N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova
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N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova
NEWS DALL’ORDINE CORSI/CONVEGNI L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni: 1) Università di Padova-Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione: Corso di apprendimento permanente in "Animal Welfare Ethics" con particolare riferimento alla gestione degli animali selvatici nei parchi zoologici e negli ambienti controllati 48 ore settembre-dicembre - www.unipd.it/animal-welfare-ethics; [email protected] 2) I.Z.S. Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta: www.izsto.it/index.php/formazione/corsi-e-convegni - Oggi mangio fuori casa: strategie per un pasto sicuro Torino 13 settembre - The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases Torino 23 settembre 3) Ordine Veterinari Cremona: Patentino per proprietari di cani 18, 25/09; 2, 9, 16/10 Cremona www.ordinevetcremona.it 4) Università Torino/Ordine Veterinari Alessandria: Aggiornamento in ortopedia 25 settembre Alessandria www.veterinaria.unito.it/do/home.pl/View?doc=D108_ECM.html 5) IZS Venezie: http://formazione.izsvenezie.it - Il problem solving e i 7 strumenti della qualità per il miglioramento delle performance aziendali 29 settembre Legnaro (PD) - La spettrometria di massa nel Triveneto ottobre Legnaro (PD) 6) ANMVI: La gestione del farmaco: dall'acquisto alla somministrazione Casalecchio di Reno (BO) 9 ottobre [email protected] 7) SIVAE: Corso Introduttivo Medicina del coniglio e dei piccoli mammiferi nella pratica clinica quotidiana Milano 19/20 novembre - www.sivae.it RICERCA VETERINARI 1) La Clinica Veterinaria Benaco Blu di Castiglione delle Stiviere (MN) cerca n° un/a collega da inserire nel proprio staff e n° un/a collega per sostituzione Maternità di sei mesi. La disponibilità di entrambe le figure professionali dovrà essere rivolta alla tipologia di un 24 ore, quindi turni diurni, notturni e festivi. Possibilità di alloggio nei pressi della struttura. Si richiede cortesemente il curriculum da inviare via mail ([email protected]) prima del colloquio. Per contatti telefonare al numero 335 5849430. 2) Il Dr Marco Marzola, titolare della omonima clinica Veterinaria sita a Ro Ferrarese, ci chiede di pubblicare il seguente annuncio: Premesso che la clinica svolge la sua attività (clinica e chirurgica) con apertura al pubblico mattino e pomeriggio, offre altresì servizio di degenza (Day Hospital e/o ricovero e reperibilità H24). Nel mio personale percorso di crescita oltre che desiderare e rinnovare strutturalmente la Clinica vorrei arricchire l’equipe dei medici veterinari con i quali già collaboro, definendo un planning organizzativo più adeguato ai servizi erogati. Tengo ad anticipare che i compensi saranno congrui al tipo di impegno intrapreso. Invito i colleghi, seriamente motivati, a contattarmi personalmente al numero della Clinica (0532/868460) o alla mail [email protected], inviandomi possibilmente un curriculum per concordare un appuntamento e fissare un colloquio. INFORMATIVA DEL DR NIGRELLI: NUOVA MODULISTICA CONFERIMENTO CAMPIONI IZSLER Il Dr. Arrigo Nigrelli (Dirigente Responsabile IZSLER-sezione di MN) porta a conoscenza dei veterinari iscritti la seguente comunicazione: La Sezione Diagnostica di Mantova informa che a seguito della revisione della procedura generale che regola l’accettazione dei campioni presso l’IZSLER, dovrà essere utilizzata una nuova modulistica che il cliente può scaricare e compilare in modo antecedente al conferimento. La modulistica è comunque disponibile anche presso la Sezione Diagnostica. Tali documenti sono disponibili sul sito dell’Istituto Zooprofilattico all’indirizzo www.izsler.it. Alla voce “Modulistica on line”, selezionando di seguito “Conferimento campioni privati”, è possibile reperire la modulistica e la documentazione informativa. I campioni dovranno essere conferiti utilizzando sempre il Documento Amministrativo che riporta le condizioni contrattuali ed i Documenti Tecnici a seconda della tipologia dei campioni conferiti/prove-analisi richieste. E’ possibile utilizzare un proprio documento di accompagnamento avendo cura di includere, oltre alle informazioni normalmente previste anche: - Cognome – Nome / Ragione Sociale - Indirizzo: Via / Loc., Comune, Prov. - Partita IVA / Cod. fiscale - Tipo di materiale conferito - Prove richieste - Data - Firma In questo caso all’atto del conferimento sarà fatto compilare un documento di integrazione delle Condizioni Contrattuali di cui sopra. La Sezione Diagnostica di Mantova è a disposizione per ogni chiarimento: tel. 0376/380493, e.mail: [email protected] PREMIO FERRARA 2016 PER TESI IN AMBITO BUIATRICO Marco Tassinari (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie), a nome della Società Italiana di Buiatria, ci chiede di diffondere il bando relativo al Premio Ferrara 2016 riservato ai laureati in Medicina Veterinaria nell’AA 2014-15 con tesi in ambito Buiatrico. Tel. +39 0512097369 –Cell: +39 3398398453 E-mail: [email protected] L’associazione “Amici di Fabio Ferrara”, nell’ambito del XLVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Buiatria che si svolgerà a Montichiari (BS) dal 8 al 9 Settembre 2016, promuove un concorso per la migliore tesi di laurea svolta in ambito buiatrico e discussa da studenti laureatisi in Medicina Veterinaria nell’Anno Accademico 2014-2015. Possono partecipare al concorso gli studenti che si sono laureati in Medicina Veterinaria nell’Anno Accademico 2014-2015 discutendo una tesi avente per argomento qualsiasi tema inerente l’attività buiatrica e la specie bovina in senso generale. Sono ammesse le tesi discusse nell’anno accademico 2014-2015 (entro marzo 2016) in qualsiasi facoltà di Medicina Veterinaria Italiana. Ogni tesi verrà letta e valutata da una commissione giudicante che ne decreterà la vincente. Le tesi dovranno pervenire in formato cartaceo all’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Cremona, via Trecchi 20 (Palazzo Trecchi, primo piano) – 26100 Cremona, entro e non oltre il 26 agosto 2016; ogni tesi dovrà essere corredata dai dati anagrafici dell’autore e da un recapito telefonico. Il vincitore sarà premiato durante il Congresso Nazionale di Buiatria con una Pergamena celebrativa per la miglior tesi partecipante al concorso ed un premio in denaro di € 750,00 e parteciperà come ospite della Società Italiana di Buiatria al Congresso 2016. FISCO/SENTENZE/NORMATIVE CANI E GATTI IN AUTO: ILLEGITTIMO CONTENERLI CON LE CINTURE DI SICUREZZA da nota 4372 del 13/07/16 Ministero Infrastrutture e Trasporti E' legittimo utilizzare o installare in auto le cinture di sicurezza per il trasporto di animali da compagnia? La risposta perentoria del Ministero dei Trasporti è 'no'. Un parere reso il 13 luglio scorso alla Polizia Stradale chiarisce la portata dell'articolo 169, comma 6 del Codice della strada che consente il libero trasporto di animali da compagnia, purchè custoditi con "altro analogo mezzo idoneo" in alternativa al trasportino. Con la locuzione "altro analogo mezzo idoneo", il Ministero dei Trasporti ha chiarito- su espressa richiesta della Polizia Stradale- che non possono intendersi le cinture di sicurezza per cani e gatti. La si deve intendere esclusivamente con riferimento alla rete di separazione del vano posteriore al posto di guida. Pertanto, i sistemi di ritenuta consistenti nelle cinture di sicurezza non possono essere ritenuti legittimi. La materia è disciplinata dall'art. 169 del codice della Strada che al comma 6 "contempla la possibilità di trasportare liberamente in auto, in condizioni da non costituire intralcio alla guida, un animale domestico". Inoltre, lo stesso comma consente "il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio del dipartimento trasporti terrestri". BOLLETTE CON LUCE E CANONE TV: DA CONSERVARE PER 10 ANNI da www.donnamoderna.com 23/08/16 La rivoluzione del canone Rai, da quest’anno rateizzato e inserito nelle fatture dei consumi elettrici, comporta un “effetto collaterale” da non sottovalutare, se si vogliono evitare futuri problemi ed esborsi extra. Le bollette della luce appesantite dall’abbonamento tv vanno conservate per dieci anni e non “solo” per cinque. La ragione? Il Fisco ha a disposizione due lustri per stanare e perseguire evasori e furbetti del canone. I cittadini previdenti, in caso di accertamenti e contestazioni, avranno le “pezze d’appoggio” per dimostrare di essere in regola e potranno impugnare multe e sanzioni. I distratti no, non sempre. “Se sprovvisti delle vecchie bollette - ripetono gli esperti del portale Studiocataldi.it – gli utenti nel mirino potrebbero non essere in grado di dimostrare il pagamento del canone ed essere costretti a versare nuovamente il tributo, salvo che siano passati 10 anni, termine dopo il quale i crediti all'erario risultano prescritti”. 