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Speciale
Rizzoli Emanuelli
informazione commerciale
Rizzoli Emanuelli e i ritrovamenti sull’altopiano
di Asiago risalenti al primo conflitto mondiale
La vera storia delle alici in salsa piccante. Dal 1906.
L’azienda ittica conserviera più antica del settore, premiata per la sua storicità in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, è
tra i protagonisti del libro “La Grande Guerra
di Latta” e della puntata dedicata ai cercatori di reperti bellici della prima Guerra Mondiale, in onda sul canale RAI STORIA il 15 maggio alle ore 21.30.
L’emozione della ricerca viene oggi condivisa
da migliaia di persone e collezionisti, spesso
unite in associazioni storiche. Un patrimonio fatto di ricordi e preziose immagini racchiuso in La
GRANDE GUERRA DI LATTA, due nuove pubblicazioni che illustrano quella che era, durante il
primo conflitto mondiale, la realtà alimentare dei
soldati al fronte. Autori della ricerca sono Giovanni Dalle Fusine e Gianluigi Demenego, appassionati di storia dei materiali impiegati dagli
eserciti in armi e ricercatori sul campo.
Nei due libri vengono presi in esame centinaia
di barattoli e scatolette rinvenute tra le trincee
dell’arco alpino, ancora oggi ben visibili tra i boschi di Veneto, Trentino e Friuli.
Tra questi, diverse scatole, ancora ben conservate, di RIZZOLI EMANUELLI SPA che non
commercializzava solo le classiche alici in salsa piccante, ma pure condimento al pomodoro
e antipasti. Spesso questa industria accompagnava i suo barattoli con illustrazioni grafiche di
buon pregio, che esaltavano l’eroismo dei soldati, con un occhio di riguardo per i Bersaglieri,
gli Alpini e la Marina. La Rizzoli Emanuelli SPA
di Parma ha omaggiato delle sue confezioni di
alici il Generale Cadorna Comandante Supremo dell’Esercito Italiano durante il primo conflitto mondiale.
salsa Piccante Rizzoli sono il prodotto classico
ed inimitabile dal 1906. Le migliori alici del Mediterraneo sono lavorate artigianalmente e messe a maturazione in barili prima di essere filettate
e confezionate nella caratteristica e storica latta
dorata. La ricetta della Salsa piccante è talmente preziosa da non esser stata mai stata scritta
ma solo tramandata a voce al primogenito della famiglia, l’unico a conoscere le dosi ed i tempi di cottura di ogni ingrediente. La parte liquida
della salsa (la bollita) la cui composizione è rimasta segreta per cento anni, viene lasciata maturare per sei mesi in botti di legno che prima hanno contenuto del marsala. Per far sì che le dosi rimangano un mistero, ogni ingrediente viene
preparato a mano e pesato tramite unità di misura tutt’altro che canoniche: trattasi di barrette di
ferro corrispondenti ad una grammatura naturalmente conosciuta solo dal Presidente. La miscelazione delle erbe e delle spezie, l’accurata lavorazione e il minuzioso dosaggio degli ingredienti fanno di questa salsa una delizia per i palati più
raffinati, ancor oggi apprezzate come una delle
specialità tipiche della cucina italiana.
Il bersagliere
in corsa
Si riportano di seguito i principali ritrovamenti
rinvenuti sull’altopiano di Asiago:
Tre gnomi
benauguranti
Alici in salsa piccante della rinomata industria
Rizzoli Emanuelli. Si presenta in due formati con le seguenti misure: (a destra) mm 100 51 - 25; (a sinistra) mm 105 - 61 - 29. Le Alici in
Confezione a sfondo patriottico della Rizzoli
Emanuelli & C. Si tratta di “Estratto di Pomidoro
– garantito nel vuoto all’analisi chimica”. Il bersagliere ritratto al centro è molto simile a quello presente in altre confezioni di alici della FAIT (Fabbrica Alimenti Istantanei Torino), qui è comunque disegnato per intero e nella classica azione della corsa, tipica di questo corpo dell’esercito italiano. Lo scarpone del soldato che fuoriesce dal tondo del logo è una novità per le immagini pubblicitarie dell’epoca, e rende bene l’idea
del movimento. Il barattolo dell’azienda parmense riporta le medaglie ottenute alle varie esposizioni, tra cui quella d’oro ricevuta in un concorso a Parma nel 1910 e la scritta “Marca depositata di fabbrica”. Sul fondo in rilievo è presente il
marchio “Italie”. Dimensioni: diametro mm 75, altezza 105.
