il ticket della

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il ticket della
Anno VIII numero 70
Dicembre 2010
© Foto Omniroma
notiziario mensile a cura di Europe Edit Time
Poste italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% Roma
Faccia a faccia
con Giuseppe
Scaramuzza
Record di donazioni
per Telethon 2010
Riabilitazione,
il ticket della
discordia
Scoliosi
da vertebre
malformate,
basta un solo
intervento
C.I.R.
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ROMA
Sanità & Servizi
Notiziario mensile
a cura di
EUROPE EDIT TIME
L’ospedale non è la panacea
di tutti i mali
Più sanità territoriale. Lo chiediamo ancora una volta dalle pagine di “Roma
Sanità & Servizi” mentre nella nostra regione le polemiche sulla disattivazione dei posti letto ospedalieri non sembrano vedere fine. Su questo tema accogliamo con grande entusiasmo la proposta che Giuseppe Scaramuzza, segretario di Cittadinanzattiva
Lazio, ha lanciato intervenendo alla trasmissione televisiva “Roma Sanità & Servizi” in
onda il 24 dicembre su Roma Uno Tv, poi ribadita nel “Faccia a faccia” di questo numero. È necessario – dice Scaramuzza – predisporre un presidio di medicina aperto
24 ore al giorno in ogni municipio di Roma. Siamo certi che una soluzione di questo
tipo, oltre a costituire una valida risposta ai bisogni di salute, aiuterebbe anche i cittadini a comprendere che l’ospedale non è la panacea di tutti i mali. Per riuscire a
gettare le basi di una cultura nuova, che dica ai cittadini che i servizi sanitari non sono esclusivamente quelli ospedalieri, servirebbe un’informazione più obiettiva e una
comunicazione istituzionale che non abbia paura di rappresentare anche scelte impopolari ma improrogabili. Chi si occupa della salute dei cittadini non può pensare ai
sondaggi. Lo ha capito sulla sua pelle Barack Obama quando, nel marzo scorso, ha
varato la riforma sanitaria americana. Una riforma che il presidente continua a difendere, nonostante gli analisti politici l’abbiamo considerata una delle cause della sconfitta dei democratici nelle elezioni di medio termine del novembre scorso.
Valentina Mesolella
Anno VIII n° 70
Dicembre 2010
Registrazione del tribunale
di Roma n° 270/2003
Informativa ex D.lgvo
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grafica, immagini e testi realizzati. Salvo accordi, la collaborazione a questo
notiziario è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.
Direttore Responsabile
SOMMARIO
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14
SOCIALE
Record di donazioni
per Telethon 2010
VIAGGIO TRA LE ECCELLENZE
Scoliosi da vertebre malformate,
basta un solo intervento
di Marco Embcke
05
COPERTINA
Il ticket solo per i disabili
con più di 16 mila euro
12
NOTIZIE DA LEGACOOPSOCIALI
Bilancio sociale,
strumento vincente per le coop
di Francesca Cutillo
8
FACCIA A FACCIA
“Meno posti letto,
ma più servizi e prevenzione
sul territorio”
10
SANITÀ
Le famiglie spendono
3 mila euro al mese
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PAROLA ALL’ESPERTO
Permessi lavorativi
per le famiglie dei disabili,
cosa cambia?
di Francesca Cutillo
Hanno collaborato
Pino Bongiorno
Francesca Cutillo
Marco Embcke
Maria Antonietta Procaccini
Giulia Rodano
Antonella Saija
Nicola Sanitate
Direzione e Redazione
Via Sannio 59 00183 Roma
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Impaginazione
G. Bari - Format Roma Srl
In Italia un nuovo
sieropositivo ogni due ore
Un libro racconta tante
“vite clandestine”
Coordinamento Redazionale
Carla Mancini
di Nicola Sanitate
IN SALUTE
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Direttore Responsabile
Valentina Mesolella
di Antonella Saija
Editore
Europe Edit Time
Via Sannio 59 - 00183 Roma
Stampa
Cooperativa Gnosis Editing
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LE PILLOLE DI MAP
Basta violenza sulle donne
a cura di Maria Antonietta Procaccini
Chiuso in redazione
il 31/12/2010
La finanziaria cancella
la vergogna dei ticket
di Tonino D’Annibale
Vicepresidente Commissione
Politiche Sociali della Regione Lazio (PD)
n La vergogna del ticket ai disabili è stata cancellata in Consiglio regionale. È un
grande risultato, la fine di una battaglia
culminata con un emendamento presentato da me e da tutti i consiglieri del
Gruppo Pd della Regione Lazio, accolto
dalla Commissione Bilancio e passato in
aula. Una vittoria che sento il dovere di
condividere con tutti voi.
Prima di tutto perché a vincere sono stati i diritti di circa quattromila disabili del Lazio. Che come sapete sarebbero stati costretti a pagare una tassa assurda per seguire indispensabili
terapie riabilitative o per proseguire le attività di cura. Un’ingiustizia che avevamo denunciato in tutte le sedi istituzionali. Poi perché questa vittoria è anche la vostra. Quella di tanti
volontari, parenti e amici dei disabili che ci hanno aiutato a raccogliere oltre cinquemila firme per chiedere la revoca dei provvedimenti regionali che avevano dato il via a questo odioso
balzello. I vostri sforzi hanno fatto spalancare gli occhi alla
maggioranza regionale di centrodestra sul problema che stavano vivendo le persone con handicap della nostra regione. È
la vostra vittoria, quella di decine e decine di persone che hanno trasportato da un luogo all’altro fogli di carta, hanno invitato parenti e amici a firmare la petizione e non hanno voluto
abbassare la testa per dare voce a chi voce non aveva. Credo che in una fase politica come quella che stiamo attraversando, in cui i rappresentanti delle istituzioni parlano di problemi lontani da quelli che vivono le famiglie della nostra regione, questa battaglia contro il ticket possa essere di grande significato. Personalmente mi insegna, una volta di più, che
la politica vince quando si occupa dei cittadini e della difesa
dei loro diritti inviolabili. Grazie per quanto avete fatto, anche
a nome dell’intero Gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale del quale mi onoro di fare parte.
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A pagare il prezzo
della crisi sono ancora
una volta i più deboli
di Giulia Rodano
Vicepresidente Commissione Sanità Regione Lazio (IDV)
n Il ticket sui disabili è il frutto di un’inversione irragionevole tra ragioni dell’equità e ragioni della contabilità. Per il
centrodestra, la sanità dei bilanci pubblici sembra essere diventata più rilevante del funzionamento stesso della sanità vera e propria. E per di più si tratta
di un’intransigenza strabica, perché, come dimostra anche il piano di riordino ospedaliero, a pagare
il prezzo dei tagli e delle privatizzazioni sono solo i deboli.
