il ticket della
Transcript
il ticket della
Anno VIII numero 70 Dicembre 2010 © Foto Omniroma notiziario mensile a cura di Europe Edit Time Poste italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% Roma Faccia a faccia con Giuseppe Scaramuzza Record di donazioni per Telethon 2010 Riabilitazione, il ticket della discordia Scoliosi da vertebre malformate, basta un solo intervento C.I.R. Cooperativa Sociale Infermieri Riuniti · ONLUS 400 400 400 Operatori Sanitari al vostro servizio · Ospedalizzazione Domiciliare · Dimissioni Protette Ospedaliere · Nutrizione Assistita Domiciliare · Ventilazione Assistita Domiciliare · Terapia Riabilitativa Domiciliare · Assistenza Domiciliare Integrata Socio-Sanitaria Centrale Operativa Assistenza Domiciliare 06.96.032.032 www.coopcir.it Ente Certificato ISO 9001 CONVENZIONATO CON LE ASL ROMA A, ROMA C, ROMA D, ROMA E, ROMA F. Accreditato presso i municipi Roma VII, XI, XII e XX. Telefono 06.96.032.032 (10 linee con ricerca automatica) • [email protected] LA CIR RICERCA, PER AMPLIAMENTO DELLE ATTIVITÀ, INFERMIERI PROFESSIONALI. Offre immediata assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato, incentivi e premi. Valuta inoltre proposte di collaborazione professionale. ROMA Sanità & Servizi Notiziario mensile a cura di EUROPE EDIT TIME L’ospedale non è la panacea di tutti i mali Più sanità territoriale. Lo chiediamo ancora una volta dalle pagine di “Roma Sanità & Servizi” mentre nella nostra regione le polemiche sulla disattivazione dei posti letto ospedalieri non sembrano vedere fine. Su questo tema accogliamo con grande entusiasmo la proposta che Giuseppe Scaramuzza, segretario di Cittadinanzattiva Lazio, ha lanciato intervenendo alla trasmissione televisiva “Roma Sanità & Servizi” in onda il 24 dicembre su Roma Uno Tv, poi ribadita nel “Faccia a faccia” di questo numero. È necessario – dice Scaramuzza – predisporre un presidio di medicina aperto 24 ore al giorno in ogni municipio di Roma. Siamo certi che una soluzione di questo tipo, oltre a costituire una valida risposta ai bisogni di salute, aiuterebbe anche i cittadini a comprendere che l’ospedale non è la panacea di tutti i mali. Per riuscire a gettare le basi di una cultura nuova, che dica ai cittadini che i servizi sanitari non sono esclusivamente quelli ospedalieri, servirebbe un’informazione più obiettiva e una comunicazione istituzionale che non abbia paura di rappresentare anche scelte impopolari ma improrogabili. Chi si occupa della salute dei cittadini non può pensare ai sondaggi. Lo ha capito sulla sua pelle Barack Obama quando, nel marzo scorso, ha varato la riforma sanitaria americana. Una riforma che il presidente continua a difendere, nonostante gli analisti politici l’abbiamo considerata una delle cause della sconfitta dei democratici nelle elezioni di medio termine del novembre scorso. Valentina Mesolella Anno VIII n° 70 Dicembre 2010 Registrazione del tribunale di Roma n° 270/2003 Informativa ex D.lgvo 196/2003 e normativa vigente I dati personali forniti verranno trattati dall’editore sia manualmente che con strumenti informatici per gestire il rapporto di abbonamento nonchè per informarLa circa iniziative di carattere editoriale e promozionale che riteniamo possano interessarLa. Lei potrà rivolrgersi ai sottoscritti per far valere i diritti previsti dal D.lgvo 196/2003 e normativa vigente. titolare del trattamento EUROPE EDIT TIME Del contenuto degli articoli sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini e testi realizzati. Salvo accordi, la collaborazione a questo notiziario è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Direttore Responsabile SOMMARIO 11 14 SOCIALE Record di donazioni per Telethon 2010 VIAGGIO TRA LE ECCELLENZE Scoliosi da vertebre malformate, basta un solo intervento di Marco Embcke 05 COPERTINA Il ticket solo per i disabili con più di 16 mila euro 12 NOTIZIE DA LEGACOOPSOCIALI Bilancio sociale, strumento vincente per le coop di Francesca Cutillo 8 FACCIA A FACCIA “Meno posti letto, ma più servizi e prevenzione sul territorio” 10 SANITÀ Le famiglie spendono 3 mila euro al mese 15 PAROLA ALL’ESPERTO Permessi lavorativi per le famiglie dei disabili, cosa cambia? di Francesca Cutillo Hanno collaborato Pino Bongiorno Francesca Cutillo Marco Embcke Maria Antonietta Procaccini Giulia Rodano Antonella Saija Nicola Sanitate Direzione e Redazione Via Sannio 59 00183 Roma 16 Impaginazione G. Bari - Format Roma Srl In Italia un nuovo sieropositivo ogni due ore Un libro racconta tante “vite clandestine” Coordinamento Redazionale Carla Mancini di Nicola Sanitate IN SALUTE 13 Direttore Responsabile Valentina Mesolella di Antonella Saija Editore Europe Edit Time Via Sannio 59 - 00183 Roma Stampa Cooperativa Gnosis Editing 18 LE PILLOLE DI MAP Basta violenza sulle donne a cura di Maria Antonietta Procaccini Chiuso in redazione il 31/12/2010 La finanziaria cancella la vergogna dei ticket di Tonino D’Annibale Vicepresidente Commissione Politiche Sociali della Regione Lazio (PD) n La vergogna del ticket ai disabili è stata cancellata in Consiglio regionale. È un grande risultato, la fine di una battaglia culminata con un emendamento presentato da me e da tutti i consiglieri del Gruppo Pd della Regione Lazio, accolto dalla Commissione Bilancio e passato in aula. Una vittoria che sento il dovere di condividere con tutti voi. Prima di tutto perché a vincere sono stati i diritti di circa quattromila disabili del Lazio. Che come sapete sarebbero stati costretti a pagare una tassa assurda per seguire indispensabili terapie riabilitative o per proseguire le attività di cura. Un’ingiustizia che avevamo denunciato in tutte le sedi istituzionali. Poi perché questa vittoria è anche la vostra. Quella di tanti volontari, parenti e amici dei disabili che ci hanno aiutato a raccogliere oltre cinquemila firme per chiedere la revoca dei provvedimenti regionali che avevano dato il via a questo odioso balzello. I vostri sforzi hanno fatto spalancare gli occhi alla maggioranza regionale di centrodestra sul problema che stavano vivendo le persone con handicap della nostra regione. È la vostra vittoria, quella di decine e decine di persone che hanno trasportato da un luogo all’altro fogli di carta, hanno invitato parenti e amici a firmare la petizione e non hanno voluto abbassare la testa per dare voce a chi voce non aveva. Credo che in una fase politica come quella che stiamo attraversando, in cui i rappresentanti delle istituzioni parlano di problemi lontani da quelli che vivono le famiglie della nostra regione, questa battaglia contro il ticket possa essere di grande significato. Personalmente mi insegna, una volta di più, che la politica vince quando si occupa dei cittadini e della difesa dei loro diritti inviolabili. Grazie per quanto avete fatto, anche a nome dell’intero Gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale del quale mi onoro di fare parte. 