5 anni per la sola luce: La fattura semplice per l’elettricità, invece, continua ad essere soggetta al termine quinquennale. “Se all'intestatario della bolletta della luce non viene addebitato il canone, perché non possiede la tv o perché un familiare già si sobbarca l’abbonamento Rai, in genere non è necessario conservare il documento per più di 5 anni”. Ci sono però le eccezioni, quelli che tecnicamente si chiamano atti interruttivi. “Non bisogna dimenticare che la prescrizione prevista dalla legge può essere bloccata, ad esempio a causa dell’invio di solleciti di pagamento: in questi casi il termine di prescrizione ricomincia a decorrere da capo e il conto alla rovescia riparte dall’inizio”. Occhio ai documenti da tenere 10 anni: Le stesse indicazioni valgono per altre tipi di fatture, ricevute, documenti. Ricordano dall’associazione Altroconsumo: “Per non rischiare di dover pagare due volte per la stessa cosa, perché abbiamo buttato via la ricevuta troppo presto, bisogna sapere quando il credito cade in prescrizione, cioè dopo quanto tempo non si è più tenuti a dimostrare nulla. I termini sono fissati per legge e variano a seconda del tipo di documento”. Le bollette per i consumi di luce, gas e telefono fisso, così come quelle elettriche, vanno conservate per almeno 5 anni dalla data di scadenza. Per i cellulari si raddoppia: dieci anni. 5 anni sono previsti per bollettini e F24 di Imu, Ici e Tasi, contati a partire dall’anno successivo a quello dell’avvenuto pagamento, e pure per le tasse sulla nettezza urbana. Anche le ricevute di affitto e spese condominiali ordinarie si devono mettere da parte per almeno 5 anni. Tempi variabili per i 730 Per cambiali, parcelle di professionisti e fatture di artigiani Altroconsumo indica 3 anni. Per le dichiarazioni dei redditi il tempo minimo può cambiare. Nei casi ordinari gli anni di conservazione si fermano a 5. Se ci sono state ristrutturazioni edilizie o riqualificazioni energetiche, poiché la rateazione delle detrazioni è spalmata su 10 anni, il modello utilizzato e la documentazione allegata vanno custoditi per 10 anni più 5 anni, quindi 15 anni in tutto. Per il bollo auto si parla di 3 anni, a partire da quello successivo alla data di scadenza, mentre per le multe stradali si arriva a 5 anni. Per le quietanze di assicurazione si prevede 1 anno dalla scadenza, salvo clausole specifiche inserite nei contratti, ma si devono calcolare 5 anni se i premi sono fiscalmente detraibili. Per gli estratti conto bancari si sale a 10 anni. Per gli scontrini si richiedono 2 anni o il tempo corrispondente alla durata della garanzia. I rogiti e gli altri atti non si devono mai buttare via. La conservazione “per sempre” vale anche per le pratiche relative a separazioni e divorzi, il versamento dei contributi previdenziali, le sentenze penali e civili, le attestazioni dei titoli di studio. Carta o formato elettronico? Per bollette e fatture tradizionali, quelle che arrivano a casa in formato cartaceo, gli esperti di Altroconsumo e Studiocataldi.it consigliano di conservare gli originali per tutto il tempo previsto. Per i documenti spediti per e-mail, invece, l’indicazione è “salvare i file in formato elettronico quando c’è la firma digitale”. Se manca, però, “meglio stampare il tutto.” L’AGENZIA DELLE ENTRATE CHATTA CON GLI UTENTI Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016 L’Agenzia delle Entrate sbarca su Facebook per permettere ai cittadini di aprire una chat privata attraverso l’applicazione Facebook Messenger. La risposta arriverà entro 24 ore. Si parte dal canone tv per arrivare ai dubbi fiscali più comuni. IL RUOLO DEL VETERINARIO DI ANIMALI ESOTICI NELLE OPERAZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA da Professione Veterinaria n. 25/luglio 2016 Il quadro normativo della legislazione che regola la detenzione delle specie esotiche in Italia ed Europa è complesso ed articolato. Il veterinario che si occupa di specie non convenzionali ed esotiche deve assumere conoscenza delle leggi che interessano gli animali esotici. La figura del veterinario interviene non solo nella cura e terapia delle patologie ma anche nella formulazione di corretti piani di gestione. È noto che molte delle patologie degli animali esotici sono legate ad errata gestione. Quindi il veterinario esperto in specie esotiche deve redigere protocolli per il corretto mantenimento in cattività delle specie non convenzionali. Gli organi di polizia giudiziaria possono avvalersi delle competenze tecniche e specifiche in materia di animali esotici del veterinario in corso di operazioni di polizia. Il ruolo del veterinario è cruciale in quanto, in seguito a nomina di ausiliario, il medico assume funzioni di polizia giudiziaria con relativi doveri e responsabilità. Gli ausiliari assumono funzioni di Polizia Giudiziaria ai sensi dell’Art. 348 comma 4°del Codice di Procedura Penale. La figura dell’agente e dell’ufficiale di P.G. è espressamente definita e riconosciuta dall’art. 57 del C.P.P. Hanno facoltà di nominare l’ausiliario nel dettaglio le forze dell’ordine quindi gli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, ecc. Con l’Art. 348 comma 4° del C.P.P. si disciplina e riconosce la figura dell’Ausiliario di P.G. il quale in scenari eventuali, col proprio ausilio, sopperisce a quelle necessità di carattere prettamente tecnico delle quali la Polizia Giudiziaria può trovarsi al momento sprovvista. Art. 348 comma 4°: “La Polizia Giudiziaria, quando, di propria iniziativa o a seguito di delega del Pubblico Ministero, compie atti od operazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, può avvalersi di persone idonee le quali non possono rifiutare la propria opera.” Come sancito dalla Corte di Cassazione, “Qualsiasi atto compiuto dall’Ausiliario di P.G. nelle sue funzioni, è da considerarsi un atto stesso della Polizia Giudiziaria”, esso assume la qualifica di Pubblico Ufficiale ed opera sotto la direzione ed il controllo della P.G. I requisiti per svolgere tale Pubblica Funzione sono: Speciali competenze tecniche, Assenza di condanne, Maggiore età, Nessuna interdizione, Nessuna misura di sicurezza e prevenzione, Nessun interesse nel procedimento, Non essere stato cancellato da Albo Professionale (se iscritto). I requisiti in dettaglio, in analogia con la figura del Consulente Tecnico del Giudice, si evincono dagli Art. 69 - 73 delle Norme di Attuazione del C.P.P. All’Ausiliario di Polizia Giudiziaria, è fatto divieto di: rifiutare la propria opera (art. 328 c.p.) e Rivelare il segreto di ufficio (art. 326 c.p.). Il veterinario viene chiamato in causa per giudicare varie tipologie di situazioni: - identificazione di specie - sospetto di maltrattamento - stato di salute e benessere - cattura e spostamento animali - gestione specie pericolose - cattura e spostamento degli esemplari sequestrati - causa della morte in esecuzione di necroscopia Quindi, la figura del veterinario coinvolta dalle autorità assume un ruolo di estrema importanza nell’ambito sia delle attività di controllo della polizia giudiziaria sia durante lo svolgimento delle fasi processuali dei vari gradi di giudizio. Il veterinario assume funzioni di pubblico ufficiale ed il suo parere espresso mediante relazione tecnica è un atto ufficiale che verrà allegato agli atti delle attività svolte. Il parere espresso potrà riguardare molteplici aspetti e potrà essere richiesto anche l’intervento di altre figure professionali con ulteriore specializzazione, come esempio per gli esami di laboratorio PICCOLI ANIMALI TENDINOPATIE DELLA SPALLA DEL CANE: ONDE D’URTO ED ESERCIZIO TERAPEUTICO Da Vet.journal 27 luglio 2016 Le tendinopatie del sopraspinato (ST) e del bicipite (BT) sono comuni cause di zoppia dell’arto anteriore nei cani di grossa taglia e sono state storicamente trattate con una terapia conservativa o la chirurgia. Si ritiene che la terapia con onde d’urto extracorporee (ESWT) e l’esercizio terapeutico (TE) siano possibili opzioni terapeutiche per questa condizione. Uno studio ha descritto la presentazione clinica dei cani trattati con ESWT per le tendinopatia della spalla, ha determinato l’associazione tra gravità delle lesioni della spalla valutata ecograficamente o con MRI ed esito ed ha confrontato l’esito dei cani trattati con ESWT con o senza TE. Si rivedevano le cartelle cliniche di 29 cani con tendinopatia della spalla e trattati con ESWT; in 24 cani si diagnosticava BT unilaterale o BT e ST. Nessun cane presentava ST unilaterale. In 5 cani si diagnosticava una patologia bilaterale. L’85% dei cani aveva un esito buono o eccellente, determinato mediante valutazione del proprietario 11-220 settimane dopo la terapia. L’esito appariva migliore all’aumentare della gravità della lesione tendinea, indipendentemente dal fatto che si effettuasse ESWT con o senza TE. La