infrastrutture per l`educazione ambientale e valorizzazione del

Transcript

infrastrutture per l`educazione ambientale e valorizzazione del
IX Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria
Ischia Porto, 12-16 settembre 2009
memoria n. 6-25
INFRASTRUTTURE PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE
E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO DELLE CARBONAIE
IN UN’AREA FORESTALE DELLA CALABRIA.
IL CASO DEL COMPRENSORIO DI SERRA SAN BRUNO (VV)
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali ed ambientali (DiSTAfA), Università
Mediterranea degli Studi di Reggio Calabria. Località Feo di Vito, 89122 Reggio Calabria
SOMMARIO
L’Educazione Ambientale recentemente ha assunto come oggetto di interesse le attività
produttive agro-forestali, valorizzando quelle realtà marginali in cui sono rimaste
attive tradizioni e tecniche di interesse culturale. Tra esse è la produzione del carbone
vegetale con il metodo della “carbonaia”, storicamente molto diffusa nelle aree
forestali italiane, ma oggi pressoché estinta. In Calabria, essa sopravvive nel
comprensorio delle Serre vibonesi, in un’area dalla marcata vocazione forestale, con
boschi storici di assoluto pregio, per secoli di proprietà della Certosa di Serra S.
Bruno. Molti sono i motivi di interesse scientifico, culturale e turistico che qui
connotano le carbonaie. La produzione di carbone vegetale, condotta da imprese
specializzate, qui rappresenta ancora un’attività economicamente significativa, benché
oggi sia in difficoltà nel sostenere la concorrenza di prodotti esteri a più basso costo. Si
pone, inoltre, il problema della coesistenza compatibile della specifica attività
produttiva e degli obiettivi di tutela ambientale. Nel presente lavoro si definiscono
strumenti di interpretazione e ipotesi di fruizione dei luoghi delle carbonaie e del
paesaggio forestale, incentrandoli sul connubio tra turismo giovanile ed educazione
ambientale. Elementi focali ne sono alcuni percorsi e infrastrutture fruitive che
rapportano l’attività produttiva e i manufatti specifici in cui si estrinseca al più
complesso patrimonio culturale e ambientale: il sistema forestale, gli insediamenti
monastici, l’archeologia industriale, il sistema legno-acqua.
Parole chiave: educazione ambientale, paesaggio forestale, carbonaie.
1 INTRODUZIONE E POSIZIONE DEL PROBLEMA
L’analisi e la caratterizzazione del paesaggio costituiscono gli elementi prodromici
per la sua interpretazione e valorizzazione anche in ottica turistica. La definizione di
infrastrutture per la fruizione integrata dello spazio rurale e dei luoghi del lavoro è
sempre più diffusa anche nelle aree protette con numerose esperienze in varie parti del
mondo. Recentemente, i luoghi del lavoro rurale sono diventati oggetto di interesse
specifico dell’Educazione Ambientale nelle aree protette e forestali. Proprio nelle aree
forestali italiane un’attività tradizionale quasi del tutto scomparsa, ancorché
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
storicamente molto diffusa, è quella della costruzione e gestione delle carbonaie per la
produzione del carbone vegetale. Essa sopravvive in modo rilevante, offrendo molti
motivi di interesse scientifico, culturale e turistico nel comprensorio di Serra S. Bruno
in Calabria (fig. 1). Questo è stato prescelto come area di studio del presente lavoro di
ricerca e ancora vi operano cinque imprese specializzate nella produzione di carbone
con tecniche tradizionali. Ai fini dell’Educazione Ambientale, in particolare per quanto
concerne le le tematiche dell’uso sostenibile delle risorse e della produzione di energia
nelle aree di pregio ambientale, qui le carbonaie possono rappresentare l’anello di
collegamento tra gli aspetti produttivi e gli aspetti ambientali che insieme connotano il
patrimonio forestale, nonché porsi come elementi principali di attrattiva per lo sviluppo
di un turismo giovanile nei luoghi del lavoro forestale.
