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Direzione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero (CS) Telefono 0984 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Redazione di Reggio: via Cavour, 30 - Tel. 0965 818768 - Fax 0965 817687 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 I sindacati confermano lo sciopero: «Deludente l’incontro con Monti» Doppio incarico Foti è isolato Patto globale sul clima a Durban avvio nel 2020 Fini e Schifani: «Subito i tagli degli stipendi dei parlamentari» Gentile: «Scopelliti fa bene il suo lavoro» Il calabrese De Luca «Un danno le centrali a carbone» A. ILLIANO a pagina 10 R. MUOIO a pagina 6 alle pagine 4 e 5 La Camusso a Palazzo Chigi Lunedì 12 dicembre 2011 www.ilquotidianodellacalabria.it Il presidente della Conferenza Vittima un cassintegrato. Un’ora prima 3 colpi di pistola contro l’auto del titolare di una rosticceria Domenica di fuoco a Lamezia Operaio ferito davanti a un circolo ricreativo. Colpito di striscio un ragazzino A Reggio ordigno davanti alla casa di un imprenditore che ha denunciato un’estorsione DOMENICA di fuoco a Lamezia. Un operaio cassintegrato è stato ferito in un agguato mentre era davanti a un circolo ricreativo. Colpito di striscio un ragazzino che era all’interno. Un’ora prima tre colpi di pistola esplosi contro l’auto del titolare di una rosticceria. E a Reggio un ordigno è stato messo davanti alla casa di un imprenditore. F. PAPALIA e P. RETTURA alle pagine 8 e 9 Trasporti in Calabria Treni, la svolta della jonica Bregantini duro sui tagli a pagina 10 INSERTO SPORT - UN GIORNALE NEL GIORNALE La lettera Reggina, De Canio insidia Breda Serie D Eccellenza L’Hinterreggio ora vede il primato Pari per Interpiana e Valle Grecanica Gol e spettacolo nel 2-2 tra Gioiese e Palmese nel derby A Roccella è crisi Promozione Calcio Marina Gioiosa e Bocale solo 0-0 Il San Calogero passa a Cittanova Sei pagine su Prima Seconda e Terza categoria: i tabellini e tutti i commenti «La Casella un esempio per la Calabria» Angela Casella a pagina 8 Signora Angela grazie, sei stata un dono per noi di GIUSEPPE FIORINI MOROSINI* Roseto sbanca il PalaCalafiore Per la Viola vetta più lontana CARISSIMA famiglia Casella, Appena saputa la triste notizia della morte continua a pagina 8 Bivongi. Due ragazzi di 15 e 17 anni agivano insieme a un ventunenne. Nel mirino un commerciante Sombrero Torino UNA ragazza torinese di 16 anni ha detto di essere stata violentata da dei rom. Il giorno dopo è partita un'orda infuriata di centinaia di cittadini, per fare giustizia. Poi alcuni hanno preso a rovesciare tutto, dare fuoco al villaggio. Distrutte le capanne, si sono lanciati in una caccia all'uomo, per tutto il quartiere. Finché è accorso il fratello della ragazza, e ha svelato che la sorella si era inventato tutto, per nascondere una sua storia personale, con un italiano. La prossima volta non si fermeranno, non li bruceranno perché sono stupratori. Ma perché sono rom. Tentano l’estorsione, arrestati due minori DUE minorenni di Bivongi sono stati arrestati per aver tentato un’estorsione nei confronti di un commerciante. Con loro anche un ventunenne. FRANCESCO SORGIOVANNI a pagina 9 Reggio Morto in carcere il capoclan Labate a pagina 8 11212 9 771128 022007 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro ANNO 17 - N. 342 - € 1,20 Lunedì 12 dicembre 2011 Ambiente Trovato l’accordo in extremis alla diciassettesima conferenza mondiale svoltasi a Durban, in Sudafrica Patto globale sul clima dal 2020 Cammino in due tappe per salvare il pianeta: via libera nel 2015, operatività 5 anni dopo | LE REAZIONI | ROMA – E' partita da Durban la marcia del Pianeta verso un accordo globale salva-clima, ma il cammino per molti è «troppo» lungo per fermare la corsa del riscaldamento contro il quale la decisione presa in Sudafrica da 194 Paesi è “tiepida». Due le tappe: il 2015 per il via libera all’accordo, con gli impegni scritti nero su bianco, e il 2020 come data dalla quale deve avere inizio la sua operatività. Nel frattempo un Kyoto2 “prosciugato», ma comunque prolungato dal 2013 ad almeno il 2017, farà da «ponte» verso i nuovi obiettivi con Ue e pochi altri Paesi industrializzati, Norvegia, Svizzera e Australia. La 17/a Conferenza mondiale Onu sul clima, iniziata lo scorso 28 novembre nella città sudafricana, verrà anche ricordata per i negoziati più lunghi degli ultimi 20 anni di summit Onu sul clima. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon considera l’accordo «significativo» perché per la prima volta coinvolge tutto il mondo. L'accordo è stato raggiunto in extremis, quando in Sudafrica già albeggiava. Intorno alle 05.00, ora locale (le 04.00 in Italia) il martelletto della presidente sudafricana della conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha battuto l’approvazione dell’accordo chiudendo ufficialmente la conferenza. «Abbiamo fatto la storia», ha detto con una frase liberatoria accompagnata da un lungo applauso. Un risultato ottenuto, dicono i maligni, «per stanchezza», visto che la Conferenza sarebbe dovuta terminare venerdì 9 dicembre e si è prolungata fino alle prime ore di domenica 11. I più benevoli hanno invece sottolineato la caparbietà della presidenza sudafricana ma anche del Commissario Ue al clima, la danese Connie Hedegaard. Trattativa a oltranza, si era detto, e così è stato. Dietro l’angolo il serio rischio del totale fallimento che per molti è nascosto nel tempo troppo diluito che ha dato ragione agli Usa e alle nuove e forti economie come la Cina. Sta di fatto che l’approvazione è avvenuta in un’atmosfera di smobilitazione, con ministri e delegati, soprattutto dei paesi più poveri costretti a lasciare Durban per motivi di volo. Per l’Europa, e soprattutto l’Italia, la Conferenza di Durban, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, offre “la possibilità di costituire la ‘piattaforma’ per lo sviluppo con le grandi economie emergenti: Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica». Ora occorre dare seguito all’accordo «nelle politiche nazionali del nostro Paese» partendo dalla revisione del piano nazionale delle emissioni «che presenterò al Cipe entro il 15 gennaio prossimo» e dal «pieno appoggio alla rapida approvazione delle direttive europee su efficienza e fiscalità energetica». Per quanto riguarda le decisioni, nella cosiddetta “piattaforma di Durban” si definiscono i termini del cammino globale contro il riscaldamento, che vede per la prima volta affiancati Paesi industrializzati e nuove economie (finora riconosciute nel novero dei Paesi in via di Sviluppo), mentre il 'pacchetto Durban' contiene la decisione della Conferenza per il mandato all’accordo; la definizione del gruppo di lavoro che, già a partire dal 2012, è chiamato a delineare i termini del patto globale con «urgenza» e «alzando il livello di riduzione» delle emissioni; il prolungamento del Protocollo di Kyoto; le regole per il Fondo Verde da 100 miliardi di dollari al 2020 in aiuto dei paesi in via di sviluppo per azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. La delusione degli ambientalisti «I mandati di pochi leader politici hanno avuto un peso maggiore delle preoccupazioni di milioni di persone» ROMA – Si potrebbe dire hanno vinto tutti per dire non ha vinto nessuno. I risultati della 17/a Conferenza mondiale Onu sul clima che si è chiusa nelle prime ore di ieri mattina a Durban, in Sudafrica, vengono letti dai commentatori con messaggi contrapposti. L'accordo per la roadmap per il clima «è una svolta storica», scrivono Commissione e Consiglio Ue in una nota congiunta. «Dopo due settimane di negoziati – dice l’Ue – le 195 componenti della Convenzione Onu sul clima hanno concordato su una roadmap proposta dalla Ue per preparare il quadro legale per l’azione sul clima comune a tutti i Paesi del mondo a partire dal 2015». Entusiastico anche il commento di Marcin Korolec, ministro dell’ambiente della Polonia, il Paese che detiene la presidenza di turno dell’Unione: «Questo – afferma – è un momento paragonabile, se non anche superiore, a quello del successo della prima Conferenza, la Cop1, nel '95 quando, con il Mandato di Berlino, si arrivò all’unico accordo legalmente vincolante noto come Protocollo di Kyoto». Per Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione Onu, «è stato soddisfatto uno scopo comune» mentre per il capo dei negoziatori Usa, Todd Stern, alla fine è tutto è terminato «abbastanza bene». «Abbiamo ottenuto il tipo di simmetria sulla quale eravamo concentrati dall’inizio dell’amministrazione Obama», sottolinea. Per l’ambasciatore brasiliano, Luiz Alberto Fi- gueiredo, è stato raggiunto «un risultato robusto, un ottimo testo di una nuova fase nella lotta internazionale contro il cambiamento climatico». Critiche arrivano da alcune associazioni ambientaliste. Secondo Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International «il regime climatico globale è nulla più di un accordo volontario che fa perdere un decennio. Questo potrebbe portarci oltre la soglia di due gradi in cui si passa dal pericolo alla catastrofe potenziale». Per la responsabile Policy Clima ed Energia del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla, che ha seguito i lavori a Durban, «i governi hanno fatto il minimo indispensabile per portare avanti i negoziati». L’esperta del Wwf rileva che «la scienza ci dice che dobbiamo agire subito, perché gli eventi meteorologici estremi, la siccità e le ondate di caldo causate dal cambiamento climatico peggioreranno. Ma oggi è chiaro – aggiunge –che i mandati di pochi leader politici hanno avuto un peso maggiore delle preoccupazioni di milioni di persone, mettendo a rischio le persone e il mondo naturale da cui le nostre vite dipendono». Per Legambiente a Durban è stato fatto un passo importante ma restano irrisolte questioni di primo piano, come il divario tra gli attuali impegni di riduzione delle emissioni e quelli necessari per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi. Secondo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, «a Durban non è stata fatta morire la speranza ma i governi hanno dimostrato che l’emergenza climatica non rappresenta una vera priorità planetaria». Il presidente della Conferenza sul clima L’intervista. L’ambientalista calabrese Egidio De Luca, presidente italiano di Trio e Salute «Le centrali a carbone sarebbero un danno» di RINO MUOIO «UN passo in avanti? Forse si, ma non credo ci sia molto da essere soddisfatti. Ancora una volta i paesi più industrializzati del mondo hanno dimostrato la loro insensibilità». A commentare la risoluzione finale di Durban è il Egidio De Luca, esperto ambientalista, per anni membro della commissione di valutazione investimenti per la gestione degli interventi ambientali del ministero dell'Ambiente e ora presidente italiano di Trio e Salute, l'organizzazione internazionale (con una sede anche in Calabria) che si occupa da vent'anni di patologie gravi e trapianti, e da qualche tempo ha rivolto gli occhi anche sulnesso trapatologie importanti e inquinamento ambientale. De Luca, calabrese trapiantato a Roma, ha seguito attraverso la sua organizzazione i lavori della diciassettesima conferenza mondiale sull'ambiente. -Quali i risultati della conferenza ? «La conferenza si e' conclusa con il via libera ad una intesa mondiale salva-clima da stilare entro il 2015 con un gruppo di lavoro ad hoc, al fine di mantenere sotto i 2 gradi l'aumento della temperatura globale quale limite per non arrivare a effetti catastrofici mondiali di non ritorno. Poi un accordo su Kyoto 2 dopo il 2012 che riguardera' solo Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone Russia e Canada (gli Usa non lo hanno mai approvato) hanno annunciato il loro no al rinnovo del protocollo». -Come giudica la risoluzione finale che sembra, dunque, posticipare gli interventi al 2015? «Purtroppo per molte organizzazioni, compresa quella alla quale appartengo, la risoluzione finale non soddisfa pienamente le attese, perché non ha realizzato gli obiettivi e si porta dietro la solita insensibilita' dei paesi piu' industrializzati a non voler posporre gli interessi economici propri al rispetto dell' ambiente e alla tutela della salute del mondo. Non a caso i paesi che contano meno sul panorama economico e quindi politico internazionale, rimangono apertamente contrari alle decisioni assunte, peraltro nelle ultime ore della conferenza. Forse la cosa più incoraggiante è il via libero all' operativita' di un Fondo Verde di 100 miliardi di dollari per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale». -Cosa invece vi aspettavate ? «A Durban i grandi della terra erano riuniti per discutere dei cambiamenti climatici globali e cercare di raggiungere un accordo vincente sulla limitazione delle emissioni serra e dei loro effetti presenti e futuri nelle varie regioni del mondo. Inquinamento atmosferico e marino,incendi, deforestazione, perdita di biodervisità, scioglimento dei ghiacci,eventi metereologici estremi, tutti gli ecosistemi sono messi in serio pericolo. Vi era la necessità di una reale presa di coscienza del disastro ecologico incombente perchè alla base di tutto c'è il nostro stile di vita. La situazione richiedeva, pertanto, un intervento deciso e rapidissimo per evitare che gli effetti del Global Warming di cui abbiamo avuto recenti dimostrazioni in Liguria, Sicilia e nella nostra Calabria, diventino sempre più devastanti. Per contenere con una certa efficacia l'aumento della temperatura atmosferica entro i 2 gradi centigradi e quindi ridurre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera non si possono aspettare altri quattro anni. Ma la questione è soprattutto politica. Le notizie pervenutemi ieri dai delegati della mia organizzazione a Durban parlano di un’ amministrazione Obama, quella della promessa "green devolution" che non ha mai approvato il trattato, che ora ha fatto eliminare dalla bozza di accordo un testosugli interventidimitigazione per proteggere i Egidio De Luca popolipiùa rischiodievenche per i danni irrimediabili che i reti climatici disastrosi. Il nostro Paese, dal suo canto, no- sidui della combustione andrebbero nostante la presenza del ministro a generare con la emissione nell'atClini, che ha anche formulato una mosfera di ossidi di zolfo, azoto, idroproposta molto interessante quan- carburi, particolato che si disperdodo ha affermato che “abbiamo biso- no nell'ambiente circostante ed ingno di sviluppare una innovazione quinano l'aria, i fiumi, il sottosuolo, i tecnologica per promuovere nuove suoi prodotti, gli animali che se ne tecnologie verso la decarbonizzazio- nutrono ,le nostre tavole ed infine i ne delle nostre economie, non ha an- nostri polmoni,il nostro fegato, il nostro sistema immunitario. Certacora una strategia globale». mente tutte le Associazioni Ambien-Un problema anche calabrese «Sì, ne abbiamo un chiaro esempio taliste calabresi ed i Comitati,e noi anche nella nostra regione. Ho per primi resisteremo fino allo streespresso un forte dissenso sulla riat- mo per evitare che questo avvenga tivazione delle due centrali a carbo- cosi come ci proponiamo di fare per il ne di Rossano Calabro e e Saline Joni- disastro ecologico del fiume Oliva». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 6 Primo piano Caccia ai ricercati Così vivono i boss della mafia costretti a lunghi periodi di latitanza ’Ndrine, tre metri sotto terra Il capo dei Casalesi ha mutuato dai clan calabresi l’arte del nascondersi nel sottosuolo Il covo della “mamma” Il fortino di contrada Porticato Il bunker del “lupo solitario” NELLE viscere di Ardore la Squadra mobile di Reggio Calabria scovò ed arresto Antonio Pelle “la mamma”: uno dei vertici della cosca di San Luca. CONTRADA Porticato a Marina di Gioiosa Jonica è un vero e proprio fortino della cosca Aquino. Una accanto all’altra sorgono le case dei fratelli e sotto le abitazioni sono strati trovati diversi covi. SOTTO terra come le talpe ha vissuto molto tempo anche il “lupo solitario”. Gregorio Bellocco, infatti, si nascondeva sotto terra dentro rifugi realizzati all’interno di container metallici. di GIOVANNI VERDUCI SIDERNO - Boss sotto terra come le talpe per sfuggire ai segugi delle forze dell’ordine. L’arresto di Michele Zagaria, padrino alla macchia da sedici anni, ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica le strategie dei vertici mafiosi nella loro partita giocata contro lo Stato. Michele “capastorta”, che con i calabresi era in affari da anni, viveva sotto cinque metri di terra. Il padrone della camorra casalese guidava gli affari milionari del gruppo criminale da divano o dal letto a una piazza e mezza del bunker sotterraneo scavato sotto il vano lavanderia di una villetta borghese di Casapesenna. La porta del suo covo era una parete di cemento che si spostava su due binari di acciaio, mossa da potenti motori elettrici comandanti a distanza. Nulla di nuovo o di particolare. In Calabria sono stati numerosi i ritrovamenti di bunker di questo tipo, diversi i boss - anche di prima grandezza - arrestati dentro comodi rifugi sotterranei. Veri e propri mini appartamenti con aria condizionata e televisore con parabola satel- litare, telecamere a circuito chiusoedanche bagnoecucina incorporati. Dentro quei covi di venti metri quadrati i latitanti della ‘ndrangheta hanno ricevuto i propri picciotti, dettato le regole della cosca e studiato le strategie economiche e criminali dei clan di appartenenza. Sotto terra, poi, le “primule rosse” della ‘ndrangheta hanno pasteggiato con caviale e champagne e intrattenuto rapporti amorosi con le proprie consorti. Hanno condotto una vita all’apparenza normale, ma dentro quattro mura circondate dall’umida terra e dalle radici degli ulivi. Sono tanti i nomi di spessore del panorama criminale italiano che, prima di Michele Zagaria, che sono stati costretti ad eleggere domicilio nelle viscere dei propri imperi criminali. Altrettanti quelli che sono stati tirati fuori dai propri rifugi con le manette ai polsi dalle forze dell’ordine di Reggio Calabria. Sotto terra si nascondeva Antonio Pelle “la mamma”: il padrino finito al centro dell’inchiesta sulla faida di San Luca che, dopo essere stato mandato agli arresti domiciliari per motivi di salute, è scappato dall’ospedale civile di Locri senza lasciare nessuna traccia. Dentro il bunker nelle campagne di Ardore c’era anche una piccola piantagione di canapa indiana per le esigenze personali del boss in fuga. A Marina di Gioiosa Jonica, poi, i carabinieri del Gruppo Locri hanno trovato una serie di covi con botola meccanica realizzati sotto le abitazioni della famiglia Aquino, nel cuore di contrada Portica- to. Per aprire la botola di accesso di uno di questi rifugi bastava spostare una lampada piazzata nel giardino di casa. Uno specialista dei bunker sotterranei, poi, è stato Gregorio Bellocco “il lupo solitario” che, nei terrazzamenti ricchi di kiweti della città di Rosarno, si era fatto costruire un appartamento in piena regola dentro un container metallico dotato di tutti i comfort. SIDERNO - Non sono stanze di alberghi “superior”, ma i covi dei boss spesso e volentieri sono pieni zeppi di comfort per rendere meno dura la permanenza dell’ospite nelle viscere della terra. Sovente gli investigatori della Squadra mobile o del comando provinciale dell’Arma di Reggio Calabria si sono trovati di fronte a stanze anonime, senza letti o cucine, approntate più per una fuga immediata in occasione di un controllo improvviso più che di una lunga permanenza: una sorta di “panic room” del boss mafioso, dove trascorre il tempo necessario a sfuggire all’arresto seduto su di una sedia o magari in piedi. Altre volte, invece, la sorpresa degli investigatori è stata grande nel trovarsi di fronte a veri e propri appartamenti realizzati sotto terra. Monolocali con tanto di cucina, bagno, impianto elettrico e di aerazione, all’interno dei quali il latitante può tranquillamente tenersi informato A MILETO | Una mucca tradì Bellocco L’arresto di Giuseppe Bellocco Dentro le “tane” disponibili tutti i comfort Piccoli artigiani assoldati dalle cosche per la realizzazione | I carabinieri smontano uno dei covi di Gregorio Bellocco dando un’occhiata alla televisione collegata ai canali satellitari o ospitare frugali cene, bagnate con il migliore champagne francese, insieme ai familiari più stretti o i picciotti più fidati. Quella di avere un bunker sotto casa, o nascosto fra gli uliveti calabresi, è da sempre un’esigenza avvertita dai boss in fuga dalla giustizia. Una necessità che deve essere assecondata a tutti i costi. La cosca, così, si trova costretta a ricorrere all’aiuto di quella parte della società calabrese vicina con la criminalità organizzata che si mette in moto allo schiocco di dita del padrino di turno. I bunker sotterranei, infatti, con tutta la loro struttura non nascono all’improvviso, ma possono essere costruiti da persone che hanno delle competenze specifiche. Non tutti, infatti, sono in grado di realizzare un impianto elettrico capace di fornire l’energia necessaria ad alimentare un monolocale sotterraneo o fare funzionare un motore elettrico utile per spostare la botola in cemento che nasconde l’ingresso del covo allo sguardo degli investigatori. In pochi sono in grado di costruire un impianto idrico capace di portare l’acqua corrente dentro il bunker di un latitante, di consentire il normale utilizzo della cucina o di un gabinetto. Pochi, infine, le persone pratiche di cemento armato e costruzioni edili tanto da realizzare senza troppi problemi una struttura inattaccabile dall’esterno. Di certo le cosche della criminalità organizzata hanno la forza di “comprare” i servigi di quegli artigiani del posto che non hanno la forza di voltare le spalle davanti alle richieste del “mammasantissima”di turno. Muratori, elettricisti o idraulici nei confronti dei quali, da tempo, si sono accese le luci degli investigatori reggini. gio.ve. SIDERNO - In una tana sotto terra si nascondeva anche Giuseppe Bellocco. Il potente e riverito boss