ESWT dovrebbe essere considerata un’opzione terapeutica primaria sicura per le tendinopatie della spalla del cane. Sono necessari studi prospettici controllati più ampi per valutare adeguatamente questi risultati, concludono gli autori. INTERVENTI ASSISTITI CON GLI ANIMALI, PREMIO AL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PARIGI da www.izsvenezie.it 5 agosto 2016 In luglio si è tenuto a Parigi il XIV Congresso dell’International Association of Human-Animal Interaction Organizations (IAHAIO). Organizzato dalla Fondazione A&P Sommer, il grande evento sul mondo degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) ha visto la partecipazione dei maggiori esperti del settore a livello internazionale e ha portato ad uno scambio particolarmente ricco di esperienze, confermando l’ascesa di questa disciplina nei settori educativo, psicologico, sociale, giudiziario, medico umano e veterinario. L’evoluzione del pensiero scientifico e l’eterogeneità delle esperienze pratiche nell’ambito degli IAA sono stati i temi centrali attorno ai quali si sono sviluppati i tre giorni del Congresso, che ha contato 66 presentazioni orali, 93 poster, 17 workshop, per un totale di 450 partecipanti e 22 Paesi rappresentati. Il poster presentato dal Centro di referenza per gli IAA “The 3R principle: A reflection on its application in AAI” è stato votato dai partecipanti alla conferenza come il miglior poster e ha così vinto (per scaricare il poster: www.izsvenezie.it/wp-content/uploads/2016/07/poster-CRN-IAA-3R-principle.pdf). Il Centro di referenza ha inoltre partecipato con 2 relazioni in cui sono stati presentati i risultati preliminari del progetto di ricerca RC 13/2013 “Horse welfare in therapeutic sessions for children with autism: monitoring and assessment”, finanziato dal Ministero della Salute, e il progetto “The support of dog assisted therapy for alcohol and drug addicted inmates: the experience of Padua”, finanziato dalla Regione del Veneto. I contributi portati al Congresso hanno confermato che la relazione benefica che si sviluppa tra uomo e animale è sempre più diffusa e utilizzata in tutto il mondo, per facilitare e migliorare l’azione dei professionisti nel campo della salute e del sociale, tanto da rappresentare oggi un settore affascinante e in continua evoluzione. NUOVA TERAPIA PER I TUMORI SURRENALI da email Cittadina Fondazione Studi e RicercheVeterinarie 25/07/16 La Cittadina Fondazione Studi e Ricerche Veterinarie di Romanengo (CR) informa che l’articolo dal titolo VOLUMETRIC MODULATED ARC THERAPY (VMAT) BASED STEREOTACTIC RADIOTHERAPY (SRT) FOR CANINE ADRENOCORTICAL TUMORS WITH VASCULAR INVASION è stato accettato per pubblicazione sulla rivista Journal of Small Animal Practice. La ricerca condotta presso la Cittadina Fondazione evidenzia per la prima volta in Medicina Veterinaria che i tumori surrenali del cane, in particolare quando invadono la vena cava, possono essere trattati mediante radioterapia stereotassica in alternativa alla chirurgia tradizionale con rischio inferiore. La tecnica, adottata da alcuni anni a Romanengo e già presentata ai congressi EVDI 2013 Cascais, VCS 2013 Minneapolis, BSAVA 2014 Birmingham e ACVR 2014 Saint Louis, è descritta in questo lavoro che gli Editors di JSAP hanno così commentato: This interesting work about a difficult-to-treat condition is a novel piece of research that will add to the current veterinary oncology literature. It is exciting that these authors have seemingly identified a safe and effective means for managing adrenal tumors that are generally high risk surgical cases. L’abstract del lavoro è consultabile al nostro sito al link www.lacittadina.org, restando a disposizione per qualsiasi informazione in proposito: Tel 339/3516653 - [email protected] INFORMAZIONE SCIENTIFICA AL MEDICO VETERINARIO: UN QUESTIONARIO da www.anmvioggi.it 2 agosto 2016 Come è percepita oggi la figura dell’Informatore scientifico nelle strutture veterinarie? Quali sono le aree carenti dell’informazione scientifica e quelle più utili all’esercizio professionale? Fino al 30 settembre, ANMVI propone un questionario on line (http://sondaggi.anmvi.it/) per esplorare la percezione del Medico Veterinario nei confronti dell’informazione scientifica, partendo dal presupposto che questa rappresenti una opportunità di crescita professionale e di reciproca utilità per le aziende e per i Veterinari. Ai fini del questionario per 'informazione scientifica' ai Veterinari, ANMVI intende tutte le attività informative che il Medico Veterinario riceve dalle aziende del settore (farmaceutiche, mangimistiche, attrezzature) nella propria struttura veterinaria. La visita dell’Informatore scientifico, che è frequentemente un Collega, si qualifica per il suo elevato contenuto tecnicoprofessionale e si differenzia, in ragione del destinatario professionale, dall’informazione commerciale. Per il Veterinario, la visita dell’Informatore è un’importante occasione di conoscenza dei prodotti presenti sul mercato, inclusi quelli rivolti ai suoi clienti. Per l’Informatore, il colloquio con l’utilizzatore professionale è un momento fondamentale per conoscere l’impatto, l’efficacia o le criticità dei prodotti. La visita dell’Informatore è quindi un momento prezioso per lo scambio di conoscenze e di esperienze ad alto contenuto professionale, reciprocamente utili, per adattarsi ad un contesto sociale interessato da rapidi mutamenti nei comportamenti affettivi ed economici verso gli animali da compagnia. L’industria, di tutti settori, si adatta alle dinamiche del mercato facendosi anche portatrice di innovazione, tecnologie e nuove soluzioni ai bisogni professionali e degli animali in cura. Il questionario consta di 19 domande. Tempo medio stimato di compilazione: 3 minuti. Entro il 30 settembre. ENTEROPATIA CRONICA DEL CANE E STATUS IN VITAMINA D Da Settimana Veterinaria n.970/luglio 2016 Alcuni studi hanno dimostrato un legame tra carenza di vitamina D e gravità delle lesioni gastrointestinali nei cani con enteropatia cronica. L’obiettivo di questo studio (che comprende 41 cani) è quello di dimostrare il valore prognostico della determinazione della vitamina D. Per ogni singolo caso, è valutato inizialmente il livello di vitamina D mentre il decorso clinico è valutato mediante il punteggio CIBDAI (Canine inflammatory bowel disease activity index). La vitamina D è risultata significativamente più bassa al momento della diagnosi tra i cani morti o sottoposti a eutanasia a causa delle lesioni dell’apparato digerente (15 casi). Inoltre, l’età avanzata, un punteggio CIBAI elevato e un’ipoalbuminemia sono fattori progonstici peggiorativi. Un’integrazione sistematica di vitamina D potrebbe essere considerata preventivamente. PNEUMONECTOMIA IN CANI E GATTI: FUNZIONE RESPIRATORIA E SOPRAVVIVENZA Da Vet.journal 25 luglio 2016 Uno studio retrospettivo ha descritto le indicazioni e l’esito della pneumonectomia nel cane e nel gatto valutando la funzione respiratoria subito dopo la chirurgia rispetto ai cani sottoposti a lobectomia singola. Si includevano 16 cani e 7 gatti con patologia polmonare spontanea. Per confrontare la funzione respiratoria, si rivedevano anche le cartelle cliniche dei cani sottoposti a lobectomia singola mediante sternotomia mediana (n=15) o totacotomia intercostale (n=15). Si rivedevano 33 casi (16 cani, 7 gatti). La pneumonectomia veniva eseguita per patologie congenite (1 cane, 1 gatto), neoplastiche (8 cani, 1 gatto) e infettive (7 cani, 5 gatti). Si osservava polmonite ab ingestis postoperatoria in 2 cani; 15 cani su 16 (94%) e 6/7 gatti (86%) sopravvivevano fino alle dimissioni. Dopo la pneumonectomia, i cani presentavano una PaO2 (ossigeno 21%) postoperatoria significativamente superiore e un gradiente A-a postoperatorio inferiore, rispetto ai cani sottoposti a lobectomia singola. Il tempo di sopravvivenza per i cani variava da 2 giorni a 7 anni (mediana stimata = 1868 giorni) e per i gatti 1-585 giorni. La funzione respiratoria immediatamente dopo l’intervento era accettabile sia per i cani sia per i gatti e la maggior parte di essi aveva tempi di sopravvivenza protratti dopo l’intervento per una varietà di malattie polmonari, concludono gli autori. COME AFFRONTARE LA CACHESSIA E L’ANORESSIA DA CANCRO da Settimana Veterinaria N°968/luglio 2016 Sono due sindromi paraneoplastiche che si caratterizzano per la progressiva perdita di massa corporea (sia muscolare che grassa) con riduzione, anche consistente, di peso che può portare a gravi condizioni cliniche e alla morte del soggetto. La cachessia da cancro è in genere caratterizzata da una costante assunzione di cibo a cui, ciononostante, si associano perdita di peso e alterazioni. L’anoressia da cancro invece è la conseguenza di una scarsa assunzione di cibo (ad es. tumori a carico del cavo orale). La cachessia da cancro sembra abbia