. Anche le ricevute di affitto e spese condominiali ordinarie si devono mettere da parte per
almeno 5 anni.
Tempi variabili per i 730
Per cambiali, parcelle di professionisti e fatture di artigiani Altroconsumo indica 3 anni. Per le dichiarazioni dei
redditi il tempo minimo può cambiare. Nei casi ordinari gli anni di conservazione si fermano a 5. Se ci sono state
ristrutturazioni edilizie o riqualificazioni energetiche, poiché la rateazione delle detrazioni è spalmata su 10 anni,
il modello utilizzato e la documentazione allegata vanno custoditi per 10 anni più 5 anni, quindi 15 anni in tutto.
Per il bollo auto si parla di 3 anni, a partire da quello successivo alla data di scadenza, mentre per le multe stradali
si arriva a 5 anni. Per le quietanze di assicurazione si prevede 1 anno dalla scadenza, salvo clausole specifiche
inserite nei contratti, ma si devono calcolare 5 anni se i premi sono fiscalmente detraibili. Per gli estratti conto
bancari si sale a 10 anni. Per gli scontrini si richiedono 2 anni o il tempo corrispondente alla durata della garanzia.
I rogiti e gli altri atti non si devono mai buttare via. La conservazione “per sempre” vale anche per le pratiche
relative a separazioni e divorzi, il versamento dei contributi previdenziali, le sentenze penali e civili, le
attestazioni dei titoli di studio.
Carta o formato elettronico? Per bollette e fatture tradizionali, quelle che arrivano a casa in formato cartaceo, gli
esperti di Altroconsumo e Studiocataldi.it consigliano di conservare gli originali per tutto il tempo previsto. Per i
documenti spediti per e-mail, invece, l’indicazione è “salvare i file in formato elettronico quando c’è la firma
digitale”. Se manca, però, “meglio stampare il tutto.”
L’AGENZIA DELLE ENTRATE CHATTA CON GLI UTENTI
Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016
L’Agenzia delle Entrate sbarca su Facebook per permettere ai cittadini di aprire una chat privata attraverso
l’applicazione Facebook Messenger. La risposta arriverà entro 24 ore. Si parte dal canone tv per arrivare ai dubbi
fiscali più comuni.
IL RUOLO DEL VETERINARIO DI ANIMALI ESOTICI NELLE
OPERAZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA
da Professione Veterinaria n. 25/luglio 2016
Il quadro normativo della legislazione che regola la detenzione delle specie esotiche in Italia ed Europa è
complesso ed articolato. Il veterinario che si occupa di specie non convenzionali ed esotiche deve assumere
conoscenza delle leggi che interessano gli animali esotici. La figura del veterinario interviene non solo nella cura e
terapia delle patologie ma anche nella formulazione di corretti piani di gestione. È noto che molte delle patologie
degli animali esotici sono legate ad errata gestione. Quindi il veterinario esperto in specie esotiche deve redigere
protocolli per il corretto mantenimento in cattività delle specie non convenzionali. Gli organi di polizia giudiziaria
possono avvalersi delle competenze tecniche e specifiche in materia di animali esotici del veterinario in corso di
operazioni di polizia. Il ruolo del veterinario è cruciale in quanto, in seguito a nomina di ausiliario, il medico
assume funzioni di polizia giudiziaria con relativi doveri e responsabilità. Gli ausiliari assumono funzioni di
Polizia Giudiziaria ai sensi dell’Art. 348 comma 4°del Codice di Procedura Penale. La figura dell’agente e
dell’ufficiale di P.G. è espressamente definita e riconosciuta dall’art. 57 del C.P.P. Hanno facoltà di nominare
l’ausiliario nel dettaglio le forze dell’ordine quindi gli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,
del Corpo Forestale dello Stato, ecc. Con l’Art. 348 comma 4° del C.P.P. si disciplina e riconosce la figura
dell’Ausiliario di P.G. il quale in scenari eventuali, col proprio ausilio, sopperisce a quelle necessità di carattere
prettamente tecnico delle quali la Polizia Giudiziaria può trovarsi al momento sprovvista. Art. 348 comma 4°: “La
Polizia Giudiziaria, quando, di propria iniziativa o a seguito di delega del Pubblico Ministero, compie atti od
operazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, può avvalersi di persone idonee le quali non possono
rifiutare la propria opera.” Come sancito dalla Corte di Cassazione, “Qualsiasi atto compiuto dall’Ausiliario di P.G.
nelle sue funzioni, è da considerarsi un atto stesso della Polizia Giudiziaria”, esso assume la qualifica di Pubblico
Ufficiale ed opera sotto la direzione ed il controllo della P.G. I requisiti per svolgere tale Pubblica Funzione sono:
Speciali competenze tecniche, Assenza di condanne, Maggiore età, Nessuna interdizione, Nessuna misura di
sicurezza e prevenzione, Nessun interesse nel procedimento, Non essere stato cancellato da Albo Professionale (se
iscritto). I requisiti in dettaglio, in analogia con la figura del Consulente Tecnico del Giudice, si evincono dagli Art.
69 - 73 delle Norme di Attuazione del C.P.P. All’Ausiliario di Polizia Giudiziaria, è fatto divieto di: rifiutare la
propria opera (art. 328 c.p.) e Rivelare il segreto di ufficio (art. 326 c.p.). Il veterinario viene chiamato in causa per
giudicare varie tipologie di situazioni:
- identificazione di specie
- sospetto di maltrattamento
- stato di salute e benessere
- cattura e spostamento animali
- gestione specie pericolose
- cattura e spostamento degli esemplari sequestrati
- causa della morte in esecuzione di necroscopia
Quindi, la figura del veterinario coinvolta dalle autorità assume un ruolo di estrema importanza nell’ambito sia
delle attività di controllo della polizia giudiziaria sia durante lo svolgimento delle fasi processuali dei vari gradi di
giudizio. Il veterinario assume funzioni di pubblico ufficiale ed il suo parere espresso mediante relazione tecnica è
un atto ufficiale che verrà allegato agli atti delle attività svolte. Il parere espresso potrà riguardare molteplici aspetti
e potrà essere richiesto anche l’intervento di altre figure professionali con ulteriore specializzazione, come esempio
per gli esami di laboratorio
PICCOLI ANIMALI
TENDINOPATIE DELLA SPALLA DEL CANE: ONDE D’URTO ED
ESERCIZIO TERAPEUTICO
Da Vet.journal 27 luglio 2016
Le tendinopatie del sopraspinato (ST) e del bicipite (BT) sono comuni cause di zoppia dell’arto anteriore nei cani di
grossa taglia e sono state storicamente trattate con una terapia conservativa o la chirurgia. Si ritiene che la terapia
con onde d’urto extracorporee (ESWT) e l’esercizio terapeutico (TE) siano possibili opzioni terapeutiche per questa
condizione. Uno studio ha descritto la presentazione clinica dei cani trattati con ESWT per le tendinopatia della
spalla, ha determinato l’associazione tra gravità delle lesioni della spalla valutata ecograficamente o con MRI ed
esito ed ha confrontato l’esito dei cani trattati con ESWT con o senza TE. Si rivedevano le cartelle cliniche di 29 cani
con tendinopatia della spalla e trattati con ESWT; in 24 cani si diagnosticava BT unilaterale o BT e ST. Nessun cane
presentava ST unilaterale. In 5 cani si diagnosticava una patologia bilaterale. L’85% dei cani aveva un esito buono o
eccellente, determinato mediante valutazione del proprietario 11-220 settimane dopo la terapia. L’esito appariva
migliore all’aumentare della gravità della lesione tendinea, indipendentemente dal fatto che si effettuasse ESWT
con o senza TE. La ESWT dovrebbe essere considerata un’opzione terapeutica primaria sicura per le tendinopatie
della spalla del cane. Sono necessari studi prospettici controllati più ampi per valutare adeguatamente questi
risultati, concludono gli autori.
