Numero 33: Demansionamento: professionalità tradita
Transcript
Numero 33: Demansionamento: professionalità tradita
ncontri I idee&fatti Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma - AUT. MP-AT/C/RM/AUT. 39/2006 - Prezzo copia euro 0,20 MENSILE DIRFIRST Settore di ruolo delle Alte Professionalità di FIRST DEMANSIONAMENTO: PROFESSIONALITÀ TRADITA 33 giugno 2015 anno V www.dircredito.info informati con DirCredito www.dircreditoincontri.it il nuovo sito “esclusivo” del periodico Incontri idee&fatti Incontri idee&fatti Anno V - numero 33 - giugno 2015 Editore: DirCredito Direttore responsabile: Cristina Attuati Comitato di direzione: Maurizio Arena, Silvana Paganessi, Cristina Attuati Hanno collaborato a questo numero Maurizio Arena, Cristina Attuati, Silvio Brocchieri, Dante Columbro, Elisabetta Giustiniani, Livio Iacovella, Gennaro Maselli, Claudio Minolfi, Giulio Romani, Marco Valentini Progetto grafico: Claudia Spoletini Stampa: I&W s.r.l. - Roma Redazione: Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma Periodico telematico: Reg. Trib. Roma n. 118/2014 Periodico cartaceo: Reg. Trib. Roma n. 441/2005 Iscrizione al ROC n. 13755 pubblicato il 2 luglio 2015 SOMMARIO IL PUNTO Bail-In L’EDITORIALE Demansionamento: professionalità tradita INTERNAZIONALE Brevi dal mondo L’Italia incontra il mondo SINDACATO Una crisi, nella crisi Quale Sindacato Unico Ripartono le relazioni industriali ma non si parla di premio aziendale I bancari approvano l’ipotesi di rinnovo del CCNL LA PAROLA A... La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe SOCIETÀ Banche denunciate per usura. La colpa delle procedure LEGALE Osservatorio sulla giustizia Il filo d’Arianna LAVORO La formazione e l’eccellenza organizzativa Senso di appartenenza, soddisfazione e profitto Soddisfazione lavorativa, il miglior sistema incentivante PENSIONI La riorganizzazione del sistema pensionistico BANCHE Banche, innovazione tecnologica e multicanalità CURIOS@NDO Dal WOB. Le principali notizie di giugno Stufi delle solite vacanze? Incon t ri 4 5 6 22 7 10 15 15 8 9 14 17 DEMANSIONAMENTO: PROFESSIONAITÀ TRADITA 12 18 19 16 20 23 24 - gi ugno 201 5 n 3 n I L P U N TO Il fatto del mese BAIL-IN L’ITALIA RECEPISCE LE NORME IN MATERIA DI UNIONE BANCARIA EUROPEA PER LA STABILITÀ DEI MERCATI FINANZIARI Il salvataggio delle banche a opera di azionisti e creditori, meglio noto come 'bail-in' arriva anche in Italia. La Camera ha approvato la legge di delegazione europea che prevede il recepimento di norme in materia di Unione bancaria europea finalizzate alla stabilità dei mercati finanziari (meccanismo di vigilanza unica, vigilanza sui depositi, disciplina della crisi bancaria e il ricorso a strumenti di intervento pubblico). La norma stabilisce che dal 2016 i problemi degli istituti di credito andranno risolti all'interno degli stessi e non con interventi esterni, anche ricorrendo ai depositi superiori ai 100mila euro, oltre che agli azionisti e agli obbligazionisti meno assicurati. Inoltre il governo dovrà valutare "l'opportunità di stabilire modalità applicative del bail-in coerenti con la forma societaria cooperativa". Un meccanismo che in Europa è già scattato nel caso di Cipro e che di fatto ribalta quanto successo con la crisi finanziaria: si passa da un sistema in cui la risoluzione delle crisi si basa su apporti esterni, generalmente contributi statali, leggasi dei contribuenti – il cosìddetto bail-out – a un nuovo sistema, che individua tra gli stessi intermediari le risorse necessarie tramite il coinvolgimento di azionisti e creditori – bail-in. "Sono escluse dall’applicazione del bail-in alcune categorie di passività, quelle più rilevanti per la stabilità sistemica o quelle protette nell’ambito fallimentare, come i depositi di valore inferiore a 100.000 euro, le obbligazioni garantite da attivi della banca, i debiti a breve sul mercato interbancario. Altre categorie di passività potranno essere escluse dall’autorità di risoluzione, in casi particolari, sulla base di una valutazione specifica degli effetti sulla stabilità sistemica e del possibile contagio. Nell'allocazione delle perdite dovrà essere rispettata la gerarchia prevista dalla direttiva, che in parte modifica quella con- corsuale prevedendo, tra l'altro, che i depositi superiori a 100.000 euro detenuti dalle persone fisiche e dalle piccole e medie imprese siano colpiti dopo gli altri crediti chirografari (cosiddetto pecking order). In ogni caso, il trattamento riservato agli azionisti e ai creditori nell’ambito della risoluzione non potrà essere peggiore rispetto a quello che essi avrebbero subìto in caso di liquidazione coatta amministrativa". 4 n gi u gno 2015 - In cont ri Redazionale L’ E D I TO R I A L E n DEMANSIONAMENTO: PROFESSIONALITÀ TRADITA di Maurizio Arena nenti al livello di inquadramento inferiore”. Se così fosse, saremmo in presenza di una vera e propria follia, in quanto se è evidente che la modifica degli assetti organizzativi è un presupposto nelle mani dell’azienda, è altrettanto chiaro che la stessa potrebbe assumere una connotazione troppo generale e quindi fuori controllo. Sembrerebbe quindi che la discesa del lavoratore possa essere oltre che totalmente discrezionale anche molto più facile e veloce della crescita professionale dello stesso. Credo che di fronte a questa prospet- tiva il sindacato debba attrezzarsi individuando degli strumenti, anche contrattuali, che gli consentano, insieme al lavoratore che rappresenta, di gestire questa eventualità, che ci auguriamo sia remota, al meglio. È infatti impensabile che le banche che da anni dicono di cercare un riscatto reputazionale e un rilancio di immagine e redditività possano anche solo immaginare di conseguirlo attraverso la demolizione delle professionalità e delle competenze dei propri dipendenti. Per quanto è in nostro potere combatteremo perché ciò non avvenga. “ Sembrerebbe quindi che la discesa del lavoratore possa essere oltre che totalmente discrezionale anche molto più facile e veloce della crescita professionale dello stesso Incon t ri - gi ugno 201 5 n “ “L’imprenditore avrà piena libertà di demansionare i propri dipendenti e ridurre gli stipendi con accordi individuali. E grazie a un decreto del 2011, il lavoratore, in deroga alla legge, potrà perdere anche più di un livello di inquadramento”. È questo, in pillole, il contenuto del terzo decreto attuativo del Jobs Act, che, definitivamente, alza il velo su una legge che fin dall’inizio ci ha visto critici perché ha reso evidente come, ancora una volta, si tenti di scambiare il diritto al lavoro, costituzionalmente garantito, con l’indebolimento dei diritti del singolo lavoratore. Secondo l’analisi dei giuslavoristi, che in queste settimane stanno approfondendo i contenuti e le implicazioni del provvedimento, pare proprio che la norma sarà di portata generale, potendo quindi essere applicata a tutti i lavoratori subordinati, con vecchi e nuovi contratti. Se così fosse, parleremmo di milioni di persone, in particolar modo lavoratori che operano nel privato, visto che è ancora aperta la querelle se e come il jobs act possa venir applicato nel pubblico. In sostanza quindi anche nel nostro settore si potrebbe verificare l’eventualità che qualche datore di lavoro decida, o quantomeno tenti, di demansionare i propri dipendenti e ridurre gli stipendi con accordi individuali, a seconda delle esigenze organizzative aziendali. Se da un lato si introducono incentivi economici per favorire nuove assunzioni, dall’altro viene lasciata piena discrezionalità ai datori di lavoro. “In caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incidono sulla posizione del lavoratore, infatti, lo stesso può essere assegnato a mansioni apparte- 5 n INTERNAZIONALE BREVI DAL MONDO Notizie, fatti e curiosità oltre i confini FRANCIA Non hanno perso tempo i gendarmi del settore bancario francese, i quali, senza nulla togliere all’indagine giudiziaria in corso, hanno inflitto a UBS un’ammenda di 10 milioni di euro. Il motivo: non aver messo in campo un’adeguata sorveglianza sui prodotti bancari nel mirino degli investigatori. L’Autorité de Controle Prudential punta il dito contro la banca svizzera e la sua filiale francese: il personale vendite avrebbe offerto conti bancari battenti bandiera della confederazione per aiutare i clienti a sfuggire al fisco di Parigi. Accuse prontamente smentite da UBS, che però, secondo gli inquirenti, avrebbe aspettato ben 18 mesi dopo l’avvertimento iniziale per mettere in campo i controlli richiesti. STATI UNITI Obama usa il patriottismo per attirare personale specializzato. Il Presidente aveva promesso, fin dalla campagna del 2008, 6 di trasformare in una “casa di vetro” il governo, consentendo ai cittadini di verificarne l’operato in diretta su internet. C’è riuscito parzialmente, grazie all’aiuto di Mickey Dickerson, ex manager di Google, che ha informatizzato tutta la riforma sanitaria. Quando però si è trattato di estendere la ricostruzione del cuore digitale di altre aree dell’Amministrazione, sono emerse le difficoltà di reclutamento, non avendo la possibilità di offrire stipendi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli che ingegneri, matematici e computer scientist percepiscono nella Silicon Valley. L’ex manager di google ha allora pensato di ricorrere al patriottismo “fatelo per il vostro Paese, l’America ha bisogno di voi” e sembra stia funzionando, in quanto hanno risposto all’appello 770 tra programmatori, architetti informatici ed esperti di giurisprudenza applicata alla tecnologia. Manca soltanto l’approvazione del Congresso n gi u gno 2015 - In cont ri per stanziare i necessari 105 milioni di dollari per finanziare l’attività dello US Digital Service, e non sarà facile. BOLIVIA Il Presidente boliviano, Evo Morales, a Milano, per la Conferenza ItaliaAmerica Latina, ha dichiarato di non accettare il libero scambio con la UE. La sua visione, in realtà, è più allargata e si riferisce a un rifiuto ideologico del neo liberalismo e del libero commercio, rivendicando la scelta del suo paese di avere relazioni diplomatiche bilaterali con tutti i paesi del mondo, rispettando le differenze. Il fatto che sia anche andato a parlare alla Bocconi, l’università del capitalismo italiano, non lo ritiene una contraddizione, bensì un’occasione per raccontare la propria esperienza di socialismo comunitario. D’altra parte, la Bolivia era uno dei paesi più poveri dell’America Latina e, da quando Morales è diventato Presidente, è il paese che ha uno dei tassi di crescita più alti del continente. GERMANIA Nuovo colpo di scena a Deutsche Bank. L’ufficio di Francoforte della banca tedesca è stato oggetto di una perquisizione da parte della polizia. Secondo i bene informati, gli investigatori cercavano prove su una serie di transazioni effettuate da una filiale di private banking acquistata nel 2010. Un’altra gatta da pelare per John Cryan, il manager chiamato a dirigere la banca dal primo luglio al posto di Anshu Jain che, il prossimo anno, dopo l’uscita dell’altro coamministratore delegato Fitscher, rimarrà solo al comando di un istituto piagato dagli scandali. S I N D A C AT O n UNA CRISI, NELLA CRISI Dal declassamento sociale al demansionamento professionale Si dice spesso mal comune mezzo gaudio, tuttavia niente è più falso del vecchio detto popolare quando lo si accosta alla profonda crisi economica che sta “ammazzando” il vecchio continente. Anche in Francia, infatti, così come nel nostro Paese, aumentano le persone disoccupate