4 A pagare il prezzo della crisi sono ancora una volta i più deboli di Giulia Rodano Vicepresidente Commissione Sanità Regione Lazio (IDV) n Il ticket sui disabili è il frutto di un’inversione irragionevole tra ragioni dell’equità e ragioni della contabilità. Per il centrodestra, la sanità dei bilanci pubblici sembra essere diventata più rilevante del funzionamento stesso della sanità vera e propria. E per di più si tratta di un’intransigenza strabica, perché, come dimostra anche il piano di riordino ospedaliero, a pagare il prezzo dei tagli e delle privatizzazioni sono solo i deboli. C’è un fil rouge che unisce tutte le politiche della destra berlusconiana nella sanità, nella cultura, nel sociale. È costituito dalla sudditanza ai poteri forti e dal contestuale accanimento sui soggetti meno tutelati, e dunque meno pericolosi sul piano mediatico. In un contesto di tagli orizzontali a spese e prestazioni, e più in generale di ridimensionamento del ruolo dello Stato, un indirizzo politico di questo genere si traduce nello sfavorire chi ha meno voce, meno rappresentanza, meno visibilità. È una logica miope, che non manca di produrre veri e propri paradossi, come ad esempio il taglio di 146 posti letto in una struttura di eccellenza come il Santa Lucia. Il ticket del 30% sulla compartecipazione alle prestazioni di riabilitazione, imposto ai disabili nell’ambito del piano di rientro, è figlio di questa mentalità amministrativa. Grazie alla lunga battaglia dentro e fuori il Consiglio Regionale, nella sessione di approvazione del bilancio regionale del 2011 le opposizioni sono riuscite almeno a limitare i danni, proponendo uno stanziamento di 16 milioni di euro. Queste risorse dovranno consentire l’esenzione dal ticket almeno ad una parte dei cittadini disabili del Lazio, quelli con reddito inferiore a una certa soglia. Vigileremo affinché questa decisione trovi applicazione, ma soprattutto continueremo a batterci per la definitiva cancellazione del ticket. In gioco ci sono due punti chiave di questo passaggio storico, della nostra regione e del nostro Paese. Il primo è la civiltà del nostro sistema sanitario pubblico, intesa come sistema in grado di erogare universalmente prestazioni efficaci; ovvero di garantire tutti, anche i più deboli, con un livello di prestazione parimenti appropriato. Il secondo punto è più politico: non possiamo accettare che a pagare il prezzo della crisi siano i più deboli. Le risorse per risanare i bilanci devono essere reperite altrove. La politica può fare di più e fare meglio. COPERTINA La finanziaria regionale limita la compartecipazione alla spesa delle famiglie Il ticket solo per i disabili con più di 16 mila euro n molti l’hanno chiamata la tassa della vergogna. Una spada di Damocle che pendeva sulle teste dei disabili del Lazio dal gennaio del 2010, quando l’allora Commissario governativo per il piano di rientro della Sanità del Lazio, Elio Guzzanti, aveva stabilito, con il Decreto n. 95, la compartecipazione alla spesa delle famiglie per una quota pari al 30% delle rette delle strutture riabilitative, le cosiddette ex art. 26. Una norma già introdotta in molte altre regioni italiane e che andava a ricalcare le modalità di compartecipazione alla spesa già previste nel La- I © Foto Omniroma L’allarme dei centri di riabilitazione: “La difficoltà ad incassare le quote dai pazienti e dai Comuni si somma al ritardo dei pagamenti della Regione. A rischio assistenza e occupazione” zio per le strutture residenziali per anziani (RSA – Residenze Sanitarie Assistite). I mesi che si sono susseguiti sono stati caratterizzati da annunci, rinvii e tanta confusione, soprattutto per le famiglie dei disabili che hanno sperato fino all’ultimo la revoca del provvedimento. A rendere la nebbia più fitta la lunga e feroce campagna elettorale di Renata Polverini ed Emma Bonino, 5 che avevano promesso alle famiglie il medesimo provvedimento: la revoca del ticket senza se e senza ma. Promessa ribadita dalla vincitrice Polverini ad aprile, all’indomani della sua nomina a commissario ad acta per la Sanità del Lazio:“Ho già detto in campagna elettorale – aveva annunciato - che avrei eliminato il ticket e adesso stiamo valutando dal punto di vista tecnico come fare”. Dopo mesi di silenzio il 7 agosto 2010 viene emanata invece la Delibera di Giunta Regionale n.380, prescrivendo che per le attività riabilitative in modalità di mantenimento – sia in regime residenziale sia semiresidenziale – venissero applicate le stesse modalità in utilizzo per le RSA al fine di definire quali sono i soggetti obbligati a pagare e quali, invece, avrebbero potuto ricorrere all’intervento del comune di residenza. Inoltre, grazie a uno stanziamento dell’Assessorato alle Politiche Sociali, la Regione avrebbe rimborsa- to ai Comuni il 100% della spesa per le rette del 2010 e l’80% per quelle del 2011. La protesta – Dal mese di novembre è stata promossa una raccolta firme per dire “no” al ticket sui disabili, voluta dai familiari dei pazienti e appoggiata dal PD del Lazio. “È un balzello pe- sante e odioso – aveva dichiarato Tonino D’Annibale, consigliere del PD e Vicepresidente della Commissione Politiche Sociali della Regione Lazio durante un’assemblea pubblica - che va abolito. Nonostante le promesse fatte dalla Giunta Polverini, non si sa chi pagherà il contributo in vigore dal luglio. Siamo al paradosso che vede il Comune di Roma respingere le domande presentate dai cittadini perché ancora non in grado di fare i calcoli necessari. Senza il