L`allevamento del canarino Harz-Gutierrez

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L`allevamento del canarino Harz-Gutierrez
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Rivista degli Allevatori
(Uccelli da gabbia e da voliera)
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Fax: +39 0522 515118
L’Allevamento
del Canarino
Harzer
SOCIETA’ ORNITOLOGICA REGGIANA
Via F.lli Manfredi, 57/3
42124 Reggio Emilia
Editing Cotti Marco 2014
GUTIERREZ
L’Allevamento del Canarino Harzer(l)
(1) Iniziamo con questa puntata la pubblicazione di un piccolo trattato dedicato esclusivamente al Re dei Cantori, sicuri
di .fare cosa gradita ai nu. numerosi allevatori s’interessano
di ,tale razza.
N.d.R.
« Un buon inizio è, tutto » in una corsa o in una battaglia e così è pure nell’allevamento del Canarino Harzer. Vi
sono date o tre punti essenziali che vorrei imprimervi bene
nella mente : il primo è di cominciare con soggetti di un
bel ceppo, il secondo è di curare che essi siano sanissimi ed
il terzo è di sciegliere il gruppo riproduttore e di istallarlo
nella stanza d’allevamento appena ha ultimato la muta ai
primi d’autunno La ragione di questi consigli?
Ecco : l’allevatore che possiede un ottimo ceppo di cancri, l’ha ottenuto certo a mezzo di continuata
e persistente selezione per molti anni sicchè voi comprate da costui oltre ai canarini, il risultato della
sua abilità e della sua esperienza. Ora quando si-accoppiano cancri di diversi ceppi, i risultati non
sono mai, o raramente, soddisfacenti perchè il sangue mescolato non raggiunge lo scopo richiesto. In
quanto alla salute, gli uccelli che non sono sani sono inutili come riproduttori perchè non producono
che soggetti deboli e delicati da non potersi assolutamente utilizzare. In fine in merito al terzo punto,
quando i cancri sono istallati nella stanza in cui devono essere accoppiati sin dall’autunno e -vivono in
essa tutto l’inverno, si abituano a tutto ciò che li circonda, all’alimento , ai loro assistenti ed i risultati
sono infinitamente migliori di quando essi sono introdotti nella stanza d’allevamento poco prima di
essere accoppiati. Ciò va detto più per le femmine che per i maschi.
Nell’iniziare un allevamento, il novellino inesperto deve assicurarsi che i soggetti che egli acquista provengano da un ceppo di prima categoria ma non deve comprare i migliori del branco ,perchè per la deficienza di cono• scienza ed esperienza; egli va incontro a grande delusione e perdita di tempo e danaro.
Per la prima e seconda stagione è prudente andar piano in modo da imparare non solo come riprodurre ed allevare i giovani, ma anche conoscere il meglio che sia possibile il canto. Per questa conoscenza
sono necessari degli anni. Gli esperti invece sanno sciegliere benissimo , così le femmine come i maschi : essi possono scoprire dell’armonia nella nota di richiamo e scelgono per la riproduzione quelle
femmine che sono in possesso di una nota di richiamo profonda e melodiosa, la profondità del canto
essendo, di grande importanza nel repertorio dell’Harzer.
Consigliamo i novizi di visitare qualche allevatore rinomato ed affidarsi
a lui per gli acquisti necessari : si avrà così non solo il sicuro pedigrè dei soggetti comprati ma si otterrà che questi rispondano perfettamente ai requisiti di vigoria e dell’arte del canto necessari. La
energia vitale è essenziale non solo in riguardo allo sviluppo del canto, ma anche perchè i soggetti vigorosi sono in genere buoni riproduttori ed allevatori, cioè sono prolifici e curano molto bene la prole.
I soggetti malati, deboli o delicati sono inutilizzabili. e costituiscono una infinita sorgente di contrarietà e delusioni. Perciò si faccia somma attenzione a che il ceppo sia sano. Gli uccelli che si trovano
in ottime condizioni di salute, hanno l’occhio brillante e grande, il piumaggio compatto, i movimenti
vivaci, le note del canto, chiare e distinte, le escrezioni solide e di colore naturale. Evitate i soggetti
che hanno gli escreti verdicci e poltacei.
