La Romanizzazione
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La Romanizzazione
3 ROIO-LA ROMANIZZAZIONE In un campo nei pressi di Colle di Roio venne rinvenuto un frammento di cippo di pietra recante due lettere I T. Misura cm 40/20 ed attualmente fa parte dello stipite inferiore della finestra di destra della chiesa della Madonna di Corte. La struttura dei caratteri incisi fa supporre una data molto antica,forse di epoca romana repubblicana in relazione alla presenza della vicina colonia di Amiterno. Ma antecedentemente ai ritrovamenti epigrafici in territorio di Corte di Colle di Roio esistono tracce di insediamenti che indicherebbero una relazione con PITINUM,posto proprio difronte alla zona di Colle di Roio e che avvalora l’ipotesi che Amiterno, termine di origine italica, fosse costituito da più insediamenti posti INTORNO ALL’ATERNO ( ciò che il prefisso AMI- lascerebbe intendere). Nessuna ricerca escluderebbe la presenza nel sito di Roio dell’antica città italica dai Romani denominata TESTRINA la cui collocazione risulterebbe compatibile con la documentazione storica relativa agli insediamenti vestini e sabini dell’area interessata. Vista la dislocazione delle varie etnie in un territorio relativamente modesto, ci si chiede : come ha avuto inizio tutto ciò? Premesso che le denominazioni delle varie etnie sono state assegnate dai Romani sulla base di indicatori relativi a comportamenti religiosi o sociali delle stesse, risulta difficoltoso individuare un’etnia nel periodo preitalico. LATINI : > nome collettivo . Conservano , in sintesi, tutte le caratteristiche di culture etniche. SANNITI : > rappresentano un punto di vista esterno , denominati dai Romani. La storia delle varie popolazioni appenniniche ha origine da un’etnia primordiale. NUCLEO ORIGINARIO> SANNITI - SABINI PAROLA CONTENITORE> TOTA ( Tota civitas> Città diffusa sul territorio sabino) COPYRIGHT ORESTE LUCIANI LOCA > SAFINA –SABINA ( In primavera,compiuti i 20 anni si allontanavano dal nucleo primario seguendo un animale o una pianta: SAV >sambuco, pianta che contorna i fossi- Ver Sacrum) Epigrafe di epoca preitalica con incisa TOTA ed altri segni indecifrabili su pietra cinerina facente parte di un muro perimetrale di una stalla di Poggio di Roio. COPYRIGHT ORESTE LUCIANI Per una delineazione delle direttrici di penetrazione nel territorio interno vedasi su questo sito in ARCHIVIO “ Migrazioni Monastiche….” PRIMA DELLE LEGIONI GIUNSE DA ROMA NEL TERRITORIO DEI SABINI E DEI VESTINI IL CULTO DELLA DEA FERONIA, PERSONIFICAZIONE SACRA FEMMINILE DI CUI ANCOR OGGI NE RESTANO LE TRACCE. Da una relazione del 1900 apprendiamo che a mezza costa di Monteluco,nel luogo chiamato Peschi di Pile un certo Luigi Palumbo, nel rovistare una macera, scoprì un’antefissa fittile ( decorazione murale in terracotta) alta circa 36 cm e larga 22 che rappresentava una donna alata, vestita di tunica con sopraveste legata alla cintura e il capo adorno di stefane; due ciocche di capelli le cadono sul petto e con le braccia nude e pendenti tiene afferrati per una delle zampe anteriori due animali dall’aspetto di pantere. Ad una di esse manca la testa e l’altra è molto corrosa(II sec a.C) Il Palumbo, nello stesso deposito, recuperò anche una testina di 12 cm di arte italica. L’immagine qui proposta rappresenta invece l’antefissa rinvenuta in Aveia (Fossa) in un terreno del sig.Mancini. Essa è simile a quella di Roio ma più lavorata con perfezione e vagamente miniata. La veste bianca, la cintura rossa, le ali rosse e celesti. Questa purtroppo è smarrita, quella roiana invece conservata in una collezione di una famiglia de L’Aquila.Le sembianze della dea rappresentata ed il luogo dei rinvenimenti fanno ritenere senza ombra di dubbia che si tratti della dea Feronia la cui presenza veniva fatta oggetto di culto spesso in concomitanza con quello di Diana Persica, Bacco alato gunide, Persefone>Proserpina potnia theron >signora degli animali Antefissa in materiale fittile rinvenuta in Aveia ora scomparsa in tutto simile a quella rinvenuta a Monteluco di Roio conservata.Essa rappresenta la dea Feronia il cui culto venne introdotto in Italia dal mondo greco. Il primo tempio a lei dedicato venne eretto nei piani Pontini ed il culto si estese nelle nostre contrade e lo stesso Dionigi afferma che si insediarono presso il fiume Ufente ove era presente il lago, il bosco e una sacra fonte a cui fa riferimento lo stesso Orazio. Ma il tempio più celebrato e rinomato fu quello costruito alle falde del monte Soratte di cui relazionano Virgilio e lo stesso Tito Livio. Uno storico aquilano ipotizza che la dea Feronia, simboleggiante la madre terra, avesse la sua sede preferita nel monte oggi chiamato Monteluco nel suo bosco “ viridi gaudens Feronia luco “ e le acque a lei sacre sgorgavano dal lago Vetoio ed il luogo di culto nell’edificio antico contiguo. All’esterno esso presenta una forma rotonda, a NO si prolunga obliquamente per cinque metri. L’interno presenta una forma quadrata con quattro vani adornate con una cortina di piccole pietre bianche ed intorno