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DIARIO EGITTO 2007
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17/05/07 CAIRO
Ed eccomi qua, in una stanza di un ostello molto carino, in un edificio orrendo, in una
metropoli di 20 milioni di persone che a occhio e croce credo siano tutte a clacsonare sotto il
mio balcone di downtown Cairo, a parte uno che strilla Allaaaaah dal megafono di qualche
minareto messo chissà dove.
La sveglia stamattina è suonata alle 3.30, i gitanti Jetair come al solito erano in pole position
con le loro tonnellate di bagagli destinazione Sharm El Sheik, stavolta però non hanno
applaudito all’atterraggio, strano!
L’aeroporto è abbastanza una catapecchia, cmq recupero visto e bagaglio e fuori trovo l’omino
dell’ostello con la sua Volvo vecchia di qualche millennio che mi porta al Let Me Inn evitandomi
i vari “hotel is closed” e “papyrus shop” di indiana memoria. Il traffico invece, beh quello non
ha niente da invidiare a Delhi, mancano solo le mucche e la puzza ma per il resto ci siamo! Le
macchine sono ovviamente la fiera della carcassa, notevoli dei taxi che non ho capito bene che
modello siano, forse perché hanno smesso di produrlo qualche decennio prima che nascessi,
cmq sono delle sedan squadratissime pezzate bianche e nere! Oscene!
Arriviamo all’ostello che è al 6° piano, da raggiungere con un ascensore stile Titanic, di un
edificio cadente e senza insegna – mooolto sospetto, e invece è il posto giusto, l’ostello ha
aperto solo 4 mesi fa, è tutto nuovo e pulitissimo e il proprietario è super-friendly e helpful.
Visto che ci sono meno dei soliti 40°, ne approfitto per andare subito alle Piramidi, così se
torna la caldazza sto al Museo Egizio invece che in mezzo al deserto. Gita alle Piramidi,
versione standard: 60£ di taxi, 60£ di biglietto. Versione cheap: 4£ di mezzi pubblici, e il
biglietto boh, a quanto pare sono riuscita a entrare senza ma giuro che non era l’intenzione!
Come si va alle Piramidi coi mezzi pubblici? Allora, si inizia con la metro fino a Giza, carrozza
per le donne, tutte velate, una con le cuffie del walkman SOPRA al velo, una con la burqa e gli
occhiali da sole, vorrei mai che si vedesse qlcs. A Giza esco e un tipo mi indica i microbus, ne
prendo uno a caso, gli dico “haram” (piramidi), qs dice sì e invece era no, cmq un tipo
professore di arabo abitante a Giza mi adotta e mi mette sul pullman giusto, mi offre pure i
dolcetti al sesamo, poi scende e mi affida a un altro tipo, qs pieno di documenti perché vuole
avere il visto per gli States (auguri!) per andare a lavorare nel ristorante di suo zio in
Oklahoma. Mi fa scendere pure qs, passando per le viuzze del villaggio arriviamo al famoso
recinto intorno al Giza plateau che avevo visto in tv, e il tipo “casualmente” mi molla da uno
che ha le stalle coi cavalli e i cammelli, e qua la storia è che ti portano a fare il giro nel deserto
a fotografare tutte le piramidi di fila, e poi ti portano alle piramidi senza pagare il biglietto, ci
sto già credendo, cmq in giro per il deserto da sola con un tipo mai visto non ci vado, qs mi
dice di andare almeno fino all’ingresso delle piramidi perché a piedi è lontanissimo e ti
sparano, io parto a piedi e dopo 5 minuti sono all’ingresso e non mi ha sparato nessuno. Col
biglietto non ho capito bene com’è andata, la biglietteria non l’ho vista, mi sono infilata in un
gruppo per passare il metal detector senza aspettare che passassero tutti e mi sa che quello
era anche il controllo del biglietto, ops!
Un paio d’ore in giro per sfinge e Piramidi, tra sbirri ovunque e venditori di kagate altrettanto
ovunque, e tourist busses sfreccianti in continuazione, poi senza giro in cammello e senza
mini-piramidi souvenir riparto alla ricerca di un modo per tornare alla base, trovo un bus
diretto con una tipa che mi fa scendere al posto giusto, doccia e poi scatta la “pizza takeaway”,
che è una roba molto buona che in realtà si chiama fyteer e non sa per nulla di pizza, la pasta
è tirata sbattendola su un piano di marmo fino a farla diventare sottilissima e gigante, poi
dentro formaggio, verdure e olive, piega tutto e butta in forno – molto buona!
Sono appena le 9 ma sono sveglia dalle 3.30 di stamattina, fuori credo che le preghiere per
oggi le abbiano dette tutte quindi mi sa che me ne vado a dormire!