documento del Comune le famiglie dovranno pagare il ticket per intero, anche se il paziente è nelle condizioni di reddito che danno diritto alla compartecipazione parziale o totale del Comune. Fino ad oggi solo pochi comuni si sono organizzati. È il caos. La mancanza di informazioni certe e l’impreparazione dell’amministrazione comunale derivata dai ritardi di comunicazione da parte della regione sta mettendo in seria difficoltà anche tutte le strutture che erogano le prestazioni. Da QUANTO SI PAGA? LA COMPOSIZIONE E GLI IMPORTI DELLE TARIFFE PER I DISABILI INSERITI IN STRUTTURE DI RIABILITAZIONE IN REGIME DI MANTENIMENTO REGIME RESIDENZIALE ATTIVITÀ RIABILITATIVA DI MANTENIMENTO IMPEGNO RIABILITATIVO ASSISTENZIALE TARIFFA DGR 583/2002 Elevato Medio COMPOSIZIONE TARIFFA Quota sanitaria - 70% Quota sociale - 30% 118,79 €al giorno 83,15 €al giorno 35,64 €al giorno 98,13 €al giorno 68,69 €al giorno 29,44 €al giorno (utente - Comune) REGIME SEMIRESIDENZIALE ATTIVITÀ RIABILITATIVA DI MANTENIMENTO TARIFFA DGR 583/2002 Elevato (Fonte Allegato A DGR 380/2010). 6 COMPOSIZIONE TARIFFA IMPEGNO RIABILITATIVO ASSISTENZIALE Quota sanitaria - 70% Quota sociale - 30% 62,42 €al giorno 43,69 €al giorno 18,73 €al giorno Medio 49,94 €al giorno 34,96 €al giorno 14,98 €al giorno Lieve 43,69 €al giorno 30,58 €al giorno 13,11 €al giorno (utente - Comune) luglio non sanno a chi fatturare il 30% delle cure prestate”. La nuova misura adottata dalla Polverini ha fatto tremare anche i gestori. “I centri – ha spiegato Massimo Sala, presidente di una struttura che si occupa di servizi di riabilitazione - hanno difficoltà ad incassare la quota sia dai pazienti che dai comuni. Difficoltà che, aggiunta ai ritardi di pagamento da parte della Regione, porterà in breve tempo a situazioni di crisi e al rischio di licenziamenti”. La protesta è poi esplosa il 3 dicembre scorso con una manifestazione sotto la sede della Regione Lazio. Armati di striscioni e campanelli, una cinquantina di persone hanno partecipato al presidio di protesta. “Dal 1° luglio i disabili ricoverati o assistiti nei centri di riabilitazione del Lazio – si leggeva in documento redatto dai manifestanti - sono costretti a pagare un ticket del 30% sulla compartecipazione e solo successivamente potranno rivolgersi al proprio comune di residenza per ottenere un eventuale rimborso”. Altro punto la questione dell’esenzione totale, © Foto Omniroma © Foto Omniroma COPERTINA non per i soggetti con 13 mila euro di reddito Isee - come promesso - ma con appena 4.000 euro. Dopo questa cifra si sarebbe iniziato a pagare un ticket dagli oltre 400 euro a più di 1.000 euro al mese, a seconda del grado di disabilità. “Vogliamo un ‘redditometro’ individuale e non familiare – ha spiegato in quella sede la deputata PD Ileana Argentin -. Non tutti i disabili possono permettersi le stesse spese. Le famiglie stanno iniziando a ritirare i malati dai centri perchè non riescono piu’ a sostenerne i costi”. La finanziaria 2011 e la vittoria delle famiglie – Il 23 dicembre 2010 il Consiglio regionale del Lazio, approvando il bilancio, ha stanziato 16 milioni di Euro in favore delle famiglie obbligate a versare la quota sociale giornaliera prevista nelle strutture ex art 26, poiché i progetti dei propri congiunti sono classificati come “riabilitazione di mantenimento”. Pertanto il ticket del 30% non verrà più chiesto ai disabili con reddito inferiore a 13 milioni di euro e ai minori di 18 anni con handicap che abbiano un reddito ISEE familiare non superiore ai 26 mila euro annui. Sarà obbligo e cura delle famiglie, nel caso gli ISEE rientrino nei suddetti standard, rivolgersi ai propri comuni di residenza per attivare la compartecipazione alla spesa di questi ultimi. Una piccola vittoria che apre uno spiraglio per le tante famiglie interessate dal provvedimento. 7 Intervista a Giuseppe Scaramuzza segretario di Cittadinanzattiva Lazio “Meno posti letto, ma più servizi e prevenzione sul territorio” La proposta: “Aprire un presidio di medicina h 24 in ogni Municipio di Roma” na sanità basata quasi totalmente sugli ospedali, con un territorio non in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e ai compiti affidatigli dai piani sanitari nazionale e regionale. Sono solo alcuni dei principali aspetti emersi dal II Rapporto Audit civico del Lazio, realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, in collaborazione con la Regione Lazio. Il lavoro è stato condotto da equipe “miste”, composte da Dottor Scaramuzcittadini e operatori za, il quadro che appositamente foremerge dal vomati, e ha coinvolto stro rapporto è di 120 cittadini che, voGiuseppe Scaramuzza una sanità regiolontariamente, hannale che vede no analizzato 111 strutture sanitarie; in particolare 29 convivere eccellenze accanto ad ospedali, 18 distretti, 34 poliambula- inefficienze. Come siete arrivati a tori, 18 centri per la salute mentale e questo risultato? 12 SerT, per un totale di 20 aziende Il nostro rapporto è un Audit Civico, un di riferimento tra ASL, Aziende Ospe- sistema elaborato da Cittadinanzattiva daliere e IRCSS. Ne parliamo con Giu- – Tribunale dei Diritti del Malato, che seppe Scaramuzza, segretario di Cit- va a valutare le attività delle aziende sanitarie del Lazio. In questa ottica abtadinanzattiva Lazio. U 8 biamo elaborato, con la validazione degli uffici della Regione Lazio, 280 indicatori con i quali i nostri volontari hanno valutato il lavoro all’interno delle Asl. Abbiamo potuto constatare come una serie di cose funzionano all’interno degli ospedali dal punto di vista delle cure, ma sono tantissime le carenze sul livello territoriale. Il nostro sistema, quindi, è ancora troppo incentrato sull’ospedale? Assolutamente sì. La nostra regione è ospedalocentrica e, al di fuori dei no- FACCIA A FIACCIA socomi, c’è il deserto: succede a Roma ma anche, e soprattutto, nel resto della regione. Il servizio meno diffuso è senz’altro quello di assistenza domiciliare: spesso i medici di famiglia non sanno neanche che è loro compito attivare il servizio di cure a domicilio, mentre il cittadino è in un labirinto di disinformazione. Il settore più critico è senz’altro quello dell’assistenza domiciliare oncologica. Secondo