di Rosarno aveva scelto una casolare di San Giovanni di Mileto per nascondersi e sfuggire alla cattura. Dentro il bunker Giuseppe Bellocco non ci passava solo la notte, ma riceveva le visite di chi gli chiedeva raccomandazioni e favori e raccoglieva le mazzette per l’ammodernamento della “Salerno-Reggio Calabria”. Il suo rifugio era stato costruito sotto la stalla del casolare di San Giovanni di Mileto, un vecchio rudere che apriva le sue finestre proprio sul nuovo tracciato dell’A3 nei pressi dello svincolo autostradale. La botola d’ingresso era stata realizzata sotto una delle mangiatoie per le mucche che, dentro quella stalla, ricevevano le cure del loro padrone. Proprio il nervosismo di uno di queste mucche ha tradito il boss. Dopo oltre due ore di perquisizione, con la stalla piena zeppa di carabinieri affannati in vane ricerche, uno degli animali non voleva avvicinarsi alla sua mangiatoia, men- tre gli altri compagni di stalla non si facevano problema di ficcare la testa dentro il fieno messo loro a disposizione. Il comportamento nervoso della mucca ha incuriosito uno dei carabinieri entrati in azione nel casolare di San Giovanni di Mileto. Il nervosismo dell’animale venne spiegato in pochi secondi. La mangiatoia, infatti, a differenza delle altre non era fissa, ma si muoveva in senso orario ed si apriva su di un cunicolo sotterraneo con tanto di scala di accesso. Sotto i piedi degli uomini del Raggruppamento operativo speciale di Reggio Calabria, all’epoca dei fatti coordinati dal colonnello Valerio Giardina, si apriva l’accesso ad un bunker in piena regola. Per stanare Giuseppe Bellocco i carabinieri usarono un fumogeno che sortì l’effetto sperato. Dopo pochi secondi, infatti, Giuseppe Bellocco uscì dal suo rifugio a mani alzate e urlando “fermi, fermi”, lasciando nel suo covo la libertà perduta e la mazzetta per gli appalti sulla A3. gio.ve. L’ingresso alla “tana” era sotto la mangiatoia E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Primo piano 7 Lunedì 12 dicembre 2011 Lunedì 12 dicembre 2011 24 ore in Calabria Lamezia. Un’ora prima erano stati sparati tre colpi di pistola contro l’auto del titolare di una rosticceria Ferito un operaio cassintegrato La vittima era davanti a un circolo ricreativo. Bimbo colpito di striscio a un piede di PASQUALINO RETTURA LAMEZIA TERME - Alle 15 tre colpi di pistola contro l’auto del titolare di una rosticceria di via dei Bizantini. Un’ora e mezza dopo, a circa 300 metri dalla rosticceria, un operaio edile cassaintegrato, incensurato, Pasquale Saladino, 58 anni, si trovava sul marciapiede davanti a un circolo ricreativo sempre di via dei Bizantini (quartiere Capizzaglie), quando gli si avvicinava forse un ragazzo a bordo di uno scooter che gli sparava contro 10 colpi di pistola calibro nove, colpendolo non in parti vitali ma alle gambe, ai piedi ed a un braccio. Un proiettile forse lo colpiva anche ad un fianco. Ma poteva andare peggio visto che un proiettile feriva di striscio alla pianta del piede sinistro anche un bambino di 14 anni che in quel momento si trovava al videogiochi all’interno del circolo ricreativo. Fortunatamente il bimbo non riportava altre conseguenze mentre l’operaio, che aveva perso molto sangue, veniva portato in ambulanza all’ospedale di Lamezia dove nella serata di ieri veniva sottoposto a intervento chirurgico. Sembra che contro l’operaio siano stati sparati, complessivamente, dieci colpi, cinque dei quali lo raggiungevano alle gambe e ad un piede. Le sue condizioni fino alla serata di ieri non sembravano gravi anche se i medici si riservavano la prognosi. Pomeriggio di fuoco, quindi, ieri al quartiere Capizzaglie prima con le pistolettate contro l’auto del titolare della rosticceria non molto distante dal luogo dove è rimasto ferito l’operaio un’ora e mezza dopo. In ogni caso, i due episodi - secondo gli investigatori del- LA VICENDA È morto a Padova il capoclan reggino Santo Labate Il luogo dove è stato sparato l’operaio incensurato la polizia di Stato di Lamezia Terme non dovrebbero essere collegati fra loro. E probabilmente chi ha sparato contro l’operaio non avrebbe avuto intenzione di ucciderlo. Un avvertimento? Su questo infatti stanno lavorando gli inquirenti, anche perchè alcuni mesi fa all’interno del circolo ricreativo era stata lanciata una testa di capretto. Un episodio quindi che gli inquirenti stanno cercando di inquadrare dal momento che Saladino era incensurato e non risulta vicino ad ambienti di 'ndrangheta. Per la la città comunque ieri è stata una domenica nera. «Il livello criminale in città è diventato assolutamente intollerabile», ha sottolineato in serata a tal proposito il procuratore della Repubblica di Lamezia , Salvatore Vitello. «In un solo giorno – aggiunge – ci sono state tre auto incendiate, l’esplosione di colpi di pistola contro una saracinesca, una rapina in un’abitazione ed un tentato omicidio con il ferimento di un ragazzino». «Da parte nostra – rimarca il procuratore – non arretreremo di un millimetro e cercheremo di profondere tutte le nostre energie per fronteggiare questo grave riflusso criminale. Vivere in queste condizioni è davvero difficile. Il ripetersi di fatti di violenza di tipo omicidiario, tra l’altro, fa pensare alla formazione di gang criminali che agiscono nell’ambito dei gruppi di criminalità organizzata, acquisendo anche una relativa autonomia». I sindaci della Locride scrivono alla famiglia Casella per ricordare Angela «Un esempio per la Calabria» La morte di Mamma Coraggio commuove cittadini e istituzioni di PINO ALBANESE CAULONIA - Non è stata mai dimenticata. Sarà ricordata per sempre. La morte di Angela Casella la “mamma coraggio” non lascia indifferenti i cittadini e le istituzioni democratiche della Locride. «Il coraggio di Angela Casella - dichiara Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia e presidente del comitato dei sindaci della Locride - è stato esempio per le donne e gli uomini di questo comprensorio e dell'intera Calabria. Ha contribuito con la sua determinazione e il suo coraggio, a mettere fine all'odiosa stagione dei sequestri di persona, ha provocato un risveglio di molte coscienze assopite, ha messo lo “Stato”, spesso sonnolente e, in alcuni casi, complice, dinanzi alle proprie responsabilità». Ammendolia ricorda a tutti che «la ndrangheta resta un dramma» soprattutto per le popolazioni che vivono in zone come la Locride, privi di infrastrutture e senza i servizi essenziali: «Nessuno come i calabresi, ed in particolare come i cittadini della Locride, si trova a soffrire per la presenza di questa oscura setta di delinquenti. La ndrangheta non nasce dal nulla, e nemmeno da una predisposizione genetica dei calabresi. Nasce dalle contraddizioni e dalle ingiustizie storiche che questa terra ha subito. Finirà - sostiene - il La protesta di Angela Casella nella piazza di Locri: era il 1988 giorno in cui sapremo costruire una società ed uno Stato più giusti e più vicini a tutti i cittadin. Questo noi, 42 sindaci della Locride, siamo impegnati a fare, pur consapevoli della dose di coraggio che richiede. Molti di noi ogni giorno si confrontano con la ndrangheta pur vivendo negli stessi paesi, frequentando gli stessi bar, guardandoli negli occhi e non è cosa facile». Per questo motivo l'esempio che ha dato Angela Casella di «ci dimostra che si può combattere la ndrangheta con di- gnità, con determinazione, sfidandola nei suoi anfratti più nascosti e non finiremo maidi ringraziarlae disentirla al nostro fianco nel nostro faticoso cammino per il riscatto. La nostra vicinanza al dolore della famiglia - termina Ilario Ammendolia - per la scomparsa di Angela non è solo partecipazione al lutto. A nome dei 140mila cittadini di questo nostro comprensorio vi chiediamo di sentirci vicini, di avvertire il nostro affetto, e soprattutto accettate il nostro immenso grazie». do in atto gravi rappredi FABIO PAPALIA saglie ai danni di sindaREGGIO CALABRIA - calisti e dirigenti. Nella stessa sentenza Santo Labate, uno dei boss della omonima co- il Gup, che aveva consca di ‘ndrangheta ope- dannato a 14 anni di rerante nella zona sud del clusione il fratello di capoluogo, è morto a Pa- Santo, Michele (ai due dova a causa di una ma- fratelli furono inflitte le pene più pesanti proprio lattia. Oggi all’alba si terran- in ragione del ruolo apino i funerali nella quar- cale sostenuto nell’impianto accusatorio), avetiere Modena. L’uomo, di 59 anni, era va condannato a 2 anni e ritenuto insieme ai fra- 4 mesi pure la moglie di telli, Michele, Pietro e Santo, Mirella De Maria, Antonino, capo indi- proprietaria di un esercizio comscusso merciale, dell’omonima “Di pane in ‘ndrina del pizza”, ubirione Gebbiocato in via ne. Proprio Torricelli con il nome Pescatori, del quartiere, per il quale l’operazione il giudice battezzata aveva di“Gebbione” sposto la condotta nel confisca. luglio 2007 Lo scorso dalla Polizia 6 luglio, di Stato e Santo Labacoordinata te il quale dal sostituto già soffriva procuratore del male che antimafia Santo Labate lo ha ucciso, Antonio De Bernardo, aveva visto fi- era stato tratto in arrenire in manette ben tren- sto dai carabinieri della taquattro persone, tra Stazione Rione Modena, cui lo stesso Santo Laba- diretta dal maresciallo capo Andrea Levi, per te. Per quell’accusa, nel evasione dagli arresti gennaio 2009 Santo La- domiciliari. L’uomo, infatti, godebate era stato condannato dal gup Daniele Cap- va dell’autorizzazione a puccio, nel rito abbrevia- recarsi presso il locale to, a 10 anni di reclusio- nosocomio per prestane. Secondo le risultanze zione sanitaria, ma dopo investigative, il clan La- un controllo in ospedale bate aveva imposto an- era stato intercettato dai che alle Officine Mecca- militari dell’Arma all’inniche Calabresi, azienda terno di un negozio di del gruppo Ansaldo- generi alimentari in via Breda costruzioni ferro- Sbarre Centrali, fuori viarie Spa, che produce dall’itinerario previsto, vagoni e carrozze, l’as- mentre era intento a fare sunzione di persone di la spesa con la propria propria fiducia, metten- moglie. Signora Angela grazie, sei stata un dono per tutti noi segue dalla prima della signora Angela, ho sentito forte in me l'impulso, come attuale Vescovo della Locride, ad esprimervi la mia cristiana solidarietà, ricordando la vostra cara defunta, che, qui, nella Locride, ha dato testimonianza di amore materno, di fede, di coraggio e di costanza. Spero proprio di non riaprire nei vostri cuori ferite, che forse il tempo ha già rimarginato, né tanto meno ricordare a noi della Locride momenti dolorosissimi della nostra storia, che vorremmo non fossero mai accaduti e sui quali fosse ormai posta una pietra tombale. Io personalmente ho accolto la signora Angela a Paola al Santuario di S. Francesco. Ero superiore della comunità ed eravamo riuniti in assemblea con altri frati per l'elezione dei nuovi superiori. L'accogliemmo oltre che in Chiesa, dove ha partecipato alla Santa Messa,anche nellanostra aulacapitolare per esprimerle il nostro incoraggiamento e assicurarla della nostra preghiera. Nella sua dolorosissima permanenza nella Locride 'madre coraggio' ebbe modo di sperimentare il vero cuore dei calabresi, umiliatoda unasparuta minoranza senza cuore e senza dignità. Seposso inquesto momentosostituirmi a loro, signora Angela, ti chiedo perdono per tutto quanto ti hanno fatto soffrire. Le nostre strade parlano ancora di te mentre stringevi altre mani di madri e di gente semplice, che ti esprimeva vicinanza sincera, mentre raccoglievi firme di solidarietà, mentre ti recavi in ogni luogo e posto ove potevi far risuonare a voce e con scritte, il tuo grido di madre, colpita nel cuore per il rapimento di un figlio. Dinanzi alla tua salma ti diciamo grazie, signora. Grazie per come ti sei saputa rapportare con noi calabresi, non facendo di ogni erba un fascio. Grazie per come hai dimostrato la grandezza diun cuoredimadre,che nonsiarrende. Grazieper latestimonianza didonna forte, che sopporta duri sacrifici per raggiungere il suo ideale. Grazie per il tuo sorriso che riuscivi ad esprimere, stringendo mani e cuori, nonostante le lacrime di dolore per quanto vivevi fossero amare, anche se spesso non apparivano. Grazie, infine, per la tua fede che generò in te quella speranza, che alla fine vinse la sua battaglia. Sei stata un dono grande non solo per la tua famiglia, ma per tutti noi. Ora ri- posafeliceein pacenellagloriadelParadiso, ove sicuramente hai già incontrato la Grande Madre, prototipo di ogni madre, la Vergine Maria, anche lei Madre coraggiosa sulla strada dolorosa del Figlio, prima di essere la Regina gloriosa. Prega per la nostra Locride, una terra che ti ha fatto soffrire molto, ma ti ha anche molto amata e ammirata. Chiedi per noi a Dio il dono di farci voltare definitivamente la pagina del nostro passato e continuare a percorrere un cammino di vita nuova, che siamo sicuri di avere già iniziato. A lei signor Luigi, a voi amati figli Carlo e Cesare, a voi tutti parenti la nostra cristiana solidarietà e la nostra preghiera. Giuseppe Fiorini Morosini * Vescovo di Locri-Gerace E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 8 BREVI ENTRA IN CASA DI UNA COPPIA A LAMEZIA HA COMPETENZA SU SICILIA E CALABRIA ALLARME DEI CARDIOLOGI PER LA CALABRIA Si traveste da suora e deruba anziani Insediato nuovo comandante dell’Arma Malattie del cuore prima causa di morte PER farsi aprire la porta senza suscitare sospetti, si è travestita da suora e dopo essere entrata in casa, ha picchiato una coppia di anziani impossessandosi dei pochi gioielli e della piccola somma di denaro che i due custodivano. È accaduto a Lamezia Terme. IL GENERALE di divisione Ermanno Meluccio si è insediato a Messina al comando interregionale Carabinieri «Culqualber», che ha competenza su Sicilia e Calabria. Succede al generale di Corpo d’armata Lucio Nobili, che lascia il servizio attivo dopo 45 anni di vita militare. LE malattie cardiovascolari sono ancora la prima causa di morte e ricovero per i calabresi, seguite dai tumori. L'allarme dal 72/mo congresso nazionale della Società italiana di cardiologia: in Calabria nel 2008 su 18.190 decessi ben 7.922 sono per malattie del sistema circolatorio. Esplosivo davanti alla casa di un imprenditore reggino già vittima di un attentato Lamezia Nel mirino dopo l’accusa Incendiate due auto ad agente carcerario Dalla sua denuncia l’arresto dei tre presunti autori di un’estorsione di FABIO PAPALIA REGGIO CALABRIA Hanno già tentato di ucciderlo, ha collaborato con la giustizia permettendo di arrestare i tre presunti autori di un tentativo di estorsione ai suoi idanni. La sera di sabato ignoti hanno compiuto un'intimidazione, l’ennesima, ai danni di un imprenditore reggino, Gaetano Caminiti di 54 anni. Sotto casa dell'imprenditore, a Pellaro, è stato fatto rinvenire un candelotto esplosivo, proprio vicino alla sua automobile. Inoltre, a rendere ancora più inquietante il messaggio, è stato posizionato anche un guanto in lattice e una cartuccia da fucile calibro 12 caricata a pallettoni. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volante, diretta dal vice questore aggiunto Giuseppe Pizzonia con la collaborazione del commissario capo Giuseppe Giliberti, mentre i rilievi sono stati eseguiti dagli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, diretta dal vice questore aggiunto Diego Trotta. Sull'accaduto sono state avviate indagini dalla Squadra Mobile, diretta dal primo dirigente Renato Cortese. Gaetano Caminiti è il titolare di una sala scommesse on line di Pellaro, scampato miracolosamente a un tentato omicidio la sera del 12 febbraio di quest’anno. Erano le 18.30 di sabato, quando l'imprenditore fu vittima di un agguato nei pressi dello svincolo di San Gregorio, mentre a bordo della sua utilitaria percorreva la Strada Statale 106 in direzione sud. Fu proprio la piccola Smart a rendergli la vita, con la sua scocca rinforzata nella parte posteriore, che ritenne i 5 proiettili che gli erano stati esplosi contro da due uomini col volto travisato dal casco in sella a una moto. Quattro proiettili rimasero conficcati nel supporto in plastica, ed uno nel vetro del lunotto posteriore. Da una ricostruzione della dinamica, si capì che il kil- ler aveva sparato per uccidere. Scampato miracolosamente alla morte, invece, l'uomo, incensurato, si recò alla Stazione Carabinieri di Pellaro. Pochi mesi dopo, all'alba del 21 luglio, i Carabinieri del Comando provinciale hanno fermato, su ordine emesso dalla Dda, tre persone, Gennaro Gennarini, Vincenzo Nettuno e Terenzio Minniti, ritenute contigue alla criminalità organizzata, per il reato di tentata estorsione aggravata. A dare l'avvio alle indagini sfociate nell'operazione Azzardo, è stata proprio la denuncia del titolare della sala scommesse, che ha svelato di essere stato vittima fin dal 1993 di altri episodi criminali. I militari dell’Arma hannno accertato il tentativo di estorsione ad opera dei tre fermati, che nel marzo precedente, presentandosi come parenti su incarico di storici appartenenti a cosche di 'ndrangheta del capoluogo, avrebbero tentato di imporre all'imprenditore l'utilizzo di un particolare software illegale per il gioco del poker on line. Al diniego di quest’ultimo, i tre avrebbero minacciato gravi ripercussioni da parte della 'ndrangheta per il mancato rispetto del diktat. Le stesse indagini avevano fatto luce sul progetto delle due cosche dei “Ficara-Latella” e dei “Ficareddi” per l'acquisizione diretta e indiretta di diverse sale scommesse, imponendo l'uso del software illegale, per ottenere forti guadagni da reimpiegare a sostegno delle organizzazioni criminali. Adesso spetta alle forze dell'ordine punire i responsabili dell'ennesima intimidazione, e soprattutto proteggere l'imprenditore di nuovo nel mirino della criminalità. Lamezia. Sei proiettili calibro 9 sparati alla saracinesca di un abbigliamento Colpi di pistola contro negozio in centro Le pistolettate contro la saracinesca LAMEZIA TERME - Sei colpi di pistola calibro 9 sono stati esplosi la scorsa notte contro un negozio di abbigliamento di via Adda. Un negozio di abbigliamento che da poco aveva aperto in questa via del centro. Secondo i primi accertamenti le pistolettate sarebbero state esplose intorno alle 1.30 della notte scorsa. Probabile che dietro questo episodio possa esserci la mano del racket. Potrebbe quindi essersi trattato di un’intimidazione a sco- Scoperta una banda che chiedeva denaro a un imprenditore di Bivongi po estorsivo ma su questo ancora gli investigatori non hanno certezza. Sembra che il titolare abbia dichiarato di non essere stati mai minacciato. Quello che è certo in ogni caso è che in città è stato un fine settimana nero visto che la stessa notte sono state incendiate due autovetture e nel pomeriggio di ieri c’è stato un agguato contro un operaio cassaintegrato ferito da nove colpi di pistola davanti un circolo ricreativo di via dei Bizantini nel quartiere Capizzaglie. Ne abusano in otto Violenza di gruppo su una escort Insieme a un ventunenne arrestati due ragazzi di 15 e 17 anni a Reggio Anche due minori per il pizzo di FRANCESCO SORGIOVANNI BIVONGI - Nella notte tra sabato e domenica i carabinieri della compagnia di Roccella Jonica, al comando del capitano Marco Comparato, hanno arrestato in flagranza di reato tre giovani, dei quali due minorenni, responsabili di una tentata estorsione nei confronti del gestore di una attività commerciale di Bivongi. E’ finito così in manette Rocco Nisticò, di 21 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine, insieme a due minorenni che erano con lui, S.D., di anni 15, e I.A.I, di anni 17, incensurati, tutti e tre residenti in distinte frazioni del comune di Stilo. I militari dell’Arma, li hanno arrestati mentre ritiravano i soldi e ora sono accusati di concorso in estorsione. Secondo la versione dei carabinieri, i tre giovani sono stati fermati, sabato sera, poco prima di mezzanotte,presso ilcampo sportivodi Bivongi, nel momento in cui stavano recuperando la busta contenente il denaro estorto alnegoziante. L’esborso della somma, alcune centinaia di euro, era stato richiesto tra- Rocco Nisticò, 21 anni mite una lettera scritta a penna, fatta recapitare il giorno prima direttamente al titolare dell’attività commerciale. Oltre alla somma da pagare venivanoindicate lemodalità di pagamento e il luogo dove doveva avvenire. Con tanto di minacce finali nei confronti della famiglia dell’operatore commerciale, in caso di inottemperanza. Solo che i carabinieri della stazione di Stilo hanno intercettato la richiesta dei novelli estorsori, e da qui si è messa in moto l’attività investigativa. Secondo quanto dichiarato dagli stessi militari, nessuna denuncia è stata presentata dalla parte offesa, al momento del ricevimento della lettera anonima, proprio per la paura di eventuali ritorsioni per come minacciato. Già nel pomeriggio di sabato i carabinieri della compagnia di Roccella Jonica e quelli della stazione di Stilo hanno predisposto un classico servizio cosiddetto di “appiattamento”, cioè l’appostamento sul luogo indicato dai malviventi per il ritiro della busta con il denaro. Un accorgimento spesso usato dai carabinieri per occultarsi, specie in zone boscose o campestri, allo scopo di sorprendere malviventi. I militari hanno atteso pazientemente per diverse ore al fine di bloccare in flagranza i malfattori. Verso le ore 23 vicino al campo sportivo di Bivongi è arrivata un’automobile di media cilindrata con tre persone a bordo. E quando sono scese due persone per andare a ritirare la busta nel punto stabilito, i carabinieri li hanno immediatamente bloc- cati e arrestati. Da una prima perquisizione nell’autovettura usata dai tre sono stati rinvenuti alcuni elementi che potrebbero rappresentare corpi di reato. Sono stati sequestrati due passamontagna, quattro paia di guanti di lattice e una pistola giocattolo. Per tutta la notte e fino alle prime ore di ieri sono proseguite le perquisizioni presso le abitazioni dei tre giovani, residenti con i propri genitori. Del fatto sono state subito informate