Spesso mi si chiede se è consigliabile usare un « maestro cantore » come riproduttore o se ciò guasti
‘il suo canto. Io consiglio di fare una precisa differenza tra « riproduttori » e « maestri cantori »: i
primi sono usati solo per fecondare le femmine, i secondi invece vanno conservati nella purezza del
canto con il solo scopo di trasmetterlo ai discendenti, e per ottenere questo è necessario tenerli in una
piccola stanza, scarsamente illuminata ed alimentarli con dieta nutriente ma non troppo stimolante.
I « riproduttori » maschi devono essere vigorosi e robusti e quindi hanno bisogno di molto esercizio e
movimento e di ottimo alimento stimolante.
L’abitudine di tener rinchiusi in gabbie strette i soggetti da appaiare è responsabile di molti insuccessi
: specie ai maschi si deve permettere la massima libertà possibile in grandi gabbie-voliere per qualche
tempo prima dell’accoppiamento. Anticamente si sceglieva il giorno di ‘S. Valentino . (14 febbraio)
come data inaugurale dell’allevamento : ma i saggi oggi attendono sino alla seconda o terza settimana di Marzo Ciò significa. che le prime nidiate si devono aspettare nella prima o seconda settimana
di Aprile. Si ha così il tempo di espletare quattro covate fino alla fine della stagione in Luglio. Molti
fanno solo tre covate e tengono più a conservare la forza e l’energia del loro ceppo che ottenere un
numero maggiore di allievi. Sono, questi, allevatori saggi e vanno lodati ed imitati.
Quando i canari sono in allevamento, molti di essi sono nervosi ed eccitabili e nel mentre non sembrano
disturbati dalla presenza di chi abitualmente tiene cura di essi, fermano il lavoro in cui erano intenti non
appena scorgono nella stanza un estraneo sconosciuto. Quests si osserva specialmente a
quando le femmine imbeccano i piccoli. Una buona regola dunque è quella di non far entrare persone
estranee nelle stanze di allevamento durante le cave. Quando si è avuta un cattiva stagione d’allevamento, si è tentati a provare qualche covata tardiva. Vi consiglio di non farlo mai! Questi soggetti nati
tardivamente non hanno mai la muta regolare poichè la stagione è contraria e la covata tardiva ritarda
la muta dei riproduttori. Una muta lenta o ritardata non è mai una muta regolare e le funeste conseguenze non tarderanno a manifestarsi nella successiva stagione d’allevamento. La salute e la vitalità
sono menomate e tutto l’andamento delle cove ne è sconvolto con risultati addirittura disastrosi.
Grande differenza vi è tra gli allevatori in riguardo, alla pratica delle operazioni di allevamento : alcuni usano piccole. voliere in cui svolazzano 6-8 femmine ed una coppia di maschi, altri ancora gabbie
a due scompartimenti per due femmine ed un maschio, altri infine gabbiette separate contenenti una
femmina cui concedono in rotazione il maschio. Noi non consigliamo questi metodi. Per noi i migliori
risultati si ottengono con una coppia fissa e mai abbiamo dato più di due femmine ad un maschio. Se
si desidera mantenere il vigore e l’energia vitale del ceppo, l’accoppiamento semplice di un maschio
con una femmina è il miglior mezzo per assicurare questo intento.
Le gabbie possono essere appese alle pareti : si evita così l’atteechimento degli acari. La gabbia d’allevamento deve essere lunga cm. 50, larga cm. 28- 30 ed alta 45. Il nido va fissato alla parte posteriore
della gabbia e ad una tale altezza che i genitori possano imbeccare . i loro piccoli stando sul posatoio.
I recipienti per l’acqua da bere e per i semi vanno fissati dall’esterno e non devono mancare due tiretti
uno per il pastore d’uovo ed un altro per qualche leccornia o miscuglio di semi. Non va trascurato il
bagno che gli uccelli devono fare a giorni alterni e che li terrà puliti ed immuni da insetti. Vi è contrasto d’opinioni se è meglio cospargere il pavimento della gabbia. di sabbia o di segatura di legno.