C’è un fil rouge che unisce tutte le politiche della destra berlusconiana nella sanità, nella cultura, nel sociale. È costituito
dalla sudditanza ai poteri forti e dal contestuale accanimento
sui soggetti meno tutelati, e dunque meno pericolosi sul piano mediatico. In un contesto di tagli orizzontali a spese e prestazioni, e più in generale di ridimensionamento del ruolo dello Stato, un indirizzo politico di questo genere si traduce nello sfavorire chi ha meno voce, meno rappresentanza, meno
visibilità. È una logica miope, che non manca di produrre veri e propri paradossi, come ad esempio il taglio di 146 posti
letto in una struttura di eccellenza come il Santa Lucia.
Il ticket del 30% sulla compartecipazione alle prestazioni di riabilitazione, imposto ai disabili nell’ambito del piano di rientro, è
figlio di questa mentalità amministrativa. Grazie alla lunga battaglia dentro e fuori il Consiglio Regionale, nella sessione di approvazione del bilancio regionale del 2011 le opposizioni sono
riuscite almeno a limitare i danni, proponendo uno stanziamento di 16 milioni di euro. Queste risorse dovranno consentire l’esenzione dal ticket almeno ad una parte dei cittadini disabili del Lazio, quelli con reddito inferiore a una certa soglia. Vigileremo affinché questa decisione trovi applicazione, ma soprattutto continueremo a batterci per la definitiva cancellazione del ticket.
In gioco ci sono due punti chiave di questo passaggio storico,
della nostra regione e del nostro Paese. Il primo è la civiltà del
nostro sistema sanitario pubblico, intesa come sistema in grado di erogare universalmente prestazioni efficaci; ovvero di
garantire tutti, anche i più deboli, con un livello di prestazione
parimenti appropriato. Il secondo punto è più politico: non possiamo accettare che a pagare il prezzo della crisi siano i più
deboli. Le risorse per risanare i bilanci devono essere reperite altrove. La politica può fare di più e fare meglio.
COPERTINA
La finanziaria regionale limita la compartecipazione alla spesa delle famiglie
Il ticket solo per i disabili
con più di 16 mila euro
n molti l’hanno chiamata la tassa
della vergogna. Una spada di Damocle che pendeva sulle teste dei
disabili del Lazio dal gennaio del
2010, quando l’allora Commissario governativo per il piano di rientro della Sanità del Lazio, Elio Guzzanti, aveva stabilito, con il Decreto n. 95, la compartecipazione alla spesa delle famiglie per
una quota pari al 30% delle rette delle strutture riabilitative, le cosiddette ex
art. 26. Una norma già introdotta in
molte altre regioni italiane e che andava a ricalcare le modalità di compartecipazione alla spesa già previste nel La-
I
© Foto Omniroma
L’allarme dei centri
di riabilitazione:
“La difficoltà
ad incassare
le quote dai pazienti
e dai Comuni
si somma al ritardo
dei pagamenti
della Regione.
A rischio assistenza
e occupazione”
zio per le strutture residenziali per anziani (RSA – Residenze Sanitarie Assistite). I mesi che si sono susseguiti sono stati caratterizzati da annunci, rinvii
e tanta confusione, soprattutto per le
famiglie dei disabili che hanno sperato fino all’ultimo la revoca del provvedimento. A rendere la nebbia più fitta
la lunga e feroce campagna elettorale
di Renata Polverini ed Emma Bonino,
5
che avevano promesso alle famiglie il
medesimo provvedimento: la revoca del
ticket senza se e senza ma. Promessa
ribadita dalla vincitrice Polverini ad aprile, all’indomani della sua nomina a
commissario ad acta per la Sanità del
Lazio:“Ho già detto in campagna elettorale – aveva annunciato - che avrei
eliminato il ticket e adesso stiamo valutando dal punto di vista tecnico come fare”.
Dopo mesi di silenzio il 7 agosto 2010
viene emanata invece la Delibera di
Giunta Regionale n.380, prescrivendo
che per le attività riabilitative in modalità di mantenimento – sia in regime
residenziale sia semiresidenziale – venissero applicate le stesse modalità in
utilizzo per le RSA al fine di definire
quali sono i soggetti obbligati a pagare e quali, invece, avrebbero potuto ricorrere all’intervento del comune di residenza. Inoltre, grazie a uno stanziamento dell’Assessorato alle Politiche
Sociali, la Regione avrebbe rimborsa-
to ai Comuni il 100% della spesa per
le rette del 2010 e l’80% per quelle del
2011.
La protesta – Dal mese di novembre
è stata promossa una raccolta firme
per dire “no” al ticket sui disabili, voluta dai familiari dei pazienti e appoggiata dal PD del Lazio. “È un balzello pe-
sante e odioso – aveva dichiarato Tonino D’Annibale, consigliere del PD e
Vicepresidente della Commissione Politiche Sociali della Regione Lazio durante un’assemblea pubblica - che va
abolito. Nonostante le promesse fatte
dalla Giunta Polverini, non si sa chi pagherà il contributo in vigore dal luglio.
Siamo al paradosso che vede il Comune di Roma respingere le domande presentate dai cittadini perché ancora non
in grado di fare i calcoli necessari. Senza il documento del Comune le famiglie dovranno pagare il ticket per intero, anche se il paziente è nelle condizioni di reddito che danno diritto alla
compartecipazione parziale o totale del
Comune. Fino ad oggi solo pochi comuni si sono organizzati. È il caos. La
mancanza di informazioni certe e l’impreparazione dell’amministrazione comunale derivata dai ritardi di comunicazione da parte della regione sta mettendo in seria difficoltà anche tutte le
strutture che erogano le prestazioni. Da
QUANTO SI PAGA?
LA COMPOSIZIONE E GLI IMPORTI DELLE TARIFFE PER I DISABILI INSERITI
IN STRUTTURE DI RIABILITAZIONE IN REGIME DI MANTENIMENTO
REGIME RESIDENZIALE
ATTIVITÀ
RIABILITATIVA
DI MANTENIMENTO
IMPEGNO
RIABILITATIVO
ASSISTENZIALE
TARIFFA
DGR 583/2002
Elevato
Medio
COMPOSIZIONE TARIFFA
Quota sanitaria - 70%
Quota sociale - 30%
118,79 €al giorno
83,15 €al giorno
35,64 €al giorno
98,13 €al giorno
68,69 €al giorno
29,44 €al giorno
(utente - Comune)
REGIME SEMIRESIDENZIALE
ATTIVITÀ
RIABILITATIVA
DI MANTENIMENTO
TARIFFA
DGR 583/2002
Elevato
(Fonte Allegato A DGR 380/2010).