un’incidenza decisamente più bassa in oncologia veterinaria rispetto a quella umana, tuttavia specifici studi circa l’esatta eziologia e l’impatto prognostico non sono disponibili. Sebbene alla base di queste manifestazioni vi sia di sicuro la malattia oncologica (quindi trattando quest’ultima e ottenendo una remissione è plausibile il più delle volte che si possa anche invertire la perdita di peso), c’è anche da tenere in elevata considerazione che pazienti cachettici/anoressici sono a rischio di morte in presenza di effetti collaterali da chemioterapia e presentano rischi anestesiologici e post-operatori importanti qualora debbano essere sottoposti a terapia chirurgica. Pertanto è importante considerare e valutare in questi pazienti la somministrazione di alimenti mediante sonde (esofagea, gastrica, intestinale; soprattutto in pazienti anoressici) o discutere della qualità e quantità della dieta in corso di cachessia in modo da poter iniziare il percorso terapeutico nel breve periodo e con un paziente a minor rischio di complicanze. GUINZAGLIO E MUSERUOLA SENZA PREGIUDIZI DI RAZZA da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016 Vince il ricorso l’Associazione Earth: annullata l’ordinanza comunale n. 9, del 3 febbraio 2016, del dirigente III Dipartimento del Comune di Cave (Città metropolitana di Roma) limitatamente a quanto previsto al punto c), lettera b) che recita: "I proprietari e i detentori, anche temporanei, di cani di razza di cui all’elenco allegato all’Ordinanza del Ministero della Salute del 14/01/2008 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 23 del 28/01/2008), devono usare guinzaglio e museruola per i cani sia quando si trovano nei luoghi aperti al pubblico, sia quando si trovano nei locali pubblici o sui pubblici mezzi di trasporto". La ricorrente aveva lamentato "eccesso di potere, difetto di motivazione, nonché il contrasto con l’ordinanza del Ministero della Salute del 3 marzo 2009, prorogata con ordinanza del 3 agosto 2015, che modificando la precedente ordinanza ministeriale del 14 gennaio 2008, ha disposto che l’obbligo di adottare la museruola deve essere conseguente ad una valutazione caso per caso operata dai servizi veterinari della ASL". Il contrasto è anche con l’ordinanza del 22 marzo 2011, "nella quale il Ministero ha specificato che la pericolosità del cane deve essere valutata in concreto, ossia solo in casi conclamati di aggressività o altri indici di rischio". RICORSO FONDATO: Il TAR Lazio ha giudicato illegittima l’ordinanza comunale per aver previsto, "in maniera indiscriminata e astratta, l’obbligo di dotare di museruola i cani appartenenti alle razze di cui all’elenco allegato all’ordinanza del Ministero della Salute del 14 gennaio 2008". L’imposizione di tale obbligo "non trova una razionale giustificazione sulla scorta delle evidenze scientifiche, come risulta dagli studi sul tema prodotti dall’associazione ricorrente e dalla stessa decisione ministeriale di modificare l’originaria ordinanza del 14 gennaio 2008, adottando una nuova ordinanza in materia (del 3 marzo 2009), sul presupposto che l’iniziale previsione di obblighi estesi sulla base della razza di appartenenza non ha comunque ridotto gli episodi di aggressione; e che la letteratura scientifica veterinaria ha, al contrario, confermato che «non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane in base alla razza o ai suoi incroci»". LA BLACK LIST L’elenco delle razze a rischio di aggressività contemplava: American Bulldog; Cane da pastore di Charplanina; Cane da pastore dell’Anatolia; Cane da pastore dell’Asia centrale; Cane da pastore del Caucaso; Cane da Serra da Estreilla; Dogo Argentino; Fila brazileiro; Perro da canapo majoero; Perro da presa canario; Perro da presa Mallorquin; Pit bull; Pit bull mastiff; Pit bull terrier; Rafeiro do alentejo; Rottweiler; Tosa inu. Ai proprietari di queste razze, l’OM del 2008 -firmata dal Ministro Livia Turco - applicava l’obbligo di applicare il guinzaglio e la museruola "sia quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico sia quando si trovano nei locali pubblici o sui pubblici mezzi di trasporto". OGGI In base alla vigente ordinanza 3 agosto 2015, vale per tutti i cani - senza pregiudizio di razza - l’obbligo di utilizzare sempre e in ogni luogo il guinzaglio di una misura non superiore a mt. 1,50 per i cani condotti nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico - fatte salve le aree per cani individuate dai Comuni - e di avere sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo, nonché l’obbligo di affidare il proprio animale solo a persone in grado di gestirlo. Per quanto riguarda i cani morsicatori e con problemi di comportamento, i Servizi Veterinari delle ASL, nel caso in cui rilevino un rischio, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di eventuali interventi terapeutici comportamentali cui devono essere sottoposti i cani che richiedono una valutazione comportamentale in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e tengono un registro aggiornato di tali soggetti. I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico. VACCINI CORE, VACCINI NON CORE E VACCINI NON RACCOMANDATI da La Settimana Veterinaria - N°969/luglio 2016 Un vaccino “core” è un presidio immunizzante che ogni singolo cane o gatto in tutto il mondo dovrebbe ricevere, poiché protegge da patologie importanti che potrebbero essere letali, causando gravi danni all’animale fino anche alla morte, e associate a un elevato livello di morbilità. I vaccini “non core” sono invece quelli dovrebbero ricevere solo gli animali esposti a un particolare rischio dipendente dalle sue abitudini di vita e dall’epidemiologia di quella determinata patologia. Le linee guida Wsava (World small animal veterinary association, composta da oltre 10 associazioni scientifiche su 80 Paesi, per un totale di circa 158.000 veterinari operanti nel settore dei piccoli animali. Il compito di Wsava è quello di portare avanti un programma di educazione “globale” al fine di raggiungere i migliori livelli possibili nella professione veterinaria) elencano inoltre una serie di vaccini “non raccomandati”, che sono comunque prodotti e commercializzati, ma il cui uso è sconsigliato in quanto si tratta di vaccini per i quali manca un’evidenza scientifica solida per quel che riguarda l’efficacia o la reale utilità. I vaccini attualmente considerati core per i cani sono quelli per il cimurro (CDV, Canine distemper virus, Morbillivirus), l’epatite infettiva o (CAV, Canine Adenovirus tipo 2) e la gastroenterite virale (CPV, Canine Parvovirus tipo 2) nonché la rabbia ove necessario. Tra i vaccini non core per il cane vengono segnalati quelli per la leptospirosi, la parainfluenza, la bordetellosi (Bordetella bronchiseptica) e la malattia di Lyme (borreliosi). Come vaccino not recommended viene indicato quello per il Coronavirus. I vaccini core per il gatto sono: quello per la panleucopenia (FPV, Feline Parvovirus), per l’herpesvirosi (FHV, Feline Herpesvirus tipo 1), la calicivirosi (FCV, Feline Calicivirus) e, ove necessario, la rabbia. A questi si affiancano i non core per la FeLV (Feline Leukemia Virus), la clamidiosi (Chlamydia felis), la Bordetella bronchiseptica e la FIV (Feline immunodeficiency virus), quest’ultimo non presente nel nostro Paese, come anche non commercializzato in Italia è il vaccino contro la FIP (Feline infectious peritonitis), il quale non è comunque raccomandato. In ogni edizione delle News troverete un articolo in Inglese, una buona occasione per informarsi ripassando un pò la lingua SYSTEMATIC REVIEW OF THE PREVALENCE, RISK FACTORS, DIAGNOSIS AND MANAGEMENT OF MENISCAL INJURY IN DOGS da Journal of Small Animal Practice 18/03/16 OBJECTIVE: To systematically evaluate the evidence reporting the diagnosis and management of meniscal injury in dogs with cranial cruciate ligament failure. STUDY DESIGN: Systematic literature review. MATERIALS AND METHODS: Research questions relating to the accuracy of diagnostic techniques for meniscal injury and the effects of meniscal treatment were defined. An electronic database search of PubMed and CAB Abstracts was performed during March 2015. Data were extracted for study participants, design, intervention, outcome measures and results. Studies were evaluated using a validated instrument for assessing methodological quality and assigned a Quality Index score. A level of evidence was then assigned to each study. RESULTS: Eighty-nine studies were identified. The median Quality Index score was 14 out of a possible 26. Twenty-seven studies were prospective case series, 31 retrospective case series, 16 animal research and 15 cadaveric studies. There were no class I or class II studies, 27 class III and 62 class IV studies. CONCLUSIONS: Despite a large number of publications the quality of evidence was generally low. No