INTERVENTI ASSISTITI CON GLI ANIMALI, PREMIO AL
CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PARIGI
da www.izsvenezie.it 5 agosto 2016
In luglio si è tenuto a Parigi il XIV Congresso dell’International Association of Human-Animal Interaction Organizations
(IAHAIO). Organizzato dalla Fondazione A&P Sommer, il grande evento sul mondo degli Interventi Assistiti con
gli Animali (IAA) ha visto la partecipazione dei maggiori esperti del settore a livello internazionale e ha portato ad
uno scambio particolarmente ricco di esperienze, confermando l’ascesa di questa disciplina nei settori educativo,
psicologico, sociale, giudiziario, medico umano e veterinario. L’evoluzione del pensiero scientifico e l’eterogeneità
delle esperienze pratiche nell’ambito degli IAA sono stati i temi centrali attorno ai quali si sono sviluppati i tre
giorni del Congresso, che ha contato 66 presentazioni orali, 93 poster, 17 workshop, per un totale di 450
partecipanti e 22 Paesi rappresentati.
Il poster presentato dal Centro di referenza per gli IAA “The 3R principle: A reflection on its application in AAI” è
stato votato dai partecipanti alla conferenza come il miglior poster e ha così vinto (per scaricare il poster:
www.izsvenezie.it/wp-content/uploads/2016/07/poster-CRN-IAA-3R-principle.pdf). Il Centro di referenza ha
inoltre partecipato con 2 relazioni in cui sono stati presentati i risultati preliminari del progetto di ricerca RC
13/2013 “Horse welfare in therapeutic sessions for children with autism: monitoring and assessment”, finanziato
dal Ministero della Salute, e il progetto “The support of dog assisted therapy for alcohol and drug addicted
inmates: the experience of Padua”, finanziato dalla Regione del Veneto. I contributi portati al Congresso hanno
confermato che la relazione benefica che si sviluppa tra uomo e animale è sempre più diffusa e utilizzata in tutto il
mondo, per facilitare e migliorare l’azione dei professionisti nel campo della salute e del sociale, tanto da
rappresentare oggi un settore affascinante e in continua evoluzione.
NUOVA TERAPIA PER I TUMORI SURRENALI
da email Cittadina Fondazione Studi e RicercheVeterinarie 25/07/16
La Cittadina Fondazione Studi e Ricerche Veterinarie di Romanengo (CR) informa che l’articolo dal titolo
VOLUMETRIC MODULATED ARC THERAPY (VMAT) BASED STEREOTACTIC RADIOTHERAPY (SRT) FOR
CANINE ADRENOCORTICAL TUMORS WITH VASCULAR INVASION è stato accettato per pubblicazione sulla
rivista Journal of Small Animal Practice. La ricerca condotta presso la Cittadina Fondazione evidenzia per la prima
volta in Medicina Veterinaria che i tumori surrenali del cane, in particolare quando invadono la vena cava, possono
essere trattati mediante radioterapia stereotassica in alternativa alla chirurgia tradizionale con rischio inferiore. La
tecnica, adottata da alcuni anni a Romanengo e già presentata ai congressi EVDI 2013 Cascais, VCS 2013 Minneapolis,
BSAVA 2014 Birmingham e ACVR 2014 Saint Louis, è descritta in questo lavoro che gli Editors di JSAP hanno così
commentato: This interesting work about a difficult-to-treat condition is a novel piece of research that will add to the current
veterinary oncology literature. It is exciting that these authors have seemingly identified a safe and effective means for managing
adrenal tumors that are generally high risk surgical cases.
L’abstract del lavoro è consultabile al nostro sito al link www.lacittadina.org, restando a disposizione per qualsiasi
informazione in proposito: Tel 339/3516653 - [email protected]
INFORMAZIONE SCIENTIFICA AL MEDICO VETERINARIO: UN
QUESTIONARIO
da www.anmvioggi.it 2 agosto 2016
Come è percepita oggi la figura dell’Informatore scientifico nelle strutture veterinarie? Quali sono le aree carenti
dell’informazione scientifica e quelle più utili all’esercizio professionale? Fino al 30 settembre, ANMVI propone un
questionario on line (http://sondaggi.anmvi.it/) per esplorare la percezione del Medico Veterinario nei confronti
dell’informazione scientifica, partendo dal presupposto che questa rappresenti una opportunità di crescita
professionale e di reciproca utilità per le aziende e per i Veterinari. Ai fini del questionario per 'informazione
scientifica' ai Veterinari, ANMVI intende tutte le attività informative che il Medico Veterinario riceve dalle aziende
del settore (farmaceutiche, mangimistiche, attrezzature) nella propria struttura veterinaria. La visita
dell’Informatore scientifico, che è frequentemente un Collega, si qualifica per il suo elevato contenuto tecnicoprofessionale e si differenzia, in ragione del destinatario professionale, dall’informazione commerciale. Per il
Veterinario, la visita dell’Informatore è un’importante occasione di conoscenza dei prodotti presenti sul mercato,
inclusi quelli rivolti ai suoi clienti. Per l’Informatore, il colloquio con l’utilizzatore professionale è un momento
fondamentale per conoscere l’impatto, l’efficacia o le criticità dei prodotti. La visita dell’Informatore è quindi un
momento prezioso per lo scambio di conoscenze e di esperienze ad alto contenuto professionale, reciprocamente
utili, per adattarsi ad un contesto sociale interessato da rapidi mutamenti nei comportamenti affettivi ed economici
verso gli animali da compagnia. L’industria, di tutti settori, si adatta alle dinamiche del mercato facendosi anche
portatrice di innovazione, tecnologie e nuove soluzioni ai bisogni professionali e degli animali in cura. Il
questionario consta di 19 domande. Tempo medio stimato di compilazione: 3 minuti. Entro il 30 settembre.
ENTEROPATIA CRONICA DEL CANE E STATUS IN VITAMINA D
Da Settimana Veterinaria n.970/luglio 2016
Alcuni studi hanno dimostrato un legame tra carenza di vitamina D e gravità delle lesioni gastrointestinali nei cani
con enteropatia cronica. L’obiettivo di questo studio (che comprende 41 cani) è quello di dimostrare il valore
prognostico della determinazione della vitamina D. Per ogni singolo caso, è valutato inizialmente il livello di
vitamina D mentre il decorso clinico è valutato mediante il punteggio CIBDAI (Canine inflammatory bowel disease
activity index). La vitamina D è risultata significativamente più bassa al momento della diagnosi tra i cani morti o
sottoposti a eutanasia a causa delle lesioni dell’apparato digerente (15 casi). Inoltre, l’età avanzata, un punteggio
CIBAI elevato e un’ipoalbuminemia sono fattori progonstici peggiorativi. Un’integrazione sistematica di vitamina
D potrebbe essere considerata preventivamente.
PNEUMONECTOMIA IN CANI E GATTI: FUNZIONE
RESPIRATORIA E SOPRAVVIVENZA
Da Vet.journal 25 luglio 2016
Uno studio retrospettivo ha descritto le indicazioni e l’esito della pneumonectomia nel cane e nel gatto valutando
la funzione respiratoria subito dopo la chirurgia rispetto ai cani sottoposti a lobectomia singola. Si includevano 16
cani e 7 gatti con patologia polmonare spontanea. Per confrontare la funzione respiratoria, si rivedevano anche le
cartelle cliniche dei cani sottoposti a lobectomia singola mediante sternotomia mediana (n=15) o totacotomia
intercostale (n=15). Si rivedevano 33 casi (16 cani, 7 gatti). La pneumonectomia veniva eseguita per patologie
congenite (1 cane, 1 gatto), neoplastiche (8 cani, 1 gatto) e infettive (7 cani, 5 gatti). Si osservava polmonite ab
ingestis postoperatoria in 2 cani; 15 cani su 16 (94%) e 6/7 gatti (86%) sopravvivevano fino alle dimissioni. Dopo la
pneumonectomia, i cani presentavano una PaO2 (ossigeno 21%) postoperatoria significativamente superiore e un
gradiente A-a postoperatorio inferiore, rispetto ai cani sottoposti a lobectomia singola. Il tempo di sopravvivenza
per i cani variava da 2 giorni a 7 anni (mediana stimata = 1868 giorni) e per i gatti 1-585 giorni. La funzione
respiratoria immediatamente dopo l’intervento era accettabile sia per i cani sia per i gatti e la maggior parte di essi
aveva tempi di sopravvivenza protratti dopo l’intervento per una varietà di malattie polmonari, concludono gli
autori.