6
COMPOSIZIONE TARIFFA
IMPEGNO
RIABILITATIVO
ASSISTENZIALE
Quota sanitaria - 70%
Quota sociale - 30%
62,42 €al giorno
43,69 €al giorno
18,73 €al giorno
Medio
49,94 €al giorno
34,96 €al giorno
14,98 €al giorno
Lieve
43,69 €al giorno
30,58 €al giorno
13,11 €al giorno
(utente - Comune)
luglio non sanno a chi fatturare il 30%
delle cure prestate”. La nuova misura
adottata dalla Polverini ha fatto tremare anche i gestori. “I centri – ha spiegato Massimo Sala, presidente di una
struttura che si occupa di servizi di riabilitazione - hanno difficoltà ad incassare la quota sia dai pazienti che dai
comuni. Difficoltà che, aggiunta ai ritardi di pagamento da parte della Regione, porterà in breve tempo a situazioni di crisi e al rischio di licenziamenti”. La protesta è poi esplosa il 3 dicembre scorso con una manifestazione sotto la sede della Regione Lazio. Armati di striscioni e campanelli, una cinquantina di persone hanno partecipato al presidio di protesta. “Dal 1° luglio
i disabili ricoverati o assistiti nei centri
di riabilitazione del Lazio – si leggeva
in documento redatto dai manifestanti - sono costretti a pagare un ticket del
30% sulla compartecipazione e solo
successivamente potranno rivolgersi al
proprio comune di residenza per ottenere un eventuale rimborso”. Altro punto la questione dell’esenzione totale,
© Foto Omniroma
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COPERTINA
non per i soggetti con 13 mila euro di
reddito Isee - come promesso - ma con
appena 4.000 euro. Dopo questa cifra
si sarebbe iniziato a pagare un ticket
dagli oltre 400 euro a più di 1.000 euro al mese, a seconda del grado di disabilità. “Vogliamo un ‘redditometro’ individuale e non familiare – ha spiegato in quella sede la deputata PD Ileana
Argentin -. Non tutti i disabili possono
permettersi le stesse spese. Le famiglie stanno iniziando a ritirare i malati
dai centri perchè non riescono piu’ a
sostenerne i costi”.
La finanziaria 2011 e la vittoria delle famiglie – Il 23 dicembre 2010 il
Consiglio regionale del Lazio, approvando il bilancio, ha stanziato 16 milioni di Euro in favore delle famiglie obbligate a versare la quota sociale giornaliera prevista nelle strutture ex art
26, poiché i progetti dei propri congiunti sono classificati come “riabilitazione
di mantenimento”. Pertanto il ticket del
30% non verrà più chiesto ai disabili
con reddito inferiore a 13 milioni di euro e ai minori di 18 anni con handicap
che abbiano un reddito ISEE familiare
non superiore ai 26 mila euro annui.
Sarà obbligo e cura delle famiglie, nel
caso gli ISEE rientrino nei suddetti standard, rivolgersi ai propri comuni di residenza per attivare la compartecipazione alla spesa di questi ultimi. Una
piccola vittoria che apre uno spiraglio
per le tante famiglie interessate dal
provvedimento.
7
Intervista a Giuseppe Scaramuzza segretario di Cittadinanzattiva Lazio
“Meno posti letto,
ma più servizi e prevenzione
sul territorio”
La proposta: “Aprire un presidio di medicina h 24 in ogni Municipio di Roma”
na sanità basata quasi totalmente sugli ospedali, con un
territorio non in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e ai compiti affidatigli dai piani
sanitari nazionale e regionale. Sono
solo alcuni dei principali aspetti emersi dal II Rapporto Audit civico del Lazio, realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del
malato, in collaborazione con la Regione
Lazio.
Il lavoro è stato condotto da equipe “miste”, composte da
Dottor Scaramuzcittadini e operatori
za, il quadro che
appositamente foremerge dal vomati, e ha coinvolto
stro rapporto è di
120 cittadini che, voGiuseppe Scaramuzza
una sanità regiolontariamente, hannale che vede
no analizzato 111
strutture sanitarie; in particolare 29 convivere eccellenze accanto ad
ospedali, 18 distretti, 34 poliambula- inefficienze. Come siete arrivati a
tori, 18 centri per la salute mentale e questo risultato?
12 SerT, per un totale di 20 aziende Il nostro rapporto è un Audit Civico, un
di riferimento tra ASL, Aziende Ospe- sistema elaborato da Cittadinanzattiva
daliere e IRCSS. Ne parliamo con Giu- – Tribunale dei Diritti del Malato, che
seppe Scaramuzza, segretario di Cit- va a valutare le attività delle aziende
sanitarie del Lazio. In questa ottica abtadinanzattiva Lazio.
U
8
biamo elaborato, con la validazione degli uffici della Regione Lazio, 280 indicatori con i quali i nostri volontari
hanno valutato il lavoro all’interno delle Asl. Abbiamo potuto constatare come una serie di cose funzionano all’interno degli ospedali dal punto di vista
delle cure, ma sono tantissime le carenze sul livello territoriale.
Il nostro sistema, quindi, è ancora
troppo incentrato sull’ospedale?
Assolutamente sì. La nostra regione è
ospedalocentrica e, al di fuori dei no-
FACCIA A FIACCIA
socomi, c’è il deserto: succede a Roma ma anche, e soprattutto, nel resto
della regione. Il servizio meno diffuso
è senz’altro quello di assistenza domiciliare: spesso i medici di famiglia non
sanno neanche che è loro compito attivare il servizio di cure a domicilio,
mentre il cittadino è in un labirinto di
disinformazione. Il settore più critico è
senz’altro quello dell’assistenza domiciliare oncologica.
Secondo Lei, i tagli ai posti letto
ospedalieri, previsti dal piano sanitario presentato dalla presidente
Polverini, sono una soluzione efficace per rivoluzionare il sistema e
spostare risorse dall’ospedale al territorio?
Che il Lazio presenti un eccesso di posti letto ospedalieri, soprattutto in alcune Asl di Roma, non è certo una novità. Noi di Cittadinanzattiva – Tribunale dei diritti del malato lo diciamo da
anni. Il vero problema è un altro: pensiamo ci debba essere una contemporaneità tra la disattivazione di questi
posti letto e l’apertura di nuovi servizi
territoriali.