la procura della Repubblica di Locri e quella presso il tribunale per i minorenni di ReggioCalabria. E’stato disposto l’arresto per tutti e tre. Il maggiorenne, Rocco Nisticò, è stato trasferito presso la casa circondariale di Locri, mentre i due minori sono stati portati presso il Centro di prima accoglienza di Reggio Calabria, dove rimarranno fino all’udienza di convalida. E dopoil fatto,il negozianteestorto ringrazia ma insiste a non raccapezzarsi di come i carabinieri siano venuti a conoscenza dellarichiesta estorsiva e continua a dichiararsi, comunque, ignaro di tutto. REGGIO CALABRIA - Aveva risposto alla chiamata di un cliente, ma è stata stuprata da otto giovani in una camera di un bed & breakfast nel centro di Reggio Calabria. Gli autori della violenza di età compresa tra i 18 e 22 anni, avrebbero abusato di un’accompagnatrice trentenne proveniente dall’est Europa. Lo stupro di gruppo, secondo quanto denunciato dalla vittima, sarebbe avvenuto la notte a cavallo tra sabato e domenica. La escort ha raccontato di essere stata contattata da un giovane reggino, il quale ha detto di chiamarsi “Carmelo”, prima tramite email e poi con il telefonino cellulare, e di avere fissato un appuntamento. Dopo il rapporto sessuale, al momento del pagamento, anziché consegnare alla giovane il denaro pattuito, il ragazzo avrebbe aperto la stanza della camera, dove sull’uscio c’era il branco in attesa, altri giovani. E in otto avrebbero costretto la giovane ad avere rapporti sessuali con tutti loro, per tutta la notte. Un'indagine è stata avviata dalla polizia dopo la denuncia della donna. f. p. LAMEZIA TERME Due auto incendiate una dopo l’altra. Non ci sono dubbi sulla matrice dolosa. In fiamme l’autovettura di un ispettore della polizia penitenziaria lametino in servizio al carcere di Vibo Valentia e quella della moglie. Le vetture (una Ford Focus ed una Fiat Cinquecento) erano parcheggiate nei pressi dell’abitazione dell’ispettore che lavora al carcere di Vibo dove qualche settimana fa i detenuti sottoposti a regime di alta sicurezza avevano attuato una protesta contro le restrizioni disposte nei loro confronti. Non si esclude quindi che l’episodio possa essere ricollegato a questa protesta dei detenuti. A tal proposito, Gennarino De Fazio (che ha dato notizia lui stesso dell’intimidazione) componente della direzione nazionale della Uil penitenziari ricorda che «non è il primo caso di intimidazione che sono costretti a subire i poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri calabresi». Per De Fazio «forse questo è il prezzo che paghiamo al nostro impegno in prima fila nel contrasto al crimine organizzato, che trova nel momento penitenziario un punto alto di questa battaglia per la legalità». E aggiunge: «non ci faremo intimidire e proseguiremo con analogo impegno ad affermare l'autorevolezza dello Stato all’interno dei penitenziari». De Fazio poi esprime al collega «i nostri più vivi sentimenti di solidarietà e vicinanza, nella certezza che questi vili atti intimidatori non potranno in alcun modo avere influenza sulla professionalità e sull'impegno che tutta la polizia penitenziaria di Vibo Valentia e dell’intera Calabria, profonde ogni giorno, sebbene in condizioni di estrema difficoltà operativa. Se poi c'è un nesso tra quella protesta e l’atto intimidatorio saranno le indagini a verificarlo». Un clima quindi non facile intorno alla polizia penitenziaria costretti quindi a lavorare in condizioni difficili, secondo appunto quanto sostiene lo stesso sindacato Uil penitenziari, che più volte fra l’altro ha denunciato la carenza di personale in Calabria a fronte pure di una situazioni critica nelle carceri calabresi a causa del sovraffollamento. p.re. Kn"Fktgvvqtg."kn"rgtuqpcng""fqegp/ vg."kn"rgtuqpcng"vgepkeq"cookpk/ uvtcvkxq" fgn" Fkrctvkogpvq" fk" Kp/ igipgtkc"ejkokec"g"fgk"ocvgtkcnk" fgnn闇Wpkxgtukv " fgnnc" Ecncdtkc." rctvgekrc"cn"rtqhqpfq"fqnqtg"fgn" Rtqhguuqtg"Hqtvwpcvq"Etgc"rgt" nc"rgtfkvc"fgn"ectq RCFTG Ctecxcecvc."33"fkegodtg"4233 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 9 24 ore Lunedì 12 dicembre 2011 24 ore Lunedì 12 dicembre 2011 Il nodo dei congressi e delle nomine agita il Pdl e Nitto Palma potrebbe guidare il partito in Campania Doppio incarico, Foti isolato Gentile contesta la tesi del deputato: «Scopelliti fa bene il suo lavoro» di ANDREANA ILLIANO REGGIO CALABRIA. Salgono le quotazioni del senatore Antonio Gentile, come possibile futuro coordinatore regionale del Pdl. Lui il parlamentare cosentinosi schieradalla parte del governatore Giuseppe Scopelliti che, dopo la circolare di Angelino Alfano, dovrà lasciare l’incarico di partito, ma solo dopo i congressi cittadini e provinciali. Lo scontro con il deputato Nino Foti (coordinatore provinciale del Pdl di Reggio) è frontale. Foti pensa che Scopelliti debba lasciare subito, prima dei congressi, il suo doppio ruolo. Gentile risponde al deputato di area forzista, ricorda di averlo rassicurato, in un incontro, a Roma. Dice pure che con loro a quell’incontro romano c’era Nitto Palma, già ministro, nome che era girato negli ambientiromani comepossibilecoordinatore calabrese, ma al quale potrebbe essergli offerta da Denis Verdini, a breve, la nomina di coordinatore regionale della Campania. Se Palma decide per la Campania, la Calabria potrebbe esserepiù facileda scalare. E il senatore ora non ha dubbi: «Mi rammarico per le dichiarazioni dell’amico Nino Foti circa la gestione del partito a livello regionale». Dice il parlamentare che è, ad oggi, vice coordinatore regionale del Pdl. Gentile dà la sua versione degli ultimi eventi: «Premetto di avere incontrato Foti, insieme al senatore Nitto Palma, a Palazzo Madama, proprio in Nino Foti e (a destra) Antonio Gentile questi giorni e di averlo rassicurato sull'andamento regolare della procedura congressuale che si svilupperà a gennaio con l’effettuazione dei congressi. Per questo sono ancora piu sorpreso dalle sue dichiarazioni che, peraltro, non fanno giustizia dei risultati ottenuti da Scopelliti e dall’intero partito, che non hanno eguali nel Paese. Risultati elettorali che hanno consentito di strappare al centrosinistra città e centri di storico radicamento e hanno riportato la coalizione di centrodestra alla guida della Regione». Foti, l’altro giorno, aveva annunciato che sarebbe stato assente alla prossima riunione di coordinamento regionale perché, a suo dire, di questi tempi non si può parlare di congressi provinciali se Scopelliti non fa un passo indietro. E per Foti la conduzione del partito regionale non può essere com’è. Si rammaricava pure il coordinatore provinciale di Reggio (pronto ad essere sostituito a dire il vero) di essere stato avvisato con un sms. Gentile aggiunge: «La nuova fase apertasi nella politica italiana, per certi versi anticipata dalle alleanze che abbiamo costruito in Calabria» e qui il riferimento è al laboratorio politico nato in Calabria con l’alleanza Pdl e Udc che Berlusconi guarda con interesse, ebbene tutto ciò a detta di Gentile: «richiede una partecipazione ancora maggiore dell’elettorato e la formula dei congressi corrisponde a questo bisogno: la volontà di poter esprimere discussioni dialettiche ampie sul futuro del Pdl e di scegliere gli organismi senza tutoraggi. Noi lavoreremo in questa direzione, nella certezza che l’onorevole Foti condivida che questo non significhi spaccare in due un partito che ha fatto della compattezza e dell’unitàle suearmipiuefficaci per conquistare i successi ottenuti. Correremmo il rischio di fare come i Saraceni, che in una famosa battaglia, non avendo più nemici, si combatterono e distrussero da soli». Già perché Foti aveva affermato che il Pdl calabrese è spaccato e resterà tale. Gentile non la pensa così. E se il deputato coordinatore provinciale pensava di avere una sponda nel senatore cosentino ora è chiaro che si sbagliava. Foti aveva pure detto che avrebbe preferito parlare ad una riunione di coordinamento regionale delle inchieste giudiziarie (il riferimento, neanche troppo velato, era all’arresto di Franco Morelli) e Gentile gli risponde: «Il Pdl è un partito garantista . In ogni caso, i fatti contestati riguardano questioni personali che non hanno corrispondenza con la vita delle istituzioni. Queste cose Foti le sa, cosi come ben conosce che fatti analoghi, in Calabria, nel Lazio, in Lombardia stanno riguardando eminenti esponenti del centrosinistra. Trattandosi, per rimanere alla Calabria, di fatti personali a nessuno è dato il diritto di accostarli a una Regione che sta facendo della legalità il suo modus operandi». Foti? Dice di non aver mai incontrato Nitto Palma con Gentile. Dopo l’annuncio dell’elettrificazione si comincia a pianificare: «Entro 12 mesi il progetto» Ferrovie, la svolta della linea jonica Stasi: «Diamo priorità al tratto Sibari-Crotone: ci collegherà al resto d’Italia» di MARINA VINCELLI BREGANTINI CROTONE - Da Sibari fino a Melito, finalmente verrà elettrificata la vetusta linea ferroviaria jonica. Dopo l’annuncio dato da Scopelliti sabato sera a Villa San Giovanni, lo ha confermato ieri la vice-presidente del consiglio regionale, Antonella Stasi, di ritorno dal vertice romano, presso il Ministero dello sviluppo economico. «E' un grande risultato - ha sottolineato Stasi - anzi è un risultato storico, che il governatore Scopelliti è riuscito ad ottenere, grazie ad una politica attenta. E grazie alla grande determinazione che ha portato anche ad uno scontro aperto tra il governatore ed Rfi (rete ferroviaria italiana)». All'incontro hanno partecipato i Antonella Stasi e un treno a gasolio lungo la linea jonica governatori delle regioni meridionali, insieme al ministro allo svilup- tà. Ritengo che bisognerà partire mo sull'elettrificazione della jonica, po economico, infrastrutture e tra- dalla tratta Sibari - Crotone, che con- ma gli sviluppi futuri potrebbero ansporti, Corrado Passera e al ministro sente di unire Calabria e Puglia. Ver- dare molto oltre, seriusciremo a proalla coesione territoriale Fabrizio rà anche elettrificata la Catanzaro grammare l'alta velocità anche sulla Barca, il direttore generale Rfi, ed i Lamezia, in modo da consentire la fascia jonica, che potenzialmente ofdirigenti. «Dall'esame della situazio- piena utilizzazione dello snodo lame- fre maggiori vantaggi della tirrenine dei trasporti su rete in Calabria - tino, da parte di un'utenza molto più ca, come hanno evidenziato i vertici ha spiegato Stasi - Rfi ha evidenziato vasta di quella attuale. Ora puntere- di Rfi». l'ottimo stato della linea ferroviaria tirrenica. Il governatore Scopelliti, da parte sua, ha illustrato invece il IL COMMENTO. Arriva la corrente elettrica, ma da dove si comincia? degrado in cui versa la linea ferrata jonica, una linea che storicamente ha connotato la cultura calabrese, essendo anche la linea più antica. Perciò - ha continuato la vice-presidente regionale - si è deciso di puntare sul versante meno avvantaggiato, quelga, «si tratta di un punto nevralgico di ANDREA GUALTIERI lo jonico appunto, per rilanciarlo. L' su cui esiste una necessità oggettielettrificazione della linea ionica è un ALL’INDOMANI dell’annuncio da- va ed assoluta di intervento». Come traguardo inseguito ormai da decen- to dal governatore Scopelliti, che dare ragione a uno e torto all’altra o ni edaverlo raggiunto,è ungrandis- accende per la linea ferrata jonica viceversa? Difficile se, come al solisimo risultato per tutta la regione». tra Sibari e Melito un futuro di cor- to, si procede a vista, aspettando un E così è stato siglato un accordo tra rente elettrica come nei Paesi civili, piano regionale dei trasporti che i ministri Passera, Barca ed il vice- dai due diversi estremi del versante sembra Godot. ministro Ciaccia con il governatore orientale della Calabria si trova su«Lascio poi pensare al lettore, coScopelliti ed i vertici di Rfi, che preve- bito il modo di proporre una versio- me dovessero stare in viaggio quelde la realizzazione degli studi di fatti- ne locale della manzoniana contesa le povere bestie» scriveva Manzoni. bilità per l'elettrificazione della ioni- tra capponi. Antonella Stasi, croto- Non si riferiva, lo scrittore, ai calaca e del progetto esecutivo, entro 12 nese, propone di iniziare i lavori da bresi alloggiati sugli indecenti tremesi. nord perché, afferma «ci si colle- ni che percorrono i binari regionali. «Scopelliti - afferma Stasi - ha mes- gherebbe alla Puglia». D’altra parte Ma a pensarci bene, c’è il rischio che so a disposizione 80 milioni di euro, Ilario Ammendolia, sindaco di Cau- anche della gente di quaggiù, come di fondi comunitari, per contribuire lonia, afferma: «Ovviamente rite- dei celebri pennuti, si potrà dire che alla realizzazione del primo lotto del- niamo che esistano tutte le condi- «s'ingegnavano a beccarsi l'uno l'elettrificazione della linea, che ver- zioni per iniziare i lavori dal tratto con l'altro, come accade troppo sorà stabilito dopo gli studi di fattibili- Melito-Monestarace» perché, spie- vente tra compagni di sventura». I calabresi in viaggio come i capponi S’ingegnano a beccarsi l’uno con l’altro «I tagli ai treni segno di iniquità» «L’ARCIVESCOVO Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per problemi sociali, giustizia, pace e lavoro, attualmente alla guida della diocesi di Campobasso-Bojano dopo tanti anni a Locri-Gerace ha espresso rammarico e preoccupazione per la decisione del ministero allo Sviluppo e ai trasporti, di sopprimere dal prossimo 12 dicembre alcuni treni notturni che collegano il Sud al Nord. «Come ci ha ricordato di recente il Papa - ha sostenuto il presule - il vero peccato sociale nasce quando non c'è più una politica che tutela i diritti e i bisogni della gente perchè si separa l’economia e il mercato dalla solidarietà». La posizione di Bregantini è ferma: «Non possiamo accettare che treni così indispensabili per la gente, per i lavoratori vengano cancellati definitivamente, perchè questo porterà soprattutto il Meridione d’Italia ad una ulteriore emarginazione e molti dipendenti perderanno il lavoro». L’arcivescovo, abituale passeggero dei treni che vanno dalle regioni del Sud fino all’estremo Nord, si chiede «dove sta la responsabilità e l’equità in queste decisioni di Governo» e soprattutto «si rischia di non tenere più conto del bene comune e di potenziare piuttosto l'inquinamento, la disoccupazione e la disparità NordSud?». «Dobbiamo tutti impegnarci di più – afferma il presule – in una operosità che sia quotidiana e a servizio dei cittadini, lasciandoci visitare dall’urgenza reale di una migliore qualità di vita per tutti». L’auspicio, per Bregantini, è che la Manovra evenga rivista e sanata e che tra le diocesi e le regioni, «che saranno private di questo vitale servizio ferroviario, ci sia più concertazione per mobilitarsi a difesa della reciprocità e della giustizia sociale». L’assessore provinciale Immigrati, Rao chiama in causa «altre istituzioni» di FRANCESCO PAPASIDERO ROSARNO – Nei giorni scorsi la rete “Radici” lo aveva definito «controverso», attaccandolo, di fatto, di scarso impegno (e insieme a lui, ovviamente, anche la Provincia di Reggio) per il “problema migranti” a Rosarno. Ieri la replica di Gaetano Rao, assessore provinciale con delega all’immigrazione. L’esponente del Pdl “bolla” le affermazioni di “Radici” come «offese gratuite», ed invita ad approcci sulla problematica un po’ meno «sinistri e propagandistici». Nelle intenzioni di Rao la volontà di precisare alcuni punti. «Non credo – sostiene - possa essere consentito a nessuno di confondere il mio atteggiamento di rispetto dei ruoli edellecompetenze dellealtreistituzioni con il disinteresse verso la problematica della immigrazione. Non è una mia prerogativa istituzionale quella di garantire l’esistenza di un adeguato livello di attenzione in materia di politiche sociali, il rispetto del diritto all’eguaglianza ed alla corretta integrazione sociale o, ancora com’è logico, che gli immigrati ricevano una adeguata assistenza sociale, sanitaria esiano messiincondizione diabitare ed i loro figli di frequentare le stesse scuole dei nostri e ricevere una adeguata istruzione». Secondo Rao, invece, la ricetta per porre un freno alle condizioni di disagio dei migrantes rosarnesi sta nel «rilancio del comparto agricolo ed agrumico- Gaetano Rao lo. Non basta garantire un tetto dove dormire, non basta garantire un pasto caldo, occorre sopratutto consentire all'immigrato di potere lavorare con dignità. Continuare a parlare di solidarietà senza sviluppo significa avere una visone alquanto distorta del fenomeno». «È dal settore primario – continua - che può sgorgare lo sviluppo del territorio e dell’occupazione. In tale logica, nella mia qualità di Assessore all'Agricoltura, sto lavorando alacremente per sbloccare centinaia di migliaia di euro che spettano alle aziende agricole a titolo dirisarcimento deidanni dacalamità subiti negli anni pregressi, e tra queste moltissimedel comprensorio della Piana di Rosarno». L’esponente della giunta provinciale sottolinea come abbia dato vita, insieme al sindaco di Rosarno, ad alcuni incontri con l’Asi reggina e laRegione Calabria, perla concessione delsuolo incui implementare la prima iniziativa nel territorio della provincia di un “Mercato Contadino” «sbocco naturale delle produzioni agricole del comprensorio».Infine, Raochiudetogliendosi qualche sassolino dalla scarpa. «Qualcuno pensa che è con la richiesta di convocazione di un consiglio comunale che si possa risolvere il problema. Altri pensano di scaricare maldestramente sull'ente Provincia tutti gli oneri e le inadempienze che, ad onor del vero, sono rintracciabili in altre istituzioni, cui sono assegnate dalla legge in questa materia alcune funzioni e competenze». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 10 Calabria Gazzetta del Sud Lunedì 12 Dicembre 2011 17 Reggio Tirrenica . L’EMERGENZA UMANITARIA Dopo i ragazzi del “Piria”, si mobilitano privati, associazioni e club services. «Ma le istituzioni devono intervenire» Rosarno, scatta la gara della solidarietà Ieri in 200 a pranzo da “Mamma Africa”. Le testimonianze: «Quest’anno si lavora 1 o 2 giorni su sette» Giuseppe Lacquaniti ROSARNO Si mobilitano Rosarno e la Calabria – e non solo – per dar vita a una catena di solidarietà a favore dei migranti, in risposta al drammatico appello lanciato dagli studenti del liceo scientifico “Piria”, fatto proprio da numerose agenzie sociali, culturali e religiose. Nel liceo di via Modigliani funzionerà un centro di raccolta di generi di prima necessità. Da qui, opportunamente confezionati, saranno smistati nei luoghi in cui maggiore è il concentramento dei giovani africani, particolarmente il ghetto dell’ex Pomona, nell’immediata periferia, dove sono ammassati, in condizioni di assoluta precarietà, circa 250 migranti provenienti da Mali, Nigeria, Burkina Fasu, Ghana e Marocco. A curare l’organizzazione saranno gli stessi liceali, coadiuvati da volontari delle varie associazioni, sotto la supervisione della preside Mariarosaria Russo. Un altro centro di raccolta viveri, vestiario e materiale di consumo sarà istituito presso la sede di Rtv di Campo Calabro (che da oggi lancerà una campagna televisiva) di cui è editore Eduardo Lamberti-Castronuovo, assessore provinciale all’Agricoltura. Da Roma, Giuseppe Trieste, presidente nazionale Fiaba (Fondo italiano per l’abbattimento delle barriere architettoniche), nel rispondere all’appello, ha affermato che «la fondazione si attiverà in tutta Italia per sostenere l’iniziativa e far convergere a Rosarno materiale vario necessario alla stessa esistenza dei migranti. La vicenda – aggiunge – dimostra l’inefficienza delle Istituzioni e l’abbandono delle classe deboli». Don Antonio Tarsia, presidente dell’associazione “Cassiodoro” di Catanzaro, ha dichiarato che «dinanzi alle grandi necessità dei cittadini ed alle tragedie che colpiscono i popoli poveri, gli Stati tutti devono reagire e contribuire a sostenere iniziative di grande respiro. Quello che è successo a Rosarno potrebbe ripetersi, o accadere in qualsiasi altro territorio nazionale o europeo. Intervenire immediatamente è dovere di tutti e principalmente delle Istituzioni. Noi daremo tutto l’aiuto possibile per sostenere la campagna di raccolta di indumenti, coperte e alimenti, ma ciò deve stimolare le autorità ad assumersi tutte le responsabilità. Non è sufficiente scaricare su altri i problemi. Ognuno se può, deve fare». Sono stati infine mobilitati tutti i Rotary calabresi, grazie all’appello lanciato dal dott. Brosio, presidente del club Nicotera Medma e dall’avv. Saccomanno, presidente de “La Città del Sole”. Intanto Mamma Africa, l’indomita 84enne Norina Ventre, con i suoi volontari ieri pomeriggio ha confezionato e distribuito 200 pasti a migranti africani e dell’Est Europa, accorsi alla sua mensa domenicale, nei pressi del ponte sul fiume Mesima. ROSARNO. Incontriamo Bam- Il primo turno della mensa allestita ieri pomeriggio da “Mamma Africa” Il “punto di raccolta” di migranti a Fabiana di Candidoni Il giovane Bamburi, del Burkina Faso buri, un trentaduenne del Burkina Fasu, lungo la strada sterrata che dalla Statale 18 porta, dopo circa 200 metri, in contrada Fabiana, che seppure a un tiro di schioppo da Rosarno, nelle mappe catastali figura appartenente al Comune di Candidoni. Ha indosso il vestito della domenica, la persona è in ordine e profumata, perché si sta recando al pranzo di Mamma Africa. Va a piedi senza difficoltà, poiché l’aranceto dov’è ubicata la mensa è distante solo poche centinaia di metri. Racconta, in un discreto italiano, di essere in Italia da ben otto anni. Da tre settimane si trova a Rosarno, proveniente da Napoli. È un lavoratore stagionale che ogni anno viene qui da noi per la raccolta delle arance. «Quest’anno, però – ci dice – il lavoro non c’è; solo uno o due giorni a settimana. Ho il permesso di soggiorno e voglio diventare cittadino italiano. Non vado via perché qua è più facile passare l’inverno». Gli chiediamo quanto guadagna nei giorni in cui lavora. «Da 25 a 30 euro – risponde – secondo il buon cuore del padrone». Abita in un casolare vicino assieme ad altri 20 compagni. Si arrangiano come possono, ma non si lamenta. Ricavano la luce per mezzo di un generatore di corrente, per l’acqua si approvvigionano presso una fonte di campagna. Si fa fotografare volentieri, Bamburi, si mette in posa, accennando un sorriso, coi grandi occhi venati di malinconia. Mi chiede di guardare il display della macchina fotografica per vedere se l’esito è soddisfacente. «Ok!, ok!, sorride compiaciuto, saluta e riprende il cammino verso Mamma Africa. Gigantesca, la sua figura si staglia nel plumbeo tramonto dicembrino. Sidiki, invece, è più giovane. Ha 25 anni, viene dal Mali. È in Italia da appena 6 mesi. È arrivato dall’Africa dopo lunghe peripezie che però non cia ha voluto raccontare nei dettagli. la sua prima residenza è stata Catania. Da 32 giorni è giunto a Rosarno, assieme ad altri connazionali. Lo abbiamo incontriato venerdì scorso, lungo la strada provinciale che da Rosarno porta a Rizziconi, all’altezza del campo di accoglienza di contrada Testa dell’Acqua. Fa capire, in un italiano stentato, di essere in possesso del permesso di soggiorno e di avere lavorato solo 9 giorni, con una paga compresa tra 26 e 30 euro. «Oggi non trovato lavoro», dice, e sta tornando in bicicletta (è mezzogiorno) all’accampamento di contrada Marotta, due chilometri avanti, nel comune di Rizziconi, un’area nella quale sono concentrati circa 500 migranti. Si lamenta perché il lavoro scarseggia, l’abitazione «non buona» e senza i servizi igienici.