COME AFFRONTARE LA CACHESSIA E L’ANORESSIA DA
CANCRO
da Settimana Veterinaria N°968/luglio 2016
Sono due sindromi paraneoplastiche che si caratterizzano per la progressiva perdita di massa corporea (sia
muscolare che grassa) con riduzione, anche consistente, di peso che può portare a gravi condizioni cliniche e alla
morte del soggetto. La cachessia da cancro è in genere caratterizzata da una costante assunzione di cibo a cui,
ciononostante, si associano perdita di peso e alterazioni. L’anoressia da cancro invece è la conseguenza di una
scarsa assunzione di cibo (ad es. tumori a carico del cavo orale). La cachessia da cancro sembra abbia un’incidenza
decisamente più bassa in oncologia veterinaria rispetto a quella umana, tuttavia specifici studi circa l’esatta
eziologia e l’impatto prognostico non sono disponibili. Sebbene alla base di queste manifestazioni vi sia di sicuro la
malattia oncologica (quindi trattando quest’ultima e ottenendo una remissione è plausibile il più delle volte che si
possa anche invertire la perdita di peso), c’è anche da tenere in elevata considerazione che pazienti
cachettici/anoressici sono a rischio di morte in presenza di effetti collaterali da chemioterapia e presentano rischi
anestesiologici e post-operatori importanti qualora debbano essere sottoposti a terapia chirurgica. Pertanto è
importante considerare e valutare in questi pazienti la somministrazione di alimenti mediante sonde (esofagea,
gastrica, intestinale; soprattutto in pazienti anoressici) o discutere della qualità e quantità della dieta in corso di
cachessia in modo da poter iniziare il percorso terapeutico nel breve periodo e con un paziente a minor rischio di
complicanze.
GUINZAGLIO E MUSERUOLA SENZA PREGIUDIZI DI RAZZA
da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016
Vince il ricorso l’Associazione Earth: annullata l’ordinanza comunale n. 9, del 3 febbraio 2016, del dirigente III
Dipartimento del Comune di Cave (Città metropolitana di Roma) limitatamente a quanto previsto al punto c),
lettera b) che recita: "I proprietari e i detentori, anche temporanei, di cani di razza di cui all’elenco allegato
all’Ordinanza del Ministero della Salute del 14/01/2008 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 23 del 28/01/2008),
devono usare guinzaglio e museruola per i cani sia quando si trovano nei luoghi aperti al pubblico, sia quando si
trovano nei locali pubblici o sui pubblici mezzi di trasporto". La ricorrente aveva lamentato "eccesso di potere,
difetto di motivazione, nonché il contrasto con l’ordinanza del Ministero della Salute del 3 marzo 2009, prorogata
con ordinanza del 3 agosto 2015, che modificando la precedente ordinanza ministeriale del 14 gennaio 2008, ha
disposto che l’obbligo di adottare la museruola deve essere conseguente ad una valutazione caso per caso operata
dai servizi veterinari della ASL". Il contrasto è anche con l’ordinanza del 22 marzo 2011, "nella quale il Ministero ha
specificato che la pericolosità del cane deve essere valutata in concreto, ossia solo in casi conclamati di aggressività
o altri indici di rischio".
RICORSO FONDATO: Il TAR Lazio ha giudicato illegittima l’ordinanza comunale per aver previsto, "in maniera
indiscriminata e astratta, l’obbligo di dotare di museruola i cani appartenenti alle razze di cui all’elenco allegato
all’ordinanza del Ministero della Salute del 14 gennaio 2008". L’imposizione di tale obbligo "non trova una
razionale giustificazione sulla scorta delle evidenze scientifiche, come risulta dagli studi sul tema prodotti
dall’associazione ricorrente e dalla stessa decisione ministeriale di modificare l’originaria ordinanza del 14 gennaio
2008, adottando una nuova ordinanza in materia (del 3 marzo 2009), sul presupposto che l’iniziale previsione di
obblighi estesi sulla base della razza di appartenenza non ha comunque ridotto gli episodi di aggressione; e che la
letteratura scientifica veterinaria ha, al contrario, confermato che «non è possibile stabilire il rischio di una
maggiore aggressività di un cane in base alla razza o ai suoi incroci»".
LA BLACK LIST
L’elenco delle razze a rischio di aggressività contemplava: American Bulldog; Cane da pastore di Charplanina;
Cane da pastore dell’Anatolia; Cane da pastore dell’Asia centrale; Cane da pastore del Caucaso; Cane da Serra da
Estreilla; Dogo Argentino; Fila brazileiro; Perro da canapo majoero; Perro da presa canario; Perro da presa
Mallorquin; Pit bull; Pit bull mastiff; Pit bull terrier; Rafeiro do alentejo; Rottweiler; Tosa inu. Ai proprietari di
queste razze, l’OM del 2008 -firmata dal Ministro Livia Turco - applicava l’obbligo di applicare il guinzaglio e la
museruola "sia quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico sia quando si trovano nei locali
pubblici o sui pubblici mezzi di trasporto".
OGGI
In base alla vigente ordinanza 3 agosto 2015, vale per tutti i cani - senza pregiudizio di razza - l’obbligo di
utilizzare sempre e in ogni luogo il guinzaglio di una misura non superiore a mt. 1,50 per i cani condotti nelle
aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico - fatte salve le aree per cani individuate dai Comuni - e di avere
sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo, nonché l’obbligo di
affidare il proprio animale solo a persone in grado di gestirlo.
Per quanto riguarda i cani morsicatori e con problemi di comportamento, i Servizi Veterinari delle ASL, nel caso in
cui rilevino un rischio, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di eventuali interventi terapeutici
comportamentali cui devono essere sottoposti i cani che richiedono una valutazione comportamentale in quanto
impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e tengono un registro aggiornato di
tali soggetti. I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di
assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale
quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.
VACCINI CORE, VACCINI NON CORE E VACCINI NON
RACCOMANDATI
da La Settimana Veterinaria - N°969/luglio 2016
Un vaccino “core” è un presidio immunizzante che ogni singolo cane o gatto in tutto il mondo dovrebbe ricevere,
poiché protegge da patologie importanti che potrebbero essere letali, causando gravi danni all’animale fino anche
alla morte, e associate a un elevato livello di morbilità. I vaccini “non core” sono invece quelli dovrebbero ricevere
solo gli animali esposti a un particolare rischio dipendente dalle sue abitudini di vita e dall’epidemiologia di quella
determinata patologia. Le linee guida Wsava (World small animal veterinary association, composta da oltre 10
associazioni scientifiche su 80 Paesi, per un totale di circa 158.000 veterinari operanti nel settore dei piccoli animali.
Il compito di Wsava è quello di portare avanti un programma di educazione “globale” al fine di raggiungere i
migliori livelli possibili nella professione veterinaria) elencano inoltre una serie di vaccini “non raccomandati”, che
sono comunque prodotti e commercializzati, ma il cui uso è sconsigliato in quanto si tratta di vaccini per i quali
manca un’evidenza scientifica solida per quel che riguarda l’efficacia o la reale utilità. I vaccini attualmente
considerati core per i cani sono quelli per il cimurro (CDV, Canine distemper virus, Morbillivirus), l’epatite
infettiva o (CAV, Canine Adenovirus tipo 2) e la gastroenterite virale (CPV, Canine Parvovirus tipo 2) nonché la
rabbia ove necessario. Tra i vaccini non core per il cane vengono segnalati quelli per la leptospirosi, la
parainfluenza, la bordetellosi (Bordetella bronchiseptica) e la malattia di Lyme (borreliosi). Come vaccino not
recommended viene indicato quello per il Coronavirus.