Cosa chiedete quindi alla Regione
Lazio?
Per noi è fondamentale che il livello territoriale sia rafforzato e incentivato, ma
soprattutto che il cittadino sappia a chi
rivolgersi per trovare risposte a ogni bisogno. Altrimenti, nei fine settimana o
di notte, quando il medico di famiglia
non c’è, l’unico riparo per i cittadini rimane il pronto soccorso, che, inevitabilmente si intasa perché si corre in
ospedale anche per delle banalità.
Quali strumenti proponete per realizzare una vera ed efficiente “sanità territoriale”?
Per rafforzare il sistema territoriale, sarebbe opportuno creare un presidio territoriale di medicina per ognuno dei 19
municipi di Roma, attivo 24 ore al giorno. Un altro elemento del sistema territoriale su cui puntare è senz’altro la
diagnostica per evitare che tanta gente si rechi in ospedale anche solo per
degli esami di routine.
E, infine, è necessario rafforzare la prevenzione. Sono molti anni che nella nostra regione non si realizzano programmi seri di prevenzione. Fino ad adesso
ci sono state solo parole, ma concretamente non si è fatto niente in questo
ambito per la salute dei cittadini.
V. M.
SANITÀ
L’indagine SIMG sulle cure palliative domiciliari
Le famiglie spendono
3 mila euro al mese
È necessario sviluppare la rete casa-hospice-ospedale
adeguata assistenza domiciliare per seguire un paziente
in fase terminale di malattia è
oggi un miraggio per il 60%
degli italiani, circa 36 milioni di persone. E per ben 6 milioni, l’unica figura di
riferimento è il medico di famiglia. Figli,
mogli, mariti costretti a provvedere a
proprie spese a infermieri e altre figure necessarie. Un costo che può raggiungere i 3.000 euro mensili in assenza di organizzazione e supporti. Con una
programmazione centralizzata, sarebbero invece sufficienti soli 8 euro all’anno della quota capitaria che lo Stato destina ad ogni cittadino (1.700 euro ogni
12 mesi) per assicurare figure professionali specializzate per assistere il malato a casa fino agli ultimi giorni.
“Per la prima volta si è realizzata in Italia un’indagine a tappeto che ci ha permesso di scattare una fotografia completa ed aggiornata e di capire quali so-
L’
no i punti deboli –ha affermato Pierangelo Lora Aprile, Responsabile dell’Area Cure Palliative della Società
Italiana di Medicina Generale
(SIMG) - Il problema è organizzativo e richiede il potenziamento immediato
dei servizi di assistenza domiciliare già esistenti e funzionanti
con personale infermieristico e medico
specializzato. Questo
potrebbe migliorare da domani
la situazione in larga parte della penisola”. Esiste un gradiente nord sud,
che vede il meridione in situazione più
critica, ma anche in alcune zone settentrionali il servizio è carente. “Per costruire una rete nazionale delle cure
palliative, come vuole la recente legge
38 del 2010, occorre integrare la presenza degli hospice, con quella di cu-
re domiciliari adeguate – ha affermato Giovanni Zaninetta, presidente
della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) - E queste ultime
devono possedere gli
stessi standard di qualità su tutto il territorio nazionale”.
Dalla ricerca è
emersa l’esigenza
nella programmazione regionale e locale,
attraverso obiettivi specifici di mandato per i Direttori
generali, di sviluppare la rete di assistenza nei suoi nodi fondamentali (casa, hospice, ospedale). A questa prima
ricerca, compiuta a livello nazionale
hanno risposto ben il 97% delle Asl presenti sul nostro territorio e centinaia di
Centri. Emerge, purtroppo, che le cure
palliative restano spesso l’espressione
dell’iniziativa singola.
medici di medicina generale disporranno
di un numero verde regionale unico dedicato appositamente al servizio del “Nuovo
Dr Cup”. A prevederlo è un accordo siglato dalla Regione Lazio con i sindacati dei
medici ed i pediatri di famiglia, mirato alla
riduzione delle liste di attesa. Tramite il numero verde i medici avranno accesso ad
una disponibilità di prestazioni esclusive
con una lista d’attesa massimo di 72 ore.
“Da oggi parte un nuovo progetto di salute dedicato ai cittadini – ha spiegato il presidente della Regione Lazio Renata Polverini – che dimostrerà il carattere innovativo del nostro nuovo piano sanitario”.
L’ACCORDO
VISITE URGENTI
ENTRO 3 GIORNI
n In arrivo visite entro 72 ore per le prestazioni sanitarie ritenute urgenti. Dal 15
gennaio la Regione Lazio garantirà l’appuntamento entro tre giorni dalla prenotazione per le prestazioni “qualificate urgenti”
di radiologia, radiodiagnostica, cardiologia
e angiologia. I cittadini potranno accedere
in breve ad esami come la TAC, la mammografia, il controllo ECG o l’ecodoppler. I
10
SOCIALE
Raccolti più di 32 milioni in 3 giorni di maratona televisiva
Record di donazioni
per Telethon 2010
Montezemolo: “Quando l’Italia fa squadra nessun traguardo è precluso”
a ventunesima edizione
della maratona televisiva
Telethon si conclude raccogliendo una cifra mai
raggiunta prima: 32 milioni 100
mila euro, rispetto ai 31 milioni
210 mila euro della maratona
2009. Sono diversi i risultati positivi ottenuti nel 2010: innanzi
tutto è stato siglato un accordo
con la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline che potrà consentire di
sconfiggere 7 malattie genetiche e di
rendere fruibili in tutto il mondo le terapie che la ricerca di Telethon riuscirà ad
individuare.
È stato, inoltre, appena inaugurato a Houston negli Stati Uniti un laboratorio Telethon finanziato da un’associazione americana di pazienti e affidato ad Andrea
Ballabio, direttore dell’Istituto Telethon di
genetica e medicina di Napoli. Ma soprattutto sono stati avviati o stanno per
esserlo un numero sempre più ampio di
protocolli clinici su patologie ereditarie,
l’ultimo passo per portare la cura al letto del malato, offrendo risultati concreti
a chi fino ad oggi riponeva solo speranze e fiducia nella ricerca di Telethon.
E poi il grande risultato della raccolta
nella maratona televisiva sulle reti Rai,
con il contributo della radio e del web.