da molto tempo che, pur di tornare a lavorare, accettano impieghi pagati male e meno qualificati di quelli svolti precedentemente. Si tratta di un fenomeno sociale che si sta velocemente diffondendo, creando disagio, ma soprattutto un pericoloso precedente: sempre più spesso un lungo periodo di disoccupazione sfocia in una sorta di “declassamento sociale”. Ormai, stando ai dati forniti dall’INSÉÉ, Institut National de la Statistique et des Études Économiques, l’ISTAT francese, quasi un disoccupato su due sta cercando inutilmente una nuova occupazione da più di un anno. Si tratta della conseguenza diretta del persistere di una crisi che ormai dura da più di 7 anni e che soprattutto non ha investito, come nel passato, solo l’occupazione di livello medio basso, ma anche quelle fasce del terziario, tradizionalmente meno soggette agli scossoni ciclici del mercato del lavoro. In sostanza, abbiamo assistito al verificarsi di “una crisi nella crisi” che, colpendo trasversalmente il fattore lavoro, ha coniugato l’impoverimento causato dalla disoccupazione con un progressivo depauperamento della qualità del lavoro. Ciò rappresenta una contraddizione in termini, visto che la maggior parte degli economisti di fama mondiale concordano sul fatto che la ripresa potrà essere agganciata dall’Europa solo se la competizione con i Paese emergenti avverrà in termini qualitativi e non certo quantitativi. In poche parole, se il Vecchio continente vuole mantenere la propria supremazia economica lo deve fare scommettendo in eccellenza, ricerca e innovazione e non certo su un abbattimento di costi che non potranno mai avere dinamiche simili a quelle di Paesi come la Cina o l’India. A soffrire di questa situazione oggi non sono più paradossalmente solo i giovani in cerca di occupazione, ma centinaia di migliaia di lavoratori maturi che, a fronte di continui allungamenti dell’età pensionabile, hanno visto mutare radicalmente il proprio orizzonte, perdendo contemporaneamente il lavoro e il diritto alla pensione e andando drammaticamente ad allungare le liste di disoccupazione. In Italia, al fenomeno del declassamento sociale si è spesso aggiunto anche quello del demansionamento funzionale dal quale, purtroppo, non è rimasto immune nemmeno il settore bancario. Sono infatti sempre più numerosi i casi in cui a persone con profili pro- Incon t ri - gi ugno 201 5 n fessionali elevati vengono proposti e assegnati, con la scusa di continue ristrutturazioni, compiti di livello inferiore, una sor ta di declassamento professionale che diventa pericolosamente l’anticamera del demansionamento, per ora solo operativo, ma che, stando a quanto previsto nel job act, correrebbe il rischio di diventare anche salariale. Una situazione che se non monitorata e gestita con grande attenzione rischia di diventare esplosiva, innescando un vero e proprio meccanismo di distruzione delle competenze e mettendo le persone nella condizione di accettare qualsiasi forzatura pur di mantenere il proprio posto di lavoro. Uno scenario apocalittico e di difficile realizzazione? Forse. Sta di fatto che chi conosce bene le dinamiche del lavoro che hanno caratterizzato questi ultimi anni di crisi nulla è più valido dell’antico detto latino che recita: “Si vis pacem, para bellum”. Cristina Attuati 7 n L A PA RO L A A . . . LA LUCE VINCE L’OMBRA GLI UFFIZI A CASAL DI PRINCIPE Iniziativa di R_Rinascita, programma di First Social Life per lo sviluppo di economia della conoscenza Da anni diverse pubblicazioni di importanti istituzioni internazionali, di ricercatori e di economisti dimostrano quanto la corruzione sia un grave freno per lo sviluppo del Paese e di un sano mercato del lavoro. In queste settimane, soprattutto grazie al lavoro eccezionale della magistratura romana, si sta chiarendo un altro particolare aspetto del fenomeno corruttivo, vero e proprio strumento criminale mafioso di penetrazione nella comunità e nelle amministrazioni politiche. Ma non solo. Infatti, il dato più preoccupante è rilevare come l'intreccio "nel mondo di mezzo" della corruzione tra mafiosi e enti associativi, all'apparenza del tutto legali, abbia minato radicalmente le fondamenta del meccanismo di solidarietà e di welfare verso i più fragili. In questo caso, le principali vittime sono il volontariato e la fiducia, elemento indispensabile per lo sviluppo e il progresso del mercato del lavoro. 8 Senza fiducia non può crescere alcuna prospettiva sostenibile per un nuovo modello economico post crisi. First Social Life, nel suo piccolo, già da un anno, vuole contribuire alla difesa del "diritto civile alla fiducia" mettendo insieme parti del Governo, degli Enti Locali, importanti Istituzioni museali, associazioni e buona cooperazione, affiancati da importanti protagonisti del mondo imprenditoria e da Confindustria. R_Rinascita è il programma di First Social Life di sviluppo di economia della conoscenza, che a Casal di Principe porterà dal 21 giugno al 21 ottobre prossimi gli Uffizi, il museo di Capodimonte, di Capua e la Reggia di Caserta in una grande mostra sulla luce. "La luce vince l'ombra - gli Uffizi a Casal di Principe" è curata da Antonio Natali e Fabrizio Vona con Marta Onali, vertici degli Uffizi e già del museo di Capodimonte, e ha il pregio n gi u gno 2015 - In cont ri di essere stata prodotta integralmente da First Social Life attraverso un capillare lavoro di sponsor privati confluiti economicamente e culturalmente a sostegno di R_Rinascita. Per la prima volta nella storia italiana, il più grande museo nazionale esporrà opere preziosissime, da Mattia Preti ad Artemisia Gentileschi, per dire solo alcune, all'interno di un bene confiscato alla camorra, a tempo di record (meno di un mese) completamente recuperato secondo parametri espositivi internazionali. Imprese, protagonisti del mondo del credito, della cooperazione, delle fondazioni, dell'industria, delle associazioni si sono aggregati attorno al progetto di First Social Life di economia della conoscenza, dando vita al primo polo del distretto della fiducia in Italia. Epicentro di tutto questo il paese di un coraggioso sindaco, Renato Natale, con gli amici del Comitato don Peppe Diana, Libera, Nuova Cooperazione Organizzata, in una casa confiscata al killer Egidio Coppola e oggi, museo e incubatore di economia sociale, sotto un'altra dedica: casa don Peppe Diana. Alla sfiducia e alla corruzione occorre opporre un nuovo paradigma, che includa la legalità, capace di promuovere la responsabilità sociale di tutti, persone e imprese perbene, parti sociali e il sindacato che si vuole rinnovare. Un percorso che ha come protagonisti circa 80 volontari: Ambasciatrici e Ambasciatori della “Rinascita”, seguiti in un complesso percorso formativo e di crescita collettiva dai volontari di First Social Life, e in collaborazione con la Seconda Università di Napoli, il Soroptimist international, l’Arma dei Carabinieri e con il sostegno della Fondazione Unipolis e di tanti altri Partner. Giulio Romani Segretario Generale First Cisl per First Social Life SOCIETÀ n BANCHE DENUNCIATE PER USURA LA COLPA DELLE PROCEDURE L’usura bancaria, il tema emblematico sollevato da Don Ciotti Dobbiamo essere doppiamente contenti tutte le volte che un “bene mafioso” viene confiscato e riutilizzato a fini sociali. La prima ragione è perché, come comunità di cittadini, siamo risarciti delle azioni criminali, la seconda è che quelle confische sono affidate a persone “perbene” o a tipi “tosti” come don Ciotti. Alla fine dello scorso anno, mentre si chiudeva il primo drammatico atto di “mafia capitale”, da Gioia Tauro don Ciotti proponeva un altro tema, emblematico per i nostri tempi: l’usura bancaria. La contemporaneità dei due episodi, corruzione e malversazione da una par te e usura delle banche dall’altra, mostra un denominatore comune: sono entrati nell’anima della nostra cultura. Con una differenza però: i crimini sono imputabili a persone riconoscibili, tant’è che a Roma li stanno mettendo quasi tutti in galera, l’usura delle banche, almeno per i nostri Tribunali, non è invece riconducibile a soggetti identificabili, ma più facilmente, a “procedure”. Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ha infatti dichiarato che le “procedure sono automatizzate per calcolare i tassi e far rispettare le leggi”, e la gran parte delle procure archivia l’aspetto penale dell’usura bancaria, in quanto, pur avendola rilevata, tuttavia non può dimostrare il dolo da parte delle banche. Nelle procedure di calcolo dei tassi, che variano ogni 3 mesi per adeguarsi alla “soglia” fissata trimestralmente da Banca d’Italia, sono comprese anche spese a vario titolo, commissioni e oneri che normalmente alzano il tasso fissato di oltre il 50%, facendogli superare la “soglia” e quindi entrare nell’usura. Un aspetto esemplificativo è il divisore nel conteggio degli interessi sui mutui: per le banche italiane è 360, e non 365 giorni, come quanti ne ha l’anno solare. Concezione del tempo relativista! Mediamente gli Istituti di credito perdono tutte le cause intentate per usura e tendono perciò a transare. Lo fanno però pretendendo la “clausola di riser- dere i propri conti correnti. “Libera” e tutte le associazioni a essa collegabili lo avrebbero fatto, se non si fosse arrivati a un accordo ragionevole, consentendo a De Masi e ai suoi 40 operai di continuare a lavorare. L’accordo è arrivato su un tavolo ministeriale a fine aprile e De Masi ha ripreso l’attività. Lezione memorabile di un presbitero montanaro che con il riutilizzo dei beni confiscati ai mafiosi ha dimostrato che per il Sud del Paese qualcosa si può fare e meglio, rispetto ai tanti fondi vatezza” in modo da evitare la divulgazione della “malefatta”. Don Ciotti, da tosto qual è, non si è posto molti problemi e ha denunciato pubblicamente per usura alcune banche, indicandone la precisa ragione sociale. È accaduto a Gioia Tauro, in occasione di una manifestazione di solidarietà a favore dell’imprenditore De Masi, “strozzato” dalle banche e noto per le denunce ripetute contro il racket. Il prete veneto con tono minaccioso ha invitato tutti i correntisti di quegli Istituti, che stavano soffocando l’attività di De Masi, a prepararsi a chiu- straordinari, agli sforzi supplementari, alle casse del Mezzogiorno. Se le banche fossero “furbe”, come dimostrano di essere, e meno spocchiose dovrebbero chiedere a don Ciotti come sistemare gli oltre 183 miliardi di sofferenze che gravano sui bilanci. Lui, sicuramente, più che optare per una “bad bank”, si affiderebbe ai suoi contabili per una onesta revisione dei conti, svelando che tante di quelle sofferenze non esistono e che tra i fattori da considerare per la insolvibilità, ce n’è uno, tutto italiano: l’usura bancaria! Elisabetta Giustiniani Incon t ri - gi ugno 201 5 n 9 n S I N D A C AT O QUALE SINDACATO UNICO L’unitarietà non può e non deve annullare le peculiarità di ciascuno Se in merito al nuovo mantra del sindacato unico, anche Squinzi, presidente di Confindustria, afferma, durante l’assemblea di Unindustria Rimini: “Non credo che in un paese democratico sia possibile e auspicabile. Io sono un democratico, non ho alcuna ambizione di questo tipo: mi sembra una esternazione del momento”, forse sarebbe utile e opportuno aprire una riflessione e una discussione più ampia sul tema lanciato”. Innanzitutto è necessario fare chiarezza sulla terminologia: unitario non è la stessa cosa di unico, non ha lo stesso significato. Il sindacato unitario¸ che mira all’unità, ovvero una struttura organica che ha trovato tutti d’accordo sulla soluzione di uno o più temi – che “ La pluralità e la libertà di pensiero e di espressione, peculiarità fondamentali di tutte le democrazie occidentali, si ripercuotono e si sviluppano panorama sindacale. 