(g.l.) SANITÀ Nel piano triennale delle opere pubbliche 2012/14 “riproposte” le somme del precedente. Che non tenevano conto del piano di rientro... Ospedali della Piana: pioggia di milioni. Sulla carta Alfonso Naso GIOIA TAURO Soldi. Tanti soldi, una vera e propria pioggia di milioni per la sanità della Piana. Ma sulla carta. L’Azienda sanitaria provinciale reggina, guidata da Rosanna Squillacioti, ha reso noto il piano triennale delle opere pubbliche per gli anni 2012-2013 e 2014. Ecco in particolare le somme assegnate per il territorio pianigiano: 258mila euro per interventi sulle strutture sanitaria per adeguarli a seguito delle ispezioni Nas; 1.471.661,58 euro per interventi straordinari sull’edilizia derivanti dalla legge numero 67 del 1988 (prima fase), a cui si aggiungono altri 152.633.541,61 per la seconda fase; 25 milioni per la sicurezza e 1 milione e mezzo per incentivare il risparmio energetico delle strutture. Il Pronto soccorso dell’ospedale di Palmi Somme da capogiro, che metterebbero a nuovo totalmente le strutture sanitarie, ma tutto legato al definitivo atto di riordino della rete ospedaliera. Molte delle astronomiche cifre, non sono altro, infatti, che la riproposizione di quanto già approvato nel precedente piano triennale delle opere pubbliche. Ospedale di Gioia Tauro. SCILLA Proposta una “rete” con Bagnara Nel 2012 stanziati 1 milione e 200mila euro per la ristrutturazione del presidio ospedaliero, a cui ne vanno aggiunti altri 700 mila nel 2013 e 600 nel 2014. La Squillacioti ha deliberato di inserire 450 mila euro per i poliambulatori nel primo anno e 280 nel secondo (nel 2010 erano previsti 400 mila euro per questa struttura). Ospedale di Palmi. L’Asp ha previsto che nel prossimo anno dovrebbe partire (il condizionale in questo caso è d’obbligo visto che il presidio rientra tra quelli che dovrebbero essere disattivati o riconvertiti) un’imponente opera di messa a norma e ristrutturazione della struttura, stanziati un milione e 200 mila euro (divisi in due anni) a cui vanno aggiunti ulteriori 231 mila per la comunità terapeutica Smr Giffone-Palmi. Anche quest’anno riproposto l’imponente investimento tecnologico per l’ambito sanitario palmese con 1 milione nel 2012, 800 mila euro nel 2013 e 700.000 euro nel 2014. Ospedale di Polistena. La struttura principale della Piana è destinataria di interventi volti a mettere a norma le strutture sanitarie in ottemperanza alle verifiche dei Nas: 118 mila euro per la ristrutturazione dei locali adibiti a Sert; 140 per l’adeguamento dei locali che Il “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena ospiteranno il centro trasfusionale a seguito dello spostamento della struttura da Palmi. A Polistena arriveranno gli unici finanziamenti per le energie rinnovabili: 750 mila euro nel 2012, 463 nel 2013 e 350 mila nel 2014. Ospedale della Piana. Nella relazione della Squillacioti si fa riferimento al preventivabile e auspicabile (come nel 2010) PALMI Da Trematerra un polemico “benservito” a Minasi Regolamento della pesca Udc, Surace nuovo commissario Giordano: «Si vada al Tar» Ivan Pugliese vinciale Gino Trematerra. Un che si impongono rispetto a Tina Ferrera SCILLA Non getta la spugna il consigliere comunale con delega alla pesca Mariano Giordano, anzi rilancia. Chiede che il Comune di Scilla si unisca ai ricorsi al Tar contro il decreto ministeriale del 24 settembre scorso, già annunciati da Bagnara Calabra e dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa. E sollecita un tavolo istituzionale per arrivare a proporre una seria politica di regolamentazione sia della ferrettara sia della spadara, «per evitare che si penalizzi ancora una volta il settore della pesca, che dà sostentamento a moltissime famiglie calabresi». La richiesta mira a far rete con tutti i comuni interessati, in particolare con Bagnara, e soprattutto aprire un dibattito per arrivare a una proposta seria che non penalizzi un settore così importante. E sulla spadara non abbandona l’idea di rilanciare la reintroduzione controllata: «È possibile evitare che alcune specie vengano uccise riducendo la dimensione della rete», afferma. PALMI L’Udc di Palmi alla ricerca di un porto sicuro. Dopo le “acque agitate” dalla comunicazione del commissario Nicola Minasi di dimettersi in aperto contrasto con la “politica” del partito a livello regionale e provinciale (appiattito sulle posizioni del Pdl) sabato è giunta la nomina a nuovo commissario del partito a Palmi di Rocco Surace, già componente del coordinamento provinciale dell’Udc di Reggio Calabria e consigliere comunale uscente, da parte del commissario pro- cambio di rotta che sembra “sposare” la linea di sostegno al consigliere provinciale Giovanni Barone. Un’inversione di tendenza netta se si tiene conto dei contrasti che nei mesi scorsi hanno caratterizzato il rapporto tra Minasi e Barone che, secondo i “rumors” cittadini, sarebbero tra i papabili candidati a sindaco alle prossime amministrative. «Reputo che tale scelta – ha detto Trematerra – sia consona alle esigenze organizzative del partito nella importante cittadina tirrenica e risulti rispondente ai principi di coerenza politica orientamenti e percorsi precedentemente avviati e in atto che esponenti come lui hanno condiviso e sostenuto». Per Trematerra, senza giri di parole, è ben accolta la decisione di Minasi e di altri iscritti di farsi da parte. A loro, un benservito postumo: «Coloro i quali hanno avuto già in precedenza titubanze e riserve sulla bontà di tali scelte, che probabilmente non hanno sostenuto, bene hanno fatto a prendere altre vie. Rispettiamo il libero pensiero di ciascuno, a condizione che altri rispettino il nostro». avvio della costruzione dell’ospedale di riferimento della Piana, senza indicarne luogo e tempi di realizzazione. Qui, però, c’è una novità significativa rispetto allo scorso anno: 45 milioni nel 2012, 75 nel 2013 e 30 nel 2014, mentre l’anno scorso lo stanziamento era il seguente: 10 milioni di euro nel 2011, 30 milioni nel 2012 e 26 nel 2013. Sicurezza. Programmati ingenti interventi per quasi tutte le strutture della Piana che soffrono di carenze strutturali dal punto di vista della sicurezza. Qui le cifre sono pressoché invariate: Palmi avrà (o meglio dovrebbe avere) in tre anni 4 milioni e 500 mila euro; Gioia Tauro 2 milioni e mezzo di euro; Oppido Mamertina 2 milioni e 200 mila euro. Previsti anche lavori a Taurianova nei tre anni per un totale di un milione e 400 mila euro insieme al completamente del centro funzionale. Previsti interventi anche per le Rsa di Cittanova e Rizziconi. E, infine, il completamento del centro salute mentale a Palmi con 250 mila euro. Un vero e proprio fiume di denaro. Ma tutto è in bilico, il piano di rientro dal debito sanitario incombe, e c’è il rischio che le cifre, appunto, rimangano solo sulla carta. Il capitano di corvetta perse misteriosamente la vita mentre indagava sulla Jolly Rosso Il caso De Grazia in un fumetto Navi dei veleni : l’intrigo nel libro di Mangini e nei disegni di Sirianni di GIULIA FRESCA ERA il 12 dicembre 1995 quando il capitano di corvetta, Natale De Grazia, partì in macchina alla volta di La Spezia accompagnato da due agenti del pool che indagava sulle navi a perdere, per ottenere informazioni sulla motonave Jolly Rosso spiaggiata ad Amantea nel dicembre 1990. Da allora sono passati 16 anni e la morte di De Grazia, avvenuta ufficialmente per arresto cardiaco durante quel viaggio, si aggiunge a quella di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, che ha segnato l'inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui traffici internazionali di rifiuti radioattivi. Sulle “navi dei veleni” tanti autori hanno scritto, tra supposizioni, dichiarazioni di pentiti ed analisi giornalistiche come nel caso di Massimo Clausi e Roberto Grandinetti. Ma la vicenda è ancora aperta e sulla morte di De Grazia, «non c'è un colpevole. Non c'è una sentenza. C'è un intrigo. Anzi, più di uno». Scrive così Enzo Mangini, autore del libro “Natale De Grazia - le navi dei veleni” edito da Round Robin. Si tratta di un testo diverso dagli altri nella forma ma non nella sostanza. E’ la storia raccontata dallo stesso protagonista De Grazia in un fumetto magistralmente realizzato dal disegnatore Pierdomenico Sirianni e presentato sabato pomeriggio a Cosenza presso il centro documentazione interattivo da Francesco Cirillo, Claudio Dionesalvi, Rodolfo Ambrosio e Raffaele De Luca «Per scrivere i testi delle 70 tavole della storia a fumetti ha detto Mangini - abbiamo esaminato i libri degli ultimi due anni. È una vicenda che potrebbe ispirare un film tanti sono gli elementi che contiene: ci sono le ombre sui servizi segreti, il capitano eroico, le onorificenze postume, i segreti di Stato. Ma non c'è un colpevole. Non c'è il cattivo. E soprattutto non c'è una fine. Abbiamo scelto di far parlare De Gra- zia, persona della quale ci si era dimenticati e che ha troppe cose da dire. Certamente scomode per molti». «I magistrati che hanno aperto le due inchieste, quella sulla Jolly Rosso e quella sulla morte di De Grazia, hanno fatto a gara per chiuderle subito, archiviandole Mangini e Sirianni per mancanza di prove», fatta di depistaggi e di corruzioha detto Francesco Cirillo. «Eppure - ha proseguito - sono ne. Egli era la scheggia impazzistate portate avanti su loro ri- ta di un pool che dopo la sua morchiesta con grande dispendio di te si è sgretolato. Tutti sapevano mezzi e denari. Credo che dietro e questo fumetto aiuta a far conola vicenda di De Grazia ci sia l'en- scere i tanti lati oscuri da chiarinesima storia dei servizi segreti re». Primi interrogatori dopo le denunce in consiglio comunale. Quattro gli spettacoli sotto esame S’indaga sul Festival delle Serre Carabinieri al lavoro per fare luce sugli incassi della kermesse di Cerisano I CARABINIERI di Cerisano stanno indagando sull’ultima edizione del Festival delle Serre. Lo scopo è quello di fare luce sugli incassi degli spettacoli a pagamento, che, per come denunciato nel corso dell’ultimo consiglio comunale, hanno ufficialmente fruttato (come si evince nella relativa delibera di assestamento del bilancio) poco più di 11mila euro (per la precisione 11405). Una cifra ritenuta irrisoria, se si pensa, per come detto durante la kermesse settembrina dallo stesso sindaco Mancina, agli spettacoli (soprattutto quello di Sabina Guzzanti, che ha riempito il teatro all’aperto) hanno assistito molte persone. Ebbene, se queste ultime hanno tutte acquistato il biglietto d’ingresso, la cifra ufficiale dovrebbe essere decisamente superiore agli 11mila euro. Da qui il dubbio sollevato nel corso dell’assise comunale dello scorso 27 novembre dal consigliere d’opposizione Fabrizio Zecca, di “Cerisano mia”, che ha pubblicamente invitato il luogotenente Stabile, comandante della Stazione di Cerisano, anche lui presente in consiglio, ad aprire un’indagine e capire cosa è successo. Il comandante dei carabinieri di Cerisano ha colto la palla al balzo ed è subito IL RESTAURO Portate all’antica bellezza le opere bronzee del Seicento Risplendono le statue di Fanzago Il pubblico durante lo spettacolo della Guzzanti (foto www.cerisanoinrete.it) entrato in azione. In questi giorni ha ascoltato in caserma alcune persone informate dei fatti. A indagini ultimate, qualora dovesse ravvisare profili penali, invierà la relativa informativa alla Procura della Repubblica. Gli spettacoli a pagamento dell’ultimo Festival delle Serre di Cerisano erano quelli de La Traviata, della Bandabardò, di Sabina Guzzanti e di Michele Placido. Se, per come fatto notare dall’opposizione, l’incasso ufficiale è stato di 11 mila euro, sulla carta a ogni spettacolo hanno assistito 300 spettatori paganti. Il tutto per un totale di quasi 1200 unità. Poche, è stato fatto notare, se si pensa alle dichiarazioni trionfalistiche successive alla chiusura del Festival, con gli organizzatori che parlarono soddisfatti di diverse migliaia di visitatori e spettatori. Da qui la necessità, per come chiesto anche dall’altro consigliere di opposizione Lucio Di Gioia (di “Primavera cerisanese”), di fare chiarezza. I carabinieri di Cerisano proseguono con le loro indagini. Il caso, nel frattempo, è finito anche nella rete, con diverse prese di posizione. Troppi “portoghesi” a Cerisano? O c’è dell’altro? Vedremo come andrà a finire. r. gr. di ALESSANDRA PAGANO di spicco nell’ambito della scuola napoletana, fu incaricato di realizzare un monumenDOPO un attento lavoro di restauro sono tale altare-ciborio. Distrutto durante il terstate riportate all’antica bellezza le statue remoto del 1783, questo fu rimontato, attorbronzee realizzate dall’artista Cosimo Fan- no al 1837, nella Chiesa dell’Addolorata a zago nella prima metà del Seicento come or- Serra San Bruno. Dell’imponente opera sonamento del ciborio della Certosa di Santo no oggi conservati nel Museo di Vibo ValenStefano del Bosco a Serra San Bruno. Il tia quattro angeli oranti, due angeli reggi canestro, quattro Santi titolari gruppo statuario, composto da di certose meridionali, (Santo angeli e santi è in esposizione fiStefano, San Bruno, San Lorenno al 29 gennaio 2012 nella bella zo e San Martino) e un frammencornice di Palazzo Arnone. La to architettonico che costituimostra “Arte Svelata. Capolavoscono il corpus della mostra di ri di Cosimo Fanzago. Il restauPalazzo Arnone. Opere cariche ro delle sculture del ciborio della di misticismo e spiritualità che Certosa di Serra San Bruno” è non potranno non colpire l’anicurata dal Soprintendente per i mo degli spettatori anche graBeni Storici, artistici ed etnoanzie all’elegante ambientazione tropologici della Calabria Fabio mirata a sottolineare il connuDe Chirico con il coordinamento scientifico di Rosanna Caputo. Un particolare delle statue bio tra bellezza estetica e interiore. La produzione di Fanzago si Dell’eccezionale valore della mostra al fine di focalizzare l’attenzione su distingue per il perfetto rapporto tra sculalcuni capolavori calabresi ancora scono- tura, decorazione e architettura e la particosciuti a molti è intervenuto Fabio De Chiri- larità della tipologia di altare-ciborio, visibico: «Si ripete, dopo l’esposizione di alcune le sia dal coro che dalla navata, è considerato tra le più preziose bellezze artistiche conser- uno dei primi esempi del genere adottato nel vate nel Museo di Altomonte, l’appunta- Regno di Napoli. Il restauro, durato circa mento con “Arte svelata” allo scopo di valo- un trimestre, è stato condotto da Giuseppe rizzare opere che meritano di essere cono- Mantella. La mostra sarà visitabile fino al sciute non solo in Calabria». Nel 1631, du- 31 dicembre dalle 10 alle 18 da martedì a sarante il priorato di don Ambrogio Gasco, Co- bato (esclusi i festivi); domenica 11 dicemsimo Fanzago (Clusone, Bergamo 1591-Na- bre dalle 14 alle 18; dal 1 al 29 gennaio 2012 poli 1678), personalità artistica e culturale da martedì a domenica dalle 10 alle 18. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Cosenza 17 Lunedì 12 dicembre 2011 Indovinato l’innesto di Romeo, in campo dal primo minuto: colpisce anche una traversa Catanzaro, la coppia è giusta Ancora in gol Masini e Carboni che liquidano la pratica Fondi nella ripresa Tabellino PAG E L L E CATANZARO FONDI 3-4-3 4-4-2 2 MENGONI NARDUCCI ACCURSI PAPASIDERO ROMEO (1’ st BRUZZESE) CORSO (22’ st MAITA) MAISTO SQUILLACE ESPOSITO (36’ st GIGLIOTTI) MASINI CARBONI All. COZZA 6.5 7 6.5 6 6.5 6.5 6 6.5 6.5 7 0 GASPARRI PACINI PALUMBO CONTE PASSIATORE (45’ st CHIARINI) MERLONCHI VACCARO CUCCINIELLO (14’ st KONATE) ALLERUZZO RICCIARDO (45’ st FINOCCHIARO) BERNASCONI All. PARISELLA 6 7 6.5 In panchina CATANZARO Scerbo, Sirignano, Ricciardi, Bugatti. FONDI Mezzacapo, Tamasi, Marinucci, Di Trocchio. Arbitro SACCHI di Macerata (assistenti Allegra e Vigo). Marcatori 5’ st Masini; 38’ st Carboni. Note Spettatori: 3156 compresi 940 abbonati. Espulsi: nessuno Ammoniti: Cuciniello e Conte Calci d’angolo: 12-4 Recupero: 0’ pt; 5’ st Ad inizio gara una spettacolare coreografia ha omaggiato il tifoso Massimo Capraro cui la curva ovest è dedicata. PROSSIMO AVVERSARIO Giulianova ko a Eboli La condizione fisica è preoccupante IL GIULIANOVA, prossima avversaria del Catanzaro, torna con una sconfitta per 2-1 dalla trasferta di Eboli. Una sconfitta, però, figlia soprattutto di una condizione atletica apparsa precaria e che non ha consentito al Giulianova di innestare la marcia alta quando la gara lo ha richiesto. Come quando, pochi minuti prima del fischio di chiusura, l'Ebolitana è rimasta in dieci per l'espulsione di De Pascale. Ci si attendeva l'arrembaggio dei giallorossi, invece i padroni di casa hanno avuto buon gioco nell'addormentare la partita e chiudere con i tre punti in tasca. Ilfilm dellapartita siapre insalita per la formazione di De Patre che si fa sorprendere immediatamente. Difesa impreparata al primo affondo dell'Ebolitana e Broso insacca di giustezza sull'uscita del portiere Merletti. Al Giulianova manca la giocata buona per liberare l'uomo al tiro, ma nel suo momento migliore incassa la seconda rete. La difesa non riesce a spazzare, un rimpallo favorisce Toscano che, solodavanti alportiere, insaccafacilmente didestro. Al53' èCarbonaro pesca dal cilindro un destro dal limite che si insacca dando linfa alle speranze del Giulianova, ma pur nonostante l’espulsione di De Patre, il risultato non cambierà più. MENGONI Salva il risultato sullo 0 a 0. Per il resto inoperoso. Il suo contributo si limita ad un paio di uscite. NARDUCCI Ordinato e preciso. Presidia il centro destra della difesa e dalle sue parti chiude e getta le chiavi della serratura del meccanismo giallorosso. ACCURSI Qualche difficoltà all’inizio a prendere le misure del gigantesco Ricciardo. Poi d’esperienza e di tecnica, lo costringe a giocare lontano dalla porta PAPASIDERO Non ha molto lavoro da svolgere. Buoni comunque alcuni raddoppi. Non sempre precisissimo negli appoggi. ROMEO Schierato a sorpresa, ha una partenza favorevole spingendo con ottima continuità e mettendo discrete palle nel mezzo. Si ferma per motivi fisici dal 1’st BRUZZESE Velocità ed intraprendenza non gli mancano. Contribuisce ad allargare la difesa laziale. CORSO Ha il compito di portar su le prime palle che escono dalla difesa. Lo fa con diligenza ma anche con qualche imprecisione di troppo. Esce per crampi dal 22’st MAITA Testa alta, incedere elegante e contrasto deciso. Può diventare un giocatore importante MAISTO Gioca qualche metro più avanti rispetto a Corso. Non sempre continuo ma da lui nascono le variazioni di gioco che disorientano la squadra ospite SQUILLACE Primo tempo devastante. Arriva sul fondo una infinità di volte recapitando palloni d’oro in mezzo all’area. Prima di rifiatare, nella ripresa, ha anche il merito di fornire l’assist del vantaggio a Masini ESPOSITO Per l’impegno e la capacità di confezionare spazi alla sua squadra meriterebbe un sette pieno. Ma sbaglia un gol clamoroso ed il voto precipita. Dal 36’ st GIGLIOTTI (sv) MASINI Fondamentale per i meccanismi giallorossi. Apre spazi e fa da sponda come nessun’altro. In più è nuovamente implacabile sotto rete avversaria CARBONI Qualche metro indietro rispetto ai compagni di prima linea e crea spazi e premesse per le accelerazioni di Squillace. Poi realizza di pura rapina il gol. a. c. Il saluto dei calciatori del Catanzaro alla curva Capraro (foto Lino Chiefalo) di ANTONIO CIAMPA CATANZARO – Finisce in gloria, almeno per quel che riguarda le partite casalinghe, il 2011 giallorosso. Apertosi tra le brutture dell’ultimo scorcio di vita dell’Fc, l’anno solare si conclude invece con l’ennesima vittoria interna dell’Us di Giuseppe Cosentino che così prosegue nella sua entusiasmante rincorsa verso una promozione diretta in Prima Divisione che ogni domenica che trascorre appare sempre più nelle corde degli uomini di Ciccio Cozza. Nell’ultima gara stagionale davanti al pubblico del Ceravolo (ancora attestato su numeri inferiori alle attese), con la Curva Ovest impegnata, con una spettacolare coreografia, a omaggiare il suo antico leader Massimo Capraro (ma anche a misurare i rapporti di forza al suo interno con qualche scaramucciatraultras), ilCatanzaromandaampiamente battuto il Fondi al termine di una gara tra le più convincenti dell’intero girone d’andata in cui ad una prima frazione travolgente ma senza reti ha fatto seguito una ripresa paradossalmente meno spettacolare ma decisamente più produttiva con la doppia marcatura dei gemelli del gol (Masini e Carboni) che ha messo al sicuro la vittoria. I giallorossi, con Cozza costretto a seguire la gara dalla tribuna così come lo squalificato Mariotti, partono con la sorpresa del recupero di Romeo sull’out di destra. E’ subito il Catanzaro a spingere sull’acceleratore con le volate sulle fasce di Romeo e Squillace. Al 4’si fa già vedere Squillace con il primo assist sul quale c’è un rischioso salvataggio sotto porta di Palumbo sull’accorrente Masini; al 7’c’è ancora Squillace al cross sul quale Esposito in anticipo di testa spedisce fuori; ci si sposta sul versante opposto al 9’con un’azione penetrante e servizio di Esposito per Masini che si gira in area e tira sul bravo Gasparri che para senza difficoltà. Al 12’ c’è la prima azione laziale con un allungo in verticale tra Merlonchi e Ricciardo con tiro finale di quest’ultimo a lato; doposolo un minuto èRomeo a mettere in mezzo dalla destra per una carambola che fa finire il pallone sulla traversa di Gasparri che poi lo recupera. La migliore occasione arriva al 16’ con un allungo di Maisto per Esposito che giunge solo davanti aGasparri per poi graziarlocon un tiro sconclusionato. Ancora Esposito è il protagonista dell’azione del 27’quando, su assist di Carboni, non riesce a trovare lo spiraglio giusto. Il pressing del Catanzaro è spietato tanto cheil Fondi nonriesce più aduscire dalla sua trequarti ma gli avanti giallorossi continuano a non inquadrare lo specchio della rete fin qui ben difesa anche dalla giovane coppia di centrali difensivi biancoblu. La ripresa si apre con Bruzzese in campo per Romeo ma l’azione decisiva è ancora una volta proveniente dal lato sinistro del campo laddove scambiano Carboni e Squillace. Il cross rasoterra di quest’ultimo sfila fino al secondo palo laddove è pronto Masini, in scivolata, a depositarlo in fondo al sacco. La furia offensiva del Catanzaro a questo punto si placa tanto che si dovrà attendere il minuto 24 per vederenuovamente in azionei giallorossi con Esposito che arriva alla conclusione deviata in angolo da un difensore ospite. Dopo un angolo di Maisto con uscita incerta di Gasparri ed un tiro da lontano di Squillace di poco a lato, intorno alla mezzora arriva l’unico vero pericolo per la porta di Mengoni con una mischia in area giallorossa su cui nessuno del Fondi riesce a toccare a rete. Il Catanzaro, avvertito il pericolo, ricomincia a spingere. E’ il 38’e su un aleatorio disimpegno tra Vaccaro e Palumbo, Carboni ruba palla e insacca sull’uscita di Gasparri. E’ l’ultima emozione di un match che sul doppio vantaggio il Catanzaro amministra senza alcuna difficoltà volando verso i primi posti della graduatoria. 