2 OBIETTIVI E METODO
Per le finalità sopra accennate, come obiettivi generali della ricerca sono stati assunti
l’identificazione, la caratterizzazione, l’interpretazione, la valorizzazione e la messa in
rete delle risorse del paesaggio forestale del comprensorio delle Serre. Come tema
centrale si è scelto quello della risorsa territoriale “carbonaia”, collegandolo ad altri
temi riferibili alla locale tradizione monastica e al sistema legno-acqua. Il patrimonio
forestale è stato inteso sia come “ecosistema bosco”, nel suo insieme di risorsa
complessa e di rilevante interesse naturalistico, sia come ambito localizzativo di attività
umane che storicamente se ne sono avvantaggiate tessendovi una fitta trama di segni
territoriali, tra cui sono molti monumenti di archeologia industriale: mulini ad acqua,
ferriere, cartiere, centrali idroelettriche. Innestando l’esperienza fruitiva e di visita in
itinerari consolidati, quali sono quelli legati al turismo religioso e culturale, e
supportandola con l’individuazione di nuovi itinerari e la definizione di specifiche
infrastrutture e attrezzature territoriali, si è cercato di valorizzare quelle risorse e attività
forestali che diffusamente interessano la vita della popolazione e che oggi appaiono
marginali. Per esse la valorizzazione turistica, condotta secondo forme fruitive
rispettose della cultura e delle identità locali, può costituire occasione di rivitalizzazione
e determinare strutture e reti di cooperazione all’interno della stessa comunità locale.
3 L’AREA DI STUDIO
Le Serre vibonesi geomorfologicamente sono costituite da due catene montuose con
andamento quasi parallelo in direzione Nord-Sud e confinanti, a Nord con il massiccio
della Sila e a Sud con l’Aspromonte. In mezzo ai due massicci sono inserite le alti valli
dei bacini delle fiumare Ancinale e Allaro, le conche dello Stilaro, la conca della
Lacina1. Il comprensorio delle Serre è profondante inciso dall’azione modellante di
numerose fiumare la cui portata è per buona parte dell’anno molto elevata; sfociano a
Ovest nel Mar Tirreno e a Est nel Mar Ionio, generando salti d’acqua a volte
spettacolari come nel caso delle cascate del Marmarico il cui salto è di circa 110 m, tra i
più alti in Italia. È un territorio dall’elevato valore ambientale, grazie alle peculiarità
naturalistiche (floristiche, faunistiche e vegetazionali ma anche geologiche e
geomorfologiche) e storico-architettoniche (fig. 1).
1
Oggi è un lago di origine artificiale, in via di riempimento, per via dello sbarramento della fiumara
Alaca che qui si origina.
Infrastrutture per l’educazione ambientale e valorizzazione del paesaggio delle carbonaie in un’area…
Figura 1. Inquadramento territoriale con mappatura delle risorse territoriali – distinte per
categoria - del comprensorio delle Serre vibonesi. La mappa mostra anche la localizzazione del
Centro interpretativo e di educazione ambientale dell’ecomuseo del legno e dell’acqua di Serra S.
Bruno, proposto nel presente lavoro.
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
I rilievi montuosi sono coperti da vasti boschi, a dominanza di faggio e abete bianco,
che si annoverano tra i complessi forestali più importanti del Meridione. Come in altre
parti d’Italia, la presenza monastica2 ne ha garantito la sopravvivenza nel corso dei
secoli, preservandoli dalla distruzione che ha interessato gran parte del patrimonio
boschivo calabrese tra il XVIII e il XIX secolo. Molto significative sono le risorse di
archeologia industriale legate all’acqua e al bosco, le più importanti delle quali di epoca
borbonica. Di rilevante interesse sono i luoghi di culto monastico di rito cattolico,
certosino in particolare, e di rito greco-ortodosso, sviluppatisi particolarmente tra l’XI e
il XII secolo: a Serra S. Bruno sono presenti la Certosa e la tomba di San Bruno di
Colonia, fondatore dell'Ordine dei Certosini; a Bivongi si trova il monastero basiliano di
S. Giovanni Therestis nel quale, a partire dal 1994, sono tornati stabilmente i monaci del
Monte Athos. Nell’area, la tradizione monastica è stata depositaria della cultura
religiosa ma anche di quella tecnologica e i monasteri, nel corso dei secoli, hanno
irradiato cultura e civiltà.