one study or combination of studies provided high quality evidence to support one diagnostic or surgical intervention over another for meniscal injuries in dogs with cranial cruciate ligament failure. Continue reading full article: http://onlinelibrary.wiley.com/wol1/doi/10.1111/jsap.12462/full GRANDI ANIMALI GESTIONE DELLA VITELLAIA E RACCOMANDAZIONI SUI SUINI da AnmviOggi 1 agosto 2016 Doppio appuntamento alla Fiera del Bovino di Cremona. Giovedì 27 ottobre la SIVAR tratterà di gestione della vitellaia e aggiornamenti in suinicoltura. • Approccio pratico alle patologie della vitellaia: gestione sanitaria e management- L’obiettivo del convegno è quello di aggiornare i medici veterinari sulle problematiche inerenti il settore della vitellaia. Saranno appro fonditi gli aspetti gestionali e sanitari, in particolare le tecniche alimentari, gli aspetti infettivi e le tecniche diagnostiche. Relatori: Giovanni Filippini (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche), Mireille Meylan (Università di Berna), Eliana Schiavon (Istituto Zooprofilattico delle Venezie). Modera i lavori il consigliere SIVAR Luigino Tondello. • Aggiornamenti in suinicoltura "La nuova legislazione europea sul benessere suino": cosa ci si aspetta, dove e come è stata applicata". L'evento tratta delle recenti raccomandazioni della Commissione Europea sul benessere animale relative al settore suinicolo, in particolare in merito alla sospensione del taglio della coda e dell’arricchimento ambientale. Sarà l'occasione per comprendere come in Germania alcuni lander abbiano già applicato le linee guida e come si siano adattati alla nuova situazione, trasferendo per quanto possibile la loro esperienza alla realtà italiana prima del recepimento ufficiale nazionale. Relatori Homas Blaha (Presidente della German Veterinary Association for Animal Welfare), Enrico Giacomini (Izsler) e Rudi Milani ( Società Agricola Agriemme, Treviso). Modera i lavori il consigliere SIVAR Roberto Bardini. Programma e scheda di iscrizione: http://cms.sivarnet.it/files/10954.pdf Sede degli eventi scientifici: Cremona Fiere, in occasione della 71° Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona (www.bovinodalatte.it). Termine ultimo per la preiscrizione: 20 Ottobre 2016. Ingresso gratuito: i Veterinari che partecipano agli eventi organizzati dalla SIVAR possono accedere gratuitamente alla Fiera di Cremona (come fare: http://cms.sivarnet.it/it/eventi/11900) BENESSERE AL TRASPORTO, LA FASE CRITICA DEI PUNTI DI USCITA da Notizie ANMVI 29/07/16 Visti gli alti rischi connessi alle esportazioni di animali vivi e il persistere di irregolarità alle disposizioni del Regolamento 1/2005, la Commissione Europea ha trasmesso agli Stati Membri un documento di raccomandazioni. Una sintesi "di cortesia" in lingua italiana: è allegata a una circolare ministeriale (17508 del 21/07/16) inviata a tutti gli operatori del trasporto animale (Servizi Veterinari, PIF, UVAC, produttori e trasportatori) che riporta le raccomandazioni della Commissione Europea agli Stati Membri per una piena e corretta applicazione del Regolamento sul benessere degli animali trasportati. Negli ultimi tempi la questione della corretta osservanza del Regolamento 1/2005 è diventata sempre più complessa e critica in concomitanza di diversi fattori quali l'aumento delle esportazioni di animali vivi verso molti Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente - in cui l'Italia rappresenta il luogo di origine del trasporto via terra, o il luogo di transito- e la comparsa dell'epidemia di dermatite nodulare contagiosa (lumpy skin disease), che ha comportato la sospensione di un importante posto di controllo ad Haskovo in Bulgaria, ultimo punto di uscita della tratta balcanica verso i paesi terzi. Le raccomandazioni della Commissione includono un focus particolare sul benessere degli animali trasportati verso la Turchia. La nota ministeriale spiega che fino a quando la situazione epidemiologica, che aggrava notevolmente i problemi connessi al rispetto delle norme, non consentirà la sospensione da parte delle autorità turche del posto di controllo in Bulgaria "sarebbe opportuno programmare le spedizioni prendendo in considerazione tratte alternative a quella balcanica- osserva il Ministero - anche in considerazione del fatto che le autorità bulgare potranno procedere all'abbattimento, a spese degli operatori, degli animali respinti alla dogana turca, oppure prendere in considerazione la momentanea sospensione delle spedizioni stesse". Il Ministero quindi rimarca l'importanza dell'attuazione delle raccomandazioni della Commissione relative alle verifiche prima della partenza sulla corretta pianificazione dell'intera durata del viaggio, sul rispetto dei limiti di temperatura imposti dal Regolamento per i lunghi viaggi, sulla fornitura di cibo, acqua e lettiera, sulla densità di carico, sull'appropriatezza dei piani di emergenza per i lunghi viaggi e sulla conformità dei mezzi di trasporto. In caso di irregolarità, l'autorità competente impone alla persona responsabile degli animali di intraprendere tutte le azioni necessarie alla salvaguardia del loro benessere che- a seconda delle circostanze- possono contemplare anche lo scarico degli animali e la loro sistemazione e cura fino alla risoluzione del problema; è possibile anche che sia disposta la restituzione al punto di partenza per la via più diretta e come ultima risorsa l'abbattimento o l'eutanasia. Ai punti di uscita (PIF) i veterinari ufficiali controllano che gli animali siano correttamente trasportati, dotandosi -o avendo la possibilità di utilizzo -di strutture adeguate, nel breve raggio, non solo per lo scarico di animali in situazioni di emergenza, ma anche per consentire la programmazione e la gestione appropriata dei trasporti prima dell'uscita dal territorio nazionale, specie quando i flussi di animali assumono una connotazione quantitativamente rilevante e hanno origine da altri Stati Membri. Si rende dunque indispensabile- rileva la nota ministeriale - avere il supporto logistico di un luogo di riposo e di trasferimento che può essere identificato anche in un posto autorizzato ai sensi del Regolamento 1255/97 di primo arrivo dei veicoli che trasportano animali verso Paesi Terzi, situato in un raggio massimo di due ore dal punto di uscita, lungo il percorso in itinere, che garantisca l'arrivo al punto di uscita in condizioni ottimali di benessere per affrontare la restante parte del viaggio fuori dalla Ue. Un confronto con gli operatori interessati ad esportare animali vivi ha fatto emergere la disponibilità a potenziare le strutture presso i punti di uscita, o nelle immediate vicinanze, che possano soddisfare i requisiti richiesti dalla normativa- conclude la direzione generale. PROGRAMMANDO IL PESO DELLA SCROFETTA MIGLIORANO LE PERFORMANCE PRODUTTIVE E RIPRODUTTIVE da La Settimana Veterinaria n 969/luglio 2016 I ricercatori dell’Università del Minnesota hanno condotto uno studio per verificare l’impatto del peso e dello stato corporeo delle scrofette a fine gestazione sulla successiva carriera riproduttiva. I risultati sono risultati incoraggianti e la gestione del peso di tali giovani animali ancora in accrescimento, ma già produttivi, potrebbe essere un ulteriore elemento manageriale da valutare. Longevità, la chiave del reddito: Una scrofa longeva è più produttiva di una scrofa riformata al primo o al secondo parto: aumentare la longevità delle scrofe potrebbe quindi essere possibile se si investe nella gestione della scrofetta. Le moderne scrofe, divenute iper-prolifiche grazie alla selezione genetica, sono al contempo divenute “iper-esigenti” in termini di nutrienti, soprattutto nell’ultima fase di gestazione, quando l’accrescimento fetale è massimo ed è necessario un aumento dell’accumulo dei grassi corporei di riserva, al fine di sostenere la successiva lattazione. Nella parte terminale della gestazione e della lattazione è tuttavia difficile che la scrofa e la scrofetta assumano sufficienti nutrienti rispetto ai requisiti, con la conseguente mobilizzazione non solo di grasso, ma anche di muscolo. Se da un lato si suggerisce di far giungere le scrofette al parto con un peso non inferiore ai 180 kg, per ridurre le eventuali perdite muscolari, dall’altro è noto che, se il peso è eccessivo, si possono avere problemi podali che portano a riforme precoci. Tuttavia, l’eccessiva perdita di peso corporeo e di grasso dorsale, unitamente alla perdita di proteine dal muscolo durante la gestazione, è stata associata alla diminuzione delle performance della nidiata e alla perdita di efficienza riproduttiva. Non sono presenti numerosi dati in letteratura sull’effetto del peso al parto delle scrofette e la successiva longevità riproduttiva. Una ricerca che correla il peso al primo parto e i successivi 6 parti: Ricercatori dell’Università del