18/05 ASWAN (o quasi)
Mi sveglio e il tipo dell’ostello vuole assolutamente farmi conoscere 2 ragazze italiane appena
arrivate, e guarda caso sono proprio quelle che cercavo, Chiara e Valentina, trovate (o meglio,
Chiara ha trovato me) sul Thorn Tree, e alla fine di un giro in Egitto che ha toccato
praticamente tutte le tappe che ho in mente pure io. Colazione in ostello con la stessa
pastasfoglia della pizza di ieri, stavolta da mangiare con la marmellata, frittata, pane,
formaggino, caffè e succo d’arancia – beh, niente male! Scendiamo con l’ascensore Titanic e ci
mettiamo alla ricerca della moschea Al-Azhar, dove per entrare ci rifilano tre belle tuniche nere
da brave musulmane che ci coprono dalla testa ai piedi tenendo un caldo allucinante, ma come
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fanno ‘ste qua ad andare in giro così con ‘sto caldo? Oggi abbiamo pure visto delle tipe che non
avevano manco la fessura per gli occhi!
Dalla moschea continuiamo per il Northern Cemetery, che non sembra molto un cimitero ma
tante casette o perlomeno cancelli chiusi dove dentro ci si immagina ci siano case, e invece i
cancelli sono per le tombe, ma il cimitero ora è anche una città dove abitano circa 50mila
persone che non possono permettersi un posto migliore, e allora squattano il cimitero. Non
molto accoglienti cmq, dopo un gagno che mi tocca il culo e un altro che mi lancia il torsolo di
una pesca decidiano che ce ne possiamo andare, e andiamo al bazaar Khan-al-Khalili a fare un
giro tra la paccottiglia (ce n’è tanta e costa decisamente poco, ma è veramente megapaccottiglia!) e poi pausa mango juice + apple sheesha da Al Fashawi, a Torino probabilmente
lo definirebbero un “caffè storico”, qua è un locale vecchio e pieno di specchi che dice di essere
aperto 24 ore al giorno da 200 anni, e sempre pieno di egiziani e turisti che bevono qlcs e
fumano la sheesha.
Poi ripartiamo in direzione della cittadella passando per le stradine polverose e imbordellate di
Islamic Cairo, molto luride ma bel giro in una parte affascinante della città; dopo una lunga
scarpinata e nonostante un tipo che ci dice che la Cittadella è chiusa perché c’è la visita di un
importante imam dell’Arabia Saudita (haha bravo ci sto credendo, dov’è il negozio di papiri?),
arriviamo alla Cittadella che ovviamente è aperta, facciamo un giretto dentro, niente di
speciale i monumenti, ma una bella vista sul Cairo con tutta la skyline e pure le piramidi.
Torniamo, stavolta in taxi, al bazaar, loro comprano qlcs e poi altra tappa mango juice da Al
Fashawi, poi andiamo di nuovo a cenare nel mio posto di ieri, Gad, recupero lo zaino e vado
verso l’aeroporto – per fortuna ci sono andata in anticipo, perché hanno spostato il volo a 1 ora
prima (notare che avevo controllato 2 gg fa), cmq meglio ancora così arrivo un po’ prima, ora
sono su un Airbus nuovo di pacco Egyptair che per ben 24 euro tasse comprese sta per
atterrare ad Aswan, spero di non trovare tassisti rompic e di essere a nanna moooolto presto
dopo una meritata doccia!
19/05 ASWAN
Colazione sulla rooftop terrace (deserta) con pancakes, toast, gli immancabili formaggini,
marmellata, miele, succo di melone, macedonia e caffè – not bad! Visto che gli occhiali da sole
comprati 3 anni fa a La Paz per 1$ si sono distrutti, sono andata a fare un giro nel souq, dove
dopo dure contrattazioni sono emersa con un nuovo paio, e un’offerta di fidanzato egiziano “25
years old, very strong” che ho declinato. Anche qua il souq è pieno di paccottiglia ma ha +
l’aria da mercato vero ed è molto spazioso rispetto al Cairo, insomma bel posto per andare in
giro anche se ovviamente ogni 2 metri c’è qlcuno che vuole venderti qlcs, cmq continuo a
sostenere che rispetto all’India è una passeggiata…
Ho fatto un giro sul “lungoNilo” che qua si chiama dappertutto “Corniche”, schivando i vari
capitani di felucca, e poi sono andata al Nubian Museum, tra le varie cose (ciotole preistoriche
ecc) spiegavano i progetti di irrigazione del Nilo, la costruzione della diga e lo smontaggio e
rimontaggio dei templi, uno l’avevo visto qualche anno fa rimontato al Metropolitan di New
York, “spontaneamente donato” dal governo egiziano del tipo o ci regali un tempio o finiscono
tutti allagati. Esco dal museo e fa caldissimo, torno verso l’hotel, mangio una specie di
Magnum egiziano per pranzo e poi cerco di mettermi sulla terrazza a leggere ma anche
all’ombra fa troppo caldo, quindi organizzo la gita a Abu Simbel per domani (sveglia alle 3 di
mattina, accidenti al convoglio!) e poi vado a fare una pennica.
Cena a base di shish kebab all’Aswan Moon sul fiume, poi mi metto a chiacchierare con un tipo
del ristorante, nel frattempo arriva un gruppetto di canadesi/australiane/inglesi in partenza per
un giro in felucca al tramonto, armati di birre e lettore cd con tanto di mini-altoparlanti, il tipo
mi propone di unirmi a loro e così eccomi qua che pensavo di fare cena e tornare in hotel e
invece sono finita su una felucca! Molto simpatico il gruppetto di gente, la felucca non è che si
muovesse granchè, del tipo che a starci 3 giorni per andare a Luxor mi farei due palle così, mi
sa che prendo il mini-van che si ferma anche a Kom Ombo e Edfu, e mi scanso pure gli 800
gradi all’ombra che ci sono qua nel pomeriggio.