Noi preferiamo la prima. La segatura facilmente arriva sugli alimenti ‘e sulla superficie dell’acqua e
poichè non è digeribile porta molto nocumento ai giovani allievi. Pulite le gabbie due volte la settimana, e copritene il fondo con fine sabbia che è essenziale per il benessere degli uccelli come l’alimento.
Lavate i .posatoi ogni settimana. Ricordate che la pulizia è un grande aiuto per il successo. Le gabbie
devono essere rigorosamente disinfettate prima dell’accoppiamento.
Giunto il momento di fare le coppie, badate a seeglier bene ed unire solo soggetti che siano pieni di
vita, vivacità, movimento. Quando gli uccelli nella stagione delle cove si vedono tranquilli e svogliati.
nei loro movimenti, non possono espletare il empito della riproduzione. All’avvicinarsi del tempo delle cove — giorni lunghi e clima mite — le femmine che sono pronte saltelleranno e svolazzeranno attraverso la gabbia trasportando pezzi di ovatta, penne e quant’altro si mette a loro disposizione:sono
agili e vivaci nei loro movimenti e stando sul posatoio sbattono le ali e chiamano i maschi. Quando
siete proprio sicuri che esistono questi segni, potete procedere all’accoppiamento.
I maschi sono in genere pronti prima delle femmine ma assicuratevi pure di ciò: essi devono mostrarsi
irrequieti e cantare a squarciagola, specie quando sono messi in vista ed in vicinanza delle femmine. Osservate le escre zioni dei vostri uccelli: esse se regolari, devono esser nere con una punta bianca centrale,
ciò che denota la naturale eliminazione di acido urico, perchè questo negli uccelli si elimina appunto con
le feci. I segni che devono mettere in allarme l’allevatore e sconsigliare l’accoppiamento sono: le ali abbassate, l’inattività e i’accovacciamento degli uccelli alle estremità del posatoio con le penne rabbuffate
come una palla; deficienza di canto nei maschi che non rispondono a1 richiamo delle femmine; feci molli
e di colore diverso dal normale; soggetti che mangiano molto pastone di uovo e poco seme.
Le cause per cui i canari si presentano in cattive condizioni all’epoca delle cove sono numerose ma
le principali sono : deficienza di aria fresca, irregolarità di temperatura; correnti d’aria, esercizio
insufficiente nelle apposite voliere.
In quanto al metodo di accoppiamento
vi ò chi consiglia di mettere prima il maschio in una gabbietta vicino a quella
della femmina che si ò stabilito affidargli come sposa, o in uno scompartimento di una gabbia a due scompartimenti;
altri invece consigliano di attendere che
la coppia dia manifesti segni di esser
pronta ed al momento opportuno i introdurre direttamente il maschio nella
gabbia della femmina. Questo ò importante: le femmine allevano molto meglio
nelle gabbie in cui sono già ambientate
che in altre che non conoscono. Tre o quattro giorni dopo che la coppia è stata fissata, si possono introdurre nella gabbia il nido ed il materiale necessario per formarlo.
Tre o quattro altri giorni dopo il nido è fatto ed ogni mattina un uovo viene in esso deposto. Bisogna
rimuoverlo sostituendolo con uno finto, e conservarlo in un’apposita cassettina contenente segatura
o.. sabbia o ovatta e così si deve fare per il 2° e per il 3°.: tutti e tre vanno poi rimessi nel nido alla sera
del 3° giorno di cova o al mattino del 4°. Meglio se alla sera del 3° giorno: infatti quand le tre uova
sono messe nel nido sono fredde ed il 4° da che viene emesso non ha il tempo di raffreddarsi: perciò
se le prime tre uova sono rimesse nel nido alla sera del 3° giornn, si troveranno riscaldate la mattina
del 4° non appena sarà deposto il quarto uovo e così si avrà una schiusa contemporanea delle quattro
uova alla 13 a sera o alla 14a mattina dalla rimessa nel nido di esse.