Lei, i tagli ai posti letto ospedalieri, previsti dal piano sanitario presentato dalla presidente Polverini, sono una soluzione efficace per rivoluzionare il sistema e spostare risorse dall’ospedale al territorio? Che il Lazio presenti un eccesso di posti letto ospedalieri, soprattutto in alcune Asl di Roma, non è certo una novità. Noi di Cittadinanzattiva – Tribunale dei diritti del malato lo diciamo da anni. Il vero problema è un altro: pensiamo ci debba essere una contemporaneità tra la disattivazione di questi posti letto e l’apertura di nuovi servizi territoriali. Cosa chiedete quindi alla Regione Lazio? Per noi è fondamentale che il livello territoriale sia rafforzato e incentivato, ma soprattutto che il cittadino sappia a chi rivolgersi per trovare risposte a ogni bisogno. Altrimenti, nei fine settimana o di notte, quando il medico di famiglia non c’è, l’unico riparo per i cittadini rimane il pronto soccorso, che, inevitabilmente si intasa perché si corre in ospedale anche per delle banalità. Quali strumenti proponete per realizzare una vera ed efficiente “sanità territoriale”? Per rafforzare il sistema territoriale, sarebbe opportuno creare un presidio territoriale di medicina per ognuno dei 19 municipi di Roma, attivo 24 ore al giorno. Un altro elemento del sistema territoriale su cui puntare è senz’altro la diagnostica per evitare che tanta gente si rechi in ospedale anche solo per degli esami di routine. E, infine, è necessario rafforzare la prevenzione. Sono molti anni che nella nostra regione non si realizzano programmi seri di prevenzione. Fino ad adesso ci sono state solo parole, ma concretamente non si è fatto niente in questo ambito per la salute dei cittadini. V. M. SANITÀ L’indagine SIMG sulle cure palliative domiciliari Le famiglie spendono 3 mila euro al mese È necessario sviluppare la rete casa-hospice-ospedale adeguata assistenza domiciliare per seguire un paziente in fase terminale di malattia è oggi un miraggio per il 60% degli italiani, circa 36 milioni di persone. E per ben 6 milioni, l’unica figura di riferimento è il medico di famiglia. Figli, mogli, mariti costretti a provvedere a proprie spese a infermieri e altre figure necessarie. Un costo che può raggiungere i 3.000 euro mensili in assenza di organizzazione e supporti. Con una programmazione centralizzata, sarebbero invece sufficienti soli 8 euro all’anno della quota capitaria che lo Stato destina ad ogni cittadino (1.700 euro ogni 12 mesi) per assicurare figure professionali specializzate per assistere il malato a casa fino agli ultimi giorni. “Per la prima volta si è realizzata in Italia un’indagine a tappeto che ci ha permesso di scattare una fotografia completa ed aggiornata e di capire quali so- L’ no i punti deboli –ha affermato Pierangelo Lora Aprile, Responsabile dell’Area Cure Palliative della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) - Il problema è organizzativo e richiede il potenziamento immediato dei servizi di assistenza domiciliare già esistenti e funzionanti con personale infermieristico e medico specializzato. Questo potrebbe migliorare da domani la situazione in larga parte della penisola”. Esiste un gradiente nord sud, che vede il meridione in situazione più critica, ma anche in alcune zone settentrionali il servizio è carente. “Per costruire una rete nazionale delle cure palliative, come vuole la recente legge 38 del 2010, occorre integrare la presenza degli hospice, con quella di cu- re domiciliari adeguate – ha affermato Giovanni Zaninetta, presidente della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) - E queste ultime devono possedere gli stessi standard di qualità su tutto il territorio nazionale”. Dalla ricerca è emersa l’esigenza nella programmazione regionale e locale, attraverso obiettivi specifici di mandato per i Direttori generali, di sviluppare la rete di assistenza nei suoi nodi fondamentali (casa, hospice, ospedale). A questa prima ricerca, compiuta a livello nazionale hanno risposto ben il 97% delle Asl presenti sul nostro territorio e centinaia di Centri. Emerge, purtroppo, che le cure palliative restano spesso l’espressione dell’iniziativa singola. medici di medicina generale disporranno di un numero verde regionale unico dedicato appositamente al servizio del “Nuovo Dr Cup”. A prevederlo è un accordo siglato dalla Regione Lazio con i sindacati dei medici ed i pediatri di famiglia, mirato alla riduzione delle liste di attesa. Tramite il numero verde i medici avranno accesso ad una disponibilità di prestazioni esclusive con una lista d’attesa massimo di 72 ore. “Da oggi parte un nuovo progetto di salute dedicato ai cittadini – ha spiegato il presidente della Regione Lazio Renata Polverini – che dimostrerà il carattere innovativo del nostro nuovo piano sanitario”. L’ACCORDO VISITE URGENTI ENTRO 3 GIORNI n In arrivo visite entro 72 ore per le prestazioni sanitarie ritenute urgenti. Dal 15 gennaio la Regione Lazio garantirà l’appuntamento entro tre giorni dalla prenotazione per le prestazioni “qualificate urgenti” di radiologia, radiodiagnostica, cardiologia e angiologia. I cittadini potranno accedere in breve ad esami come la TAC, la mammografia, il controllo ECG o l’ecodoppler. I 10 SOCIALE Raccolti più di 32 milioni in 3 giorni di maratona televisiva Record di donazioni per Telethon 2010 Montezemolo: “Quando l’Italia fa squadra nessun traguardo è precluso” a ventunesima edizione della maratona televisiva Telethon si conclude raccogliendo una cifra mai raggiunta prima: 32 milioni 100 mila euro, rispetto ai 31 milioni 210 mila euro della maratona 2009. Sono diversi i risultati positivi ottenuti nel 2010: innanzi tutto è stato siglato un accordo con la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline che potrà consentire di sconfiggere 7 malattie genetiche e di rendere fruibili in tutto il mondo le terapie che la ricerca di Telethon riuscirà ad individuare. È stato, inoltre, appena inaugurato a Houston negli Stati Uniti un laboratorio Telethon finanziato da un’associazione americana di pazienti e affidato ad Andrea Ballabio, direttore dell’Istituto Telethon di genetica e medicina di Napoli. Ma soprattutto sono stati avviati o stanno per esserlo un numero sempre