10 n gi u gno 2015 - “ anche nel variegato In cont ri potrebbe rappresentare una delle definizioni a tendere – è completamente agli antipodi da un sindacato unico inteso come una “sola” organizzazione, con un “solo” pensiero, in cui, inevitabilmente, non possono coesistere opinioni e idee diverse al suo interno. Anche Emilio Gabaglio, presidente della CES – la Confederazione Europea dei Sindacati – dal 1991 al 2003, sottolinea come in Europa sia prevalente lo schema relativo al pluralismo sindacale evidenziando, inoltre, che in proposito di sindacato unitario non esiste mai una sola organizzazione, ma un’organizzazione principale, dominante. La pluralità e la libertà di pensiero e di espressione, peculiarità fondamentali di tutte le democrazie occidentali, si ripercuotono e si sviluppano anche nel variegato panorama sindacale. In Italia, in particolare, l’articolo 39 della Costituzione recita: “L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”. Se poi, analizziamo, in modo più approfondito i modelli di riferimento di Paesi a noi più vicini, cui fanno capo milioni di lavoratori, si può intuire come la loro formazione si sia sviluppata in maniera organica e in linea con la legislazione nazionale di riferimento. Germania, Austria e in generale i Paesi scandinavi e del nord Europa, dove operano organizzazioni sindacali che si possono definire unitarie, sono carat- terizzati, quale ulteriore contrappeso al sistema unitario, dalla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Diversamente, in Gran Bretagna, così come negli Stati Uniti, il salario minimo da corrispondere ai prestatori d’opera è già stabilito e garantito da leggi e norme nazionali. In Germania, per tradizione e cultura, il sindacato è sempre stato tendenzialmente unitario. La Confederazione tedesca dei sindacati DGB – Deutscher Gerwerkschafts Bund – raccoglie sotto di sé tutti i sindacati unitari di categoria, che attualmente sono otto. Questo comunque non toglie niente al fatto che esistano anche altre sigle minoritarie. Il “contrappeso” della partecipazione viene inteso come la possibilità, definita e codificata per legge, di nominare i propri delegati, in misura paritetica tra i rappresentanti dei lavoratori – non rappresentativi degli interessi sindacali – e quelli della proprietà, nel Consiglio di Sorveglianza che decide le linee strategiche aziendali. Inoltre, a fianco di questo organismo, opera – composto interamente da dipendenti – il Consiglio di Fabbrica che si occupa invece delle condizioni di lavoro e che discute gli accordi aziendali. È importante sottolineare come la società tedesca intenda la partecipazione nel senso che i dipendenti/lavoratori contribuiscono al percorso decisionale senza assumere in prima persona quote azionarie di rischio; l’azionariato popolare e diffuso non rientra in questa logica. La OGB – Osterreichischer Gewerkschaftsbund – è la Confederazione dominante austriaca. Il tavolo negoziale si sviluppa essenzialmente a livello nazionale, ma anche in questo caso, come in Germania, i lavoratori sono inseriti nei Consigli di Sorveglianza. Nei Paesi scandinavi – Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia – i lavoratori partecipano alla gestionale aziendale tramite il Consiglio di Amministrazione con una minoranza fissa – determinata da ciascun Paese – di rappresentanti eletti tra i dipendenti. Le Organizzazioni sindacali unitarie sono rappresentative dei ruoli e delle mansioni (mestieri) dei lavoratori, infatti operano in maniera disgiunta e au- tonoma: una nel settore delle cosiddette “tute blu”, una in quello dei “colletti bianchi” e una per tutti quei lavoratori che possiedono un “titolo accademico”. È in evoluzione anche la costituzione di sindacati alternativi di ispirazione cristiana. Il modello inglese, che si basa sostanzialmente sulla contrattazione a livello aziendale, è incentrato sul salario minimo garantito per legge dal 1999 (governo Blair) ed è caratterizzato da una miriade di sindacati di categoria – se ne contano circa settanta – riuniti tutti sotto l’egida unitaria della TUC (Trades Union Congress). Negli Stati Uniti, dove non esiste un contratto collettivo nazionale di lavoro bensì la sola contrattazione aziendale, il contrappeso e la salvaguardia dei lavoratori, in assenza del sindacato, è determinata, anche in questo caso, dal salario minimo fissato per legge e pari a 7,75 dollari l’ora. Sono i lavoratori a scegliere, con una votazione a maggioranza tra di loro, se avere o meno una rappresentanza sindacale in azienda; in caso positivo un ulteriore referendum deciderà la sigla che avrà la rappresentanza esclusiva di tutti i dipendenti. Volgendo lo sguardo verso Oriente, ci si trova in una dimensione che discosta notevolmente, per storia e per cultura, da quella occidentale. Nonostante le numerosissime difficoltà, è possibile constatare come il movimento sindacale sia in costante e continua evoluzione e affermazione. In quasi tutti i Paesi, le poche Organizzazioni esistenti sono, purtroppo, assoggettate al potere politico che ne determina le decisioni. In Cina, per esempio, l’unico sindacato libero è il CLB – China Labour Bulletin – fondato nel 1994 sulla scia dei fatti accaduti in Piazza Tienanmen e ha base a Hong Kong. L’analisi potrebbe senza dubbio andare oltre, in termini geografici e di approfondimento, tuttavia può ritenersi sufficiente per alcune, prime considerazioni. Incon t ri - gi ugno 201 5 n S I N D A C AT O n Evocare in continuazione “modelli esteri” quale unica soluzione ai problemi interni, senza evidenziare e approfondire il contesto socio-culturale di riferimento comporta una visione miope delle problematiche e lascia presupporre di non essere in grado di elaborare proposte adeguate e applicabili alla realtà sociale del nostro Paese. L’unitarietà, che potrebbe essere la strada da percorrere, non può e non deve annullare peculiarità e caratteristiche basilari dei soggetti coinvolti. Semmai, il movimento sindacale dovrebbe il più possibile prendere le distanze e liberarsi da tutti quei vincoli riferiti e riferibili alla sfera politica-partitica, che talvolta hanno condizionato scelte, azioni e, purtroppo, risultati. Silvio Brocchieri 11 n L AV O RO LA FORMAZIONE E L’ECCELLENZA ORGANIZZATIVA Nelle aziende eccellenti contano realmente le persone e la condivisione di ciò che è giusto fare Quando si pensa a un’azienda eccellente l’attenzione corre immediatamente ai risultati della gestione. L’eccellenza emerge certamente dalla capacità di produrre ricchezza per gli azionisti, dall’incremento della quota di mercato, dalla qualità dei prodotti o dei servizi riconosciuta dai clienti. Le aziende eccellenti, però, hanno anche un’altra capacità: sanno creare benessere organizzativo, ovvero un contesto in cui le persone sono “posizionate” con consapevolezza, disponibilità, voglia di “esserci”. Il “benessere organizzativo” non è improvvisazione. Non si ottiene perché si sta semplicemente bene insieme. Dietro la sua concretizzazione c’è un mix di elementi che di volta in volta vanno utilizzati e dosati con attenzione “ “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare Nelson Mandela 12 n gi u gno 2015 - “ per cambiare il mondo” In cont ri perché l’impresa possa continuare anno dopo anno a dirsi e a essere riconosciuta eccellente, sia sul versante dei risultati che come “luogo in cui si vive bene la socialità”. Gli elementi di riferimento non sono tantissimi e la formazione è uno dei più importanti. “Essere eccellenti” nel medio/lungo periodo, e non solo nel breve, nella nostra accezione significa: - ottenere risultati qualitativi - produrre valore - realizzare un ambiente positivo in cui le persone possono esprimersi, socializzare e partecipare - condividere i valori che aggregano e giustificano la fatica, punti di riferimento soprattutto quando i risultati a tendere non sono immediati e i competitor sono agguerriti e preparati. Sono i valori che caratterizzano le aziende eccellenti. Sono valori però testimoniati nel quotidiano. Si respirano nel modo in cui si curano le relazioni con i clienti e i fornitori, si gestiscono i collaboratori, si selezionano i nuovi assunti, ci si accomiata dagli anziani, si sceglie l’arredamento e l’ambiente di lavoro. Le persone che partecipano all’eccellenza di risultati i valori di riferimento li conoscono e li condividono. Sanno rispondere e sanno indicarli se sono interrogati. Forse non utilizzano gli stessi termini con cui sono stati descritti nei documenti aziendali, ma certamente sanno benissimo renderne il concetto e spiegarli “a modo loro” senza stravolgerne contenuti e significati. È in base ai valori, chiari e condivisi, che si ottiene poi il benessere organizzativo, costruito insieme giorno dopo giorno, realizzando nel tempo giusto una “visione aziendale” non imposta e non unicamente monetaria. Occorre crederci, impegnarsi per renderla concreta, e la spinta al fare non può ovviamente essere solo economica. Attraverso la formazione continua all’interpretazione del ruolo, strumento fondamentale per diffondere i valori nel quotidiano, le aziende eccellenti sviluppano una “leadership diffusa” al proprio interno, capace di guidare, stimolare gruppi di lavoro, ma anche di fornire idee a chi decide. Il segreto sta nel canalizzare adeguatamente, “istituzionalmente” diremmo noi, la leadership “gerarchica” e la leadership “di competenza” per ottenere un contesto in cui la leadership “diffusa” è parte del DNA di tutti coloro che partecipano allo sforzo di rendere tangibile la visione. Un ambiente caratterizzato dalla leadership “diffusa” non è facile da vivere. È pieno di sollecitazioni, stimoli, spinte verso risultati qualitativi, ansia a volte. Tutto questo è sì stress, ma stress “positivo”. La forza delle aziende eccellenti sta nella capacità di ridurre se non eliminare lo stress “negativo”, che non produce alcun valore aggiunto perché genera solo competizione interna tra ruoli, funzioni e persone che invece dovrebbero collaborare tra loro. Lo stress “negativo” è figlio della carenza di sistemi e modelli di gestione adeguati a sostenere la tensione verso i risultati, della poca chiarezza sugli strumenti della gestione e sul loro utilizzo, della scarsa cultura manageriale e organizzativa. È generato da modelli di relazione capo-collaboratore semplicistici, interpretati a soggetto, approssimativi. Determina incertezza e uno sforzo eccessivo, costante, di interpretazione “autentica” delle priorità e delle regole di riferimento. Tutto questo assorbe tantissima energia psico-fisica, ma non restituisce assolutamente nulla né ai singoli né all’organizzazione, ed è l’antitesi del benessere organizzativo. Se tecnologia, risorse finanziarie e sistemi di funzionamento organizzativi sono necessari a produrre eccellenza, è pur vero che da soli non bastano. Gli elementi “hard” non sono sufficienti a conseguire e soprattutto mantenere nel tempo posizioni di preminenza nel mercato di riferimento. L AV O RO n Nelle aziende eccellenti contano realmente le persone e la condivisione di ciò che è giusto fare. È essenziale la qualità del prodotto e del servizio e sono fondamentali le relazioni con i clienti e i fornitori. È importante il “fare” ma soprattutto il “come” fare. Si punta al risultato eccellente e