I vaccini core per il gatto sono: quello per la panleucopenia (FPV, Feline Parvovirus), per l’herpesvirosi (FHV,
Feline Herpesvirus tipo 1), la calicivirosi (FCV, Feline Calicivirus) e, ove necessario, la rabbia. A questi si affiancano
i non core per la FeLV (Feline Leukemia Virus), la clamidiosi (Chlamydia felis), la Bordetella bronchiseptica e la
FIV (Feline immunodeficiency virus), quest’ultimo non presente nel nostro Paese, come anche non
commercializzato in Italia è il vaccino contro la FIP (Feline infectious peritonitis), il quale non è comunque
raccomandato.
In ogni edizione delle News troverete un articolo in Inglese, una buona occasione per informarsi ripassando un pò la lingua
SYSTEMATIC REVIEW OF THE PREVALENCE, RISK FACTORS,
DIAGNOSIS AND MANAGEMENT OF MENISCAL INJURY IN
DOGS
da Journal of Small Animal Practice 18/03/16
OBJECTIVE: To systematically evaluate the evidence reporting the diagnosis and management of meniscal injury
in dogs with cranial cruciate ligament failure.
STUDY DESIGN: Systematic literature review.
MATERIALS AND METHODS: Research questions relating to the accuracy of diagnostic techniques for meniscal
injury and the effects of meniscal treatment were defined. An electronic database search of PubMed and CAB
Abstracts was performed during March 2015. Data were extracted for study participants, design, intervention,
outcome measures and results. Studies were evaluated using a validated instrument for assessing methodological
quality and assigned a Quality Index score. A level of evidence was then assigned to each study.
RESULTS: Eighty-nine studies were identified. The median Quality Index score was 14 out of a possible 26.
Twenty-seven studies were prospective case series, 31 retrospective case series, 16 animal research and 15
cadaveric studies. There were no class I or class II studies, 27 class III and 62 class IV studies.
CONCLUSIONS: Despite a large number of publications the quality of evidence was generally low. No one study
or combination of studies provided high quality evidence to support one diagnostic or surgical intervention over
another for meniscal injuries in dogs with cranial cruciate ligament failure.
Continue reading full article: http://onlinelibrary.wiley.com/wol1/doi/10.1111/jsap.12462/full
GRANDI ANIMALI
GESTIONE DELLA VITELLAIA E RACCOMANDAZIONI SUI
SUINI
da AnmviOggi 1 agosto 2016
Doppio appuntamento alla Fiera del Bovino di Cremona. Giovedì 27 ottobre la SIVAR tratterà di gestione della
vitellaia e aggiornamenti in suinicoltura.
• Approccio pratico alle patologie della vitellaia: gestione sanitaria e management- L’obiettivo del convegno è
quello di aggiornare i medici veterinari sulle problematiche inerenti il settore della vitellaia. Saranno appro
fonditi gli aspetti gestionali e sanitari, in particolare le tecniche alimentari, gli aspetti infettivi e le tecniche
diagnostiche. Relatori: Giovanni Filippini (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche), Mireille
Meylan (Università di Berna), Eliana Schiavon (Istituto Zooprofilattico delle Venezie). Modera i lavori il
consigliere SIVAR Luigino Tondello.
• Aggiornamenti in suinicoltura "La nuova legislazione europea sul benessere suino": cosa ci si aspetta, dove e
come è stata applicata". L'evento tratta delle recenti raccomandazioni della Commissione Europea sul benessere
animale relative al settore suinicolo, in particolare in merito alla sospensione del taglio della coda e
dell’arricchimento ambientale. Sarà l'occasione per comprendere come in Germania alcuni lander abbiano già
applicato le linee guida e come si siano adattati alla nuova situazione, trasferendo per quanto possibile la loro
esperienza alla realtà italiana prima del recepimento ufficiale nazionale. Relatori Homas Blaha (Presidente della
German Veterinary Association for Animal Welfare), Enrico Giacomini (Izsler) e Rudi Milani ( Società Agricola
Agriemme, Treviso). Modera i lavori il consigliere SIVAR Roberto Bardini.
Programma e scheda di iscrizione: http://cms.sivarnet.it/files/10954.pdf
Sede degli eventi scientifici: Cremona Fiere, in occasione della 71° Fiera Internazionale del Bovino da Latte di
Cremona (www.bovinodalatte.it). Termine ultimo per la preiscrizione: 20 Ottobre 2016.
Ingresso gratuito: i Veterinari che partecipano agli eventi organizzati dalla SIVAR possono accedere gratuitamente
alla Fiera di Cremona (come fare: http://cms.sivarnet.it/it/eventi/11900)
BENESSERE AL TRASPORTO, LA FASE CRITICA DEI PUNTI DI
USCITA
da Notizie ANMVI 29/07/16
Visti gli alti rischi connessi alle esportazioni di animali vivi e il persistere di irregolarità alle disposizioni del
Regolamento 1/2005, la Commissione Europea ha trasmesso agli Stati Membri un documento di raccomandazioni.
Una sintesi "di cortesia" in lingua italiana: è allegata a una circolare ministeriale (17508 del 21/07/16) inviata a tutti
gli operatori del trasporto animale (Servizi Veterinari, PIF, UVAC, produttori e trasportatori) che riporta le
raccomandazioni della Commissione Europea agli Stati Membri per una piena e corretta applicazione del
Regolamento sul benessere degli animali trasportati. Negli ultimi tempi la questione della corretta osservanza del
Regolamento 1/2005 è diventata sempre più complessa e critica in concomitanza di diversi fattori quali l'aumento
delle esportazioni di animali vivi verso molti Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente - in cui l'Italia rappresenta
il luogo di origine del trasporto via terra, o il luogo di transito- e la comparsa dell'epidemia di dermatite nodulare
contagiosa (lumpy skin disease), che ha comportato la sospensione di un importante posto di controllo ad Haskovo
in Bulgaria, ultimo punto di uscita della tratta balcanica verso i paesi terzi. Le raccomandazioni della Commissione
includono un focus particolare sul benessere degli animali trasportati verso la Turchia. La nota ministeriale spiega
che fino a quando la situazione epidemiologica, che aggrava notevolmente i problemi connessi al rispetto delle
norme, non consentirà la sospensione da parte delle autorità turche del posto di controllo in Bulgaria "sarebbe
opportuno programmare le spedizioni prendendo in considerazione tratte alternative a quella balcanica- osserva il
Ministero - anche in considerazione del fatto che le autorità bulgare potranno procedere all'abbattimento, a spese
degli operatori, degli animali respinti alla dogana turca, oppure prendere in considerazione la momentanea
sospensione delle spedizioni stesse". Il Ministero quindi rimarca l'importanza dell'attuazione delle
raccomandazioni della Commissione relative alle verifiche prima della partenza sulla corretta pianificazione
dell'intera durata del viaggio, sul rispetto dei limiti di temperatura imposti dal Regolamento per i lunghi viaggi,
sulla fornitura di cibo, acqua e lettiera, sulla densità di carico, sull'appropriatezza dei piani di emergenza per i
lunghi viaggi e sulla conformità dei mezzi di trasporto. In caso di irregolarità, l'autorità competente impone alla
persona responsabile degli animali di intraprendere tutte le azioni necessarie alla salvaguardia del loro benessere
che- a seconda delle circostanze- possono contemplare anche lo scarico degli animali e la loro sistemazione e cura
fino alla risoluzione del problema; è possibile anche che sia disposta la restituzione al punto di partenza per la via
più diretta e come ultima risorsa l'abbattimento o l'eutanasia. Ai punti di uscita (PIF) i veterinari ufficiali
controllano che gli animali siano correttamente trasportati, dotandosi -o avendo la possibilità di utilizzo -di
strutture adeguate, nel breve raggio, non solo per lo scarico di animali in situazioni di emergenza, ma anche per
consentire la programmazione e la gestione appropriata dei trasporti prima dell'uscita dal territorio nazionale,
specie quando i flussi di animali assumono una connotazione quantitativamente rilevante e hanno origine da altri
Stati Membri. Si rende dunque indispensabile- rileva la nota ministeriale - avere il supporto logistico di un luogo di
riposo e di trasferimento che può essere identificato anche in un posto autorizzato ai sensi del Regolamento 1255/97
di primo arrivo dei veicoli che trasportano animali verso Paesi Terzi, situato in un raggio massimo di due ore dal
punto di uscita, lungo il percorso in itinere, che garantisca l'arrivo al punto di uscita in condizioni ottimali di
benessere per affrontare la restante parte del viaggio fuori dalla Ue. Un confronto con gli operatori interessati ad
esportare animali vivi ha fatto emergere la disponibilità a potenziare le strutture presso i punti di uscita, o nelle
immediate vicinanze, che possano soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa- conclude la direzione generale.