La 21ma edizione è partita con l’avvio
del numeratore, durante il Tg1 delle
20.00 del 17 dicembre e ha attraversato con il suo palinsesto il meglio della
L
programmazione quotidiana per concludersi con l’arresto del numeratore alle
20.00 di domenica 19 con una cifra mai
raggiunta in passato. Il primo a felicitarsi del risultato è stato il presidente di Telethon Luca di Montezemolo, che ha dichiarato: “Quando l’Italia riesce a fare
squadra nessun traguardo le è preclu-
so: Telethon ne è la conferma, con
lo straordinario risultato di raccolta della maratona che consentirà
ai nostri ricercatori di ottenere nuovi successi nell’individuazione di
terapie su malattie genetiche fino
ad oggi inguaribili. Un risultato reso possibile – ha aggiunto Montezemolo - dall’impegno degli italiani che in questi giorni hanno deciso di dare il proprio sostegno a Telethon, nonostante le difficoltà economiche che il Paese sta affrontando; e insieme a loro il merito va ai nostri partner, ai volontari e alle associazioni a noi
vicine”. Per continuare a finanziare la
Fondazione Telethon tutto l’anno basta
ciccare su www.telethon.it.
L’OSSERVATORIO SULLA DISABILITÀ
NOMINATI
I 40 COMPONENTI
n Sono quaranta i componenti dell’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità, costituito lo scorso 30
novembre con decreto ministeriale del
ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
Oltre ai rappresentanti di diversi ministeri, istituzioni, enti pubblici e organizzazioni sindacali e datoriali, a comporre l’organo di consulenza previsto dalla legge
di ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 3 marzo 2009 ci sono oltre quindici esponen-
ti delle principali organizzazioni del non
profit impegnate per la tutela dei disabili e dei loro familiari.
Cuore dell’organismo è il comitato tecnico scientifico presieduto da Matilde
Leonardi e composto da altri otto membri dell’Osservatorio: Raffaele Tangorra
(ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), Fiammetta Landoni (ministero della Salute), Raffaele Goretti (Conferenza
delle regioni e delle province autonome),
Paolo Anibaldi (Anci), Giovanni Pagano
(Anmic e Fand), Pietro Vittorio Barbieri
(Faip e Fish), Carlo Francescutti (esperto) e Mario Melazzini (esperto).
11
Nel 2011 la cooperazione sociale compie 20 anni
Bilancio sociale,
strumento vincente per le coop
di Francesca Cutillo
el 2011 la Legge istitutiva della Cooperazione Sociale compie 20 anni: per celebrare
questo anniversario sarebbe
un traguardo importante la stesura di
un Bilancio Sociale associativo che racconti con precisione il cammino anche
nei suoi snodi regionali, di un compartimento che da sempre è dinamico nel
creare il proprio avvenire.
Il Bilancio Sociale è infatti uno strumento straordinario, l’attestazione di
un profilo etico, l’elemento che valida
il ruolo di un soggetto agli occhi della
comunità di riferimento, un momento
per enfatizzare il proprio legame con il
territorio. È uno mezzo per condividere la missione aziendale con l’utenza,
il proprio personale, l’opinione pubblica. Il cittadino infatti sempre più spesso sceglie un legame, premia l’azienda con cui partecipa ad una storia fatta di scelte sociali, ecologiche, o altre.
In altri termini il cittadino si schiera
spesso dalla parte di una Economia Sociale che non solo risponde alla domanda di servizi rivolti alla persona ed alla
tutela dell’ambiente, ma che è anche
considerata come una possibile risposta alla domanda di lavoro dei giovani,
alla creazione di un nuovo tipo di imprenditoria, ed allo sviluppo economico e sociale del Paese. In questa prospettiva, fin dalla sua costituzione, Legacoopsociali ha ritenuto cruciale pro-
N
12
L’obiettivo di Legacoopsociali:
promuovere ricerche e studi sul tema
della responsabilità sociale delle imprese
muovere attività di ricerca e di studio
sul tema della responsabilità sociale
delle imprese, e il 25 novembre 2010
ha presentato all’Assemblea dei Delegati un primo “numero zero” del bilancio Sociale, che presto dovrà essere integrato anche dalle attività concretizzate sui vari territori. Infatti nei prossimi anni l’intenzione è di attivare una
rendicontazione allargata al maggior
numero possibile di cooperative rappresentative di tutte le regioni.
Ad oggi già una porzione significativa
delle cooperative aderenti redige regolarmente il proprio Bilancio sociale
offrendo un numero eloquente di Buone Pratiche cui fare riferimento nell’azione di promozione ed estensione
a tutte le cooperative nazionali e regionali.
Se il Bilancio sociale è dunque indispensabile per creare un cerchio di fiducia con i cittadini, è addirittura vitale per tutti coloro che operano nelle
Cooperative sociali. In questo caso infatti il territorio circostante è particolarmente vigile sul loro operato; la chiarezza delle azioni e la divulgazione di
ciò che è stato fatto, chi è stato coinvolto nel processo produttivo e chi ne
ha beneficiato, sono i primi dati che devono essere forniti.
Questo primo numero non è quindi un
dato compiuto, ma il primo passo di
un cammino che auspica di ricevere
quanto prima i dati delle attività realizzate dalle cooperative aderenti sui territori regionali per dare impulso alla
concretizzazione del bilancio sociale
aggregato.
NOTIZIE
DA LEGACOOPSOCIALI
Il volume di Andrea Cornioli raccoglie storie di prostituzione
Un libro racconta tante
“vite clandestine”
Lo scopo è restituire complessità al fenomeno,
riconoscendo al suo interno una vasta gamma di diversità nelle storie
di chi si vende e del loro progetto migratorio
di Francesca Cutillo
iovedì 16 dicembre presso la
Sala Basevi in Legacoop Nazionale si è tenuta la presentazione del libro “Vite clandestine”, un testo curato da Andrea Morniroli, nato dai racconti sulla prostituzione in provincia di Napoli. Ha preso
la parola durante la presentazione il
prof. Giovanni Sgritta (docente di Sociologia alla Sapienza di Roma), che ha
interpretato il fenomeno proponendone una visione sociologica. Secondo
Sgritta, il dilagare della prostituzione è
favorito dalla crisi dello Stato Sociale
dell’ultimo ventennio.
Oggi, a causa della crisi economica,
non è più praticabile un welfare costoso ed ampio perché si deteriora la possibilità di finanziarlo tassando i ceti medi, avviati verso redditi medio bassi.