alla sua continuità nel tempo. Si investe costantemente in ricerca e sviluppo e sull’aggiornamento delle competenze. Si costruiscono condizioni organizzative per migliorare la qualità di quello che deve essere percepito “valore” e non “costo” dai clienti, e percorsi di sviluppo per le persone che realizzano l’eccellenza. Sono aziende in cui la formazione (saper essere) procede di pari passo con l’addestramento (saper fare). Si premia il risultato del “fare”, e l’apprendimento e il tempo per “pensare” come concretizzare il fare “qualitativo” sono intesi come investimento. Le aziende eccellenti chiedono moltissimo ma restituiscono benessere, positività a chi lavora con loro. Offrono occasioni di confronto, esperienze diverse e sviluppo di conoscenze e capacità, ma chiedono impegno costante, dedizione e flessibilità. Stimolano la partecipazione e soprattutto l’attenzione verso ciò che è “giusto fare”, non solo verso quel che “si deve fare”. L’eccellenza organizzativa è un mix di rigore e creatività, dove la strutturazione dei modelli gestionali non soffoca Incon t ri - gi ugno 201 5 n la capacità delle persone di proporre soluzioni, di partecipare. I social network in cui mettere in comune idee ed esperienze hanno pari rilevanza dei percorsi di sviluppo e dei processi di riferimento. I sistemi operativi di funzionamento aziendale sono conosciuti e interpretati senza strumentalizzazioni o distorsioni. La comunicazione interna è favorita e stimolata, senza diventare “cinguettio” o pettegolezzo. L’eccellenza di risultati è figlia del pragmatismo, ma anche della “cultura” e della “formazione diffusa” tra gli addetti ai lavori. La cartina tornasole di tutto questo è data dalle riunioni periodiche della direzione.Se l’amministratore delegato, il direttore generale e i primi reporting di entrambi analizzano solo gli indicatori di risultato, gli economics e i dati di vendite, profitto e margine, siamo nell’ordinario. Se invece si discute con altrettanta profondità e attenzione lo stato delle competenze e la motivazione delle persone che le esprimono, se il gap tra le conoscenze e capacità necessarie e quelle disponibili è fonte di confronto e di presa di decisione, se lo sviluppo di condizioni interne favorevoli alla collaborazione e all’integrazione interfunzionale è sollecitato in tutti i responsabili per il solo fatto di essere tali, allora l’eccellenza interna ed esterna si fondono in un’unica dimensione. Gennaro Maselli 13 Partner Alveria n LEGALE OSSERVATORIO SULLA GIUSTIZIA a cura di Claudio Minolfi n Corte di Cassazione - Sezione Lavoro Sentenza n° 7899 del 17 aprile 2015 “ Nel caso di risoluzione del rapporto di lavoro... per iniziativa aziendale, è necessario specificarne la motivazione. In difetto, il licenziamento sarà da “ ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE PER RAGGIUNGIMENTO DEI REQUISITI PENSIONISTICI SIA PER ETÀ CHE PER ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA È da considerare inefficace il provvedimento espulsivo comminato al Dirigente aziendale, sia pure sulla scorta di un contratto di lavoro individuale, se motivato unicamente dal raggiungimento dei requisiti utili per il suo collocamento in quiescenza. Confermando le decisioni della Corte d’Appello di Reggio Calabria, ha così stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza in esame, chiarendo tra l’altro che anche se il contratto preveda la sua risoluzione al raggiungimento dei requisiti pensionistici, qualora di ciò non vengano fornite puntuali indicazioni e prove, a nulla vale l’asserzione che il recesso sarebbe stato esercitato non solo per il raggiungimento dell’età pensionabile, ma anche dell’anzianità contributiva utile per il diritto alla pensione. Nel caso, quindi, di risoluzione del rapporto di lavoro, la parte recedente deve darne comunicazione per iscritto all’altra parte e, qualora la risoluzione avvenga per iniziativa aziendale, è necessario specificarne contestualmente la motivazione, in difetto il licenziamento sarà da considerare ingiustificato e, pertanto, illegittimo. Stante la “tipicità e tassatività” delle cause di estinzione del rapporto di lavoro, precisa la Suprema Corte, è da escludere l’ipotesi di risoluzione automatica legata al compimento di un’età o al raggiungimento di requisiti pensionistici, conseguentemente sancendo la nullità delle clausole contrattuali che prevedano siffatte circostanze. Nel caso in specie, poi, l’intervenuto rinnovo del contratto, con la consapevolezza che il Dirigente avrebbe raggiunto l’indicata anzianità, non può che confermare tale interpretazione. consideare ingiustificato e, pertanto, illegittimo n Suprema Corte di Cassazione - Sezione Lavoro Sentenza n° 8784 del 30 aprile 2015 14 n gi u gno 2015 - In cont ri “ “L’abuso di un diritto, nel caso in specie, ... non può inoltre non avere ripercussioni “ LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DISCIPLINARE DEL DIPENDENTE CHE HA IMPROPRIAMENTE UTILIZZATO IL PERMESSO CONCESSOGLI PER ASSISTERE PERSONE CON HANDICAP Riformando la decisione presa in primo grado, la Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto le istanze avanzate da un lavoratore licenziato, a seguito di procedimento disciplinare, per aver usufruito di un permesso retribuito concessogli ai sensi della Legge n. 104, per l’assistenza alla madre portatrice di handicap, per esigenze del tutto diverse. Emerso, poi, che l’utilizzo era avvenuto per banali motivazioni, finendo unicamente per concedere una giornata di svago al lavoratore, severo è stato il giudizio espresso nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, in pieno confermate dalla Suprema Corte con il provvedimento in esame. A nulla sono valse, infatti, le giustificazioni a difesa del lavoratore circa la mancata affissione del codice disciplinare o l’assimilabilità della sua violazione ai casi di breve assenza ingiustificata, non punita con una sanzione espulsiva, considerate irrilevanti rispetto alla gravità della sua mancanza. Anche i Giudici della Cassazione non si sono potuti esimere dal considerare come il comportamento incriminato avesse implicato un disvalore sociale, avendo il lavoratore usufruito di permesso per assistere un disabile per soddisfare proprie esigenze personali, scaricando il costo di tali esigenze sull’intera collettività, dato che tali permessi sono retribuiti in via anticipata dal datore di lavoro, sollevato poi dall’Ente Previdenziale. L’abuso di un diritto, nel caso in specie, in modo particolarmente odioso e grave, non può inoltre non avere ripercussioni sull’elemento fiduciario del rapporto di lavoro. sull’elemento fiduciario del rapporto di lavoro” S I N D A C AT O n RIPARTITE LE RELAZIONI INDUSTRIALI MA NON SI PARLA DI PREMIO AZIENDALE Il sindacato a guida del processo di transizione, per ricondurre la banca alla sua reale funzione All’indomani della firma sull’Ipotesi di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, all’interno di ogni singola azienda, sono ripartite le relazioni industriali interrotte nello scorso mese di gennaio. Le tematiche che vedono coinvolti sul tavolo negoziale sindacati e banche non sono cambiate. Purtroppo, sono sempre le stesse. Si ricomincia da dove ci si era fermati, con le stesse liturgie e con le stesse soluzioni, come se per i banchieri nulla fosse cambiato. Sono e restano immodificabili. Cessioni di ramo di azienda con ricadute sui livelli occupazionali, piani industriali che prevedono solo il taglio dei costi sul lavoro, esuberi e, come in tutti questi ultimi anni, niente soldi per “pagare” il Premio Aziendale (VAP). Che forse siano serviti per distribuire dividendi agli azionisti?...in sé, l’operazione potrebbe essere un buon segnale di ripresa da dare al mercato, ma ancora una volta sarebbe a discapito dei lavoratori che hanno contribuito a creare quelle risorse da distribuire. In attesa delle necessarie autorizzazioni da parte della Banca d’Italia, in UniCredit “è stata raggiunta, tra le Organizzazioni sindacali e l’Azienda, una ipotesi di accordo che disciplina le ricadute occupazionali nell’ambito del pacchetto azionario di UniCredit Credit Management Bank (UCCMB) e, nel contempo, determina le garanzie e i trattamenti economici e normativi, a tutela del personale che rimarrà nella nuova banca”. La cessione, che vede il coinvolgimento di circa 700 risorse, di cui oltre 600 destinate alla nuova società – Avio S.a.r.l. affiliata al Gruppo Fortress – definisce garanzie occupazionali, di lunga durata ed esigibili. Per i primi 5 anni la garanzia che, in caso di tensioni occupazionali, le “eccedenze” vengano riassorbite nel Gruppo UniCredit e, per ulteriori 5 anni, nel caso le tensioni occupazionali derivassero da dinamiche del contratto di servizio con Avio imputabili a UniCredit, dopo aver espletato la ricerca di soluzioni alternative adeguate, la riassunzione in UniCredit. Ancora esuberi e piani di esodi con ricorso al Fondo di Solidarietà per il settore del credito sono all’attenzione del “tavolo” in Unipol Banca e nel Gruppo Veneto Banca. Solite vertenze…stesse soluzioni. I lavo- ratori e con loro le Organizzazioni sindacali, vorrebbero quantomeno iniziare a parlare di Premio Aziendale ma, in questo caso, la controparte sembra non sentire trincerandosi in un assoluto mutismo se non “far sapere” – dopo aver dichiarato alla stampa uno “splendido” bilancio con utili milionari - che non sussistono le condizioni per erogare una qualsivoglia somma dignitosa in favore dei bancari. Soldi per banchieri e manager si, per i bancari no! S.B. I BANCARI APPROVANO L’IPOTESI DI RINNOVO CCNL È giunta al termine la consultazione dei lavoratori sull’Ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Le oltre 700 assemblee, tenute capillarmente su tutto il territorio nazionale, hanno visto il coinvolgimento di circa 67.200 lavoratori che, con il loro voto quasi plebiscitario, hanno decretato l’approvazione del documento sottoposto alla loro valutazione dalle Organizzazioni sindacali. I voti favorevoli sono stati 64.554 pari al 96,1%, quelli contrari 1.664 (2,48%) mentre 958 (1,43%) sono gli astenuti. Le risultanze, eccezionali in termine di consensi e di partecipazione, senza precedenti nella storia della categoria, hanno dimostrato ancora una volta il senso di responsabilità con il quale i bancari hanno affrontato questa delicata fase di rinnovo, rafforzando il legame tra sindacati e lavoratori. Indicativa in proposito la dichiarazione di Maurizio Arena: “i lavoratori hanno compreso la difficoltà del momento, avallando l'operato del sindacato, che ha fatto fronte comune davanti all'intenzione prospettata da ABI di operare un vero e proprio smantellamento del contratto stesso, con tutte le sue drammatiche ripercussioni sul lavoro e sulla vita delle persone ... Ai più potrebbe apparire quasi una banalità, ma l’essere riusciti a salvaguardare l’impianto dell’Area Contrattuale – cuore pulsante di ogni CCNL – così come si è evoluto dal 1990 a oggi, è sinonimo di soddisfazione. Il progetto di ABI, di destrutturare in modo definitivo il perimetro di riferimento, è stato sconfitto. Aver mantenuto inalterato questo “istituto” significa riconfermare le tutele previste a salvaguardia di tutte quelle operazioni – fusioni, cessioni rami azienda, incorporazioni, etc. – che certamente interesseranno il settore del credito nell’immediato futuro”. S. B. Incon t ri - gi ugno 201 5 n 15 n PENSIONI LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA PENSIONISTICO Il disegno di legge del presidente INPS per “tagliare” le pensioni, future e pregresse Tito Boeri, presidente dell'Inps da inizio anno, si era già autoinvestito prima di questa carica "ombra" con interviste e articoli, quale sommo docente di economia del lavoro nonché consulente di prestigiose istituzioni. Il tema principale della sua visibilità è sempre stato uno soltanto: riorganizzare il sistema previdenziale ricalcolando le pensioni erogate col sistema retributivo con gli indici di quello contributivo. Questo, per anni, il cavallo di battaglia del prof. Boeri che lo ha condotto, con una cavalcata neppure troppo prolungata, ad assumere la massima carica nell'Inps. Matteo Renzi non poteva farsi scappare l'occasione per inserire fra i suoi accoliti, nonostante la sua inesperienza nella gestione operativa, non un rottamatore di uomini, ma sicuramente di pensioni. A Renzi non interessava un esperto manager, ma una persona con le idee chiare su come "tagliare" le pensioni, e Boeri aveva questa caratteristica... 