6.5 All. D’Urso Infonde calma alla squadra che riesca a seguire i dettami creati in settimana con assiduità. Prezioso anche nel suo lavoro settimanale di spalla del titolare Cozza. ARBITRO SIG. SACCHI di MACERATA 7 Non sbaglia nulla. Uno dei pochi arbitri su cui il Catanzaro non sembra avere da ridire. FONDI (4-4-2) Gasparri 6.5, Pacini 6, Palumbo 5.5, Conte 6.5, Passiatore 6 (45’ s.t. Chiarini s.v.); Merlonchi 6.5, Vaccaro 6, Cucciniello 6 (14’ s.t. Konate 6), Alleruzzo 5.5; Ricciardo 5 (45’ s.t. Finocchiaro s.v.), Bernasconi 5.5. All. Parisella 6. SALA STAMPA E Cosentino apre il portafogli «Pronto a investire sul mercato». Oggi gli stipendi ai giocatori cio Cozza, come si sa, è ancora fuori per squadi FRANCESCO IULIANO lifica. Anche per D’Urso, dunque, la vittoria è CATANZARO –Non c’erano risultati alterna- il risultato del lavoro svolto durante la settitivi a quello della vittoria. Il Catanzaro incas- mana. Una partita dai due volti, con il Catansa tre punti anche con il Fondi e si piazza al ter- zaro più costruttivo nel primo tempo e con il merito di aver saputo concretizzo posto, seppure in condominio zare le minori occasioni create, con la Paganese, ma con una ganella ripresa. «E’ vero. Nel sera da recuperare. «Una vittoria – condo tempo siamo stati più braha detto Giuseppe Cosentino vi a fare gol. L’avversario di ogche ci ripaga di tutti i sacrifici gi, diversamente da altri, ci ha che stiamo facendo. Tra i nostri lasciato giocare anche se, in obiettivi di inizio stagione c’era qualche occasione, ci ha creato anche quello di restituire fiducia qualche problema. Gli abbiamo alla città ed alla tifoseria anche preso le misure e con qualche se, quello prioritario, è e rimane correttivo siamo riusciti a portaquello di conquistare la Prima re la partita dalla nostra parte». divisione». Cosentino, quindi, Per il Fondi, anche quella di stimolato nei modi giusti, non fa Catanzaro è stata una trasferta misteri su quelli che sono gli obiettivi di mercato del Catanza- Il presidente Giuseppe Cosentino da dimenticare. Un risultato che è andato oltre a quelle che erano ro. «Anche Giampà è uno dei nole aspettative della vigilia. «Erami che stiamo valutando. Ma di vamo consapevoli della forza dequesto parleremo più approfongli avversari – ha commentato il ditamente con l’inizio del mese di tecnico Parisella - ed avevamo gennaio. Da parte nostra sappiapreparato la partita in un certo mo che, per convincere a venire modo. Il pareggio era il nostro con noi, dobbiamo giocare sulla obiettivo. Purtroppo sul campo solidità della società. Una caratnon è andata come speravamo. teristica difficile da trovare, di questi tempi, in questo ambiente. Basti pen- Nel primo tempo abbiamo avuto qualche buosare che domani (oggi, ndr) salderemo ai no- na occasione, ma il Catanzaro non è squadra stri tesserati e dipendenti le spettanze di no- che perdona se commetti qualche errore. Nonostante il risultato, però, non posso che fare i vembre». Anche questa settimana, la voce tecnica del complimenti ai miei ragazzi che hanno dispuCatanzaro, sotto la tensostruttura adibita a tato una buona partita contro un avversario sala stampa, è quella del secondo D’Urso. Cic- tecnicamente superiore». D’Urso sorride «Siamo stati bravi a far gol» E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 9 CALCIO - SECONDA DIVISIONE Lunedì 12 dicembre 2011 Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1, comma 1, DR/CBPA-SUD/CS/56/2006 valida dal 06/04/2006 direttore piero sansonetti anno VI numero 342 lunedì 12 dicembre 2011 € 1,00 reggio calabria Escort stuprata per ore da otto giovani REGGIO L’avrebbero costretta a rimanere chiusa nella stanza che aveva prenotato per ricevere un cliente. Lì si sarebbe consumata una lunga e devastante violenza di gruppo per tutta la notte. Non avrebbe mai immaginato cosa le stava per accadere la giovane escort che ha raccontato di essere stata ripetutamente stuprata per lunghe, interminabili ore da otto ragazzi. quotidiano d’informazione regionale > pagina 7 Troppi silenzi su Francesco Azzarà DI FRANCESCO FERRO > pagina 5 Far West: grave un operaio Ragazzo ferito dagli spari Agguato davanti a un circolo ricreativo di Lamezia Terme Un operaio incensurato, Pasquale Saladino, di 59 anni, è stato ferito in un agguato a Lamezia. A sparare, nel quartiere Capizzaglie, mentre Saladino si trovava davanti ad un circolo ricreativo, è stata una persona armata di pistola. Le condizioni di Saladino, ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale di Lamezia, sono gravi. Uno dei colpi esplosi ha raggiunto di striscio al piede un ragazzo di 14 anni che si trovava nel locale, le sue condizioni non destano preoccupazioni. MANOVRA Dopo l’incontro con Monti i sindacati confermano lo sciopero > pagina 2 > pagina 6 REGGINA, BREDA VICINO ALL’ADDIO LEGA PRO SERIE D SERIE D SERIE D La Vibonese Acri da favola Il Cosenza si fa Pareggiano vince nel finale Galantucci male da solo Sambiase Ko per la Vigor regala la vetta Altra sconfitta e V. Grecanica SERIE D DILETTANTI DILETTANTI DILETTANTI Hinterreggio Tra N. Gioiese Fuga Montalto Bene il Rende una cavalcata e Palmese Il Brancaleone e la Rossanese da primato pari spettacolo si arrende Crisi Roccella DILETTANTI San Marco umiliato dal Soverato DILETTANTI VOLLEY Tutti i tabellini Brutti tonfi e i commenti per Vibo della Prima e Corigliano LLLUNA ROSSA di Pasquino Il venditore di modelli Il Governatore è un uomo teso esclusivamente allo scopo: esportare a fin di bene. Ha cominciato con l’esportazione del modello Reggio ed ha proseguito con l'imballaggio del modello Calabria.Tutt’e due senza acquirenti. Poiché non c'è due senza tre, il Governatore ha voluto indi esportare il Museo della ’ndrangheta a Milano. Siccome i milanesi non hanno soldi da sprecare e tempo da perdere, hanno respinto la nobile merce al mittente. BASKET Flop Viola Finisce la serie positiva Che fine ha fatto Francesco Azzarà? Perché nessuno ne parla più? Il governo italiano tace, Emergency impone il silenzio per agevolare le trattative del rilascio e i genitori del giovane hanno smesso di lanciare appelli, rassegnandosi a un'interminabile attesa fatta di speranza e angoscia. La vicenda del rapimento di Azzarà è stata improvvisamente oscurata e il caso della scomparsa dell'operatore umanitario di Motta San Giovanni è stato incomprensibilmente “coperto”. > pagina 5 Travestita da suora rapina due anziani LAMEZIA Per farsi aprire la porta senza suscitare sospetti, si è travestita da suora e, dopo essere entrata in casa, ha picchiato una coppia di anziani impossessandosi dei pochi gioielli che avevano. > pagina 9 Nodo doppi incarichi Nel Pdl volano gli stracci COSENZA Il parlamentare del Pdl Foti ha invocato il rispetto delle regole. Gli risponde il collega di partito, il senatore Gentile, che però glissa sui doppi incarichi. Oggi coordinamento regionale. CATANZARO SHOW BATTUTO IL FONDI dal POLLINO alloSTRETTO Escort stuprata tutta la notte calabria ora LUNEDÌ 12 dicembre 2011 PAGINA 5 Branco in azione in un B&b di Reggio. La donna denuncia: erano in otto COSENZA L’avrebbero costretta a rimanere chiusa nella stanza che aveva prenotato per ricevere un cliente. Lì si sarebbe consumata una lunga e devastante violenza di gruppo per tutta la notte. Non avrebbe mai immaginato cosa le stava per accadere la giovane escort che ha raccontato di essere stata ripetutamente stuprata nella notte scorsa a Reggio Calabria. Secondo quanto riferito alla polizia, la donna, originaria dell’Est Europa, aveva messo su un sito dedicato un annuncio per poter attirare l’attenzione dei clienti che quotidianamente frequentano il web per poter prendere appuntamenti con le prostitute. E così è successo anche questa volta. Il primo contatto è avvenuto tramite una email che un sedicente “Carmelo” avrebbe scritto alla donna. Questa ha risposto e poi si è giunti al contatto telefonico. L’appuntamento è stato fissato all’interno di un “Bed&breakfast” del centro della città. Sta di fatto che l’uomo, all’incirca sui 20 anni, secondo il racconto della vittima, si sarebbe presentato puntualmente nel luogo prestabilito. Qui sarebbe avvenuto un primo rapporto sessuale consenziente, al termine del quale la donna pensava di avere il denaro pattuito e poi, magari, procedere con un altro cliente. Non poteva immaginare ciò che da lì REGGIO CALABRIA Dopo il tentato omicidio arriva l’intimidazione. L’ennesima, dal 1993. L’imprenditore Gaetano Caminiti finisce ancora nel mirino. La notte scorsa, infatti, ignoti hanno fatto ritrovare un candelotto esplosivo vicino all’auto di Caminiti che si trovava parcheggiata sotto casa dell’uomo. Oltre all’esplosivo anche un altro messaggio inquietante: un La Questura di Reggio Calabria dove la donna ha denunciato le violenze subite a poco l’aspettava. Proprio mentre il giovane stava uscendo dalla stanza, infatti, ha aperto la porta ed ha fatto entrare altri sette suoi amici che stavano sull’uscio ad attendere il momento propizio per entrare in azione. Sempre stando al racconto della donna, i ragazzi hanno lasciato intendere subito le loro intenzioni ed hanno iniziato ad abusare dell’escort per diverse ore, andando avanti per tutta la notte. Non paghi del gesto gravissimo perpetrato ai danni della vittima, secondo un particolare riportato dal sito Newz.it i ragazzi avrebbero anche causato dei danni consistenti agli arredi interni della struttura. Solo dopo l’alba i giovani hanno lasciato il “b&b” e permesso alla giovane di liberarsi dall’incubo in cui era piombata per tutta la notte. Ancora fortemente sotto shock, la donna si è recata in questura, dove ha denunciato quanto le era accaduto. Sono stati prestati i primi soccorsi e poi è stata accompagnata al vicino ospedale, affinché fossero compiuti tutti gli accertamenti del caso. Le indagini sono ora in mano alla Squadra Mobile guidata da Renato Cortese, che dovrà innanzitutto riscontrare il racconto della donna, visto che sembra vi siano alcuni punti poco chiari. In secondo luogo servirà tentare di risalire all’identità del giovane che ha preso i contatti con la escort, e così arrivare poi anche agli altri eventuali componenti del branco. Sarà interessante capire se qualcuno che era all’interno del “B&b” ha visto qualcosa di utile, o se vi sono telecamere installate nelle vicinanze della struttura. Ovviamente un ruolo fondamentale potrà averlo la parte telefonica e telematica. Riuscire a risalire al numero chiamante (se non effettuato da cabina pubblica) o alla email/pc da cui è partita la prima comunicazione potrebbe rappresentare una svolta affinché venga fatta chiarezza su una storia che, se confermata, sarebbe una pagina nerissima per l’intera città dello Stretto. il travestimento CONSOLATO MINNITI [email protected] Finta suora rapina anziani LAMEZIA T. (CZ) Quale migliore “travestimento” che quello di una suora per derubare due vecchietti? È questo che avrà pensato una donna che ieri con questo stratagemma si è fatta aprire la porta dai due anziani per impossessarsi dei loro beni. La finta suora è giunta davanti l’abitazione della coppia su via del Progresso, una delle principali arterie di ingresso di Lamezia, e, con una scusa, si è fatta aprire la porta. Una volta dentro, però, la donna, smessi gli abiti religiosi, si è impossessata dei valori che i due anziani avevano in casa. Giusto per intimidirli a dovere, li ha anche colpiti a calci e pugni per “convincerli” a svelarle il nascondiglio dove tenevano gelosamente custoditi pochi gioielli ed una piccola somma di denaro, frutto di sacrifici. Una volta arraffato il bottino, la finta suora è uscita dalla loro casa come se niente fosse, riuscendo a far perdere le proprie tracce e lasciando nello sconforto e nel dolore i due anziani. Saveria Maria Gigliotti Candelotto esplosivo per Caminiti Dopo il tentato omicidio, nuova intimidazione per l’imprenditore guanto in lattice ed una cartuccia di fucile calibro 12 caricata a pallettoni. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia di Stato, agli ordini del dirigente Giuseppe Pizzonia, con l’ausilio del suo vice Giuseppe Giliberti. I poliziotti hanno recintato la zona per permettere agli uomini della scientifica di repertare tutto quel che era stato ritrovato. Le indagini sono ora affidate alla Squadra Mobile reggina guidata da Renato Cortese. Come detto, dunque, si trat- ta dell’ennesmo atto intimidatorio perpetrato ai danni di Caminiti, titolare di una sala scommesse nel quartiere di Pellaro. Il più grave era avvenuto lo scorso 12 febbraio, quando ignoti a bordo di una moto gli esplosero contro di- la pronuncia del tribunale civile di rossano Fu deportato in un lager nazista: gli eredi non saranno risarciti ROSSANO (CS) I crimini sono gravi ma prescritti. Con questa motivazione, il Tribunale civile di Rossano, pronunciandosi per la prima volta su questa materia, ha rigettato la domanda di risarcimento di un milione di euro, presentata nel 2006 dagli eredi di un ex prigioniero di guerra durante il secondo conflitto mondiale, catturato in Grecia e deportato in un lager di Berlino dove venne costretto ai lavori forzati e sottoposto a ogni genere di maltrattamenti e vessazioni. Due anni di prigionia (dal settembre 1943 fino all’aprile 1945) durante i quali scampò alla morte in diverse occasioni e subì angherie che lo segnarono per sempre. Tornato a Rossano nel 1946, quando venne posto in congedo illimitato, chi lo vide non esitò a descriverne il profondo cambiamento fisico e interiore. «Aveva paura, se ne stava in un angolo senza parlare con nessuno», dirà un testimone nel corso del procedimento celebratosi dinanzi al giudice Ambrogio Colombo e nel quale gli eredi hanno citato in giudizio la Repubblica federale tedesca nonché la Repubblica italiana tramite la Presidenza del consiglio dei ministri. Un giudizio che ha fatto registrare anche una seconda testimonianza, quella di un altro ex prigioniero di guerra, originario dell’hinterland jonico e amico del rossanese, il quale raccontò di quando si incrociarono in uno scambio ferroviario italiano mentre entrambi venivano deportati in Germania, e del sollievo di quando si ritrovarono dopo essere stati liberati. Con articolate e puntuali motivazioni, la sentenza depositata di recente dal giudice Colombo, in sintesi riconosce l’estrema gravità dei crimini commessi nei casi di deportazione ma dall’altra nega la tutela risarcitoria ritenendola irrimediabilmente prescritta. Una pronuncia che, basandosi sulla stretta interpretazione normativa, sa tanto di “beffa”: fino a qualche tempo fa la domanda di risarcimento non sarebbe stata ammissibile in quanto non era riconosciuta l’offensività dei delitti commessi, ma ora che lo è quella stessa domanda viene ritenuta tardiva poiché prescritta. Rossella Molinari versi colpi di pistola, mentre l’imprenditore stava transitando sulla Statale 106, in direzione sud, nei pressi dello svincolo per San Gregorio. Caminiti riuscì a salvarsi solo grazie alla sua Smart, la cui scocca rinforzata permise al proiettile di non forare l’auto e raggiungere il conducente. I killer, però, spararono per far fuori la vittima designata che denunciò tutto ai carabinieri. Qualche mese dopo, gli stessi uomini dell’Arma di Pellaro, insieme a quelli del comando provinciale, arrestarono tre persone (Gennaro Gennarini, Vincenzo Nettuno e Terenzio Minniti) accusati di aver commesso un’estorsione aggravata ai danni di Caminiti al quale volevano imporre un software truccato per la sua sala giochi. L’uomo, però, si oppose e i tre minacciarono gravissime ripercussioni facendo leva sull’appartenenza alla cosca “Latella-Ficara”, egemone nella zona sud di Reggio Calabria. Indagini a tutto campo, dunque, anche stavolta per capire se ci siano collegamenti con il tentato omicidio e se Caminiti, come pare di capire, corra ancora seri pericoli di vita. c. m. 6 LUNEDÌ 12 dicembre 2011 D A L LAMEZIA TERME (CZ) Si è rischiata una strage ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, a Lamezia dove nel quartiere Capizzaglie si sono vissuti momenti di panico a causa di una sparatoria, avvenuta davanti ad un circolo ricreativo, particolarmente frequentato di domenica anche da ragazzi. La strada è via dei Bizantini, una delle arterie di accesso alla città, la stessa dove alcuni giorni fa c’è stato un altro agguato nel quale è rimasto ferito Giuseppe Morello, 32 anni. Il giovane era in auto e due persone, a bordo di uno scooter con cui affiancarono la macchina, spararono alcuni colpi di pistola calibro 7,65 di cui due lo raggiunsero al braccio ed alla spalla sinistri. Ieri pomeriggio, invece, Il 58enne bersaglio dei Saladino è stato novi colpi di pistola calibro raggiunto da 5 nove, è Paproiettili al fianco squale Saladie alle gambe no, 58 anni, operaio edile, raggiunto da cinque proiettili che lo attingono al fianco ed alle gambe e per le cui ferite è trasportato in ospedale dove viene sottoposto alle cure del caso prima del ricovero, anche se in serata si rende necessario un intervento chirurgico per l’estrazione dei proiettili. A rimanere ferito, però, non è solo Saladino. Infatti, in quel circolo ricreativo c’è anche un quattordicenne. Sotto quella pioggia di proiettili, un colpo di pistola di rimbalzo lo ferisce di striscio ad un piede in maniera non grave. Accompagnato in ospedale, dopo essere stato medicato, infatti, viene subito dimesso. Sull’episodio, immediatamente, avviano le indagini gli inquirenti per cercare di caIl procuratore pire, non solo l’esatta dina- Vitello: «Il livello mica della di criminalità sparatoria, è diventato ma anche e intollerabile» soprattutto i motivi che stanno alla base del ferimento. Gli investigatori, infatti, non tralasciano nessuna pista e si indaga a 360 gradi, visto e considerato anche che l’uomo non avrebbe precedenti né collegamenti con la criminalità organizzata. Per tutta la serata vengono ascoltati amici, conoscenti e familiari del cinquattottenne, per trovare un bandolo che consenta di raccogliere l’intera matassa ed evitare anche che la città ripiombi nella paura. Lamezia, infatti, nelle ultime ore sembra vivere momenti difficili che non lasciano margini di dubbio su quanto sta accedendo nella città della Piana dove nella notte tra sabato e domenica vengono incendiate tre auto, di cui due di proprietà di un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Vibo Valentia e della moglie, e dove vengono esplosi sei colpi di pistola contro la saracinesca di un negozio di abbigliamento in pieno centro. Ieri pomeriggio, poi, il tentato omicidio e pochi attimi prima, a circa trecento metri di distanza dal luogo dell’agguato, alcuni colpi di pistola vengono sparati davanti un’altra attività commerciale. Una situazione, quindi, drammaticamente non facile e non sem- P O L L I N O calabria A L L O S T R E T T O ora Spari tra la folla a Lamezia Terme Grave un operaio L’agguato davanti a un circolo ricreativo Colpito di striscio anche un quattordicenne La nipote era lì: «Mio zio, una bravissima persona» LAMEZIA TERME Capannelli di gente da un lato e dall’altro delle transenne che ieri sera hanno bloccato via dei Bizantini nel quartiere di Capizzaglie. Al centro dell’arteria stradale, quel ring di nastro bianco e rosso, i bossoli dei proiettili numerati e gli uomini della scientifica che effettuano i rilevamenti. Il tutto illuminato dai fari dei lampeggianti dei carabinieri. Qui la gente è molto abbottonata ma sono gentili e riusciamo a ricavare giusto qualche impressione sulla serata. «Stavo guardando