Bandiera
sabauda
Confezione prodotta da Rizzoli Emanuelli & C.
Sul coperchio è presente la scritta: “Antipasto
Tripoli”, unitamente alla riproduzione della bandiera sabauda che sventola sul porto e sulle moschee. La ditta parmense è stata già ampiamente trattata nel primo volume di questa ricerca. Tale confezione rientra tra le “patriottiche”, e ricorda la campagna di espansione anteguerra del
Regio Esercito Italiano. Da notare quanto oggi
ci si possa meravigliare di fronte al ritrovamento di questa pietanza tra le trincee del fronte alpino, la realtà che i soldati potessero consumare
dell’antipasto in prima linea è alquanto sorprendente, tuttavia questa azienda fornì regolarmente la truppa in armi grazie a contratti stipulati con
il Governo. Non è escluso che si tratti di alimenti
acquistati privatamente dai soldati, oppure spediti con pacchi al fronte da associazioni e da famigliari di militari. Dimensioni: diametro 75 mm,
altezza 25.
Alici Trento Trieste, Rizzoli Emanuelli & C. Sul
bordo è presente la scritta: “Omaggio a Sua Eccellenza Generale Cadorna”, Misure: mm 95 55. Questa confezione è considerata dai collezionisti “patriottica”, infatti nella grafica è evidente
la propaganda inneggiante alla riconquista delle
città irredente Trento e Trieste.
Un approfondimento a parte merita questa confezione di alici. Nel lontano 1971 l’ormai anziano reduce della Prima Guerra Mondiale Marco Ambrosini tornava sui luoghi
che lo videro combattente col proprio
reparto. La zona, denominata “Marcai”,
è posta nelle vicinanze di Passo Vezzena in territorio Trentino. Qui egli decise di posizionare un
cippo commemorativo dei fatti d’arme che lo videro protagonista. Nei primi mesi di guerra la linea di contatto tra italiani e austroungarici insisteva proprio sui pascoli dell’ex confine tra le due
nazioni; durante uno scontro di fucileria il giovane
Ambrosini trovò riparo dietro ad un grande abete, evitando così di essere colpito. La furia della
battaglia e successivi bombardamenti batterono
palmo a palmo questi pascoli, colpendo più volte il vegetale. Alla fine della guerra solo un misero ceppo carico di schegge rimaneva a ricordo
di quell’insperato salvataggio, e fu proprio durante i lavori di posizionamento della lapide che nel
1971 la terra restituì un piccolo barattolo di alici
piccanti, prodotte dalla ditta Rizzoli Emanuelli &
C. Il reperto, ovviamente già svuotato del contenuto, si era mantenuto in ottime condizioni, tant’è
che il vecchio soldato lo inviava alla ditta avente
sede in quel di Parma, perché entrasse a far parte del museo ivi allestito. Non passarono molti
giorni che gli eredi titolari della fabbrica partivano
alla volta dell’Altopiano di Asiago, per contattare personalmente il donatore di quel piccolo ma
importante pezzo di storia. Durante l’emozionante incontro ad Ambrosini venne consegnata una
pergamena attestante l’acquisizione del cimelio.