PROGRAMMANDO IL PESO DELLA SCROFETTA MIGLIORANO
LE PERFORMANCE PRODUTTIVE E RIPRODUTTIVE
da La Settimana Veterinaria n 969/luglio 2016
I ricercatori dell’Università del Minnesota hanno condotto uno studio per verificare l’impatto del peso e dello stato
corporeo delle scrofette a fine gestazione sulla successiva carriera riproduttiva. I risultati sono risultati
incoraggianti e la gestione del peso di tali giovani animali ancora in accrescimento, ma già produttivi, potrebbe
essere un ulteriore elemento manageriale da valutare.
Longevità, la chiave del reddito: Una scrofa longeva è più produttiva di una scrofa riformata al primo o al secondo
parto: aumentare la longevità delle scrofe potrebbe quindi essere possibile se si investe nella gestione della
scrofetta. Le moderne scrofe, divenute iper-prolifiche grazie alla selezione genetica, sono al contempo divenute
“iper-esigenti” in termini di nutrienti, soprattutto nell’ultima fase di gestazione, quando l’accrescimento fetale è
massimo ed è necessario un aumento dell’accumulo dei grassi corporei di riserva, al fine di sostenere la successiva
lattazione. Nella parte terminale della gestazione e della lattazione è tuttavia difficile che la scrofa e la scrofetta
assumano sufficienti nutrienti rispetto ai requisiti, con la conseguente mobilizzazione non solo di grasso, ma anche
di muscolo. Se da un lato si suggerisce di far giungere le scrofette al parto con un peso non inferiore ai 180 kg, per
ridurre le eventuali perdite muscolari, dall’altro è noto che, se il peso è eccessivo, si possono avere problemi podali
che portano a riforme precoci. Tuttavia, l’eccessiva perdita di peso corporeo e di grasso dorsale, unitamente alla
perdita di proteine dal muscolo durante la gestazione, è stata associata alla diminuzione delle performance della
nidiata e alla perdita di efficienza riproduttiva. Non sono presenti numerosi dati in letteratura sull’effetto del peso
al parto delle scrofette e la successiva longevità riproduttiva.
Una ricerca che correla il peso al primo parto e i successivi 6 parti: Ricercatori dell’Università del Minnesota hanno
quindi voluto verificare quale fosse il peso ideale delle scrofette al parto alla luce della futura carriera riproduttiva.
A tale scopo hanno utilizzato un database contenente 2.404 registrazioni di parto appartenenti a 584 scrofe che
hanno partorito tra il 2009 e il 2012. La genetica era Large White x Danish Landrance. Le scrofe sono state divise in
6 gruppi in base al peso ai 109 giorni di gestazione (190, 200, 210, 220, 230 e 240 kg). Le diete sono state in base
all’Nrc 1998 e le scrofe sono state mantenute in gabbia per i primi 35 giorni e, se gravide, spostate in stalletti
multipli di 60 scrofe sino al 109° giorno. Le scrofe sono state pesate al giorno 109 di gestazione. Lo svezzamento è
stato effettuato a 18 giorni, e i suinetti sono stati pesati ai giorni 0 e 18. Durante la fase sottoscrofa non è stato
fornito alcun alimento solido. Tale ricerca ha voluto correlare il peso al primo parto delle scrofette (109 giorni di
gestazione) con i successivi 6 parti. È noto come la diminuzione di ingestione durante la lattazione sia in grado di
aumentare le perdite di peso corporeo, diminuire il latte e la crescita della nidiata. Nel presente studio l’ingestione
giornaliera delle scrofe in lattazione è diminuita in modo lineare con l’aumento del peso in gestazione delle
scrofette. Un altro dato messo in evidenza dallo studio è stato come l’aumento del peso corporeo ai 109 giorni sia
correlato con un aumento della perdita di peso corporeo durante la lattazione. Questo potrebbe essere legato a una
minore assunzione in lattazione come conseguenza dell’aumento del peso delle scrofette al primo parto (più erano
pesanti preparto e meno mangiavano in lattazione). Non sono state rilevate invece differenze nella lunghezza del
periodo svezzamento/estro in relazione al peso. In merito al grasso dorsale, la perdita durante la lattazione è
aumentata in modo lineare con l’aumento del peso delle scrofette a 109 giorni nel primo parto, mentre esso è
diminuito durante la quarta e sesta lattazione, se le scrofette erano progressivamente più pesanti. Il peso corporeo
delle scrofette e delle scrofe dipende da fattori genetici e nutrizionali. Se la genetica rimane una variabile poco
controllabile in allevamento, poiché le moderne scrofe sono programmate per produrre meno grasso e più carne,
molto è possibile fare dal punto di vista alimentare. I dati di questo studio forniscono uno spunto interessante,
ovvero la possibilità di ottimizzare le performance produttive e riproduttive in funzione dell’ordine di parto
programmando il peso della scrofetta a fine gestazione e nelle gestazioni successive.
IL VETERINARIO AZIENDALE NON È UN’OPINIONE
da 30Giorni/giugno 2016
Il veterinario aziendale è un libero professionista che instaura un contratto d’opera intellettuale - remunerato - con
l’allevatore, il quale altrettanto liberamente sceglie di avvalersi di quel dato professionista e non di un altro. Non è
una opinione questa, ma è il nostro Codice Civile. Il contratto d’opera intellettuale si esaurisce ogni volta a
prestazione realizzata, per potersi poi rinnovare se le parti lo vorranno ancora. Essendo un libero professionista, il
veterinario aziendale non ha vincolo di subordinazione: autodetermina, con la responsabilità della propria
competenza, la prestazione da eseguire (ad esempio la terapia da intraprendere a seguito di una diagnosi). Essendo
un iscritto all’Albo, egli ha il dovere dell’indipendenza intellettuale e dell’assenza di conflitto di interessi, un
dovere amplificato dall’obiettivo della sicurezza alimentare. L’autonomia professionale del veterinario aziendale,
esclusivamente tesa alla sanità e al benessere dei capi dell’azienda zootecnica in cui egli opera, non può essere
inquinata da interessi estranei. Ecco perché il veterinario aziendale non può contemporaneamente svolgere attività
continuativa a favore di imprese (cioè organizzazioni economiche) fornitrici del medesimo allevamento che è stato
affidato alle sue cure (ad esempio aziende farmaceutiche). Questo conflitto di interessi non deve verificarsi
nemmeno quando il veterinario aziendale presta “consulenze di condizionalità”, quelle consulenze finalizzate a
porre l’azienda zootecnica nelle condizioni di soddisfare i requisiti di salute e benessere animale prescritti dai Piani
di Sviluppo Rurale (Psr) che danno accesso ai finanziamenti europei della Pac. Ecco perchè il veterinario aziendale,
quando assume il ruolo di “consulente aziendale”, non può essere né collaboratore né tantomeno dipendente di
organismi (centri di assistenza agricola) il cui compito è quello di istruire, per conto del medesimo allevamento, le
pratiche di accesso ai fondi Pac/Psr. L’Unione Europea esige “separatezza”, pretende, prima di sborsare i fondi (in
Italia attraverso Agea), che chi li chiede non sia lo stesso soggetto che doveva creare la condizione (condizionalità)
per ottenerli. Anche questa non è una nostra opinione, ma è la legge. Quando obiettammo che la bozza di decreto
sul veterinario aziendale non poteva far ricadere quest’ultimo sotto il vincolo di qualsivoglia organizzazione
agricola dicevamo quello che il ministero delle Politiche Agricole ha messo nero su bianco nella circolare del 16
giugno scorso. Dopo il decreto di febbraio che ha ridisegnato il sistema delle consulenze aziendali, il capo
Dipartimento per lo Sviluppo Rurale, Giuseppe Blasi, ha scritto l’ultima parola sulle incompatibilità. Crediamo che
siano caduti tutti gli ostacoli che hanno impedito di riaprire una negoziazione del decreto sul veterinario aziendale.