Scendiamo dalla barca e seguo gli altri sulla terrazza sul tetto del loro hotel, con vista Nilo,
piscina e un buffet improvvisato a bordo piscina, figo, mi piacciono ‘ste sorprese, un attimo sto
cenando da sola, un attimo dopo sono su una felucca sul Nilo con 7 persone, musica e birre, e
poi sulla terrazza di un hotel con buffet a bordo piscina!
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Ok, adesso come al solito è presto ma stavolta mi tocca davvero andare a nanna perché
domani mi sveglio alle 3, ma ‘sto cavolo di convoglio non potevano farlo un po’ più tardi!
Anyway, Abu Simbel here I come, e vediamo di non far saltare in aria nessuno – bel metodo
del cavolo ‘sto convoglio, volessi mai far saltare in aria qlcuno so che c’è una tonnellata di
turisti che parte ogni mattina esattamente alle 4 da Aswan!
20/05 ASWAN
Sveglia alle 3, packed breakfast e poi arriva un pullmino minuscolo dove riescono a infilare ben
15 gitanti per Abu Simbel – di dormire non se ne parla perché è impossibile anche solo
muoversi di 1mm, cmq raggiungiamo il convoglio e tutti in fila con gli sbirri davanti partiamo
per 3 lunghe ore di guida attraverso il deserto verso Abu Simbel, in compagnia di 2 coppie di
singaporesi o come si chiamano, le due coppie di francesi standard con le tipe lagnose e la
Routard, 2 coreani e 1 brasiliano. A un certo punto buchiamo (l’avevo detto che era un
pullmino di m…), il convoglio non ci caga per niente e continua per gli affari suoi, il brasiliano
collabora al cambio ruota poi guarda l’autista e gli dice “baksheesh”…grande!
Verso le 7.30 siamo ad Abu Simbel e fa CALDO, tanto caldo! Bellissimo il tempio, anzi i templi
perché Ramses ha pensato pure alla consorte, cmq impressionanti sia fuori che dentro, e
stupenda la location sulle acque blu del Lago Nasser. Turisti parecchi, principalmente gruppi di
krukki dai 50 in su, ma ovviamente essendo tutti legati allo stesso convoglio si arriva e si
riparte tutti insieme.
Cambiando discorso, ‘sti 2 cosi sono giganti, ma come cavolo hanno fatto a smontarli e
rimontarli? Idem per Philae…impressionante, cmq la sveglia alle 3, e 6 ore schiacciati nel
pullmino senza a/c non sono state così belle ma ne è velsa la pena! Tra l’altro dopo guardando
sulla cartina ho scoperto che per andare da Aswan a Abu Simbel si attraversa il Tropico del
Cancro…e metterci un cartello, così facevo la foto e la mettevo di fianco al Tropico del
Capricorno namibiano? Vabbè, cool anyway!
Al ritorno ad Aswan uno dei cugini d’oltralpe combina un casino perché dovevamo andare a
vedere la diga nuova e lui voleva vedere quella vecchia, è finita che non ne abbiamo vista
neanche una, francese cattivo, il tipo si è messo a cristonare in arabo e poi ha mollato me, 2
francesi e il brasiliano a Philae e ha riportato gli altri ad Aswan visto che andavano solo ad Abu
Simbel.
Il tempio di Philae è su un’isola, o meglio era su un’isola e poi l’hanno smontato e rimontato su
un’altra isola quando hanno fatto la diga, quindi cerchiamo una barca e passiamo un’oretta a
esplorare il tempio nella caldazza di qs parti – Internet non funziona ma sarei curiosa di sapere
quanti gradi ci sono, per me 40 tutti, la bottiglia d’acqua nello zaino raggiunge temperature
improponibili…(Internet in seguito dice 45 gradi!)
Bello anche qs tempio, un po’ ricostruito ma affascinante, soprattutto la posizione col lago blu
intorno. Riprendiamo la barca, troviamo l’omino col pullmino che ci aspetta inkazzato perché
siamo in ritardo (con calma eh!), andiamo a vedere l’obelisco incompiuto, boh niente di che, e
poi si torna alla base dove le priorità sono 1) acqua fresca (tanta) 2) doccia 3) a/c (a palla) e
4) vestiti puliti.
Intanto per domani ho deciso di andare a Luxor col minivan (spero meglio di quello di oggi,
perlomeno il convoglio parte alle 8 e non alle 4) che fa tappa a Kom Ombo e Edfu. Un po’ mi
dispiace per la felucca ma non c’è vento e fa veramente troppo caldo, magari faccio un altro
giro a Luxor per un paio d’ore…
La giornata si chiude con cena a base di shish kebab carbonizzato dai vicini dell’Aswan Moon
con solito egiziano che si siede a chiacchierare con me mentre il fidanzato virtuale è in hotel
(oggi dormiva, niente skagozzo), fuori è in corso l’ultimo giro di muezzin e mi sa che visto che
sono sveglia dalle 3 potrei andare a nanna pure io!