Sembra quindi emergere una nuova
presa di distanza verso i più deboli perché questa precarietà dell’economia
ci porta ad immaginarci e a confrontarci non più con i potenti (che ci sembrano irraggiungibili) ma con i più poveri, quelli che un domani potremmo
essere noi, e questa consapevolezza
ce li fa detestare.
In questa prospettiva la condizione dell’immigrato è tra le più fragili anche
G
perché la stessa legge, invece di accoglierlo, lo espelle se è disoccupato spingendolo al crimine e alla prostituzione.
Raffella Palladino (pres.coop.soc. EVA
onlus) ha affrontato invece il tema, indagando un mondo solitamente sommerso e considerato “scabroso”, quello dei clienti e delle loro motivazioni.
Oggi non si parla mai dei clienti come
coloro che prevaricano esseri umani,
dimenticando che esiste un mondo che
abusa totalmente di un altro. Non si può
infatti ignorare come la prostituzione
si nutra di povertà e si fondi sulla disuguaglianza di genere.
Se ci s’interroga sul perché si vada con
una prostituta, la presidente Palladino
risponde che le motivazioni sono molte, ma tutte hanno implicazioni etiche
connesse allo sfruttamento e al traffi-
co degli esseri umani, legate come sono alla ricerca di un potere che l’uomo
evidentemente ha perso, scegliendo di
non mettersi mai in discussione in una
relazione vera e propria, preferendo una
compravendita. Il curatore del volume,
Andrea Morniroli, ha portato lo sguardo direttamente sui volti di chi si prostituisce, spiegando perché la cooperazione sociale ha deciso di scrivere
un libro su questo tema: lo scopo è di
restituire complessità al fenomeno, cioè
riconoscere al suo interno una vasta
gamma di diversità nelle storie di chi si
vende, e del loro progetto migratorio.
Conoscere profondamente queste differenze, ci spiega Morniroli, facilita il
giusto modo di avvicinarsi a queste persone e aiuta ad aumentare la credibilità degli operatori sociali quando offrono delle alternative per cambiare la loro vita.
Concludendo, questo emozionante lavoro ci ricorda l’importanza del giusto
equilibrio tra diritto e accoglienza, e che
l’unica soluzione sia percorrere una
strada che parta dall’integrazione e dalla condivisione. È un libro che dà voce
chi non ne ha, che restituisce un volto
a chi spesso è considerato solo un problema, che indica il cammino dell’inclusione per uscire dai ricatti e ritrovare la propria dignità di persona.
13
VIAGGIO TRA LE ECCELLENZE
Un’eccellente scoperta all’ospedale Bambin Gesù di Roma
Scoliosi da vertebre
malformate,
basta un solo intervento
di Marco Embcke
a oggi è possibile intervenire
contro la scoliosi da vertebre
malformate con una sola operazione chirurgica. Accade all’ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il
più grande Policlinico Pediatrico dell’Italia Centro-Meridionale e tra i più
moderni e attrezzati dell’intero Paese.
L’istituto svolge per pazienti di età pediatrica e adolescenziale attività di Pronto soccorso, ricovero ordinario, day hospital e day surgery, ambulatorio e assistenza domiciliare. “Le scoliosi congenite – precisano al Bambin Gesù rappresentano il 10% di tutte le scoliosi e sono causate dalla presenza di
una vertebra malformata che crea una
deviazione della colonna vertebrale. I
casi di scoliosi congenita dovuta alla
presenza di emivertebre o emispondili, vertebre cioè che per cause congenite sono incrociate e provocano appunto l’incurvamento, vengono affrontati con un intervento chirurgico di al-
D
La nuova metodologia
evita due operazioni
chirurgiche di notevole
entità ed invasività
sul paziente
ta specialità. In che modo?
Attraverso la rimozione dell’emispondilo, per mezzo di un approccio posteriore della colonna e della stabilizzazione con viti peduncolari”.
Fino ad oggi, le tecniche tradizionali nei
casi di scoliosi congenita prevedevano
due interventi, ovvero il blocco delle ar-
ticolazioni colpite dalla patologia ed il
blocco del nucleo di crescita delle vertebre stesse: entrambe le metodiche
non fruttavano una soluzione totale della patologia. La metodologia messa a
punto presso il Bambino Gesù evita invece due interventi chirurgici di notevole entità ed invasività sul paziente.
Non solo, quanto prima viene eseguito
l’intervento, tanto più verrà risolta la
scoliosi: l’ideale è intorno ai 2 anni di
età, al fine di evitare deformità sempre più severe e la necessità di usare
mezzi di sintesi metallici molto estesi
sulla colonna. con lunga ed estesa
perdita di mobilità dell’articolazione. Questa tecnica chirurgica
può essere considerata la sola
via chirurgica che permette di risolvere completamente la scoliosi congenita da emispondilo, ottenendo un eccellente riallineamento della
colonna sia sul piano frontale-coronale (scoliosi), sia sul piano laterale (cifosi), con limitatissimi rischi di coinvolgimento neurologico.
PAROLA ALL’ESPERTO
Il “Collegato Lavoro” modifica l’art. 33 della L. 104/2002
Permessi lavorativi
per le famiglie dei disabili,
cosa cambia?
“La nuova disciplina appare ancora poco chiara
e suscettibile di problemi di natura interpretativa”
Ho saputo che di recente qualcosa è cambiato per quanto riguarda i permessi previsti dalla L. 104/92. Potreste indicarmi in
cosa consistono le modifiche e quale legge le ha apportate?
Giulia
persona con handicap grave da assistere, oltre il coniuge anche i parenti o
n data 19 ottobre 2010 è stato ap- gli affini entro il secondo grado (genitoprovato definitivamente il testo del ri, figli, nonni, suoceri, cognati ecc.).
cosiddetto “Collegato Lavoro”. Il te- Mentre i parenti ed affini di terzo grado
(zii e bisnonni) potranno
sto contiene, fra le
fruire dei permessi solo
moltissime disposizioni
in materia di lavoro, anquando i genitori o il coche modifiche all’art 33
niuge (anche solo uno dei
due dunque) della persodella Legge 104/1992,
relativo ai permessi ai lana con handicap siano
deceduti o mancanti opvoratori – dipendenti
pubblici e privati - che
pure quando abbiano
assistono familiari con
compiuto i 65 anni oppugrave handicap. La pri- Avv. Nicola Sanitate
re siano anch’essi affetti
da patologie invalidanti.
ma modifica, introdotta
dall’art 24 della nuova legge, investe il Non si può non rilevare come la sudterzo comma dell’articolo 33 e riguar- detta normativa appaia molto imprecida la definizione degli aventi diritto ai sa e, così come scritta, avrebbe provopermessi.
cato numerose dispute interpretative:
Potranno godere dei tre giorni di per- opportunamente sono intervenute due
messo mensile retribuiti e coperti da circolari a fare chiarezza sul significato
contributi, in assenza di ricovero della da attribuire ai termini più ambigui e
di Nicola Sanitate
I
precisamente la Circolare INPS n. 155
del 3 dicembre 2010 e la circolare del
Dipartimento Funzione Pubblica n. 13
del 6 dicembre 2010.