E di riproporlo al Paese esattamente come l’abbiamo immaginato insieme al ministero della Salute.
Gaetano Penocchio (Presidente FNOVI)
OBBLIGO DI 'SCARICO' DALLA BDN DI OVI-CAPRINI INVIATI
ALLA MACELLAZIONE
Da www.anmvioggi.it 29 luglio 2016
L'obbligo di 'scarico' riguarda tutti i capi identificati elettronicamente. La procedura si applica anche alle partite
con "identificazione semplificata".
L'Ordinanza 28 maggio 2015 ha previsto l'obbligo di registrazione individuale nella Banca Dati Nazionale
dell’anagrafe zootecnica di tutti i capi identificati elettronicamente. Per la corretta osservanza di questo obbligo
"risulta essenziale che i titolari degli stabilimenti di macellazione, o loro delegati, procedano allo “scarico”
individuale di tutti gli animali della specie ovina e caprina avviati alla macellazione dotati di un identificativo
elettronico e già registrati in BDN". Lo ribadisce la Direzione Generale della Sanità Animale del Ministero della
Salute, precisando che nella procedura vanno ricompresi sia "gli animali nati prima del 31 dicembre 2009 che, per
diversi motivi, sono stati identificati elettronicamente", sia gli animali nati prima di quella data, "che, seppure privi
di identificativo elettronico, risultano registrati in Banca Dati Nazionale". Contemporaneamente, la nota
ministeriale "evidenzia la necessità di continuare ad effettuare lo “scarico” per partita per gli animali avviati alla
macellazione con la cosiddetta “identificazione semplificata”.
CATELICIDINA NEL LATTE PER L’IDENTIFICAZIONE DELLA
MASTITE OVINA
Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016
La mastite dovuta a infezioni intramammarie è una delle patologie più dannose per l’allevamento ovino da latte e
costituisce una causa importante di ridotta produzione lattea e perdita di qualità. In particolare, l’identificazione e
il controllo delle mastiti subcliniche costituiscono un significativo problema e la disponibilità di strumenti che ne
consentano un’identificazione puntuale, sensibile e specifica è quindi cruciale. È stato in precedenza dimostrato che
le catelicidine, piccole proteine implicate nella difesa immunitaria innata dell’ospite, vengono rilasciate
specificamente nel latte degli animali affetti da mastite sia dalle cellule epiteliali sia dai neutrofili. Uno studio degli
stessi autori ora descrive lo sviluppo di un test ELISA per l’identificazione della catelicidina nel latte e ne valuta il
valore rispetto alla conta delle cellule somatiche (SCC) e alla coltura batteriologica nell’identificazione della mastite
ovina. La valutazione del test ELISA veniva effettuata su 705 campioni di latte di emimammella da tre greggi ovini
arruolati in un progetto per il miglioramento della salute mammaria. Si identificava la catelicidina nel 35,3% dei
campioni di latte (249/705) e il suo valore aumentava all’aumentare dei valori di SCC. I gruppi di campioni
catelicidina-negativi (n = 456) e catelicidina-positivi (n = 249) mostravano una netta distinzione in relazione alla
SCC, con valori mediani rispettivamente di 149.500 e 3.300.000 cell/mL. Alla batteriocoltura, il 20,6% (145/705) dei
campioni di latte mostrava una crescita microbica, e gli stafilococchi coagulasi-negativi erano in assoluto il reperto
più frequente. Una proporzione significativa di tutti i campioni di latte batteriologicamente positivi era positiva per
la catelicidina (110/145, 75,9%). Data la mancanza di un gold standard affidabile per definire il vero stato
patologico, la sensibilità (Se) e la specificità (Sp) dell’ELISA per la catelicidina venivano valutate mediante analisi
delle classi latenti rispetto a due soglie SCC e rispetto ai risultati della coltura batteriologica. A una soglia SCC di
500.000 cell/mL, Se e Sp erano rispettivamente del 92,3 e 92,3% per l’ELISA, 89,0 e 94,9% per la SCC e 39,4 e 93,6%
per la batteriocoltura. A una soglia SCC di 1 milione di cell/mL, Se e Sp erano rispettivamente del 93,3 e 91,9% per
l’ELISA, 80,0 e 97,1% per la SCC e 39,4 e 93,5% per la batteriologia. In base ai risultati dello studio, la
determinazione della catelicidina nel latte mediante ELISA può fornire una Se aggiuntiva mantenendo una Sp
elevata e può quindi migliorare l’identificazione della mastite subclinica.
STUDIO USA: CREARE UN PANCREAS UMANO IN UN MAIALE!
da www.sanit.org 03/08/16
La sperimentazione per cercare di far crescere organi umani all’interno del corpo di maiali è stata già avviata:
l’Università della California ha come obbiettivo la creazione di un pancreas umano per sopperire alla scarsità di
organi per trapianti, quindi faranno crescere embrioni “chimera”, metà umani e metà suini, iniettando cellule
staminali umane all’interno di alcune scrofe selezionate. L’embrione sarà fatto sviluppare per 28 giorni prima
dell’interruzione della gravidanza per analizzare gli organi e verificare la validità dello studio. Ovviamente questa
sperimentazione presenta preoccupazioni di natura etica: le cellule staminali potrebbero, infatti trasmigrare in altre
parti del suino, ad esempio nel cervello e non è quindi possibile sapere cosa potrebbe succedere: «E’ molto
improbabile che questo accada. Pensiamo che ci siano probabilità molto basse che questo accada, ma stiamo studiando la cosa»,
ha spiegato Pablo Ross, biologo che guida la ricerca, alla BBC. Il test è stato diviso in due fasi: nella prima verrà
modificato il Dna del suino attraverso un procedimento chiamato CRISPR, in modo che l’embrione sia formato da
cellule sia animali che umane. Nella seconda fase si procederà alla rimozione del Dna del suino per poter
sviluppare un pancreas composto esclusivamente da cellule umane.
UN’APP PER CHI SI OCCUPA DI CAVALLI
Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016
EquibioSafe è una App con consigli veterinari affidabili per il controllo delle malattie del cavallo. Gratuita e
progettata da veterinari, è stata realizzata da Horserace Betting Levy Board (HBLB) e lanciata con il supporto della
BEVA (British Equine Veterinary Association). L’applicazione - disponibile per Iphone e IPad - si basa sui Codes of
Practice. Una versione Android sarà disponibile a breve.