21/05 LUXOR
Oggi col convoglio è andata meglio visto che partiva alle 8, quindi tutto il tempo di mangiarmi
le mie pancakes e poi pullmino di dimensioni normali e con a/c funzionante, belle cose!
Rimontiamo il convoglio e stavolta lo sbirro armato ce l’abbiamo addirittura nel sedile davanti!
Oggi che ero nella prima fila di sedili e nel primo veicolo dopo gli sbirri ho visto bene come
funziona: a parte sbirri dietro e davanti e in mezzo tutti quanti, gli sbirri di davanti sono un
pickup intero di sbirri tutti col fucile che vanno a manetta (anche se credo qs non faccia testo
da qs parti), attraversano i posti di blocco a 100 all’ora e appena vedono qualsiasi
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macchina/carretto/persona attaccano la sirena perché si scansi – boh, un po’ esagerati! Cmq
con oggi finiti i convogli, da ora in avanti solo più un volo, e un lungo nightbus con tremila
checkpoint da Dahab al Cairo.
Prima tappa Kom Ombo, e visto che qua i templi iniziano ad aumentare vediamo di trovare un
modo per ricordarceli: Abu Simbel è “quello come Gardaland”, Philae “quello dove si prende la
barca”, Kom Ombo dire “quello dove arrivano le navi da crociera” e Edfu “quello con la statua
dell’uccello”.
“Quello dove arrivano le navi da crociera” è pieno di krukki e francesi, di fare una foto senza
un panzone baffuto in mezzo non se ne parla! Bello cmq, poi recuperiamo qualche reduce di
felucca e andiamo verso Edfu, dove l’uccello in questione è nientemeno che il dio Horus e fargli
una foto senza una simpatica coppia di francesi che lo abbraccia è abb un’impresa!
Fuori intanto c’è una selva di venditori in un corridoio pieno di negozi che bisogna
assolutamente passare per arrivare al tempio e uscirne, e un piazzale pieno di calessi trainati
da cavalli che sembrano fare la gioia dei crocieristi, non so dove attracchino qua le navi ma
sembrano arrivare tutti su ‘ste specie di bighe di Ben Hur.
Ci rimettiamo in marcia e la strada verso Luxor è molto bella, da un lato il Nilo, poi la parte
verde con palme, campi, villaggi abb scassati, carretti trainati da asini, bambini che sguazzano
nel fiume, pickup stracolmi di gente, e dopo il verde il deserto – simile al Marocco direi, e
molto bello.
Arriviamo a Luxor e arriva la legione degli hotel touts, con la solita sfilata indian-style di gente
con biglietti da visita dell’uno e dell’altro hotel elencato sulla LP, forse ci lavorano davvero, ma
più probabilmente in cerca di commissione – un tipo mi dice pure di essere il direttore, ma che
cavolo ci fai, oh direttore, in mezzo alla strada invece che nel tuo hotel? Manco alla bus
station, per dire, proprio in mezzo alla strada dove ci ha mollato il pullmino dopo che l’autista
ha chiamato gli amichetti per dirgli dove sarebbe arrivato col suo carico di polli…
Nel dubbio mollo lì tutti i touts e vado in cerca di un posto per conto mio approdando all’Happy
Land Hotel, stanza niente di eccezionale ma molto pulito, proprietario gentilissimo e come al
Keylany una roof terrace dove ci sono 40° e non si vede un c… se non tetti e antenne, niente
vista Nilo :(
Visto che per oggi di templi ne ho già visti abbastanza e di tempo qua ne ho a tonnellate, vado
a fare un giro sul lungo-Nilo, ovviamente attirando un tot di felucca-caleche-taxi-miss where
you go – 5000 camels e anche un molto diretto “hello, sex?”.
Cmq dalla Corniche non si vede un cavolo perché ci sono cruiseboats una dopo l’altra, pure
parcheggiate in doppia/tripla fila…quindi vado in un posto veramente carino a mangiare qlcs,
Oasis Cafè, coi quadri alle pareti, il New Yorker da sfogliare, la musica jazz in sottofondo e un
sacco di cose buone (e non molto egiziane, visto che il proprietario è inglese) da mangiare, e si
possono mangiare davvero visto che usano l’acqua purificata, per oggi mi sono data a megapanino mozzarella melanzane e peperoni, succo di fragole e sundae al caramello con gelato
vaniglia e mango. Buoooono!!
22/05 LUXOR
Anche qua mega-colazione sul tetto, qua propongono latte, cornflakes, caffè, pane, pancakes,
miele, marmellata, succo di melone e macedonia – però, per 7 euro una stanza col bagno, a/c
e una colazione così devo dire che andiamo bene! A colazione recupero un americano, Bob, e
andiamo con un pullmino organizzato dall’ostello in giro per la West Bank, tra la Valle dei Re e
un paio di templi – ci sarebbero ancora decine di tombe e templi da visitare, ma direi che
guardo ancora i templi di Luxor e di Karnak e poi enough temples!