16 Infatti, non era neppure trascorso il tempo necessario per il suo insediamento che subito iniziavano le Boeri news sulla riforma previdenziale. Per la verità, Boeri, nella sua nuova veste pubblica, non aveva iniziato male quando affermava che la rigidità della legge Fornero era eccessiva e che era indispensabile una maggiore flessibilità. Quando, invece, ha iniziato a spiegare i dettagli del suo sistema pensionistico tendente a eliminare le sperequazioni esistenti, sono fioccate le critiche e le riserve da parte di tutti. Il professore nei mesi scorsi non ha fatto altro che pubblicizzare l'imminente presentazione in Parlamento di un disegno di legge sulle pensioni. Non tanto finalizzato a revisioni future ma, soprattutto, a quelle pregresse attraverso un ricalcolo delle pensioni già erogate; oltre a paventare un nuovo, differente, taglio alle cosiddette pensioni d'oro. Spada di Damocle sempre minacciosamente incombente soprattutto per i limiti delle pensioni del ceto n gi u gno 2015 - In cont ri medio che di aurifero hanno ben poco. Più in qualità di neo legislatore che di massimo rappresentante dell'Inps, Boeri, nelle ultime settimane, ha manifestato il suo credo pensionistico parlando di "pensioni molto alte non giustificate dai contributi versati": un'opinione che ai più è parsa come una minaccia. Ma come è possibile definire "molto alte" pensioni con una base di partenza da duemila euro, ottenute, in maggioranza da personale impiegatizio e salariato, secondo le leggi vigenti tempo per tempo? Se per decenni la pensione è stata calcolata non sui contributi versati, come avviene oggi, ma sull'entità degli stipendi e dei salari, perché dovrebbe esserci un ricalcolo più o meno tortuoso facendo pagare ai pensionati la differenza riveniente fra il contributivo e il retributivo? Affermare che la fascia al di sotto di duemila euro non verrebbe toccata non basta a giustificare, socialmente, un provvedimento retroattivo. Equivarrebbe a una vera e propria diminuzione delle entrate mensili di milioni di cittadini che già hanno dovuto sopportare la svalutazione lira/euro, oltre alla mancata perequazione. Quando si parla di pensioni "molto alte" viene spontaneo pensare ad assegni di decine di migliaia di euro e non certo di qualche migliaia. Per questo il desiderato taglio di Boeri andrebbe rivolto a chi, per sommatoria di incarichi, riceve tre o quattro pletorici assegni pensionistici, a chi beneficia di vitalizi maturati per brevi periodi in cariche pubbliche con relativi privilegi, a chi riceve assegni assistenziali, privi di requisiti. È su questi veri e propri "regali" che bisognerebbe agire e, in tal caso, socialmente, nessuno avrebbe da ridire su una eventuale retroattività. Dante Columbro LEGALE n IL FILO D’ARIANNA Suggerimenti per districarsi nel labirinto della vita quotidiana IL CLIMATIZZATORE INSTALLATO SUL MURO CONDOMINIALE, QUALORA NON ALTERI IL DECORO DELL’EDIFICIO E NON ARRECHI TURBATIVE O INTRALCI ALL’ESERCIZIO DEL PARI DIRITTO DEGLI ALTRI CONDOMINI, NON NECESSITA DI MAGGIORANZE QUALIFICATE PER LA SUA AUTORIZZAZIONE Consolidato, ormai, il parere giurisprudenziale che gli impianti di condizionamento d’aria, sia pure in presenza di autorizzazioni urbanistiche, non sono consentiti qualora arrechino pregiudizio al decoro architettonico dell’edificio. Con più recenti decisioni, la Corte di Cassazione ha altresì chiarito il principio secondo il quale, sempre qualora non sussistano dette circostanze e non siano d’intralcio all’uso altrui delle cose comuni, non occorrono per l’installazione sul muro condominiale delibere prese a maggioranza qualificata. Secondo la Suprema Corte infatti (Ordinanza n. 8857 del 4 maggio 2015), ogni Condomino ha diritto di utilizzare e servirsi delle cose comuni senza, ovviamente, andare a ledere l’analogo diritto degli altri comproprietari, riconoscendo in tal caso anche la possibilità di fare un uso più intenso della comproprietà, come nel caso della collocazione di un moto-condensatore sul muro comune dell’edificio, purché non incida sulla sua sostanziale fruibilità da parte degli altri aventi diritto. L’occupazione con un condizionatore di una porzione di muro, tra l’altro minuscola, hanno osservato i giudici di legittimità, non si ritiene possa alterare la funzionalità del bene comune, neppure se il regolamento di condominio vieti le installazioni che comportino ingombro al passaggio o lesione al decoro del bene, richiedendosi pertanto, laddove ciò non si verifichi, una maggioranza semplice per le autorizzazioni del caso. SANZIONABILE LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA ANCHE SE SI CIRCOLA IN BICICLETTA È stato confermato, anche dalle più recenti sentenze della Corte di Cassazione, l’ormai radicato orientamento che vede penalmente punibile la guida in stato di ebbrezza anche qualora ciò avvenga conducendo un velocipede, stante la prevedibilità che anche tale tipo di veicolo potrebbe, su tali presupposti, interferire sulla regolarità e soprattutto sulla sicurezza della circolazione stradale. La Suprema Corte ha infatti ribadito che le norme previste in tema di sicurezza stradale, combinate con quelle sulla circolazione dei veicoli, sono sempre vigenti, anche qualora non siano applicabili le sanzioni amministrative accessorie, quali il sequestro del veicolo e la sospensione o revoca della patente, anche quindi nel caso in cui il reato sia commesso mediante l’utilizzo di un mezzo per la cui guida non sia prevista alcuna abilitazione. La circostanza rilevante, per cui non è possibile sottrarsi alla possibile pena dell’arresto e di una consistente ammenda, sarà il fatto di aver assunto un comportamento pericoloso per la pubblica incolumità, ponendosi alla guida di un veicolo, sia pur esso una bicicletta e quindi privo di motore, in uno stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore ai limiti sanciti. Non potrebbe in alcun caso essere ritenuta inoffensiva, incapace d’interferire con il regolare e sicuro andamento della circolazione stradale, la condotta di chi si pone alla conduzione sia pure di una bicicletta in condizioni di evidente ridotta lucidità, con la conseguente creazione di un oggettivo e concreto pericolo per la pubblica incolumità, e ciò indipendentemente da qualsivoglia motivazione, anche grave, che possa aver determinato la circostanza. Incon t ri Claudio Minolfi - gi ugno 201 5 n 17 n L AV O RO SENSO DI APPARTENENZA, SODDISFAZIONE E PROFITTO Una nuova visione della policy del personale, al centro l’uomo e le sue competenze Sir Richard Charles Nicholas Branson, imprenditore britannico, fondatore del Virgin Group, è uno dei businessmen più ricchi e intraprendenti del Regno Unito e forse del mondo, salito spesso agli onori delle cronache per le sue stravaganze. Allo scorso anno risale il suo annuncio dell'entrata in vigore di una nuova policy per i dipendenti Virgin, la conglomerata che contiene tutte le sue aziende, dall'aviazione alla finanza, dall'intrattenimento ai media. Si tratta di una norma che, non è uno scherzo, consente ai lavoratori di andare in ferie quando vogliono e per quanto tempo vogliono. Niente permessi, niente piani ferie, niente spiacevoli confronti fra colleghi per stabilire chi abbia più diritto a prendersi una pausa. Un’unica condizione: sta ai lavoratori stessi decidere se quelle ore, quei giorni, quelle settimane che intendono dedicare al meritato riposo, saranno compatibili e sostenibili con l’organizzazione aziendale, non inficiando 18 quindi l’operatività della struttura a cui appartengono. Certo, una regola di questo tipo potrebbe determinare il fatto che nessuno possa andare in ferie o, peggio ancora, che il dipendente che si assenta frequentemente, venga ritenuto inutile dall’azienda che potrebbe ipotizzare di licenziarlo. Tuttavia questo non è il senso dell’iniziativa di Branson, basata sostanzialmente sul principio che la soddisfazione dei dipendenti si traduce praticamente sempre in un incremento dei guadagni. Passa qui un principio davvero rivoluzionario, spesso invocato anche dalle banche italiane nei confronti dei propri quadri direttivi, ma poi mai veramente applicato nel concreto. L’attenzione dell’azienda – e questa è la vera sfida che lancia il capo della Virgin – si sposta dall’orario di lavoro ai risultati effettivamente conseguiti. Certo è difficile immaginare che questo tipo di valutazione possa valere per tutti i tipi di lavoro. Tuttavia, a ben pensarci, il principio per cui all’aumentare n gi u gno 2015 - In cont ri della soddisfazione e quindi del senso di appartenenza di chi svolge ruoli chiave nel nostro settore, aumenterebbe anche il profitto aziendale, dovrebbe far riflettere i banchieri sul metodo che utilizzano nella gestione delle risorse umane in generale e, in particolare, nei confronti delle alte professionalità. Ma Sir Branson non si è fermato all’orario di lavoro ed è di pochi giorni fa la notizia che i dipendenti delle Virgin che posseggono determinati requisiti potranno godere di un congedo parentale della durata di un anno, completamente retribuito. Si tratta del miglioramento di una legge, recentemente varata nel Regno Unito, che consente ai genitori di dividersi, secondo le loro esigenze, un congedo parentale di 50 settimane, di cui 37 a paga ridotta. Questa la notizia buona. La cattiva sta nel fatto che a godere di questa grande opportunità non saranno tutti i genitori che lavorano nel Gruppo Virgin, ma solo una ristretta minoranza, vale a dire quelli che lavorano nello staff di Virgin Management di Londra e Ginevra, circa 140 persone, che si occupano degli investimenti e della gestione dei marchi. L’ulteriore vincolo per poter mantenere l’intero stipendio è rappresentato dall’anzianità: bisogna avere almeno 4 anni di servizio. Coloro che si trovano nella Compagnia da meno di 2 anni scenderanno al 25% del salario per 52 settimane. Le due iniziative illustrate si basano sostanzialmente sul senso di appartenenza di quei lavoratori che l’azienda ritiene strategici per le proprie attività e pur se, almeno nel caso della seconda limitate a un numero ristretto di lavoratori, rappresentano comunque un buon punto di partenza per l’affer- marsi di una nuova visione delle policy che riguardano il personale, che rimettono al centro l’uomo e le sue competenze, intese come elemento imprescindibile della crescita aziendale. Bene sarebbe che l’ABI, che molto spesso volge lo sguardo oltremanica per invocare un cambio di mentalità L AV O RO n dei bancari italiani, accusati di essere poco flessibili, facesse tesoro di buone