Si usi la massima attenzione. nel prevenire gli acari, spolverando il nido, prima di mettervi le uova per
la cova, con polvere insetticida.
Se un maschio deve servire per più di una femmina, deve essere allontanato dalla gabbia non appena
le uova sono rimesse nel nido e passato nella gabbia della seconda moglie. Vi sono alcuni allevatori
che non lasciano mai ìl maschio insieme alla femmina dopo che questa ha fatto il nido. Questo può
passare quando il maschio deve essere concesso a più di una femmina, ma se esso, secondo la regola, ò
accoppiato ad una sola femmina, è bene lasciarli insieme per sempre a meno che non accada che il maschio litighi o disturbi la femmina durante l’incubazione o non si curi d’imbeccare la prole che verrà.
In quanto all’alimentazione, Si sa che i riproduttori devono essere preparati convenientemente, almeno un mese prima delle cove, con un po’ di pastone d’uovo a giorni alterni
in aggiunta ai soliti semi di ravizzone ed al miscuglio di scagliola, niger e papavero. La verura va data
ogni giorno. Ora si usa anche molto l’olio di fegato di merluzzo, ma esso deve essere somministrato
con prudenza come il whisky, e mai giornalmente tranne che non s} debba affrettare la preparazione
di soggetti deboli o curare dei malati. Ma all’infuori di questi casi, può esser dato due volte la settimana nei tempo che precede l’accoppiamento e tre volte durante le cove :e il periodo della muta. L’olio di
fegato di merluzzo ò molto riscaldante e stimulante : ecco perchè deve essere usato con moderazione.
Quando i piccoli sono nati, la dieta ordinaria di semi può essere continuata ma ad essi vanno aggiunti
i semi impregnati tre volte al giorno. Le femmine ne sono ghiotte e ne mangiano volentieri anche in
sostituzione del pastone d’uova o altri pasti teneri.
Il metodo di preparazione dei semi impregnati ò il seguente: parti uguali di scagliola, ravizzone e canapa vanno messi in una grande giara, coverti con acqua fredda e tenuti così ad impregnarsi per 24
ore. Dopo 12 ore però vanno agitati con un cucchiaio, poi scolati ed infine ricoperti con nuova acqua
fresca. ]dopo altre 12 ore si ripete la stessa operazione e, scolata l’ultima acqua di lavaggio, i semi.
sono pronti per la somministrazione.
Noi . crediamo fermamente nella verdura che diamo ai riproduttori ogni giorno e quando essi hanno
i piccoli, tre volte al giorno: crescione, lattuga, cardo selvatico, erbe teneri, e radicchiella sono tutti
buoni ma vanno ben lavati in acqua leggermente salata prima di esser somministrati: State attenti a
non dare verdura gelata ed a rimuovere dalle gabbie quella porzione che non sia stata consumata al
momento di aggiungere l’altra razione fresca. Ricordate che molti casi d’infiammazione intestinale
sono dovuti alla verdura ed al pastone d’uovo stantii.
Morale: fate che l’alimento sia sempre fresco!
Quanto i nidiacei hanno quattro giorni di vita, devono essere anellati: s’infila l’anellino chiuso alle tre
dita anteriori e lo si fa scivolare lungo il dito posteriore che intanto ò stato disteso contro la gamba.
Per un giorno o o due bisogna verificare se l’anellino è rimasto al suo posto. Quando i piccoli hanno raggiunta l’età di tre settimane, i genitori pensano a formarsi un’altra famiglia e quindi si deve
provvedere la gabbia di un altro nido e di altro materiale per formare il nido. Viene qui opportuno di
chiarire che il nido contenente i nidiacei deve essere rinnovato una volta la settimana.
La femmina s’interessa dei piccoli finchò questi non siano capaci di far da sò stessi: ma ò specialmente il maschio che li sorveglierà e curerà finchò essi potranno alimentarsi da se stessi, ciò che avverrà
all’età di un rese, epoca in cui potranno essere rimossi dalla gabbia di allevamento ed immessi nelle
gabbie voliere.