Minnesota hanno quindi voluto verificare quale fosse il peso ideale delle scrofette al parto alla luce della futura carriera riproduttiva. A tale scopo hanno utilizzato un database contenente 2.404 registrazioni di parto appartenenti a 584 scrofe che hanno partorito tra il 2009 e il 2012. La genetica era Large White x Danish Landrance. Le scrofe sono state divise in 6 gruppi in base al peso ai 109 giorni di gestazione (190, 200, 210, 220, 230 e 240 kg). Le diete sono state in base all’Nrc 1998 e le scrofe sono state mantenute in gabbia per i primi 35 giorni e, se gravide, spostate in stalletti multipli di 60 scrofe sino al 109° giorno. Le scrofe sono state pesate al giorno 109 di gestazione. Lo svezzamento è stato effettuato a 18 giorni, e i suinetti sono stati pesati ai giorni 0 e 18. Durante la fase sottoscrofa non è stato fornito alcun alimento solido. Tale ricerca ha voluto correlare il peso al primo parto delle scrofette (109 giorni di gestazione) con i successivi 6 parti. È noto come la diminuzione di ingestione durante la lattazione sia in grado di aumentare le perdite di peso corporeo, diminuire il latte e la crescita della nidiata. Nel presente studio l’ingestione giornaliera delle scrofe in lattazione è diminuita in modo lineare con l’aumento del peso in gestazione delle scrofette. Un altro dato messo in evidenza dallo studio è stato come l’aumento del peso corporeo ai 109 giorni sia correlato con un aumento della perdita di peso corporeo durante la lattazione. Questo potrebbe essere legato a una minore assunzione in lattazione come conseguenza dell’aumento del peso delle scrofette al primo parto (più erano pesanti preparto e meno mangiavano in lattazione). Non sono state rilevate invece differenze nella lunghezza del periodo svezzamento/estro in relazione al peso. In merito al grasso dorsale, la perdita durante la lattazione è aumentata in modo lineare con l’aumento del peso delle scrofette a 109 giorni nel primo parto, mentre esso è diminuito durante la quarta e sesta lattazione, se le scrofette erano progressivamente più pesanti. Il peso corporeo delle scrofette e delle scrofe dipende da fattori genetici e nutrizionali. Se la genetica rimane una variabile poco controllabile in allevamento, poiché le moderne scrofe sono programmate per produrre meno grasso e più carne, molto è possibile fare dal punto di vista alimentare. I dati di questo studio forniscono uno spunto interessante, ovvero la possibilità di ottimizzare le performance produttive e riproduttive in funzione dell’ordine di parto programmando il peso della scrofetta a fine gestazione e nelle gestazioni successive. IL VETERINARIO AZIENDALE NON È UN’OPINIONE da 30Giorni/giugno 2016 Il veterinario aziendale è un libero professionista che instaura un contratto d’opera intellettuale - remunerato - con l’allevatore, il quale altrettanto liberamente sceglie di avvalersi di quel dato professionista e non di un altro. Non è una opinione questa, ma è il nostro Codice Civile. Il contratto d’opera intellettuale si esaurisce ogni volta a prestazione realizzata, per potersi poi rinnovare se le parti lo vorranno ancora. Essendo un libero professionista, il veterinario aziendale non ha vincolo di subordinazione: autodetermina, con la responsabilità della propria competenza, la prestazione da eseguire (ad esempio la terapia da intraprendere a seguito di una diagnosi). Essendo un iscritto all’Albo, egli ha il dovere dell’indipendenza intellettuale e dell’assenza di conflitto di interessi, un dovere amplificato dall’obiettivo della sicurezza alimentare. L’autonomia professionale del veterinario aziendale, esclusivamente tesa alla sanità e al benessere dei capi dell’azienda zootecnica in cui egli opera, non può essere inquinata da interessi estranei. Ecco perché il veterinario aziendale non può contemporaneamente svolgere attività continuativa a favore di imprese (cioè organizzazioni economiche) fornitrici del medesimo allevamento che è stato affidato alle sue cure (ad esempio aziende farmaceutiche). Questo conflitto di interessi non deve verificarsi nemmeno quando il veterinario aziendale presta “consulenze di condizionalità”, quelle consulenze finalizzate a porre l’azienda zootecnica nelle condizioni di soddisfare i requisiti di salute e benessere animale prescritti dai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) che danno accesso ai finanziamenti europei della Pac. Ecco perchè il veterinario aziendale, quando assume il ruolo di “consulente aziendale”, non può essere né collaboratore né tantomeno dipendente di organismi (centri di assistenza agricola) il cui compito è quello di istruire, per conto del medesimo allevamento, le pratiche di accesso ai fondi Pac/Psr. L’Unione Europea esige “separatezza”, pretende, prima di sborsare i fondi (in Italia attraverso Agea), che chi li chiede non sia lo stesso soggetto che doveva creare la condizione (condizionalità) per ottenerli. Anche questa non è una nostra opinione, ma è la legge. Quando obiettammo che la bozza di decreto sul veterinario aziendale non poteva far ricadere quest’ultimo sotto il vincolo di qualsivoglia organizzazione agricola dicevamo quello che il ministero delle Politiche Agricole ha messo nero su bianco nella circolare del 16 giugno scorso. Dopo il decreto di febbraio che ha ridisegnato il sistema delle consulenze aziendali, il capo Dipartimento per lo Sviluppo Rurale, Giuseppe Blasi, ha scritto l’ultima parola sulle incompatibilità. Crediamo che siano caduti tutti gli ostacoli che hanno impedito di riaprire una negoziazione del decreto sul veterinario aziendale. E di riproporlo al Paese esattamente come l’abbiamo immaginato insieme al ministero della Salute. Gaetano Penocchio (Presidente FNOVI) OBBLIGO DI 'SCARICO' DALLA BDN DI OVI-CAPRINI INVIATI ALLA MACELLAZIONE Da www.anmvioggi.it 29 luglio 2016 L'obbligo di 'scarico' riguarda tutti i capi identificati elettronicamente. La procedura si applica anche alle partite con "identificazione semplificata". L'Ordinanza 28 maggio 2015 ha previsto l'obbligo di registrazione individuale nella Banca Dati Nazionale dell’anagrafe zootecnica di tutti i capi identificati elettronicamente. Per la corretta osservanza di questo obbligo "risulta essenziale che i titolari degli stabilimenti di macellazione, o loro delegati, procedano allo “scarico” individuale di tutti gli animali della specie ovina e caprina avviati alla macellazione dotati di un identificativo elettronico e già registrati in BDN". Lo ribadisce la Direzione Generale della Sanità Animale del Ministero della Salute, precisando che nella procedura vanno ricompresi sia "gli animali nati prima del 31 dicembre 2009 che, per diversi motivi, sono stati identificati elettronicamente", sia gli animali nati prima di quella data, "che, seppure privi di identificativo elettronico, risultano registrati in Banca Dati Nazionale". Contemporaneamente, la nota ministeriale "evidenzia la necessità di continuare ad effettuare lo “scarico” per partita per gli animali avviati alla macellazione con la cosiddetta “identificazione semplificata”. CATELICIDINA NEL LATTE PER L’IDENTIFICAZIONE DELLA MASTITE OVINA Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016 La mastite dovuta a infezioni intramammarie è una delle patologie più dannose per l’allevamento ovino da latte e costituisce una causa importante di ridotta produzione lattea e perdita di qualità. In particolare, l’identificazione e il controllo delle mastiti subcliniche costituiscono un significativo problema e la disponibilità di strumenti che ne consentano un’identificazione puntuale, sensibile e specifica è quindi cruciale. È stato in precedenza dimostrato che le catelicidine, piccole proteine implicate nella difesa immunitaria innata dell’ospite, vengono rilasciate specificamente nel latte degli animali affetti da mastite sia dalle cellule epiteliali sia dai neutrofili. Uno studio degli stessi autori ora descrive lo sviluppo di un test ELISA per l’identificazione della catelicidina nel latte e ne valuta il valore rispetto alla conta delle cellule somatiche (SCC) e alla coltura batteriologica nell’identificazione della mastite ovina. La valutazione del test ELISA veniva effettuata su 705 campioni di latte di emimammella da tre greggi ovini arruolati in un progetto per il miglioramento della salute mammaria. Si identificava la catelicidina nel 35,3% dei campioni di latte (249/705) e il suo valore aumentava all’aumentare dei valori di SCC. I gruppi di campioni catelicidina-negativi (n = 456) e catelicidina-positivi (n = 249) mostravano una netta distinzione in relazione alla SCC, con valori mediani rispettivamente di 149.500 e 3.300.000 cell/mL. Alla batteriocoltura, il 20,6% (145/705) dei campioni di latte mostrava una crescita microbica, e gli stafilococchi coagulasi-negativi erano in assoluto il reperto più frequente. Una proporzione significativa