SUINI: VACCINAZIONE INTRADERMICA, SENZA AGO, A
FAVORE DEL BENESSERE ANIMALE
Da La Settimana Veterinaria N°970/luglio 2016
La vaccinazione, insieme alla biosicurezza, è uno strumento indispensabile per ridurre l’incidenza e la gravità delle
malattie infettive e preservare il benessere degli animali. È tuttavia risaputo che il momento della vaccinazione è
stressante per il soggetto vaccinato, sia per la manipolazione, sia per gli effetti secondari. Come ha spiegato André
Blanchaert, veterinario di MSD Animal Health, la vaccinazione intradermica senza ago (ID needle-less) può portare
vantaggi all’animale: meno dolore, minore depressione, minore rischio di indurre sensibili cali di assunzione di
alimento. La vaccinazione per via intradermica avviene tramite uno strumento elettronico che esercita una
pressione di inoculo adeguata, tale da garantire al vaccino liquido di depositarsi nello spessore del derma; induce,
a volumi inferiori, una risposta immunitaria umorale e cellulo-mediata comparabile o superiore a quella indotta
dalla somministrazione per via intramuscolare. Questo tipo di vaccinazione, utilizzato inizialmente per vaccini
virali vivi, lo è ora anche per i vaccini spenti e non solo virali, preparati appositamente.
Ente Nazionale Previdenza Assistenza Veterinari
CASSE PROFESSIONALI, CONTRIBUTI SU DEL 24% IN 11 ANNI
da www.ilsole24ore.com 20/07/16
Il contributo soggettivo previdenziale a carico dei professionisti iscritti alle Casse è aumentato in media del 24% in
11 anni, passando dal classico 10%, applicato nel 2004 e in precedenza per molti anni da quasi tutti gli enti, al 12,5%
medio da utilizzare sui redditi percepiti nel 2015. Per il contributo integrativo è andata peggio, perché l’incremento
del classico 2%, applicato nel 2004 da quasi tutte le Casse, è salito in media al 3,4%, un incremento quindi del 60%,
che però è a carico dei clienti dei professionisti, perché calcolato sul volume d’affari e addebitato nelle singole
fatture.
Casse di previdenza
L’incremento maggiore del contributo soggettivo, cioè quello sul reddito, spetta agli iscritti alla Cassa dei
ragionieri, per i quali è aumentato del 50% passando dall’8% del 2004 al 12%. In valore assoluto, però, l’aumento
maggiore è quello di Inarcassa (architetti e ingegneri), dal 10% al 14,5%. Per il futuro l’aliquota soggettiva più
elevata riguarderà i veterinari, che nel 2025 dovranno pagare il 19%. La seconda più elevata spetterà ai periti
industriali, che arriveranno al 18% nel 2019. L’aliquota del 15%, invece, dovrà essere pagata dagli infermieri
professionisti dal 2016, dai biologi nel 2017, dai ragionieri nel 2018 e dagli avvocati nel 2021.
Gestione separata
Percentuali comunque più basse rispetto a quelle pagate dai professionisti non iscritti alle Casse, perché svolgono
attività di lavoro autonomo per le quali non è stata istituita una cassa di previdenza. Per questi professionisti c’è
l’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps la cui aliquota contributiva dovuta dai lavoratori autonomi,
titolari di partita Iva, che «non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria, né pensionati», è del
27% (per i non titolari di partita Iva, come gli amministratori-co.co.co. e i venditori porta a porta, è del 31% per il
2016 e sarà del 33% per il 2018), al quale va sommato lo 0,72%, per il finanziamento degli oneri connessi con la
tutela della maternità, assegni familiari, malattia, ecc. (articolo 59, comma 16 della legge 449/1997). La percentuale
base del 27% salirà al 29% nel 2017 e al 33% a decorrere dal 2018. Quindi, dal 2018 in poi, l’aliquota piena sarà del
33,72% per tutti i lavoratori autonomi, privi di altra gestione di previdenza obbligatoria, né pensionati (sia con
partita Iva, sia se amministratori-co.co.co. o venditori porta a porta). Nel 2005 queste percentuali erano del 18%
fino a 38.641 euro di reddito e del 19% fino a 84.049 euro.
Aliquote Inps artigiani e commercianti
Per gli artigiani e i commercianti, a seguito dell’aumento annuale delle aliquote Inps, previsto dall’articolo 24,
comma 22, del decreto legge 201/2011, le percentuali contributive sono arrivate, per il 2015, rispettivamente al
23,65% e 23,74% per i redditi all’interno della seconda fascia, cioè da 46.124 euro a 100.324 euro (a 76.872 euro se
iscritti prima del 1996) e al 22,65% e 22,74% per i redditi della fascia inferiore. È previsto un aumento annuale dello
0,45%, fino ad arrivare al 25% dal 2018 in poi per la seconda fascia (24,10% per gli artigiani e 24,19% per i
commercianti per il 2016, 24,55% e 24,64% per il 2017) e al 24% per la prima fascia di reddito.
DOVE VA LA CASSA CHE LEI PRESIEDE? INTERVISTA AL
PRESIDENTE MANCUSO
da www.adepp.info
“Noi, gli amministratori del mio Ente siamo entrati nel quinto e ultimo anno del mandato e quindi questo è l’anno
di bilanci. Direi che, avendo fatto il compitino più importante che ci è stato attribuito dall’allora ministro Fornero
cioè garantire la sostenibilità a 50 anni , il nostro lavoro si sta spostando sulla manutenzione delle norme interne
che regolano la previdenza pura e che entro l’anno finiremo, ci stiamo inoltre attrezzando sempre di più per essere
ente erogatore di servizi e per non essere auto refenziali ci siamo certificati, facciamo un lavoro con la qualità che
prosegue e che mi piacerebbe che continuasse nel mandato successivo, tutto anche nell’ottica di far percepire al
collega iscritto che la Cassa c’è, è un’amica e che può erogare servizi. Dal punto di vista poi etico, in esame c’è il
nostro regime, un sistema retributivo spurio che tenderà nel lungo termine al contributivo. I colleghi che sono
andati in pensione un anno fa con questo sistema molto generoso stanno ricevendo molto di più di quello che
hanno versato, considerando le medie di vita, quelli della mia generazione che andranno in pensione tra poco
avranno ancora quella generosità ma non sarà così per il collega che si scrive nel 2016 e che andrà in pensione nel
2056 e successivi anni. Noi ce ne stiamo occupando e dovrà farlo anche chi subentrerà. Usando lo strumento dei
bilanci tecnici attuariali che facciamo ogni tre anni e che ci dicono se stiamo andando nella direzione giusta o se
siamo lunghi o corti rispetto alle aspettative generali, dobbiamo garantire che se il collega giovane ha messo 1 deve
prendere 1 e quella piccola o grande generosità che gli altri hanno ricevuto sarà data loro sotto forma di servizi.
Cerchiamo di restituire con più servizi quello che con la Previdenza non potremmo dare”.
Restando ligi comunque a quanto appunto stabilito dalla ex Ministra Fornero e ad una serie di norme che vi piovono addosso
ogni anno e che richiedono impegno?
“Una parte consistente delle nostre energie se ne va nel gestire le norme dettate da un socio che è lo Stato che non è
più occulto ma apparente, che seduto accanto a noi sotto varie forme ci impone una serie di cose che sono assurde
per un mondo che è sicuramente virtuoso soprattutto se paragonato all’unico grande Ente previdenziale statale che
è l’Inps, che soffre di una crisi pazzesca, che è tecnicamente fallito e che per tenersi in piedi nel futuro dovrà fare
uso della fiscalità generale, pena annullare le pensioni a chi se le aspetta”.
I VETERINARI ISCRITTI ALL'ENPAV E TITOLARI DI BORSE DI STUDIO PER LA
FREQUENZA DI CORSI DI DOTTORATO DI RICERCA POSSONO CANCELLARSI?
da www.enpav.it
L'esercizio della facoltà di rinuncia all'iscrizione dall'ENPAV è subordinato al possesso di determinati requisiti
previsti dalla legge e dal Regolamento di Attuazione allo Statuto. In particolare, il richiedente deve svolgere
esclusivamente attività di lavoro dipendente o autonomo, per tale intendendosi quello non attinente la professione
veterinaria, ed essere iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria.