La Valle dei Re è sulla West Bank, dove tramonta il sole verso il regno delle tenebre/aldilà, in
mezzo al deserto, pensavo fossero mega-tombe monumentali invece sono dei buchi scavati
nella montagna tutti imboscati apposta perché la gente lasciasse in pace il faraone che fa la
nanna e non andasse a rubargli i tesori nella tomba. Sono tutte praticamente dei mega-corridoi
intervallati da delle sale e con in fondo un sarcofago, con la pareti tutte decorate ma non si
potevano fare foto, cmq ne sto facendo già a tonnellate quindi fa lo stesso! Il biglietto
comprende 3 tombe e per la cronaca abbiamo visto quelle di Ramses III, Tuthmosis III e
Mernetaph, poi siamo andati al tempio di Hatshepsut, che battezzo “quello della faraona con la
barba finta a 3 piani di colonne con la montagna dietro”, e poi finalmente senza milioni di
turisti il tempio di Ramses III o Medinat Habu, ovvero “quello colorato” – molto bello perché si
sono conservati i colori delle decorazioni. Una tappa ai Colossi di Memnon e poi ritorno in
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ostello, pranzo sopra al souq con la solita carne mista grigliata che diventa ogni volta un po’
peggio (la prima dell’Aswan Moon non era male, quella dei vicini carbonizzata, oggi dura come
il montone uzbeko) e poi torniamo in ostello per un giro in felucca, stavolta bello, c’era vento,
meno caldo del solito e finalmente siamo riusciti ad andare da qualche parte. Con l’americano
di stamattina e un gruppo di 4 ragazzi di vari paesi che studiano non so cosa a Gerusalemme
siamo andati prima in un’isola chiamata “Banana Island”, poi tè e sheesha sulla barca prima di
riprendere il giro in barca al tramonto e infine tornare alla base.
23/05 LUXOR
Giornata molto easy, iniziata con la mega-colazione sul tetto e poi al Mummification Museum a
imparare come si fanno le mummie, c’erano pure gli attrezzi per sciogliere il cervello
mescolando con un bastoncino infilato dal naso, yuck!
Un’oretta su Internet, un po’ a leggere, un sundae da McDonald’s e poi altro museo, stavolta
quello di Luxor, con un video con la voce nientemeno che di Omar Sharif, i flip flops di
Tuthankamon e varie statue trovate in giro per i templi e oggetti trovati nelle tombe – i miei
preferiti sono gli omini che si mettevano nella tomba così se la persona viene condannata a dei
lavori perché è stata cattiva, lui ci manda gli omini!
Cena a base di felafel molto buono e succo di mango, per la cronaca all’Amun Restaurant,
mentre fuori c’era credo un corteo nuziale che passava facendo bordello, i ragazzi in piedi su
un camioncino, le ragazze con veli dorati nei pullmini, boh gli sposi non li ho visti ma non credo
che il bordello fosse per la finale di Champions’ League (che è stasera).
Tramonto sul Nilo e poi torno in hotel a leggere e scrivere, e domani mi sveglio alle 5 per
andare in mongolfiera!
24/05 LUXOR
Sveglia alle 5 e poi molto rintronata vengo prima infilata in un taxi, poi in un hotel strafigo (e
qua scatta l’ideona su cosa fare domani: fuck-the–temples day, squatto la piscina di uno di qs
mega-hotel!), poi su una barca dove ci danno caffè e torta, poi su un pullmino e infine
arriviamo alle mongolfiere che stanno gonfiando, intanto sta albeggiando ed è pieno di
mongolfiere svolazzanti sopra al deserto, bello! Poi partiamo pure noi, una dozzina di persone
nel cestone, molliamo la zavorra e via mentre si alza il sole, per un’oretta a galleggiare nel
silenzio dell’alba sopra il deserto, la Valle dei Re, i templi, e i villaggi sulle sponde fertili del
Nilo, a 500 metri d’altezza da terra. Veramente bello e anche cheap, di solito costa sui 200
euro (parchi africani, Gran Canyon ecc), qua 50 euro e ovviamente been there done that got
the t-shirt, quindi mentre ci riportano indietro con la trafila a rovescio di pullmino-barca-hotel
figo-taxi ci becchiamo certificato e maglietta come al solito di 800 taglie troppo grande ma
cercherò un volontario che la vuole…
Torno in ostello per la seconda colazione, ovvero la solita sul tetto con la quantità di cibo di un
pranzo di Natale, poi parto per il tempio di Karnak, col microbus da 25 piastre invece del taxi
da 10 pound, anche se il microbus mi molla in mezzo a un cantiere ma intravvedo all’orizzonte
una ventina di mega pullman parcheggiati ed ecco trovato l’ingresso del tempio – ovviamente
la città è deserta e i monumenti strapieni di gente – ma ‘sti krukki panzoni quando non sono
nei monumenti dove stanno?
Anyway, tempio gigante e veramente bello, megacolonne, obelischi, faccioni di Ramses and all
the trimmings, poi riprendo il microbus per tornare indietro, e il microbus delle balle che
doveva andare “downtown” si ferma in zona di Luxor non meglio identificata in mezzo a un
mercato incasinatissimo. Eh vabbè, e allora facciamoci il giro al mercato cercando di arrivare in
qualche modo alla Corniche…Highlights del mercato: i venditori di frutta con turbante e tunica
seduti per terra con la bilancia coi due piatti e delle angurie giganti molto invitanti; i carretti
tirati dagli asini con sopra un po’ di tutto, dai pomodori ai mattoni; i venditori di erba per gli
asini di cui sopra; il bordello generale; e come sempre il premio va al macellaio, qs sul
bancone aveva un set di zampe di mucca, e sul marciapiede la testa della mucca di cui sopra!