prassi che proprio dal quel mondo provengono e che renderebbero più credibili i suoi continui appelli alla modernità. C. A. SODDISFAZIONE LAVORATIVA, IL MIGLIOR SISTEMA INCENTIVANTE La soddisfazione in ambito professionale o soddisfazione lavorativa può essere intesa come una risposta affettiva al proprio lavoro, determinata dal raffronto positivo tra costi e benefici, ovvero tra i sacrifici spesi per raggiungere un obiettivo e i riscontri di apprezzamento, anche a livello economico, per il lavoro svolto. La soddisfazione può determinare anche la decisione di continuare a lavorare per un’azienda, influenzandone il modo, oppure lasciarla. Rueben Baron, Professore Emerito di Psicologia, annovera tra le principali cause della soddisfazione le condizioni lavorative, gli specifici aspetti del lavoro e le caratteristiche personali. Focalizzando brevemente l’attenzione sugli specifici aspetti del lavoro, viene evidenziato come la sfida – intesa come ricerca del risultato massimo – accompagnata dall’interesse, dal coinvolgimento, da un ambiente confortevole in cui operare e dalla certezza di sapere cosa ci si aspetta da ognuno, siano elementi essenziali, ma non i soli, per il soddisfacimento e la realizzazione in ambito professionale. Altre componenti particolarmente rilevanti, riferite agli specifici aspetti del lavoro, sono individuate nel processo redistributivo delle retribuzioni e delle promozioni, nonché nella possibilità di coinvolgimento nel processo decisionale. La percezione della supervisione e la convinzione di avere superiori corretti e all’altezza della situazione, disponibili anche ad aiutare in caso di bisogno, non incompetenti o ininfluenti sull’organizzazione stessa, sono parte integrante del processo formativo della “soddisfazione”. Tutto ciò è esattamente il contrario di quanto sostengono e mettono in atto i manager delle banche e i loro datori di lavoro, i banchieri. L’uomo deve essere sostituito dalla macchina, i lavoratori sono un costo “insopportabile”, i bancari devono essere soddisfatti per il solo fatto di avere un posto di lavoro…e via di questo passo! Inspiegabile alla luce di tutte le dottrine relative alla materia, che definiscono il raggiungimento della “soddisfazione lavorativa” il miglior sistema incentivante possibile. È del tutto evidente che nella società “del fare” e “del guadagnare subito” non ci sia spazio per queste facili e semplici riflessioni. La situazione contingente dovrebbe suggerire alle “alte sfere” che la soddisfazione di pochi e l’insoddisfazione di molti, nel medio/lungo periodo, non sia facilmente sostenibile, portando a ripensare un modello di società responsabile. S. B. Incon t ri - gi ugno 201 5 n 19 n BANCHE BANCHE, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E MULTICANALITÀ La “Information and Communication Technology” (ICT) rappresenta ormai il fulcro del settore bancario, che a sua volta rappresenta il settore chiave nelle economie avanzate. Il malfunzionamento del sistema bancario, a differenza di altri settori economici, ha ripercussioni immediate sul resto dell’economia, come ha ribadito la recente crisi finanziaria. Le crisi del settore bancario tendono a trasformarsi in crisi sistemiche. Pertanto, il buon funzionamento delle tecnologie informatiche applicate al settore finanziario e le opportunità che queste possono offrire in termini di efficienza e riduzione dei costi operativi, costituiscono elementi di principale importanza per lo sviluppo e la sostenibilità del comparto bancario e del sistema economico complessivo. Anche in Italia lo sviluppo dell’ICT ha permesso, oltre alla semplificazione ed efficientamento della gestione dei processi interni e di back-office, una forte crescita dell’offerta dei nuovi canali di distribuzione di prodotti e servizi bancari – internet, mobile (tablet e smartphone) e phone banking (call-center etc.) rispetto ai tradizionali sportelli bancari. Il numero di clienti che hanno accesso ai servizi a distanza è aumentato del 65% tra il 2008 e il 2014, rag- 20 giungendo il numero di 25 milioni e, per esempio, la quota di bonifici effettuati attraverso canali telematici è cresciuta, nello stesso periodo, di oltre il 20% (attestandosi al 43%). A tale accelerazione, nell’adozione da parte delle banche italiane di un modello distributivo “multicanale”, ha sicuramente contributo la disperata ricerca di margini di profitto dovuta alla persistente crisi economica e finanziaria che dal 2008 interessa il nostro Paese. Il ROE dei gruppi bancari italiani è passato dall’11,9% del 2006 (massimo dal 1998 raggiunto prima della crisi americana dei subprime loan manifestatasi nel 2007) agli attuali valori negativi (-0,2% nel 2014 al netto delle svalutazioni sugli avviamenti). I nuovi canali di distribuzione basati su ICT, oltre all’ormai consolidato collocamento “fuori sede” di prodotti bancari tramite rete di promotori finanziari, permettono infatti di ridurre i costi operativi, in particolare quelli del personale, tipici del tradizionale sistema di distribuzione dei prodotti e servizi finanziari basato su un network di filiali bancarie. A tal proposito, ad esempio, nella Relazione Annuale 2014 della Banca d’Italia, presentata a Roma lo scorso 26 maggio, si legge che “la struttura dell’industria sta cambiando per effetto sia della crisi n gi u gno 2015 - In cont ri che ha comportato una riduzione del numero degli intermediari e la necessità di contenere i costi operativi, sia delle sollecitazioni provenienti dal progresso tecnico che ha ampliato la gamma dei canali distributivi”. Sempre nella Relazione di Banca d’Italia, viene specificato che tra il 2008 e il 2014 il numero di banche è sceso del 17% “soprattutto a seguito dell’uscita dal mercato di intermediari in difficoltà e relativamente meno efficienti” e che i dipendenti bancari sono diminuiti di circa 18 mila unità (-5,6%) mentre gli sportelli di circa 3.400 unità (-9%). Comunque, nonostante la diminuzione, il numero di sportelli per centomila abitanti in Italia è ancora molto elevato: nel 2012 era pari a 54 contro una media europea di 34 e di 46 se si considera solo i principali peers (Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Germania, Grecia, Danimarca, Irlanda, Regno Unito). Ciò implica che ci sono ancora forti margini di riduzione della “presenza fisica”, di prossimità, delle banche a favore dei canali diretti. Tale tendenza, molto probabilmente, non comporterà una sparizione degli sportelli (e dei bancari!) a favore del modello di “banca diretta” (direct banking), ma l’estensione del modello multicanale implicherà sicuramente un cambiamento organizzativo delle filiali, meno sportelli ma che offriranno più servizi di advisory di elevato livello e di supporto alle politiche commerciali (es. eventi in filiale per il lancio di nuovi prodotti etc.) ed una segmentazione dell’offerta sui vari canali. Ovviamente, ciò comporterà anche una ridefinizione del ruolo del personale delle filiali, che d’altronde è già in atto (es. meno cassieri e più consulenti e specialisti). D’altra parte, il modello di “banca diretta” nonostante la grande diffusione è ben lungi dal soppiantare totalmente il modello di banca tradizionale, anche se spesso offre stessi BANCHE n prodotti a prezzi più convenienti. Probabilmente c’è ancora una “domanda di sportello” che non si può spiegare sulla base della razionalità economica ma probabilmente è da ricercare in ragioni emotive, ad esempio il senso di protezione che dava la vecchia banca, “con i suoi marmi, vetri blindati e impiegati in doppiopetto grigio” (cfr. Filotto e Mottura, 2013), fattore che sembra essere sopravvissuto alla crisi di fiducia verso le banche causata dalla crisi finanziaria o da vicende come quella del collocamento presso la clientela retail di obbligazioni di società, come Parmalat, andate poi in default. Ma, a nostro avviso, rimane sicuramente importante anche il fattore umano nel rapporto con la clientela, perché la conoscenza diretta, personale, che si instaura tra cliente e addetto, riducendo le cosiddette “asimmetrie informative”, permette alla banca di fornire i prodotti e servizi più adeguati rispetto al profilo del cliente. Infatti, sia dal lato della raccolta che, soprattutto, dal lato dell’offerta di cre- dito, il rapporto diretto tra cliente e personale bancario permette di rafforzare il relationship banking e utilizzare quelle informazioni non standardizzate o documentabili (come i bilanci per le imprese o la situazione economico/patrimoniale per le famiglie), ma che derivano dalla conoscenza locale e personale, le cosiddette soft-information, che sono difficilmente acquisibili a distanza. Inoltre, se il beneficio dell’utilizzo dei nuovi canali di distribuzione diretti dal lato del contenimento dei costi è indubbio, non è ancora certo se il direct banking generi nuovi ricavi o se piuttosto non prevalga un effetto sostituzione, ossia un semplice spostamento dei ricavi e commissioni dalle filiali ai nuovi canali diretti. Dubbi, inoltre, ci sono anche sulla sostenibilità del modello stand-alone di “banca diretta” (ossia una banca che fa uso esclusivo dei canali telematici self-service), in quanto le fonti di ricavo risultano meno diversificate: i ricavi, infatti, derivano prevalentemente da commissioni - ovverosia dalla movimentazione continua dei portafogli o da una continua offerta di nuovi prodotti e servizi mentre il contributo del margine di interesse al conto economico è molto meno significativo rispetto alle banche tradizionali. Quanto sopra riportato, porta a concludere che probabilmente, almeno nel medio periodo, il modello di riferimento sarà quello della banca multicanale, che affianca canali di distribuzione tradizionali – dove rimane ancora cruciale il fattore umano (es. sportelli, promotori finanziari) – ai canali telematici diretti “fai da te”. In effetti, negli ultimi anni la maggior parte dei gruppi bancari ha diversificato la propria offerta distributiva integrando le reti tradizionali con quelle innovative, spesso creando delle banche specializzate nel direct banking o nell’offerta multicanale che coesistono con banche più tradizionali all’interno dello stesso gruppo bancario. Marco Valentini (Ph.D., Economic and Regulatory Analyst) Riferimenti: ABI Lab “Scenario e trend del mercato ICT per il settore bancario - Rapporto 2014” Banca d’Italia “Relazione Annuale - Anno 2014”, Roma 26/5/2015 Filotto U.; Mottura P. “La distribuzione dei servizi bancari: quando le banche saranno dirette?”, AIDEA, 2013 KPMG Advisory “Sportelli bancari e nuovi modelli distributivi”, 2013 Wyman O. “Multichannel Banking: Unravel Complexity to Turn Ambition into Reality”, MMC, 2010 Incon t ri - gi ugno 201 5 n 21 n INTERNAZIONALE L’ITALIA INCONTRA IL MONDO Il “made in Italy” celebrato all’estero GHANA Un gruppo di architetti italiani, under 40, realizzerà ad Accra il nuovo quartier generale della GNPC, la Ghana National Petroleum Company. Il progetto, realizzato da un gruppo di lavoro formato da giovani professionisti degli studi Bicuadro, O.C.R.A e Studio 3+1, guidati dall’architetto Stefano Farcomeni, ha vinto il concorso internazionale a inviti per la costruzione dell’opera, del valore di 80 milioni di euro. I lavori inizieranno nel 2016. SUDAFRICA L’azienda italiana, Enel Green Power, consolida il primato tra gli operatori privati attivi nel continente africano nel settore della green economy, aggiudicandosi altri 2 progetti eolici per una capacità di 280 MW. Le stazioni saranno realizzate nella provincia del Northern