(continua)
GUTIERREZ
L’Allevamento del Canarino Harzer(2)
LA CREAZIONE DI UN CEPPO
L’ASSISTENZA INVERNALE
Quando la stagione delle cove è trascorsa, le gabbie devono essere accuratamente pulite, lavate, disinfettate e
asciugate. Anche la stanza di allevamento deve essere
ripulita, il soffitto e le pareti imbiancati ed il pavimento ben strofinato con liscivia. Le femmine possono esser
lasciate in questa stanza; mentre i maschi devono esser
tenuti separati in un’altra, sia cantori che riproduttori.
Durante i mesi invernali sia alle femmine che ai maschi deve essere somministrata la scagliola e il ravizzone nella tramoggia; la miscela di semi nell’apposito
tiretto a giorni alterni; il pastone d’uovo e l’olio di fegato di merluzzo due volte la settimana. La verdura si
può dare ogni volta che è disponibile: una fetta o due di
mela o di carota bollita in sua sostituzione o per variare
la dieta. Non dimenticate la sabbia- sul fondo della gabbia o in una speciale vaschetta, l’osso di
seppia, l’acqua fresca da rinnovarsi ogni giorno, la pulizia rigorosa di tutti gli utensili, il bagno
una o due volte la settimana, la buona ventilazione della stanza’ evitando ogni corrente e tutti
gli altri accorgimenti che ogni buon allevatore conosce per pratica.
IL REGISTRO PER IL PEDIGREE
Esso è indispensabile per la buona direzione di un allevamento, perché oltre a far conoscere la
storia di ogni singolo soggetto allevato in qualsiasi momento passato o presente, è assai interessante ed utile in molte occasioni.
Da esso si apprenderanno gli accoppiamenti operati, il numero degli anelli per gli adulti ed i giovani., le date dell’accoppiamento, deposizione e schiusa insieme ai risultati di ciascuna nidiata,
di ciascuna coppia ed infine dell’intero allevamento per ogni stagione. Se diligentemente tenuto,
esso conterrà i« records » dei migliori; campioni, le notizie sulle eventuali malattie e mortalità,
in, modo da; costituire la vera e fedele fonte della storia di ogni soggetto che si vuol vendere o
riprodurre.
Ogni allevatore che si rispetti non può fare a meno di esso e noi; lo consigliamo vivamente a tutti
i nostri lettori.
Il grande allevatore Woerz, così scrisse: « La selezione è la via più breve per assicurarsi l’eredità
di certe, anzi, di tutte le particolari caratteristiche e per il miglioramento della razza. Nessun
allevatore può fare a meno di essa. A suo mezzo, molti difetti ed imperfezioni collegati ad una
razza, possono essere completamente e prontamente allontanati ».
Il Woerz ha ragione: l’accoppiamento di canari raccolti qua e là non creerà mai una razza.
Tutti i grandi allevatori di Canarini Harzer in Germania come Rosenbach, Volkmann, Engelhe,
Truto, Seifert, ‘Bergmann, Erntyes ecc., hanno creato dei ceppi personali che sono divenuti poi
famosi per le diverse qualità del canto a mezzo della selezione. Solo così può riuscire possibile la
creazione di ceppi di Harzer che per il canto e la forma dominante si ripeteranno stagione per
stagione finché l’allevatore può pretendere, nello spazio di diverse stagiorni, un super-ceppo di
Harzer. Consideriamo ora un po’ questi fattori. La robustezza, il vigore fisico cioè, é la prima e
più importante tappa della selezione e se la introdurrete nel vostro allevamento, raramente le
malattie vi annoieranno. Sono convinto che gli uccelli selvatici si riproducono così intensamente
perché tra loro ha regnato per secoli la più sana e robusta costituzione fisica intesa .nella sua più
alta espressione. Scegliete perciò il vostro gruppo di riproduzione fra soggetti di perfetta salute
ed in pieno vigore: giammai fra deboli o malati.