Nei casi di Veterinari, percettori di borse di studio, per la partecipazione ai corsi di dottorato di ricerca, si è in
presenza di professionisti che hanno scelto di iscriversi all'Albo professionale e conseguentemente sono iscritti alla
propria Cassa previdenziale della Categoria. Questi ultimi, inoltre, esercitano attività che rientra nell'oggetto della
professionale, non in virtù di un rapporto di lavoro dipendente con l'Università, ma in ragione di un rapporto
assimilabile ad una collaborazione coordinata e continuativa (in tal senso si è espressa anche l'INPS con circolare
n.101 del 5 maggio 1999). Considerato dunque l'insieme degli elementi sopra descritti e tenuto conto che, nei casi di
svolgimento di attività professionale sotto forma di collaborazione coordinata persiste l'obbligo dell'iscrizione e
contribuzione all'ENPAV come precisato anche dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale con parere reso
in data 21 novembre 2001, prot. n. 9PP/81484/VET-Q-3, i Medici Veterinari titolari di borse di studio per la
frequenza dei corsi di dottorato di ricerca sono obbligatoriamente iscritti dall'ENPAV e sono tenuti, altresì, a
dichiarare nel Modello 1 annuale l'ammontare dei compensi percepiti per lo svolgimento dell'attività professionale.
ALIMENTI
ATTI CORSO ECM IL SISTEMA DEI CONTROLLI IN SANITA’
PUBBLICA VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE
da Settimanale della Veterinaria Preventiva nr. 22/31.07.16
Sono disponibili a tutti gli atti del corso ecm "Il sistema dei controlli in sanita’ pubblica veterinaria e sicurezza
alimentare: l’applicazione dei principi di flessibilita’ nelle piccole produzioni locali" che si è tenuto a Pescara il
10/11 giugno 2016. Il corso è stato organizzato in collaborazione da SIMeVeP Umbria e SIMeVeP Abruzzo per
fornire conoscenze avanzate relative alle possibilità offerte dal "pacchetto igiene" per l’applicazione della flessibilità
nelle piccole strutture zootecniche che praticano ancora un allevamento estensivo, nelle microimprese, negli
stabilimenti ubicati in aree soggette a particolari vincoli geografici, nella produzione di prodotti tradizionali e
nell’uso di metodi tradizionali, in modo da facilitare l’uso di buone pratiche per il controllo ufficiale in caso di
applicazione di misure di flessibilità, inclusa la documentazione negli stabilimenti. Gli atti sono pubblicati
nell'apposita sezione del sito: www.veterinariapreventiva.it/eventi-ecm-archivio.html
SALMONELLA. PUBBLICATA LA REVISIONE DELLA
PROCEDURA DI PROVA PDP BAT 166
Da IZSVe Newsletter del 24 agosto 2016
È stata pubblicata la revisione della procedura di prova PDP BAT 166 “Identificazione di ceppi di Salmonella
Enteritidis e Salmonella Typhimurium e variante monofasica di S. Typhimurium S. 4,[5],12:i:-“. Il documento è
disponibile alla pagina: Temi > Malattie e patogeni > Salmonella > Procedure di prova: www.izsvenezie.it/temi/malattiepatogeni/salmonella/procedure-di-prova
VARIE
DA FIAT UNA PROMOZIONE SPECIALE DEDICATA AI MEDICI
VETERINARI
da Notizie Anmvi 25 luglio 2016
Fino al 30 settembre 2016 presso i concessionari FIAT è attiva una offerta commerciale esclusiva per i Veterinari
Italiani. Per la prima volta, il Gruppo FCA lancia una offerta commerciale esclusiva per i Medici Veterinari Italiani.
L’offerta prevede un extra sconto di 500 euro sull’acquisto di una vettura FIAT 500L (modello 500L Urban, 500L
Trekking oppure 500 Living). Il Veterinario potrà presentarsi in una concessionaria FIAT e usufruire dell’extra
sconto semplicemente esibendo la tessera d’iscrizione all’Ordine. Si tratta di una promozione rivolta a tutti i Medici
Veterinari siano liberi professionisti o dipendenti pubblici, qualsiasi sia il settore professionale d'esercizio. Lo
sconto di 500 euro si applica sulle migliori condizioni ottenibili presso i concessionari FIAT. La promozione rivolta
ai Veterinari nasce da una collaborazione tra il Gruppo FCA e Frontline®: i Medici Veterinari che acquisteranno
una FIAT 500L in qualsiasi versione, oltre allo sconto riceveranno anche il ‘Dog kit’ Frontline® in omaggio. Si tratta
di un set di accessori pensato dal Gruppo FCA per il comfort degli animali in viaggio.
www.anmvioggi.it/images/circolari_e_delibere_2014/LEAFLET_FCA_FRONTLINE_Dog_on_board.pdf
IL BENESSERE DELLE GALLINE OVAIOLE IN ALLEVAMENTO INTERVISTA A LEONARDO VINCO DELL’IZSLER
da Newsletter FNOVI n. 29/10.08.2016
A tutela del benessere delle galline ovaiole è in vigore una normativa specifica incentrata soprattutto sul concetto
di gabbia: quella tradizionale di ridotte dimensione e priva di arricchimento ambientale, è attualmente sostituita da
una gabbia che rispetta le esigenze minime etologiche, ad esempio un nido dove deporre le uova e una lettiera
dove razzolare. Le ricerche realizzate a partire dagli anni 80 sugli arricchimenti ambientali e sulle dimensioni delle
gabbie hanno consentito un miglioramento delle condizioni di vita delle ovaiole. Assistiamo oggi ad un ulteriore
passo in avanti, dettato soprattutto dalle esigenze dei consumatori orientate verso l'acquisto di uova da galline
allevate a terra. Quali le conseguenze di questi cambiamenti? Tutti i dettagli nell'intervista al Dr Leonardo Vinco
del Centro di referenza benessere animale IZS Lombardia ed Emilia Romagna; x vedere il video:
www.fnovi.it/content/il-benessere-delle-galline-ovaiole-allevamento-intervista-al-leonardo-vinco-dellizsler
ZIKA: IN USA I TEST SULL'UOMO PER UN VACCINO
PREVENTIVO
da www.federfarma.it 06/08/16
Partono negli Stati Uniti i test sull'uomo di un vaccino preventivo sperimentale contro l'infezione da virus Zika. La
sperimentazione è condotta dal National Institute of allergy and infectious deseases, parte del National Institutes of
health (Nih). La prima fase dello studio valuterà la sicurezza del vaccino sperimentale e la sua capacità di generare
una risposta immunitaria nell'uomo. Almeno 80 volontari sani, tra 18 e 35 anni, parteciperanno alla
sperimentazione in tre centri statunitensi. Il vaccino sperimentale è stato sviluppato dai ricercatori Usa all'inizio del
2016 ed ha già ottenuto risultati incoraggianti nei test su animali. Attualmente, l'infezione da virus Zika è presente
in oltre 50 Paesi e negli Stati Uniti si registrano oltre 6.400 casi. L'infezione è pericolosa nelle donne incinte, perché
può causare microcefalia nei neonati ed altri gravi difetti fetali al cervello e ad altri organi. Al momento non
esistono vaccini o terapie specifiche. Intanto in Europa i paesi dove è diffusa la zanzara che può diffondere
malattie, come dengue e Zika, sono otto: oltre all'Italia, ci sono anche Austria, Bosnia, Francia, Georgia, Germania,
Grecia, Spagna e Turchia. E' quanto segnala l'ultima mappa del Centro europeo per il controllo delle malattie
(Ecdc).
N.B.: L’Ordine declina ogni responsabilità sulla precisione delle informazioni contenute in questo servizio di rassegna stampa, messo
a disposizione dei propri iscritti. Inoltre si evidenzia che le notizie che compongono le News sono per ovvi motivi sintetiche; per
approfondimenti si rimanda alle fonti degli articoli.
Mantova, 25 agosto 2016
Prot.: 448/16