di tutti i campioni di latte batteriologicamente positivi era positiva per la catelicidina (110/145, 75,9%). Data la mancanza di un gold standard affidabile per definire il vero stato patologico, la sensibilità (Se) e la specificità (Sp) dell’ELISA per la catelicidina venivano valutate mediante analisi delle classi latenti rispetto a due soglie SCC e rispetto ai risultati della coltura batteriologica. A una soglia SCC di 500.000 cell/mL, Se e Sp erano rispettivamente del 92,3 e 92,3% per l’ELISA, 89,0 e 94,9% per la SCC e 39,4 e 93,6% per la batteriocoltura. A una soglia SCC di 1 milione di cell/mL, Se e Sp erano rispettivamente del 93,3 e 91,9% per l’ELISA, 80,0 e 97,1% per la SCC e 39,4 e 93,5% per la batteriologia. In base ai risultati dello studio, la determinazione della catelicidina nel latte mediante ELISA può fornire una Se aggiuntiva mantenendo una Sp elevata e può quindi migliorare l’identificazione della mastite subclinica. STUDIO USA: CREARE UN PANCREAS UMANO IN UN MAIALE! da www.sanit.org 03/08/16 La sperimentazione per cercare di far crescere organi umani all’interno del corpo di maiali è stata già avviata: l’Università della California ha come obbiettivo la creazione di un pancreas umano per sopperire alla scarsità di organi per trapianti, quindi faranno crescere embrioni “chimera”, metà umani e metà suini, iniettando cellule staminali umane all’interno di alcune scrofe selezionate. L’embrione sarà fatto sviluppare per 28 giorni prima dell’interruzione della gravidanza per analizzare gli organi e verificare la validità dello studio. Ovviamente questa sperimentazione presenta preoccupazioni di natura etica: le cellule staminali potrebbero, infatti trasmigrare in altre parti del suino, ad esempio nel cervello e non è quindi possibile sapere cosa potrebbe succedere: «E’ molto improbabile che questo accada. Pensiamo che ci siano probabilità molto basse che questo accada, ma stiamo studiando la cosa», ha spiegato Pablo Ross, biologo che guida la ricerca, alla BBC. Il test è stato diviso in due fasi: nella prima verrà modificato il Dna del suino attraverso un procedimento chiamato CRISPR, in modo che l’embrione sia formato da cellule sia animali che umane. Nella seconda fase si procederà alla rimozione del Dna del suino per poter sviluppare un pancreas composto esclusivamente da cellule umane. UN’APP PER CHI SI OCCUPA DI CAVALLI Da Professione Veterinaria n. 27/luglio 2016 EquibioSafe è una App con consigli veterinari affidabili per il controllo delle malattie del cavallo. Gratuita e progettata da veterinari, è stata realizzata da Horserace Betting Levy Board (HBLB) e lanciata con il supporto della BEVA (British Equine Veterinary Association). L’applicazione - disponibile per Iphone e IPad - si basa sui Codes of Practice. Una versione Android sarà disponibile a breve. SUINI: VACCINAZIONE INTRADERMICA, SENZA AGO, A FAVORE DEL BENESSERE ANIMALE Da La Settimana Veterinaria N°970/luglio 2016 La vaccinazione, insieme alla biosicurezza, è uno strumento indispensabile per ridurre l’incidenza e la gravità delle malattie infettive e preservare il benessere degli animali. È tuttavia risaputo che il momento della vaccinazione è stressante per il soggetto vaccinato, sia per la manipolazione, sia per gli effetti secondari. Come ha spiegato André Blanchaert, veterinario di MSD Animal Health, la vaccinazione intradermica senza ago (ID needle-less) può portare vantaggi all’animale: meno dolore, minore depressione, minore rischio di indurre sensibili cali di assunzione di alimento. La vaccinazione per via intradermica avviene tramite uno strumento elettronico che esercita una pressione di inoculo adeguata, tale da garantire al vaccino liquido di depositarsi nello spessore del derma; induce, a volumi inferiori, una risposta immunitaria umorale e cellulo-mediata comparabile o superiore a quella indotta dalla somministrazione per via intramuscolare. Questo tipo di vaccinazione, utilizzato inizialmente per vaccini virali vivi, lo è ora anche per i vaccini spenti e non solo virali, preparati appositamente. Ente Nazionale Previdenza Assistenza Veterinari CASSE PROFESSIONALI, CONTRIBUTI SU DEL 24% IN 11 ANNI da www.ilsole24ore.com 20/07/16 Il contributo soggettivo previdenziale a carico dei professionisti iscritti alle Casse è aumentato in media del 24% in 11 anni, passando dal classico 10%, applicato nel 2004 e in precedenza per molti anni da quasi tutti gli enti, al 12,5% medio da utilizzare sui redditi percepiti nel 2015. Per il contributo integrativo è andata peggio, perché l’incremento del classico 2%, applicato nel 2004 da quasi tutte le Casse, è salito in media al 3,4%, un incremento quindi del 60%, che però è a carico dei clienti dei professionisti, perché calcolato sul volume d’affari e addebitato nelle singole fatture. Casse di previdenza L’incremento maggiore del contributo soggettivo, cioè quello sul reddito, spetta agli iscritti alla Cassa dei ragionieri, per i quali è aumentato del 50% passando dall’8% del 2004 al 12%. In valore assoluto, però, l’aumento maggiore è quello di Inarcassa (architetti e ingegneri), dal 10% al 14,5%. Per il futuro l’aliquota soggettiva più elevata riguarderà i veterinari, che nel 2025 dovranno pagare il 19%. La seconda più elevata spetterà ai periti industriali, che arriveranno al 18% nel 2019. L’aliquota del 15%, invece, dovrà essere pagata dagli infermieri professionisti dal 2016, dai biologi nel 2017, dai ragionieri nel 2018 e dagli avvocati nel 2021. Gestione separata Percentuali comunque più basse rispetto a quelle pagate dai professionisti non iscritti alle Casse, perché svolgono attività di lavoro autonomo per le quali non è stata istituita una cassa di previdenza. Per questi professionisti c’è l’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps la cui aliquota contributiva dovuta dai lavoratori autonomi, titolari di partita Iva, che «non risultino iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria, né pensionati», è del 27% (per i non titolari di partita Iva, come gli amministratori-co.co.co. e i venditori porta a porta, è del 31% per il 2016 e sarà del 33% per il 2018), al quale va sommato lo 0,72%, per il finanziamento degli oneri connessi con la tutela della maternità, assegni familiari, malattia, ecc. (articolo 59, comma 16 della legge 449/1997). La percentuale base del 27% salirà al 29% nel 2017 e al 33% a decorrere dal 2018. Quindi, dal 2018 in poi, l’aliquota piena sarà del 33,72% per tutti i lavoratori autonomi, privi di altra gestione di previdenza obbligatoria, né pensionati (sia con partita Iva, sia se amministratori-co.co.co. o venditori porta a porta). Nel 2005 queste percentuali erano del 18% fino a 38.641 euro di reddito e del 19% fino a 84.049 euro. Aliquote Inps artigiani e commercianti Per gli artigiani e i commercianti, a seguito dell’aumento annuale delle aliquote Inps, previsto dall’articolo 24, comma 22, del decreto legge 201/2011, le percentuali contributive sono arrivate, per il 2015, rispettivamente al 23,65% e 23,74% per i redditi all’interno della seconda fascia, cioè da 46.124 euro a 100.324 euro (a 76.872 euro se iscritti prima del 1996) e al 22,65% e 22,74% per i redditi della fascia inferiore. È previsto un aumento annuale dello 0,45%, fino ad arrivare al 25% dal 2018 in poi per la seconda fascia (24,10% per gli artigiani e 24,19% per i commercianti per il 2016, 24,55% e 24,64% per il 2017) e al 24% per la prima fascia di reddito. DOVE VA LA CASSA CHE LEI PRESIEDE? INTERVISTA AL PRESIDENTE MANCUSO da www.adepp.info “Noi, gli amministratori del mio Ente siamo entrati nel quinto e ultimo anno del mandato e quindi questo è l’anno di bilanci. Direi che, avendo fatto il compitino più importante che ci è stato attribuito dall’allora ministro Fornero cioè garantire la sostenibilità a 50 anni , il nostro lavoro si sta spostando sulla manutenzione delle norme interne che regolano la previdenza pura e che entro l’anno finiremo, ci stiamo inoltre attrezzando sempre di più per essere ente erogatore di servizi e per non essere auto refenziali ci siamo certificati, facciamo un lavoro con la qualità che prosegue e che mi piacerebbe che continuasse nel mandato successivo, tutto anche nell’ottica di far percepire al collega iscritto che la Cassa c’è, è un’amica e che può erogare servizi. Dal punto di vista poi etico, in esame c’è il nostro regime, un sistema retributivo spurio che tenderà nel lungo termine al contributivo. I colleghi che sono andati in pensione un anno fa con questo sistema molto generoso stanno ricevendo molto di più di quello che hanno versato, considerando le medie di vita, quelli della mia generazione che andranno in pensione tra poco avranno ancora quella generosità ma non sarà così per il collega che si scrive nel 2016 e che andrà in pensione nel 2056 e successivi anni. Noi ce ne stiamo occupando e dovrà farlo anche chi