alle pareti corre una fila di chiocciole immerse nello stucco. La volta è a schifo con un foro nel mezzo sul quale doveva trovarsi la lanterna che chiudeva, a mo’ di rosa o di pigna, quell’apertura. Un’antica iscrizione cita un personaggio che è andato al “ delubro” della dea Feronia per la via Poplica Campana corrispondente all’attuale Via Campana, conosciuta come Campo di Pile. Il sito compreso tra il lago Vetoio e il Monte Luco offriva una sorprendente verisimiglianza con le affermazioni contenute nell’iscrizione epigrafica citata ed offre un’ottima conferma della presenza di Pitinum e luoghi limitrofi prima ancora della fondazione di Amiterno come colonia romana. Presenze ed insediamenti successivi nelle stesse località confermano tale ipotesi ITUS, ACTUSQUE . EST // IN HOCE . DELUBRUM// FERONIAI . EX HOCE. LOCO // IN. VIA . POPLICAM// CAMPANAM QUA // PROXIMUM . EST //……….. COPYRIGHT ORESTE LUCIANI Ulteriori informazioni sugli scavi riguardano il rinvenimento presso la Madonna di Corte di Colle di Roio di numerose tombe ad inumazione l’una accanto all’altra, una vera e propria necropoli. I corpi giacevano alcuni sulla nuda terra, altri in casse di legno ricoperti e circondati da lastre calcaree lavorate a scalpello solo nella faccia interna. Sopra alcune di esse si trovarono tracce di combustione e di grano bruciato. Intorno frammenti di tegole privi di iscrizione. Vennero rinvenuti soprattutto frammenti architettonici tra cui un timpano di fontana, una colonna a bassorilievo sormontata da un capitello corinzio ed altri frammenti. Il tutto fa supporre che nelle vicinanze esistesse un VICUS da cui il materiale era stato asportato.COPYRIGHT ORESTE LUCIANI E P I G R A F I A 1 Si pensa che a linea 1 seguisse un cognome e a linea 3 altri due. A linea 2a “ VIII VIR” doveva seguire qualche competenza. Il termine arbitratu in Amiterno ricorre in età repubblicana. 4334 .Il frammento venne rinvenuto a Colle di Roio nel 1768 ,registrato dal Lupacchini . 4336 – L’epitaffio venne rinvenuto in località S.Stefano di Colle di Roio ove esisteva la presenza di un insediamento vicano, ora scomparso. L’epitaffio si riferisce ad un certo Rutilio,Seviro Augustale facente parte del Collegio dei Seviri ,sacerdoti citati da Plinio che avevano una certa autorità nel territorio di Pitinum. Esiste anche un epiaffio di L.Rutilio di Amiterno la cui lapide si trova nei gradini della chiesa di Preturo ma non è lo stesso di S.Stefano. Da ciò si deduce l’importanza della realtà vicana di S.Stefano e del ruolo di Pitinum nell’attribuzione dei Seviri. 4337La stupenda lapide è murata sulla facciata della chiesa di S.Maria di Colle recante un epitaffio dedicato alla prematura morte di una fanciulla gemella.In alto è visibile una fontana con fiori da cui bevono due uccelli ed in basso due cani che corrono nella stessa direzione ad indicare la fugacità della vita umana.Nel suo complesso la lapide esprime una sensibilità grande. 4343 – Epigrafe ora presente in un orto di S.Rufina di Roio, trasportata dalla vicina S.Stefano della stessa località alle falde del Colle Miruci e reperito dal sacerdote Don Fatigati. 4346 – La grossa lapide con iscrizioni giganti venne trovata sempre in località Colle di Roio e venne utilizzata per uno stipite e rotta per fare un’acquasantiera nella chiesa di S.Maria di Colle.( cfr per tutto il materiale epigrafico cfr. il Momsen , il Lupacchini e il Leosini )Oreste Luc Dal territorio di Roio proviene CIL 2 1865 che contiene il nome dei liberti di C. Attius Labeo, contemporaneo del poeta latino Persio, nato a Volterra nel 34 d.C. e morto nel 62,compositore di numerose opere poetiche, satire ; lasciò anche una ricchisima biblioteca contenente le opere filosofiche dello stoico Crisippo. COPYRIGHT ORESTE LUCIANI Nel terreno di A.Ciccozzi, località Madonna di Corte ,venne scoperta una tomba con due corpi, coperta da grossi blocchi, uno dei quali reca un’iscrizione. Il blocco è attualmente murato in una casa di S.Rufina nella piazza principale del paese. Tra i frammenti del sepolcro c’era un fronticino in calcare locale di 65/160 cm raffigurante un tritone con due code verso gli angoli laterali. Con la mano destra stringe una conchiglia in atto di suonare, la testa volta a destra; con la sinistra stringe un remo. E’ conservato nella collezione di una famiglia aquilana. Un’altra iscrizione si trova murata in una casa di S.Rufina. Un’altra tomba con uomo, donna e bambino venne rinvenuta sempre nella stessa località. Tra le lastre che la ricoprivano c’era un’iscrizione parzialmente raschiata in età antica e reimpiegata. Un’altra ancora recava le tracce di un sigillo ed è depositata presso la Soprintendenza di Chieti. ( Oreste Luciani ) Epigrafe “ Didyma” sulla facciata di S M in Colle COPYRIGHT ORESTE LUCIANI Pietra forse lustrale appartenente al tempio su cui ora sorge la Chiesa di S.Maria in Colle (L’Annunziata ) Tratto di muro sulla fiancata sinistra della chiesa Esterno e facciata dell’Annunziata in Colle di Roio con residuo della spianata dell’antico tempio (Oreste Luciani) reperti sparsi di epoca romana.