L’alto valore ambientale dell’area vi ha giustificato negli anni la designazione di
numerose aree protette, la più estesa delle quali è il Parco Naturale Regionale delle
Serre (17.687 ha); è stato istituito con L.R. già nel 1990 ma solo a fine 2003 ne sono
stati approvati i confini3. Con D.M. del 1977 sono state istituite due Riserve Naturali
Biogenetiche Statali (RNS), “Marchesale” e “Cropani-Micone”4. Nel 1995 sono stati
designati cinque S.I.C. (Siti di Interesse Comunitario): Bosco Santa Maria, Marchesale,
Lacina, Bosco di Stilo-Bosco Archiforo, Vallata dello Stilaro.
Il bosco ha un ruolo molto importante nell’economia delle Serre, soprattutto nei
comuni di Serra S. Bruno e Fabrizia dove operano, rispettivamente, 30 e 14 imprese che
si occupano di selvicoltura ed utilizzazioni forestali. Nella sola Serra S. Bruno risultano
21 imprese che operano nell’industria del legno (esclusa la produzione di mobili).
Ai fini di una prima ricognizione delle potenzialità turistiche dell’area, è stata
condotta un’indagine sulla ricettività e i flussi turistici nel comune di Serra S. Bruno.
Qui si conta una presenza di circa 100.000 turisti l’anno, di cui circa 40.000 visitano il
Museo della Certosa e circa 5.000 si avvalgono del servizio informativo della pro loco.
L’affluenza maggiore è ad aprile e maggio, per la notevole presenza di scolaresche cui
si associa una significativa componente del turismo religioso proveniente dalla
Germania, in visita ai luoghi di San Bruno di Colonia. Proprio la presenza tedesca
genera un ulteriore picco di affluenza in autunno. Le potenzialità ricettive dell’area sono
in continua crescita, grazie soprattutto ad iniziative private sostenute con interventi
pubblici nel quadro dei finanziamenti con fondi comunitari di sostegno. Nel solo
comune di Serra S. Bruno la capacità ricettiva si attesta intorno a 180 posti letto. Si
registra la presenza di un numero significativo di case inoccupate (1285 nel 2001, pari
al 34,4% del totale), di cui una rilevante parte è affittata nei mesi estivi per il cosiddetto
2 Nel 1091 Ruggero il Normanno donò un’ampia porzione di territorio di questo comprensorio al monaco
Brunone di Hartenfaust di Colonia che vi fondò il Monastero di S. Stefano del Bosco, poi Certosa di Serra S.
Bruno. I boschi rimasero di proprietà dei monaci certosini fino alla soppressione napoleonica del 1806 che ne
assegnò la proprietà ai comuni di Serra S. Bruno, Spadola e Brognaturo; atto poi confermato dal governo
borbonico prima e da quello italiano poi.
3 Al nucleo principale, se ne aggiunge un secondo disgiunto da esso, la zona del Lago Angitola; è un’oasi di
protezione istituita nel 1975 e gestita dal WWF Italia. Il lago, di origine artificiale ed esteso 875 ha, è
dichiarato zona umida di valore internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar.
4
Gestite dall’ex Azienda di Stato delle Foreste Demaniali (ex A.S.F.D.), oggi dal Corpo Forestale dello Stato,
sono state proposte come aree S.I.C. nel 1995.