E’ la selezione operata diligentemente e pazientemente
che ci ha dato i nostri originali cantori così simili nel
vigore, grandezza, forma e colore che i giovani potettero
ereditare tutti i principali fattori con la massima regolarità. Diverse razze di uccelli selvatici si formarono secoli
fa da un numero necessariamente limitato dei primitivi
campioni: se dunque poterono riprodursi all’infinito con
unioni. consanguinee, vi è da immaginarsi che cosa l’uomo può ottenere dalla selezione scientifica e dall’accoppiamento razionale. Noi non dobbiamo andare a tentoni verso l’oscuro o l’ignoto perché i più difficili problemi
dell’allevamento sono stati risolti e chiariti dai nostri
antenati, benché disgraziatamente pochi hanno seguito
la saggezza e l’abilità dei vecchi allevatori. Più intensivamente si alleva, più s’imprimono sul ceppo le qualità che esso possiede e più alte sono queste qualità, più
grande è il successo per l’allevatore e la razza allevata.
Se prendiamo il canto, esso è facilmente riproducibile a mezzo di una attenta ed accurata selezione e s’imporrà nelle annuali contese.
Allo stesso modo può essere migliorata la forma esterna ed appunto oggi un buon numero di
allevatori sta cercando di trasformare il canarino rendendolo più bello e distante dalla linea di
partenza, migliore nella forma, grandezza, piumaggio, colore e si può esser sicuri che con la
selezione si giungerà in porto. Si ricordi’ che non appena del sangue estraneo è introdotto in un
allevamento, si perde ogni carattere distintivo del ceppo sin allora allevato. Per ottenere successi
dunque coi; Canarini Harzer, bisogna continuamente e rigorosamente selezionare il ceppo che si
alleva senza ricorrere al sangue di altre famiglie o razze.
LO SVILUPPO DEL CANTO
Lo sviluppo delle diverse frasi del canto, comincia sin da quando i giovani sono messi nelle spaziose gabbie-voliere, cioè all’età di sei settimane e in alcuni casi anche più presto. In un primo tempo
solo un sommesso gorgheggio è apprezzabile, ma giorno per giorno esso diventa più forte o sonoro
senza essere molto ostacolato nemmeno dalla concomitanza della prima muta.
Esso viene esercitato giornalmente e fa continui progressi e già sin d’ora si possono cominciare a
distinguere nei soggetti più progrediti, certe frasi che troveremo poi sviluppate e distinte nel loro
repertorio.
Se, come qualche volta può accadere, un allevatore possiede un giovane maschio che, per essere
sano ed in perfetta salute, sfugge la sua prima muta, si osserva che questo soggetto, dopo un brevissimo corso di studio, distanzierà tutti i suoi compagni ed emetterà le sue frasi come un adulto.
Di qui si comprende facilmente che la muta ritarda lo sviluppo del canto. Anche nell’osservare
l’andamento della muta, si può facilmente scorgere come quei soggetti che mutano le penne con
maggiore rapidità, sono anche quelli che fanno maggiori progressi nel canto.
L’età non ha influenza affatto su ciò, perchè uccelli della stessa età che diversificano nella muta,
diversificheranno proporzionalmente
anche nello sviluppo del canto : d’altra
parte in qualsiasi stagione di allevamento si potrà osservare che gli allievi più
anziani aventi una muta lunga sono superati dai più giovani aventi una muta
rapida. Con una muta di uguale durata,
i soggetti più anziani naturalmente sono
i migliori sviluppati sia nel corpo che nel
canto. Siccome vi è in genere l’abitudine
di tenere in libertà i, giovani canari nelle gabbie-voliere durante
la muta sino al completamento di
questa, ne consegue che il canto
si sviluppa mentre già essi sono in
queste -voliere.
Poichè le loro note sono ancora
indistinte e sorde ed I passaggi o
frasi non vanno al di là del sommesso gorgheggio del principiante, essi possono essere lasciati
tranquillamente soli.