la partita, ho sentito dei colpi ma ho pensato ai petardi di Natale» dice un uomo. E del bambino ferito, qualcuno lo conosceva? «Abitava a quelle palazzine laggiù» dicono in coro un gruppo di persone indicando, in direzione nord, una serie di case vicine al supermercato Standa. «Era uscito per andare al bar e un proiettile lo ha colpito al piede. Ma si può, in pieno giorno». Nel gruppo di persone con cui parliamo c’è una nipote di Pasquale Saladino, l’uomo ferito. «Non lo dico perché siamo parenti ma mio zio Pasquale è una bravissima persona» dice la donna. «Lavorava al tribunale, era in mobiplice, rispetto alla quale il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, sottolinea che «il livello criminale in città è diventato assolutamente intollerabile. In una sola notte – aggiunge - tre auto incendiate, l’esplosione di colpi di pistola contro una saracinesca, una ra- lità. Faceva quelle quattro ore al giorno per guadagnare qualcosa» sono altre voci che raccogliamo tra la gente. «Dicono che è fuori pericolo e che alle 20 lo operano» continua la nipote, stringendosi nel golfino nero mentre il freddo della sera comincia a farsi sentire. Intanto sulla stessa strada, 100 metri più a sud ci sono altre transenne. Sempre nastro bianco e rosso, sempre una volante dei carabinieri a sorvegliare l’area. Anche qui sono stati esplosi dei colpi contro una pizzeria rosticceria. Nessun ferito ma le esplosioni, a quanto pare, sono avvenute prima dell’agguato al Saladino. Intorno alle 16.30 circa, stando a quanto dicono. Anche qui capannelli di gente. Si conoscono tutti nel quartiere di Capizzaglie ma le loro risposte alle nostre domande sono vaghe e sfuggenti. E tutti rispondono alla stessa impressione: «Pensavo fossero botti di Natale». Botti che hanno colpito una pizzeria, un uomo di 59 anni e un bambino di 14 e hanno illuminato la lunga strada che è via dei Bizantini di lampeggianti delle forze dell’ordine. Alessia Truzzolillo pina in un’abitazione ed il tentato omicidio con il ferimento di un bambino». Quindi il monito: «Da parte nostra non arretreremo di un millimetro e cercheremo di profondere tutte le nostre energie per fronteggiare questo grave riflusso criminale. Vivere in queste condizioni è davve- ro difficile – conclude - . Il ripetersi di fatti di violenza di tipo omicidiario fa pensare alla formazione di gang criminali che agiscono nell’ambito dei gruppi di criminalità organizzata acquisendo anche una relativa autonomia». Saveria Maria Gigliotti la lettera SIDERNO (RC) «Appena saputa la triste notizia della morte della signora Angela, ho sentito forte in me l’impulso, come attuale Vescovo della Locride, ad esprimervi la mia cristiana solidarietà, ricordando la vostra cara defunta, che, qui, nella Locride, ha dato testimonianza di amore materno, di fede, di coraggio e di costanza». È quanto scrive monsignor Giuseppe Fiorini Morosini in una lettera che ha inviato alla famiglia Casella colpita dalla morte della signora Angela. Nella giornata di ieri, i familiari della defunta, dopo aver letto il messaggio del presule locrideo, ne hanno autorizzato la pubblicazione, annunciando Il vescovo Morosini ricorda Angela Casella «Le nostre strade parlano ancora di te...» la sua lettura, oggi, durante i funerali. «Spero proprio - scrive mons. Morosini - di non riaprire nei vostri cuori ferite, che forse il tempo ha già rimarginato, né tanto meno ricordare a noi della Locride momenti dolorosissimi della nostra storia, che vorremmo non fossero mai accaduti e sui quali fosse ormai posta una pietra tombale». Il vescovo ricorda, poi, di avere personalmente accolto la signora Angela a Paola al Santuario di S. Francesco men- tre ricopriva la carica di correttore generale dei frati minimi, e in quella stessa circostanza fu accolta per «esprimerle il nostro incoraggiamento e assicurarla della nostra preghiera. Nella sua dolorosissima permanenza nella Locride “madre coraggio” ebbe modo di sperimentare il vero cuore dei calabresi, umiliato da una sparuta minoranza senza cuore e senza dignità». «Se posso in questo momento sostituirmi a loro, signora Angela, ti chie- do perdono- scrive mons. Morosini - per tutto quanto ti hanno fatto soffrire. Le nostre strade parlano ancora di te mentre stringevi altre mani di madri e di gente semplice, che ti esprimeva vicinanza sincera, mentre raccoglievi firme di solidarietà, mentre ti recavi in ogni luogo e posto ove potevi far risuonare a voce e con scritte, il tuo grido di madre, colpita nel cuore per il rapimento di un figlio». Dopo aver manifestato un grazie sincero a nome di tutti i calabresi onesti il vescovo della locride, nella missiva ha espresso solidarietà all’intera famiglia. Elia Fiorenza 7 LUNEDÌ 12 dicembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O l’operatore rapito in darfur Troppi silenzi su Francesco La famiglia tace, ha fiducia nel lavoro dell’Unità di crisi DI Che fine ha fatto Francesco Azzarà? Perché nessuno ne parla più? Il governo italiano tace, Emergency impone il silenzio per agevolare le trattative del rilascio e i genitori del giovane hanno smesso di lanciare appelli rassegnandosi a un’interminabile attesa piena di speranza e angoscia. Eppure la mobilitazione iniziale era stata importante e dalla Calabria si era estesa al resto d’Italia in un tam tam di solidarietà. Striscioni e bandiere, con l’immagine del volto pensieroso e sognante di Azzarà, erano spuntati sugli edifici pubblici di moltissime città e negli stadi. Poi qualcosa si è bloccata. La vicenda del rapimento di Azzarà è stata improvvisamente oscurata. Il caso della scomparsa dell’operatore umanitario di Motta San Giovanni è stato incomprensibilmente “coperto”. I giornali si sono allineati compatti e obbedienti alla richiesta del silenzio stampa e da allora di Francesco, sequestrato il 14 agosto scorso nel Dafur, non si è saputo più nulla . Ma perché si è scelto il silenzio per arrivare alla liberazione del giovane? Come sta e dove si trova adesso Francesco? Cosa si nasconde dietro al suo rapimento? Esistono trattative in corso? Sono tanti gli interrogativi. Troppe le domande che non possono essere tenute al bavaglio. Il 26 settembre Gino Strada rassicurava: «Francesco Azzarà presto sarà libero. Siamo molto vicini alla conclusione della vicenda». Ma da allora nulla è cambiato. Il volontario di Emergency resta ostaggio e nessuno conosce qual è il suo destino. Continuare a tacere sulla sorte del giovane calabrese serve solo ad abbassare una strana cortina su una vicenda che si è tinta di giallo. Se, subito dopo il rapimento, silenziare le notizie poteva anche essere considerata una scelta premiante, perseverare ancora oggi con questa “strategia” risulta quantomeno discutibile. Il sindaco di Motta: rispettiamo la volontà di abbassare i toni MOTTA SAN GIOVANNI (RC) A 120 giorni dal rapimento dell’operatore di Emergency Francesco Azzarà avvenuto alla vigilia di Ferragosto scorso a Nyala, abbiamo sentito sia il portavoce della famiglia Enzo Catalano che il sindaco del comune di Motta San Giovan«Tra Natale e ni, Paolo Laganà e il Capodanno rappresentante Giuseppe Minniti del coorganizzeremo mitato “Francesco Liuna grande bero”. «La famiglia mantiene il silenzio manifestazione» stampa - ha detto il portavoce della famiglia Enzo Catalano - per non intralciare il lavoro dell’Unità di crisi e delle Autorità Italiane che unitamente alle Autorità Sudanesi si stanno adoperando concretamente per porre fine al sequestro di Francesco». Sabato prossimo a Reggio Calabria alle ore 16 e 30 sarà consegnato a Francesco Azzarà il Premio Ippocrate 2011 per l’impegno umanitario «come testimonianza di una partecipazione ideale ad una sofferenza affrontata - afferma il presidente deill’ordine dei medici di Reggio Calabria Filippo Frattima - con coraggio e alto spirito di abnegazione con l’auspicio che, l’atto della cerimonia di consegna, Francesco possa essere presente e raccogliere l’abbraccio di quanti, con trepidazione, attendono lo sperato annuncio del suo rilascio». L’intera classe medica reggina esprime la propria vicinanza alla famiglia di Azzarà, l’operatore umanitario «simbolo della Calabria - questa la motivazione del premio - che si dona senza nulla chiedere. Per l’alto esempio di altruismo e di sacrificio dedicato alle popolazioni dere- MOTTA SAN GIOVANNI Il 14 agosto scorso, vigilia di Ferragosto, alle ore 17 locali a Nyala, capitale del Sud Darfur, veniva rapito l’operatore di Emergency Francesco Azzarà, mentre si recava in auto all’aeroporto. Francesco, 36 anni, calabrese di Motta San Giovanni, molto legato alla famiglia, ai parenti, agli amici e alle comunità mottese, era alla sua seconda missione come logista del centro pediatrico che l’organizzazione medico umanitaria fondata da Gino Strada attiva in Sudan dal 2004, ha aperto nel luglio 2010. All’inizio silenzio stampa assoluto per agevolare il lavoro di chi si stava prodigando per la sua liberazione. Nei giorni successivi al sequestro sono stati molti i momenti di solidarietà che i concittadini hanno messo in atto: preghiere quotidiane e visite presso l’abitazione della famiglia. Appresa la notizia del sequestro, Emergency ha immediatamente attivato in Darfur tutti i contatti a sua disposizione e ha altresì informato il Ministero degli Affari Esteri Italiano. Da allora ad oggi sono passati esattamente 120 giorni, in cui a più riprese è stata data per certa ed imminente la sua liberazione. Le prime notizie che Francesco è vivo ed in buone condizioni risalgono al 17 agosto e provengono da Abdul Karim Moussa, vice governatore del sud Darfur. Il 18 agosto amici, parenti e conoscenti di Francesco hanno organizzato a Motta San Giovanni una silenziosa fiaccolata per la sua liberazione, cui hanno preso parte ol- litte del Darfur perché sia di auspicio alla sua liberazione e al suo prossimo ritorno nella nostra terra». «Tra Natale e Capodanno stiamo organizzando - fa sapere Giuseppe Minniti, rappresentate del comitato “Francesco Libero” una grande manifestazione a Motta per sensibilizzare ancora una volta la liberazione di Francesco. Programma e data certa saranno portati a conoscenza con una conferenza stampa». «Il silenzio sceso sulla vicenda di Francesco, almeno da parte nostra - di- ce il sindaco di Motta San Giovanni - non va inteso come un cedimento al destino ma semmai un rispettoso accoglimento della volontà dei familiari di abbassare i toni, convinti che il lavoro dei professionisti italiani e sudanesi, impegnati da quel 14 agosto, darà alla fine i suoi frutti. Certo tutto questo tempo e questa interminabile attesa lascia la nostra Comunità “ sospesa”. E’ come se fosse entrata in un’altra dimensione ben sapendo che potrà uscirne in un solo modo: la liberazione di Francesco! Anche le nostre vie e i nostri centri sono avvolti da questo alone, anche il nostro Natale, sebbene difficile per altri aspetti, appare “diverso” e sommesso nell’attesa che il Cristo di noi tutti indichi, ancora una volta, la giusta via per la liberazione». In tutte le iniziative pubbliche e private Motta ha ricordato il suo Francesco: « E noi “ in silenzio” continuiamo - afferma Paolo Laganà - a sostenere che bisogna fare di più, certamente di più, così come lo chiede l’intera comunità nazionale». Pasquale Gattuso A 120 giorni dal rapimento notizie e smentite su Azzarà tre 3000 persone: «Vogliamo stringerci attorno a Francesco, vogliamo sostenere la famiglia e lanciare un messaggio di solidarietà ad Emergency e a tutti i volontari che in questo momento sono impegnati lontano da casa». Oltre alla fiaccolata, sono state organizzate due veglie nella Chiesa di Santa Caterina con la partecipazione del Vicario generale della Diocesi Reggio Calabria-Bova don Antonino Iachino. Dopo un iniziale periodo di riserbo, d’accordo FRANCESCO FERRO con la famiglia del giovane sequestrato, Emergency chiede ai cittadini e alle istituzioni italiane di esporre la sua foto sui palazzi delle istituzioni e di partecipare alle iniziative che l’associazione organizzava. Il 29 agosto a far visita, presso l’abitazione dei genitori per portare un po’di serenità, si è recato il dottor Enrico Solito medico a Sesto Fiorentino, pediatra volontario di Emergency che ha lavorato con Francesco e ha appreso la notizia del suo sequestro telefonica- mente due minuti dopo. Subito dopo il rapimento, si è costituito formalmente il comitato “Francesco Libero”, composto da amici, parenti e conoscenti. Il comitato ha sede a Motta San Giovanni, luogo di residenza di Francesco, ma può contare sul sostegno di tanti che vivono, lavorano o studiano altrove. Obiettivo del comitato è chiedere insistentemente la liberazione di Francesco, sensibilizzare l’opinione pubblica, tenere alta l’attenzione sul suo rapimento, sostenere la famiglia in questo particolare momento e incalzare tutte le autorità competenti affinché massimo sia il loro impegno per far tornare a casa Francesco, nel più breve tempo possibile. Una delegazione del comitato “Francesco Libero” ha preso parte al meeting “1000 giovani per la pace”, organizzato a Bastia Umbria in occasione della Marcia della Pace Perugia Assisi del 25 settembre. Anche in occasione della venuta del Santo Padre Benedetto XVI a Lamezia, il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, interprete del sentimento unanime, si è rivolto con queste parole: «Anche a nome del sindaco di Motta San Giovanni e di tanti altri sindaci vorrei rivolgere un pensiero a Francesco Azzarà, nostro corregionale rapito in Darfur, nell’auspicio che possa tornare presto tra noi». Inoltre alcuni deputati sono intervenuti alla Camera per chiedere al governo di riferire in aula sul rapimento di Francesco. p.g. 8 LUNEDÌ 12 dicembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O S T R E T T O Reggio sorride allo shopping nel weekend Da qualche giorno allestito in piazza anche l’Ufficio postale di Santa Claus vibo valentia Festività sottotono e addobbi finora quasi inesistenti VIBO VALENTIA La crisi si fa sentire in città. E si fa sentire, inevitabilmente, anche a palazzo “Luigi Razza”. Il Comune, infatti, non ha ancora comunicato quali saranno - se ci saranno - gli appuntamenti che allieteranno il Natale vibonese. Corso Vittorio Emanuele soltanto ieri ha visto ricomparire le luminarie che colorano e illuminano le strade e riscaldano l’atmosfera tiepida di questi giorni. Ma a Vibo Valentia l’evento clou è rappresentato dal Festival cinematografico della Calabria, che vedrà confluire le star del cinema internazionale in una quattro giorni che si preannuncia scintillante. Da mercoleUnica nota dì a sabato, infatti, faranno visita in positiva: città artisti del caliil festival bro di Claudia Cardinale, Asia Argencinematografico to, Sergio Rubini, con la Argento Donatella Finocchiaro, Isabella Ragonese, insieme ad altre personalità del mondo dello spettacolo come Paola Barale. Saranno giornate intense, nelle quali il cuore della città potrà riscoprire i suoi splendori, anche architettonici. Location per la manifestazione, infatti, saranno palazzo Gagliardi, palazzo Santa Chiara - due gioielli -, insieme all’auditorium della scuola di Polizia. L’evento è organizzato dalla Calabria film commission e cofinanziato dalla Regione. Come anche da sottolineare c’è il premio internazionale d’arte “Limen”, organizzato dalla Camera di commercio e che sta riscuotendo da qualche anno diversi apprezzamenti. Per il resto, invece, poco o nulla. Almeno, da parte dell’amministrazione comunale, solitamente promotrice e organizzatrice degli eventi più importanti del Natale vibonese, ancora non si è sbottonato nessuno. I negozi sono aperti anche la domenica; la gente, però, non si lascia andare a spese folli. La morsa della crisi è forte, certo, ma la voglia di festeggiare comunque c’è. Tutto lascia presagire, però, che le festività natalizie del 2011 trascorreranno all’insegna dell’austerity. Non è previsto nessun concerto, nessun mega evento di capodanno. La popolazione del capoluogo si incrementerà notevolmente a pochi giorni dal 25, col rientro in città dei tanti universitari sparsi in tutta la Penisola. Il rischio è che rimangano delusi. r.v. ELEGANTE Corso Garibaldi a Reggio Calabria, zona commerciale addobbata a festa con raffinati fiocchi di colore rosso (foto cufari) Nonostante la crisi le feste vanno santificate. Così anche Reggio Calabria si prepara, con addobbi e luci colorate e, soprattutto significative iniziative, ad accogliere il Santo Natale. Clima di festa già lo scorso 8 dicembre, con il concerto dell’Ensemble Nuova Opera al cipresseto, in attesa di inaugurare, sempre nel teatro cittadino, concerti per musica da camera. E i concerti, ma di musica sacra, saranno ancora protagonisti nelle chiese sia del centro che delle periferie. Già da qualche giorno la musica in filodiffusione allieterà la passeggiata e lo shopping lungo il Corso Garibaldi. Il teatro “Francesco Cilea”, salotto della cultura per eccellenza, ospiterà il concerto di Natale, il 23 dicembre, in apertura di stagione, con l’Orchestra Cilea diretta, per l’occasione, dal maestro Carlo Palleschi, che ha lavorato in location prestigiose in Italia e all’estero. Il 21 dicembre, sempre al Cilea, ci sarà l’evento di beneficenza per Operation Smile, “Fai la nota giusta”, con ospiti musicali Ron, Bungaro e Micaela. Ed il 28 dicembre s svolgerà al teatro Cilea il “Concerto benefico di fine anno” dedicato, in questo caso, ad aiutare i bambini del Malawi. Villa Zerbi invece ospiterà la mostra organizzata insieme al polo museale di Roma. L’altra mostra sull’Unità d’Italia (che in precedenza avrebbe dovuto essere sistemata in un piano di Villa Zerbi) è stata inaugurata alla biblioteca comunale “Pietro De Nava”. Il foyer di Villa Zerbi accoglierà il “Teatro dei semplici” con le letture natalizie di autori calabresi, con video e proiezioni; sempre nella medesima location ci saranno le letture sceniche dell’Odissea con ora docenti universitari organizzata con l’associazione “Sos Beni culturali”. Oggi nelle acque del Lido Comunale verrà inaugurato il Presepe subacqueo. Gran parte delle iniziative sono organizzate dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria in collaborazione con la Camera di Commercio e le associazioni di categoria organizza in riva allo Stretto. Obiettivo di fondo sarà supportare gli esercizi commerciali nel periodo dell’anno più indicato per gli acquisti ma anche e soprattutto, riuscire a valorizzare i prodotti tipici locali e creare un’atmosfera natalizia proprio nel centro cittadino. L’evento “Natale a Reggio”, il primo nella nostra città, vedrà la partecipazione nelle strategie organizzative di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Conasco e Casartigiani, poiché solo attraverso una reale e concreta sinergia si possono ottenere i migliori risultati. Molteplici le proposte, tra tutte quella denominata “Weekend dello shopping”. Si tratta di due fine settimane (questo ed il prossimo quindi sabato 17 e domenica 18 dicembre), con una serie di attività che mirano ad attirare potenziali clienti per gli esercizi commerciali e non solo. Contemporaneamente, in questi quattro giorni sul Corso Garibaldi, ci sarà musica dal vivo in diversi punti, ed animazione per grandi e piccini. Infine è prevista la realizzazione di un evento di grande rilevanza quale la terza edizione di “Ontheroad- festival internazionale degli artisti di strada”, con esibizioni e perfomance di numerosi artisti nel corso dei due weekend in modo da creare un clima prettamente natalizio e festoso ed una atmosfera gioiosa. Per i due weekend la via Miraglia diventerà “Via dell’Artigianato”, con l’esposizione di artigianato ed artigianato artistico, mobili, ceramiche ed oggettistica antica. Tra gli eventi più divertenti, dedicata ai più piccoli, anche “l’Ufficio postale di Babbo Natale”, in collaborazione con Poste Italiane. Non mancherà infine il Mercatino enogastronico di Natale, attività itinerante organizzata dalla Regione Calabria che vedrà anche la degustazione dei prodotti locali con animazione e giochi. E ancora dall’8 fino al 23 dicembre, piazza Castello diverrà il “Villaggio di Natale” con il mercatino dell’artigianato e dell’agroalimentare. Tutti gli eventi natalizi saranno presentati in questa settimana dall’amministrazione comunale a palazzo San Giorgio. Gabriella Lax aspettando natale La crisi c’è ma non si vede a Cosenza come nella Capitale Da sinistra un’affollatissim a via del Corso a Roma ed una piazza XI Settembre traboccante di gente a Cosenza in occasione dello shopping natalizio domenicale COSENZA La crisi, quella che sta mettendo in ginocchio mezza Italia non esiste. O forse sì. Fatto sta che, ieri, il centro della città dei Bruzi era traboccante di gente e la Capitale, ha dovuto far fronte ad una vera e propria epidemia da shopping. O quasi. “Troppa gente in centro e via del Corso interamente chiusa al traffico”, recitava così infatti l’Ansa battuta intorno alle 20. I bus sono stati deviati per piazza Venezia, via Cesare Battisti, via IV Novembre, via Nazionale e Traforo. E allora? «Non fatevi ingannare - asserisce la proprietaria di una delle più rinomate profumerie del centro - la gente sta in giro, ma non compra nulla». «Entrano, salutano, danno un’occhiata e scappano via», chiosa il gestore di una boutique nei pressi di Piazza di Spagna. Dicevamo? La parola d’ordine per lo shopping natalizio pare essere “pianificazione” dunque, con l’84 per cento degli italiani che taglia i propri acquisti di impulso alla ricerca del miglior convenienza nel rapporto prezzo e qualità dei prodotti e dei punti vendita. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell’indagine intitolata “Xmas Survey 2011” di Deloitte dalla quale si evidenzia che gli italiani che frenano il proprio istinto all’acquisto compulsivo sono in numero superiore alla media europea (60 per cento). Quasi la metà dei consumatori italiani (45 per cento) è attratta dalle promozioni contro il 30 per cento dei consumatori europei, proprio a conferma proprio del fatto che, sottolinea la Coldiretti, si cerca di ottimizzare il proprio budget di spesa. Secondo l’indagine la metà degli italiani per le festività di fine anno utilizzerà sia Internet sia il negozio per cercare regali e comparare i prezzi anche se poi solo il 10 per cento acquisterà on line mentre gli altri si recheranno direttamente nei punti vendita. Come è successo ieri insomma. Un’attività che allunga i tempi dello shopping natalizio ma che consente di realizzare concreti risparmi. Alla fine delle ricerche gli italiani riferisce la Coldiretti - , avranno speso 625 euro a famiglia con un leggero calo del 2,3 per cento rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto ad una maggiore attenzione nella spesa con la ricerca delle offerte più convenienti e l’acquisto di oggetti utili. Particolarmente gettonati i tradizionali mercatini di Natale dove quasi dieci milioni di italiani acquisteranno i regali per se stessi e gli altri. La corsa al regalo è appena iniziata. Domenico Massarini 9 LUNEDÌ 12 dicembre 2011 D A L P O L L I N O A L L O calabria ora S T R E T T O Nel Pdl è ormai scontro aperto Foti reclama il rispetto delle regole. Gentile minimizza: restiamo uniti il punto REGGIO CALABRIA Volano gli stracci nel Pdl. E, con buona probabilità, continueranno a volare sia nella riunione di coordinamento regionale prevista per oggi a Catanzaro che per le prossime settimane. Il segretario Alfano ha parlato chiaro e messo nero su bianco tramite circolare: stop a i doppi incarichi. Il nuovo regolamento ha disciplinato nel dettaglio i casi di incompatibilità prevedendo anche quella tra presidente di Regione e coordinatore regionale del partito. Condizione in cui si trova il governatore Scopelliti che sarà chiamato a passare la mano. All’interno del Pdl è già scattata la successione al trono e anche la convocazione, in fretta e furia, della riunione odierna di coordinamento dopo diversi mesi ha destato parecchie perplessità. Ad uscire allo scoperto, almeno fino al momento, è stato soltanto il deputato e coordinatore provinciale del Pdl a Reggio Nino Foti. Il messaggio inviato dal parlamentare è sta- Il parlamentare del Pdl Nino Foti to chiarissimo: Scopelliti deve dimettersi. Apertura di una fase di scontro che avrà il suo proseguo nella gior- l’elettorato e dei militanti e la formula dei congressi nata di oggi poiché lo stesso Foti ha annunciato che di- corrisponde a questo bisogno: la volontà di poter esprimere discussioni dialettiche ampie sul futuro del serterà il summit di Catanzaro. A tentare di placare gli animi è stato oggi il vice di Pdl e di scegliere gli organismi senza tutoraggi che Scopelliti, Tonino Gentile. L’ex sottosegretario del go- una Regione libera e culturalmente emancipata ha verno Berlusconi, però, tramite una nota ha replicato sempre respinto. È chiaramente auspicabile, e noi laalle diverse questioni sollevate negli scorsi giorni da voreremo in questa direzione, nella certezza che Foti Foti senza spendere una parola sul coordinamento re- condivida che questo non significhi spaccare in due un gionale. Un silenzio che la dice lunga sull’imbarazzo partito che ha fatto della compattezza e dell’unità le sue armi piu efficaci per conquistare i attuale dei vertici regionali del partito. successi ottenuti. Correremmo il ri«Mi rammarico per le dichiarazioIl senatore schio di fare come i Saraceni, che in ni dell’amico deputato Nino Foti circa sui consiglieri una famosa battaglia, non avendo più la gestione del partito a livello regionanemici, si combatterono e distrussero le. Premetto – dice Gentile - di avere arrestati: da soli». incontrato Foti, insieme al senatore il nostro partito Infine Gentile fa un rapido cenno alNitto Palma, a Palazzo Madama, proè garantista le vicende giudiziarie che negli ultimi prio in questi giorni e di averlo rassimesi hanno coinvolto alcuni esponencurato sull’andamento regolare della procedura congressuale che si svilupperà a gennaio ti del partito. «Un’altra annotazione - sostiene ancocon l’effettuazione dei congressi. Per questo sono an- ra il vicecoordinatore regionale - va fatta sulle vicencora più sorpreso dalle sue dichiarazioni che, peraltro, de giudiziarie occorse in questi giorni e in questi menon fanno giustizia dei risultati ottenuti da Scopelliti si ad alcuni consiglieri regionali. Il Pdl è un partito gae dall’intero partito, che non hanno eguali nel Paese». rantista e deve sempre ribadire il principio liberale Tutto va bene, dunque, secondo Gentile che glissa della presunzione di innocenza, che è costituzionalsui nodi fondamentali ed ecumenicamente richiama mente garantito. In ogni caso, i fatti contestati riguartutti all’unità. «Chiaramente - dice Gentile - la nuova dano questioni personali che non hanno corrisponfase apertasi nella politica italiana, per certi versi an- denza con la vita delle istituzioni». ticipata dalle alleanze che abbiamo costruito in CalaRICCARDO TRIPEPI bria, richiede una partecipazione ancora maggiore [email protected] Pd, neocommissario in arrivo Pratica Bubbico al vaglio dei garanti Gli ultimi passaggi formali prima dell’ufficialità. Per il Pd calabrese stavolta davvero dovrebbe essere la settimana decisiva. In arrivo il nuovo commissario che dovrà prendere le redini del partito dopo quasi due mesi di “vacatio” determinati dalle dimissioni del senatore Musi. I giochi – riferiscono fonti del Pd nazionale – sarebbero ormai fatti: il nuovo commissario per la Calabria risponde al nome di Filippo Bubbico, oggi senatore ma con un passato ad altri livelli amministrativi, essendo stato presidente della Regione Basilicata per due mandati e anche sottosegretario. Nasce come dalemiano di ferro, Bubbico, ritenuto dirigente dal polso fermo: anche per questo sarebbe stato indicato per mettere ordine in quel caos e in quella giungla che è il Partito democratico calabrese, che la gestione Musi ha finito per disarticolare, producendo fughe in avanti e spinte individualiste, come quelle delle ultime settimane, con la bulimia organizzativa inaugurata dal presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio alla quale però si sono acco- dati in tanti. Ora con l’arrivo del nuovo commissario tutto questo bailamme dovrebbe avere fine: secondo ambienti del Pd nazionale, l’ufficialità di Bubbico potrebbe arrivare già tra oggi e domani, in ogni caso entro il 16 dicembre, quando è in programma l’assemblea nazionale del Pd. La pratica attualmente sarebbe al vaglio della commissione nazionale di garanzia presieduta da Berlinguer, che starebbe esaminando la proposta del segretario nazionale per poi arrivare all’ultimo passaggio della ratifica della nomina da parte della direzione nazionale. A quanto si è appreso, Bubbico – sul cui nome peraltro non sarebbero mancate alcune “resistenze”, soprattutto da parte dell’area democrat di provenienza Margherita - avrebbe accettato l’incarico dopo aver ottenuto la precisa garanzia della sua temporaneità, limitata allo svolgimento dei congressi in Calabria. Congressi che – è ormai abbastanza evidente – a questo spunto slitteranno al 2012. Tra i primi compiti del nuovo commissario del Pd calabrese ci sarà quello di chiarire sulla base di quale tesseramento incardinare la stagione congressuale, ed è questo il vero motivo del contendere tra i democrat calabresi: con i congressi al 2012 tuttavia appare abbastanza plausibile ritenere che si debba tener conto del tesseramento 2011. Si vedrà. Per il Pd regionale comunque sembra l’ultima chiamata: dopo la fallimentare gestione Musi – fallimentare non solo per responsabilità del senatore ciociaro – Roma, che pure le sue colpe ce l’ha, non appare più disposta a tollerare altre grane... (a. c.) La settimana calda parte da Catanzaro Oggi pomeriggio il 70% della politica calabrese si riunirà in un solo palazzo. Il palazzo di vetro della provincia di Catanzaro. Alle ore 16 è prevista, al piano terra, una grande convegno organizzato dal gruppo regionale del Pd sul tema “Idee per il Mezzogiorno e per la Calabria”. Le adesioni annunciate dei big sono tantissime. Un’ora più tardi, al primo piano, è prevista la riunione del coordinamento regionale del Pdl. E sempre a Catanzaro sono attesi altri appuntamenti istituzionali e sindacali. La riunione del Pdl riveste un carattere particolare. Intanto, l’organismo è da molto che non si riunisce. Nel frattempo sono successe tante cose. Il Pdl ha un segretario nazionale operativo, Angelino Alfano, il quale proprio venerdì scorso ha emanato una circolare sul regolamento congressuale che prevede precise incompatibilità. La più vistosa delle quali, per la realtà calabrese, riguarda il presidente Scopelliti che è anche coordinatore regionale. E in riferimento a ciò c’è la presa di posizione dell’onorevole Foti il quale in una nota polemica diffusa sabato scorso ha richiamato l’anomalia calabrese invitando Scopelliti a trarre le dovute conclusioni. Da qui l’annunciata assenza dello stesso Foti alla riunione catanzarese. Altre cose accadute sono riconducibili all’accentuata crisi economica, ai tagli, ma anche alle indagini della magistratura, a partire dall’ar- resto del consigliere regionale del Pdl Franco Morelli. Da quel poco che si è venuto a sapere manca ancora un’intesa di cornice tra le varie anime del partito. E l’assenza di Foti segnala questo tipo di difficoltà. È possibile che oggi ci si limiti a calendarizzare il percorso congressuale. Sul fronte Pd c’è il tentativo di ripartire con le idee da mettere in campo, anche se sullo sfondo rimane il problema irrisolto dei congressi provinciali e di circolo. Si attende che Roma batti un colpo, inviando il nuovo commissario (questa volta a termine). Ma si fa strada anche la via laziale. Di cosa si tratta? In quella regione, commissariata da tempo come la Calabria, la direzione nazionale ha scelto la strada delle primarie aperte. Che, infatti, si terranno il 12 febbraio. Lì sono in campo per la segreteria regionale Enrico Gasbarra (“area popolari”), Giovanni Bachelet (vicino a Rosy Bindi), Marta Leonori (vicina a D’Alema e sostenuta dalla componente di Ignazio Marino) Marco Paciotti (già della componente di Marino e vicino a Giovanni Caparella). Secondo le norme congressuali i quattro candidati hanno dovuto depositare le firme di presentazione e nel prossimo febbraio si misureranno con le primarie. Insomma, i laziali hanno deciso di misurarsi in mare aperto, spostando i congressi locali a valle delle primarie. Faranno lo stesso i calabresi? Bruno Gemelli l’anniversario Reggio ricorda Falcomatà a un decennio dalla scomparsa REGGIO CALABRIA Dieci anni fa, l’11 dicembre 2001, Reggio perdeva non solo il suo sindaco ma anche qualcosa di più, l’uomo simbolo della “Primavera” della città. Italo Falcomatà veniva strappato all’affetto dei suoi cari e dei reggini da una leucemia fulminante. Il professore, come lo chiamavano in riva allo Stretto, è andato oltre i confini dell’amministratore rappresentando uno stile, un modo di essere, di pensare e di agire improntato sul dialogo con i suoi cittadini, il rispetto, la saggezza e, non ultime, l’umiltà e la franchezza nel porsi con la sua gente e nell’affrontare le diverse, e non certo facili, problematiche del territorio attraverso le sue ottime doti di comunicatore e di mediatore. Valori che, assieme ad un solido e raffinato humus culturale, lo hanno guidato nel governo concreto ed illu- minato della città risvegliandola dopo anni bui con uno sguardo lungimirante al futuro. Falcomatà, nonostante fosse esponente di sinistra in una città storicamente di destra, ha suscitato l’apprezzamento unanime, oltre che di ogni espressione della società civile, di tutta la politica, in un trasversale riconoscimento delle sue qualità umane e amministrative. Un aspetto, questo, non certo comune in un sindaco e, in generale, in un uomo politico. Per questo il ricordo di Falcomatà non si scalfisce con il tempo e, per questo, Falcomatà non è stato solamente un sindaco. Primo cittadino dal ’93 al 2001, tra i tanti meriti a lui ascrivibili come amministratore, si evidenziano lo sblocco dei fondi del Decreto Reggio e la realizzazione del lungomare (che non a caso porta il suo nome). Alessandro Crupi LUNEDÌ 12 dicembre 2011 12 calabria ora C O S E N Z A L’estorsione al costruttore: «Salgo e ti brucio vivo» Così la cosca Lanzino costringeva a pagare il pizzo Estorsione. Una delle voci più importanti nei bilanci dei clan di ’ndrangheta. A Reggio come a Cosenza. Non fa eccezione il gruppo guidato dal latitante Ettore Lanzino, decimato il 6 dicembre scorso con l’operazione Terminator 4. Alle attività legate al racket dedicava molte energie. Si tratta di un reato odioso, ma a differenza di altri affari illeciti ben più remunerativi (come la droga per esempio), è difficile da dimostrare. Basta convincere le vittime a pagare e il gioco è fatto. Anche perché capita spesso che chi subisce l’estorsione ha paura di denunciare. A Cosenza, poi, come è stato opportunamente sottolineato dagli inquirenti durante la conferenza stampa del 6 dicembre in Procura, non esiste un’associazione antiracket né qualsiasi altra forza di resistenza organizzata. Ai 29 indagati di Terminator 4 vengono contestate tre estorsioni, ma nelle oltre 700 pagine che compongono l’ordinanza di custodia cautelare vengono raccontati numerosi episodi di estorsione i metodi usate per portarle a compimento. Emblematica la telefonata ricevuta da un impren- ditore edile di Cosenza che a re in compagnia di suo figlio metà degli anni 2000 aveva rinviene una cartuccia calibro iniziato a costruire un resi- 38 per revolver». Decisamente più recente dence in località Motta di Castrolibero. Una mattina di un’altro episodio di estorsione consumagennaio del 2006 l’uomo Nell’ordinanza to ai danni di professioriceve una tedi Terminator 4 un nista di altra lefonata: «Ti provincia che sei rivolto agli vengono si era aggiudiamici... che raccontati cato un apsalgo e ti brudecine di episodi palto di un cio vivo». Il certo rilievo mattino seguente suo fratello si reca al nel Cosentino. Nel settembre cantiere e trova all’ingresso dell’anno scorso l’uomo riceuna tanica piena di benzina. ve una telefonata da una cabiQuello stesso giorno, l’im- na telefonica: «Pronto, buonprenditore tornando al cantie- giorno». La vittima: «Sì, chi è?». L’estorsore: «Sentite, a Cosenza discorsi a metà non se ne lasciano». Più tardi il suo telefono squilla di nuovo: «Cercate di sbrigarvi a mandare qualcuno qua perché discorsi a metà non se ne lasciano a Cosenza». è chiaro che nessun imprenditore si lascia derubare a cuor leggero dei propri guadagni. Può accadere, pertanto, che l’intimidazione vocale non faccia effetto. In qui casi il passaggio successivo è qualcosa di più esplicito: mostrare alla vittima la pistola tenuta nella cintura dei pantaloni, la tanica di benzina all’ingresso dell’attività commerciale o del cantiere, i proiettili di armi da fuoco, l’incendio dell’auto o dell’attività, gli spari. Pochi giorni prima che scattassero gli arresti la città conosceva una nuova impennata di episodi intimidatori, come solitamente accade in prossimità del Natale o della Pasqua, quando il racket passa a riscuotere. A Cosenza, come emerge chiaramente dagli atti di Terminator 4 (così come in quelle di quasi tutte le operazioni antimafia) erano in molti a pa- CRIVELLATA La vetrina di un negozio recentemente preso di mira dal racket. A sinistra il questore Alfredo Anzalone che ha lamentato l’assenza di denunce da parte delle vittime gare: le imprese che si aggiudicavano appalti per lavori pubblici, gli imprenditori edili, i commercianti. Persino piccoli bar e sale giochi non sfuggivano alle attenzioni dei picciotti della cosca Lanzino. A proposito di Lanzino, domani a palazzo di giustizia riprende il processo Terminator 2, che tenta di far luce su alcuni omicidi di ’ndrangheta e vede imputati due pezzi da novanta come Domenico Cicero e lo stesso Ettore Lanzino, i boss che avevano saputo raccogliere l’eredità dei vari Pino, Ruà, Perna, e che si erano resi conto della convenienza di fe- derare rispettivi gruppi in modo da evitare le guerre e pensare agli affari. A pagina 204 dell’ordinanza di Terminator 4 c’è un passaggio emblematico. è contenuto nelle dichiarazioni del pentito Angelo Colosso: «(...) Le decisioni vere e proprie partivano da Lanzino e da Cicero. Perché Cicero, pure che non partecipava alla fase preparatoria o organizzativa era sempre... il gruppo era insieme... i due capi erano Lanzino e Cicero. Se si faceva un omicidio o un’estorsione era sempre insieme (...)». ALESSANDRO BOZZO [email protected] LUNEDÌ 12 dicembre 2011 PAGINA 14 l’ora di Lamezia Redazione: Tel. 0961 702056 Fax 0961 480161 Mail [email protected] GUARDIE MEDICHE EMERGENZE Carabinieri 112 (Compagnia Polizia di Stato Commissariato PS Vigili del Fuoco Distaccamento VV.FF. Guardia di Finanza Guardie Ecozoofile Associazione Anti-racket Polizia Municipale 0968.21010) 113 0968.203211 115 0968.436768 117 0968.431010 329.0566908 0968.22130 Ospedale centr. 0968.2081 Pronto Soccorso 0968 .208962/462860 Ospedale Soveria M. 0968 662210/662222 Emergenza Sanitaria 118 URP/Informazioni 0968.208815/208410 Direzione Aziendale 0968.208704 Centro Prenotazioni 800 006662 Elisoccorso 0968.208838 CINEMA THE SPACE CINEMA (3 D) LIGABUE CAMPOVOLO 15;17.30; 20; 22.30; 1 ANCHE SE E’ AMORE NON SI VEDE 15.30; 17.40 ; 19.50; 22 MIDNIGHT IN PARIS 15.45; 18; 20.10; 22.20; 0.30 IL GIORNO IN PIU’ 14. 55;17.20; 19.45; 22,10; 0.35 (35MM) HAPPY FEET 2 15.35; 17.50 THE TWILIGHT SAGA BREAKING DAWN 20; 22.30; 1 Incendi e spari, notte di paura Auto in fiamme e colpi di pistola ad un negozio del centro cittadino Nottata calda, quella trascorsa tra sabato e domenica in città, con l’incendio di tre auto e l’esplosione di sei colpi di pistola contro la saracinesca di un negozio di abbigliamento in pieno centro. Intorno alle due, il silenzio della notte in via Adda, all’incrocio con via Crati, infatti, viene rotto dall’esplosione di alcuni colpi di pistola che, probabilmente, vista l’ora ed il sonno, sono passati inosservati o scambiati con i tanti petardi che in questi giorni vengono sparati viste le vicinanze del Natale. A capire che quelli sentiti non erano petardi ma veri e propri colpi di pistola, sono stati i giovani impiegati del negozio di outlet posto al pianterreno di un palazzo che, ieri mattina, giunti davanti l’attività commerciale, hanno notato che sulla saracinesca marrone c’erano sei buchi piuttosto grandi provocati da altrettanti colpi di pistola. Una volta compresa la situazione, è stato dato l’allarme e sul posto sono giunti i carabinieri che hanno fatto i rilievi del caso. Questo mentre tutto intorno la “vita commerciale” di questa importante arteria, parallela a Viale Stazione, iniziava a riprendere l’attività tra lo stupore di molti commercianti che, con curiosità, osservavano i rilievi che venivano effettuati per tentare di identificare la mano ignota che ha esploso i colpi di pistola. In questo sperando anche nell’aiuto che potrebbe giungere forse da alcune telecamere posizionate davanti una gioielleria sul marciapiede di fronte a quello del negozio. Quella di ieri mattina, però, non è stata l'unica “sorpresa” domenicale che la città ha avuto dopo che la notte precedente Lamezia si era addormentata con l’immagine delle fiamme che avevano avviluppato una Citroen Zx station wagon di proprietà di una persona incensurata, distruggendola completamente. Nelle prime ore della giornata, invece, una Fiat Cinquecento ed una Ford Focus, di proprietà di un ispettore di polizia penitenziaria, in servizio nel carcere di Vibo Valentia dove è vice responsabile delle sezioni detentive dell’istituto di pena, e di sua moglie, sono andate a fuoco. Un gesto, questo, che ha immediatamente registrato una presa di posizione di Gennarino De Fazio, componente della direzione nazionale della Uilpa penitenziari che parla di «vero e proprio atto intimidatorio» ricordando che nel carcere di Vibo «qualche settimana addietro i detenuti classificati alta sicurezza hanno messo in piedi una pacifica protesta contro le restrizioni, a loro dire, attuate dalla direzione del carcere. Al collega – aggiunge giungano i nostri più vivi sentimenti di solidarietà e vicinanza nella certezza che questi vili atti intimidatori non potranno in alcun modo avere influenza sulla professionalità e sull’impegno che tutta la polizia penitenziaria di Vibo, ma dell’intera Calabria, profonde ogni giorno, sebbene in condizioni di estrema difficoltà operativa. Se poi c’è un nesso tra quella protesta e l’atto intimidatorio di oggi saranno le indagini a verificarlo». Detto questo De Fazio, fa notare che «purtroppo non è il primo caso di intimidazione NOTTE DI FUOCO L’auto dei carabinieri impegnati nei rilievi davanti al negozio raggiunto dai colpi di pistola. In basso a sinistra, un primo piano sulla saracinesca dell’attività commerciale. A destra, un altro momento della mattinata con le forze dell’ordine (foto www.lamezia instrada.tv) che sono costretti a subire i poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri calabre. Forse – prosegue – questo è il prezzo che paghiamo al nostro impegno in prima fila nel contrasto al crimine organizzato, che trova nel momento penitenziario un punto alto di questa battaglia per la legalità. Non ci faremo intimidire e proseguiremo con analogo impegno ad affermare l’autorevolezza dello Stato all’interno dei penitenziari». Nel concludere, l’esponente della Uila penitenziari, sottolinea che «oggettivamente le condizioni attuali del nostro sistema carcerario tra degrado, sovraffollamento e vacanze organiche non aiutano nell’assolvimento dei nostri doveri. Ma queste difficoltà rendono ancora più nitida la meritoria opera quotidiana di chi opera, spesso, senza mezzi e in splendida solitudine». Da qui l’auspicio «che ora il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria comprenda la necessità di assicurare alla Calabria un provveditore effettivo in pianta stabile che possa garantire coordinamento, controllo e gestione amministrativa». SAVERIA MARIA GIGLIOTTI [email protected] Lunedì 12 Dicembre 2011 Gazzetta del Sud 8 Calabria . LAMEZIA TERME Pasquale Saladino, operaio di 59 anni, è