più ampio di protocolli clinici su patologie ereditarie, l’ultimo passo per portare la cura al letto del malato, offrendo risultati concreti a chi fino ad oggi riponeva solo speranze e fiducia nella ricerca di Telethon. E poi il grande risultato della raccolta nella maratona televisiva sulle reti Rai, con il contributo della radio e del web. La 21ma edizione è partita con l’avvio del numeratore, durante il Tg1 delle 20.00 del 17 dicembre e ha attraversato con il suo palinsesto il meglio della L programmazione quotidiana per concludersi con l’arresto del numeratore alle 20.00 di domenica 19 con una cifra mai raggiunta in passato. Il primo a felicitarsi del risultato è stato il presidente di Telethon Luca di Montezemolo, che ha dichiarato: “Quando l’Italia riesce a fare squadra nessun traguardo le è preclu- so: Telethon ne è la conferma, con lo straordinario risultato di raccolta della maratona che consentirà ai nostri ricercatori di ottenere nuovi successi nell’individuazione di terapie su malattie genetiche fino ad oggi inguaribili. Un risultato reso possibile – ha aggiunto Montezemolo - dall’impegno degli italiani che in questi giorni hanno deciso di dare il proprio sostegno a Telethon, nonostante le difficoltà economiche che il Paese sta affrontando; e insieme a loro il merito va ai nostri partner, ai volontari e alle associazioni a noi vicine”. Per continuare a finanziare la Fondazione Telethon tutto l’anno basta ciccare su www.telethon.it. L’OSSERVATORIO SULLA DISABILITÀ NOMINATI I 40 COMPONENTI n Sono quaranta i componenti dell’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità, costituito lo scorso 30 novembre con decreto ministeriale del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Oltre ai rappresentanti di diversi ministeri, istituzioni, enti pubblici e organizzazioni sindacali e datoriali, a comporre l’organo di consulenza previsto dalla legge di ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 3 marzo 2009 ci sono oltre quindici esponen- ti delle principali organizzazioni del non profit impegnate per la tutela dei disabili e dei loro familiari. Cuore dell’organismo è il comitato tecnico scientifico presieduto da Matilde Leonardi e composto da altri otto membri dell’Osservatorio: Raffaele Tangorra (ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), Fiammetta Landoni (ministero della Salute), Raffaele Goretti (Conferenza delle regioni e delle province autonome), Paolo Anibaldi (Anci), Giovanni Pagano (Anmic e Fand), Pietro Vittorio Barbieri (Faip e Fish), Carlo Francescutti (esperto) e Mario Melazzini (esperto). 11 Nel 2011 la cooperazione sociale compie 20 anni Bilancio sociale, strumento vincente per le coop di Francesca Cutillo el 2011 la Legge istitutiva della Cooperazione Sociale compie 20 anni: per celebrare questo anniversario sarebbe un traguardo importante la stesura di un Bilancio Sociale associativo che racconti con precisione il cammino anche nei suoi snodi regionali, di un compartimento che da sempre è dinamico nel creare il proprio avvenire. Il Bilancio Sociale è infatti uno strumento straordinario, l’attestazione di un profilo etico, l’elemento che valida il ruolo di un soggetto agli occhi della comunità di riferimento, un momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio. È uno mezzo per condividere la missione aziendale con l’utenza, il proprio personale, l’opinione pubblica. Il cittadino infatti sempre più spesso sceglie un legame, premia l’azienda con cui partecipa ad una storia fatta di scelte sociali, ecologiche, o altre. In altri termini il cittadino si schiera spesso dalla parte di una Economia Sociale che non solo risponde alla domanda di servizi rivolti alla persona ed alla tutela dell’ambiente, ma che è anche considerata come una possibile risposta alla domanda di lavoro dei giovani, alla creazione di un nuovo tipo di imprenditoria, ed allo sviluppo economico e sociale del Paese. In questa prospettiva, fin dalla sua costituzione, Legacoopsociali ha ritenuto cruciale pro- N 12 L’obiettivo di Legacoopsociali: promuovere ricerche e studi sul tema della responsabilità sociale delle imprese muovere attività di ricerca e di studio sul tema della responsabilità sociale delle imprese, e il 25 novembre 2010 ha presentato all’Assemblea dei Delegati un primo “numero zero” del bilancio Sociale, che presto dovrà essere integrato anche dalle attività concretizzate sui vari territori. Infatti nei prossimi anni l’intenzione è di attivare una rendicontazione allargata al maggior numero possibile di cooperative rappresentative di tutte le regioni. Ad oggi già una porzione significativa delle cooperative aderenti redige regolarmente il proprio Bilancio sociale offrendo un numero eloquente di Buone Pratiche cui fare riferimento nell’azione di promozione ed estensione a tutte le cooperative nazionali e regionali. Se il Bilancio sociale è dunque indispensabile per creare un cerchio di fiducia con i cittadini, è addirittura vitale per tutti coloro che operano nelle Cooperative sociali. In questo caso infatti il territorio circostante è particolarmente vigile sul loro operato; la chiarezza delle azioni e la divulgazione di ciò che è stato fatto, chi è stato coinvolto nel processo produttivo e chi ne ha beneficiato, sono i primi dati che devono essere forniti. Questo primo numero non è quindi un dato compiuto, ma il primo passo di un cammino che auspica di ricevere quanto prima i dati delle attività realizzate dalle cooperative aderenti sui territori regionali per dare impulso alla concretizzazione del bilancio sociale aggregato. NOTIZIE DA LEGACOOPSOCIALI Il volume di Andrea Cornioli raccoglie storie di prostituzione Un libro racconta tante “vite clandestine” Lo scopo è restituire complessità al fenomeno, riconoscendo al suo interno una vasta gamma di diversità nelle storie di chi si vende e del loro progetto migratorio di Francesca Cutillo iovedì 16 dicembre presso la Sala Basevi in Legacoop Nazionale si è tenuta la presentazione del libro “Vite clandestine”, un testo curato da Andrea Morniroli, nato dai racconti sulla prostituzione in provincia di Napoli. Ha preso la parola durante la presentazione il prof. Giovanni Sgritta (docente di Sociologia alla Sapienza