Ugh, meglio continuare a pizza e felafel!
Dopo varie peergrinazioni riesco a tornare in albergo, leggo un po’, poi faccio una pennica di
ben 3 ore da cui riemergo pronta per tornare nel delirio di taxi madam – caleche caleche –
hello where you from – felucca maybe tomorrow – oh so beautiful etc etc…e mi dirigo verso
l’ultimo tempio che ho intenzione di vedere per i prox mesi, quello di Luxor, in centro alla città
e con la particolarità che rimane aperto fino alle 9 di sera senza avere uno di quei cavolo di
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sound-and-light shows, così le foto del viale di sfingi e dei soliti obelischi e Ramses ce le ho by
day e by night! Molto bello cmq, soprattutto la versione by night, con meno di 40 gradi, le luci
che illuminano il tempio e nessuna mandria di gruppi organizzati in mezzo ai piedi e alle foto!
Una pizza in un fast-food egiziano, il classic sundae di Mc, un’oretta su Internet e ora vado a
nanna pronta per il giorno di svacco in piscina senza templi!
25/05 LUXOR
Ultimo gg a Luxor e oggi ho fatto quello che la gente normale fa ogni giorno in vacanza:
niente! Ho dormito fino alle 10, mega-colazione sul tetto, e poi armata di libro, asciugamano e
crema solare ho squattato la piscina del Novotel dove sono rimasta fino al tramonto! Mica male
la vita dei gitanti a 5 stelle: io che me ne vado in giro in pantaloni lunghi e maniche lunghe tra
gli sguardi e i commenti maiali dei locals (stamattina esordiamo con: “hello, fuck?”), e questi
che tranquilli se ne stanno in costume a rosolarsi al sole! Anyway, bella cosa da fare in un
posto caldo quando non hai più voglia di vedere monumenti, non avevo mai pensato di
invadere la piscina altrui ma in effetti è una bella idea!
Poco altro da segnalare: tappa alla Egyptair a vedere che il volo non abbia cambiato orario
(pare di no, ma anche l’altra volta pareva di no…), menù McArabia giusto perché bisogna
provare le specialità locali, bella purkeria, praticamente un Mc Chicken in un pitta bread, mi
hanno pure regalato un portachiavi a forma di coccodrillo che ho a mia volta regalato a una
bimba che zampettava nella via dell’ostello. Lo zaino è pronto, la sveglia è alle 5.50 e dopo qs
“dura” giornata adesso leggo un po’ e poi vado a nanna!
26/05 DAHAB
Partenza dall’ostello alle 6 am (prima o poi riuscirò a fare una vacanza dove non mi devo
sempre svegliare a ore ridicole!), munita di packed breakfast e tassista con tunica e turbante
vado all’aeroporto di Luxor, il volo stavolta non ha cambiato orario, è sempre un Airbus nuovo
di pacco ed è pure abb pieno, l’altra volta non c’era nessuno. Volo mega-rapido di 45 minuti
che per l’incredibile somma di 19 euro, succo di mango compreso, mi evita 18 ore di bus via
Cairo, o 5 ore di bus per Hurgada, notte a Hurgada e 40$ di traghetto per Sharm – insomma,
discreto affare direi!
Tutti i gitanti vengono prelevati dai rispettivi hotel e per una volta che devo essere prelevata
pure io non c’è traccia del signor Penguin Village! Dopo mezz’ora arriva finalmente un tipo che
prima mi si offre come Egyptian boyfriend (anche no) e poi guidando per un’ora attraverso il
deserto mi porta a Dahab, e l’ostello è una figata! C’è un edificio bianco con tutte le stanze,
carine (l’acqua della doccia è salata, ma vabbè…), e poi una specie di tettoia di legno e paglia
sul mare (la spiaggia non c’è) con sopra una terrazza con le sdraio, e sotto una mega zona
svacco con cuscinoni gialli e blu per spalmarsi a mangiare bere dormire leggere o guardare
l’Arabia Saudita che si vede al di là del golfo, a 18 km da qua.
Sono stata un po’ a leggere e prendere il sole sulla terrazza e poi ho deciso di esplorare la
metropoli che è composta da ben una strada, ovviamente tutta di ristoranti e negozi, ma
decisamente carina, un po’ Ko Samui, invece pare che dal lato sud ci sia la spiaggia dei
windsurfers, domani esplorerò. Ah e nessuno che rompe i c…, bellissimo!!
Mentre gironzolavo nell’unica via di Dahab ho ribeccato prima i 4 ragazzi della felucca di Luxor
in partenza per Gerusalemme, e poi Maria, l’australiana della felucca di Aswan, che era con
una coppia di inglesi e una di inglese+australiana e siamo andati tutti insieme a fare cena, nel
mio caso a base di shrimp sandwich e mango shake – buooono! Per la cronaca il posto si
chiama Carp Inn…bella serata in compagnia, e adesso vedo di dormire alla grande perché
domani sera invece di dormire si scala il Monte Sinai!