subentrerà. Usando lo strumento dei bilanci tecnici attuariali che facciamo ogni tre anni e che ci dicono se stiamo andando nella direzione giusta o se siamo lunghi o corti rispetto alle aspettative generali, dobbiamo garantire che se il collega giovane ha messo 1 deve prendere 1 e quella piccola o grande generosità che gli altri hanno ricevuto sarà data loro sotto forma di servizi. Cerchiamo di restituire con più servizi quello che con la Previdenza non potremmo dare”. Restando ligi comunque a quanto appunto stabilito dalla ex Ministra Fornero e ad una serie di norme che vi piovono addosso ogni anno e che richiedono impegno? “Una parte consistente delle nostre energie se ne va nel gestire le norme dettate da un socio che è lo Stato che non è più occulto ma apparente, che seduto accanto a noi sotto varie forme ci impone una serie di cose che sono assurde per un mondo che è sicuramente virtuoso soprattutto se paragonato all’unico grande Ente previdenziale statale che è l’Inps, che soffre di una crisi pazzesca, che è tecnicamente fallito e che per tenersi in piedi nel futuro dovrà fare uso della fiscalità generale, pena annullare le pensioni a chi se le aspetta”. I VETERINARI ISCRITTI ALL'ENPAV E TITOLARI DI BORSE DI STUDIO PER LA FREQUENZA DI CORSI DI DOTTORATO DI RICERCA POSSONO CANCELLARSI? da www.enpav.it L'esercizio della facoltà di rinuncia all'iscrizione dall'ENPAV è subordinato al possesso di determinati requisiti previsti dalla legge e dal Regolamento di Attuazione allo Statuto. In particolare, il richiedente deve svolgere esclusivamente attività di lavoro dipendente o autonomo, per tale intendendosi quello non attinente la professione veterinaria, ed essere iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria. Nei casi di Veterinari, percettori di borse di studio, per la partecipazione ai corsi di dottorato di ricerca, si è in presenza di professionisti che hanno scelto di iscriversi all'Albo professionale e conseguentemente sono iscritti alla propria Cassa previdenziale della Categoria. Questi ultimi, inoltre, esercitano attività che rientra nell'oggetto della professionale, non in virtù di un rapporto di lavoro dipendente con l'Università, ma in ragione di un rapporto assimilabile ad una collaborazione coordinata e continuativa (in tal senso si è espressa anche l'INPS con circolare n.101 del 5 maggio 1999). Considerato dunque l'insieme degli elementi sopra descritti e tenuto conto che, nei casi di svolgimento di attività professionale sotto forma di collaborazione coordinata persiste l'obbligo dell'iscrizione e contribuzione all'ENPAV come precisato anche dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale con parere reso in data 21 novembre 2001, prot. n. 9PP/81484/VET-Q-3, i Medici Veterinari titolari di borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca sono obbligatoriamente iscritti dall'ENPAV e sono tenuti, altresì, a dichiarare nel Modello 1 annuale l'ammontare dei compensi percepiti per lo svolgimento dell'attività professionale. ALIMENTI ATTI CORSO ECM IL SISTEMA DEI CONTROLLI IN SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE da Settimanale della Veterinaria Preventiva nr. 22/31.07.16 Sono disponibili a tutti gli atti del corso ecm "Il sistema dei controlli in sanita’ pubblica veterinaria e sicurezza alimentare: l’applicazione dei principi di flessibilita’ nelle piccole produzioni locali" che si è tenuto a Pescara il 10/11 giugno 2016. Il corso è stato organizzato in collaborazione da SIMeVeP Umbria e SIMeVeP Abruzzo per fornire conoscenze avanzate relative alle possibilità offerte dal "pacchetto igiene" per l’applicazione della flessibilità nelle piccole strutture zootecniche che praticano ancora un allevamento estensivo, nelle microimprese, negli stabilimenti ubicati in aree soggette a particolari vincoli geografici, nella produzione di prodotti tradizionali e nell’uso di metodi tradizionali, in modo da facilitare l’uso di buone pratiche per il controllo ufficiale in caso di applicazione di misure di flessibilità, inclusa la documentazione negli stabilimenti. Gli atti sono pubblicati nell'apposita sezione del sito: www.veterinariapreventiva.it/eventi-ecm-archivio.html SALMONELLA. PUBBLICATA LA REVISIONE DELLA PROCEDURA DI PROVA PDP BAT 166 Da IZSVe Newsletter del 24 agosto 2016 È stata pubblicata la revisione della procedura di prova PDP BAT 166 “Identificazione di ceppi di Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium e variante monofasica di S. Typhimurium S. 4,[5],12:i:-“. Il documento è disponibile alla pagina: Temi > Malattie e patogeni > Salmonella > Procedure di prova: www.izsvenezie.it/temi/malattiepatogeni/salmonella/procedure-di-prova VARIE DA FIAT UNA PROMOZIONE SPECIALE DEDICATA AI MEDICI VETERINARI da Notizie Anmvi 25 luglio 2016 Fino al 30 settembre 2016 presso i concessionari FIAT è attiva una offerta commerciale esclusiva per i Veterinari Italiani. Per la prima volta, il Gruppo FCA lancia una offerta commerciale esclusiva per i Medici Veterinari Italiani. L’offerta prevede un extra sconto di 500 euro sull’acquisto di una vettura FIAT 500L (modello 500L Urban, 500L Trekking oppure 500 Living). Il Veterinario potrà presentarsi in una concessionaria FIAT e usufruire dell’extra sconto semplicemente esibendo la tessera d’iscrizione all’Ordine. Si tratta di una promozione rivolta a tutti i Medici Veterinari siano liberi professionisti o dipendenti pubblici, qualsiasi sia il settore professionale d'esercizio. Lo sconto di 500 euro si applica sulle migliori condizioni ottenibili presso i concessionari FIAT. La promozione rivolta ai Veterinari nasce da una collaborazione tra il Gruppo FCA e Frontline®: i Medici Veterinari che acquisteranno una FIAT 500L in qualsiasi versione, oltre allo sconto riceveranno anche il ‘Dog kit’ Frontline® in omaggio. Si tratta di un set di accessori pensato dal Gruppo FCA per il comfort degli animali in viaggio. www.anmvioggi.it/images/circolari_e_delibere_2014/LEAFLET_FCA_FRONTLINE_Dog_on_board.pdf IL BENESSERE DELLE GALLINE OVAIOLE IN ALLEVAMENTO INTERVISTA A LEONARDO VINCO DELL’IZSLER da Newsletter FNOVI n. 29/10.08.2016 A tutela del benessere delle galline ovaiole è in vigore una normativa specifica incentrata soprattutto sul concetto di gabbia: quella tradizionale di ridotte dimensione e priva di arricchimento ambientale, è attualmente sostituita da una gabbia che rispetta le esigenze minime etologiche, ad esempio un nido dove deporre le uova e una lettiera dove razzolare. Le ricerche realizzate a partire dagli anni 80 sugli arricchimenti ambientali e sulle dimensioni delle gabbie hanno consentito un miglioramento delle condizioni di vita delle ovaiole. Assistiamo oggi ad un ulteriore passo in avanti, dettato soprattutto dalle esigenze dei consumatori orientate verso l'acquisto di uova da galline allevate a terra. Quali le conseguenze di questi cambiamenti? Tutti i dettagli nell'intervista al Dr Leonardo Vinco del Centro di referenza benessere animale IZS Lombardia ed Emilia Romagna; x vedere il video: www.fnovi.it/content/il-benessere-delle-galline-ovaiole-allevamento-intervista-al-leonardo-vinco-dellizsler ZIKA: IN USA I TEST SULL'UOMO PER UN VACCINO PREVENTIVO da www.federfarma.it 06/08/16 Partono negli Stati Uniti i test sull'uomo di un vaccino preventivo sperimentale contro l'infezione da virus Zika. La sperimentazione è condotta dal National Institute of allergy and infectious deseases, parte del National Institutes of health (Nih). La prima fase dello studio valuterà la sicurezza del vaccino sperimentale e la sua capacità di generare una risposta immunitaria nell'uomo. Almeno 80 volontari sani, tra 18 e 35 anni, parteciperanno alla sperimentazione in tre centri statunitensi. Il vaccino sperimentale è stato sviluppato dai ricercatori Usa all'inizio del 2016 ed ha già ottenuto risultati incoraggianti nei test su animali. Attualmente, l'infezione da virus Zika è presente in oltre 50 Paesi e negli Stati Uniti si registrano oltre 6.400 casi. L'infezione è pericolosa nelle donne incinte, perché può causare microcefalia nei neonati ed altri gravi difetti fetali al cervello e ad altri organi. Al momento non esistono vaccini o terapie specifiche. Intanto in Europa i paesi dove è diffusa la zanzara che può diffondere malattie, come dengue e Zika, sono otto: oltre all'Italia, ci sono anche Austria, Bosnia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Spagna e Turchia. E' quanto segnala l'ultima mappa del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). N.B.: L’Ordine declina ogni responsabilità sulla precisione delle informazioni contenute in questo servizio di rassegna stampa, messo a disposizione dei propri iscritti. Inoltre si evidenzia che le notizie che compongono le News sono per ovvi motivi sintetiche; per approfondimenti si rimanda alle fonti degli articoli. Mantova, 25 agosto 2016 Prot.: 448/16