di Roma), che ha interpretato il fenomeno proponendone una visione sociologica. Secondo Sgritta, il dilagare della prostituzione è favorito dalla crisi dello Stato Sociale dell’ultimo ventennio. Oggi, a causa della crisi economica, non è più praticabile un welfare costoso ed ampio perché si deteriora la possibilità di finanziarlo tassando i ceti medi, avviati verso redditi medio bassi. Sembra quindi emergere una nuova presa di distanza verso i più deboli perché questa precarietà dell’economia ci porta ad immaginarci e a confrontarci non più con i potenti (che ci sembrano irraggiungibili) ma con i più poveri, quelli che un domani potremmo essere noi, e questa consapevolezza ce li fa detestare. In questa prospettiva la condizione dell’immigrato è tra le più fragili anche G perché la stessa legge, invece di accoglierlo, lo espelle se è disoccupato spingendolo al crimine e alla prostituzione. Raffella Palladino (pres.coop.soc. EVA onlus) ha affrontato invece il tema, indagando un mondo solitamente sommerso e considerato “scabroso”, quello dei clienti e delle loro motivazioni. Oggi non si parla mai dei clienti come coloro che prevaricano esseri umani, dimenticando che esiste un mondo che abusa totalmente di un altro. Non si può infatti ignorare come la prostituzione si nutra di povertà e si fondi sulla disuguaglianza di genere. Se ci s’interroga sul perché si vada con una prostituta, la presidente Palladino risponde che le motivazioni sono molte, ma tutte hanno implicazioni etiche connesse allo sfruttamento e al traffi- co degli esseri umani, legate come sono alla ricerca di un potere che l’uomo evidentemente ha perso, scegliendo di non mettersi mai in discussione in una relazione vera e propria, preferendo una compravendita. Il curatore del volume, Andrea Morniroli, ha portato lo sguardo direttamente sui volti di chi si prostituisce, spiegando perché la cooperazione sociale ha deciso di scrivere un libro su questo tema: lo scopo è di restituire complessità al fenomeno, cioè riconoscere al suo interno una vasta gamma di diversità nelle storie di chi si vende, e del loro progetto migratorio. Conoscere profondamente queste differenze, ci spiega Morniroli, facilita il giusto modo di avvicinarsi a queste persone e aiuta ad aumentare la credibilità degli operatori sociali quando offrono delle alternative per cambiare la loro vita. Concludendo, questo emozionante lavoro ci ricorda l’importanza del giusto equilibrio tra diritto e accoglienza, e che l’unica soluzione sia percorrere una strada che parta dall’integrazione e dalla condivisione. È un libro che dà voce chi non ne ha, che restituisce un volto a chi spesso è considerato solo un problema, che indica il cammino dell’inclusione per uscire dai ricatti e ritrovare la propria dignità di persona. 13 VIAGGIO TRA LE ECCELLENZE Un’eccellente scoperta all’ospedale Bambin Gesù di Roma Scoliosi da vertebre malformate, basta un solo intervento di Marco Embcke a oggi è possibile intervenire contro la scoliosi da vertebre malformate con una sola operazione chirurgica. Accade all’ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il più grande Policlinico Pediatrico dell’Italia Centro-Meridionale e tra i più moderni e attrezzati dell’intero Paese. L’istituto svolge per pazienti di età pediatrica e adolescenziale attività di Pronto soccorso, ricovero ordinario, day hospital e day surgery, ambulatorio e assistenza domiciliare. “Le scoliosi congenite – precisano al Bambin Gesù rappresentano il 10% di tutte le scoliosi e sono causate dalla presenza di una vertebra malformata che crea una deviazione della colonna vertebrale. I casi di scoliosi congenita dovuta alla presenza di emivertebre o emispondili, vertebre cioè che per cause congenite sono incrociate e provocano appunto l’incurvamento, vengono affrontati con un intervento chirurgico di al- D La nuova metodologia evita due operazioni chirurgiche di notevole entità ed invasività sul paziente ta specialità. In che modo? Attraverso la rimozione dell’emispondilo, per mezzo di un approccio posteriore della colonna e della stabilizzazione con viti peduncolari”. Fino ad oggi, le tecniche tradizionali nei casi di scoliosi congenita prevedevano due interventi, ovvero il blocco delle ar- ticolazioni colpite dalla patologia ed il blocco del nucleo di crescita delle vertebre stesse: entrambe le metodiche non fruttavano una soluzione totale della patologia. La metodologia messa a punto presso il Bambino Gesù evita invece due interventi chirurgici di notevole entità ed invasività sul paziente. Non solo, quanto prima viene eseguito l’intervento, tanto più verrà risolta la scoliosi: l’ideale è intorno ai 2 anni di età, al fine di evitare deformità sempre più severe e la necessità di usare mezzi di sintesi metallici molto estesi sulla colonna. con lunga ed estesa perdita di mobilità dell’articolazione. Questa tecnica chirurgica può essere considerata la sola via chirurgica che permette di risolvere completamente la scoliosi congenita da emispondilo, ottenendo un eccellente riallineamento della colonna sia sul piano frontale-coronale (scoliosi), sia sul piano laterale (cifosi), con limitatissimi rischi di coinvolgimento neurologico. PAROLA ALL’ESPERTO Il “Collegato Lavoro” modifica l’art. 33 della L. 104/2002 Permessi lavorativi per le famiglie dei disabili, cosa cambia? “La nuova disciplina appare ancora poco chiara e suscettibile di problemi di natura interpretativa” Ho saputo che di recente qualcosa è cambiato per quanto riguarda i permessi previsti dalla L. 104/92. Potreste indicarmi in cosa consistono le modifiche e quale legge le ha apportate? Giulia persona con handicap grave da assistere, oltre il coniuge anche i parenti o n data 19 ottobre 2010 è stato ap- gli affini entro il secondo grado (genitoprovato definitivamente il testo del ri, figli, nonni, suoceri, cognati ecc.). cosiddetto “Collegato Lavoro”. Il te- Mentre i parenti ed affini di terzo grado (zii e bisnonni) potranno sto contiene, fra le fruire dei permessi solo moltissime disposizioni in materia di lavoro, anquando i genitori o il coche modifiche all’art 33 niuge (anche solo uno dei due dunque) della persodella Legge 104/1992, relativo ai permessi ai lana con