Il documento è tuttora esposto presso l’albergo
gestito dal nipote che porta lo stesso nome del
nonno, Marco. Egli ricorda questi fatti, come pure
la visita dei due industriali parmensi, che portarono in dono una gran quantità di scatolette confezionate sul modello simile a quello distribuito durante conflitto. “Una bella storia – rammenta Marco – anche se per qualche mese avevamo scatolette di alici sparse per tutta la casa”. La notizia
fece in breve tempo il giro dell’Altopiano dei Sette Comuni, e non furono pochi i recuperanti che
aspiravano al ritrovamento di barattoli ben conservati da spedire ai rispettivi produttori, magari
in cambio di un lauto premio. Sembra che effettivamente la permuta con una rinomata industria
produttrice di pelati si sia ripetuta alla fine degli
anni Settanta, ma con i vecchi cercatori di reperti
bellici ormai passati a miglior vita, nessuno è oggi in grado di darcene conferma.
L’omaggio al
Generale Cadorna
ATTESTATO
Marco Ambrosini
l’alpino reduce
e la sua scoperta
Attestato rilasciato a Marco Ambrosini da
Asiago, reduce della Grande Guerra, dai
produttori Rizzoli-Emanuelli. Il testo del documento spiega: “La Ditta Rizzoli Emanuelli & C. di Parma offre a ricordo all’Alpino Marco Ambrosini che dopo 55 anni trovò sotto l’Italica terra sacra una scatoletta di alici confezionata dalla suddetta ditta nel lontano 1915, scatoletta che
era stata confezionata come molte altre
ed offerta in omaggio a S. E. il Generale Cadorna, in quel tempo Comandante
Supremo dell’Esercito Italiano, allora in
guerra contro l’Impero Austro-Ungarico.
1915 – 1971”.
Quello che il terreno ha restituito ai recuperanti moderni è tutto un “mondo in
scatola”. L’identificazione dei contenuti
varia a seconda dell’azione corrosiva del
terreno, che può avere intaccato, se non
completamente cancellato, ogni rappresentazione grafica impressavi. I barattoli di produzione militare risultano anonimi, con poche sigle marchiate sul coperchio. Discorso diverso per la produzione
civile, dove le iconografie impresse su
bordi e coperchi delle scatolette sono un
insieme di pubblicità ed esaltazione del
prodotto; talune ricordano vagamente
le opere di Toulouse-Lautrec, e i manufatti si traducono, vera innovazione per
quegli anni, come egregia espressione di arte applicata al consumismo. Colori forti e linee essenziali ben si abbinano ai contenuti dei barattoli commercializzati durante il periodo della grande guerra.
La secolare tradizione di famiglia
Nel 1898 Emilio Rizzoli con il padre Luigi fonda una
prima azienda a Torino.
Padre e figlio elaborano, in quegli anni, la storica ricetta della “salsa piccante”, che determinerà lo straordinario successo delle famose “Alici in Salsa Piccante
Rizzoli”, ancor oggi apprezzate
come una delle specialità tipiche della cucina italiana.
Nel 1906, a Parma, Emilio e
la moglie Antonietta Emanuelli costituiscono la Rizzoli Emanuelli & C.. Si narra che gli sposi avessero acquistato un’ottima partita di pesce, che venne loro
consegnata in involucri raffiguranti tre simpatici gnomi, poi divenuti il simbolo del prestigioso marchio, segno di buon auspicio, salute e longevità. Di generazione in generazione, una tra le più antiche aziende
del settore ha saputo rinnovarsi e mantenersi attiva
sul mercato.
Sono Luigi, Aldo e Clelia Rizzoli, figli di Emilio ed
Antonietta, a sviluppare la fama del marchio finché
nel 1958 subentra il figlio Antonio, attuale presidente di Rizzoli Emanuelli S.p.A che, con il primogenito Massimo e il nipote Raffaele, ne prosegue ora con
successo l’attivià.
In foto, a sinistra, Massimo
Rizzoli, AD di Rizzoli Emanuelli SPA
Foto d’epoca del Gruppo Rizzoli