Frase della serata “it’s strange that a fake wedding ring could have sentimental value” –
riferito all’australiana che ha perso la finta fede comprata per schivare i Casanova locali – poi
uno l’ha sgamata che era finta e le fa: “ma che razza di marito hai, quello è un anello da 1
pound…”
27/05 DAHAB
Dormitona di 12 ore fino alle 11, colazione con toast, uovo sodo, marmellata, yogurt,
macedonia e caffè e poi sono andata ad esplorare l’altro lato della metropoli fino alla lagoon
dove c’è la spiaggia (che qua non c’è perché siamo direttamente sull’acqua), anche se non è
che sia ‘sta gran spiaggia, abb sporca, e poi dove dovrebbero esserci i windsurfers che però
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oggi non c’erano credo perché non c’era un filo di vento mentre ieri ce n’era a volontà!
Pazzesco che ‘sto posto è minuscolo, la parte camps/ristoranti sarà 1 km o poco più e poi non
c’è niente, ma zero, fino alla lagoon dove c’è qualche hotel. Mah, chissà se fra 10 anni sarà un
lungo stretch di resorts stile Sharm…
Dopo la passeggiata a sud del Penguin faccio la passeggiata a nord del Penguin (come si vede
ho molto da fare), poi ho comprato un libro visto che gli altri due che avevo li ho finiti, e quindi
sono tornata sulla terrazza con le sdraio e leggermi The Yacoubian Building.
Dopo una doccia, una pizza, e la mia prima Stella (la birra egiziana, da non confondersi con la
Stella Artois) ho fatto scorta di acqua wafer egiziani e vestiti caldi e sono pronta per la scalata
del Monte Sinai by night sperando di non abbioccare a metà! Non ho capito bene perché
dobbiamo salirci all’1 di notte, ok che fa caldo di giorno ma tipo salirci alle 6 di mattina!
Anyway, cercherò di guardare dove metto i piedi, poi il programma è scendere dopo l’alba,
visitare il monastero e tornare qua per mezzogiorno a fare la nanna! Afterhour sul Monte Sinai!
28/05 DAHAB
Eccomi qua dopo la salita notturna sul Monte Sinai e una grande dormita a seguire! Partenza
alle 11 di sera con 4 americani, 1 estone, 1 israeliano e 2 slovacchi. Alle 2 (di notte) iniziamo a
salire sulla “camel trail” con le torce, sono circa 4 miglia decisamente facili (a parte il buio e i
cammelli e relative cacche da schivare), con qualche teashop lungo il percorso che ovviamente
per un “good price my friend” offre tè, acqua e snacks alla gente che sale. Alle 4 siamo in cima
e cerchiamo un posto strategico per vedere l’alba, strategico nel senso che punti a est e che
sia riparato dal vento gelido che c’era in cima – io col sacco a pelo stavo bene, ma nel caso
c’erano i beduini che affittavano coperte (sempre per un “good price my friend”). C’erano
anche dei pellegrini seri perché è pur sempre il Monte Sinai della Bibbia, mica solo una
montagna che è nei paraggi del principale backpacker hangout dell’Egitto e che è cool scalare
di notte! E quindi presto ci troviamo come vicini un gruppo di pellegrini americani che si
mettono a cantare canzoni di chiesa – as you do at 4 in the morning! Verso le 5.30 c’è l’alba e
finalmente vediamo cosa ci circonda, ovvero una distesa di montagne rocciose a perdita
d’occhio, con il sole che sorge dietro – molto bello.
Scendiamo in 1 oretta dagli steps of repentance, 3750 scalini scavati da un monaco in segno di
penitenza, e poi in teoria dovremmo andare a visitare il Monastero di S. Caterina che però oggi
era chiuso perché è Pentecoste e quindi non facevano entrare i turisti, ma siamo cmq andati a
fare un giro dentro anche se non abbiamo potuto vedere né la chiesa né il museo che ha a
quanto pare una splendida collezione di icone ortodosse – e vabbè, mi toccherà tornare, tanto
casualmente ho giusto la Giordania sulla wishlist e da lì a Dahab è un attimo, e al Penguin
Village ci voglio tornare, mi piace un casino ‘sto posto!
La frase del giorno è di un americano a un venditore di…sassi, voglio dire con tutte le pietre
che ci sono da raccogliere per terra perché dovrei comprarne una? Cmq lui gli chiede:”what’s
special about these rocks?” e il tipo “they were made by Allah” – e l’americano:”aren’t they
all?”…grande!
Alle 8 abbiamo visto tutto quello che era aperto del monastero, siamo svegli dal gg prima e
torneremmo pure a Dahab volentieri ma il pullmino arriva alle 10 perché pensavano che il
monastero fosse aperto (vabbè, non mi aspetto che i musulmani che organizzano il tour
sappiano che oggi è Pentecoste) quindi agonizziamo un paio d’ore, più un altro paio sul
minibus perché pure questo è miuscolo e senza poggiatesta quindi di dormire non se ne parla,
finalmente alle 11.30 siamo a Dahab, doccia, colazione con uova strapazzate e succo di mango
e poi finalmente vado a dormire e mi risveglio alle 6 del pomeriggio!