Infrastrutture per l’educazione ambientale e valorizzazione del paesaggio delle carbonaie in un’area…
“turismo di ritorno” e in minor misura per turismo esogeno (fig. 2). Una più fitta rete di
iniziative e attrezzature culturali rivolte al turismo scolastico e giovanile, anche in
chiave internazionale, aiuterebbe ad estendere il periodo di permanenza dei gruppi in
visita e a valorizzare in modo diffuso le risorse locali, favorendo un proficuo scambio
culturale tra la popolazione residente e i visitatori, soprattutto quelli appartenenti alle
fasce più giovani. Inoltre, essa potrebbe supportare forme di turismo locale a breve
raggio, finalizzate all’educazione ambientale, con una notevole ricaduta socio-culturale
sulla più ampia comunità regionale.
Figura 2. Numero di case secondo la tipologia di occupazione nel comune di Serra S. Bruno nel
periodo 1971-2001 (fonte: ISTAT).
Al riguardo, si registra uno specifico interesse dell’amministrazione locale verso la
riattivazione del patrimonio immobiliare inutilizzato o sottoutilizzato, gran parte
ricadente nel centro storico, privilegiandone il riuso come strutture di ospitalità
giovanile e favorendo un turismo culturale fondato sui valori della spiritualità e sulla
valorizzazione delle risorse naturalistiche e della biodiversità regionale. In tale disegno
si inquadra anche l’ospitalità che da qualche anno il Comune di Serra san Bruno offre
alla Facoltà di Agraria di Reggio Calabria per lo svolgimento di esperienze didattiche
guidate, esercitazione in bosco degli studenti e, più in generale, per lo studio e la
conoscenza del territorio e della cultura locale.
4 ARTICOLAZIONE
DELLA RETE DI INFRASTRUTTURE PROPOSTE PER L’EDUCAZIONE
AMBIENTALE E LA VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO DELLE CARBONAIE
Nella prima fase di lavoro si sono condotti il rilievo e la localizzazione delle risorse
presenti, quindi la loro catalogazione, caratterizzazione e georeferenziazione
nell’ambito di un GIS dedicato. Si è quindi definito lo schema fruitivo, la cui ossatura
principale è costituita da una serie di itinerari tematici. Questi sono stati organizzati
sulla base di aree di visita fruibili in un giorno alternando esperienze ed osservazioni
(statiche o dinamiche) in luoghi privilegiati e la percorrenza di vie stimolanti dal punto
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
di vista sensoriale e della comprensione del paesaggio. Gli itinerari sono stati strutturati
come circuiti chiusi, supportati da percorsi ad anello, variamente intersecati, in modo
da poter modulare la visita secondo le diverse connessioni tematiche e le diverse abilità
dei soggetti fruitori (Di Fazio et al., 2009).
Figura 3. Layout funzionale-distributivo per la progettazione del centro di interpretazione e per
l’educazione ambientale dell’ecomuseo del legno e dell’acqua delle Serre.
Per ciascun itinerario, sono state definite le caratteristiche tecniche e fruitive del
percorso anche al fine di verificarne il valore intrinseco e il grado accessibilità per le
varie fasce di utenza. I singoli itinerari di visita sono stati schematizzati sia dal punto di
vista logico-organizzativo sia da un punto di vista territoriale, anche sulla base di altre
esperienze specifiche (Hough, 1984; Dower et al., 1996; Di Fazio et al., 2005); il
sistema modulare degli itinerari interconnessi ha assunto come nodi di scambio e
connessione alcuni centri di visita tematici, raccordati ad un centro interpretativo e di
Infrastrutture per l’educazione ambientale e valorizzazione del paesaggio delle carbonaie in un’area…
visita principale. Per quest’ultimo, è stato definito il layout metaprogettuale
distributivo-funzionale di riferimento (fig. 3). Il centro è articolato secondo cinque aree
funzionali principali, distinte ma integrate: spazi espositivi e seminariali, spazi per
l’apprendimento attivo, spazi per il personale, servizi al pubblico. Gli spazi didattici e
per l’apprendimento sono stati articolati in aule multimediali e laboratori, prevedendo
anche spazi esterni attrezzati che ne costituiscono una naturale estensione. Analogo
criterio è stato adottato per gli spazi espositivi. Sia questi ultimi sia gli spazi utilizzati
dal personale tecnico-scientifico possono avvalersi di spazi-cerniera che li collegano
agli spazi per la didattica e l’apprendimento attivo, riflettendo così in una connessione
fisica la naturale interdipendenza tra attività di ricerca, educazione-apprendimento,
socializzazione e ricreazione. Inoltre, il centro “apre” al territorio, essendo
simbolicamente e fisicamente connesso ai percorsi che sviluppano gli itinerari tematici.