handicap siano deceduti o mancanti opvoratori – dipendenti pubblici e privati - che pure quando abbiano assistono familiari con compiuto i 65 anni oppugrave handicap. La pri- Avv. Nicola Sanitate re siano anch’essi affetti da patologie invalidanti. ma modifica, introdotta dall’art 24 della nuova legge, investe il Non si può non rilevare come la sudterzo comma dell’articolo 33 e riguar- detta normativa appaia molto imprecida la definizione degli aventi diritto ai sa e, così come scritta, avrebbe provopermessi. cato numerose dispute interpretative: Potranno godere dei tre giorni di per- opportunamente sono intervenute due messo mensile retribuiti e coperti da circolari a fare chiarezza sul significato contributi, in assenza di ricovero della da attribuire ai termini più ambigui e di Nicola Sanitate I precisamente la Circolare INPS n. 155 del 3 dicembre 2010 e la circolare del Dipartimento Funzione Pubblica n. 13 del 6 dicembre 2010. Interessanti novità anche per i disabili sotto i tre anni in condizione di gravità. La Legge 183/2010 ha eliminato all’articolo 33, comma 3, della Legge 104/92 le parole “successivamente al compimento del terzo anno di età del disabile”. Pertanto anche per i parenti e gli affini del minore di tre anni in situazione di disabilità grave vi è la possibilità di godere dei tre giorni di permesso mensili. Dunque, i genitori di minori di tre anni hanno la possibilità di scegliere tra i tre giorni di permesso e le altre due forme di agevolazione già previste e cioè il prolungamento del congedo parentale e le due ore di permesso giornaliero. Inoltre è prevista per loro l’alternatività esclusa per i parenti e gli affini. Il 5° comma dell’art 33 prevede che il lavoratore ha diritto a scegliere la sede più vicina al domicilio della persona da assistere – e non più quello dello stesso lavoratore – e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede. All’art 33 della L. 104 viene aggiunto un comma che rafforza la possibilità di effettuare controlli sulle condizioni richieste per la fruizione dei permessi: grado di parentela autocertificato, assenza di ricovero. Si precisa che qualora venga accerta l’insussistenza delle condizioni, il diritto ai benefici decade e si verificano i presupposti per un’azione disciplinare. A parere di chi scrive la nuova disciplina – anche a seguito degli interventi ermeneutici - appare ancora poco chiara e suscettibile di problemi di natura interpretativa di non poco conto. Hai una storia di malasanità da raccontare? Vuoi chiedere un consiglio legale? Pensi di aver subito un’ingiustizia o una lesione dei tuoi diritti? Scrivi un’e-mail a: [email protected] l’Avv. Nicola Sanitate vi risponderà sulle pagine di “Roma Sanità & Servizi”. 15 Allarme HIV a causa di abitudini sessuali sbagliate e poca prevenzione In Italia un nuovo sieropositivo ogni due ore Cambia il profilo del malato: eterosessuale, maschio, sotto i 40 anni di Antonella Saija uando si parla di HIV il pensiero vola immediatamente all’Africa, a paesi come il Mozambico o lo Zimbabwe flagellati dal virus, in cui povertà, ignoranza e superstizione alimentano la diffusione dell’epidemia. In realtà, se il trattamento dell’AIDS rimane complicato e costoso, un recente rapporto dell’UnAIDS (il programma delle Nazioni Unite) afferma che l’incidenza di HIV in Africa è diminuita fino al 25% tra i giovani compresi tra i 14 ed i 25 anni, a causa di sostanziali modifiche del comportamento sessuale. Al contrario in Europa, nella “civile” e avanzata Europa, aumenta il numero dei sieropositivi: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il virus infetta una persona ogni due ore. Un dato allarmante di cui oggi parliamo con la dott.ssa Barbara Suligoi (nella foto), Direttore del Centro Operativo AIDS presso l’Istituito Superiore di Sanità. Q Barbara Suligoi dell’immigrazione? Sicuramente alcuni immigrati, specialmente se africani provenienti da Stati sub sahariani, possono portare in Italia qualche caso di HIV, ma il fenomeno dell’immigrazione non può per questo dirsi correlato all’aumento dei casi registratosi nel nostro paese; tra l’altro il numero degli immigrati sieropositivi sul totale degli immigrati giunti in Italia è notevolmente diminuito. Che differenza c’è tra un sieropositivo e un malato di AIDS? Il sieropositivo è colui che risulta, appunto, positivo al test dell’HIV, ma non presenta alcun sintomo della malattia. Un sieropositivo può ignorare per anni di essere affetto da HIV, dunque infettare altre persone senza saperlo. Ci sono persone che scoprono di essere sieropositive dopo 7/8 anni dal contagio. Non presentare alcun disturbo non significa non avere l’HIV. Questo è molto importante e ci fa capire meglio l’importanza del test e della prevenzione. Il malato di AIDS è invece il sieropositivo che presenta dei sintomi: potremmo dire che l’AIDS è la manifestazione dell’HIV. Il sistema immunitario del malato è talmente debole da cedere a una serie di rare patologie, tumori e linfomi strettamente connessi alla malattia. Sert e al cambiamento delle abitudini nel campo delle droghe, per cui le sintetiche hanno praticamente soppiantato l’eroina, i tossicodipendenti non sono più i soggetti maggiormente a rischio. I “nuovi” sieropositivi sono per l’80% persone che contraggono l’HIV per via sessuale, specialmente in rapporti occasionali, sia eterosessuali che omosessuali. Gli uomini risultano più colpiti delle donne (il rapporto è 2 a 1) e la fascia Dottoressa, negli anni 80 l’HIV col- di età più a rischio è quella compresa piva soprattutto i tossicodipenden- tra i 30 e i 35 anni. ti. Sono ancora oggi loro i soggetti L’aumento in Italia del numero di Le donne in gravidanza devono sotpiù a rischio? Assolutamente no. Grazie a una viva persone positive al test HIV è in toporsi al test HIV? campagna informativa condotta nei qualche modo legato al fenomeno Non sono obbligate a farlo ma è loro 16 IN SALUTE fortemente consigliato, specialmente se di particolarmente pesante. hanno avuto dei rapporti occasionali. Certo, gli effetti collaterali ci sono e vanno dai problemi al metabolismo o Possono nascere bambini sani da cardiovascolari a una anomalia nella distribuzione dei grassi nel corpo, ma madri affette da