Incrocio un austriaco in cerca di informazioni per salire sul Monte Sinai, faccio qualche foto al
Penguin Village e all’Arabia Saudita che ci fa da sfondo, poi con l’austriaco e 4 americani
andiamo a cena al Friends Restaurant dove ordinando calamari fritti e un gelato ci arrivano
tonnellate di cibo tra cui zuppa di frutti di mare, pane beduino con humus e tzatziki e una roba
simile con le melanzane per pucciarlo dentro, insalata, riso, patatine, anguria e pure un’arma
per tenere lontani i gatti di cui è piena Dahab dai nostri calamari: una bottiglia d’acqua col
tappo bucato con cui spruzzare i gatti quando si avvicinano troppo!
Torniamo al Penguin, un ice coffee mentre gli altri si preparano a partire a loro volta per il
Monte Sinai, poi partiti loro vado a leggere aspettando che mi venga sonno, ora è l’1 ma
ovviamente non ho sonno perché mi sono svegliata alle 6 di sera, quindi continuo a leggere e
poi domani ultimo gg a Dahab prima del nightbus per Cairo.
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29/05 DAHAB
Ultimo gg a Dahab all’insegna dello svacco…colazione con caffè e pancakes da brava
backpacker, poi sono andata a comprare un po’ di regali: magliette, tè all’ibisco e una di quelle
bottigliette con la sabbia colorata dentro che poi sono riuscita a far cadere facendo lo zaino
quindi altro giro e altra bottiglietta…poi ho fatto lo zaino e ho passato il resto del pomeriggio
sul sundeck a finire il libro numero 3 e vedere se riesco ad abbronzarmi un po’, giusto perché
sono in Egitto da 2 settimane…poi sono tornati gli americani dalla pennica post-Monte Sinai,
cena al Tree Restaurant con le solite cose da pucciare e una pseudo-pizza, e ora ultimo mango
shake al Penguin in attesa del minibus per il Cairo dove dovremmo arrivare intorno alle 5 di
mattina…ciao Dahab, mi piace un sacco qs posto e spero di tornarci prima o poi!
30/05 CAIRO
Minibus by night per Il Cairo con 3 dei 4 americani (il quarto è rimasto a fare il corso di scuba
diving, che costa pochissimo perché a Dahab non c’è nessuno!) e un canadese che fa la guida
per Imaginative Traveller e cercava di convincere l’autista che non deve guidare e parlare al
cellulare allo stesso tempo – auguri!
Arriviamo al Cairo verso le 6.30 dopo aver dormito molto poco, cmq buona ora per arrivare,
almeno non devo andarmene in giro per la città al buio…ritorno nell’edificio stile Yacoubian
Building di 2 settimane fa, e in cima all’ascensore-Titanic stavolta ad aspettarmi alla reception
trovo un crucco, che per fortuna mi dà subito la stanza così me ne vado a dormire per qualche
ora e mi risveglio alle 11.30 pronta per la mazzata finale – il Museo Egizio!
5 ore in giro per ‘sto famigerato museo di cui ogni torniese sente parlare da quando è piccolo
nella formula “il Museo Egizio di Torino è il secondo al mondo dopo Il Cairo”, e quindi ora che
sono qua ‘sto benedetto primo al mondo dovrò pure vederlo…beh, il primo al mondo sembra
una specie di magazzino con parecchie cose buttate in un angolo o messe in vecchie vetrine di
legno con lucchetti arrugginiti e senza didascalie. C’è in progetto un museo nuovo, vicino alle
Piramidi di Giza, tutto spaziale con una facciata in alabastro che di notte sarà illuminata, ma
per adesso siamo ancora in downtown Cairo, con una delle collezioni più pregiate del mondo
esposta in condizioni di 100 anni fa, quando hanno aperto il museo e da lì non hanno più
toccato quasi niente.
Cose belle tante, dai gioielli, ai modellini della vita di tutti i giorni, ai giocattoli, e ovviamente le
gallerie di Tuthankamon che se riesco a ricostruire bene tutte le matrioske intorno alla
mummia era: coperto da una maschera d’oro massiccio di 11 kg e con vari gioielli e amuleti
ovviamente d’oro sparsi in giro; dentro 3 sarcofagi uno dentro l’altro di cui 1 d’oro massiccio
da 110 kg, e i sarcofagi dentro 3 “scatoloni” pure qs uno dentro l’altro e ovviamente d’oro.
Beh, not bad!
Visto che i pound abbondano un po’, ma non abbastanza da cambiarli indietro, ho visto anche
un po’ di faraoni rinsecchiti ovvero le sale delle mummie, e poi dopo 5 ore e dopo credo aver
visto le cose principali (almeno secondo il signor Lonely Planet) torno in ostello, faccio qualche
chiacchiera con un australiano in partenza per Cairo-to-Cape-Town, do un’occhiata alle mail e
poi torno per la terza volta da Gad a mangiare il mio ultimo cheese fyteer, e visto che è pieno
finisco a dividere il tavolo con 2 ragazzi egiziani, poi arriva una coppia e iniziamo a
chiacchierare, e come al solito fa abb scalpore che alla mia veneranda età non sia sposata non
abbia figli e me ne vada in giro da sola lasciando il fidanzato a casa…don’t worry, prima o poi
rientrerò nei ranghi pure io!
A qs punto non mi resta che rimpntare per l’ultima volta lo zaino, e domani si torna a casa!
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