Interessanti novità anche per i disabili
sotto i tre anni in condizione di gravità.
La Legge 183/2010 ha eliminato all’articolo 33, comma 3, della Legge 104/92
le parole “successivamente al compimento del terzo anno di età del disabile”. Pertanto anche per i parenti e gli affini del minore di tre anni in situazione
di disabilità grave vi è la possibilità di
godere dei tre giorni di permesso mensili. Dunque, i genitori di minori di tre anni hanno la possibilità di scegliere tra i
tre giorni di permesso e le altre due forme di agevolazione già previste e cioè il
prolungamento del congedo parentale
e le due ore di permesso giornaliero.
Inoltre è prevista per loro l’alternatività
esclusa per i parenti e gli affini.
Il 5° comma dell’art 33 prevede che il
lavoratore ha diritto a scegliere la sede
più vicina al domicilio della persona da
assistere – e non più quello dello stesso lavoratore – e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra
sede. All’art 33 della L. 104 viene aggiunto un comma che rafforza la possibilità di effettuare controlli sulle condizioni richieste per la fruizione dei permessi: grado di parentela autocertificato, assenza di ricovero.
Si precisa che qualora venga accerta
l’insussistenza delle condizioni, il diritto ai benefici decade e si verificano i
presupposti per un’azione disciplinare.
A parere di chi scrive la nuova disciplina – anche a seguito degli interventi ermeneutici - appare ancora poco chiara e suscettibile di problemi di natura
interpretativa di non poco conto.
Hai una storia di malasanità da raccontare? Vuoi chiedere un consiglio legale?
Pensi di aver subito un’ingiustizia o una
lesione dei tuoi diritti?
Scrivi un’e-mail a:
[email protected]
l’Avv. Nicola Sanitate vi risponderà
sulle pagine di “Roma Sanità & Servizi”.
15
Allarme HIV a causa di abitudini sessuali sbagliate e poca prevenzione
In Italia un nuovo
sieropositivo ogni due ore
Cambia il profilo del malato:
eterosessuale, maschio, sotto i 40 anni
di Antonella Saija
uando si parla di HIV il pensiero vola immediatamente
all’Africa, a paesi come il
Mozambico o lo Zimbabwe
flagellati dal virus, in cui povertà, ignoranza e superstizione alimentano la diffusione dell’epidemia. In realtà, se il
trattamento dell’AIDS rimane complicato e costoso, un recente rapporto
dell’UnAIDS (il programma delle Nazioni Unite) afferma che l’incidenza di
HIV in Africa è diminuita fino al 25%
tra i giovani compresi tra i 14 ed i 25
anni, a causa di sostanziali modifiche
del comportamento sessuale. Al contrario in Europa, nella “civile” e avanzata Europa, aumenta il numero dei
sieropositivi: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il virus infetta
una persona ogni due ore. Un dato allarmante di cui oggi parliamo con la
dott.ssa Barbara Suligoi (nella foto),
Direttore del Centro Operativo AIDS
presso l’Istituito Superiore di Sanità.
Q
Barbara Suligoi
dell’immigrazione?
Sicuramente alcuni immigrati, specialmente se africani provenienti da Stati
sub sahariani, possono portare in Italia qualche caso di HIV, ma il fenomeno dell’immigrazione non può per questo dirsi correlato all’aumento dei casi registratosi nel nostro paese; tra l’altro il numero degli immigrati sieropositivi sul totale degli immigrati giunti in
Italia è notevolmente diminuito.
Che differenza c’è tra un sieropositivo e un malato di AIDS?
Il sieropositivo è colui che risulta, appunto, positivo al test dell’HIV, ma non
presenta alcun sintomo della malattia.
Un sieropositivo può ignorare per anni di essere affetto da HIV, dunque infettare altre persone senza saperlo.
Ci sono persone che scoprono di essere sieropositive dopo 7/8 anni dal
contagio. Non presentare alcun disturbo non significa non avere l’HIV. Questo è molto importante e ci fa capire
meglio l’importanza del test e della prevenzione. Il malato di AIDS è invece il
sieropositivo che presenta dei sintomi: potremmo dire che l’AIDS è la manifestazione dell’HIV. Il sistema immunitario del malato è talmente debole
da cedere a una serie di rare patologie, tumori e linfomi strettamente connessi alla malattia.
Sert e al cambiamento delle abitudini
nel campo delle droghe, per cui le sintetiche hanno praticamente soppiantato l’eroina, i tossicodipendenti non
sono più i soggetti maggiormente a rischio. I “nuovi” sieropositivi sono per
l’80% persone che contraggono l’HIV
per via sessuale, specialmente in rapporti occasionali, sia eterosessuali che
omosessuali.
Gli uomini risultano più colpiti delle
donne (il rapporto è 2 a 1) e la fascia
Dottoressa, negli anni 80 l’HIV col- di età più a rischio è quella compresa
piva soprattutto i tossicodipenden- tra i 30 e i 35 anni.
ti. Sono ancora oggi loro i soggetti
L’aumento in Italia del numero di Le donne in gravidanza devono sotpiù a rischio?
Assolutamente no. Grazie a una viva persone positive al test HIV è in toporsi al test HIV?
campagna informativa condotta nei qualche modo legato al fenomeno Non sono obbligate a farlo ma è loro
16
IN SALUTE
fortemente consigliato, specialmente se di particolarmente pesante.
hanno avuto dei rapporti occasionali. Certo, gli effetti collaterali ci sono e
vanno dai problemi al metabolismo o
Possono nascere bambini sani da cardiovascolari a una anomalia nella
distribuzione dei grassi nel corpo, ma
madri affette da HIV?
Certo, e questo è un grande traguar- la ricerca sta facendo grandi progresdo della medicina, raggiunto da ormai si, dunque speriamo di poter ridurre al
minimo questi effetti.
oltre 10 anni.
Esistono delle terapie, ben consolidate e sicure, che se seguite pedisse- Secondo lei in Italia si fa abbastanquamente azzerano il rischio di tra- za prevenzione o si registra forse
un “abbassamento” della guardia?
smettere il virus al bambino.
