Luci ed ombre dei contratti temporanei

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Luci ed ombre dei contratti temporanei
I Box della Fondazione RODOLFO DEBENEDETTI
Luci ed ombre dei contratti temporanei
Dinamica del lavoro permanente e temporaneo
Media annuale come percentuale degli occupati
1993-97
P erm an en t i
T em p o ran ei (1 )
Totale
6
5
4
3
2
1
0
-1
I r la n da 3
F in la n dia 2
R e gn o U n it o
Sv iz z e r a
Gr e c ia 3
D a n im a r c a 3
Gia p p o n e
Sp a gn a
Gia p p o n e
O la n da
O la n da
B e lgio
Gr e c ia 3
A ust r a lia
Sv iz z e r a
P o r t o ga llo
F r a n c ia
Ge r m a n ia 3
I t a lia
A ust r ia 2
Sv e z ia 2
-3
P o r t o ga llo
-2
Giovani
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8
F in la n dia 2
I r la n da 3
D a n im a r c a 3
Sp a gn a
A ust r a lia
R e gn o U n it o
B e lgio
F r a n c ia
I t a lia 3
Sv e z ia 2
A ust r ia 2
-1 2
Ge r m a n ia 3
-1 0
Note: 1. Nella maggioranza delle nazioni i lavoratori temporanei sono distinti dai permanenti perchè sono individui con un contratto di
lavoro a tempo determinato. I dati sul numero dei lavoratori temporanei non sono pienamente comparabili tra i diversi paesi visto che la
definizione non è sempre la stessa. Per esempio, i dati possono includere o meno alcuni gruppi di lavoratori come quelli che lavorano con
agenzie di lavoro in affitto, apprendisti, con contratti di formazione e stagionali.
2. 1995-97
3. 1993-96
Fonte OCSE: Implementing the OECD Jobs Strategy: Assessing Performance and Policy, 1999, Parigi.
La crescita significativa dei contratti temporanei è uno degli aspetti più interessanti del mercato del
lavoro europeo negli anni novanta, per almeno due ordini di motivi. Da un lato, lo sviluppo di queste
nuove forme contrattuali ha dato nuovo impulso alla capacità di adattamento delle nostre economie
alle continue evoluzioni del mercato. Da un altro lato, i contratti temporanei sollevano potenziali
problemi di equità sociale, e potrebbero influenzare negativamente le prospettive economiche di lungo
periodo. Osservando i tassi medi di crescita dei posti di lavoro coperti da contratti temporanei e
permanenti in 17 paesi OCSE nel periodo più recente, è possibile evidenziare luci e ombre dei
contratti a termine.
Diversi paesi europei hanno incentivato i contratti a termine negli anni novanta. In Germania, Italia,
Belgio, Finlandia, Spagna e Svezia le tipologie di lavoro per cui è possibile assumere con queste forme
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contrattuali sono state ampliate e la durata complessiva dei contratti, prima della conversione in
contratti permanenti, è stata estesa. Allo stesso tempo, le agenzie per il lavoro interinale sono state
legalizzate in Italia, Grecia, Spagna e Svezia, mentre negli altri paesi sono state allentate le restrizioni
sulle tipologie di lavoro ammesse ed è stata estesa la durata dei contratti. La figura riprodotta
suggerisce che queste riforme hanno prodotto importanti effetti: i contratti temporanei sono divenuti
un grande motore della crescita dell’occupazione, in particolare in Spagna, Belgio e Francia dove
queste forme contrattuali hano assorbito dal 40 al 80% del totale della crescita occupazionale ed in
Germania, Italia, Austria, Portogallo e Svezia dove la crescita nei contratti temporanei ha addirittura
controbilanciato la perdita di posti di lavoro permanenti. Il fenomeno è ancora più marcato tra i
giovani per i quali, nella maggioranza dei paesi europei, i contratti a termine sono stati la sola fonte di
creazione di posti di lavoro.
Tuttavia, per analizzare in maniera completa il contributo dei contratti temporanei alla crescita
dell'occupazione, occorre capire in che misura la performance (spesso) insoddisfacente della crescita
dei posti di lavoro coperti da contratti permanenti sia una conseguenza indiretta della crescita dei
contratti temporanei. In effetti, sembra che in alcuni paesi, tra cui Germania, Francia e Italia, i contratti
temporanei abbiano sostituito posti di lavoro coperti da contratti permanenti. Sebbene questa
sostituzione rappresenti un modo per rendere il mercato del lavoro piu' flessible, gli effetti di lungo
periodo di questo fenomento possono essere molto negativi. Col passare del tempo, infatti,
un'eccessiva quota di posti di lavoro coperti da contratti temporanei (soptrattutto tra i giovani) riduce
gli incentivi dei lavoratori ad apprendere professionalità specifiche del posto di lavoro oltre che far
pesare su alcune categorie di lavoratori gran parte del peso della flessibilità. Sia l'impresa che il
lavoratore con contratto a durata limitata avranno scarsi incentivi ad investire in formazione legata a
tecniche produttive "tipiche" del posto di lavoro: per il lavoratore le professionalità acquisite non
potranno essere impiegate in altre posizioni lavorative, e per l'impresa l'investimento in formazione ha
uno scarso ritorno economico datala breve permanenza del lavoratore nell'impresa. A livello
macroeoconomico, la riduzione degli investimenti in formazione professionale è molto rischiosa, in
quanto interrompe uno dei canali attraverso cui il sistema economico garantisce continui
miglioramenti di produttivita' e, in ultima istanza, di crescita economica.
di Stefano Scarpetta
29 novembre 1999