Il layout può trovare espressione fisica in un singolo edificio o nell’articolazione di
più edifici corrispondenti alle specializzazioni funzionali sopra individuate. In
quest’ultimo caso sarà auspicabile un intervento mirante al recupero di fabbricati storici
e tradizionali inutilizzati, diversi dei quali sono sparsi in aree di pregio ambientale
(Bonfanti et al., 1996). Detti fabbricati, comunque da assoggettare a preliminari
verifiche di attitudine al riuso (funzionale e tecnico-costruttiva), possono utilmente
dimostrare la tecnologia e gli impieghi del legno locale, essendo stata per secoli proprio
la produzione di legnami da costruzione una delle principale attività economiche
dell’area. Tra i fabbricati già esistenti andrebbero privilegiati quelli che meglio possono
favorire e stimolare l’esperienza educativa grazie a proprie intrinseche caratteristiche,
quali: il valore simbolico, l’integrazione storica nel sito, il rapporto stabilito con il
paesaggio, l’uso sensibile delle risorse locali, l’accessibilità e l’interconnessione con la
rete infrastrutturale e le altre risorse del bosco. Lo schema di fruizione spaziale del
territorio è stato associato a uno schema di distribuzione temporale delle attività,
secondo i diversi cicli stagionali caratterizzanti gli ambiti naturali di esperienza e
tenendo conto delle esigenze di un’utenza prevalentemente giovanile e scolastica. Il
calendario delle attività di fruizione (fig. 4) è stato articolato distinguendole per tipo
(Itinerari tematici; Esperienze; Corsi, eventi e manifestazioni) e secondo i quattro temiguida principali (Acqua, Bosco, Carbonaie e Archeologia industriale). Per ciascuno di
essi e per i cinque itinerari tematici definiti, il visitatore trova organizzate le sezioni di
visita; per ciascuno degli itinerari tematici previsti sono stati redatti strumenti per
l’interpretazione delle risorse (Di Fazio et al., 2009). Nel caso della valorizzazione delle
carbonaie, ad esempio, la visita ai siti produttivi prevede la possibilità di trovarsi in
rapporto semplice e immediato con le risorse del bosco e le loro utilizzazioni, assistendo
alla costruzione e attivazione della carbonaia. Nei siti, infatti, sono presenti più
carbonaie attive, la cui costruzione è leggermente sfasata nel tempo, sì che i diversi
stadi realizzativi sono contemporaneamente osservabili (fig.5). In piccolo, tale
costruzione può essere replicata in uno spazio laboratoriale con la guida degli artigiani.
Agli usi del carbone vegetale si riferiscono sessioni specifiche di esperienze ricreative
ed artistico-espressive (cucinare col carbone, disegnare a carboncino le carbonaie e il
paesaggio, ecc.) che aiutano a fissare nei ragazzi la memoria delle osservazioni svolte.
Inoltre la visita delle carbonaie può facilmente connettersi a quella dei siti dell’industria
metallurgica storica, che necessitava del carbone vegetale quale combustibile ad alto
potere calorifico da impiegare per raggiungere le temperature di fusione dei metalli.
Infine, è importante dare spazio ad attività legate all’interpretazione degli stili di vita
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
storici e attuali dei carbonai, attraverso la conoscenza delle specifiche espressioni
culturali (le capanne, i racconti e i proverbi, mostre di fotografie storiche, ecc.); ciò può
avvenire anche favorendo la testimonianza diretta dei carbonai o di personalità locali.