Cape ed entreranno in esercizio entro il 2018, con un investimento complessivo di 340 milioni di euro. A oggi, Enel Green Power, ha ottenuto nelle gare pubbliche in Sud Africa oltre 1.200 MW di energia eolica e solare, con investimenti di oltre 1,5 miliardi di euro. 22 PARAGUAY È stata inaugurata all’Università Cattolica di Assunzione la mostra “Italia del futuro”, organizzata dalla Farnesina e dal CNR, in collaborazione con altre importanti istituzioni. Obiettivo dell’iniziativa è presentare all’estero le eccellenze scientifiche del nostro Paese, dalla robotica alla fisica delle particelle, dalla salute alle tecnologie per i trasporti, alla tutela dei beni archeologici e culturali. L’esposizione fa parte delle attività che la sede diplomatica italiana sta sviluppando, in collaborazione con le autorità locali, nel corso dell’anno, per promuovere un immagine attuale del nostro Paese, nella più ampia cornice dell’Anno dell’Italia in America Latina. MOSCA Sono 14 le aziende italiane che partecipano, con un padiglione tra i più estesi, alla fiera Mir Strelka 2015, principale manifestazione internazionale russa nel settore della lavorazione del vetro, aperta il 9 giugno a Mosca. L’industria italiana del settore occupa stabilmente il ruolo di leader nella Federazione Russa, offrendo una rete commerciale vasta e capillare, capacità di fidelizzare la clientela, flessibilità operativa nei confronti della domanda, e servizi di assistenza tecnica, necessari all’avviamento di nuove produ- zioni e all’ammodernamento di quelle esistenti. n gi u gno 2015 - In cont ri PARIGI Un angolo di “Italia sostenibile” a Place Frenay, adiacente alla Gare de Lyon, storicamente legata agli arrivi e alle partenze degli italiani. La piazza è stata trasformata in uno spazio dedicato al Belpaese, con protagonisti le cooperative sociali, i gruppi di acquisto e le realtà turistiche che abbinano uomo e natura, come il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano candidato come sito Man and Biosphere del Sud d’Italia. Un modo per far scoprire al pubblico parigino i prodotti tipici e i luoghi meno conosciuti frutto di strategie sostenibili. VIETNAM L’Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile (ACIMIT) ha firmato un memorandum di intesa con la HCMC University of Technology del Vietnam per la cooperazione nella creazione di un centro tecnologico di formazione per la meccanica del tessile. L’università vietnamita metterà a disposizione all’interno della propria struttura gli spazi per la costituzione del centro, mentre ACIMIT assicurerà l’invio di docenti e formatori specializzati. La collaborazione consentirà al Paese asiatico di sviluppare le competenze tecniche dei futuri ingegneri, mentre per ACIMIT sarà l’occasione per lo sviluppo di partenariati formativi che accompagnino il processo di meccanizzazione dell’industria tessile vietnamita. CURIOS@NDO n DAL WOB... LE PRINCIPALI NOTIZIE DI GIUGNO n 1 giugno - Repubblica.it CLAUDIO DE VINCENTI: "NUOVE REGOLE SUL SINDACATO E INCENTIVI A CHI INNOVA, COSÌ IL PAESE TORNERÀ A CRESCERE" L'economista, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, indica le prossime mosse del governo per sostenere la ripresa – di Roberto Mania ROMA - Incentivi solo alle imprese che investono in capacità produttiva, innovazione e ricerca. Claudio De Vincenti, economista, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, comincia così a indicare le prossime mosse del governo per sostenere la ripresa. Questa è la sua prima intervista da quando è arrivato a Palazzo Chigi. Dice che il governo non teme per la prevista sentenza della Corte costituzionale sul blocco dei contratti pubblici e non esclude la possibilità di una legge sulla rappresentanza sindacale. Presenterete una legge sulla rappresentanza sindacale? "Noi sollecitiamo le parti sociali a trovare tra loro una soluzione su un tema che riguarda la democrazia sindacale. Se non dovessero riuscirci potrebbe essere utile un intervento normativo". n 3 giugno - blastingnews.com RIFORMA PENSIONI, POLETTI: PIÙ FLESSIBILITÀ PER RICAMBIO GENERAZIONALE E nel parlare della necessità di tutelare la finanza pubblica, Poletti ribadisce nello stesso tempo la necessità di inserire un nuovo "elemento di flessibilità" per la pensione anticipata gravemente penalizzata dalla riforma pensioni Fornero. "Lo faremo adesso ha ripetuto il ministro parlando della flessibilità per i prepensionamenti - e affronteremo il problema a partire dall'esigenza di dare una opportunità ai giovani. Anche le imprese - ha evidenziato il ministro del Lavoro - ci chiedono di poter avere un ricambio generazionale". Naturalmente, in una cornice di tutela della finanza pubblica, sarà necessario inserire comunque delle penalità sugli assegni previdenziali di chi decide di uscire prima dal lavoro, a 62 anni secondo le ipotesi allo studio del governo che però sui dettagli non si sbilancia più di tanto visto che ancora si stanno facendo calcoli e simulazioni. "Ne parliamo a ottobre", ha spiegato di nuovo Poletti ribadendo che "lo faremo con la legge di stabilità"…… n 5 giugno - agi.it BANCHE: ABI, CALANO DI OLTRE IL 37% LE RAPINE ALLO SPORTELLO (AGI) - Roma, 4 giu. - Diminuite del 37,6% le rapine in banca in un anno, passate dalle 941 del 2013 alle 587 del 2014. Se si paragona il dato con quello del 2007, il calo supera addirittura l'80%. In netto calo anche il cosiddetto indice di rischio - cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli - che è passato da 3 a 1,9. n 11 giugno - businesscommunity.it COME SI EVOLVERÀ LO SPORTELLO BANCARIO … Dal campione di banche territoriali analizzato, si assiste a una fase di ristrutturazione delle reti, con una percentuale di chiusura delle filiali che si attesta al 3,58% e un tasso medio di apertura che si ferma allo 0,48%. A confermare la forte capillarità delle reti distributive sul territorio è il dato che rileva la distanza tra sportelli pari a 5km, con una media di anni di operatività pari a 24 anni, che si traduce in un margine di intermediazione superiore a 1,6 milioni di euro per filiale. Il personale di filiale si attesta tra le 6 e le 7 persone, con una età media di 41 anni. Ciascun dipendente gestisce mediamente 184 conti correnti e un volume totale di masse intermediate pari a 16 milioni di euro pro capite. La rilevanza delle reti distributive emerge anche dai dati sul personale, dato che il 69% del totale dei dipendenti di gruppo è impiegato presso le filiali (di cui l'8,85% è costituito da agenti mandatari), con una conseguente incidenza dei costi operativi HR pari al 66% sul totale dei costi operativi. La clientela, prevalentemente mass market (oltre 1400 clienti serviti dalla singola filiale), possiede in media 3,8 prodotti pro capite (conto corrente, carta di debito e mutuo ipotecario la combinazione più frequente). È opportuno segnalare che ogni c/c ha in media 2,07 firmatari abilitati a operare e che il campione mostra un livello di fedeltà ancora piuttosto elevato, depositando presso la propria banca una cifra prossima ai 92.000 euro per soggetto. Si tratta di clienti piuttosto fedeli, con un tasso medio di abbandono del 7,31% e livelli minimi prossimi al 2%. In termini di risultati di Gruppo (MINTR), ogni cliente contribuisce in media con 1.020 euro. Per quanto concerne il rapporto tra la clientela e l'operatività di filiale, ogni dipendente di rete sostiene la relazione con circa 295 soggetti. Tale gestione costa alla banca circa 420 euro per cliente, in termini di costi operativi di front end (esclusi i costi di back office), in diminuzione dell'1,7% rispetto al 2012……. n 18 giugno - reuters.it JOB ACT, CONTROLLI A DISTANZA CON PC E TELEFONI SENZA OK SINDACATI ROMA (Reuters) - Dopo l'articolo 18 anche l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori va in soffitta. La nuova riforma del mercato del lavoro prevede infatti che l'azienda possa effettuare controlli a distanza sui propri dipendenti attraverso impianti audiovisivi (pc, tablet, telefoni aziendali) senza la necessità di accordi sindacali preventivi. Basterà aver consegnato ai lavoratori un documento di policy sulla privacy che li informi sull'utilizzo di questi strumenti. Incon t ri - gi ugno 201 5 n 23 n CURIOS@NDO STUFI DELLE SOLITE VACANZE? Tredici idee, insolite e sorprendenti Se non rientrate nel clichè di quelli che amano l’omologazione e siete in cerca di nuove emozioni ecco una piccola guida a vacanze un po’ insolite, quasi tutte low cost, sicuramente lontane dai grandi flussi e dai tour operator mondiali. Occasioni vicine a un turismo più responsabile e maturo, che non mancherà di sorprendere. LA PICCOLA GERUSALEMME D'ITALIA Non serve volare fino in Israele. Anche in Italia abbiamo la nostra «piccola Gerusalemme». Pitigliano, in Toscana, è stata sede nel XV secolo di una colonia ebraica, oggi estinta, ma che ha lasciato segni importanti, dalla sinagoga nel ghetto, alla cucina. Pitigliano è relativamente una piccola città e si riesce a visitare in circa 2- 4 ore. La visita inizia attraversando il ponte ad arco che conduce nell'Antico Borgo passando attraverso la Porta con lo stemma Orsini. La comunità ebraica è stata presente a Pitigliano per oltre mezzo millennio tanto che, nel 1598 fu deciso di erigere il Tempio e una Sinagoga dedicata al Rabbino Leone di Sabato che, sostanzialmente, è rimasta immutata fino ai nostri giorni. Un tempo c'era anche il Ghetto, ben integrato nel centro storico. Oltre alla Sinagoga sono presenti il forno degli azzimi e il bagno rituale. Inoltre, appena fuori della cerchia muraria, c'è anche il cimitero ebraico. URUPIA ragazze e ragazzi dai 14 ai 17 anni. Nell’arco della settimana i partecipanti sperimenteranno l’organizzazione generale di Urupia, partecipando alle varie attività praticate in masseria e in campagna. Il tema specifico pensato per questo campeggio è un laboratorio di ceramica: dalla manipolazione dell’argilla, attraverso il colore fino alla cottura finale. Ragazzi e ragazze avranno la possibilità di sperimentare un’arte, antica quanto l’umanità e mai perduta. http://urupia.wordpress.com IL RESPIRO LEGGERO DELL’ABRUZZO Si tratta di un cammino lungo una parte dei tratturi della transumanza, un tempo battute da decine di migliaia di pecore, in territori di grandi altopiani e antichi paesi medievali pieni di magia, seguendo le suggestioni di scrittori passati e moderni.Tra questi Dacia Maraini, autrice di un’antologia che dà il titolo al viaggio: Il respiro leggero dell’Abruzzo – Scrittori famosi raccontano le terre abruzzesi. E il cammino passa per Campo Imperatore dove ogni anno si tiene la tradizionale fiera che richiama centinaia di allevatori con le loro migliaia di pecore, tenute a bada dai fedeli cani pastori abruzzesi. Lungo il cammino si incontrano persone che rappresentano la ricchezza dei paesi in cui vivono, si dorme in piccole strutture e si mangia in trattorie semplici, buone e genuine. www.cammini.eu Per i nostalgici della vita in «comune» consigliamo Urupia, che sorge nel Salento, per la precisione a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Si tratta dell'unica vera comune italiana, dove non esiste proprietà privata e vige ancora il principio del consenso per le decisioni. Qui si può trovare ospitalità estiva a costo solidale. L’ospitalità è concepita e vissuta, infatti, come condivisione del quotidiano, ovvero partecipazione a tutte le attività della comune. Per i giovani, Urupia propone anche un campo estivo residenziale, per 24 n gi u gno 2015 - In cont ri CURIOS@NDO