Sicuramente c’è un forte, e direi anChe genere di vita, in termini di che allarmante, abbassamento della
qualità e lunghezza, può aspirare a guardia. È vero che rispetto agli anni
80 il numero di casi di HIV nel nostro
vivere oggi un malato di AIDS?
I farmaci retro virali hanno totalmen- Paese si è ridotto, ma è pur vero che
te cambiato la vita dei malati di HIV, la circolazione del virus si è spostata
trasformando la “natura” della malat- e colpisce trasversalmente tutta la potia stessa, che da acuta è diventata polazione sessualmente attiva.
cronica. Da uno studio dell’anno scor- L’HIV non è affatto sconfitto, ogni anso è emerso che se un soggetto HIV no in Italia ci sono circa 4000 nuovi
positivo si sottopone tempestivamen- casi, e molto spesso le persone che
te alla terapia, avrà un’attesa di vita contraggono il virus non sanno di averpari a circa 40 anni, dunque se un uo- lo contratto, e a loro volta infettano almo o una donna scoprono di essere tre persone.
sieropositivi a 30 anni, possono co- Per questo è importantissimo fare il
test ed educare all’uso del
munque contare di vivere fino a setpreservativo che se usato
tant’anni. La storia della macorrettamente dall’inizio
lattia è notevolmente camdel rapporto azzera le
biata: oggi un genitore afpossibilità di contagio.
fetto da HIV può vedere
Una buona educazioi suoi figli crescere, e
ne sessuale è la primagari vedere nascere
ma forma di prei suoi nipoti, cosa imvenzione.
pensabile fino a qualche
anno fa.
La terapia retro virale è
molto pesante? Che tipo
di effetti collaterali può
avere?
La terapia ormai è molto simile a quella cui deve sottoporsi ad esempio un malato di diabete o un cardiopatico, consiste cioè
nella somministrazione
quotidiana di due-tre pillole al giorno, quindi nulla
LE PILLOLE DI MAP
A CURA DI MARIA ANTONIETTA PROCACCINI
Partito il progetto “SOS DONNA H24”
la maggior parte dei casi (58%) l’autore della violenza è il marito, il partner o l’ex compagno, comunque una
persona con la quale la donna ha o ha
avuto una relazione affettiva importante.
Il servizio SOS DONNA H24, disponibile per tutte le donne che vogliono
uscire dalla condizione deprivante che
stanno vivendo, offre ascolto telefonico e telematico; consulenza professionale specialistica: legale, peritale,
psicosociale, medica; mediazione culturale; gruppi di auto – mutuo aiuto o
self help; azioni in favore delle bambine e dei bambini e della relazione
madre/figli.
È anche disponibile per tutte/i le operatrici e gli operatori sociosanitari e
delle forze dell’ordine, che possono richiedere un intervento in emergenza
del Servizio 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.
Lo sportello SOS DONNA H24 si trova a Roma in Via Statilio Ottato n. 33
presa tra i 36 ed i 48 anni, mentre il sc. B int. 1 (metro A – Subaugusta) tel.
2% coinvolge ragazze minorenni. Ad 06.71077015 – 366.4664216 –
aggravare la situazione il fatto che nel- 336.4736894.
Basta violenza
sulle donne
Lo sportello, finanziato dal Comune di Roma,
offre ascolto telematico e telefonico
artito in via sperimentale all’inizio dell’anno, il servizio
SOS DONNA H24, finanziato e
promosso dal Gabinetto del
Sindaco per le Pari Opportunità, punta ad aprire degli spiragli su un universo sommerso che vede la violenza
alle donne come un aspetto “normale” della quotidianità.
Il fenomeno interessa circa il 60% delle donne italiane, con titolo di studio
medio-alto ed una fascia d’età com-
P
BREVI
VADEMECUM
PER I DONATORI
DI ORGANI E TESSUTI
n I cittadini romani che vorranno comunicare formalmente il consenso all’espianto degli organi al momento del
proprio decesso, potranno rivolgersi direttamente agli uffici dell’anagrafe che
provvederanno ad apporre, in aggiunta alle normali generalità presenti sulla carta di identità, la dicitura “donatore di organi e tessuti”.Questo è quanto stabilito, l’8 novembre 2010, dal consiglio comunale di Roma Capitale che
ha approvato la proposta di delibera per
la formalizzazione della richiesta di donazione degli organi, con 34 voti favo-
18
revoli ed un solo voto contrario, candidando così Roma a primo comune italiano a concedere ai suoi abitanti l’esplicitazione della richiesta. Per formalizzare la volontà di donare organi e tessuti basterà consegnare agli uffici anagrafici un apposito modulo. Sempre agli
stessi uffici, in qualsiasi momento si
potrà presentare richiesta di revoca di
tale volontà.
troso nel tempo per entrare in contatto con il mondo interiore di sua nonna
Maria, malata di Alzheimer. Ogni visita
una tappa per provare ad illuminare i
suoi ricordi spenti dalla malattia. Dal
racconto di questo mondo, descritto nel
libro “DENTRO IL MALE Sentieri
d’amore nel labirinto dell’Alzheimer”
(di G. Griggio – Armando Editore),
emerge il grande amore che Gloria prova per la nonna. “Così le parlavo, le raccontavo di me, della scuola, dei miei
L’ALZHEIMER DI UNA
lavori, come se nulla fosse cambiato,
NONNA RACCONTATO
ma tutto di lei iniziava a mancare.
DA UNA NIPOTE
…Abbiamo trovato il nostro rimedio:
n Ritornare a percepire ogni emozio- sognare.” L’autrice invita a commentane con il cuore di una bambina. La gio- re il libro sul blog del sito ww.dentroilvane Gloria intraprende un viaggio a ri- male.com
C
orsi
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to
Offerta
Formativa
con crediti ECM
Sono aperte le iscrizioni
per i seguenti corsi
con crediti ECM:
n Primo soccorso (20 ore - 29 crediti)
Date previste:
02/05/2011 - 04/05/2011 - 06/05/2011
n Corso di Basic Life Support
e Defibrillation - BLSD (8 ore - 23 crediti)
Data prevista: 11/05/2011
n Fundamental Critical
Care Support (12 ore - 23 crediti)
Data prevista: 06/06/2011
Sede: Via Tiberio Imperatore 79 - 00145 Roma
Adiacente Metropolitana San Paolo
Tel.: 06.54.11.100 Fax: 06.54.60.21.28
e-mail: [email protected]