stato centrato da diversi proiettili esplosi da una pistola. Colpito di striscio anche un 14enne Pomeriggio di fuoco, due feriti in strada Gli inquirenti sono alle prese con un episodio apparentemente inspiegabile: l’uomo è incensurato Giuseppe Natrella LAMEZIA TERME Nel mirino è finito un operaio di 59 anni, Pasquale Saladino. L’uomo è incensurato. È stato raggiunto da diversi colpi di pistola calibro 9. Una di queste pallottole vaganti ha ferito di striscio un ragazzino all’ingresso di un circolo ricreativo. Teatro della sparatoria è Capizzaglie, considerato dagli investigatori uno dei quartieri a più alto rischio della città. Il killer è entrato in azione nel pomeriggio di ieri. Erano circa le 16.30, Saladino si trovava su un marciapiede, davanti ad un circolo ricreativo sulla trafficatissima Via dei Bizantini. È stato colpito da diversi proiettili che l’hanno raggiunto alle cosce e alle gambe. L'uomo è stato soccorso da un'ambulanza del 118 che l’ha trasportato al vicino pronto soccorso dell’ospedale lametino dove i medici gli hanno prestato le prime cure. Le sue condizioni non dovrebbero destare preoccupazione: l'uomo, da quanto si è appreso, non è stato raggiunto in parti vitali ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Si tratta di un tentato omicidio sul quale stanno indagando i militari del nucleo operativo della locale Compagnia dei carabinieri arrivati per primi sulla a scena del crimine provvedendo a circoscriverla per evitare l’inquinamento dell’area sulla quale si è consumata la sparatoria che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi. Nell’agguato oltre a Saladino è rimasto coinvolto un quattordicenne sulla cui identità gli investigatori mantengono il massimo riserbo per ovvie ragioni investigative. Il ragazzo, così come il cassintegrato, probabilmente ha visto in faccia l’autore della sparatoria. È rimasto ferito di striscio a un piede, ma ha rischiato grosso. Sulle modalità dell’agguato al momento gli inquirenti non si esprimono Perché la vittima appartiene ad una famiglia d’onesti operai, e non risulta vicino ad ambienti criminali. Ciò nonostante le caratteristiche non dovrebbero lasciare spazi a dubbi, s’è trattato di un vero è proprio agguato di stampo mafioso anche perché, secondo quanto s’è appreso in alcuni ambienti investigativi, nel mirino del commando l’obiettivo era un altro: un circolo più volte bersagliato da agguati e da intimidazioni. Saladino e il ragazzo sarebbero delle vittime casuali di qualche gruppo criminale che vuole imporre la sua supremazia in un territorio che gli inquirenti conside- rano ad alta densità mafiosa e controllato dal clan dei Torcasio. Un’ipotesi investigativa su cui si sta concentrando l’attenzione degli investigatori anche perché Saladino è un incensurato, un operaio in cassaintegrazione e che in base ad un accordo sottoscritto con la Regione lavora negli uffici giudiziari del Tribunale di Lamezia come archivista. Due vittime innocenti di una follia criminale in crescita nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura impegnati quotidianamente sul fronte della criminalità che vuole imporre il suo dominio con la forza. L’anno si sta chiudendo con un bilancio di sangue pesante: 5 morti e 3 feriti. Due degli omicidi non hanno a che fare con la criminalità organizzata, come quello di Giovani Caputo, commerciante d’autoricambi di 62 anni ucciso del sera del 9 maggio, e di Adelina Bruno la giovane di 29 anni uccisa nella notte del 30 ottobre dal suo fidanzato. Gli altri omicidi sono invece catalogati nell’ambito della lotta tra clan cittadini. Il primo risale al 7 maggio in un campo di calcetto in periferia. Nel mirino finì Vincenzo Torcasio, 58 anni. Fu freddato con otto colpi di pistola calibro 9, mentre stava assistendo ad una partita in cui era impegnata la squadra allenata da lui. Un mese dopo, esattamente il 7 giugno, fu ucciso sempre in un agguato mafioso il figlio Francesco, 20 anni, in Via Misiani con undici colpi di pistola. Il giovane al momento dell’agguato si trovava nella sua auto. Il 5 giugno fu trovato morto in una stradina interpoderale Giovanni Villella, 31 anni, dichiarato scomparso ventiquuatr’ore prima del ritrovamento. Fu ucciso a colpi di fucile calibro 12. Un omicidio risolto in poche ore con l’’arresto dei presunti esecutori materiali. Alla furia della criminalità mafiosa sono invece scampati Egidio Umberto Muraca, 31 anni, e Angelo Paradiso, 25 anni, contro i quali sono stati sparati sette colpi di pistola calibro 9 la sera del 30 marzo. Il tentato omicidio, dal quale i due sono scampati miracolosamente, si consumò nelle vicinanze dell’abitazione di Muraca in Via Aristotele, contrada Lagani. L’altra vittima designata che è riuscita ad evitare la furia omicida della criminalità organizzata è Giuseppe Morello, 39 anni, che il 19 novembre scorso, intorno agli 15 in via degli Itali, nella zona di Capizzaglie, è riuscito a sfuggire ad un commando che gli aveva sparato nove colpi di pistola. BIVONGI Un tabaccaio si era visto minacciare per mille euro La vittima non ha paura e denuncia I baby estortori finiscono in manette Antonello Lupis ROCCELLA Ancora sangue in Via dei Bizantini, nel quartiere Capizzaglie Giovani, ma già di spiccate tendenze delinquenziali: estortori in erba. Li hanno filmati e poi sorpresi in flagranza di reato, mentre ritiravano la busta con all’interno il denaro richiesto al commerciante minacciato di morte, i carabinieri della compagnia di Roccella e i militari della stazione di Stilo. Con l’accusa di estorsione aggravata in concorso, sono finiti in manette, nella notte tra sabato e ieri, tre giovani di Stilo, due dei quali minorenni. Si tratta di Rocco Nisticò, bracciante agricolo di 21 anni, S.D., studente di 15 anni e A.I.I., bracciante agricolo di 17 anni. A finire nel mirino dei tre giovani è stato il titolare di una rivendita di tabacchi di Bivongi: «Se vuoi la vita salva, allora paga!!!» è stato il messaggio anonimo fattogli recapitare in Rocco Nisticò forma cartacea all’interno di una busta. La cifra richiesta per porre fine alle minacce era mille euro. A far scattare l’indagine dei carabinieri di Roccella e Stilo è stata la coraggiosa denuncia dello stesso commerciante. L’arresto dei tre giovani, dopo un appostamento a distanza da parte dei carabinieri che si è protratto per diverse ore, è scattato nella notte di sabato nelle vicinanze del campo sportivo di Bivongi, un luogo periferico molto isolato e buio, dove i malviventi avevano chiesto al commerciante di lasciare la busta con la somma di denaro richiesta. Nell’auto dei tre malviventi, una Volkswagen Golf, i carabinieri hanno trovato due passamontagna, una pistola giocattolo, una piccola dose di sostanza stupefacente e 4 paia di guanti in lattice. Dopo l’arresto e le formalità di rito compiute negli uffici della compagnia carabinieri di Roccella, Rocco Nisticò, su disposizione del sostituto procuratore locrese Francesco Cirillo, è stato portato nel carcere di Locri, mentre i due minorenni, su decisione dell’autorità giudiziaria minorile reggina, sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Reggio Calabria. LAMEZIA L’ispettore della casa circondariale di Vibo è stato svegliato dai vicini ieri alle 5.30 Bruciate due macchine a guardia carceraria Vinicio Leonetti LAMEZIA TERME Sono le 5.30 del mattino. Le fiamme divampano in centro, una traversa di Via Marconi, e avvolgono due macchine parcheggiate in un piccolo spiazzo. Sono la Ford Focus e la Cinquecento di un ispettore di polizia penitenziaria lametino in servizio al carcere di Vibo Valentia da cinque anni. Dov’è il viceresponsabile delle sezioni detentive. La guardia carceraria dorme e non s’accorge di nulla finchè viene avvisata dai vicini più mattinieri. L’uomo in un attimo scende giù e riesce a salvare una delle sue auto dall’incendio, l’altra resta praticamente ingoiata dalle fiamme. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco che riescono a spegnere il grande rogo appiccato con un massiccio uso di benzina e il solito fiammifero distruttivo. La Uil-Penitenziari grida all’attentato intimidatorio. Lo dice senza nascondere nulla attraverso Gennarino De Fazio della direzione nazionale del sindacato. «Negli ultimi mesi c’è una recrudescenza in tutta la Calabria di attentati di questo tipo», spiega, «probabilmente per le condizioni d’emergenza in cui sono costrette le carceri tra degrado, sovraffolamento e vuoti d’organico». Gli istituti di pena calabresi hanno le percentuali di sovraffollamento più alte d’Italia, a Lamezia la punta dell’iceberg è del 180%. E dopo la rivolta nel carcere di Ancona qualche giorno fa sono emersi numeri per troppo tempo nascosti: 61 suicidi in cella dall’inizio dell’anno, oltre 900 tentativi, più di 5 mila atti di autolesionismo, e 315 aggressioni al personale penitenziario col ferimento di circa 400 Il carcere di Vibo Valentia baschi blu. «Non è il primo caso d’intimidazione che sono costretti a subire i poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri calabresi», sottolinea il sindacalista della Uil-Penitenziari, «forse questo è il prezzo che paghiamo al nostro impegno in prima fila nel contrasto al crimine organizzato, che trova nel momento penitenziario un punto alto di questa battaglia per la legalità. Non ci faremo intimi- dire e proseguiremo con analogo impegno ad affermare l’autorevolezza dello Stato nei penitenziari». De Fazio ricorda che «oggettivamente le condizioni attuali del nostro sistema penitenziario tra degrado, sovraffollamento e vacanze organiche non aiutano nell’assolvimento dei nostri doveri. Ma queste difficoltà rendono ancora più nitida la meritoria opera quotidiana di chi opera spesso senza mezzi e in splendida solitudine». «Vogliamo auspicare», è l’appello del sindacalista, «che dopo questo ennesimo episodio intimidatorio il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria comprenda la necessità di assicurare alla Calabria un provveditore effettivo in pianta stabile che possa garantire coordinamento, controllo e gestione amministrativa». REGGIO Ordigno rudimentale e cartuccia a pallettoni trovati a Pellaro vicino all’auto della vittima che ha fatto arrestare alcuni “postini del pizzo” Nuova intimidazione all’imprenditore che scampò a un agguato Paolo Toscano REGGIO CALABRIA Un imprenditore nel mirino della criminalità. L’ennesimo “messaggio” si è materializzato nella serata di sabato quando mani ignote hanno posizionato un ordigno rudimentale vicino all’autovettura di Gaetano Caminiti, 54 anni, parcheggiata sotto l’abitazione dell’imprenditore, nel quartiere Pellaro. Per rendere ancora più esplicito il messaggio, i malviventi hanno lasciato accanto all’ordigno, privo di miccia e innesco, un guanto in lattice e una cartuccia di fucile calibro 12 caricata a pallettoni. Scattato l’allarme, sul luogo della grave intimidazione sono intervenuti alcuni equipaggi dell’ufficio volanti. I rilievi sono stati eseguiti dagli specialisti del gabinetto regionale di Polizia scientifica. Le indagini sono dirette dal capo della squadra mobile Renato Cortese. Il nome di Gaetano Caminiti, titolare di una sala scommesse on line a Pellaro, era balzato agli onori della cronaca la sera del 12 febbraio scorso quando era scampato miracolosamente a un agguato di chiara matrice mafiosa. Nell’occasione qualcuno aveva agito con il chiaro intento di ucciderlo. Gaetano Caminiti si trovava alla guida della sua Smart e stava percorrendo il tratto di 106 che collega Pellaro, il popoloso quartiere della periferia sud, dove ha sede la sua sala scommesse, alla città. L’agguato era scattato intorno alle 18,30. Giunta in prossimità dello svincolo di San Gregorio, la piccola autovettura di fabbricazione tedesca guidata dall’imprenditore era stata affiancata da una moto con in sella due persone con i volti coperti da caschi integrali. L’uomo che stava seduto dietro aveva in pugno una pistola e aveva premuto il grilletto cinque volte sparando al bersaglio grosso. La scocca rinforzata nella parte posteriore della Smart aveva salvato la vita all’imprenditore. Era stato lo stesso Gaetano Caminiti a raccontare i momenti terribili dell’agguato recandosi alla stazione Carabinieri di Pellaro. A distanza di qualche mese, il 21 luglio scorso per la precisione, da parte delle istituzioni c’era stata una prima, importante risposta all’istanza di giustizia dell'imprenditore che aveva trovato la forza e il coraggio per denunciare di essere vittima da anni del racket. I carabinieri del comando provinciale, nell’ambito dell’operazione “Azzardo”, avevano fatto scattare le manette ai polsi di tre persone, Gennaro Gennarini, Vincenzo Nettuno e Terenzio Minniti, ritenute contigue alla criminalità organizzata, per il reato di tentata estorsione aggravata. Le indagini sfociate nel fermo dei tre erano partite da una denuncia di Caminiti. Il titolare della sala scommesse aveva raccontato di essere stato vittima di una serie di episodi criminali fissando nel 1993 la data d'inizio delle sue disavventure. Dalle successive indagini i Carabinieri avevano colto il tentativo di estorsione ad opera dei tre fermati. Gli stessi, secondo l’accusa, nel marzo scorso si era- Sulla nuova intimidazione all’imprenditore indaga la Polizia no presentati come parenti di storici appartenenti alle cosche di ’ndrangheta dei Ficara-Latella e dei “Ficareddi”. E in questa veste avrebbero tentato di imporre a Caminiti l’utilizzo di un particolare software illegale per il gioco del poker on line. E registrando il “no” dell’imprenditore, i tre avrebbero minacciato gravi ripercussioni. Le indagini sfociate nell’operazione “Azzardo” avevano fatto scoprire l’esistenza di un progetto delle cosche dei Ficara-Latella e dei “Ficareddi” finalizzato essenzialmente all’acquisizione di diverse sale scommesse presenti sul territorio cittadino, con imposizione del famoso software illegale, per aumentare in modo esponenziale i guadagni da reimpiegare in attività illecite. 18 Lunedì 12 Dicembre 2011 Gazzetta del Sud Reggio Ionica . LOCRIDE Ha stupito la “buona nuova”, in piena controtendenza CAULONIA «Un’azione triste e infame» Ferrovie, non solo tagli Babbo Natale porta le linee elettriche... Furto degli asinelli Costantino scrive a Giuseppe Grenci Scopelliti: «Buon risultato, il resto era già deciso» I sindaci: «Speriamo sia un’inversione di tendenza» Quella perpetrata ai danni di Bruno Grenci, il furto di sei asinelli, avvenuto in pieno giorno martedì scorso, «è un’azione infame e triste». Parole di Demetrio Costantino, presidente del Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza, che all’operatore turistico cauloniese ha indirizzato una lettera di solidarietà. Triste, scrive Costantino «perché priva i bambini e i figli dei turisti nei mesi estivi, di familiarizzare con le bestiole. Infame perché si è voluto punire un imprenditore generoso, quale tu sei, proprietario degli animali, che aveva avuto l’idea, apprezzata da tutti, per offrire momenti di svago per i bambini». E questo, per il presidente del Cids, è un ennesimo segnale di «illegalità diffusa nella Locride, dove tanti reati e tanti delitti restano purtroppo impuniti». Su questa azione criminosa sulla quale «non può e non deve calare il silenzio», sono necessarie «la partecipazione e collaborazione dei cittadini e, da parte delle forze dell’ordine, investigazioni approfondite e in più di- Aristide Bava SIDERNO Mentre Trenitalia continua con i suoi tagli che isolano sempre più la Calabria, da Roma è dunque arrivata la notizia che il presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti è riuscito a strappare l’impegno dell’elettrificazione della tratta ferroviaria della ionica reggina, nel corso di un incontro tra Governo, Regioni e Rfi. Pare veramente un controsenso, anche se la notizia è da considerare certamente positiva e non solo per l’ingente somma che sarà utilizzata (dai 200 ai 250 milioni di euro) ma anche e soprattutto perchè se l’impegno sarà mantenuto potrebbe segnare un punto molto importante per un futuro che anzichè arricchirsi di ulteriori tagli andrebbe a favorire un possibile potenziamento della tratta ferroviaria. Abbiamo sentito telefonicamente il governatore Scopelliti che è sembrato soddisfatto per quanto è riuscito ad ottenere «dopo un confronto – ha detto – che è stato abbastanza duro ma nel corso del quale abbiamo fortemente evidenziato le necessità di opportuni interventi in Calabria. Siamo riusciti ad ottenere questo risultato che garantirà significativamente la tratta ionica reggina grazie anche a un necessario investimento che, come Regione Calabria, abbiamo garantito con 80 milioni di euro. Credo che sia un risultato ottimale per la Calabria e per la Locride in particolare. Adesso il nostro impegno sarà indirizzato a far partire i lavori di elettrificazione, che riguardano altre zone del sud del Paese». Scopelliti ha anche rinnovato il suo rammarico per i “tagli” disposti da Trenitalia con i nuovi orari ferroviari: «Ma era già stato tutto deciso – ha precisato – e le nostre proteste, almeno per l’immediato, non sono servite a nulla. Adesso è necessario guardare al futuro, e seguire, da subito, lo studio di fattibilità del progetto complessivo di elettrificazione». La notizia dell’elettrificazione della fascia ionica è stata favorevolmente commentata anche in sede locale. Il presidente del Comitato dei sindaci, Ilario Ammendolia, ha espresso compiacimento: «Si tratta – ha detto – di un riconoscimento delle grandi necessità di questo territorio, che continua ad essere penalizzato da decisioni assurde come quelle dell’ulteriore taglio dei treni. Potrebbe essere l’inizio di un’inversione di tendenza anche se è bene attendere la concretizzazione ufficiale della vicenda». Il coordinatiore dell’Osservatorio sui problemi della Locride, Giuseppe Ventra, ha diffuso un comunicato per «dare atto al presidente Scopelliti della sua attenzione su un problema di innegabile importanza per il futuro del territorio» pur ricordando che « le necessità di interventi nella Lo- Armando Scuteri CAULONIA La stazione ferroviaria di Siderno cride sono notevoli e richiedono ulteriori impegni da parte delle istituzioni provinciali, regionali e nazionali, per fare uscire il territorio dalla marginalità in cui si trova». La struttura esecutiva del Corsecom, infine, in altra nota prende atto che «la positiva notizia induce a ritenere che l’impegno del presidente della Giunta regionale a favore di questo territorio, continuerà in maniera sempre più incisiva. Il Corsecom – conclude la nota – si impegna a seguire con grande attenzione l’evolversi della questione nella convinzione che la ritrovata unità tra le istituzione locali e il rinnovato rapporto con la struttura regionale darà un grande contributo positivo al rilancio del territorio». LOCRI Le parole commosse del vescovo mons. Morosini per la “mamma coraggio” to, ma ti ha anche molto amata e ammirata». Anche il presidente del Comitato dei sindaci, Ilario Ammendolia ha voluto ricordare «il coraggio di Angela Casella, che è stato esempio per le donne e gli uomini di questo comprensorio e dell’intera Calabria. «Ella ha contribuito, con la sua determinazione ed il suo coraggio, – scrive Ammendolia – a mettere fine all’odiosa stagione dei sequestri di persona, ha provocato un risveglio di molte coscienze assopite , ha messo lo “Stato”, spesso sonnolento e, in alcuni casi, complice, dinanzi alle proprie responsabilità».(a.c. e a.b.) «Angela, un dono grande per tutti noi» LOCRI. «Sei stata un dono grande non solo per la tua famiglia, ma per tutti noi». Così il vescovo di Locri, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, si rivolge ad Angela Casella in una lettera inviata alla famiglia di «madre coraggio» dopo la sua morte. «Appena saputa la triste notizia – scrive mons. Fiorini Morosini – ho sentito forte in me l’impulso, come attuale vescovo della Locride, ad esprimervi la mia cristiana solidarietà, ricordando la vo- stra cara defunta, che, qui, nella Locride, ha dato testimonianza di amore materno, di fede, di coraggio e di costanza. Nella sua dolorosissima permanenza nella Locride “madre coraggio” ebbe modo di sperimentare il vero cuore dei calabresi, umiliato da una sparuta minoranza senza cuore e senza dignità». «Se posso in questo momento sostituirmi a loro, signora Angela – scrive ancora mons.Morosini – ti chiedo perdono per tutto quanto ti hanno fatto soffrire. Le nostre strade parlano ancora di te mentre stringevi altre mani di madri e di gente semplice, che ti esprimeva vicinanza sincera, mentre raccoglievi firme di solidarietà, mentre ti recavi in ogni luogo e posto ove potevi far risuonare a voce e con scritte, il tuo grido di madre, colpita nel cuore per il rapimento di un figlio. Dinanzi alla tua salma ti diciamo grazie. Grazie per come ti sei saputa rapportare con noi calabresi, non facendo di ogni erba un fascio. Grazie per come hai dimostrato la grandezza di un cuore di madre, che non si arrende. Prega per la nostra Locride, una terra che ti ha fatto soffrire molAngela Casella s’incatenò dal 1988 al ‘90 in vari paesi della Locride È morta sabato Bruno Grenci rezioni, per colpire i responsabili». Costantino rivolge un appello «all’Amministrazione comunale affinché valuti possibilità e modi in sostegno della azione intrapresa da te». Sottolineando la «comprensione per l’amarezza», generata per il «deplorevole gesto, e l’affetto che tu nutri per questi animali – conclude il leader del Cids – ti assicuro che, quello che possiamo fare, è il nostro pieno impegno per una soluzione positiva della vicenda». SIDERNO Inaugurata da Ritorto La mostra in municipio dello scultore Gulloni SIDERNO. Il sindaco Riccardo Ritorto ha deciso di valorizzare gli artisti locali. Con questo obiettivo ha inaugurato la mostra del giovane scultore Joey Gulloni, alla presenza di un folto pubblico, al primo piano del palazzo municipale. Dopo il taglio del nastro il giovane artista ha presentato e illustrato le sue opere, tra le quali alcune sculture in marmo e in bronzo particolarmente suggestive.(a.b) Gulloni e Ritorto al taglio del nastro