n Il Sud-Ovest della Sardegna è ricco di itinerari suggestivi che vanno dalle dune di Piscinas in Costa Verde alla splendida costa di Teulada, passando poi per affascinanti siti archeologici e minerari dislocati in tutta la zona. http://www.domusamigas.it/case/ NORMANDIA FRA ABBAZIE, COME INDIANA JONES Un’indagine CoPilot rivela che il 70% circa degli italiani si definisce «spirito libero» e in vacanza cerca esperienze forti. Il Parco avventura di Valsavarenche (Ao), lungo il torrente Savara, unisce canyoning e arrampicata in tutta sicurezza e quindi si presta a esperienze forti. Il percorso è avventuroso e superemozionante e si pratica con l’aiuto delle Guide Alpine che accompagnano gruppi di 4-5 persone per tutta l'avventura atletico-naturalistica, la cui durata è di circa 2-3 ore. Grazie all'attrezzatura alpinistica fornita ai partecipanti dalle stesse Guide Alpine, compresa nel prezzo complessivo di 30.00 euro, ci si muove sospesi sul torrente in corrispondenza delle strette e suggestive rapide che esso forma presso la località Terrè e ci s'immerge totalmente in uno dei più spettacolari scenari del Parco Nazionale del Gran Paradiso. www.comune.valsavarenche.ao.i CASE AMICHE Si chiama «turismo di comunità», ovvero quel modo di viaggiare che ti porta a contatto con la gente del posto attraverso un albergo diffuso (circa 80 in Italia) o in una delle 20 Domus Amigas, famiglie che ti ospitano in casa, in Sardegna. Si tratta di un turismo responsabile, ecologico e a basso impatto ambientale che intende valorizzare la bellezza del mare, dei monti e delle campagne ma anche dare nuova vita alle tradizioni e alla storia. Nell’ambito dell’ospitalità dei Bed&Breakfast, si potranno gustare il pane fatto in casa, il latte appena munto, le saporite verdure dei campi, il miele, le olive e i succhi genuini. Incon t ri SPIAGGE E SCOGLIERE La Normandia è una terra che ha saputo mantenere intatte le sue atmosfere autentiche: villaggi con le case a graticcio, abbazie e castelli tuffati nel verde, incantevoli porticcioli, campi recintati da siepi. È la terra dei fiori colorati di Monet, del delizioso sidro di mele, delle bianche scogliere, delle più grandi maree d'Europa e delle cittadine dalla storia antica. E, ovviamente, è la terra del D-Day, il famosissimo sbarco in Normandia, la più grande operazione militare della storia, che avvenne proprio sulle coste normanne. Ma gli eventi sanguinosi e tristi di quei giorni troppo spesso offuscano agli occhi del grande pubblico i tanti deliziosi angoli di una regione tra le più amate di Francia. Passeggiare nelle tranquille viuzze di Rouen, il cui incredibile centro storico è tuttora costituito da case centenarie di legno e paglia. Affacciarsi sulle bianche scogliere di Etretat, che affascinarono i primi impressionisti, o su quelle rosse di Joburg, dove l’Oceano si percepisce più forte che altrove. Riposare e meditare nella penombra di grandiose cattedrali o di discrete abbazie di campagna. Ammirare lo spettacolo della marea dalla terrazza dell’abbazia di Mont Saint Michel o sfiorarla passeggiando sulla spiaggia di Arromanche. www.viagginaturaecultura.it SAPORI E ARTIGIANATO, VACANZE NELLE COMUNITÀ OSPITALI È un modo innovativo, responsabile e sostenibile di viaggiare alla scoperta del vero made in Italy. Se avete sognato di svegliarvi accompagnati dal dolce suono delle campane, circondato da una natura avvolgente oppure se desiderate camminare per le strette vie di un borgo e salutare le persone che incontri come se fossero i tuoi vicini di casa. Oppure se vi interessa visitare una cantina, un caseificio, un laboratorio artigianale e provare a “mettere le mani in pasta”, per poi degustare gli autentici sapori della cucina italiana allora un riferimento è BAI Tour, il tour operator dedi- - gi ugno 201 5 n 25 n CURIOS@NDO cato alle Comunità Ospitali di Borghi Autentici d’Italia. Si organizzano viaggi all’insegna della riscoperta delle tradizioni locali e della vita di comunità, tra le 40 Comunità Ospitali italiane, dal Friuli alla Puglia. www.borghiautenticiditalia.it/assobai/sapori-e-artigianato-vacanze-nelle-comunita-ospitali/ VIAGGI E MIRAGGI, LA RETE DEL TURISMO RESPONSABILE Si tratta di una cooperativa sociale-tour operator che riunisce soggetti e associazioni in Italia e nel mondo la cui storia è iniziata alla fine degli anni 90, quando un manipolo di persone ha iniziato a interrogarsi sul senso del turismo di massa. Viaggiando e conoscendo progetti legati al commercio equo solidale è nata l’idea di far nascere un’impresa sociale che si occupasse di stravolgere i paradigmi del turismo e lavorare a contatto diretto con la società civile dei luoghi visitati, con persone e associazioni direttamente coinvolte in progetti di sviluppo. Un sogno visionario allora, realtà consolidata oggi. Vi proponiamo il Madagascar, un’isola continente, la cui bellezza e la variazione continua dei paesaggi saranno lo scenario di fondo del viaggio che percorrerà la dorsale dell’isola su un altopiano fino a raggiungere il mare nella parte più estrema a sud. Lemuri, baobab, foreste pluviali, canyon rocciosi e un popolo cordiale e accogliente saranno i protagonisti di questo viaggio on the road. Dalla comunità internazionale il Madagascar è considerato uno dei Paesi ecologicamente più ricchi del pianeta: basti pensare che con le vicine Isole Comore possiede circa un quarto delle piante da fiore di tutta l’Africa. www.viaggiemiraggi.org mone con la colazione a bordo della barca, la Sirena. Durante la crociera, risalendo verso nord lungo la costa del Parco, Paolo vi racconterà del suo lavoro, del suo impegno per la difesa del mare, contro la pesca illegale che distrugge il fondale marino e mette a rischio gli ecosistemi. Paolo vi illustrerà le bellezze e la storia di cui è ricca la costa, sostando nei punti più caratteristici per avvistare i falchi e i gabbiani con i loro nidi a picco sulle scogliere e ammirare la Grotta della Bella Marsilia, la scogliera del Frontone, dove nidificano i falchi pellegrini e cresce la caratteristica palma nana del nord-Africa e Cala di Forno antichissimo approdo di mercanti. Con il sole già alto, inizierà la pesca. Paolo vi mostrerà l’intero ciclo dell’attività, a partire dal calo delle reti, attività dura e affascinante, sullo sfondo incantevole dei Monti dell'Uccellina e delle Torri costiere. In seguito saranno ritirate le reti calate il giorno prima. Paolo spiegherà le diversità dei pesci e dei fondali. Il pescato? Rombi, salpe, scorfani, saraghi, mormore, sogliole, seppie, lecce, orate... secondo il tempo, le stagioni, la fortuna. E chi avrà scelto l’escursione con il pranzo sarà il benvenuto e potrà mangiarne a volontà. www.paoloilpescatore.it LASSÙ, SOPRA LE NUVOLE Nato nel 2002, da un'idea dello scalatore Reinhold Messner, che qui ha aperto il suo secondo allevamento di yak tibetani, il Museo delle nuvole - www.monterite.it - di Cibiana di Cadore (Bl) celebra le Dolomiti e la montagna in generale, con sculture, pitture e testimonianze. Il museo è allestito in un forte della Grande Guerra, è de- VACANZE LAVORO AL MARE Se è la pesca a incuriosirvi Paolo Fanciulli, pescatore e guida ambientale di Talamone (Gr), ha la proposta che fa per voi. Da anni, infatti, Paolo organizza escursioni di pescaturismo nel Parco naturale della Maremma; un’autentica battuta di pesca, secondo le antiche pratiche della piccola pesca di posta rispettose dell’ambiente. Sarà una bella immersione nella natura, che inizia al mattino presto nel porto di Tala- 26 n gi u gno 2015 - In cont ri dicato all'elemento "roccia" e narra la storia dell'esplorazione e dell'alpinismo dolomitico. Nella galleria trovano spazio, dalla collezione Reinhold Messner, quadri e opere rappresentanti le Dolomiti dal Romanticismo fino all'arte contemporanea. www.messner-mountain-museum.it NEL CUORE DELLA TERRA Divertente e istruttiva la Miniera di Monteneve si trova vicino Bolzano. Non visiterete solamente un museo, bensì v'immergerete nel mondo delle miniere, toccando con mano il duro lavoro dei minatori impegnati nell'estrazione dei minerali dal sottosuolo. Qui l'intera catena produttiva della miniera è rimasta intatta. È illustrato, infatti, l'intero processo, dall'estrazione, attraverso il problematico trasporto fino all'arricchimento del minerale, unitamente alle innovazione tecnologiche degli ultimi 800 anni. Se si volesse la miniera potrebbe ricominciare immediatamente l'attività mineraria. Di fatto gli impianti originali sono ancora funzionanti e vengono attivati durante la visita. Le guide sono legate alla storia della miniera e, in gran parte, discendenti da famiglie di minatori. www.museominiere.it CURIOS@NDO n folta macchia mediterranea che il buttero doveva conoscere a menadito. Non vi erano giornate facili, ma in alcuni momenti dell'anno il lavoro si faceva ancora più duro. Erano questi i periodi delle "figliature", della "spocciatura", della merca e della doma dei puledri bradi. Oggi il lavoro dei pochi butteri rimasti è molto cambiato, ma è sempre e sicuramente al Buttero che spetta il compito di mantenere vive le tradizioni della Maremma. www.butteri-altamaremma.com UN PASSO AVANTI Anche le persone con handicap motorio, grazie a joëlette (una speciale carrozzella da fuori-strada), possono fare trekking in montagna. Le escursioni sono organizzate dall'associazione Il Cammino possibile - www.camminopossibile.it lungo i sentieri di Umbria e Lazio. L’associazione coltiva la buona abitudine del camminare, nel suo valore culturale e terapeutico. Si costituisce a partire da un gruppo di amici, esperti escursionisti e amanti della natura, presenti da anni sui sentieri del Lazio e dell'Abruzzo. “Siamo mossi da un grande amore per la montagna, per la salvaguardia degli ambienti naturali, per la storia e la vita sociale dei luoghi attraversati. Il nostro programma prevede uscite con vari livelli di difficoltà: dalle semplici passeggiate alla portata di tutti fino a impegnative escursioni per camminatori esperti”, dichiarano sul sito. La speciale carrozzella permette di accompagnare in montagna, sui normali sentieri, persone con handicap motorio, permettendo in questo modo anche a chi non avrebbe questa opportunità di godere della bellezza delle vette e del profumo dei boschi. Livio Iacovella MEGLIO UN GIORNO DA BUTTERO In Maremma, la zona d'Italia a più alta concentrazione di maneggi, i bambini imparano a montare prima che a leggere e scrivere: anche voi potete cimentarvi oppure, se siete già abili, fare un tour di più giorni a cavallo tra spiagge, bivacchi e cascine. Il Buttero è un personaggio dall'alone eroico che con il suo cavallo ha affrontato, più di ogni altro, la natura ostile e selvaggia della Terra di Maremma. La giornata del buttero cominciava prima del levar del sole quando si recava ai mandrioli per prendere la cavalcatura che poteva scegliere tra le tre o quattro a sua disposizione. Il lavoro vero e proprio si svolgeva poi nei grandi recinti dove pascolavano i branchi di bestie da dover controllare, contare, spostare ed eventualmente recuperare nella Incon t ri - gi ugno 201 5 n 27 al riparo con PACCHETTO ASSICURATIVO DIRCREDITO POLIZZA RC PROFESSIONALE POLIZZA CASSIERI POLIZZA INFORTUNI POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PROFESSIONALE) POLIZZA TUTELA GIUDIZIARIA (VITA PRIVATA) POLIZZA RC CAPOFAMIGLIA e ancora... Polizza Long Term Care Prodotti Vita n Polizza RC Auto Polizza Viaggi n Polizza Casa Progetto Welfare Spese Odontoiatriche Consulta la pagina AON su www.dircredito.info