La semplicità della vita quotidiana nel Sud arcaico e primitivo

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La semplicità della vita quotidiana nel Sud arcaico e primitivo
La semplicità della vita quotidiana nel
“Sud arcaico e primitivo”
Matilde Romito verso nuovi colori
Nel quotidiano, la vita a contatto con la natura fu la griglia di base su cui gli stranieri, di volta in volta,
rappresentano il proprio mondo sentimentale e culturale: appare subito che la gente affacciata ai balconi avrà
un ruolo determinante, caratterizzando le stoffe create a Positano da Irene Kowaliska, evidentemente quale
particolare di quella vita semplice che affascinava i tedeschi nel Sud Italia. Antonello Cuccu osserva come sia
già presente il tema della figura alla finestra che -facendo parte delle “novità mediterranee”- sarà più volte e in
diverse tecniche ripreso da quest’artista. La gente è quella della vita quotidiana. Le donne che attingono l’acqua
alla fontana, le donne portatrici d’acqua, con le brocche sulla testa, costituiscono uno dei motivi più significativi
dell’immaginario del “Sud arcaico e primitivo”: è il mito dell’acqua e al tempo stesso il rapporto, forse il più
importante, con la natura e il vivere quotidiano. L’immagine è ancora una volta antica: sono le arcaiche
canefore o le Cariatidi dell’Eretteo a rivivere nei gruppi di donne con delle brocche sulla testa il cui passaggio
rappresenta per Paul Klee, a Positano nel 1902, uno spettacolo degno di essere immortalato con fotografie.
L’impressione era stata già molto forte in Gregorovius, a Capri a metà dell’Ottocento: “Si devono guardare o
contemplare le loro figure leggiadre riunite a gruppi, quando salgono portando sulla testa brocche d’acqua dalla
forma antica … La fila mobile … mi sembrò aumentare, in modo nuovo ed originale, il numero delle antiche
figure di canefore”. Un’attività del vivere quotidiano si illumina di ricordi classici e le donne, sottoposte ad uno
sforzo che consentiva l’espletamento delle quotidiane faccende domestiche, ricevono il riconoscimento di una
nobiltà che già il loro portamento suggeriva. Per i tedeschi che si immergono in questo ritmo arcaico l’immagine
deve essere fermata sulla tela o sulla carta, come anche nella ceramica, al pari della donna che nutre il suo
bambino o lo tiene amorevolmente fra le braccia. Così anche nelle opere di Karli Sohn- Rethel e di Kurt Craemer
che, studiando la figura umana, privilegiano la gente del Sud: in Sohn- Rethel sono pescatori vicino alle loro
barche, o con animali o che si svagano all’osteria, in Craemer sono giovani portatori o portatrici di ceste, ora
colme di massi ora di frutta come il Portatore di massi del 1937 o il Portatore di cesto del 1939, la Ragazza che
porta la frutta del 1947 o i Pescatori con reti del 1958, dove utilizza cromie forti. Barche e pescatori sono
comunque un tema molto sentito da entrambi. E’ presente qualche natura morta, come quella di Bruno
Marquardt o l’altra di Paula Bärenfänger; anche Craemer ne ha lasciate parecchie ed è possibile verificare nelle
sue nature morte una attenzione ai particolari che gli consente di evidenziare perfino le tipologie dei
rivestimenti ceramici di un tavolo o di una cucina in cui sono perfettamente riconoscibili le tipiche “riggiole”
vietresi con il decoro a clessidra -triangoli contrapposti in nero su fondo bianco- estremamente diffuse sul
territorio. La Bärenfänger sposa attentamente nella sua Natura morta un fiasco impagliato con un’anfora dal
corpo decorato a motivi geometrici, di arcaica tradizione, entrambi a costituire uno sfondo cromaticamente lieve
per dare risalto alla profumata e colorata freschezza delle pesche nel vassoio centrale. Nel Vaso con fiori,
grande forza acquistano reciprocamente i lunghi rami con i grandi fiori a campanula bianchi e rosa e il
pavimento a fondo blu, mentre un angolo di porta rende con incisività l’interno che si vuole rappresentare. In
una terra specchio del paradiso, l’anima russa di Necitailov si lasciò coinvolgere anche dai temi religiosi: allievo
morale di Nesterov, rappresentò ad Amalfi e a Positano più volte Madonne o episodi sacri, includendo talvolta
anche personaggi reali che facevano parte di quel mondo sereno nel quale gli orrori della Russia, dalla quale era
fuggito, non sarebbero comunque riusciti a stemperarsi. E al mondo reale guardarono altri russi, Zagoruiko,
Georgiev, Issupoff, Burliuk, e anche il tedesco Andres, quando ripresero in ritratti sempre veristici propri
connazionali o i locali; particolari i volti di bimbi di Oscheroff. Quando riprodurranno i locali lo faranno con
l’affetto e la riconoscenza dovuti ad una popolazione che salvava loro la vita.