5 DISCUSSIONI CONCLUSIVE
Il presente contributo ha mostrato un esempio di valorizzazione di un’area forestale
di pregio evidenziandone il carattere multifunzionale, quale luogo produttivo, ambito
privilegiato di tutela dell’ambiente e sede di attività culturali e ricreative. La proposta,
rivolta allo sviluppo di esperienze di educazione ambientale e alla dotazione del
territorio con infrastrutture e attrezzature in grado di supportarle adeguatamente, rivela
le peculiarità del paesaggio, in quanto espressione dinamica del rapporto uomo-natura, e
mira a confermare la reciproca imprescindibilità e la necessità di un’equilibrata
integrazione tra le sue molteplici funzioni. Il lavoro svolto si inserisce in una più ampia
ricerca per la definizione di un Ecomuseo dell’Acqua e del Legno nel comprensorio
delle Serre Vibonesi. L’Ecomuseo dovrebbe favorire ulteriormente l’aspetto
partecipativo e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali diffusi, nonché della
specifica identità locale. Base di partenza è la valorizzazione delle risorse territoriali
legate al binomio natura-spiritualità, di cui il presente lavoro ha costituito la fase
preliminare con la ricognizione puntuale delle risorse legate al patrimonio e al
paesaggio forestale, la loro interpretazione e l’articolazione strategica di itinerari per la
loro interconnessione e fruizione integrata.
BIBLIOGRAFIA
Bonfanti P., Sichenze S. & Sigura M., The re-utilization of rural buildings as Centres of
Environmental Education, International Seminar of the Second Technical Section of CIGR on
“New uses for Old Rural Buildings in the Context of Landscape Planning”, Piacenza, Italy, vol. 1,
pp. 159-164.
Di Fazio, S., Laudari, L., & Modica, G., Heritage itineraries and tourism valorisation of the
forestry landscape in the Serra san Bruno district (Calabria, Italy), XXXIII CIOSTA-CIGR V
Conference on “Technology and management to ensure sustainable agriculture, agro-systems,
forestry and safety”, Reggio Calabria (Italy), 2009.
Di Fazio, S., Cilona, R. & Lamberto, L., Itinerari integrati per la valorizzazione delle costruzioni e
del paesaggio della pastorizia in un’area dei Nebrodi. In: Agostini and Serra (eds) Proceedings of
international Workshop of RURALIA “La tutela dell'architettura rurale nell'evoluzione del
sistema produttivo”, Florence, 2005, pp. 435- 451.
Dower, M., Papageorgiou, F. & Tziallas G., Tourism planning, Heritage trails: Rural
regeneration through tourism, Manual produced by ECOTOURISM ltd., ECOVAST, Prisma,
1996, pp. 9-16.
Hough, M., Environmental education and forest management in Ontario, Canada, Land
conservation and development – Examples of Land-Use Planning Projects and Programs, eds F.
Steiner & H. van Lier (eds), Elsevier, 1984, pp. 375-404.
Maggi, M. & Falletti, V., Ecomuseums in Europe. What they are and what they can be, IRES /
Regione Piemonte, Torino, Italy, Working paper no. 137, 2000.
Nota. Ricerca svolta nell’ambito del programma MIUR PRIN-Cofin 2007XPJC58_005. Il
contributo degli Autori è paritetico in ogni aspetto. Si ringraziano la Pro loco e il Museo della
Certosa di Serra S. Bruno per i dati forniti e la collaborazione.
Infrastrutture per l’educazione ambientale e valorizzazione del paesaggio delle carbonaie in un’area…
Figura 4. Calendario delle attività previste, raggruppate secondo i quattro temi-guida definiti e
distinte per tipologia (■ Itinerari tematici, ● Esperienze, ▲Corsi eventi e manifestazioni).
S. Di Fazio, L. Laudari, G. Modica
Figura 5. Distribuzione temporale e articolazione delle sue fasi caratteristiche del ciclo di
produzione del carbone vegetale più comunemente seguito nel comprensorio in esame.