HIV? Certo, e questo è un grande traguar- la ricerca sta facendo grandi progresdo della medicina, raggiunto da ormai si, dunque speriamo di poter ridurre al minimo questi effetti. oltre 10 anni. Esistono delle terapie, ben consolidate e sicure, che se seguite pedisse- Secondo lei in Italia si fa abbastanquamente azzerano il rischio di tra- za prevenzione o si registra forse un “abbassamento” della guardia? smettere il virus al bambino. Sicuramente c’è un forte, e direi anChe genere di vita, in termini di che allarmante, abbassamento della qualità e lunghezza, può aspirare a guardia. È vero che rispetto agli anni 80 il numero di casi di HIV nel nostro vivere oggi un malato di AIDS? I farmaci retro virali hanno totalmen- Paese si è ridotto, ma è pur vero che te cambiato la vita dei malati di HIV, la circolazione del virus si è spostata trasformando la “natura” della malat- e colpisce trasversalmente tutta la potia stessa, che da acuta è diventata polazione sessualmente attiva. cronica. Da uno studio dell’anno scor- L’HIV non è affatto sconfitto, ogni anso è emerso che se un soggetto HIV no in Italia ci sono circa 4000 nuovi positivo si sottopone tempestivamen- casi, e molto spesso le persone che te alla terapia, avrà un’attesa di vita contraggono il virus non sanno di averpari a circa 40 anni, dunque se un uo- lo contratto, e a loro volta infettano almo o una donna scoprono di essere tre persone. sieropositivi a 30 anni, possono co- Per questo è importantissimo fare il test ed educare all’uso del munque contare di vivere fino a setpreservativo che se usato tant’anni. La storia della macorrettamente dall’inizio lattia è notevolmente camdel rapporto azzera le biata: oggi un genitore afpossibilità di contagio. fetto da HIV può vedere Una buona educazioi suoi figli crescere, e ne sessuale è la primagari vedere nascere ma forma di prei suoi nipoti, cosa imvenzione. pensabile fino a qualche anno fa. La terapia retro virale è molto pesante? Che tipo di effetti collaterali può avere? La terapia ormai è molto simile a quella cui deve sottoporsi ad esempio un malato di diabete o un cardiopatico, consiste cioè nella somministrazione quotidiana di due-tre pillole al giorno, quindi nulla LE PILLOLE DI MAP A CURA DI MARIA ANTONIETTA PROCACCINI Partito il progetto “SOS DONNA H24” la maggior parte dei casi (58%) l’autore della violenza è il marito, il partner o l’ex compagno, comunque una persona con la quale la donna ha o ha avuto una relazione affettiva importante. Il servizio SOS DONNA H24, disponibile per tutte le donne che vogliono uscire dalla condizione deprivante che stanno vivendo, offre ascolto telefonico e telematico; consulenza professionale specialistica: legale, peritale, psicosociale, medica; mediazione culturale; gruppi di auto – mutuo aiuto o self help; azioni in favore delle bambine e dei bambini e della relazione madre/figli. È anche disponibile per tutte/i le operatrici e gli operatori sociosanitari e delle forze dell’ordine, che possono richiedere un intervento in emergenza del Servizio 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Lo sportello SOS DONNA H24 si trova a Roma in Via Statilio Ottato n. 33 presa tra i 36 ed i 48 anni, mentre il sc. B int. 1 (metro A – Subaugusta) tel. 2% coinvolge ragazze minorenni. Ad 06.71077015 – 366.4664216 – aggravare la situazione il fatto che nel- 336.4736894. Basta violenza sulle donne Lo sportello, finanziato dal Comune di Roma, offre ascolto telematico e telefonico artito in via sperimentale all’inizio dell’anno, il servizio SOS DONNA H24, finanziato e promosso dal Gabinetto del Sindaco per le Pari Opportunità, punta ad aprire degli spiragli su un universo sommerso che vede la violenza alle donne come un aspetto “normale” della quotidianità. Il fenomeno interessa circa il 60% delle donne italiane, con titolo di studio medio-alto ed una fascia d’età com- P BREVI VADEMECUM PER I DONATORI DI ORGANI E TESSUTI n I cittadini romani che vorranno comunicare formalmente il consenso all’espianto degli organi al momento del proprio decesso, potranno rivolgersi direttamente agli uffici dell’anagrafe che provvederanno ad apporre, in aggiunta alle normali generalità presenti sulla carta di identità, la dicitura “donatore di organi e tessuti”.Questo è quanto stabilito, l’8 novembre 2010, dal consiglio comunale di Roma Capitale che ha approvato la proposta di delibera per la formalizzazione della richiesta di donazione degli organi, con 34 voti favo- 18 revoli ed un solo voto contrario, candidando così Roma a primo comune italiano a concedere ai suoi abitanti l’esplicitazione della richiesta. Per formalizzare la volontà di donare organi e tessuti basterà consegnare agli uffici anagrafici un apposito modulo. Sempre agli stessi uffici, in qualsiasi momento si potrà presentare richiesta di revoca di tale volontà. troso nel tempo per entrare in contatto con il mondo interiore di sua nonna Maria, malata di Alzheimer. Ogni visita una tappa per provare ad illuminare i suoi ricordi spenti dalla malattia. Dal racconto di questo mondo, descritto nel libro “DENTRO IL MALE Sentieri d’amore nel labirinto dell’Alzheimer” (di G. Griggio – Armando Editore), emerge il grande amore che Gloria prova per la nonna. “Così le parlavo, le raccontavo di me, della scuola, dei miei L’ALZHEIMER DI UNA lavori, come se nulla fosse cambiato, NONNA RACCONTATO ma tutto di lei iniziava a mancare. DA UNA NIPOTE …Abbiamo trovato il nostro rimedio: n Ritornare a percepire ogni emozio- sognare.” L’autrice invita a commentane con il cuore di una bambina. La gio- re il libro sul blog del sito ww.dentroilvane Gloria intraprende un viaggio a ri- male.com C orsi profess ionali di formazione e aggiornamen to Offerta Formativa con crediti ECM Sono aperte le iscrizioni per i seguenti corsi con crediti ECM: n Primo soccorso (20 ore - 29 crediti) Date previste: 02/05/2011 - 04/05/2011 - 06/05/2011 n Corso di Basic Life Support e Defibrillation - BLSD (8 ore - 23 crediti) Data prevista: 11/05/2011 n Fundamental Critical Care Support (12 ore - 23 crediti) Data prevista: 06/06/2011 Sede: Via Tiberio Imperatore 79 - 00145 Roma Adiacente Metropolitana San Paolo Tel.: 06.54.11.100 Fax: 06.54.60.21.28 e-mail: [email protected]