Le prime note sgradevoli che colpiscono l’orecchio dell’allevatore costituiscono un difetto
nel canto che più tardi, quando il canarino è completamente sviluppato, porta necessariamente al suo isolamento dalla compagnia generale. Presto si possono sentire le note di flauto
acute perché queste sono le prime ad interrompere il sommesso gorgheggio: dopo vengono
quelle lunghe di campanello che a poco a poco diventano sempre più lunghe nell’emissione
e dure se non proprio acute. Una breve dolce nota di campanello dalla quale il canarino
passa ad un’altra frase non è un difetto e non riesce sgradevole, ma se un giovane canario
emette questo suono di campana spesso e per lunga durata, la frase quasi sempre diviene
difettosa, spesso del tutto cattiva, ed un simile cantore può rovinare l’intera scuola. Col
suo continuo scampanellio esso disturba i suoi compagni e peggio accade quando queste
note tendono ad essere alte e rumorose. Un suono di campanello lungo e forte può essere
considerato come il peggiore di tutti i difetti perché un tale soggetto non farà mai a meno
di esso ed in molti casi lo prolungherà per quasi un minuto. Dopo i due menzionati difetti
delle note acute di flauto o di campanello, si può presto sentire anche il suono raspante
dell’Aufzug, che è un suono « aspirato » simile a quello della raspa che gratta. E’ un difetto
per il quale l’allevatore non procede all’isolamento se non quando è troppo prolungato,
perché i cantori dalla voce profonda a poco a poco se ne liberano. Esso, non per tanto, ha
sempre uno sgradevole effetto sull’orecchio.
Poi vengono le note nasali. Se quesito difetto fosse limitato a pochi soggetti, questi vanno
allontanati dalla scuola; ma se fosse generale, l’allevatore deve lasciare l’intero gruppo dove
si trova e considerare l’evento come una calamità. Tutte le frasi nasali, come le aspre e le impure, in genere rauche, sono molto sgradevoli ma quelle profonde di flauto sono le peggiori
quando sono anche fioche: simili soggetti devono essere subito allontanati, perché queste
note hanno un tono così penetrante da resistere, brutte e persistenti, mentre gli altri cantano
ed assolutamente rovinano l’effetto di tutta l’orchestra.
Gli ultimi due difetti vanno sotto il nome di « raganella » che qualche principiante confonde
con un « Anfzug » dolce e che invece non è altro che una frase di campanello acuta degenerata in un suono di; sonaglio e di « zitzit » che è ‘una cattiva abitudine che l’uccello può anche
perdere: pertanto esso deve essere espulso dalla scuola.
Gli uccelli che hanno i difetti dianzi riferiti devono essere separati dai buoni cantori al più
presto possibile e collocati in un’altra stanza fuori portata d’orecchi; le speranze che tali soggetti possano divenire discreti cantori sono molto scarse ed è quindi perdita di tempo dare ad
essi un precettore. Fateli cantare come essi possono, il buono ed il cattivo e cogliete la prima
occasione per liberarvi di essi. Spesso si consiglia di oscurare completamente questi cancri
come per sopprimere o soffocare i difetti ma ciò non risponde ad alcun buon scopo perchè
l’allevatore che adotta questo metodo è pertanto indotto a tenere gli uccelli difettosi nella
stessa stanza dove sono i buoni, pensando che con quel mezzo gli errori siano meno udibili.
Intanto bisogna mettersi in testa che un canarino non può esser tenuto tutto il giorno all’oscuro e deve almeno per un’ora al giorno avere luce e libertà, anche se solo per il bisogno e per
il tempo di alimentarsi.
Ora accade che dopo aver soddisfatti i propri bisogni, attratto dalla luce, comincia a saltellare da posatoio a posatoio cantando e gorgheggiando. Il segnale è dato e tutta l’orchestra
comincia a funzionare, facendo sentire sopra tutte le altre, le note acute difettose di cui
abbiamo fin qui parlato. L’allevatore le sente dovunque si trovi e corre ad oscurare di nuovo
i cattivi cantori, in modo che i buoni non ascoltino più a lungo quella pessima musica: ma
intanto tempo e lavoro sono invano spesi e si rischia di rovinare anche i buoni.
Il miglior mezzo è dunque, come si è detto, di separare i cattivi: cantori in una stanza molto
distante in modo che non possano essere uditi dai buoni e conceder loro di godersi la vita.
H. W. GUTIERREZ